NASCAR | Cup Series: gara folle, Bell rimonta e trionfa a Homestead!

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Tempo di lettura: 24 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
24 Ottobre 2023 - 11:00
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Larson controlla la prima fase, poi nei doppiaggi si perde e Blaney lo passa. L’inseguimento finisce male e apre un’altra gara, conquistata da un Bell in crisi a lungo. Ko pesanti per Hamlin e Truex


La gara di Miami-Homestead si può dividere in tre fasi, una prima dominata dal favorito Kyle Larson, già qualificato per Phoenix dopo la vittoria nello scorso weekend, una seconda in cui il campione 2021 è impazzito con i doppiaggi ed ha visto prima l’avvicinamento e poi il sorpasso di Blaney. Il recupero di Kyle su Ryan si è concluso con tragicomico incidente contro il muretto della pit lane al giro 213. Da lì in poi gli ultimi 50 giri sono stati folli, con il ko in contemporanea di Hamlin e Truex e la lotta finale fra Blaney, Byron ed un Bell che nella prima parte di corsa era quasi stato doppiato. E invece ha reagito ed ora Christopher sarà un cliente scomodo al gran finale.

La gara

Il weekend di Miami arriva al termine di una settimana tranquilla in seguito alla squalifica e conseguente annullamento della stessa per Blaney che non sfocia in polemiche. Si arriva dunque a Homestead con Larson unico qualificato per Phoenix ma anche grande favorito per questa corsa.

Kyle, tuttavia, fra libere (in cui l’unico evento da notare è Logano che nei minuti finali finisce a muro in curva2 per evitare le turbolenze di Reddick e partirà dal fondo col muletto) e qualifiche non dimostra velocità sullo short run e quindi la pole gli sfugge.

La partenza al palo va per la settima volta in otto gare in questi playoff (unica eccezione Almirola a Talladega) ad una Toyota e a prenderla in questo caso, a sorpresa anche del diretto interessato, è Martin Truex Jr. che cerca di sfruttare l’inerzia positiva di Las Vegas per guadagnare punti preziosi. Per la cronaca questa è anche la 500esima pole Toyota in NASCAR. Dietro alla #19 si piazzano Wallace, Reddick, Keselowski, Larson, Austin Dillon, Byron, Chastain, Gibbs e Blaney; Hamlin è 11°, Bell 13° e Buescher 17°.

Dopo aver mandato in fondo il solo Logano che comunque era già ultimo, può partire una gara dall’altissimo degrado delle gomme e in cui viaggiare ad un millimetro dal muro senza toccarlo sarà fondamentale. In sintesi Homestead è diventata una nuova Darlington.

I primi due giri vedono Truex e Wallace affiancati, poi dopo anche un incrocio e scambio di corsie è proprio Bubba a passare al comando, anche se la sua (ma anche per Reddick) come a Las Vegas sarà una gara un po’ deludente per il 23XI Racing che fino ad un mese fa aveva sempre fatto bene sugli ovali da 1.5 miglia.

Dietro a loro due ci sono Keselowski, Reddick e Blaney, sesto già Byron che in curva1 era andato subito 3-wide ai danni di Larson e Austin Dillon che rimbalza indietro. Male fin dal principio Buescher che precipita fuori dalla top20 e per lui non ci sarà nemmeno un momento in cui sarà in grado di risalire fuori dal baratro. Chiuderà 21° in una giornata no.

Fuori dalla top10 ci sono le due Toyota di Hamlin e Bell, ma provano ad avanzare e mentre Denny supera McDowell passando proprio al decimo posto, Christopher fa lo stesso con Bowman per il dodicesimo. Entrambi vivranno gare particolari.

La gara è viva nelle prime posizioni, anche se a fare un po’ di differenza sono gli attacchi mancati: Truex ci prova su Wallace ma non va, allora ci prova Keselowski su Truex ma non va, allora ci prova Reddick su Keselowski ma non va, allora ci prova Byron (lui sì che aveva superato Blaney) su Reddick ma non va. Chiedo scusa per la ripetizione, ma la sequenza è proprio questa e rende l’idea di quello che succede in pista.

L’unico che sembra avanzare nelle prime fasi è Hamlin che scavalca anche un buon Austin Dillon (lo sarà per tutta la corsa), ma dopo 10 giri si accende la coppia Hendrick formata da Byron e Larson. William supera Reddick mentre Larson lo imita su Blaney.

Davanti il buon momento di Bubba dura fino al giro 12, poi Truex lo contrattacca e Martin torna al comando. La #19 è come se aprisse una porta perché nel giro di poche tornate Wallace scivola dietro ai principali avversari. Al giro 15 Bubba è già quinto seguendo Keselowski, Byron e Larson. Bell intanto è entrato pure lui in top10 e dunque sette degli otto qualificati ai playoff sono fra i primi 10. Verso il fondo, invece, un Nemechek che si sta acclimatando sulla #42 che sarà sua nel 2024, ma che non sta benissimo fisicamente, tocca il muro ed inizia così una giornata non ideale.

È in questo momento che la traiettoria a sfiorare il muro diventa progressivamente più veloce e un maestro come Reddick lo capisce subito, passando il compagno di squadra – e di livrea particolare McDonald’s – Wallace che poco dopo perde la posizione anche da Blaney.

Byron è deciso nella sua rimonta, in pochi giri passa anche Keselowski (completando però la manovra a fatica) e riprende il leader Truex che cede fra il giro 20 e il 21. Larson fatica invece a completare gli ultimi passi e vede la #24 allungare. Intanto Wallace perde un’altra posizione ed ora è settimo dietro pure ad Hamlin. Buescher invece disperso, ormai fuori dalla top25, passato da Logano che sta facendo un recupero prudente, e incapace di schiodarsi dalla linea bianca interna.

Byron ha aperto la porta su Truex e al giro 25 Martin è già quarto dietro anche a Keselowski e Larson. La situazione nelle prime posizioni sembra essersi calmata, il degrado delle gomme c’è, ma non è così drammatico come il giorno precedente in Xfinity Series (siamo “solo” ad 1.5″ persi dal giro iniziale rispetto ai 3″ della categoria cadetta), eppure la situazione per qualcuno è già difficile se non problematica.

Cosa lo dimostra? Il fatto che in una stage da 80 giri Kyle Busch, in quel momento 13° dietro a Chastain e LaJoie, al giro 30 si presenti già in pit lane seguito poco più tardi da Preece. E, come potete capire, una divisione 30+50 su una pista mangia gomme come questa non è l’ideale per il finale di stage.

Rowdy ha aperto le porte ed in poco tutti vanno ai box (unica penalità lo speeding di Nemechek), inclusi Keselowski, Larson, Truex e Blaney al giro 32, Byron e Bell al 33°, Reddick al 34°. L’unico, insieme a Logano, Jones (per poco) e Ty Dillon, a tirare dritto è invece Hamlin. Denny ovviamente perde tanto in questa fase, ma la sua strategia è metodica.

Intanto è già successo qualcosa, infatti l’unico giro di overcut è costato a Byron la posizione da Keselowski e Larson, lo stesso per Blaney con Truex. Quanto è metodico Hamlin? Pitta al giro 40, esattamente metà stage, insieme a Logano e Ty Dillon; la loro gestione delle gomme è stata perfetta. La classifica assestata vede quindi Keselowski al comando con 0.9″ su Larson, 1.6″ su Byron, 4.6″ su Blaney, 7.1″ su Truex e Reddick; Hamlin è 14° a 19″.

Sullo short run Byron sembra potersi avvicinare al compagno di squadra, poi però Larson inizia a macinare ritmo, millimetri di distanza dal muro e allunga. Ai -30 Hamlin è tornato già in nona posizione a 15.7″ dalla vetta e gli unici “intrusi” davanti sono Keselowski al comando ed un Austin Dillon al settimo posto dopo aver sorpassato un Bell che inizia ora ad avvertire i primi scricchiolii. Buescher è disperso al 26° posto.

È in questo momento che Brad inizia la fase dei doppiaggi più intensa (Gilliland, un Bowman arrivato lunghissimo nello stallo e un Haley senza downforce) e Larson gli si fa sotto. L’attacco è buono alla prima occasione e Kyle passa al comando al giro 54. Da notare come Byron non sia con lui pur avendo pittato insieme, quindi le gerarchie in casa Hendrick si sono ribaltate rispetto al primo stint.

Larson è entrato nel suo mindset di Homestead ed il segnale che stia viaggiando molto veloce lo dimostra il fatto che in certe fasi giri sugli stessi tempi di Hamlin che ha gomme di ben otto giri più fresche. Byron, invece, è andato in difficoltà e il sorpasso subito da Blaney lo dimostra; la resistenza dei giri seguenti è vana.

Kyle, dopo aver staccato Keselowski di 2″, prosegue nei doppiaggi e ai -15 a cadere è proprio Buescher che non recupererà il giro fino alla stage finale. Più dietro invece Hamlin ha ripreso e passato Bell che non convince e il motivo è uno: sottosterzo terribile.

Ultimi giri della stage, i più critici per chi ha pittato presto. I tempi di Busch si alzano sopra il 36″, anche Dillon cade di fronte ad Hamlin, ma la sorpresa è che Larson perde qualcosa nel gruppone da passare e Keselowski sembra averne malgrado una vibrazione che però non addebita ad una gomma mal fissata ma ai marbles e nemmeno Blaney è distante.

Hamlin intanto sta volando, ai -5 ha passato anche Reddick ed è sesto a 11.1″ dalla vetta con Truex nel mirino, quando arriva una caution ai -3 a tarpargli le ali: uno Stenhouse che era andato bene nelle libere perde il controllo in curva2 quando è 18° e si appoggia al muro finendo in testacoda. Dopo le riparazioni chiuderà 27° a quattro giri.

Larson vince dunque la prima stage sotto caution davanti a Keselowski, Blaney, Byron, Truex, Hamlin ottimo con la strategia, Reddick, Dillon, Bell e Gibbs; a seguire Allmendinger, Chastain, LaJoie, Harvick, Logano (buon recupero anche per lui), Cindric, Wallace (crollato), Busch, Jones e Preece, Elliott mai inquadrato e 24° e ultimo a pieni giri davanti al lucky dog McDowell con Buescher 27° dunque intrappolato fra i doppiati.

Si riapre la pit lane e ovviamente tutti vanno ai box. Larson rimane al comando, Truex torna davanti a Blaney, Bell scende al 12° posto mentre Hamlin precipita al 14° perché il bullone della ruota posteriore sinistra cade dalla pistola.

Si riparte con 80 giri netti da disputare nella seconda stage e quindi sulla carta le strategie ed i problemi sembrano essere gli stessi di prima. Larson dopo un giro di lotta con Keselowski rimane al comando, tuttavia Brad deve cedere alla corsia esterna e così a seguire Kyle ci pensa Byron. Truex e Gibbs completano la top5 con Blaney, Reddick ed Hamlin nelle posizioni pari a seguire. Bell è 14° e inizia qui la vera crisi dato che ai box il problema sottosterzo non è stato risolto, anzi.

Mentre Gibbs torna più indietro dopo i sorpassi subiti da Blaney e Chastain (e poi anche Reddick), la sorpresa iniziale è che Byron stavolta rimane vicino a Larson, ma in fondo era successo anche negli short run precedenti. Keselowski invece ha sofferto, però la difesa vincente su Truex gli vale il riaggancio sulla coppia Hendrick.

Byron dopo una decina di giri non convince più e così l’attacco provato da Brad nei suoi confronti vale il primo allungo di Larson. Rimonta anche Blaney che supera Truex e si porta al quarto posto. Dopo un paio di giri di lotta (la #24 resiste all’esterno lungo il muro, la #6 passa quasi di side draft) Keselowski completa la manovra e così si forma di nuovo il trio di fine prima stage nelle posizioni giuste.

15 giri si fanno sentire già sulle gomme e i sorpassi seguenti lo dimostrano: mentre Blaney riprende Byron, Dillon e Gibbs passano Reddick che non convince nemmeno ora e Logano prosegue nel recupero mettendosi dietro Bell per la 14esima posizione, ma per la #20 non è finita qua dato che arrivano pure Almirola e Jones a mettere le ruote davanti alle sue.

La situazione si tranquillizza e forse lo fa anche Reddick che si risveglia, ripassa prima Gibbs e poi resiste ad un Chastain arrembante. 80 giri di green, dunque dopo i primi cinque sotto caution ci starebbe un 40+40. Tutt’altro: Gibbs apre il giro di soste ai -47, ma la sorpresa più grande è che il trio di testa composto da Larson, Byron e Blaney pitta ai -45; con loro anche Logano mentre un Wallace con la posteriore destra ormai consumata tira clamorosamente dritto.

Il resto dei leader segue un giro più tardi in pit lane. Chi prosegue invece? Ovviamente Hamlin, stavolta con Wallace, Harvick, Elliott e pochi altri. Dietro di loro Larson ha fatto un’ottima sosta ed ha più che raddoppiato il vantaggio su Keselowski portandolo a ben 4.9″ che nei giri seguenti passeranno i 5″; a seguire Blaney, Byron, Truex, Gibbs e Reddick.

Passano i -40 e ci si aspetta la #11 ai box, invece Denny prosegue rimanendo fuori con altri cinque audaci: Elliott, Harvick, Cindric, Busch (che capovolge la strategia rispetto a prima) e McDowell. Kevin, a cui è dedicata la corsa nella stagione di addio e corre con la stessa livrea del titolo 2014, va ai box ai -37 con Rowdy, Elliott lo fa ai -36, Hamlin (uscirà dai box 17° a 23.9″, appena 1.4″ dietro a Bell), Cindric e McDowell ai -35 e così Larson torna al comando.

Tutto tranquillo per Larson? Decisamente no, tuttavia non lo si capisce ancora. Kyle infatti è uscito dai box iniziando subito una nuova fase di doppiaggi, ma le vetture da passare sono sempre più veloci e non ci tengono per nulla al mondo a cedere al leader la traiettoria più veloce lungo il muro. La #5 così deve schiodarsi dall’esterno e attaccare all’interno, ma l’efficacia non è pari a quella precedente. E così in pochi giri Keselowski scende già a 3″ di distacco.

A questi problemi per Larson si unisce il fatto che dietro di lui ci siano Elliott e Busch che con gomme fresche provano a sdoppiarsi, ma Larson gestisce in parte questa fase e ai -30 ha di nuovo 4.2″ su Keselowski e 5.0″ su Blaney (che ha un pochino di sottosterzo), seguono Byron a 6.4″, Truex a 7.5″ e Reddick a 10.1″, Hamlin è 15° dopo aver passato Bell, Buescher ha sì guadagnato, ma solo tecnicamente dato che è 26°.

Ryan è quello che riesce a gestire al meglio tutto in questa fase, infatti va a riprendere Keselowski ed ai -31 gli è già davanti; Larson ne approfitta e tocca qui il vantaggio maggiore: 5.6″ ai -30 sulla #12 con la #6 che deve guardarsi dalla #24 in questa sfida sulla tabellina del sei.

Chi guarda la pista è probabilmente strabico, perché sì si guarda al gruppo di testa in cui Keselowski cede la posizione anche a Byron, ma pure ad Hamlin che sta rimontando come una furia anche meglio della prima stage dato che ai -25 è già in top10 a 17.6″ dalla vetta.

Questo momento è anche quello critico per Larson che ha ancora 5.0″ su Blaney. Infatti, dopo essersi tenuto dietro Busch e doppiato Cindric, trova sulla sua strada Suárez che è 22° (dopo un buon primo stint è precipitato) dietro ad Elliott. E la sintesi degli ultimi 25 giri è che Daniel fa impazzire letteralmente Larson, al punto che fra i due ci saranno anche un paio di scaramucce di cui a fine stage Kyle si lamenterà via radio prima che il suo crew chief lo calmi ridimensionando tutto quanto successo da un punto di vista esterno.

Indipendente da questo fatto c’è anche un altro dettaglio: per la prima volta in 140 giri Larson si è appoggiato al muro e da qui in poi Kyle sarà stranamente prudente quando potrà stare esterno e non lungo la linea bianca a completare i doppiaggi. Cindric ne approfitta per sdoppiarsi, Suárez non riesce a scollarsi la #5 e così ai -20 Blaney è a 3.5″.

Ryan però continua a guadagnare, ai -15 è a 2.6″ dopo le scaramucce di Larson con Suárez e lo sdoppiaggio di Busch. Ma da notare c’è anche il crollo di Bell, ora 19° a 30″ dalla vetta e con una posteriore destra che lo fa sudare freddo oltre al sottosterzo, al punto che dal muretto lo invitano a non mollare e tenere duro per evitare il doppiaggio. Questo team radio è la sveglia per Christopher.

Ai -10 Blaney ha rosicchiato ancora qualcosa ed è a 2.0″, ma Byron è ancora più veloce ed è a 2.9″, Keselowski è staccato e deve guardarsi da Truex. Larson nel finale crolla del tutto, più mentalmente che di assetto, infatti solo il suo strafare lo ha portato a sballare il consumo delle gomme.

Blaney raggiunge Larson ai -5 e lo passa ai -3 dopo un’esitazione di Kyle in curva3-4, al punto che all’ultimo giro ne approfitta anche Byron. Per fortuna di tutti i giri stanno finendo, perché si sentono le folate del vento che porta il nome di Hamlin.

Blaney vince dunque a sorpresa la seconda stage precedendo Byron (+1.1″), Larson (+2.9″), un clamoroso Hamlin arrivato a soli 4.2″, Keselowski (+6.6″), Truex (+7.0″), Reddick (+7.3″), Gibbs (+7.9″), Austin Dillon (+10.6″) ed un buon Logano (+15.4″); a seguire Chastain, Briscoe, Allmendinger, Jones, LaJoie, Almirola, Harvick, Elliott, Wallace, Cindric, Busch e Bell che è 22° a 35.5″ dopo un ultimo giro al rallentatore. Suárez 24° alla fine ha ragione delle sue resistenze a Larson ed è il lucky dog mentre Buescher è 26°.

La gara si è clamorosamente riaperta così come il pronostico, ma nessuno si immagina cosa accadrà nella stage finale. Il giro di soste lascia Blaney in testa davanti a Byron, Keselowski, Hamlin, Larson (sosta non perfetta), Logano, Dillon, Reddick, Chastain e Gibbs, Truex scivola all’11° posto per un rallentamento alla posteriore sinistra che ovviamente fa arrabbiare Martin non poco, Bell è 20°, penalità per Briscoe (peccato per la ruota fuori controllo) ed Almirola (speeding) mentre Burton si ritira all’improvviso per surriscaldamento. La giornata no di Nemechek prosegue poco dopo un una penalità per essere passato “sopra” il choose cone.

Ripartenza con 95 giri alla fine e Byron dall’interno riesce in curva3 a sorpassare Blaney, tuttavia Ryan al giro successivo rimane lì e torna al comando; Hamlin sale al terzo posto su Keselowski mentre Larson non guadagna e resta quinto. Chastain, Dillon, un Truex in rimonta, Reddick e Logano chiudono la top10, tuttavia da notare ci sono i primi cinque giri incredibili di Bell che risale al 13° posto e non è un fuoco di paglia, evidentemente la cura al sottosterzo è stata trovata.

Con una situazione del genere il pronostico vira decisamente verso la #11: con una stage ancora più lunga delle prime due ed un Denny fin da ora più in alto, un Hamlin in grado di replicare quanto fatto nella gestione delle gomme nelle stage precedenti, in assenza di imprevisti, avrebbe vita facile verso la vittoria. E la situazione, per gli altri, peggiora ulteriormente quando poco più tardi Hamlin approfitta del duello davanti a lui per passare Byron di slancio e portarsi al secondo posto; dietro di loro Larson supera Keselowski.

Mentre i primi cinque sono separati l’un l’altro da mezzo secondo, fa sensazione ancora la rimonta di Bell che con il sorpasso su Harvick e Gibbs è 11°.

Poi però il gruppo di testa si spacca: Byron si stacca, Keselowski tocca il muro dopo esserci stato stretto da un attacco di Truex e scivola anche dietro a Chastain e Dillon. Ai -85, dunque al giro 182, Bell entra per la prima volta in top10 da inizio gara e non è finita qui.

Byron continua nella sua corsa da “bene ma non benissimo” cedendo alla lunga e venendo passato da Larson ai -82. Kyle non si ferma qui e in un amen torna sotto ad Hamlin. Logano invece perde quanto guadagnato e scivola dietro a Gibbs ed Allmendinger. Keselowski invece non sembra aver riportato danni e si stabilizza all’ottavo posto seppur staccato da Truex; Reddick è poco più dietro, vittima anch’egli del sottosterzo.

Dopo due giri di attacchi all’interno fra -75 e -73 Larson riesce a tornare al secondo posto davanti ad Hamlin e a meno di 1″ da Blaney. Ci si aspetterebbe un recupero della #5, invece la #12 reagisce e allunga sul diretto rivale. Paga invece un po’ di più del previsto Hamlin, anche per colpa di una piccola toccatina al muro.

Chi invece lo tocca più pesantemente per una foratura è Bilicki che va contro le barriere in curva3, rompe la sospensione, entra come può ai box e finisce in testacoda, ma la caution non arriva perché dopo la retro e un paio di manovre riesce a pittare e poi ritirarsi.

Ai -60 Blaney ha 0.7″ su Larson, 4.4″ su Hamlin, Byron è a 5.4″, Chastain già distante a 10.6″, Truex a 11.2″ dopo il sorpasso su Dillon (+12.4″), Keselowski a 13.2″, Reddick a 14.0″ e Gibbs a 18.8″ dopo il controsorpasso su Bell (19.2″).

Nel frattempo ai box sono appena andati Briscoe ed Elliott e il timing per loro sembra essere quello delle due soste nella stage finale, un tentativo per ribaltare una gara storta che ci può stare.

Bastano pochi giri invece per cambiare lo scenario, infatti i big probabilmente si lasciano trascinare e vanno in pit lane. Keselowski pitta ai -57, Truex e Gibbs ai -56, Chastain ai -55, ma questa minima differenza fa sballare i conti. Infatti i 95 giri netti della stage finale sulla carta si possono dividere o in tre stint da 31-32 giri oppure un due da 47-48. Dunque fermarsi ai box fra -55 e -60 vuol dire mettersi in un limbo che può tramutarsi in guai seri.

Ed i guai puntualmente arrivano, nel modo più imprevedibile dei tutti: ai -54 Blaney decide di andare ai box pure lui, Larson ha l’istruzione di seguire Ryan in caso di sosta e Kyle esegue. Sbagliando tutto.

Blaney probabilmente è molto prudente in ingresso di pit lane, comprensibilmente, per evitare un improvvido speeding (l’anno scorso perse tutto all’altro capo della corsia box finendo in testacoda in accelerazione), Larson cerca invece di guadagnare ogni metro prezioso, tuttavia canna totalmente la traiettoria e i tempi di frenata al punto che prima tocca leggermente il retrotreno della #12, poi sbatte contro i barili pieni di sabbia che coprono la testa del muretto dei box. Arriva la caution nel bel mezzo del giro di soste, ma anche una bandiera rossa per pulire la pista.

Larson è costretto al ritiro, salvo ovviamente grazie alla vittoria di Las Vegas, ma anche visibilmente scosso (e non più lucidissimo dai giri finali della seconda stage) perché sul momento cerca di dare la colpa al rallentamento eccessivo di Blaney, poi al replay ammetterà le sue colpe.

La classifica ovviamente è stravolta: Blaney è entrato ai box prima della bandiera gialla e può effettuare la sosta e quindi è leader virtuale. Alla moviola poi viene dato il lucky dog a Keselowski costringendo Chastain, Truex (e l’umore non migliora dato che con una sosta da 14.79″ ha perso posizioni preziose) e tutti gli altri che avevano già pittato alla wave around.

Dopo 12′ di interruzione si può ripartire e, mentre Blaney torna al comando, si completa il giro di soste con Hamlin (un altro sulla carta non felice della caution perché così il suo long run viene azzoppato) che precede Byron, Harvick, Allmendinger, Bell, Dillon, Busch, Logano e Reddick; Truex è 18°, Buescher ancora 26° a un giro.

Bandiera verde ai -46 ed Hamlin dall’interno approfitta dell’unico punto debole di Blaney: il sottosterzo della #12 sullo short run, al punto che Ryan dice che gli è sembrato di tirare dritto in curva1. Dopo mezzo giro però arriva un’altra caution: se il 4-wide fra Allmendinger, Harvick, Byron e Bell è andato bene, quello con Keselowski, Chastain (in coda per la wave around), Nemechek e Yeley non tanto, Brad viene stretto nel panino e JJ dopo il flipper parte verso il muro interno dove la botta è violenta ma senza danni fisici. Per tre piloti gara finita mentre Brad riparte staccato e ammaccato. Bowman è il lucky dog beffando Suárez.

La nuova classifica vede Hamlin davanti a Blaney, un Bell completamente rinato, Byron, Harvick, Allmendinger, Dillon, Busch, Logano e Reddick; le wave around pittano per gomme fresche e Truex deve scalare la classifica dal 17° posto.

Il pronostico è completamente aperto alla green dei -38 (ripartenza waved off di un giro perché la NBC sta mostrando il video della lettera del passaggio di consegne di Harvick a Berry) dato che Hamlin avrà ancora meno giri a disposizione, addirittura meno della soglia dei 40 giri delle stage precedenti.

Ad Hamlin viene consigliato l’interno per la ripartenza e Denny sceglie questa corsia. Tutto tranquillo come prima per la #11? Decisamente no, perché arriva il primo momento della tradizionale implosione mentale di Hamlin nei playoff. Blaney dall’esterno scatta ovviamente bene ed i due sono affiancati per mezzo giro, poi in curva3 Denny si tiene ben largo costringendo quasi al muro Ryan.

La follia poco lucida di Denny è doppia perché, oltre ad una mossa inutile su Ryan, apre un portone a doppia anta a Bell che non si deve neanche sforzare per passare clamorosamente al comando. Non è finita qui: per tutti i giri successivi (ben sei) Hamlin e Blaney si scambiano una serie di scaramucce che ad una prima impressione sembrano tutte innescate da Denny che, anziché completare un sorpasso, punta più a innervosire Ryan. L’obiettivo è raggiunto perché via radio Blaney dirà senza filtri che Hamlin è una “testa di c***o”.

In tutto questo ad approfittarne sono Bell e Byron, passato pure lui, che con William a 1″ dal leader e la coppia che non si sta amando a 2″. Poi però un’altra caution. E che caution.

Ad oggi non è chiara la causa della rottura, infatti non sembrano ci siano state toccate così dure, ma in curva1 Hamlin tira dritto e finisce a muro ponendo fine così alla sua gara. E non è finita qui: durante quello stesso giro già sotto caution viene inquadrato Truex che in curva3 fuma vistosamente. Sterzo per uno, motore per l’altro, arriva così un clamoroso doppio ritiro in contemporanea per il JGR. Il tutto mentre Bell è a sorpresa al comando. Suárez è il lucky dog.

Mancano meno di 30 giri alla fine e c’è la sosta decisiva: la pit crew di Bell torna quella non perfetta di inizio playoff e così la #20 passa dietro a Byron e Blaney; a seguire Harvick, Logano, Wallace, Reddick, Almirola, Allmendinger e Gibbs. Buescher è 23° a pieni giri dopo una scontata wave around.

Tre B per un posto a Phoenix, dietro di loro un Harvick che sogna, ma la cui ripartenza pessima lo fa rimbalzare, purtroppo, indietro. Bandiera verde ai -25 e Blaney dall’esterno ci prova su Byron, sembra potercela fare, tuttavia dopo un giro affiancati deve cedere sullo short run sia a William che a Christopher. Wallace supera invece un Logano che cederà qualcosa nel finale.

Blaney si stacca pian piano ed il triello diventa un duello. La #24 e la #20 hanno fatto ora il proprio giro più veloce mentre Ryan deve addirittura guardarsi da Wallace. Ai -20 è chiara l’inerzia: Byron non convince ancora del tutto mentre Bell è ormai scatenato e si avvicina. Si aspetta solo la mossa di Christopher che arriva ai -15.

Bell passa subito al comando e se ne va, Byron cerca di resistere a 0.6″ di distanza, ma poi cede. Ai -10 Blaney è a 1.4″ ed entra ora, troppo tardi per la sua vettura, nella fase migliore dello stint. Ryan riprende e passa Byron all’inizio dei -7 quando è a 1.3″ dalla vetta. Ma non basta, il recupero della #12 nei giri seguenti è di centesimi, non decimi. Ai -2 Blaney alza bandiera bianca.

Bell vince così una folle e clamorosa gara a Miami, una di quelle che al termine di una tripletta straordinaria con Truck e Xfinity Series ti fanno pensare “Ma perché non si fa più qui il finale di stagione?” e sai bene che la ri$posta è molto $emplice da capire… Christopher una settimana fa era molto deluso, convinto di aver perso la chance migliore per qualificarsi per la Championship 4 e invece eccolo qua di nuovo in victory lane al momento perfetto.

La #20 chiude la corsa davanti a Blaney (+1.6″), Reddick (+2.8″), Byron (crollato nel finale, +3.7″), Allmendinger (+3.9″), Wallace (+5.3″), Gibbs (+5.6″), Logano (+6.2″), Almirola (+6.6″), e Dillon (+7.1″); fuori dalla top10 Harvick, Cindric, Preece, Jones, Elliott (impalpabile), Suárez, Briscoe, Busch, Bowman e LaJoie. Buescher è appena 21°, Truex è classificato 29°, Hamlin 30°, Larson 34°.

Si va dunque a Phoenix con due posti e mezzo assegnati, infatti Bell e Larson sono al sicuro mentre Byron è a +30. La lotta sarà sulla carta a quattro per un solo posto. Blaney sfrutta il rimbalzo post non-squalifica per volare a +10 su Reddick e addirittura +17 sulla coppia Truex-Hamlin che a questo punto è alle corde come un Buescher (così come Elliott per l’owners championship) obbligato a vincere. Blaney dovrà sudare per 500 giri per difendere il vantaggio acquisito e sicuramente tifare uno dei piloti che lo precedono in classifica, anche perché negli ultimi anni a Martinsville c’è stato un duopolio Hendrick-JGR, proprio i piloti che lo circondano. Sarà battaglia di nervi domenica prossima.

I risultati odierni

La classifica della “4EVER 400 Presented by Mobil 1”

La classifica generale

Così in campionato dopo la seconda gara del Round of 8 della NASCAR Cup Series 2023

La classifica completa

Le altre categorie

Xfinity Series: Mayer sigla la 4^ in stagione a Miami-Homestead

Truck Series: Hocevar vince ad Homestead, Rhodes va a Phoenix

I prossimi appuntamenti

Martinsville sarà il penultimo weekend della stagione 2023 della NASCAR dove si decideranno gli ultimi qualificati per Phoenix. Turno di riposo per i Truck, impegnate Xfinity (sabato alle 21:30) e Cup Series (domenica alle 19:00).


Immagine: Media NASCAR

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