NASCAR | Cup Series: Hamlin conquista una gara stellare in Kansas!

NASCAR
Tempo di lettura: 25 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
9 Maggio 2023 - 09:00
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Il gran caldo ed il buon adattamento della Next Gen ai cookie cutter producono la gara NASCAR più bella del 2023. Le Toyota dominano, ma le Chevy sono lì. 37 cambi di leader, innumerevoli duelli fino alla bandiera a scacchi, con Hamlin che vince dopo una toccata su Larson, e anche oltre, con Gragson e Chastain che vengono alle mani


L’estate è arrivata in anticipo e sulla NASCAR è tornato a splendere (metaforicamente) il sole. Il gran caldo arrivato sul Kansas con temperature che domenica hanno raggiunto anche i 32 °C ha avuto come naturale conseguenza la diminuzione del grip. Questo, unito al buon feeling della Next Gen sugli ovali da 1.5 miglia, ha portato allo svilupparsi di una gara incredibile, ricca sì di caution ma anche di duelli in ogni fase e l’avvicendarsi nelle prime posizioni di tanti piloti.

Alla fine si è risolto tutto con un duello fra Hamlin e Larson, con Kyle rincorso prima, braccato poi e toccato da Denny infine in una che verrà ricordata a lungo esattamente come l’ennesimo pasticcio in cui si è infilato Chastain, stavolta con Gragson che ha voluto risolvere la contesa in modo ravvicinato.

La gara

Quello del Kansas è un altro weekend a rischio pioggia, ma sono perlopiù temporali dovuti al gran caldo previsto per sabato e domenica. Per fortuna sono solo temporali pomeridiani ed alla fine non disturberanno l’attività in pista lasciando spazio al sole.

Sabato è il momento in cui scende in pista per la prima volta la Cup Series con le consuete libere seguite dalle qualifiche. Byron inizia non nel modo ideale il weekend baciando leggermente il muro in curva3, più tardi invece Bilicki finisce in testacoda e spiattellando le gomme salta pure le prove ufficiali. Il più veloce è un Hamlin in gran forma dato che è veloce sul giro secco e anche sul passo gara.

In qualifica arriva qualche nuvola – attesa molto per avere quel poco di grip in più – a muovere qualche centesimo. Ne beneficia soprattutto lo Stewart-Haas Racing che poco prima era 27°, 29°, 32° e 33° ed ora invece risale nella top15. La pole position va proprio a Byron, il quale dimostra dunque di non aver subito danni nel contatto, che con il suo 30.133″ precede di soli 0.006″ il compagno di squadra Larson con Kyle che batte di altrettanti 0.006″ Chastain; Truex, Reddick, Logano, Gibbs, Hamlin, Suárez e Blaney completano la top10.

Dopo aver mandato in fondo alla griglia per modifiche in parco chiuso il citato Bilicki, LaJoie (sostituzione del braccetto della sospensione posteriore destra) e Stenhouse (sensore della temperatura dell’acqua mal funzionante che lo aveva distratto in qualifica facendolo quasi finire a muro), la corsa può avere inizio. E che corsa.

I primi cinque giri sono solo un incredibile antipasto. Byron sceglie l’interno e scatta bene davanti a Larson e Chastain che a gomme fredde in compressione ha un tire rub alla posteriore sinistra. Il terzo giro vede già il primo colpo di scena: Byron finisce largo in curva2 e bacia (di nuovo) il muro. Costretto ad alzare il piede, viene passato da Chastain che ha appena scavalcato Larson, ma di gran carriera arriva Reddick.

Tyler va 3-wide in curva1, tenta subito lo slide job al quarto giro ma non va, poi Larson al quinto giro riesce a tornare davanti a Chastain, Reddick vuole subito seguirlo, supera Ross in curva1 e poi tenta un altro slide job in curva3, ma la manovra non va a buon fine, in uscita tocca la #5 che finisce in testacoda. Caution subito, Reddick si prende la prima posizione e Larson per l’ennesima volta nel 2023 finisce in coda per colpe non sue.

Più di qualcuno (Keselowski, Gilliland, Burton, Preece, Briscoe, Haley) va subito ai box per rabboccare cercando già strategie alternative. Larson invece si gioca il primo set di gomme dei nove a disposizione dopo averle spiattellate nel testacoda; per fortuna non ha subito altri danni.

Si riparte ai -71 e, mentre Reddick precede Chastain e Byron, dietro nel gruppo si va già 4-wide, per fortuna però tutti ne escono indenni anche se Logano perde posizioni finito nel mezzo fra Suárez ed un incredibile Gibbs. Si anima però anche il tandem Truex-Hamlin che passa Byron.

Larson intanto ha iniziato la sua rimonta, rientra nella top30 dopo aver passato un Briscoe già in crisi nera (penultimo davanti al solo Bilicki) ma anche un Elliott in netta difficoltà così come Berry e dunque il solo Byron – seppur nemmeno lui al meglio a causa del sovrasterzo e delle gomme un po’ rovinate dal traverso iniziale in curva2 – è davanti a mantenere alto il nome dell’Hendrick Motorsports. Ma il suo ritmo non è alto e nasce così una fuga a quattro.

Appare dunque ben chiaro chi dominerà la corsa in Kansas: le Toyota. Ci sono solo sei vetture giapponesi in gruppo (saranno otto nel 2024 dopo il cambio di costruttore del Legacy MC) eppure sono tutte nella top8 con le uniche eccezioni di Chastain e Byron; Suárez e Logano completano la top10, ma Joey inizia a fare di nuovo il gambero e così McDowell lo sorpassa.

Poco dopo il 20° giro (dunque a -60 nella prima stage) il tandem JGR salta anche Chastain che era scivolato a 1″ da Reddick mentre Byron fa da tappo a Gibbs e Bell e i tre sono già a 5″. A far saltare tutto è proprio Ty che passa la #24 e innesca l’ulteriore crisi di William che viene scavalcato anche da Bell e Wallace. E dunque ora le sei Toyota sono nella top7.

In fretta il tandem riprende Reddick che viene passato da entrambi in sequenza al 28° giro e dunque Truex è il nuovo leader della corsa. Un altro che rimonta in fretta è Gibbs che riprende e supera Chastain per il quarto posto e Ross deve ancora guardarsi negli specchietti. Larson intanto prosegue nella sua rimonta, rischia grosso con Austin Dillon, ma rientra nella top20.

Siamo al giro 34 e, anche se manca ancora qualcosa a metà stage, inizia il giro di soste. Il primo è Almirola, ma al giro successivo è la volta di un Byron in difficoltà. E la sua crisi si acuisce con uno speeding che lo caccia fra i doppiati.

Fra coloro che dovrebbero fermarsi subito ci sarebbe anche Chastain che però lo fa solo al giro 39 quando è crollato letteralmente al punto che è stato passato anche da Bell e Wallace e quindi per una tornata – storico giro 38 – nelle prime sei posizioni ci sono le sei Toyota.

Il giro di soste procede e fra coloro che vanno lunghi ci sono Bell (che si ferma al giro 43), poi McDowell (che pagherà caro questo azzardo passando dalla top10 al doppiaggio), Keselowski, LaJoie e Yeley. Per le posizioni che contano, però, Hamlin con un undercut di un giro supera Truex e poco più tardi è anche leader effettivo della corsa.

Mentre Bilicki finisce ultimissimo a causa di uno speeding mentre sconta uno speeding in occasione della sua sosta, appare sempre più chiara la strategia di piloti come LaJoie, Yeley e soprattutto Keselowski: andare lunghi per saltare una sosta in seguito.

Ai -30 però Truex torna davanti ad Hamlin per un altro cambio di leader in vetta. Dietro a Keselowski c’è Reddick, ma ormai a 7″ e che precede Gibbs, Suárez (timing perfetto per lui), Wallace, Chastain, Blaney e Bell. All’appello ai box manca ancora Briscoe, ma la sua gara già disastrosa peggiora ulteriormente perdendo una ruota uscendo dallo stallo; chiuderà 32° staccato di addirittura sette giri.

Mentre la fuga a due prosegue, ci sono tanti altri duelli e sorpassi. Blaney supera Chastain per la nona posizione e Bell è con loro, Larson riprende Logano ed entra nella top15 in cui c’è anche un buon Gragson. Keselowski si ferma ai -14 seguito poco più tardi da Yeley completando la loro strategia anomala, tuttavia Brad torna in pista staccato di due giri, forse più del previsto e quindi la rincorsa allo sdoppiarsi da Truex ed Hamlin non è semplice seppur parzialmente di successo.

Proseguono anche i brividi: Burton bacia il muro nella lotta con l’amico Gilliland, Larson passa al pelo il doppiato Bilicki ed Harvick e così è ad un passo dalla top10. Byron prosegue la sua gara no, tocca di nuovo il muro e torna ai box per una sosta non prevista.

Due i sorpassi nel finale di stage ed entrambi nelle primissime posizioni. Hamlin, dopo essere stato sempre a 6-8 decimi da Truex, scavalca un’altra volta Martin ai -9. Dietro di loro, molto più dietro dato che sono ad addirittura 11″, Gibbs supera un Reddick in difficoltà ed è terzo.

Hamlin vince dunque la prima stage precedendo Truex (+0.8″), Gibbs (+10.4″ e dunque da tenere d’occhio in seguito dato che a pista libera è andato come i primi due), Reddick (+14.1″), Suárez (+14.2″), Bell (+14.7″), Wallace (+16.9″), Blaney (+19.9″), Chastain (+21.7″) ed il rimontante Larson (+22.3″). In 19 a pieni giri (Cindric lucky dog) e fra di essi ci sono Kyle Busch, Gragson, Elliott (in rimonta dopo la sosta), Harvick, Berry, Logano, Almirola, Buescher ed Austin Dillon. In tanti a -1 fino a Keselowski 31°, Byron a -2, Briscoe ultimo a -5.

Il secondo giro di soste lascia Hamlin in testa ma vede l’ennesimo speeding di Kyle Busch (penalità anche per Haley e Ty Dillon seppur per altre infrazioni) e la sosta lenta di Reddick che promuove Suárez al quarto posto. Wave around annunciata per Keselowski ma anche per McDowell che deve rimediare ad una strategia fin troppo audace vista la posizione di partenza.

Dalla bandiera verde si devono disputare 77 giri nella seconda stage, ma saranno ricchi di duelli e di caution. Nella gran confusione di curva2 tutti ne escono indenni, da notare c’è il nuovo sorpasso di Truex su Hamlin per la prima posizione e lo scambio di posizioni fra Suárez e Chastain. Sì, ma Daniel partiva in seconda fila e Ross fuori dalla top10. Il messicano è stato messo in mezzo dall’attacco sull’apron di Blaney con Ryan che deve alzare il piede pure lui in curva2, “Melon Man” invece ha attaccato come al suo solito.

Dietro di loro è pure spettacolo: Gibbs, Reddick, Chastain e Wallace sono vicinissimi per i giri successivi e alla fine la classifica vede Ross terzo davanti a Bubba e Ty. E Tyler? Reddick precipita invece subito fuori dalla top10 e dal nulla in sesta posizione niente meno c’è Chase Elliott. Intanto c’è l’ennesimo scambio di posizioni fra Hamlin e Truex. Finita qui? No, al giro 95 Martin torna primo e Denny restituisce il favore tre tornate più tardi.

Mentre McDowell va ai box e vede sfumare la sua wave around, Wallace riesce a passare Chastain e c’è curiosità nel vedere se possa raggiungere le altre due Toyota recuperando i 2″ di ritardo. Al giro 100, a -65 nella seconda stage, dunque Hamlin precede Truex, Wallace, Chastain, Gibbs, Bell, Elliott, Larson, Berry (anche lui risalito nettamente) e Blaney che poco dopo ha un attimo di esitazione e rischia il sorpasso da parte di Harvick e Suárez.

In vetta a sorpresa intanto Hamlin ha staccato di circa 1″ Truex e Martin è stato ripreso da Wallace dato che la #19 ha già perso grip al posteriore. A salvare lui ma anche Reddick (14°) ci pensa la prima di una lunga serie di caution.

Cindric sul traguardo fora senza grande preavviso la anteriore destra e finisce a muro. L’impatto distrugge del tutto la ruota che rotola giù per la pista. Austin riesce a tornare ai box e a riprendere la corsa dopo le riparazioni, ma fa discutere la penalità di due giri affibbiatagli come se avesse avuto una ruota mal fissata dopo un pit stop e non in seguito ad un duro contatto con le barriere. Austin terminerà un’altra gara deludente (fin troppo leggendo solo i risultati finali) sugli ovali da 1.5 miglia 31° staccato di sette giri.

Mancano 57 giri a fine stage, la finestra per il pieno è aperta e quindi la pit lane si affolla. E qui Hamlin paga per la prima volta dato che perde cinque posti a causa di una sosta lenta (Denny si prende la colpa), ma a prendere il comando non è Truex (terzo dietro anche a Chastain) bensì Wallace, ultimo vincitore qui in autunno. Larson torna nella top5 mentre Elliott precipita in fondo al gruppo per una sosta disastrosa (ruota posteriore sinistra mal fissata); male anche Suárez che perde ancora terreno. Oltre al lucky dog Allmendinger ci sono tantissime wave around fra cui, ancora, quelle di Keselowski e McDowell.

Green ai -52 sotto review da parte dei commissari perché, mentre Wallace sceglie l’esterno al choose cone, Chastain aveva messo il muso davanti a quello della #23 nello scatto, ma alla fine i commissari non accusano Ross di falsa partenza. Chastain poi rimbalza subito indietro dato che viene superato sì da Truex, ma anche da un Larson che ormai è con i leader e poi da Hamlin. Più dietro Berry quasi mette a muro Blaney in curva2 che di lì a poco diventerà calamity corner.

La leadership di Wallace dura pochi giri, poi Truex torna al comando in quella che è diventata una fuga a tre con Hamlin staccato di 1.8″. Nomi vecchi e nomi nuovi si affacciano in top10: Reddick ha approfittato della ripartenza per riprendersi passando pure un Gibbs che si perde nel momento buono, Kyle Busch invece ci sbarca in seguito alla penalità precedente e una veloce rimonta. Perso invece Suárez, 16°, a causa di cambiamenti di assetto che non danno gli effetti sperati. E così, fra alti e bassi, si acuisce la crisi Ford dato che la migliore delle loro auto è quella di Harvick 12°.

La fuga a tre vede qualche cambio: Truex allunga mentre Hamlin riprende Larson e Wallace con Kyle che è passato su Bubba. La #5 stacca quasi subito le Toyota anche perché Wallace deve lasciar passare Hamlin proprio al giro di boa di metà gara (seguono Chastain, Reddick, Gibbs, Kyle Busch, Bell e Berry) che mette tutti al riparo dalla pioggia.

Quando ormai Larson sente la scia di Truex, ecco un’altra caution con Almirola in testacoda in curva2 quando era buon 13°. Ringraziano la bandiera gialla sia Keselowski e McDowell che tornano definitivamente a pieni giri mentre probabilmente si morde le mani LaJoie dato che era in pit lane proprio in quel momento e quindi perde il lucky dog. Si salva anche Logano precipitato al 20° posto.

Tutti vanno ai box e Larson completa la rimonta tornando in testa in appena metà corsa. Stavolta a finire in fondo al gruppo a causa di una ruota mal fissata con annessa retromarcia in pit lane è Gibbs. Speeding per Keselowski e ben 11 wave around a caccia di un giro perduto, incluso Byron che torna a -1.

Ripartenza ai -22 e Larson rimane davanti a tutti malgrado l’enorme spinta di Hamlin su Truex. Berry è involontariamente protagonista due volte, prima vede troppo vicini Bell e il muro, poi finisce in testacoda dopo essere finito largo in curva2 con Gibbs che resiste perché Ty ha alla sua destra Buescher. Finisce coinvolto nella confusione anche Jones.

Davanti però è successo molto: Wallace aveva approfittato del deragliamento del tandem JGR per tornare al secondo posto davanti a Truex ed Hamlin con Elliott tornato nella top5 dopo aver approfittato del 3-wide con Busch e Chastain con Kyle che durante la caution ha qualcosa da ridire proprio con Ross. Non è chiaro cosa sia successo, stavolta Chastain non sembra aver fatto nulla, eppure Busch dice: “[…] corre come un fottuto coglione, per questo gli ho rifilato due fiancate come avvertimento.”

A sorridere è ovviamente chi ha preso la wave around e che ora può pure pittare e montare gomme fresche per uno sprint di 12 giri. La green dura l’arco di una manciata di giri, poi Bell, appena rientrato nella top10, perde il controllo sempre in curva2 mentre è all’interno di un incolpevole Chastain e finisce contro il muro interno diventando a sorpresa il primo ritirato della giornata.

Davanti un’altra sorpresa: Larson ha sottosterzo e Wallace lo ha infilato in curva4 passando al comando della corsa, segue Hamlin che passa per l’ennesima volta Truex. La pit lane si riapre e ci vanno quasi tutti i leader tranne Logano, McDowell, Jones, Gragson, Buescher, Allmendinger, Gilliland, Keselowski, Austin e Ty Dillon poi Preece (due gomme) e Wallace ripartirà solo 12°.

Arriva così uno sprint di tre giri, ma ne verrà disputato a malapena mezzo per un altro colpo di scena. Nella solita confusione di curva2 Kyle Busch viene toccato da Preece (lo spotter della #8 si prenderà la colpa) e finisce pure lui a muro ritirandosi.

Festeggiano così gli audaci: Logano vince sotto caution la seconda stage davanti a McDowell, Gragson, Jones, Allmendinger, Buescher, Austin e Ty Dillon, Larson ed Hamlin. A forza di caution e wave around, includendo il lucky dog Haley, a pieni giri ci sono 29 vetture, fra i doppiati soltanto Almirola, Yeley (-1), Cindric (-4), Bilicki (-5) e Briscoe (-6).

Al break si completa il giro di soste, Larson torna al comando dopo uno scatto decisivo mentre Logano ripartirà dal 20° posto. Green ai -97, Hamlin parte bene, ma Kyle resta al comando. Stavolta ad avere un sottosterzo insostenibile è Truex che scivola al settimo posto. Martin abbandona così la lotta per la vittoria dato che si porterà dietro il problema fino al traguardo.

Sembra tutto finalmente a posto, solo Gragson rischia in curva2 ma si salva, e invece dopo pochi giri, mentre a lottare per il posto lasciato da Truex ci sono Wallace, Reddick ed Elliott con quest’ultimo che emerge terzo, Gibbs (in quel momento settimo) perde il controllo nella solita curva2 proprio mentre attacca Martin e fa un lungo testacoda. La vettura non sarebbe nemmeno troppo danneggiata, ma nel rientro ai box fora due gomme e si spiaggia nell’erba dell’infield. Vorrebbe essere spinto ai box, ma i commissari gli fanno capire che è finita. Ed un arrabbiato Ty è costretto al ritiro. Almirola torna a pieni giri.

Ai box ci vanno Truex, alla caccia di un assetto di nuovo veloce, Logano, Preece (con penalità), Dillon e Gilliland; all’improvviso i muretti iniziano a preoccuparsi perché i nove set di gomme di inizio gara, che sembravano tanti, ora sono al massimo due.

Nuova ripartenza ai -82 e, mentre Larson rimane al comando, più dietro c’è uno scambio involontario di fiancate fra Byron e LaJoie. Ai -80 però la sorpresa più incredibile: un Elliott che nei primi giri era fuori dalla top25 ora supera di slancio sia Hamlin che Larson e balza al comando. E così Chase spera che l’infortunio sia definitivamente alle spalle con un biglietto strappato per i playoff.

Ma stanno arrivando anche altri nomi. Truex, malgrado un contatto con LaJoie, con gomme fresche ha piazzato una ripartenza clamorosa, da 22° a sesto in tre giri, poi quinto passando Blaney lanciandosi all’inseguimento di Reddick. Tornano nella top10 altri nomi già visti: Suárez, Chastain e Byron; bene anche Logano che risale al 12° posto. Ma la tregua dura poco: stavolta a finire in testacoda sempre in curva2 è Burton.

La pit lane si riapre ed ovviamente ai box non si fermano Truex (di nuovo leader), Austin Dillon, Logano, Gragson e Gilliland; Larson esce davanti ad Elliott, Suárez, Byron ed Hamlin ed è quindi sesto alla bandiera verde dei -72, dunque per tutti ci sarà almeno un’altra sosta. Il problema per Kyle è che a causa del testacoda iniziale ha solo un set di gomme nuove a differenza dei due degli altri, dunque in caso di caution nel finale sarebbe spacciato.

Sullo scatto Truex resta primo davanti ad un buon Dillon che però può poco, Larson avanza subito seguito da Elliott mentre perde terreno Logano. Al giro 200, dunque ai -67, Truex precede Larson, Dillon, Hamlin, Elliott, Suárez, Byron, Blaney, Wallace e Logano.

L’inevitabile sembra vicino, e invece Truex resiste a Larson permettendo ad Hamlin di riavvicinarsi. Sorprende anche il rimbalzo all’indietro di Elliott proprio nel suo momento migliore; emerge invece Byron che supera Suárez con un piccolo contatto che preoccupa Daniel. Intrappolati nel traffico Wallace e Reddick mentre Chastain è addirittura 18° e in lotta con Gragson.

Mentre Larson torna al comando ai -63 approfittando ancora del sottosterzo di Truex, in curva4 in un 3-wide Chastain si allarga leggermente e così Gragson deve andare ancora più largo baciando il muro. Noah è evidentemente arrabbiato e si vede che per un istante pensa alla vendetta in stile Wallace con Larson praticamente con la stessa dinamica seppur se su un’altra pista, ma poi cerca di proseguire prima di una foratura, un testacoda e un’altra caution ai -60. Burton sarebbe il lucky dog (da -4), ma in quel momento è ai box per una foratura.

Si è aperta la finestra per l’ultima sosta e pittano tutti tranne LaJoie, Preece, McDowell e Yeley, Larson dunque riparte quinto davanti a Byron ed Hamlin; penalità deleteria per Suárez che sarebbe ottavo ma una ruota vagante in pit lane lo spedisce al 28° posto.

Green ai -56 e LaJoie resta al comando, ma chi spunta fuori a sorpresa dopo tanti guai e due giri persi nella prima stage? Sì, William Byron che supera Larson sullo scatto e poi di slancio dopo un giro anche LaJoie tornando al comando come se i precedenti 212 giri non ci fossero stati. Ma la tregua dura ancora poco: mentre Gragson torna ai box, Jones finisce in testacoda coinvolgendo ancora Berry, ma non Almirola che sul momento pareva essere il “colpevole”.

Preece e McDowell pittano, Yeley era già precipitato, LaJoie continua in caccia di un’altra caution nel finale che potrebbe fargli sbancare gara e casinò posto all’esterno di curva2. La bandiera verde sventola ai -47 e per fortuna da qui fino in fondo non ci saranno più caution. Ma non incidenti.

Larson stavolta scatta al meglio e supera subito Byron provando un piccolo allungo senza forzare. William rimane secondo davanti ad Hamlin (che ha dovuto alzare il piede in un interessante 3-wide in curva1), un clamoroso Chastain che era 11° alla green, Wallace, Logano, Truex (ancora sottosterzo per lui), Elliott, Blaney e LaJoie.

A creare il buco è ovviamente Logano che si stacca leggermente e quindi allungano in cinque che poi rimangono in tre+due. Larson mantiene circa 4-6 decimi su Byron e poco più di un secondo su Hamlin che decide di attaccare solamente ai -26.

E alla fine rimasero dunque solo in due separati da 1″. 26 giri ed una vittoria fra Larson ed Hamlin. L’unico (altro, ma è uno spoiler inevitabile) sorpasso nel finale nella top10 sarà quello di Wallace su Chastain ai -15.

Denny nei primi giri prima perde fino a 1.3″, poi inizia a recuperare assestandosi attorno ai 6-7 decimi di ritardo dai -20 fino ai -14, poi Larson trova i primi doppiaggi e Briscoe gli costa metà del vantaggio con la #11 che arriva a 0.3″. La lotta diventa ancora di mente.

Larson è leggermente loose e viaggia sempre di più su una traiettoria a pochi centimetri dal muro, Hamlin invece riesce a girare più interno e recupera altri centesimi. Ai -10 il divario è di soli 0.337″, poi però Denny butta giù un altro decimo ai -9 e un altro ai -8 scendendo addirittura a 0.155″.

Hamlin si fa vedere una prima volta, ma non va poi il primo vero attacco è ai -5, ma Larson all’esterno resiste, Denny deve alzare il piede in curva2 e così la #5 ai -4 ha di nuovo 0.348″ di margine. Sembra fatta e invece Hamlin piazza il giro perfetto tornando subito sotto ai -3, altro attacco non riuscito e così ai -2 Kyle ha ancora due decimi di vantaggio. Denny però ne ha e all’ultimo giro ha solo 0.140″ di ritardo.

Il primo errore, forse già fatale di suo, è di Larson che fra curva1 e 2 si appoggia leggermente al muro e perde quel filo di velocità tale che Kyle in uscita è più lento di Hamlin che arriva di gran carriera.

Per una volta è decisamente fuori luogo accusare Denny, stavolta avrebbe potuto fare ben poco. Certo, avrebbe potuto alzare il piede, ma si è trovato davanti un Larson più lento ed altri in passato in occasioni simili in cui il successo conta tantissimo hanno fatto anche di peggio. Il contatto dunque è praticamente inevitabile e pure leggero. Hamlin tocca Larson quel tanto che basta per far riappoggiare la #5 al muro.

Denny deve solo passare e conquistare la prima vittoria stagionale, nonché 400esima del Joe Gibbs Racing in NASCAR, precedendo di 1.3″ Kyle Larson al termine di un duello clamoroso in cui il pilota della #5 per l’ennesima volta in situazioni simili ne esce sconfitto.

Ben più staccati gli altri: Byron è terzo nonostante tutto (+4.3″), quarto un ottimo Wallace (+4.6″), quinto Chastain ancora leader della generale (+5.4″), completano la top10 un Logano non ancora del tutto convincente (+5.9″), Elliott (+6.4″), Truex (+7.4″), Reddick (+8.1″) ed Austin Dillon (+9.6″). A seguire Harvick, Stenhouse, Almirola, Allmendinger, Suárez, Blaney, Buescher, Haley, Keselowski e LaJoie.

Non c’è nemmeno il tempo di aprire una eventuale discussione sul contatto fra Hamlin e Larson, sull’eventuale ipocrisia di Hamlin (come twitta la signora Larson), che mentre Denny è in victory lane e Kyle sta per essere intervistato arriva la rissa.

Ad avere il nervo scoperto è Gragson. Noah è reduce da un brutto mese di aprile, è 33° nella classifica generale fra i piloti a tempo pieno anche se i risultati sono un po’ bugiardi. E così una buona gara a suo dire rovinata da Chastain gli fa prendere una decisione: affrontare Ross.

L’inizio della discussione è animata ma rispettosa, poi evidentemente una frase di Chastain fa perdere le staffe a Noah che afferra per il bavero Ross, il quale adotta – a suo dire – la “no push policy” suggerita dal team. E Chastain si libera dalla morsa di Gragson con un destro che va a segno. La rissa viene presto sedata.

E mentre Logano si sorseggia quasi ignaro una Coca Cola alle loro spalle (ma appena si gira la sorseggia beccandosi pure un bonus contrattuale dallo sponsor) e Ross sorride beffardamente (quasi a ragione perché malgrado tutti i guai in cui si infila ora è leader in classifica generale con 31 punti su Bell), Noah ne ha ovviamente ancora a parole per Chastain dicendosi stufo del suo modo di correre, ma anche per moltissimi dei suoi colleghi dicendo: “Nessuno ha avuto le palle finora per affrontare veramente Ross finché ho deciso di farlo io oggi.”

La giornata calda del Kansas è diventata bollente anche grazie alla componente femminile. Detto del commento di Katelyn Larson che ben si abbina involontariamente a quello di Dale Jr. che in questi casi vince sempre, nello specifico da editore del podcast di Hamlin (per la cronaca nessuna confessione stavolta e quindi vittoria confermata), alla discussione si aggiunge anche Erin Marks, moglie di Justin (titolare di Trackhouse Racing) che difende lei in prima persona Chastain aggiungendosi in sintesi all’ironico #ThanksRoss di Richmond.

Ci sarebbe spazio per altri temi, come il fatto che la NASCAR abbia deciso di portare in galleria del vento due Chevy (Chastain ed Austin Dillon), due Ford (Harvick e Logano) ed una Toyota (Truex) per la prima valutazione periodica della parità fra i costruttori che non causerà penalità ma renderà la situazione più chiara (come la crisi Ford), ma mi piace chiudere in un altro modo.

La gara del Kansas è iniziata 15′ prima della F1 a Miami e questa è finita durante la seconda stage della Cup Series. Eppure anche questo weekend la NASCAR ha offerto uno spettacolo notevole: 37 lead change in una 400 miglia su un cookie cutter non si erano mai visti nella storia.

E ad infierire ci pensa inaspettatamente Julia Piquet, figlia di Nelson e futura signora Suárez, la quale trovando una dichiarazione di George Russell in cui il pilota Mercedes criticava il pre-gara ad hoc per Miami in quanto “distraente perché siamo stati mezz’ora con la tuta sotto il sole. Non penso che in nessun altro sport a 30′ dall’inizio ti fanno stare sotto il sole con tutte le telecamere puntate per lo spettacolo” gli suggerisce un semplice: “Perché non provi la NASCAR ragazzo?”

Con questi temi e questa carica agonistica si va sulla storica pista di Darlington per una gara molto attesa di suo. Già, sarebbe un consiglio che in molti dovrebbero accettare anche solo da telespettatori o tifosi del motorsport. Perché non provare a seguire la NASCAR?

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Il mese di maggio prosegue per la NASCAR e si va su una delle piste storiche: Darlington. Nel classico “Throwback weekend”, in cui si onoreranno anche i migliori 75 piloti della storia in occasione del 75° anniversario della NASCAR, venerdì notte correranno i Truck, sabato sera la Xfinity e domenica, infine, la Cup Series.


Immagine: Media NASCAR

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