NASCAR | Cup Series: il poker a Las Vegas vale a Larson il biglietto per Phoenix!

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Tempo di lettura: 20 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
17 Ottobre 2023 - 09:00
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Larson ha l’auto più veloce, ma fatica nel traffico. La pit crew lo mette davanti, resiste al ritorno di Bell e in volata vince la quarta gara stagionale qualificandosi per il gran finale


Si possono usare tutte le analogie con i casinò di Las Vegas per descrivere la vittoria di Larson, la quarta del 2023, ma quello di Kyle è stato davvero un colpaccio perché, esattamente come due anni fa nella stagione del titolo, il pilota dell’Hendrick Motorsports ha conquistato la gara di apertura del Round of 8 qualificandosi per il gran finale di Phoenix con due settimane di anticipo lasciando gli altri sette, chi più chi meno, a dover preoccuparsi ancora. Nel complesso, malgrado qualche problema, tutti i piloti ancora in corsa per il titolo si sono comportati bene.

La gara

La fine del Round of 12 a Charlotte ha eclissato il sogno di diventare campione 2023 per quattro piloti, Chastain, Keselowski, Kyle Busch e Wallace. Si arriva a Las Vegas il sabato e il tema rimane quello dell’eclissi.

Per una coincidenza straordinaria, al momento dell’inizio delle libere nel cielo del Nevada è in corso una eclissi di sole anulare parziale che per prudenza fa accendere le luci del Las Vegas Motor Speedway, tuttavia – anche grazie agli occhialini protettivi distribuiti a tutti – non ci sono problemi e l’evento diventa ancora più iconico.

Iniziano le prove libere ma per qualcuno finiscono molto presto. Il primo momento topico arriva nel Gruppo A. Larson torna ai box dopo 14 giri perché sente qualcosa che non va nelle gomme. Non passa nemmeno un minuto e nel suo 15° giro Elliott fora la posteriore destra in curva3 e finisce a muro. Per la #9, ancora in corsa per l’owners championship, muletto e partenza dal fondo.

Nel Gruppo B Byron si salva per un pelo tornando ai box al 13° giro e le sensazioni erano le stesse, tuttavia gli altri non hanno problemi di sorta e quindi si cerca di capire se sia un guaio solo di Hendrick. Poi però, a poco dalla fine, Suárez, al 31° giro personale, fora pure lui la posteriore destra e anche per lui c’è contatto col muro e muletto. Daniel spiega tutto: “Sapevamo di quanto successo da Chase, ma fra vibrazione in curva1 e foratura in curva2 non ho avuto nemmeno il tempo di processare l’informazione e rallentare.”

In qualifica va tutto liscio e Bell si conferma il re sul giro secco delle Next Gen (sesta pole stagionale, dieci totali) prendendo una partenza al palo maledetta a Las Vegas (solo Kyle Busch ha vinto qualificandosi primo nel 2009, tuttavia Rowdy scattò ultimo dopo la rottura del motore) precedendo di un centesimo l’ex amico Larson. Seguono Byron, un Truex rinfrancato dopo il pessimo inizio di playoff che però è costato l’eliminazione alla #19 nell’owners championship, Buescher, Busch, Wallace, Reddick, Logano, Chastain.

In una soleggiata giornata di inizio autunno, con i soli Elliott e Suárez che devono partire dal fondo e la Goodyear che si è lavata le mani dicendo “se i team decidono per scelta loro di assetto di usare pressioni delle gomme più basse della finestra indicata, allora le forature non sono colpa nostra”, prende il via una delle gare più importanti dell’anno, quella che può regalare subito il primo biglietto per Phoenix.

Bell sceglie l’esterno e rimane al comando sulla spinta di Truex, Larson può solo accodarsi e precede un Byron che approfitta della fine dello slancio di Martin per prendere il buco lasciato dalla #19 e tentare l’attacco al compagno di squadra non riuscendoci. Passano altri due giri e cambia già tutto: uno scatenato Larson, che sembra tornato quello del Texas, passa Bell e dietro di lui a sorpresa Truex si mette alle spalle Byron. La vera sorpresa però è che William venga scavalcato anche da Buescher.

Nel resto della top10 ci sono altri movimenti: Chastain, Blaney e Wallace lottano, Bowman prova ad infilarsi nel mezzo ma deve desistere mentre Hamlin, scattato per “ultimo” degli otto in corsa per il titolo cerca di rimontare dalla 15esima posizione che non lo ha preoccupato troppo al sabato. Harvick invece aveva fatto peggio, ma i 10 posti recuperati in pochi giri lo fanno rientrare nelle posizioni di rincalzo.

La top6 dei piloti playoff viene scalfita dal sorpasso di Busch su un Reddick che a sorpresa non convincerà per tutta la corsa (così come Wallace che perde la posizione da Blaney) mentre in fondo faticano a rimontare Suárez e ancor di più Elliott.

Larson davanti mantiene sempre cinque-sette decimi di margine su Bell mentre probabilmente è in corso la miglior corsa dal rientro causa infortunio di Bowman che entra in top10 ai danni di Chastain.

È passata da poco la soglia dei 15 giri e le gomme dei piloti Hendrick e di tutti gli altri reggono, quindi sembra esserci un pensiero in meno, in ogni caso Bell pian piano si riavvicina al leader Larson. Hamlin invece entra in top10 superando Chastain e così gli unici “intrusi” davanti sono Busch sesto e Bowman nono.

In questa seconda fase del primo stint ad avere i problemi di assetto più grandi sono Byron e Reddick che perdono ulteriori posizioni, tuttavia al giro 29 Bell riprende e ripassa Larson tornando al comando; ne approfitta anche Truex e così la #5 scivola al terzo posto.

Al giro 32 Austin Dillon va ai box, ne mancano ancora 50 a fine stage, tecnicamente la finestra è aperta tuttavia sembra ancora presto per un pit stop. E invece il giro di soste si apre così all’improvviso con Larson e Keselowski che si fermano al passaggio successivo e trascinano tutti in pit lane, incluso un Chastain che commette uno speeding.

Tutti tranne Bell e Truex che tirano dritto per ben cinque giri dopo Larson. In questa fase arrivano a perdere anche un secondo al giro da Kyle che ha gomme fresche. E quindi non è una sorpresa che al rientro in pista la #5 sia tornata al comando con 5.2″ su Bell, 6.5″ su Truex e ormai 10″ su Blaney, Byron e Busch.

Larson però è finito nel traffico dei doppiati, un gruppone clamoroso che è difficile da passare per quanto è numeroso, al punto che Kyle deve anche inventarsi un 3-wide sull’apron con Burton e Preece per liberarsi delle altre vetture, fra cui anche quella di Elliott. Bell ne approfitta ovviamente con pneumatici migliori e in poco torna a solo 1.3″ di ritardo, affronta meglio questa fase e ne esce ai -25 con circa 2.5-3″ di distacco.

La situazione si stabilizza in top5, poco più fuori invece c’è il calo di Busch, scivolato al nono posto dietro ad un Hamlin in recupero e Buescher. Ancora male, se non peggio, Reddick, addirittura 13° dopo il sorpasso subito da Harvick.

Poi all’improvviso la caution ai -15: Jones fora, ovviamente, la posteriore destra in curva1 e si appoggia al muro riportando danni riparabili malgrado il rientro a tutta velocità in pit lane; chiuderà 27° staccato di un giro. Suárez è il lucky dog quando era 22° mentre Elliott, in condizioni paragonabili, era 29°.

Mancano pochi giri, tuttavia troppi ne sono passati dalle soste e quindi tutti tornano ai box. Le strategie però sono diverse: Bell cambia due gomme ed è ampiamente al comando su un Larson che invece fa un pit completo (forse monta le gomme usate in qualifica come altri), seguono Reddick e Keselowski anch’essi su due gomme e poi Truex su quattro. Sosta pessima invece per Buescher che scivola al 17° posto e faticherà ad uscire da questa parte della classifica. In coda una enorme wave around lascia il solo McLeod ad un giro.

Ripartenza per uno sprint di nove giri e Bell scatta bene dall’interno, tuttavia Larson rimane lì e con gli pneumatici migliori passa ai -7 e si invola. Dietro di loro ovviamente la battaglia prosegue. Bell resiste insieme ad un Keselowski rinato, poi un Busch aggressivo ci ha provato su Truex e Blaney (che proseguono con una lotta molto dura) ma ha dovuto desistere. Hamlin ha sfiorato il muro, Byron invece rischia grosso fuori dall’inquadratura, ma si salva.

Alla fine Larson vince la prima stage davanti a Bell, Keselowski, Reddick (ottima strategia per salvarlo), Truex, Blaney, Hamlin, Busch, Harvick e Byron; Buescher è 16° dietro a Wallace, Logano, Almirola, il solito Hocevar e Bowman. Jones è il lucky dog.

Ovviamente al break tutti tornano ai box. No, non tutti perché il crew chief di Truex clamorosamente lascia fuori Martin su gomme usurate, seppur non troppo, e inizia qui lo show fatto di sarcasmo e di f**k/f**king da censurare del pilota della #19; seguono Hamlin, Gibbs, Keselowski, Buescher (due gomme), Bell, Larson, Haley (due), Reddick, Blaney, Busch e Byron che invece fanno un pit completo.

Alla partenza della seconda stage (sotto review e che costerà una penalità ad Allmendinger per laying back, ovvero aver alzato il piede per crearsi un buco davanti a lui) Truex resiste bene anche perché dietro di lui il gruppo si apre praticamente a ventaglio. Hamlin e Keselowski affiancati rappresentano un buffer fra lui ed i rimontanti Bell e Larson.

Alla fine al giro 91 Denny si tiene dietro Brad e apre la porta sul compagno di squadra. Hamlin passa al comando e Truex inizia a perdere posizioni su posizioni. In sei giri la #19 passa dal primo posto a fuori dalla top10. A sorpresa invece in questa fase è Bell a perdere qualcosa, prima lo passa Larson e ci sta, però il sorpasso di Buescher non era previsto.

Ma Larson non è sensazionale, non lo era stato in fin dei conti nemmeno a inizio gara. Sulla carta dovrebbe passare in un attimo Keselowski, ha pure il vantaggio a livello gomme, per poi superare Hamlin al punto che Kyle pensa già a Denny e alla paura di dover incrociare la traiettoria con lui, memore di Pocono. E invece Larson non riesce a passare Brad, il trio che aveva allungato viaggiando su tre traiettorie diverse si ricompatta e viene raggiunto anche da Bell e Blaney dato che Buescher è tornato più indietro, anche dietro a Byron.

Alla lunga è inevitabile però che calino Hamlin e Truex, tuttavia arriva una caution in loro aiuto così come di Truex che era precipitato addirittura in 16esima posizione. Cosa provoca la caution? Stessa gomma, stesso team, stessa dinamica, stesso esito: Hocevar fora la posteriore destra, finisce a muro però per lui, purtroppo, la gara finisce qui. Allmendinger è il lucky dog dopo aver scontato la penalità.

Siamo a poco più di 50 giri dalla fine della stage, si può andare fino al successivo break con la benzina e quindi tutti vanno ai box per una sosta completa. Keselowski balza al comando davanti a Larson, Bell, Hamlin, Byron, Blaney, Buescher, Logano, Busch e Chastain con Reddick 12° e Truex 15°.

Green ai -48 e Keselowski dall’interno resiste a Larson rimanendo in prima posizione, seguono Bell e Byron che supera Hamlin. Reddick invece rientra in top10, poi però in un 3-wide con Bowman e Logano rischia grosso perché Joey in curva4 quasi lo stringe a muro, Truex dopo aver perso sullo scatto (e si lamenta delle turbolenze e del traffico) recupera posizioni e torna vicino alla #45.

La sorpresa di questa fase è il sorpasso di Byron su Bell per la terza posizione e allora in molti pensano che questa potrebbe essere una gara “alla William”, con Byron che resta lì a lungo e nell’ombra e poi una serie di fattori nel finale lo manda in victory lane; oggi però non succederà questo.

Davanti intanto c’è una replica dello stint precedente. Larson ha la vettura più veloce, è convinto di averla, pensa già a cosa fare dopo il sorpasso… ma non riesce a superare Keselowski e quindi gli rimane vicino. Anzi, ai -25 Brad ha messo pure margine ed ha 1″ su Larson; Hamlin intanto completa la top5 davanti a Blaney e Buescher, Truex è tornato in top10 perché sotto sotto ha una buona vettura mentre Reddick è ancora perso in 12esima posizione.

A risvegliare tutti dopo una fase di relativa calma ci pensa proprio Larson ai -24: finisce loose in curva2 e tocca il muro col retrotreno mentre è di traverso, ma si salva e prosegue seppur perdendo tre posizioni a vantaggio di Byron, Bell ed Hamlin. A salvarlo ulteriormente tre giri più tardi ci pensa il compagno di squadra Bowman che in curva4 perde il controllo, pare per la solita posteriore destra ma non è confermato ufficialmente, mentre è nono, finisce a muro e chiude in anticipo la sua gara.

La dinamica è simile a quella della prima stage ed il gruppo si spacca: Keselowski cambia ancora due gomme e resta al comando davanti a Byron, Busch, Logano ed Harvick; sosta completa invece per Larson, Bell, Hamlin, Blaney, Buescher, Truex, Chastain e Reddick.

Ripartenza ai -16, Byron ci prova ma Keselowski resiste ancora. Il problema per loro è che Larson con gomme migliori è già terzo dopo un 3-wide all’esterno con Logano e Busch. Stavolta Kyle ha quel quid in più e fa la differenza, ai -12 passa Byron, ai -10 torna al comando.

A seguire la #5 a sorpresa però non è Bell, nemmeno Hamlin bensì Chastain che emerge dal nulla, e dallo speeding della prima stage, e sale lui al secondo posto davanti ad un Brad che inevitabilmente cala. In difficoltà netta invece Truex nel traffico che scivola in fondo alla top20 e Buescher che perde praticamente cinque posizioni in attimo passando da 10° a 15°.

La classifica si assesta poi pian piano senza ulteriori scossoni e Larson vince anche la seconda stage davanti a Chastain, Bell, Hamlin, Keselowski, Byron, Busch, Blaney, Reddick e Wallace; seguono Logano, Gibbs, Harvick, Almirola, Buescher, LaJoie, A.Dillon, Preece, Cindric e Truex appena 20° con una linea rovente col muretto; nessun lucky dog perché Haley si è salvato negli ultimi giri dopo aver vistosamente rallentato con una possibile foratura.

Altro giro di soste e la classifica cambia ancora malgrado una strategia comune (tranne per McDowell che tenta la sorte): Bell balza al comando davanti a Chastain, Larson, Keselowski, Hamlin, McDowell, Byron, Busch, Blaney e Reddick con Truex 19° e Buescher che precipita al 20° posto dopo una sosta non eccezionale.

Bandiera verde ai -96 e Bell scatta bene rimanendo al comando, tuttavia Chastain gli rimane incollato e nei giri seguenti ci proverà addirittura tre volte senza riuscire a passare al comando. Sullo scatto Keselowski si è rimesso davanti a Larson mentre Byron, dopo che McDowell esce di scena, ha fatto lo stesso con Hamlin; Truex e Buescher non recuperano.

I giri seguenti vedono poca azione. Il gruppo si screma fuori dalla top5 ed i primi cinque viaggiano in fila ed in ordine separati al massimo da 2″, più spesso 1.5″ ma anche solo 1″. Di sorpassi non ce ne sono, di tentativi qualcuno ma poco fruttuoso e vince soprattutto la paura di sbagliare la manovra e perdere così almeno un paio di posizioni al posto di guadagnarne una. Allora a dare più spettacolo ci pensa il trio composto da Briscoe, Buescher e Truex, seppur in lotta per la 18esima posizione.

Ai -75 i cinque diventano quattro perché a sorpresa Byron, anziché restare lì in agguato, cala di nuovo con una vettura non al meglio come assetto e viene infilato prima da Hamlin e poi anche da Blaney. Davanti però i quattro sono racchiusi in appena otto decimi. Più dietro invece Truex si sveglia di nuovo e inizia a recuperare posizioni.

Keselowski ci prova su Chastain ma non va, Larson ci prova su Keselowski ma non va, Bell non riesce a scappare e così ai -70 Hamlin e Blaney si avvicinano: i primi sei sono racchiusi in soli 1.6″.

Il momento di svolta è quello dei -66: Chastain finisce loose in curva1 proprio mentre Larson stava riattaccando Keselowski. Probabilmente Kyle ce la farebbe da solo, ma la #1 che ha dovuto alzare il piede cambia tutto e così, mentre Ross perde posizioni e scivola in fondo al gruppetto, Brad rimane davanti a Larson però ora al secondo posto. Questo ha comunque movimentato la situazione e nei giri seguenti Blaney, Hamlin e Chastain si scambiano le posizioni. Poco più dietro Reddick sul long run perde ancora ed esce dalla top10 a vantaggio di Gibbs.

C’è aria di soste, tuttavia a dare una mano a tutti ci pensa Briscoe che ai -59 fora la solita ruota e finisce in testacoda. La migliore pit crew al momento decisivo è quella di Larson, ancora una volta. Kyle torna al comando davanti a Keselowski, Bell, Chastain, Hamlin, Byron, Blaney, Logano, Busch e Reddick; Buescher è 15° mentre Truex perde parte di quanto guadagnato e torna 16°. L’unica penalità è per uno speeding di Austin Dillon.

Ripartenza ai -52, ma dopo un giro e mezzo altra caution. Uno pneumatico mal fissato sulla vettura di Gibbs provoca una foratura, il contatto col muro, il cedimento del cerchione che si sfila e così Ty perde la ruota, due giri e due meccanici per le prossime due gare.

La classifica alla ripartenza è praticamente identica a quella precedente, l’unica differenza è un Blaney uscito dalla top10 mentre la coppia #17-#19 aveva guadagnato qualcosa.

Bandiera verde ai -45 e la ripartenza è messa sotto indagine, stavolta il penalizzato per laying back però è decisamente di peso dato che è Elliott. Chase sconta la penalità e l’assenza di caution lo relegherà doppiato al 31° posto.

Davanti Keselowski ci ha provato a resistere, tuttavia Larson ha la meglio ed a pista libera può esprimere il suo potenziale, finalmente. A seguire ci sono Bell, Byron e Chastain con gli altri piloti dei playoff sparsi fra settimo e 14° posto ma che pian piano si ricompatteranno.

La gara si decide in questa fase, infatti Larson riesce ad allungare, non in maniera decisiva ma quel tanto che basta. E il fatto che può decidere le sorti della corsa è altrettanto chiaro: se e quando Bell riuscirà a passare Keselowski.

Intanto dietro ci sono altri movimenti interessanti: Busch su Reddick per il sesto posto, Blaney su Hamlin per il nono e su Logano per l’ottavo, Truex su Harvick per il 12°, poi però Martin rimbalza e passa Buescher; la lotta fra questi tre durerà una decina di giri.

Larson ai -30 tocca 2.1″ di vantaggio su Keselowski, poi perde leggermente e quando – finalmente – Bell supera Brad ai -22 il divario fra i due è di 1.8″. Si capisce che Christopher è più veloce, non di tanto ma quello che basta, un po’ come ad inizio gara. Inizia così un duello a breve distanza.

Dietro succede altro ovviamente, Truex recupera terreno così come Blaney, Byron cede ancora e finisce dietro a Busch, ma gli occhi sono solo su Larson e Bell.

Il divario cala inesorabilmente, poco alla volta ma cala: 1.5″ ai -18, 1.45″ ai -15, 1.35″ ai -14, poi arrivano i doppiaggi a complicare la vita e l’elastico si fa più grande. 1.1″ ai -13, poi di nuovo 1.35″ ai -12 e -11. Ai -10 si scende di poco sotto il secondo e si galleggia su questa soglia fino ai -7. I giri finali vedono Bell dare tutto: 0.86″ ai -6, 0.63″ ai -5, 0.57″ ai -4, 0.50″ ai -3, 0.43″ ai -2. Larson inizia l’ultimo giro con 0.347″ sulla #20.

Come dirà poi Larson, Kyle si aspetta un Bell più aggressivo di quanto visto, i due non sono più in buoni rapporti da un paio di anni (Watkins Glen 2021 la goccia che ha fatto traboccare il vaso) ed in palio c’è un posto a Phoenix. Bell, come dirà poi, crede che questa sia l’occasione migliore per andare a Phoenix. Con questi pensieri si inizia l’ultimo giro.

All’interno c’è il doppiato Gilliland e quindi Larson decide di tenere il centro della pista, Bell va invece tutto all’esterno ed è chiaro che è quella la traiettoria migliore, ma anche che Kyle non è al meglio. Bell così recupera in curva1-2 metà del distacco. L’altra metà viene recuperata in curva3-4 dove succede tutto in fotocopia.

All’uscita di curva4 Bell è sul paraurti di Larson, praticamente incollato, ma da lì al traguardo non ci sono mosse avventate (per fortuna), né incidenti, né polemiche. Christopher prova un paio di finte per uscire di scia, Larson non ci casca, la differenza di velocità fra i due non è così notevole come ci si potrebbe aspettare e così Kyle riesce a difendere sul traguardo appena 0.082″ che, tuttavia, possono cambiare gli equilibri del finale di campionato.

Larson torna al successo con la quarta vittoria a Las Vegas e come nel 2020, l’anno del titolo, vola a Phoenix con due settimane di anticipo. Bell è secondo e mastica amaro, seguono Busch (+4.5″) dopo aver passato Keselowski (+4.6″) all’ultimo giro, Chastain (5.4″), Blaney (+5.8″), Byron (+7.6″), Reddick (+8.5″), Truex (+9.0″ dopo un’incredibile rimonta), Hamlin (+9.7″) e Buescher (+13.3″); a seguire Logano, Wallace, Almirola, Suárez, Harvick, McDowell, A.Dillon, LaJoie e Burton.

Mentre Larson festeggia ovviamente una settimana “alla Larson” in cui martedì aveva vinto il campionato High Limits Sprints (organizzato da un certo Kyle Larson con il cognato Brad Sweet) battendo Rico Abreu, giovedì aveva completato il Rookie Orientation Program in vista della Indy500 e domenica vince a Las Vegas una delle gare fondamentali del campionato, c’è un ultimo colpo di scena.

Dietro alla #5 e alla #20 le altre sei vetture dei playoff avevano chiuso in blocco una giornata alla fine senza scossoni fra sesto e 11° posto. E invece ai controlli tecnici l’ammortizzatore anteriore sinistro della #12 risulta irregolare (troppo corto) e quindi Blaney viene squalificato, perdendo i punti conquistati e regalandone agli avversari.

Poi però un clamoroso, ulteriore colpo di scena 24 ore dopo la bandiera a scacchi che ricorda in parte quanto successo in F1 a Sepang nel 1999. La NASCAR pubblica il seguente comunicato: “Dopo un controllo ulteriore riguardante il processo dei controlli tecnici durante il weekend a Las Vegas, la NASCAR ha deciso di revocare la squalifica della #12. Lunedì mattina, nel corso della riunione post weekend, la NASCAR ha scoperto un problema con il template relativo agli ammortizzatori usato per le ispezioni. La NASCAR ha condotto una investigazione dettagliata ed ha deciso di restituire alla #12 i punti conquistati domenica. La NASCAR ha preso tutte le misure interne per rimediare a questo problema in modo che non si ripeta.”

Blaney quindi salvo, o quasi. Byron, Hamlin, Truex e Bell rimangono racchiusi in appena nove punti, sulla carta in quattro per soli tre posti. A seguire in coda un gruppetto di tre piloti composto da Reddick, Blaney e Buescher staccato rispettivamente di 16, 17 e 23 punti dal taglio. Miami per loro potrebbe essere già decisiva.

I risultati odierni

La classifica della “South Point 400”

La classifica generale

Così in campionato dopo la prima gara del Round of 8 della NASCAR Cup Series 2023

La classifica completa

Le altre categorie

Xfinity Series: Herbst domina a Las Vegas per la prima vittoria in carriera!

I prossimi appuntamenti

La NASCAR nel prossimo weekend andrà a Miami-Homestead per un fine settimana con in pista tutte le categorie. Sabato doppio appuntamento, alle 18:00 la gara decisiva della Truck Series in vista di Phoenix, alle 21:00 invece la Xfinity Series. Domenica alle 20:30, come sempre in diretta su Mola, la gara centrale del Round of 8 della NASCAR Cup Series.


Immagine: Media NASCAR

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