NASCAR | Cup Series: finale dolceamaro, Byron vince la Daytona 500 2024

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Tempo di lettura: 20 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
21 Febbraio 2024 - 10:00
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Gara intensa fino a 10 giri alla fine, poi Byron e Bowman innescano un big one da cui ne escono indenni. Poi all’inizio dell’ultimo giro un incidente regala la doppietta ad Hendrick


A riassumere perfettamente la 500 miglia di Daytona del 2024 (e non solo) è Joey Logano nell’intervista effettuata poco dopo essere stato coinvolto in un altro incidente a poche miglia da una possibile seconda vittoria in carriera della Classicissima della Florida: “È divertente fin quando fa schifo” che chiude un ragionamento in cui c’era stato anche un “La parte frustrante è che di solito quelli che causano il big one sono proprio quelli che ne escono indenni.”

E nel lunedì di Daytona, posticipato per la pioggia, è andata proprio così, una gara avvincente fino al big one in cui le cause principali di uno degli incidenti più grandi nella storia (23 auto coinvolte), ovvero William Byron ed Alex Bowman, poi hanno fatto 1-2 sul traguardo al termine di un ultimo giro da emozioni troncate subito da un’altra bandiera gialla.

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La gara

Che il weekend di Daytona sarebbe stato piovoso lo si sapeva e quindi la consapevolezza di una lunga attesa c’era. Il Clash fa scuola e la gara della ARCA Series viene anticipata dal sabato al venerdì dopo i Truck, tuttavia più di questo non si riesce a fare. La gara della Xfinity Series viene rimandata direttamente al lunedì, poi domenica mattina a Daytona già piove (e non poco) e subito in mattinata arriva il posticipo al giorno seguente, la seconda volta nella storia dopo il 2012.

La cabala del 2012 è presentissima a Daytona. Fu quella, come detto, la prima e unica occasione di un posticipo senza nemmeno provare ad iniziare la 500 miglia, fu quella l’ultima prima fila Ford così come quest’anno con Logano e McDowell usciti indenni dai Duels. E sui social già ci si chiede se ci sarà pure l’incidente con un jet dryer. E l’incidente avviene, anche se lieve, fra due mezzi mentre si asciuga la pista a gara della Xfinity Series ulteriormente posticipata.

Finalmente alle 16:30 locali a Daytona è tempo di Daytona 500 i motori si accendono e, dopo aver mandato in fondo al gruppo Blaney, Buescher, Byron, Gragson ed Hemric per l’utilizzo del muletto e Grala per cambio motore, la corsa può partire.

Logano sceglie l’esterno e la spinta di un Bell a bordo di una Toyota rinvigorita dal nuovo muso più piatto, ma nessuna corsia prevale e a lungo si rimane 2-wide con McDowell alla pari di Joey. Tutto sembra tranquillo, poi arriva la voce via radio che Keselowski ha visto già un piccolo rischio nel gruppo, dunque al giro 4 Chastain apre immediatamente la terza corsia che Brad va a bloccare, al sesto giro arriva subito il primo incidente.

Non si è nemmeno in curva, si è sul tratto rettilineo fra curva4 e trioval. A coprire la terza corsia arriva anche Nemechek, Keselowski si lancia da dietro e (per l’ennesima volta negli ultimi anni) un suo tocco innesca l’incidente che in questo caso vede coinvolti Burton (brutta botta ma pilota ok), Hocevar e Grala, tutti questi costretti al ritiro. Pian piano vengono fuori anche altri che hanno subito danni nella carambola: Preece solo con qualche graffio, Johnson con lo sterzo storto ed un paio di giri persi ma soprattutto Austin Dillon che passerà nel garage un quarto di gara.

L’occasione è buona già per un rabbocco di massa, ma non per qualche pilota ad esempio Bell, Blaney ed Hemric e così in molti annullano per ora la penalità iniziale. Penalità anche per Byron per interferenza alla sosta.

Si riparte ai -54 nella prima stage (parti di gara da 65, 65 e 70 giri) e McDowell scatta male lasciando da soli Bell e Logano poi riuscendo a riprenderli. Arriva anche un’altra, clamorosa, penalità per Allmendinger che alla ripartenza sbaglia corsia. Inizia così una lunga fase 2-wide con in prima fila Bell e Blaney, in seconda Logano ed Hemric, in terza McDowell ed Elliott e via via un gruppone da 34 auto in fila per due.

Cosa sta succedendo strategicamente? La caution è arrivata troppo presto per arrivare fino in fondo alla stage con il rabbocco e i tre audaci che non si sono fermati ai box sono su una strategia sfalsata. Il loro obiettivo è rimettersi il più possibile alla pari riducendo i giri di differenza fra le soste. Bell non forza, Blaney sta al gioco, dietro nessuno attacca cercando di capire quanto si possa risparmiare benzina per tentare di evitare la sosta e non fermarsi più. Si inizia a girare 2″, 3″, addirittura 3.5″ più lenti di prima della caution al punto che Allmendinger, da solo in pista dopo il drive through, gira più veloce dei leader.

Tutto scorre invariato fino al giro 31 quando Blaney decide di rompere gli indugi, per la prima volta mette il muso davanti a Bell e attacca. I tempi crollano e per riprendere Blaney vanno in fuga anche lo stesso Bell, Hemric e Logano, ma tutto viene annullato in fretta. Al ricongiungimento un Hamlin già parecchio animato in radio cerca di spingere McDowell, ma la corsia interna ha la meglio. Ai -30 Logano attacca Hemric cambiando corsia e lì trova un Cindric in rimonta dalla fila interna e che si era messo davanti a McDowell. Blaney decide di coprire e in poche mosse si è formato il trenino Penske.

La situazione dura per poco tempo, poi è già tempo di strategie. Ma non tutto filerà liscio. Ai -25 vanno ai box per il rifornimento il trio Penske, Bell, Hemric e pochi altri lasciando McDowell ed Hamlin al comando. E in uscita dai box il gruppetto si spezza, rimangono insieme Logano, Cindric e Keselowski, Blaney finisce nel limbo mentre Bell ed Hemric sono ancora più indietro. Al giro successivo Buescher si ferma tutto solo e pare un altro guaio.

Davanti intanto non si pensa alla sosta, anzi il gruppo si anima. Nuovi piloti si affacciano davanti. Berry ad esempio, che ci prova e poi viene fagocitato in mezzo alle due corsie trascinandosi Gilliland, trova un varco all’esterno e in due giri passa al comando su Elliott e Larson mentre McDowell scompare. Finisce praticamente qui la Daytona 500 di Michael che inizia ad accusare problemi al motore che lo rallenteranno progressivamente fino al ritiro.

Ai -20 il gruppo è ancora sgranato, c’è un accenno di terza corsia con Elliott che ha il muso davanti. Non sembra una situazione che punta alla velocità, eppure in coda la doppia coppia Logano-Cindric-Keselowski-Buescher non guadagna terreno. Invece Blaney (molto sconsolato e arrabbiato), Bell ed Hemric sono a rischio doppiaggio che arriva pochi giri più tardi quando Ryan (con McDowell) finisce risucchiato mentre Bell ed Hemric si salvano e puntano al lucky dog.

Ai -11 ricominciano le soste da Zane Smith e Stenhouse, ai -10 il gruppo Chevy più Erik Jones, ai -9 le Toyota. Mentre non ci sono problemi al ricongiungimento perché Chevy e Toyota si presentano nettamente davanti alle Ford sparpagliate, manca ancora qualche audace. Briscoe ed Herbst pittano ai -8, e rimangono in sei Ford: un terzetto composto da Gragson (al comando al rientro in Cup Series), Gilliland e Berry, un Haley al gancio e poi la coppia Ragan-Preece che invece punta all’all-in con un fuel saving estremo girando in 51.8″ quando le Chevy in blocco uscite dai box viaggiano in 47.1″.

Ai -5 si arrendono i primi quattro lasciando solo Ragan e Preece in pista, ma la loro situazione è disperata. Quanto disperata? Beh, ai -4 hanno 6.5″ su un gruppetto di una decina di vetture e nell’ultimo giro hanno viaggiato 5.4″ più lenti. Inevitabile che nemmeno tre miglia più tardi vengano sverniciati. Inizia così la lotta per la vittoria della stage.

Kyle Busch è uscito dai box come leader virtuale e precede Byron, Elliott, Suárez, Larson, Bowman, Chastain, Wllace, Truex ed Hamlin. Daniel è il primo che viene fatto saltare da Larson e Bowman in curva3 ai -2, poi si ricompatta il gruppo Hendrick che passa Busch e il solo Chastain riesce a rimanere con loro.

Elliott vince la prima stage davanti a Larson, Chastain, Bowman, Byron, Busch, Hamlin, Wallace, Truex e Suárez. Il primo degli altri (anche a secco di punti) è Logano ma a 6.5″ in un gruppo che vede un mix di tutti i costruttori presenti e che va fino ad Haley 25°. Ragan e Preece si salvano senza pittare ma sono 26° e 27° a 10″; più sparpagliati Gragson, Berry, Bell, Hemric, Blaney e Gilliland. Allmendinger è il lucky dog che lascia fra i doppiati un McDowell in difficoltà (-1), Johnson (-2) ed un Dillon (-53) appena uscito dal garage.

Nuovo giro di soste generale anche se sfalsato (qualcuno rabbocca al giro successivo come Busch che si è preso una penalità per interferenza). Si riparte per 59 giri netti nella seconda stage con Larson al comando affiancato da Berry. Sarà una stage decisamente più pulita, anche dal punto di vista strategico, ma contraddistinta anche dal tramonto anticipato che permette ai piloti di affrontare più preparati a livello di assetto (anche per il sottosterzo crescente di una pista che si sta gommando) il finale.

Quanto dura il 2-wide? Giusto un paio di giri, poi Briscoe apre la terza fila, Logano salta su e viene sospinto al comando nel giro di pochissime tornate riprendendo le redini della gara; alla fine per Joey saranno 45 i giri al comando che sarà spartito da 20 piloti diversi. Dietro a Joey c’è ancora il 3-wide e c’è lotta per prendere il comando delle file. Briscoe scende interno affiancando Logano il quale poi però sceglie come compagno di tandem un ottimo Justin Haley.

La situazione delicata si risolve pochi giri più tardi quando verso curva1 all’interno Briscoe e Berry rischiano il patatrac, rallentano tutta la fila e così lanciano l’esterno addirittura in una minifuga a cinque che viene poi ovviamente ripresa. All’inseguimento di Logano torna così Larson, ma la sua seconda corsia è ai margini della top10. Chi invece ha deciso di sfilarsi per non correre rischi è Hamlin.

La seconda corsia riprende vita ai -50 quando Gilliland e Wallace con le altre Toyota iniziano a rimontare terreno. Dopo cinque giri Logano decide di non coprire e così si torna 2-wide alla pari. L’equilibrio regge per un po’, poi Wallace approfitta di un buco lasciato da Buescher per mettersi all’esterno dietro a Logano ed Haley.

L’interno pian piano inizia a svuotarsi e la fase di studio sembra finire per portare tutti in fila indiana, tuttavia Truex spinge ancora forte Gilliland e riesce a mandarlo al comando, poi Todd si sposta a coprire Logano. La corsia continua a spingere e così la fila interna attira nuovamente vetture come Berry, Gragson e Briscoe che si accodano.

Al giro di boa di metà gara (-30 nella seconda stage) Gilliland è al comando nel 2-wide davanti a Logano, Truex, Haley, Reddick, Wallace, Cindric, Buescher, Keselowski e Busch (che nota come le luci sul backstretch non si siano ancora accese del tutto) con 34 vetture nel gruppo di testa.

La tregua armata fra le due corsie sembrerebbe durare fino alle soste fra 5-10 giri e invece il gruppo si rimescola ancora. L’esterno avanza e così Gilliland, Logano ed Haley riescono a portarsi alla linea gialla in vista del prossimo ingresso ai box. Di slancio Busch sospinge Wallace davanti a tutti e Bubba riesce persino a spostarsi davanti a Todd. In questo però l’interno perde velocità e Busch effettua la stessa manovra cedendo il testimone a Preece.

Inizia ora poco dopo i -20 il giro di soste. Gilliland e Gibbs sono i primi, poi da soli Preece e Alfredo, dunque il gruppone Ford (stavolta coordinato) con qualche Toyota ed è qui che Nemechek tocca e manda in testacoda nello stallo Berry mentre Preece (nel piccolo ko SHR) commette uno speeding. Ai -16 è la volta delle Chevy di seconda fascia con Ragan, a quello successivo le Chevy dei big con Blaney e Cindric per chiudere il cerchio.

Al ricongiungimento Larson sembra essere al comando su Elliott, tuttavia da dietro stanno arrivando le Ford con Logano e Blaney e la mossa decisiva è del pluridoppiato Dillon che blocca Joey e così la #22 deve alzare il piede, tuttavia Logano riesce a prendere con sé Cindric, lanciarlo come in un velodromo e mandarlo da Blaney all’inseguimento delle Chevy poco più avanti. La manovra riesce ed in un paio di giri Austin è addirittura al comando del gruppo di testa da 29.

Siamo ai -10 e il gruppo è tornato 2-wide… per pochissimo, poi Busch apre la terza corsia seguito da Byron. Cindric e Blaney si mantengono al centro seguiti da Suárez mentre Larson ed Elliott sono interni. La corsia che crolla all’improvviso è proprio quest’ultima e quindi rimangono affiancati Busch e Cindric ed il gruppo si è selezionato a 23 auto.

I doppiaggi (prima McDowell, poi la coppia Berry-Preece) non influisce sulle dinamiche, non lo fa nemmeno Haley che va ai box con la pressione della benzina a zero, né il rischio enorme che corre Cindric in curva3 scivolando largo quasi contro Busch. Davanti si spinge forte, l’interno si sguarnisce ed il gruppo quasi si spezza. Alla fine Cindric sembra vere la meglio, Busch reagisce e si arriva all’ultimo giro con Bell, Stenhouse e Chastain che aprono un 3-wide senza effetti. La coppia Penske è più unita e Blaney agisce chirurgicamente fra curva3 e 4, infilando il compagno di squadra senza fargli perdere ulteriori posti.

Blaney vince la seconda stage davanti a Cindric, Suárez, Busch, Reddick, Byron, Wallace, Stenhouse, Allmendinger e Buescher. Chiude il gruppo dei 23 un Gilliland al gancio, a oltre 15″ Gragson, Ragan, Briscoe, Herbst ed Alfredo, a 25″ Zane Smith e Nemechek. Gibbs (praticamente invisibile per tutta la gara) è il lucky dog mentre Preece, Berry ed Haley rimangono fra i dopppiati.

Il giro di soste vede i soliti rabbocchi e cambi gomme, ma quello di Kyle Busch non va a buon fine, Rowdy esce dai box sull’apron con la anteriore sinistra che fuma vistosamente per un tire rub che diventa foratura. Per sua fortuna la ruota non si stacca e Busch torna ai box per cambiare nuovamente gomme senza perdere un giro.

Si riparte a 64 giri dalla fine con la coppia Penske di Cindric e Blaney all’esterno e all’interno quella 23XI con Wallace e Reddick; Herbst invece perde subito la scia. Chi stupisce però è Kyle Busch che in pochissimo dalla fila esterna rientra in top10, poi si apre un 3-wide lanciato da Allmendinger che recupera terreno. Cindric e Blaney spariscono e dal rimescolamento che vece Wallace, Allmendinger e Buescher cambiare corsia emergono anche Truex ed Hemric.

Si è formato ora un 3-wide stabile con Allmendinger interno, Reddick al centro e Buescher esterno, ma la relativa calma dura poco. Altri movimenti portano Truex a perdere terreno, LaJoie a guidare il centro, Bell arrivare in aiutare di Truex e Reddick, Hamlin ereditare la fila di mezzo dopo aver sospinto lo stesso LaJoie ed essere tornato sul palcoscenico. Lo spunto però si perde e quindi chi sbuca fuori al comando? Proprio Kyle Busch infilandosi fra Denny ed AJ.

Ai -50 Rowdy precede LaJoie, Hamlin, Bowman, Bell, Larson, Truex, Logano, Allmendinger e Buescher in un gruppo di 30 vetture. È in questo momento che il 3-wide perde di colpo la fila interna e il plotone rimane in fila per due. Avanza in questa fase l’esterno con Hamlin ancora a spingere LaJoie. Denny spinge tanto che riesce a cambiare corsia e mettersi davanti a Busch, aggirare Corey e passare al comando (probabilmente il sorpasso di giornata), ma Busch lo affianca di nuovo ai -45.

20 giri di folle rimescolamento vedono un attimo di calma quando si entra nella finestra per l’ultima sosta, ma tutti ovviamente aspettano. Il 2-wide regge per diversi minuti, ma pian piano si vede avanzare una macchia gialla che saltando di corsia in corsia guadagna posizioni. È Logano che riesce a piazzarsi dietro a Kyle Busch e a seguire le sue orme ci prova anche Keselowski.

L’equilibrio si spezza leggermente e l’interno perde velocità, Busch riesce a vedere un varco all’esterno dietro a LaJoie, ma in curva2 sbaglia leggermente i conti e tocca il muro rischiando di provocare il big one. Questi piccoli rallentamenti aprono un 3-wide lanciato da Ragan, Preece (doppiato) e Keselowski. Logano decide di coprirli e viene sospinto di nuovo al comando ai -35 quando tornano in scena le Ford.

C’è ancora il 3-wide ma è molto sfalsato, Logano guida un forte interno, Hamlin è più dietro al centro, Alfredo è tutto esterno ma abbastanza in coda. Denny però reagisce, annulla la minifuga dell’ovale blu e ristabilisce il 2-wide dato che Alfredo si arrende. Logano deve coprire al rimonta della coppia Hamlin-Busch, poi però torna da Ragan.

Si arriva così ai -22 e si apre il giro di soste finale con LaJoie, Zane Smith, Allmendinger, Hemric ed Herbst, ai -21 le Toyota senza un Hamlin che è nella fila esterna, ai -20 proprio Denny da solo con Busch, ai -19 le Ford (Logano stacca tardissimo ma non commette speeding), ai -18 le Chevrolet proprio mentre McDowell si pianta in mezzo alla pit lane, ma poi riesce a tornare nel garage e ritirarsi.

Il momento decisivo è ovviamente quello del ricongiungimento. Chastain e le Chevy sono leggermente davanti, Logano e gli altri però arrivano di rincorsa ed alla fine a salvare stavolta le Chevy dalla rimonta di Joey è Stenhouse con un blocco meno sporco di quello di Dillon.

Ross Chastain ai -15 così guida un gruppo da 28 quasi totalmente 2-wide e guidato all’interno da Stenhouse e Suárez e all’esterno da Logano e Keselowski. Si entra nel gran finale e le Toyota sono sparite dalla scena (la prima è quella di Jones 12°).

Ad accendere la miccia è un blocco deciso di Chastain su Logano, la corsia esterna si pianta sul traguardo e dall’inerzia che nasce mezzo giro più tardi Suárez si infila all’interno della #47, manda Stenhouse nel mezzo e così la coppia Trackhouse è al comando. Ross tuttavia ha perso velocità e dunque si torna 2-wide, con Suárez e Byron interni e all’esterno Logano che cerca di far tornare avanti Ross.

Daniel alla fine decide di coprire Ross e dietro di loro si forma la terza corsia con Elliott che è andato al centro. Byron ora guida l’interno aiutato da dietro dal compagno di squadra Bowman. La resistenza uno contro tre di Suárez dura appena un giro e così ai -13 Byron mette il muso davanti.

Non c’è ancora equilibrio e lo si vede chiaramente che la miccia è accesa e pure corta. Si torna 3-wide, Suárez rischia il patatrac sul bump di Elliott e così l’esterno rimonta con Chastain e Logano che si spostano in blocco davanti a tutti. L’inerzia dell’esterno però è maggiore e così Keselowski arriva al livello di Joey con Ross a controllare tutte le corsie spinto forte soprattutto da Byron.

La corsia centrale è quella che alla lunga cede per prima, e pure l’interno di Byron ai -9 perde il filo. Avanza così decisamente l’esterno che Ross ha ormai coperto, ma si è creato un varco in cui Keselowski si tuffa per passare Logano. Joey reagisce e sul rettilineo opposto, seguito da Blaney, riattacca Brad. La situazione non è lineare e sembra che, anche perché c’è Brad nel mezzo, l’incidente debba nascere qui.

E invece nasce nell’altra corsia. Qui sta cercando la rimonta la coppia Byron-Bowman. Verso curva3 Alex spinge forte William che sbanda, tocca Keselowski che parte per la tangente e travolge il gruppo. Tutto il gruppo.

La bandiera rossa è immediata e inizia la conta. Cinque, otto, dieci… si perde il conto in fretta dei piloti coinvolti. Alla fine si arriva ad un dato quasi da record: 23 vetture. In ordine di numero di gara sono: Cindric (abbastanza indenne), Larson, Keselowski, Elliott (mucchio evitato), Gragson, Hamlin, Blaney (botta al polso), Briscoe, Buescher, Truex, Bell, Logano, Byron (tecnicamente), Hemric, Gilliland, Preece, Jones, Reddick, Stenhouse, Bowman (anch’egli tecnicamente), Gibbs, Alfredo e Suárez.

Dopo 15′ di bandiera rossa si torna sotto caution e, dopo le soste per mosse strategiche disperate o riparazione danni, la classifica vede Chastain (sfiorato dalla carambola) davanti a Byron, Bowman, Cindric, Elliott, Bell, Busch, LaJoie, Smith, Allmendinger, Nemechek (11 superstiti in pratica) e poi gli ammaccati per un totale di 21 auto a pieni giri. Hamlin è il 21° e dunque nella top20 c’è un solo vincitore in passato della Daytona 500 ed è Cindric.

Il pronostico però è cambiato totalmente: Chastain si è liberato sì degli avversari più pericolosi prima del big one come Logano, Blaney e Keselowski, tuttavia la selezione ha lasciato il trio Hendrick quasi compatto alle sue spalle.

Si riparte per uno sprint di quattro giri e al choose cone Chastain va esterno con Bowman, Elliott, Bell e Busch. Un interno sguarnito va a Byron, Cindric e LaJoie. Green e Chastain scatta bene, ma rimane un po’ solo e così viene ripreso dalla coppia Bowman-Elliott.

Si forma davanti una doppia coppia con Chastain, sospinto da Alex, che rimane col muso avanti, ma col passare dei metri Byron (seppur sia un po’ da solo con Cindric) avanza. Busch tenta una terza corsia che ha come unico effetto quello di rallentare l’esterno e far avanzare ancor di più Byron ai -2.

Sembra ormai una sfida fra Byron, Cindric e LaJoie a un giro e mezzo dalla fine, tuttavia Bowman ne ha ancora e in curva 3-4 riporta sotto Chastain.

Ma tutto si è già deciso in pratica e si risolve con un fraintendimento. In uscita di curva4 Cindric forse si allarga leggermente e LaJoie prova ad infilarsi. Austin chiude la porta, tocca leggermente la #7 e rallenta. Chastain vede tutto questo e prova a cambiare corsia sul traguardo per mettersi davanti a Cindric, ma evidentemente sopravvaluta la riduzione di velocità della #2 che si sta anche spostando verso destra dopo il contatto con Corey. E così, mentre Ross pensa di trovare un varco, lì c’è invece il muso di Cindric.

Le due vetture finiscono in testacoda verso l’erba, poi la #2 cambia direzione e punta verso la pista. I commissari che stavano aspettando per chiamare la caution ora devono esporre la bandiera gialla con i leader che avevano appena iniziato l’ultimo giro. E quindi la gara finisce qui con la vittoria assegnata, malgrado un giallo lanciato sui social, a William Byron che completa il 200° giro in parata davanti a Bowman.

Per 190 giri era stata una Daytona 500 intensa, impronosticabile, avvincente a modo suo, poi tutto è precipitato tutto in un finale dolceamaro pensando al fatto che le due vetture a provocare il big one ed eliminare la concorrenza sono quelle che hanno fatto 1-2 sul traguardo con Byron (che ovviamente festeggia la gara più prestigiosa in carriera all’inizio delle celebrazioni per il 40° anniversario dell’Hendrick Motorsports) che ha trascorso al comando solo i quattro giri finali.

Per la cronaca alla moviola dietro a Byron e Bowman chiudono Bell, LaJoie (che avrà un mezzo battibecco a distanza con Cindric), Wallace, Allmendinger, Nemechek, Jones, Gragson e Briscoe. Larson 11°, Busch 12°, Elliott 14°, Truex 15°, Hamlin 19°, Ragan 20° e ultimo a pieni giri davanti a tutti gli incidentati.

Come si suol dire, “Chi vince festeggia, chi perde spiega”, ma sembra davvero che il lungo weekend di Daytona abbia prosciugato le energie di molti e, malgrado ci sia molto da capire sul perché ci si debba ridurre sempre a gare del genere (anche nelle altre categorie), la volontà di tutti è di recuperare le forze dato che mancano pochi giorni ad Atlanta. Un quasi superspeedway dopo le modifiche al layout. Questa modifica al calendario potrebbe essere l’ideale solo per il pubblico, per tutti gli altri solo l’inizio di un altro fine settimana stressante.

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Immagine: Media NASCAR

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