NASCAR | Cup Series, Dover 2025: Hamlin batte la pioggia e Briscoe!

Autore: Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 22 Luglio 2025 - 10:00
Tempo di lettura: 21 minuti
NASCAR | Cup Series, Dover 2025: Hamlin batte la pioggia e Briscoe!
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La pioggia prevista cambia le carte in tavola. Hamlin ed il muretto scelgono la strategia giusta e così Denny conquista a Dover la quarta gara stagionale


Denny Hamlin si conferma per l’ennesima un pilota a tutto tondo, validando anche il fatto che da soli non si vince mai. A ribaltare la corsa, insieme all’acquazzone caduto a pochi giri dalla fine, è stata infatti una decisione del muretto in cui la #11 è rimasta in pista da sola a differenza dei principali rivali. Conquistata la prima posizione ai danni di Elliott e Bell (due testacoda per Christopher), Hamlin ha solo dovuto difendersi dagli avversari e dalle situazioni meteo per conquistare la quarta vittoria stagionale che mettono Denny da solo in vetta alla griglia playoff.

La gara

Anche per la NASCAR Cup Series inizia a Dover il grande sprint che porta ai playoff con sei gare mancanti al taglio e, sulla carta, ancora quattro posti disponibili. Si torna anche su un ovale e quindi per tutti c’è la speranza che il regno di Shane van Gisbergen sia finito.

Quella di Dover è la prima gara al Monster Mile disputata nel mese di luglio, ma non c’è niente da fare, la pista del Delaware rimane maledetta per quanto riguarda il meteo, dunque al sabato arriva uno scroscio di pioggia tale da cancellare libere e qualifiche. Griglia di partenza decisa, dunque, dall’algoritmo con prima fila tutta marchiata Chase (Elliott davanti a Briscoe), a seguire Bell, Reddick, Byron, SVG (al debutto su questa pista), McDowell, Logano (alla gara numero 600 in Cup Series, il più giovane di sempre a tagliare questo traguardo), Gibbs e Busch. 37 le auto presenti con la #44 di Yeley unica auto Open presente. Anzi no.

Già perché, malgrado in TV si faccia di tutto per evitare l’argomento, in settimana è arrivata una notizia importante dal tribunale per quanto riguarda la causa in corso fra NASCAR e 23XI/FRM. Due settimane fa il giudice aveva bocciato e sospeso l’ingiunzione preliminare – riconosciuta ai team mesi fa all’apertura del dibattimento – tale per cui le due squadre gareggiavano con gli stessi diritti dei team dotati di charter pur non avendo firmato lo scorso autunno il rinnovo del “patto della Concordia”.

Il giudice, dunque, non ha rilevato più le basi giuridiche poste dai team e quindi nel transitorio, in attesa della decisione sulla causa prevista per il 1° dicembre, 23XI e FRM sarebbero diventati come dei team Open, con le inevitabili conseguenze anche economiche. Immediatamente le due squadre, nella persona del loro avvocato, avevano presentato una nuova ingiunzione preliminare per ottenere lo stesso effetto ma su (presunte) basi diverse. Tutto dunque è slittato di due settimane, fra ripresentazione dell’ingiunzione e tempo tecnico per la NASCAR di rispondere.

Alla fine il giudice ha bocciato nuovamente bocciato le richieste dei team che, dunque, a Dover e Indianapolis si dovranno presentare come team Open, ma lo stesso giudice ha detto che, in caso di entry list con oltre 40 auto, allora avrebbe potuto riconsiderare la decisione basandosi sui danni economici potenziali. Per ovviare a questo, con una decisione discussa, ieri [lunedì] la NASCAR ha modificato il regolamento sportivo in modo tale che 23XI e FRM in pratica non riescano a mancare la qualificazione in questa eventualità, dunque rendendo di fatto vana l’ingiunzione.

Con un clima di tensione nascosto in qualche modo come la polvere sotto il tappeto, si arriva alla domenica con altri pensieri come il cemento di Dover, uno pneumatico dalla nuova mescola che non è stato nemmeno provato in una sessione di test, il problema di scendere in pista con zero giri disputati nel weekend, il rischio di ulteriori piogge (meno di temporali) in una giornata calda e molto umida e le semifinali dell’In-Season Challenge che vedono affrontarsi Ty Gibbs contro Tyler Reddick e John Hunter Nemechek contro la testa di serie #32 Ty Dillon.

Non ci sono problemi ai controlli tecnici e l’unico aggiornamento è l’introduzione di una competition caution al giro 35 nel corso della prima stage da 120 (130 e 150 le altre per un totale da 400, dunque corsa ufficiale al 200° miglio). Inoltre il coprifuoco viene fissato per le 2:10 italiane, garantendo sulla carta circa 5h40′ di tempo per completare la corsa o almeno quanto ne serve.

Alla bandiera verde Elliott dall’esterno viene affiancato prima e poi infilato da Briscoe che si invola al comando. Dietro di loro si piazzano Bell, Reddick e Byron. Si comporta bene anche van Gisbergen che cede solo un paio di posizioni. Poi però il neozelandese inizia a rallentare al punto che crolla in classifica. Crede di avere un problema alla anteriore destra, solo che stavolta non è una sua sensazione legata alle pressioni basse, bensì è davvero una foratura. La #88 perde nella sosta addirittura quattro giri e quindi la gara di Shane, che partiva con qualche speranza essendo davanti in griglia, si trasforma alla fine in una lunga sessione di test.

Van Gisbergen, tornato in pista davanti al leader ma che a gomme fresche riesce ad allungare quel tanto che basta per evitare il -5, non è l’unico a soffrire però: fin dalle primissime fasi in difficoltà – a sorpresa – c’è anche Todd Gilliland che inizia con un sorpasso subito “alla Zonta” da Nemechek e Ware e più avanti verrà addirittura scavalcato di puro passo da Yeley. Chiuderà in risalita al 25° posto staccato di due giri.

Intanto, mentre il gruppo si allunga, Elliott si è ritrovato, è andato a riprendere Briscoe e lo sorpassa al 14° giro aggirando la Toyota da curva2 verso la 3. Mentre il pilota della #9 allunga leggermente, a cedere è McDowell che prima lascia la sesta posizione a Logano, poi viene infilato anche da Busch e Gibbs. A poco dalla bandiera gialla crolla anche Ware che finisce doppiato e quindi chiude virtualmente i giochi per una fantomatica rimonta di SVG a suon di lucky dog.

Alla competition caution Elliott guida con 0.6″ su Briscoe, 1.3″ su Bell, 2.5″ su Reddick (con Tyler scivolato largo al momento del sorpasso della #20), 2.8″ su Byron, 3.6″ su Logano, 4.0″ su Busch, 4.6″ su Gibbs, 5.6″ su Hamlin e 6.7″ su McDowell; da segnalare la rimonta di Larson dal 25° al 19° posto mentre Blaney, scattato 31°, si era perso un po’ nella battaglia con il compagno di squadra Cindric.

L’occasione della caution permette a tutti di andare ai box per un primo cambio gomme (il contesto generale parla di mancanza di grip) ed Elliott mantiene il comando su Briscoe, Bell, Busch, Byron, Reddick, Hamlin, Gibbs, Logano (tre posizioni perse per aggirare Herbst) e McDowell. Speeding per Gilliland che, comunque, era ultimo a pieni giri davanti al solo lucky dog Ware.

Bandiera verde con 78 giri da disputare nella prima stage ed Elliott, pur facendo la stessa scelta di corsia, stavolta rimane primo e a seguirlo dalla stessa fila è Bell. Briscoe, tuttavia, reagisce e in un paio di giri di lotta (col brivido in curva1) con il compagno di squadra si riprende il secondo posto. La #9 ne approfitta e scappa via immediatamente. Dietro di loro Gibbs perde la posizione da Logano il quale punta anche Reddick, ma rimbalza e così Ty lo ripassa. La #54 non si ferma qua e supera in seguito anche la #45 nella sfida diretta per la finale del Challenge. Più dietro, invece, Ty Dillon è nettamente davanti a JHN.

La fuga di Elliott in breve gli garantisce 2.5″ di margine sulla coppia Briscoe-Bell col sorpasso di Christopher che arriva ai -61, lanciandosi dall’esterno di curva1-2 e chiudendo la manovra infilandosi in 3-4. Chase non insiste nella difesa e si stacca. Si stacca anche Logano dalle altre Toyota (ancora mancanza di grip al posteriore) e ad ai -55 viene superato da Bowman per la nona posizione, Wallace invece non riesce ad approfittarne. Inizia anche il giro di cool suit che si rompono in questa giornata calda e umida: Buescher è il primo, poi arriveranno Hamlin e Yeley.

Stanno avanzando le auto del Team Hendrick: Bowman è il più veloce in pista dato che riprende Reddick andando tutto all’esterno, ma sta rimontando anche Larson verso la top15. Briscoe, sempre più in difficoltà, invece viene superato ai -45 anche da Byron; seguirà poco più tardi anche Hamlin. Elliott, intanto, ha iniziato il primo vero giro di doppiaggi e perde qualche decimo dei 3″ accumulati su Bell.

All’improvviso va in crisi anche Reddick, perde in pochi giri 3″ da Bowman (che ha ripreso la coppia Busch-Gibbs) e sta facendo da tappo agli inseguitori, ai -37 viene saltato da Logano e Wallace proprio mentre Ty più avanti, per cercare il sorpasso su Rowdy che ha agganciato Briscoe, viene infilato da Alex. Passano pochi giri e la coppia Busch-Bowman aggira anche Briscoe. Si comporta molto bene in rimonta anche Allmendinger che entra in top10 ai danni di Wallace.

Bell intanto ha iniziato a recuperare terreno e dimezzato il ritardo approfittando del traffico davanti ai leader. Ma i problemi per Elliott sono solo iniziati, infatti Chase raggiunge un Suárez in caduta libera. La #9 ci prova a doppiare all’interno la #99, ma il messicano – sempre più versione moderna di Ryan Newman in queste fasi – riesce a resistere al suo fianco per una ventina di giri senza mai passare il limite.

Siamo già al giro 100, ne mancano 20 nella prima stage, e la situazione appare tranquilla per il meteo, la pioggia è data a 90-120′ di distanza, dunque pare quasi certo che la corsa sarà ufficiale per quel momento.

Il gruppo di testa si sta ricompattando: Hamlin sta sospingendo Byron, ma il ritardo è ancora di 4″, Busch deve cedere la top5 a Bowman (passato stranamente all’interno), Larson sta arrivando forte e, dopo aver superato un Reddick in crisi, deve colmare solo 3″ per raggiungere la top10.

Denny è uno dei più veloci in pista e, grazie alla complicità di Custer finito loose davanti a loro, supera Byron e lo lascia sul posto guadagnando decimi su decimi sui leader. Bell rosicchia ancora ad Elliott, ma non riesce a chiudere gli ultimi metri che lo separano da Chase. Ai -10 Elliott si arrende e si riaccoda a Suárez, ma capisce subito il pericolo rappresentato dalla #20 che si fa vedere in curva3 e allora riattacca il messicano superandolo ai -7.

Nemmeno Bell può stare tranquillo, infatti Hamlin lo ha raggiunto, i due riescono a doppiare la #99, ma ormai Elliott ha guadagnato i metri decisivi. Metri che, invece, ha ceduto di colpo Busch, controsorpassato da Briscoe e scavalcato da Gibbs.

Lo stint da 78 giri ha due vittime: la prima è Erik Jones che fora, bacia il muro e si lamenta per la caution che non viene chiamata, la seconda è Allmendinger che è nono davanti a Logano, ma vede la anteriore destra sfilacciarsi nel corso delle ultime tre miglia.

Elliott vince la prima stage davanti a Bell (+0.35″), Hamlin (+0.55″), Byron (+2.5″), Bowman (+4.5″), Briscoe (+5.0″), Gibbs (+5.7″), Busch (+6.7″), Logano (+9.4″) e Larson (+9.6″) arrivato in zona punti. Più staccato Wallace (+15.5″), a seguire Chastain, Reddick, Preece, McDowell, Blaney, Keselowski, Buescher, Cindric e Berry. Ty Dillon 21° ma che mastica amaro perché negli ultimi giri è crollato anche Nemechek che però si è salvato dal doppiaggio per pochi metri, dunque lucky dog per Suárez. Allmendinger si salva, per ora, ed è 26°.

La pit lane si riapre e il secondo giro di soste lascia Elliott al comando su Bell, Hamlin, Byron, Briscoe, Bowman, Logano, Gibbs, Larson e Busch, speeding per Jones. Si riparte con una stage da 122 giri netti (72 quelli a metà gara), dunque sarà necessario fermarsi per il rifornimento almeno una volta e le gomme (più di qualcuno era sulle corde) potranno respirare di più.

Elliott mantiene la prima posizione su Bell, l’assestamento però è in fondo alla top10 con Larson che avanza seguito da Wallace mentre perdono qualcosa Logano e Busch. Joey rimbalza nel tentativo di resistere a Kyle e viene infilato oltre che da Kyle anche da Wallace e Chastain con un piccolo contatto sul rettilineo opposto fra la #1 e la #22; non sarà il primo, né l’ultimo. Questi cambiamenti lasciano una top8 “duopolizzata” da Hendrick Motorsports (1-4-6-8) e Joe Gibbs Racing (2-3-5-7).

Dopo una prima stage difficile, gli occhi sono anche su Reddick, chiamato alla rimonta e al riprendere Gibbs che invece viaggia tranquillo quasi in top5 in un gruppo di testa che si allunga. In coda, invece, una brutta sosta ha messo Ty Dillon in fondo ma, soprattutto, dietro a Nemechek.

Ai -105 rischio grosso per Ware che, proprio davanti ad Elliott, quasi finisce a muro. Cody si rifugia ai box, per lui ci sono grossi problemi di assetto che, fra soste varie ed un passaggio nel garage, porteranno alla fine al ritiro dopo metà corsa. Anche Larson ha qualche guaio, sente qualcosa che gratta sull’asfalto, poi anche sfiorerà il muro, ma dal box lo rassicurano, è soltanto lo scarico che sta grattando contro una flangia. Al giro 150 Elliott guida con mezzo secondo su Bell, 1.5″ su Hamlin, 3.5″ su Byron e 4″ su Briscoe.

Dopo molti giri di stabilità in top5, ai -95 Bowman muove la top10 aggirando Briscoe e riprendendo il compagno di squadra Byron che è in crisi con le gomme posteriori. Il sorpasso arriverà una decina di giri più tardi. Nel frattempo, Elliott stavolta non ha avuto problemi a doppiare Suárez. Si riprende anche il team Penske con Blaney, ancora in rimonta, che supera McDowell e Logano che torna davanti a Chastain; Ross paga dazio e passa anche Ryan che non si ferma qua ma aggira anche il compagno di squadra. Hamlin, dopo una prima fase di gestione dello stint, approfitta del doppiaggio di Suárez, Custer e Gilliland per riprendere Bell.

Siamo ai -75 e dunque si entra in zona soste, ma per i leader non è ancora tempo. Smith è il primo ad andare ai box al giro 179. Poi, dopo il sorpasso che si è fatto attendere a lungo di Larson su Gibbs, al giro 183 (dunque ai -67) è la volta di Byron, Larson, Briscoe (con Kyle che supera Chase nel giro di rientro) e Reddick, un miglio più tardi tocca ad Hamlin, Bowman, Logano, Cindric, Buescher e Gragson, un altro miglio e arrivano le soste di Elliott, Bell, Busch, Blaney, McDowell e Preece esattamente a metà stage.

La classifica però si ribalta: la #9 cade dal sollevatore, la #11 sfrutta il giro di undercut sulla #20 e dunque Hamlin diventa leader virtuale della corsa davanti a Bell, Bowman, Byron, Elliott, Larson e Briscoe. Gli audaci sono Hocevar, Berry e Suárez che tirano dritto, Josh si arrende al giro 192, Carson al 193, Daniel invece tira diritto (col muretto evidentemente in modalità all-in puntualmente fallito) per uno stint di addirittura 107 giri, ma che porterà al controsorpasso in vetta esattamente al giro di boa di metà gara che rende la corsa ufficiale.

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A sorpassare la #99 però non è Hamlin, infatti Bell nello short run si scatena, riprende Denny (che si lamenta non si sa se con il compagno di squadra o con Ty Dillon davanti a lui), lo infila in curva1, si deve riaccodare e poi completa il sorpasso sempre dall’interno un giro e mezzo più tardi. La gara di Hocevar, intanto, è andata a fondo più velocemente del Titanic: sosta e penalità per lui (tanica trascinata via), poi nel tentativo di recuperare con gomme fresche, perderà il controllo in curva2 rischiando grosso proprio con Bell finendo a muro. Dopo una lunga sosta nel garage, la #77 tornerà in pista solo per guadagnare qualche punto in più.

Al giro 200, ai -50 nella seconda stage, Bell dunque guida con 0.75″ su Suárez, poi Hamlin (+1.5″), Bowman (+3.2″), Byron (+4.3″), Elliott (+4.8″), Larson (+6.4″), Briscoe (+7.0″), Wallace (+8.1″) e Gibbs (+8.5″). Nel giro di soste sia Ty Dillon che Nemechek sono stati doppiati, ma la #10 è passata davanti alla #42.

Bell intanto sta allungando, nel bilancio netto del sorpasso del messicano guadagna 1″ ad Hamlin e non si ferma qua. Elliott invece soffre nel traffico e rimarrà a lungo dietro al compagno di squadra Byron. Ai -40 Christopher raggiunge i 4″ di vantaggio su Denny, poi complici anche i doppiaggi inizia a perdere qualcosa. Prosegue anche la rimonta di Reddick che torna a intravedere la top10. Saluta la compagnia invece Allmendinger, costretto al ritiro per la rottura dei freni posteriori; nella “lotta” in contemporanea fra lui, Ware ed Hocevar, alla fine sarà AJ a tornare a casa con l’ultimo posto.

I movimenti principali sono sempre fuori dalla top5: c’è l’ennesimo sorpasso fra Logano e Chastain (stavolta a vantaggio della #22) con un nuovo contatto mentre Blaney entra in top10 ai danni di Busch. Hamlin invece soffre ancora dietro la coppia Dillon-JHN e così viene ripreso da Bowman prima e Byron poi. A sbloccare la situazione ci pensa il controsorpasso della #42 sulla #10 che apre la porta a Denny. Il quintetto si spezza così in una coppia ed un terzetto dietro a Dillon a cui si riaggancia anche Elliott. Questo fa in modo che Bowman rompa gli indugi e doppi Ty.

Bell ha perso qualcosa nel superare Haley, ma poi riprende il controllo della situazione dato che è Hamlin a pagare qualcosa, al punto che Bowman rompe il quartetto Hendrick formatosi fra terzo e settimo posto superando la #11 nei giri finali. La stessa cosa la fa Elliott aggirando Byron in curva2 venendo seguito subito da Larson.

Bell vince la seconda stage davanti a Bowman (+3.9″), Hamlin (+5.2″), Elliott (+5.5″), Larson (+6.0″), Byron (+7.6″), Briscoe (+9.3″), Gibbs (+9.4″), Blaney (+9.8″) e Wallace (+11.5″); a seguire Reddick, Busch, Logano, McDowell, Cindric, Chastain (in cedimento nel finale), Buescher, Preece, Smith, Keselowski e Gragson, 21° e ultimo a pieni giri con A.Dillon lucky dog, JHN 24° davanti a T.Dillon, Suárez 29° a -2.

Nuovo giro di soste e Bell rimane al comando davanti ad Elliott che, grazie allo stallo #1 in pit lane, riguadagna il terreno perduto in precedenza; a seguire Bowman, Hamlin, Byron, Briscoe, Larson, Gibbs, Blaney e Wallace. Con la gara ufficialmente al sicuro, si torna a guardare al radar e la sensazione è che la pioggia arriverà, non si sa quando ma arriverà e non si sa in quale forma.

Si riparte, dunque, con ancora 141 giri da completare sulla carta, ma la caution arriva immediatamente. Bell ed Elliott viaggiano affiancati fino a curva3 dove la #20, all’esterno, scivola e finisce completamente da sola in testacoda (non è la prima volta per Christopher qui a Dover) venendo clamorosamente evitata da tutti. Lucky dog per Haley.

La classifica aggiornata, senza soste, vede dunque Elliott tornato già in prima posizione su Hamlin, Bowman, Byron, Briscoe, Gibbs, Larson, Wallace, Blaney e Reddick. Nuova bandiera verde ai -135 e Chase mantiene il comando seguito dalla corsia esterna da Bowman che supera Hamlin, scattato molto male. Reddick torna definitivamente in corsa per il milione di dollari passando Wallace e Blaney, Bubba rimbalza e viene infilato da Ryan e da Busch, poi la #23 tornerà davanti alla #8.

Dietro a loro, nuovo sorpasso di Chastain su Logano, ma Joey piazza qui la vendetta attesa da Chicago e, con un bump, manda Ross largo e in fondo alla top15, in ogni caso davanti ad un Bell che nel traffico, malgrado l’apparente assenza di danni, fatica e rimane a lungo al 19° posto.

Elliott prova l’allungo e ai -125 ha già 2″ di margine quando arriva il primo cambio di vento: attorno a Dover si sono formate delle nuvole con pioggia data a sole sei miglia, anche se la parte più pericolosa rimane ancora ad 1h di distanza. I report sono contrastanti e a Wallace dicono che le precipitazioni, seppur non decisive, sono a 20-25 giri. Ai -115 Hamlin riprende e torna davanti a Bowman, ma il suo ritardo dal leader è diventato già di 3.3″.

Denny di slancio recupera qualcosa, ma nel bilancio generale rimane tutto invariato. A 100 giri (teorici) dal traguardo Elliott guida con 3.7″ su Hamlin, 4.3″ su Bowman, 5.6″ su Byron, 5.8″ su Briscoe, 6.5″ su Gibbs, 6.7″ su Larson, 7.3″ su Reddick, 8.1″ su Blaney e 10.0″ su Wallace che precede Logano il quale ha appena passato e lasciato sul posto un Busch che entra in crisi. In ottica Challenge, sia Gibbs che Nemechek (virtuale lucky dog) sono due posizioni davanti a Reddick e T.Dillon.

Il long run inizia a farsi sentire e Larson supera Gibbs portandosi dietro Reddick che, tuttavia, non riesce a scavalcare Ty. La classifica si assesta: Bell finalmente passa Buescher, McDowell fa lo stesso su Busch venendo seguito poi da un Gragson in grande forma, Briscoe passa davanti ad un Byron ancora altalenante per il sottosterzo. Hamlin, invece, stacca Bowman ed inizia qui il vero recupero anche se Elliott appare nel complesso in controllo.

Ai -85, con Denny a 3″ dal leader, arrivano anche i primi report direttamente dai piloti con Preece che vede la pioggia non troppo distante da curva2. È chiaro che la #11 stia forzando anche per questo ed Hamlin recupera decimi su decimi al punto che ai -80 è a 1.8″ da Elliott. Il più veloce in pista è tuttavia Larson che in sequenza supera Byron e anche Briscoe. Busch, invece, sta andando in picchiata.

Ai -77 arriva il primo annuncio di gocce di pioggia ed è da parte di Gragson, ma la NASCAR dice che si può proseguire. Al muretto i cervelli fremono per un grande problema: si è aperta la finestra per l’ultima sosta e quindi bisogna capire se guardare lungo senza farsi prendere dal panico oppure osare. Clamorosamente, la prima fazione prenderà il sopravvento, soprattutto se si pensa in ottica ribaltone della griglia playoff.

Briscoe va ai box ai -76 seguito al giro successivo da Larson, Byron ed un Reddick che era rimbalzato in pista dietro a Blaney. Ovviamente anche Busch deve pittare per cambiare qualcosa all’assetto. Ai -74 è la volta di Bowman e Gibbs, ai -73 del leader Elliott (che rimane leader virtuale) con Hamlin, Blaney e Logano (grave errore con uno speeding).

A questo punto sono rimasti già pochi audaci e sono Wallace, McDowell, Gragson, Chastain, Cindric (al quale dicono che la pioggia ha rallentato nell’avvicinamento) e Bell. Uno dopo l’altro si fermeranno tutti. Tutti tranne Bell che passa al comando a 67 giri dalla fine. Una caution in questo momento farebbe esplodere il gruppo e la caution arriva ai -63, proprio per la pioggia che sta cadendo leggermente sul rettilineo opposto.

Dopo una breve moviola, la classifica vede Bell al comando su Austin Dillon, Elliott, Hamlin, Larson e Bowman con la coppia Hendrick che poco prima aveva rischiato con Keselowski. Byron e Gibbs si stavano giusto sdoppiando dalla #20, ma l’analisi rimette William come lucky dog e Ty come primo dei doppiati.

La pioggia ha già smesso di cadere e quindi la direzione gara decide di aprire la pit lane. Siamo a 60 giri dalla fine e arriva il momento decisivo della corsa: ovviamente Bell e Dillon devono pittare, ma lo fanno a sorpresa anche Elliott (il cui muretto si dimostra ancora poco lungimirante con una scelta che non è né carne, né pesce ovvero due gomme), Larson e Bowman. In sintesi, delle auto a pieni giri tira dritto solo Hamlin, non per impedire delle wave around, ma solo per la track position.

Alla ripartenza, dunque, Hamlin guida su Bell, A.Dillon, Elliott, Bowman, Larson, Byron, Gibbs, Reddick, Briscoe, Blaney, Wallace, McDowell, Chastain, Suárez, Busch, Gragson, Cindric, Preece, Buescher, Keselowski e Smith, ad un giro Haley, Logano, Nemechek e T.Dillon.

Bandiera verde a 57 giri dalla fine (sempre sulla carta) ed Hamlin dall’esterno mantiene il comando su Bell mentre Elliott perde la chance preziosa perdendo un paio di giri dietro alla #3 che era pure scattata male e quando arriva il sorpasso ha già perso 2″. I 13 giri di differenza sulle gomme per il momento non si fanno sentire e Denny, al quale dicono che la pioggia ora sia a soli 15′, si prende mezzo secondo di margine sul compagno di squadra. Reddick, intanto, ha completato la rimonta e superato Gibbs.

Ai -50, dunque, Hamlin guida su Bell, Elliott, A.Dillon, Larson, Bowman, Byron, Reddick, Briscoe, Blaney, Gibbs e Wallace; Nemechek rimane davanti a T.Dillon. Nei giri successivi Austin perderà posizioni.

Inizia qui la lunga caccia di Bell ad Hamlin, ma è un copione che si ripete identico una, due, tre, cinque… volte: la #20 si piazza all’esterno a tre decimi dalla #11, poi si lancia, arriva ad un decimo dal sorpasso, poi non riesce a chiudere la manovra e rimbalza a mezzo secondo, poi torna a tre decimi e si riprende da capo. Elliott, in tutto questo, non riesce a riprendere i leader. Ai -35 forse la chance più ghiotta, ma il doppiaggio di Suárez toglie qualche centimetro di spazio e dose di coraggio.

Il muretto mette fretta a Bell, gli dicono che la pioggia vera arriverà ai -15 e quindi è necessario il sorpasso, cercando anche di approfittare dei doppiati (non Yeley che si ritira sfinito dal caldo) in arrivo. Anche dietro c’è movimento in questa ottica con Blaney che supera Briscoe e si ripete su Reddick. Ai -20 Hamlin ha i famosi 0.3″ su Bell, seguono Elliott (+1.2″), Larson (+1.5″), Bowman (+4.4″), Byron (+6.1″), A.Dillon (+7.1″), Blaney (+7.9″), Reddick (+8.7″) e Briscoe (+10.0″), Gibbs 11°, JHN 24° davanti a T.Dillon.

Ai -16 arriva la caution, ma non è per la pioggia, è per Chastain (in quel momento 13° dietro a Wallace) che perde il controllo – non si sa se per servosterzo o cedimento – in curva2 e finisce a muro. Ross, cercando di tornare ai box, perde il controllo e si spiaggia sull’apron; Logano è il lucky dog.

Questo fatto sicuramente toglie spazio e tempo a Bell dato che la pioggia era data in arrivo proprio in questi minuti. Minuti che diventano secondi, dato che già ai -15, a gruppo non ancora ricompattato, ricominciano a cadere le gocce in curva2. Stavolta è arrivato il nuvolone nero e la pioggia diventa acquazzone in pochissimo tempo. La NASCAR decide di fermare la corsa per tempo, quando mancano 13 giri (e qualche centimetro) alla fine.

Poi il diluvio si prende Dover, l’acqua cade a catinelle e la scena principe, oltre all’intervista di Gragson, è quella di Miles the Monster, il trofeo per il vincitore, che prima viene portato a mano e poi su un carrellino nel trasferimento dalla sala stampa alla victory lane.

La NASCAR, ora, è davanti ad un dilemma: l’acquazzone è stato davvero intenso e la pista è molto bagnata, ma allo stesso tempo mancano 2h38′ al coprifuoco dell’oscurità, dunque il tempo per eventualmente asciugare la pista e completare i 13 giri mancanti ci sarebbero. Il diluvio dura nemmeno 10′, poi esce l’arcobaleno, torna anche qualche sprazzo di sole e quindi la direzione gara decide di asciugare la pista.

Dopo 56’23” di bandiera rossa, la pista è (quasi) pronta, a sufficienza per la NASCAR per far riaccendere i motori. Con una decisione (finalmente) saggia, si decide di far uscire le auto dalla pit lane e poi farle fermare di nuovo sul rettilineo opposto – tecnicamente in regime di caution, ma è come se fosse bandiera rossa – per ancora 5′ per asciugare anche la pit lane senza far perdere giri preziosi.

Si riapre anche la pit lane e tirano dritto in otto: i primi sette (Hamlin, Bell, Elliott, Larson, Bowman, Byron ed A.Dillon) più Gragson, mentre Blaney, Reddick, Briscoe, Gibbs, Wallace ed altri cambiano gomme. Tyler esce dai box davanti a Briscoe, Blaney e Gibbs, dunque mantiene la leadership nel Challenge così come JHN su T.Dillon.

Hamlin si lamenta dei rigagnoli che scendono dal muretto, le cosiddette weepers, in curva3-4, ma vengono asciugate al volo quel tanto che basta per la ripartenza dei -8. Al choose cone Denny va esterno con Elliott, Bowman e Gragson, Bell interno con Larson, Byron ed A.Dillon.

Green ai -8, caution ai -8/-7: lo scenario è quello già visto più o meno in precedenza, solo a corsie invertite ed in un’altra curva. Hamlin e Bell si fanno tutto il giro affiancati, poi Christopher perde ancora il controllo tutto da solo all’interno di curva4. Stavolta non ne escono indenni tutti: nel provare ad evitare la #20 si toccano Briscoe, Gibbs, Gragson e Byron con questi ultimi due che finiscono a muro e saranno costretti al ritiro, un amaro ritiro per Noah che perde un’occasione d’oro (puntando il dito contro Ty). Lucky dog per Haley.

La classifica aggiornata vede Hamlin ancora primo su Larson, Elliott, Briscoe (primo con gomme fresche), Bowman, Wallace, Gibbs, Reddick (dunque c’è stato il sorpasso così come più dietro fra T.Dillon e JHN), A.Dillon e Blaney. Soste solo per Bell e Logano.

La pulizia della pista si dilunga e quindi si va ad un overtime “a cavallo” del giro 400. Al choose cone Hamlin va ancora esterno con Briscoe, Bowman, Gibbs e Blaney; Larson interno con Elliott, Wallace, Reddick ed A.Dillon, dunque sarà sfida fra tandem di compagni di squadra.

Green ai -2, caution ai -2: mentre Briscoe sospinge Hamlin davanti con Chase che lo segue, poi Larson, Bowman e Gibbs, in coda in curva2 c’è un incastro fra Smith, Preece e Logano in cui finisce Zane a muro.

In questo mezzo giro si è praticamente deciso il penultimo turno dell’In-Season Challenge: Gibbs ora è a +5 su Reddick in vista del secondo OT, ma soprattutto Ty Dillon si prende il lucky dog ai danni di Nemechek.

Nuova ripartenza con i cinque citati a precedere Wallace, Elliott, Blaney, Buescher e Reddick. Altro choose cone ed Hamlin va ancora esterno con Larson e Gibbs mentre Briscoe si prende la prima fila con Bowman ed Elliott.

Bandiera verde ancora ai -2 e le due Toyota partono bene, Briscoe sembra avere la chance in curva2 per chiudere il sorpasso, ma non ce la fa per qualche centimetro, poi ci riprova anche in curva4 tuttavia finisce leggermente loose all’interno della #11, deve alzare il piede e allora Denny si invola verso un nuovo successo a Dover.

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Denny Hamlin conquista la quarta vittoria stagionale, 58esima in carriera, sfruttando al meglio l’esperienza ed il connubio col muretto (ahi ahi ahi caro Elliott…) per battere sia la pioggia che i rivali diretti. Briscoe è secondo al traguardo davanti a Bowman, Larson, Gibbs, Elliott, Wallace, Blaney e i rimontanti Buescher e Keselowski (dopo una gara in fondo alla top20), a seguire Busch (con Richard Childress che perde un po’ le staffe via radio, forse con 10 anni di ritardo, per le performance del team), Reddick, McDowell, Logano, A.Dillon, Cindric, Haley, Bell, Preece e T.Dillon.

Mentre Hamlin si fa forza, anche in ottica ambito titolo ma senza nominarlo troppo (pensa più a quota 60 e alla top10 all-time), gli occhi e i microfoni sono tutti per Ty Dillon che avanza ancora un altro turno e vola in finale dell’In-Season Challenge dopo essere partito da 32esima e ultima testa di serie. E dove si va ora? Ad Indianapolis, luogo della sua unica vittoria in NASCAR Xfinity Series nel 2014. E chi batté in quel giorno? Una Toyota col #54 sponsorizzata Monster (allora guidata da Kyle Busch). Corsi e ricorsi storici che potrebbero ripetersi domenica.

I risultati odierni

La classifica della “Autotrader EchoPark Automotive 400”

La classifica generale

Così in campionato a 5 gare dalla fine della regular season della NASCAR Cup Series 2025

Il tabellone del NASCAR In-Season Challenge dopo il quarto round:

Le altre categorie

Xfinity Series: Zilisch vince ancora in una gara interrotta dalla pioggia

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la NASCAR farà tappa a Indianapolis. Venerdì notte la Truck Series sarà di scena all’Indianapolis Raceway Park, poi l’azione si sposta all’Indianapolis Motor Speedway, sabato con la Xfinity Series e domenica con la Brickyard 400 della Cup Series che vedrà anche la finale dell’In-Season Challenge fra Ty Gibbs e Ty Dillon.


Immagine: Media NASCAR

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