NASCAR | Cup Series: dominio Penske, Logano vince nuovamente ad Atlanta!

di Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 10 Settembre 2024 - 09:30
Tempo di lettura: 21 minuti
NASCAR | Cup Series: dominio Penske, Logano vince nuovamente ad Atlanta!

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Blaney vince la prima stage e chiude terzo, Cindric la seconda stage e finisce decimo dopo 92 giri in testa, Logano emerge nel finale e vince la prima gara dei playoff battendo Suárez all’OT


Arrivano i playoff e spunta fuori Joey Logano come se questa fosse la sua stagione preferita. Annata storta con pochi risultati e una sola vittoria in circostanze rocambolesche al quinto OT a Nashville? Ecco, arriva la prima gara dei playoff, quella in cui i giochi iniziano a farsi seri, e il pilota del Team Penske piazza la sua zampata ad Atlanta togliendosi dai guai e avanzando direttamente al Round of 12. Quella della Georgia è stata una corsa dominata dalla scuderia di Roger dato che i tre piloti messi insieme hanno guidato per 134 dei 266 giri disputati, Cindric 92 nella prima metà, Blaney 33 all’inizio, Joey i nove finali, quelli che contavano per battere il vincitore della gara primaverile, ovvero Daniel Suárez.

La gara

I playoff della NASCAR Cup Series iniziano ad Atlanta che, essendo classificato come superspeedway, non vede la disputa delle prove libere. Si va dritti in qualifica al sabato, ma l’attenzione non è per nulla su Michael McDowell (quinta pole in stagione e in carriera, tutte su superspeedway) che precede le altre Ford di Blaney, Gilliland, Berry e Cindric, bensì su Denny Hamlin.

In mattinata, infatti, è esplosa la bomba sul caso rinnovo dell’accordo sui charter (seguirà approfondimento nei prossimi giorni, nda) e Denny Hamlin col suo 23XI Racing si è trovato all’improvviso da solo nella battaglia economica contro la NASCAR visto che solo lui (ed il FRM) non hanno firmato l’accordo all’ultimatum imposto con le buone o con le cattive. Poi in qualifica altro disastro in casa motori Joe Gibbs Racing: un cavo di una candela si stacca e quindi la #11 finisce al 38° e ultimo posto in griglia di partenza. E non è finita qua: nei check della domenica mattina si riscontra lo stesso problema anche sulle vetture di Truex e Gibbs (ma non Bell) e quindi tre Toyota partiranno dal fondo dello schieramento.

Alla bandiera verde McDowell resta al comando e in pochi metri si mette davanti a Blaney nella sua stessa corsia. Guadagna un paio di posizioni invece Larson, quasi unica Chevy in un mare di Ford in top10, che si piazza al quarto posto dietro a Berry. Alle loro spalle inizia già il rimescolamento che sarà continuo, sali e scendi fra 2- e 3-wide impossibili da raccontare nel dettaglio.

Chi si mette all’opera fin da subito è la coppia Truex-Gibbs che recupera le posizioni perse prima della bandiera verde. Hamlin invece no. Denny ed il suo crew chief optano per una strategia ultraprudente alla ricerca di punti sicuri (secondo Hamlin circa 20) al traguardo, evitando di finire in un big one che tutti temono. E così la #11 si mantiene all’ultimo posto.

Dopo i primi giri nel gruppo di testa si cerca di formare una fila indiana, anche se basta poco a scombinare tutto, ad esempio un ripetuto scambio di posizioni fra Berry e Larson per il terzo posto, poi poco più dietro nessuno vuole stare tranquillo, Dillon recupera terreno mentre Gilliland ne perde. Un blocco di piloti playoff vuole risalire la graduatoria e chissà cosa succede di non inquadrato fuori dalla top10 per vedere piloti come Keselowski, Bell e Reddick oscillare continuamente fra 15esima e 25esima posizione. In difficoltà ancora, dopo il 30° posto in qualifica, Suárez passato da Truex e Gibbs.

Sulla lunga distanza le Toyota faticano ancora: Gibbs era stato l’unico in top20 in qualifica (20°), ora Wallace è l’unico in top15 ed è 15° in lotta con Elliott cercando di seguire un buon Hemric e Chastain. Bene invece Burton, che si deve giocare oggi la sua unica chance per sognare ancora, di poco fuori dalla top10. Dopo 20 giri, invece, Truex e Gibbs hanno guadagnato ed entrano in top20 e pure Hamlin in coda sembra aver avuto l’ok per attaccare e passa Yeley e van Gisbergen, tuttavia una vettura un po’ loose (la costante nel gruppo tranne qualche rara eccezione come Logano) frena il suo entusiasmo e la prudenza lo tiene in coda.

Man mano che passano i giri, infatti, le vetture si fanno sempre più difficili da controllare, la corsia esterna è ancora poco adatta da percorrere. Il primo a dover alzare il piede per tenere il controllo dell’auto è Gilliland che in curva2 perde terreno ed esce dalla top10. Ne beneficiano Burton, Chastain ed Elliott.

Intanto in vetta si va formando sempre di più il leitmotiv della corsa: un pilota (al massimo due) e poi dietro di lui/loro un gruppo di testa 2-wide compatto che man mano che si scende in classifica diventa sempre più ricco di entropia. In questa fase le coppie dietro a McDowell e Blaney sono Larson-Berry, Logano-Bowman, Cindric-Byron. Ma il rimescolamento, come detto, è continuo: Cindric approfitta dell’assetto non ottimale del compagno di squadra sulla #22, salta una fila, poi un’altra, raggiunge Blaney e lo aiuta per il primo lead change della corsa che arriva esattamente a metà stage, giro 30 di 60 (260 quelli totali).

McDowell finisce nel traffico e perde posizioni subito non riuscendo a replicare alla manovra di Blaney, perdono terreno anche Logano, che quindi fallisce la formazione del trenino Penske e che prosegue la battaglia con Bowman, e Berry. Cindric nel frattempo era in battaglia con Larson, tuttavia Kyle riesce a difendersi e prova l’attacco attorno ai -15 sul leader che tuttavia non va a buon fine.

Questo nuovo rimescolamento, incluso un attacco di Chastain respinto, porta ad avere in top6 tre vetture Penske all’interno e tre vetture Hendrick all’esterno. Equilibrio destinato a durare? No, perché Logano si infila davanti a Byron, Blaney avanza e torna a coprire due corsie. Il gruppo si sta ricompattando ed in molti notano un nuovo ingresso in top10, quello di Stenhouse, il primo a sfruttare davvero la corsia esterna. Byron invece si perde mentre Briscoe guadagna per poi rimbalzare nuovamente.

Siamo ormai allo sprint finale, si cerca di capire se ci saranno attacchi netti. La novità principale sembra essere il fatto che Cindric ha risolto il 2-wide con Larson mettendosi lui secondo e Kyle terzo. Poi, però, ai -5 il colpo di scena. Larson in curva1 perde il controllo della vettura all’improvviso, di netto. Foratura? Sospensione ko? Vettura improvvisamente loose e overcorrection d’istinto? Probabilmente non lo sapremo mai perché dopo l’impatto violento della #5 contro il muro non rimane molto di integro. È uno dei botti più violenti nella storia della Next Gen eppure Kyle ne esce indenne, anche dopo essere stato centrato nella carambola da Briscoe.

Due piloti playoff ko dopo poco più di 50 giri, uno il leader della graduatoria che si è giocato il bonus (quinto DNF per Larson su sei gare dal rifacimento di Atlanta), uno ora quasi obbligato a vincere per passare al Round of 12. E così Blaney vince la prima stage sotto caution davanti a Cindric, Bowman, Logano, Stenhouse, Chastain, Elliott, Byron, Truex e Gibbs che sono in top10; Burton 11°, Suárez 15° in forte rimonta, 17° Reddick, 19° Bell, 23° Keselowski, 32° Hamlin davanti ai solo McLeod, Preece, Yeley e Ware con questi tre che avevano perso nettamente la scia del gruppo. Per Larson e Briscoe rispettivamente il 37° e 38° posto con un punto portato a casa nel weekend.

Si apre la corsia dei box per il primo giro di soste. Bowman esce dalla pit lane al comando su Cindric, Stenhouse, Blaney, Logano, Byron, Chastain, Gibbs, Elliott e Truex, ma la classifica cambia ancora. Speeding per SVG ma soprattutto per Truex che torna in fondo; doppia sosta invece per Buescher, Jones (anteriore destra da sistemare) e Keselowski che puntano a fare il pieno fino all’orlo in una stage che sarà da 93 giri netti.

Bandiera verde e Blaney spinge Cindric fin troppo, al punto che rimane solo e così Bowman lo riprende. Al secondo tentativo il tandem Penske manda la #2 al comando prevalendo sulla coppia Chevolet. La terza fila invece è incrociata: Logano si è trovato dietro a Stenhouse, Byron è con Blaney ed il leader. Truex intanto si sta dando da fare per un’altra rimonta, Hamlin è invece ancora in coda, quasi pauroso di attaccare a causa di una vettura che è da un po’ a molto sovrasterzante.

Il gruppo di testa si assesta, prima avanzano Cindric e Blaney con Bowman che si infila dietro di loro, poi sembra formarsi di nuovo la fila indiana. E invece Chastain attacca dall’esterno entrando in top5, Byron si unisce a lui, Bowman reagisce e copre. Ma la sorpresa dopo l’inizio di corsa è che a seguire Chastain c’è Suárez. Gibbs invece è nella stessa situazione di Hamlin: troppo sovrasterzo, al punto che ha paura a restare nella top15 e vorrebbe sfilarsi. Pure Busch non è a posto: la #8 passa di colpo da tight a loose cogliendolo di sorpresa.

La sintesi di questo ulteriore rimescolamento è che si torna alla situazione della prima stage: un leader (ora Cindric) a precedere il gruppo 2-wide. E il plotone più compatto in vetta ridona calma alla gara a partire dai -70 con un fuel saving non esagerato, infatti tutti sono consapevoli che solo con un mare di caution si potrebbe andare a fine stage.

Fuori dalla top10, invece, c’è ancora movimento favorito da qualche occasionale 3-wide: risalgono un Haley onnipresente in queste gare e pure Truex. In una di queste manovre Justin rischia grosso sul paraurti di Elliott in curva4 e nella sbandata rischia di travolgere Busch. Martin ringrazia e rientra in top10 in appena 30 giri completando la seconda rimonta dal fondo. Arriva anche un altro in grado di sfruttare la corsia esterna: Erik Jones.

A rompere la calma, a metà stage netta (-47), arriva però una caution per detriti in pista; non ci sono doppiati né lucky dog. La classifica alla bandiera gialla vede Cindric davanti a Bowman, Blaney, Byron, Chastain, Stenhouse, Suárez, Elliott, Truex ed Haley con Logano sceso al 12° posto, Gibbs 20°, Burton sceso 24° e Hamlin ancora 33° ed in copertura.

Tutto però viene ribaltato da un giro di soste visto che è impossibile andare in fondo alla stage: c’è un mix di zero, due e quattro gomme, Wallace e Hocevar, che si è toccato con Reddick, commettono speeding, Bell invece si ferma fuori dallo stallo e quindi si prende una penalità, però Cindric rimane al comando su Bowman. Blaney, Suárez e Byron per una top8 tutta composta da piloti playoff.

Green ai -40 e Cindric rimane in controllo in una situazione che pare immutata se non per lo scambio di qualche addendo, pure Jones torna all’attacco in 3-wide. Il gruppo però non si assesta, ci sono vari rimescolamenti che ripartono dai -25, Logano, Byron e Suárez sono in battaglia, Haley riguadagna mentre Elliott perde e in questa fase sembra una notizia vedere Hamlin in top30 (29°).

Il rischio più grosso in questa fase lo corrono sul rettilineo opposto Suárez e Logano: Joey blocca un attacco all’interno del messicano fino alla doppia linea gialla (che non è gialla ma il concetto regolamentare in stile Daytona-Talladega è lo stesso), Daniel tiene giù il piede e sorpassa la #22 con due ruote sull’apron. La NASCAR indaga su eventuali penalità da comminare, tuttavia arriva un NFA, probabilmente perché alla fine la #99 è passata malgrado il blocco irregolare.

Suárez continua così ad avanzare all’interno ai -10 mentre Logano si trova invischiato nella lotta con Chastain e Jones, poi uscirà dalla top10 nelle miglia finale dopo un contatto con Gilliland in curva2 a causa di nuovo del sottosterzo crescente. La battaglia furiosa prosegue, ma stavolta senza incidenti: Cindric controlla e vince la seconda stage battendo Blaney che in volata passa Bowman, seguono Suárez, Byron, Stenhouse, Chastain, Elliott, Gibbs e Bell; Reddick in rimonta 11°, Logano 12°, Keselowski 13°, Truex 18°. Burton 21°, Hamlin 29°. Ancora niente lucky dog.

Altro break e altra sosta, solo che in questa occasione la situazione si ribalta completamente: sosta lenta per Cindric fra anteriore sinistra e pieno più abbondante degli altri perché essendo stato davanti ha consumato più benzina, Chastain e McDowell cambiano due gomme e balzano al comando su Stenhouse, Gibbs, Byron, Blaney, Bell, Bowman, LaJoie e Suárez con Truex, Elliott e Logano in top15, Cindric 19°, Hamlin addirittura (scegliete voi se in positivo o in negativo) 25°.

Secondo speeding per SVG mentre Haley si prende una penalità per un blocco precedente su Chastain verso curva3, solo che, a differenza del caso Logano-Suárez, Ross non è riuscito a sorpassare la #51 “annullando” così l’irregolarità. Berry invece finisce in coda per i troppi meccanici intervenuti sulla vettura.

Bandiera verde a 94 giri dalla fine e a lungo il gruppo rimane 2-wide alla ricerca di un nuovo equilibrio senza più il controllo di Cindric e Blaney. E infatti c’è movimento poco ordinato: Stenhouse ha un’esitazione mentre cerca di saltare la prima fila, entra leggermente in contatto con McDowell e perde un paio di posti in curva3, Michael riesce a rilanciarsi dopo la toccata, prova l’attacco a Chastain, tuttavia la manovra non va a buon fine e così deve vedersela con Byron.

Si capisce che la situazione non può reggere e infatti dopo dieci giri arriva la caution: niente big one però, infatti Nemechek (ancora una volta) perde la vettura da solo in uscita di curva2 e sbatte contro il muretto interno. La bandiera gialla è arrivata a pochi giri dall’apertura della finestra per l’ultimo pieno e quindi praticamente tutti vanno ai box per una sosta di sicurezza.

Solo due audaci tirano dritto: Gibbs e Wallace, poi alle loro spalle praticamente dei reduci. La pit lane affollata è una fucina di contatti: Suárez esce dallo stallo mentre Logano entra nel suo ed il contatto fra i due non solo è inevitabile ma coinvolge anche Reddick che arriva da dietro. Poco più avanti invece Elliott, dopo aver toccato Cindric, viene stretto a sandwich fra Stenhouse e LaJoie. Non inquadrato Jones viene toccato e mandato di traverso contro il muretto interno. Il risultato è una doppia sosta per il messicano (anteriore destra con il passaruota ed il cofano da sistemare), Stenhouse (cofano alzato per controllare la convergenza) e Jones mentre Elliott prosegue con il volante leggermente storto.

Alla green dei -79, dunque, Gibbs precede Wallace, Blaney, Chastain, Bowman, McDowell, Byron, Busch, LaJoie e Dillon con molti piloti dei playoff fra 11° e 24° posto (probabilmente il punto più alto della gara di Hamlin unito a quello poco dopo la ripartenza).

La coppia Toyota cerca di controlla il gruppo, Blaney (che prima aveva parlato di pandemonio nella pancia del gruppo) ora che è tornato in seconda fila si dovrebbe trovare meglio e invece dalla corsia interna perde terreno col passare dei giri. Recupera invece Chastain che va all’attacco – respinto – della prima posizione. La corsia esterna comunque avanza e Gibbs deve controllare, poi però emergono quattro auto: Ty, Wallace, Chastain e Busch che attacca, Chastain reagisce e facendolo affianca nuovamente Bubba.

Al passaggio significativo del giro 200 (dunque a 60 dalla fine) Wallace attacca in curva1 e infila Gibbs andando al comando approfittando di un momento di confusione alle loro spalle con Bowman che rimane solo, Busch che perde e poi aggira Byron.

Mentre si cerca l’ennesimo equilibrio, ecco che ai -55 un’altra caution. E stavolta nella rete ci finiscono di nuovo i pesci grossi. Buescher perde la linea in curva2 e tocca un Blaney appena uscito dalla top10 che è al suo esterno. Chris si appoggia alla #12 ed entrambe sbandano toccando il muro. Sul momento sembra che Blaney abbia la peggio, ma l’incidente non è ancora finito infatti Ryan salva la vettura tuttavia nel tornare verso il centro della pista si tocca fiancata contro fiancata con Truex.

Detto del lucky dog di Nemechek che recupera uno dei cinque giri persi, sul momento la classifica dei danni sembra essere Blaney-Buescher-Truex. E invece nei minuti seguenti cambia tutto: Buescher si ritira subito, Truex va in pit lane con il tirante della convergenza rotto (ed i team radio di Martin sono di fuoco) mentre per la #12 pare ci siano solo danni cosmetici. Certo, la fiancata di sinistra ha uno squarcio, gli angoli del paraurti sono o ammaccati o pieni di scotch, ma sono solo danni estetici per quanto notevoli.

Si apre la pit lane e il gruppo si spacca nuovamente: tirano dritti in 16 e sono nell’ordine Busch, Byron, Chastain, Elliott, McDowell, Bowman, Suárez, Logano, LaJoie, Gilliland, Reddick, Cindric, Smith, Haley, Gragson e Berry; Gibbs fa solo rabbocco ed esce davanti a Wallace. Riparazioni anche per van Gisbergen che perde quattro giri perché nell’evitare l’incidente è stato stretto a muro e anche lui si è trovato con la convergenza ko.

Green ai -49 e Busch rimane al comando sulla coppia Byron-Chastain, unico pezzo tranquillo in un gruppo 3-wide (in zona Logano che ancora in questi casi perde sempre qualcosa) e quasi 4-wide.

Man mano che la situazione si assesta comincia a venire il dubbio se il fuel saving e le caution per i leader siano stati sufficienti per andare fino in fondo. E comincia a fare paura Gibbs che può dare tutto e rientra in top10. Davanti si torna quindi a spingere, Elliott manda davanti Byron per un solo millesimo ai -37, tuttavia Busch si difende. Truex intanto fa dentro e fuori dai box con una vettura che all’inizio non riusciva a stare nemmeno sull’apron. Blaney cerca la risalita e torna in top20.

Quella che sembrava una corsa Penske, ora è diventata di Hendrick, infatti con Busch al comando e Chastain terzo ci sono in top5 Byron, Elliott e Bowman. Dietro di loro c’è a sorpresa la coppia FRM mentre Cindric cerca di collaborare con Logano, ma nel 3-wide e difficile. E così Gibbs dall’esterno può permettersi di aggirare tutti e passare dalla top10 alla top5. L’interno tuttavia reagisce e Chastain si porta al secondo posto davanti ad un 3-wide che vede affiancati Bowman, Elliott e Gibbs.

La miccia è davvero accesa, le corsie si scambiano l’inerzia e parte un po’ di shuffle. A vincere è l’esterno: avanza Byron, Busch non riesce a coprire e così la #24 mette il muso al comando ai -27 sulla spinta di Gibbs, poi però Ty prosegue nell’iniziativa e al giro successivo è lui a passare in prima posizione seguito da Suárez che dunque ha completato la rimonta malgrado l’incidente in pit lane. Busch cerca di resistere in ogni caso, salta Byron e si accoda a Logano poi superando di nuovo anche Joey.

La situazione si assesta ai -20 con Gibbs al comando sulla coppia Busch-Suárez, seguono poi Logano-Byron, Elliott-Chastain, Stenhouse-Gilliland ed un blocco di sei piloti playoff fino alla top15. La situazione regge fino ai -12 quando Ty sbaglia un blocco nel momento (col senno di poi) sbagliato e così Suárez ne approfitta per passare lui al comando. Un giro più tardi arriva una imprevedibile caution: un cartellone pubblicitario di Walmart cade in pista in ingresso di curva1. SVG è il lucky dog e passa da -4 a -3.

La classifica ai -10 vede dunque Suárez al comando su Gibbs, Busch, Logano, Chastain, Blaney (risalito pure lui in questi ultimi giri), Bell, Reddick, Elliott, Cindric, Wallace, Bowman, Stenhouse e McDowell che hanno perso nel finale. Pittare ora sarebbe deleterio e infatti lo fanno in pochi. Le vere sorprese sono quelle di Keselowski e Gilliland, non certo Gragson, LaJoie, Dillon, Smith, Berry, Yeley, McLeod ed un Jones ammaccato.

Si va ad cruciale choose cone: Suárez sceglie l’esterno con Logano, Chastain, Blaney ed Elliott, Gibbs va interno con Busch, Byron, Bell e Wallace. Bandiera verde ai -5 e la corsia di sinistra scatta meglio, molto meglio, tuttavia in fretta il tandem #54-#8 rimane da solo, Gibbs vedendo la rimonta dall’esterno copre da solo ma la differenza di velocità è troppa e così Suárez si infila fra le due vetture e si tuffa in curva3.

L’equilibrio è completamente saltato, Busch resiste e in curva4 va 3-wide mettendo Suárez in mezzo. Il messicano sembra spacciato, tuttavia arriva in suo aiuto un provvidenziale Chastain. Gibbs dall’esterno ha preso più slancio ed ai -4 deve coprire tre corsie. E in curva3 Ty sbaglia probabilmente per la seconda e definitiva volta: si tuffa all’interno coprendo un Busch che però è già una lunghezza dietro a Suárez al suo fianco. La #54 lascia così sguarnito l’esterno in cui Blaney sta spingendo ottimamente Logano.

In vista dei -3 sono di nuovo 3-wide (e tira aria di nuova volata storica dopo la primavera, con il vincitore ancora lì a giocarsela), tuttavia l’inerzia della #22 è nettamente più alta e così Logano mette il muso davanti con il messicano a resistere per un altro mezzo giro e invece Gibbs che in uscita di curva2 deve alzare il piede.

Si arriva così ai -2 con due tandem a decidere la corsa, all’esterno quello Penske, al centro-sinistra quello Trackhouse, dietro tutti o quasi 3-wide. E in questo arriva la caution: a un giro e mezzo dalla fine sul rettilineo opposto Burton tocca Gragson e lo manda in testacoda e a muro mentre lottano per la top15. Lucky dog per van Gisbergen ora a -2.

Si va dunque all’overtime con Logano dato al comando (e gli dicono che è a posto con la benzina) davanti a Suárez, Blaney, Chastain, Elliott, Bell, Wallace, Bowman, Gibbs e Busch. Il choose cone non cambia troppo la situazione: esterni vanno Logano, Blaney, Bell e Bowman, interni Suárez, Chastain, Elliott e Wallace.

Green per l’undicesima gara con OT in stagione (record storico eguagliato con nove corse di anticipo) e la #99 scatta leggermente meglio, tuttavia la parità regge fino a curva2, poi l’esterno si scompone leggermente ed Elliott si stacca. Ciò permette a Logano di entrare in curva3 con mezza lunghezza di vantaggio.

E la gara si decide in due piccoli momenti, proprio qui in curva3 e poi mezzo giro più tardi. Chastain ha una piccola esitazione, perde la linea e l’allineamento con il compagno di squadra che ci prova a proseguire da solo. Sul traguardo la #22 è davanti alla #99 di 0.020″, tuttavia Blaney è sul paraurti del compagno di squadra, Chastain sta recuperando con la scia. Dietro di loro un poco organizzato 3-wide con Bowman, Bell ed Elliott.

L’inerzia è delle Ford che entrano in tandem in curva1 entrambe davanti alla #99 che ne ha ancora e di side draft torna sotto a Blaney in curva2, là dove, purtroppo per lui, Chastain finisce ancora leggermente largo e offre il fianco agli inseguitori. Non c’è lo spazio per il blocco su Bell nel mezzo e così Ross deve restare lungo il muro a sperare in Elliott. La spinta di Chase arriva, fin troppa al punto che la #1 sbanda e si appoggia al muro in curva3.

Logano è scappato e deve gestire il 2-wide alle sue spalle. Joey ha la gara in pugno, però la vittoria gli arriva con qualche metro di vantaggio: in curva4 un Stenhouse incollato a Bubba non aiuta Wallace nel non finire largo (la #23 stava perdendo la linea già di suo) e così la Toyota tocca Chastain che finisce nuovamente a muro e innesca un piccolo big one che coinvolge anche Gilliland, Smith, Berry, Nemechek, Jones, van Gisbergen, Ware, Harrison Burton (che perde punti preziosi e non taglierà il traguardo) e soprattutto, nella beffa delle beffe e nel contrappasso strategico di chi è stato in confusione per tutta la corsa, un Denny Hamlin che alla bandiera bianca era comunque appena 21°.

Joey Logano torna dunque al successo con la seconda vittoria stagionale (e la seconda ad Atlanta) precedendo in un finale alla moviola i rimontanti Suárez e Blaney, un Bell emerso nel finale, Bowman, Reddick, Busch, Elliott (che nei finali in casa tende spesso ad allargare e mandare a muro qualcuno), Byron e Cindric; Gibbs 17°, Keselowski 19°, Hamlin 24°, Burton 31°.

Non ci sarà più il teorema di Logano basato sulla livrea Shell-Pennzoil (seconda vittoria sulle 34 in carriera non in giallo-rosso), tuttavia forse bisogna pensarne uno sulla vittoria alla prima tappa di un round. Una volta la specialità era quella del Round of 8 in ottica Championship 4, ma anche negli altri turni il due volte campione dimostra di vederci lungo. E rimanere pericoloso per le fasi successive.

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