Gara molto strategica in cui il timing delle caution ha condizionato l’esito finale. Hamlin controlla al meglio la situazione e vince per la quinta volta nel 2025
Una gara alla Hamlin, in controllo senza dominare quando non ci sono guai ai box. Denny ha meritato la vittoria a Gateway che lo lancia anche in questi playoff, come se non fosse bastata già la regular season, ma che soprattutto lo mette ancora più davanti a tutti anche della storia visto che è stato lui a portare a casa la 200esima vittoria della Toyota in Cup Series. Una gara molto strategica in cui, come preannunciato nell’anteprima dei playoff, ha vinto il team che ha svolto tutto alla perfezione in ogni sua componente.
La gara
Dopo una Southern 500 movimentata più ai box che in pista, la NASCAR Cup Series si trasferisce a Gateway per la tappa centrale del Round of 16 su un ovale piatto e in cui la track position sembra che la farà da padrona. Il tema delle libere è il sottosterzo: infatti, la Goodyear ha portato a St.Louis un nuovo tipo do gomma sul lato sinistro, con uno stagger (ovvero la differenza di diametro fra pneumatici di sinistra e di destra) dimezzato rispetto a quello delle prime tre edizioni di questa corsa. Questo preoccupa il Team Penske sul fatto di non poter ripetere il dominio espresso appunto negli anni recenti a Gateway.
Prove libere e qualifiche scorrono via tranquille per i 36 iscritti, senza incidenti (solo qualche muretto sfiorato o un piccolo contatto fra Gibbs e Gragson) né sorprese. Il miglior tempo nelle libere (32.898″) è proprio per Gibbs su Larson (migliore del gruppo2), Keselowski, Hocevar, Gilliland, Custer, McDowell, Z.Smith, Nemechek e Stenhouse mentre grave crisi per RCR, Trackhouse e alleati con Chastain. Busch, SVG, T.Dillon, Allmendinger ed A.Dillon a chiudere la classifica.
In qualifica tutto cambia ed i piloti playoff fanno la voce grossa, in 13 occupano la top15 e le uniche eccezioni sono van Gisbergen (18°), Elliott (19°) e Bowman (solo 25°). Seconda pole di fila per Hamlin (32.330″) a precedere Larson, Briscoe, Chastain, Blaney, Byron, Reddick, Bell, Cindric, Z.Smith, Buescher, Berry, Logano, Wallace ed A.Dillon.
Dopo aver retrocesso in fondo il solo Haley (sostituzione del pignone dello sterzo), può avere inizio la gara da 240 giri (45+95+100 le stage, 300 le miglia a disposizione) in cui la strategia (10 i treni di gomme da sfruttare) sembra essere l’arma decisiva visto che i sorpassi non paiono essere sulla carta il prodotto della serata.
Alla bandiera verde Hamlin scatta bene e copre subito Larson, Chastain allora ci prova dall’esterno a superare Kyle, tuttavia la #5 riesce a difendersi. La prima vera notizia è che Berry riesce a superare curva2, anche se si toccherà (causa: sovrasterzo) presto leggermente con Wallace e si deve riaccodare alla #23. Bowman, già partito indietro, cede ulteriori posizioni, è 28° e perde la scia del gruppetto in cui ci sono Elliott, SVG (che rischierà grosso con Gibbs) ed Austin Dillon.
L’attacco di Chastain non ha fruttato, anzi Briscoe mezzo giro più tardi lo supera. Ross non ne ha e viene infilato anche da Blaney. Poco più dietro, Bell dall’esterno si difende da Reddick e poi si lancerà superando Byron che lamenta mancanza di grip in accelerazione. Al comando non è partita invece la fuga di Hamlin, anzi viene ripreso e al settimo giro viene aggirato da Larson che passa al comando. Kyle, invece, riuscirà ad allungare in quella che, per ora, sembra la migliore versione della #5 dalla primavera, sfruttando anche il fatto di essere stato uno dei prescelti (con Jones e Keselowski) del test Goodyear qui a giugno. Briscoe prova ad approfittarne di slancio, ma poi si deve accodare alla #11.
La classifica si muove poco nel complesso, poche le rimonte, anzi si guarda più a chi cede come Chastain che perde la posizione anche da Bell. Blaney avanza e riprende Briscoe ma, anche qui, niente sorpasso.
Dopo 25 giri (dunque ai -20 nella prima stage) Larson guida addirittura con 4.7″ su Hamlin, 5.7″ su Briscoe, 6.1″ su Blaney, 8.8″ su Bell, 9.9″ su Chastain, poi Byron, Reddick, Cindric e Z.Smith, primo pilota non playoff e unico in top10; Wallace 12° davanti a Berry e Logano, Elliott 19°, SVG 24°, A.Dillon 27° e Bowman 28°. Al giro successivo la prima caution con Busch (in quel momento 17°) che perde da solo la vettura in curva2, omologa – ahimè – la sua corsa e si appoggia leggermente col muso contro il muro interno. Nessun lucky dog perché un Ware che non stava andando male (in scia a T.Dillon e Stenhouse) era ancora a pieni giri.
Questa caution apre ovviamente il grande libro delle strategie. Il gruppo si spacca, ma la maggioranza va ai box. Proseguono solo Hamlin, Briscoe, Blaney, Bell, Chastain, Cindric, McDowell ed Haley per un totale di otto auto, poi seguono Buescher (due gomme), Z.Smith (idem), Larson (sosta completa), van Gisbergen (due gomme), Byron, Wallace e Logano. Reddick inaugura per oggi la sequenza dei pit stop disastrosi: posteriore sinistra mal fissata, breve percorso e salvataggio nello stallo di Hamlin la cui crew gli fissa lo pneumatico. Per la #45 ovviamente penalità e ripartenza dal fondo, 35° davanti al solo Busch che nel testacoda ha perso il giro.
Si riparte con appena 13 giri da disputare nella seconda stage e Briscoe si accoda subito ad Hamlin partito bene, poi però Chase va subito all’esterno e aggira il compagno di squadra passando al comando. Larson emula la #19 e sulla traiettoria più larga avanza subito con gomme fresche e torna in top5, poi incrocia la traiettoria e infila Bell in curva1, al giro successivo si ripete su Blaney. Prima però che si faccia sotto alle Toyota, arriva una nuova caution.
Se Berry a Darlington era durato mezzo giro, qui invece appena 35, ma non per colpa sua. Non si è 3-wide (lo spotter lo chiama così) tecnicamente lui è nel mezzo, ma non si potrebbe mai aspettare un divebomb di Elliott che, da due lunghezze dietro, arriva lungo in curva1, lo tocca sulla posteriore e spedisce la #21 contro il muro. Stavolta niente danni lievi, niente speranza di almeno raccogliere il giro più veloce perché la anteriore sinistra è distrutta. Per Josh, dunque, un altro ultimo posto e una (quasi) must win a Bristol. Busch torna a pieni giri.
Ci sono poche soste e sono quelle di Gilliland (pit multipli), Haley, Herbst e un Keselowski che (pare) abbia sfiorato il muro. Si riparte per uno sprint di appena quattro giri con Briscoe al comando su Hamlin, Larson, Blaney, Bell, Chastain, Byron, Wallace, Cindric e McDowell, poi van Gisbergen, Buescher, Z.Smith, Logano ed Elliott.
Briscoe parte bene e Larson lo segue, ma non riesce a superare Hamlin al quale rimane affiancato per due giri, almeno uno di troppo per scavalcare anche la #19. Kyle ci prova all’interno all’ultimo giro, le due auto si sfiorano e la #5 deve riaccodarsi.
Briscoe vince dunque la prima stage (e sono 3/3 nei playoff) davanti a Larson, Hamlin, Byron, Blaney, Wallace, Bell, Chastain, Smith ed Elliott che nell’ultimo giro beffa per il punticino niente meno che van Gisbergen (fregato sul traguardo anche da Gibbs); Logano 15°, Cindric 17°, Bowman 18°, Reddick 21°, A.Dillon 26°, Berry già alle interviste.
Al break si completa in sintesi il giro di soste e la coppia Briscoe-Hamlin deve andare ai box con Blaney, Chastain, SVG, Cindric, Bell, McDowell, Stenhouse, Haley e Ware. La nuova classifica vede dunque Larson di nuovo primo su Byron, Wallace, Smith, Elliott, Gibbs, Jones, Buescher, Logano ed Hocevar con Briscoe 25° davanti ad altri sei piloti playoff.
Bandiera verde a 88 giri dalla fine della seconda stage e Larson rimane al comando mentre Wallace aggira un Byron ancora non convincente del tutto. Nel complesso pochi movimenti e qualche rischio come Gibbs che quasi stringe a muro Jones con Reddick che ringrazia e passa entrambi, poi Tyler attaccherà senza successo Elliott. Si passa dunque a guardare chi rimonta con gomme fresche. A farlo sono Briscoe e Bell mentre Hamlin e Blaney sono nel traffico.
E la caution arriva proprio dalle Toyota: in un 3-wide con Bell, Briscoe e Suárez, Chase in curva1 arriva a ruote bloccate, tocca il messicano che finisce a muro ed è costretto al ritiro. Nessun danno, invece, per la #19.
La finestra per andare in fondo alla stage è quasi aperta e così la pit lane si riapre di nuovo al punto che tirano dritto solo Larson, Byron, Elliott, Smith, Reddick, Jones, Hocevar, Allmendinger, Bell e van Gisbergen. Wallace cambia due gomme e precede Logano, Bowman, Hamlin, Cindric e Blaney. Sosta disastrosa per Briscoe che vorrebbe cambiare due gomme, ma i guai alla posteriore destra cambiano i piani e Chase precipita al 31° posto. Problemi di assetto, invece, tengono a lungo A.Dillon ai box e la #3 riparte dall’ultima posizione fra le auto ancora in pista. Doppia sosta anche per Preece, penalità per Gibbs (interferenza).
Bandiera verde ai -75 e per Byron c’è la replica della ripartenza precedente, con la seconda posizione persa dall’attacco all’esterno, stavolta di Elliott. Byron accusa il colpo, finisce in un 3-wide con Bell e Reddick e alla fine le posizioni si ribaltano: la nuova top5 è dunque Larson, Elliott, Reddick, Bell, Byron con Kyle che allunga leggermente. Wallace inizia la rimonta passando Hocevar per il sesto posto seguito poi da Logano ed Hamlin (anch’essi due gomme all’ultima sosta) mentre van Gisbergen perde terreno credendo di avere forato.
La crisi di sottosterzo di Byron prosegue col sorpasso subito da Wallace, ma in suo aiuto arriva una nuova caution ai -65 ed è una bandiera gialla molto particolare: Austin Dillon tampona, ovviamente involontariamente, il fratello Ty che finisce in testacoda e si appoggia al muro mentre lottano per il 32° posto. La #10 perderà qualche giro ai box.
Adesso è certo che si può andare fino in fondo alla stage con il pieno e quindi ai box ci vanno i leader Larson (sosta lenta), Elliott, Bell (due gomme), Reddick (tanica trascinata via ma che si ferma in tempo), Byron ma anche Hocevar, Smith, Jones (doppio pit), Allmendinger, SVG, Haley, Gibbs, Custer, Busch, Ware ed i Dillon.
La classifica aggiornata vede dunque Wallace al comando davanti a Logano, Hamlin, Bowman, Cindric, Blaney, Nemechek, Keselowski, Chastain e Buescher con Briscoe 17°, Bell 18° (due gomme) e via via tutti gli altri piloti playoff.
Bandiera verde ai -58 e Wallace tiene la prima posizione davanti a Logano che approfitta di un piccolo rischio fra Bowman ed Hamlin in curva2; alla fine Alex passa Denny all’interno in curva4. La situazione dura poco perché un paio di giri più tardi, sempre dall’interno, Hamlin torna al terzo posto e Bowman viene avvicinato da Blaney. Mentre Larson paga qualcosa, si scatena Bell che, malgrado solo due gomme fresche, entra in un amen in top10. Si perdono anche Elliott e Byron che sono affiancati e poco si curano di Preece al loro esterno che viene stretto contro il muro.
In progressione Wallace allunga, poco ma lo fa e allora le inquadrature sono tutte per la #20 (superati Keselowski e Cindric) ma soprattutto per la lectio magistralis di Joey Logano nel suo campo più forte: la difesa. Hamlin è più veloce, forse non tantissimo, ma in ogni caso la #22 tenendo la sua traiettoria più esterna mantiene l’inerzia che impedisce alla #11 ogni attacco concreto per i successivi 40 giri.
La classifica si stabilizza e la gara si tranquillizza, l’unico a muoversi è Bell che con i sorpassi su Chastain e Nemechek è sesto, poi approfitta del cedimento di Bowman, prima scavalcato anche da Blaney, per entrare in top5. Larson, invece, ci mette più tempo, ma si avvicina pure lui. La rimonta della #20 si arena però, con il plafonamento delle gomme, proprio sulla coppia Logano-Hamlin. Quando Larson riesce pure lui a superare Bowman, il suo ritardo dalla vetta è di 7″ e di 3.5″ dal trio davanti.
Il primo che riesce veramente ad attaccare ai -25 è Bell che prova ad affiancarsi ad Hamlin in curva 1-2 e poi ci riprova alla piega successiva, ma riesce a passare solo perché Denny finisce loose nella turbolenza della #22. Ma Christopher, pure lui, non riesce a superare Joey. E nemmeno i doppiaggi contribuiscono a influenzare questa situazione in cui l’unico cambiamento è che Hamlin si stacca e viene ripreso dalla coppia Blaney-Larson.
Ai -10 Wallace perde qualcosa ed ha 2.4″ su Logano, 2.7″ su Bell, 4.0″ su Hamlin, 5.0″ su Blaney e Larson, 8.6″ su Bowman, 9.6″ su un ottimo Nemechek, 10.3″ e Chastain e 10.6″ su Cindric con Byron 13° (sottosterzo) davanti a Reddick, Elliott e Briscoe ma dietro a Keselowski e Buescher.
Poi però arriva una caution. E che caution: Larson ci prova su Blaney proprio ai -10 all’interno di curva1, tuttavia scivola leggermente ed i due viaggiano appaiati, si toccano leggermente fianco contro fianco, poi Kyle si riaccoda, si rilancia e due giri più tardi tenta di nuovo l’attacco… e finisce lungo travolgendo Blaney che va in testacoda. Ryan ovviamente via radio è furioso per la tamponata subita, ma per sua fortuna non ha subito danni. Ware è il lucky dog.
Manca pochissimo a fine stage e la chance per ribaltare ancora strategicamente la corsa c’è: vanno ai box tutti tranne Keselowski e, soprattutto, Austin Dillon che dal 27° posto si trova in prima fila. Dal box esce davanti Wallace, poi Logano, Hamlin, Bell, Larson, Chastain, Nemechek e Cindric. Altra sosta disastrosa per Bowman che paga i guai alla posteriore sinistra e precipita al 28° posto. Ty Dillon si prende la wave around, poi il lucky dog di lì a pochi minuti e quindi non ci sono più doppiati.
Si va ad uno sprint di un solo giro in cui Brad ci prova, ma scivola largo e la #23 non ha problemi ad infilarsi. Wallace vince con merito la seconda stage davanti a Keselowski, Logano, Larson, Bell, A.Dillon (cinque punti d’oro vista la situazione precedente), Hamlin, Elliott, Nemechek e Chastain; a seguire Cindric, Buescher, Reddick, Byron, Gibbs, Smith, Blaney, van Gisbergen, Briscoe e Busch, Bowman 24°.
Al break c’è qualche sosta (oltre ovviamente a Keselowski e Dillon anche Briscoe che può azzardare qualcosa vista la vittoria di Darlington, Bowman, Gilliland, Haley e McDowell), poi si riparte dunque con una classifica quasi invariata a 93 giri dalla fine e ancora – almeno – una sosta da effettuare.
Wallace scatta molto bene mentre Logano viene aggirato da Larson, Hamlin imita la #5 e rimane così davanti a Bell che fatica a tenersi dietro Nemechek. Tuttavia arriva subito un’altra caution: verso curva3 si è staccato dalle reti un brake marker che è dunque caduto sull’asfalto. Mancano 90 giri dalla fine e si è più di qualche giro fuori dalla finestra dell’ultimo pieno, tuttavia più di qualcuno (Haley, Gilliland, Keselowski, soprattutto Bowman, Ware, Preece, T.Dillon ed Allmendinger) tentano fin da subito la sorte facendo un rabbocco fino all’orlo.
Si riparte ai -85 con Wallace primo su Larson, Logano, Hamlin, Bell, Nemechek, Cindric, Elliott, Byron e Chastain. Cautions breed cautions: Wallace si pianta alla bandiera verde con il cambio che si blocca momentaneamente ed è un piccolo miracolo che non si inneschi un big one. Logano passa, Hamlin cerca di aggirare la #22 che maliziosamente si allarga quel tanto che basta per rimanere davanti. Per quanto? Mezzo backstretch, infatti Hamlin incrocia la traiettoria e passa all’interno di curva3 proprio prima della bandiera gialla per il testacoda di van Gisbergen in curva4, sì nel mezzo fra Herbst e Reddick, ma comunque senza contatti e con ampia distanza fra le vetture. SVG torna ai box con quasi zero danni.
La caution agevola la “strategia Bowman”, infatti ora c’è una grossa chance per andare ai box per l’ultima sosta, però così si finisce dietro alla #48 ma non solo. Il gruppo si spacca a metà: ai box ci vanno Wallace (solo rabbocco), Larson (doppia sosta perché deve sistemare il flap del diffusore abbassatosi nel quasi tamponamento a catena), Cindric, Reddick, Jones, Hocevar, il citato SVG, Byron (che aveva rischiato grosso pure lui in curva4 davanti alla #88, azzardo delle due gomme), Stenhouse, A.Dillon, Custer e Ware.
La nuova classifica vede dunque Hamlin al comando davanti a Logano, Nemechek, Elliott, Buescher, Gibbs, Bell, Smith, Blaney e Busch (in top10 dopo il testacoda), Chastain 13°, Briscoe 15°, Bowman 18°, Wallace e gli altri dal 26° posto in giù.
Nuova green ai -79 e Denny scatta bene, Nemechek prova addirittura a seguirlo passando Logano, ma si deve riaccodare e poi difendersi da Elliott. Chase va all’esterno, tuttavia apre la porta a Buescher. Chris non passa e si innesca così un 3-wide fra Gibbs, Bell e Buescher; Christopher deve alzare il piede e questo un po’ segna la “fine” della sua corsa in cui dopo la bandiera a scacchi si sfogherà via radio contro il suo crew chief. Briscoe si rilancia ed entra in top10.
Ovviamente Nemechek non ne ha contro i primi e viene passato da Elliott e Nemechek, tuttavia difende con molto merito la top5 da Bell e Blaney mentre Buescher è scivolato alla fine più indietro. Wallace è rientrato in top20 portandosi dietro Byron mentre Reddick precipita a sorpresa in coda con problemi ai freni che lo portano a bloccare la anteriore destra. Ai -70 Bell supera pure lui JHN, poi supera anche Gibbs, ma sul più bello si spegne.
Intanto si cercano di capire le strategie: a Bowman dicono che avrebbero bisogno di un paio di giri di caution, nulla che non si può salvare con del fuel saving, a Larson riferiscono che si andrà dritti fino al traguardo mentre sui leader incombe la spada di Damocle un ultimo pit da effettuare, sperano loro, non sotto green.
La situazione si calma dopo la ripartenza e da notare c’è solo l’attacco mancato di Byron su Wallace, il sorpasso di Briscoe su Buescher per l’ottavo posto. Si va così fino ai -50 quando Hamlin (loose) ha 0.2″ su Logano, 1.0″ su Elliott, 1.3″ su Bell, 2.9″ su Gibbs, 3.6″ su JHN, 4.1″ su Blaney, 4.8″ su Briscoe, 5.6″ su Buescher e 7.5″ su Busch con Bowman 11°, Chastain 14°, Wallace 17° su Byron e Larson, Cindric 21°, Dillon 28°, SVG 29° e Reddick 31°.
Poi, inevitabilmente, inizia il giro di soste finale: Buescher pitta ai -47, Briscoe ai -46 (sole due gomme per non rischiare altri guai con la posteriore sinistra) quando Byron passa Wallace di forza in curva3-4, con Bubba poi aggirato anche da Larson, ai -44 è la volta subito del leader Hamlin, al giro successivo di Logano con Nemechek. Elliott e Bell tirano diritto e sono davanti a Briscoe che ha saltato la coppia Hamlin-Logano con la sosta più veloce e le cinque auto sono una dietro all’altra.
Mentre Chastain va ai box ai -40 con Herbst, Briscoe preme subito per sdoppiarsi e va all’esterno in curva2, ma a togliere le castagne dal fuoco ci pensano gli stessi Elliott e Bell che pittano in tandem ai -39 salvando Hamlin e Logano. Ai -38 ultima sosta per Gibbs mentre Blaney prosegue a differenza di Zane Smith (-36).
Hamlin intanto sta iniziando ad attaccare il compagno di squadra Briscoe, prima interno in curva1, poi curva3 dopo la quale sono per un attimo affiancati. Mentre Keselowski supera, a parità di strategia, Bowman, arrivano le soste di Gilliland (-35), Gragson (-34), del leader Blaney e completamente a sorpresa pure Bowman ai -33. Hamlin sta lanciando un nuovo attacco a Briscoe ed in curva1 ha il muso davanti quando il freno anteriore destro di Ty Dillon cede e la #10 finisce a muro per la caution che blocca il giro di soste.
Al momento della bandiera gialla al comando c’era Keselowski su McDowell, Byron, Larson, Wallace, Cindric, Allmendinger, Hocevar, Preece e Custer con Hamlin 17° davanti a Briscoe, Logano, Elliott e Bell. Il lucky dog va all’unico pilota playoff “fregato”, ovvero Chastain. Adesso la palla passa a chi poteva tirare dritto e si è visto annullare il vantaggio: che fare, proseguire con gomme usurate o montare pneumatici freschi? L’unico a osare è Keselowski, gli altri si fermano tutti ai box, incluso un SVG che tenta le due carte ma brucia tutto con uno speeding seguendo la sorte di Bowman.
La nuova classifica vede Keselowski al comando su Hamlin, Briscoe, Logano, Elliott, Bell, Buescher, Gibbs, Nemechek, Busch, Blaney, A.Dillon, Wallace, Larson, McDowell, Byron, Cindric, Reddick 24°, Bowman 26°, Chastain 28°, SVG 29°.
Bandiera verde ai -25, Keselowski, come in precedenza, scivola in curva1-2 quel tanto che basta ad aprire la porta ad Hamlin che passa e ringrazia. Brad si spegne all’improvviso e viene infilato in sequenza da Briscoe, Elliott, un Blaney scatenato e Logano mentre Bell è rimbalzato ed è uscito dalla top10. Con gomme fresche Wallace è salito al nono posto e rappresenta il pericolo principale per i leader.
Ma il finale sarà decisamente tranquillo, Denny ne ha quel tanto di più che serve per allungare, Wallace paga nel traffico, Bell rimonta troppo tardi, Logano si stacca, Blaney non riesce a passare Elliott, gli altri non recuperano. E allora si può andare dritti al quinto successo stagionale di Hamlin che vale sì il Round of 12, ma a livello di storia è anche la 200esima vittoria della Toyota in NASCAR Cup Series.
Hamlin sul traguardo (prima di un burnout infinito) precede Briscoe (+1.6″), Elliott (+2.2″), Blaney (+2.7″), Logano (+5.5″), Nemechek (+5.9″), Bell (+6.4″), Wallace (+8.4″), Buescher (+9.0″) e Gibbs (+10.4″); Byron 11°, Larson 12°, Reddick 16°, Dillon 18°, Cindric 19°, Chastain 24°, van Gisbergen 25°, Bowman 26°. Ed ora Bristol con tutto ancora aperto, ma un gruppo allungato in classifica generale. Serviranno prestazioni clamorose per ribaltare uno status quo che si è creato.
I risultati odierni
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La classifica generale
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Immagine: Media NASCAR
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