Ryan Blaney vince la Coke Zero Sugar 400 a Daytona. Reddick e Bowman conquistano gli ultimi posti liberi ai playoff
Parlare di Daytona non è mai semplice, soprattutto se ci si vuole focalizzare su un unico protagonista. Ryan Blaney si è portato a casa la Coke Zero Sugar 400 grazie all’abilità innata di sfruttare le occasioni che gli si pongono davanti. Nei superspeedway fa poca differenza avere l’auto più veloce del lotto o meno, bisogna essere nel posto giusto al momento giusto, e il campione 2023 non ha fatto nulla di più (o di meno). La regular season è giunta al termine, chissà che sorprese ci regaleranno i playoff!
La regular season della NASCAR Cup Series è oramai giunta ai titoli di coda. La lista definitiva dei partecipanti ai playoff si decide durante la ventiseiesima gara di campionato, la Coke Zero Sugar 400 al Daytona International Speedway.
Il Daytona International Speedway è uno dei due superspeedway presenti nel calendario. Il circuito, costruito nel 1959, non è mai cambiato radicalmente, rimanendo sempre un ovale a 4 curve dalla lunghezza di 2.5 miglia (o 4 km), da percorrere sempre a pedale destro abbassato. L’ampio banking e le folli velocità che vengono raggiunte rendono la pista più veloce della Florida famosa per la possibilità di assistere a grossi incidenti, soprattutto nel finale di gara.
La Coke Zero Sugar 400, tappa estiva della NASCAR Cup Series a Daytona, è un appuntamento storico che si tiene ininterrottamente dal 1959. La distanza attuale, fissata a 400 miglia (160 giri) è stata istituita nel 1963. Dal 2020 questa gara ha un’importanza ancora maggiore, dato che è quella che chiude la regular season e, quindi, ha il ruolo di definire i partecipanti ai playoff.
Sono addirittura 40 gli iscritti a questa gara. Richard Childress Racing cambia il pilota della #33, che passa dalle mani di Love a quelle di Austin Hill. Partecipano alla gara anche Live Fast Motorsports, NY Racing Team e Garage 66, che schierano, rispettivamente, B. J. McLeod, Joey Gase e Casey Mears. 23XI Racing, invece, non porta in pista la sua quarta Toyota.
Essendo l’ultima gara della regular season, bisogna anche ricordare con quali possibilità i piloti rimanenti possono accedere ai 2 posti ancora liberi dei playoff. Tyler Reddick ha bisogno di una nona posizione sul traguardo per assicurarsi la partecipazione alla lotta titolo.
Lo stesso non si può dire di Alex Bowman, che, invece, per superare il rivale in classifica gli deve recuperare ben 29 punti, l’equivalente di un secondo posto con doppia stage win e il giro veloce con il rivale al massimo decimo. Per tutti gli altri piloti è obbligatorio vincere per ricevere il biglietto per i playoff.
Le avverse condizioni meteorologiche impediscono lo svolgimento delle qualifiche. La griglia di partenza viene quindi decisa dall’algoritmo, il quale premia Ryan Blaney, pilota della Ford #12 del Team Penske, e Alex Bowman, alfiere della Chevrolet #48 di Hendrick Motorsports, con la prima e la seconda posizione al via.
La gara
Blaney, spinto da Logano, scatta bene dalla linea esterna e si impone su Bowman, interno. Non tutto è perduto per il ragazzo di Hendrick che sfrutta l’aiuto del compagno Larson sul backstretch per mettere il muso davanti al poleman. Il campione 2023, nonostante ciò, riesce a spuntarla sulla linea del traguardo. Contemporaneamente Byron si ferma sulla piazzola di sosta per uno stop and go a causa di una penalità subita ai controlli tecnici.
Al secondo giro Bowman guadagna terreno (e la prima posizione) dopo pochi metri, ma Blaney, forte della spinta di Logano, avanza vistosamente sul backstretch. La manovra riesce così bene da permettere anche ad Hamlin di passare sulla linea del traguardo davanti alla Chevy.
La creazione di una terza corsia mette Blaney nelle condizioni di compiere una decisione importante. Il pilota Penske si mette sulla linea centrale durante la tornata numero 3. La scelta si rivela vincente, dato che le file laterali arretrano sensibilmente nel corso dei passaggi successivi.
Il doppiaggio di Byron, avvenuto durante il settimo giro, più precisamente in curva 2, mette in discussione l’equilibrio della corsa. Già, perché le corsie tornano ad essere due e Blaney, situato all’interno insieme al draft partner Logano sceglie, almeno inizialmente, di non muoversi dall’interno.
La rimonta dell’outside lane, però obbliga i due alfieri Penske a cambiare strategia. Blaney inizia a spostarsi fra le due corsie durante il giro 9 prima di piazzarsi definitivamente all’esterno alla seconda curva della decima tornata.
Suarez, leader della corsia interna, sfrutta la ghiottissima occasione per passare all’attacco, superando Blaney alla seconda curva dell’undicesimo giro. Il messicano, però, non ha tenuto conto di Logano che aiuta il compagno di squadra a riprendere la testa della corsa.
La battaglia viene interrotta in curva 4 da un incidente di percorso. Sulla Ford di Mears si verifica la foratura di entrambi gli pneumatici di destra. Il veterano, bravissimo nell’evitare di sbattere violentemente contro le barriere, rientra subito in pit lane per una sosta di emergenza. Anche altri piloti, tra cui spiccano Buescher, Gibbs, van Gisbergen, Larson e Ty Dillon, decidono di anticipare il primo pit stop di giornata. Il lucky dog di Byron permette a tutti di essere a pieni giri.
La ripartenza sorride a Blaney, esterno, che, grazie alla spinta di Logano, si impone immediatamente su Suarez. Il messicano non sembra trovarsi a suo agio durante le prime miglia sotto bandiera verde, tanto che viene superato anche da Keselowski e Wallace.
Già al giro 17, però, Suarez recupera tutto il terreno perso e, sul backstretch, si mette dietro Blaney il quale contrattacca facilmente in curva 3. Questa possibile battaglia viene interrotta pochi secondi più tardi.
Giro 18. In uscita da curva 4, Reddick allarga la sua traiettoria e tocca Gilliland. Le turbolenze destabilizzano le due auto che vengono sbalzate nell’inner. Ad avere la peggio è la Toyota #45 che sbatte abbastanza violentemente contro le barriere poste all’interno della pista. Entrambi i piloti si fermano dai meccanici.
Anche altri piloti, tra cui spiccano Elliott, Nemechek, Briscoe, Byron e Ware, decidono di svolgere il primo pit stop. Buescher, invece, sfrutta la caution per svolgere un controllo alla sua Ford. Lucky dog per Mears. L’incidente mette Reddick in una posizione estremamente difficile: dei danni a inizio gara sono proprio l’ultima cosa di cui ha bisogno per poter accedere ai playoff. Che la sua stagione sia compromessa?
La ripartenza premia, in quest’occasione, la linea interna. Wallace, difatti, scatta così bene dall’interno da arrivare a coprire Blaney, a capo della corsia esterna, sul backstretch. La riscossa di Suarez, sulla inside lane, obbliga il vincitore di Indianapolis a zigzagare per mantenere la leadership.
Al giro 25 cambia ancora una volta tutto. Suarez viene spinto da Busch sul backstretch e sfrutta la sua velocità per spostarsi a capo della linea esterna nel momento in cui si crea una terza corsia. Il messicano diventa così leader della corsa.
Al giro 27 avviene il fatto più importante della gara. Durante un frenetico scambio di corsie, Wallace, situato sulla corsia centrale, anche se è leggermente esterno, vira a sinistra all’imbocco del frontstretch. La manovra avventata porta la Toyota del nativo dell’Alabama contro Logano che, a sua volta, colpisce Busch, situato alla sua sinistra. Si innesca così una gigantesca carambola che coinvolge anche Smith, Hamlin, Stenhouse Jr., Cindric, Gragson, Bowman, Herbst, Hill e Hocevar.
I danni sono giganteschi. Basti pensare che per rendere percorribile la pista la direzione gara decide di sospendere la sessione per una decina di minuti. L’esito della vicenda è il ritiro di Herbst, Cindric, Gragson, Wallace, Bowman e Stenhouse Jr. Gli altri piloti coinvolti, invece, se la sono cavata, anche se devono sottoporsi a delle ingenti riparazioni. Basti pensare che Busch resta fermo nei box per quasi un’ora prima di tornare in pista.
Moltissimi piloti sfruttano la caution per fermarsi. Alcuni di loro sono Suarez, Keselowski, Byron, Buescher, Austin Dillon, Jones, Gibbs, Hill e Custer. Mears, unico doppiato, ha il diritto di recuperare un giro. Il ritiro di Bowman ribalta completamente la situazione in campionato di Reddick, il quale diventa così il quindicesimo pilota qualificato ai playoff. Le speranze di raggiungere la lotta titolo da parte del pilota dell’Arizona risiedono tutte nel nome del vincitore: se è un nome “già noto”, sarà lui ad occupare l’ultimo posto, altrimenti sarà proprio colui che si imporrà sotto la bandiera a scacchi.
Blaney continua a guidare il gruppo alla ripartenza. Il campione 2023, aiutato da Larson, sfrutta il banking dato dalla linea esterna per allungare su McDowell, interno, una volta che i due hanno raggiunto il backstretch.
Al giro 35, l’ultimo del primo stage, si crea una terza corsia all’esterno. Blaney, per difendere la prima posizione, decide di andare interno sul backstretch. Così facendo, però, il poleman lascia strada libera a Larson, che, in curva 4, guadagna all’ultimo la testa della gara.
Kyle Larson, pilota della Chevrolet #5 di Hendrick Motorsports, vince lo stage 1 a Daytona. Chastain, Blaney, McDowell, Haley, Logano, Gilliland, Preece, Briscoe e Bell. Tutti, ad eccezione di Chastain e Ware, sfruttano la pausa per sostare. Hamlin lucky dog.
L’inizio del secondo stage è nel segno di Ware. Il pilota di RWR scatta così bene dall’esterno da riuscire immediatamente a spostarsi davanti a Keselowski, interno. Nemechek ha così strada libera e, aiutato da Byron, sale in prima posizione sul backstretch. Cody, però, non si fa fregare e recupera la testa della corsa prima della linea del traguardo.
Al giro 43 Nemechek e Ware procedono affiancati fino alla creazione della terza corsia. In curva 4 il pilota Toyota, in centro, si sposta sulla linea esterna, lasciando così al rivale la testa della corsa. Il figlio d’arte, però, torna all’attacco alla seconda curva della tornata successiva. “JHN”, grazie alla spinta di Allmendinger, supera Cody, che risponde immediatamente assieme a Keselowski, diventato nel frattempo il suo draft partner.
Ware si ritrova così a guidare il gruppo in solitaria per una decina di giri. Durante questo periodo c’è sempre una corsia dominante (principalmente è quella esterna), di cui il pilota RWR è la punta di diamante. Dopo la riduzione del numero di file (ce ne sarà solamente una alla tornata numero 54), si assiste alla rimonta della linea interna.
Ty Dillon, difatti, riesce a riaprire la lotta per la prima posizione grazie all’attacco compiuto su Ware alla seconda curva del giro 56. Durante questo passaggio si assiste alla rimonta della corsia interna: oltre al ragazzo di Kaulig, anche Haley e McDowell passano sul traguardo davanti alla Ford #51.
Una volta conquistata la leadership, però, Ty Dillon non si sente al sicuro. Il fratello di Austin, difatti, dopo essere andato esterno per la prima volta all’inizio del giro 57, inizia a zigzagare in modo opulento. A nulla servono il tentativo di sorpasso di Haley, avvenuto alla quarta curva del passaggio numero 58, e il “patto di non aggressione” con Ware, dato che il pilota di Kaulig Racing mantiene la testa della corsa anche grazie a questa tecnica molto aggressiva.
Tutto cambia al giro 65, in cui si riforma la terza corsia. Ty Dillon, data la situazione, si mette al centro della carreggiata. La decisione si rivela sbagliata, dato che dalla linea interna salgono con foga Chastain e Preece, entrambi in grado di imporsi sul precedente leader della corsa alla fine del backstretch.
Le speranze di rivalsa di Ty Dillon vengono soffocate da Chastain, che si sposta sulla linea intermedia all’inizio del giro 66. Al passaggio successivo, però, quella che sembra essere una leadership duratura da parte di “Watermelon Man”, si rivela in realtà essere effimera, dato che van Gisbergen, nel frattempo diventato draft partner del compagno di squadra appena citato, si sposta sulla linea esterna e lo supera in curva 4. “SVG” si sposterà poi in centro, rendendo così sempre più salda la sua prima posizione.
La presenza di Hill, doppiato, scombina completamente gli equilibri. Al giro 70, difatti, la corsia esterna, guidata da McDowell, diventa quella dominante, anche se per poco. Già nel corso del passaggio successive le altre due linee arrivano a mettere in difficoltà quella più vicina alle barriere.
Ware e van Gisbergen superano così McDowell in curva 2. Tra i due prevarrà poco dopo “SVG”, in grado addirittura di tappare fisicamente il rivale su Ford dopo essersi spostato verso l’interno. Il rookie tornerà poi centrale.
Al giro 73 la linea esterna, guidata ancora da McDowell, avanza vistosamente sul backstretch. Il veterano completa il sorpasso sul debuttante già lungo il rettilineo, dato che è in questo punto che la Chevy di Spire si mette fisicamente davanti a quella di Trackhouse.
La resilienza è solo una delle molte qualità di van Gisbergen che, grazie alla spinta di Preece, guadagna velocità e si sposta interno alla terza curva del giro 74. La corsia centrale, però, non è più sinonimo di “potere di acquisto” e, per questo motivo, il neozelandese viene risucchiato dal gruppone una volta completata la virata verso destra. Ware, salito in cima all’inside lane, è il nuovo leader della gara.
Chastain prova a recuperare lo scettro della corsa già alla seconda piega del giro 75, ma Ware e la corsia interna sono ancora più veloci dei rivali vicini alle barriere. Tutto cambia durante la tornata seguente, in cui Logano e Keselowski sfruttano l’ampia conoscenza reciproca per guadagnare terreno. Il campione in carica, difatti, supera il compagno di marca in curva 3 e lo tappa fisicamente.
La leadership di Logano, però, dura meno del previsto. Il campione in carica, infatti, va largo già alla seconda piega del giro 77, lasciando ancora lo scettro della corsa nelle sapienti mani di Cody Ware, anche se per poco.
Già, perché Logano riprova l’attacco su Ware appena due miglia e mezzo più tardi. Il pilota Penske torna sulla corsia centrale all’imbocco del backstretch e, grazie alla spinta di Keselowski, prova a mostrare le sue ragioni a Ware. L’esperienza e le abilità di entrambi, però, non bastano per permettere alla #22 di tornare in cima al gruppo.
I sogni di gloria di Ware svaniscono quando, al giro 79, si sposta sulla linea centrale una volta raggiunto il backstretch. Questa manovra costa carissima al nativo della North Carolina, che sprofonda così in mezzo al gruppo. Briscoe, situato alle spalle del pilota di RWR, è il nuovo leader della Coke Zero.
Lo scettro della corsa, però, sembra non essere destinato a restare a lungo nelle mani di Briscoe. Già durante il passaggio successivo, più precisamente in curva 2, Custer prende l’iniziativa e recupera terreno nei confronti dell’ex compagno di squadra, che, nonostante diversi tentativi, non riuscirà più a riacciuffare. Anche Preece riesce a superare la Toyota #19 prima della fine dell’ottantesimo giro.
Durante la tornata numero 81 inizia la serie di soste sotto bandiera verde. McDowell, Ware e i due piloti Kaulig, Allmendinger e Ty Dillon, si fermano dai meccanici per fare rifornimento e cambiare gli pneumatici.
La “lotta strategica” verrà però annullata al giro 83, in cui la gara entra in regime di caution. Il motore della Chevrolet di Hocevar cede una volta raggiunto il backstretch, costringendo il giovane di Spire a parcheggiare la propria vettura nella via di fuga. Quasi tutti sfruttano il momento di pausa per svolgere la sosta. Gli unici che restano fuori, oltre ai 4 piloti citati nel paragrafo precedente, sono i 3 portabandiera Hendrick ancora in gara. Lucky dog per Hamlin.
La scelta di partire esterno permette a Byron di allungare immediatamente su Elliott che, nonostante riesca a farsi vedere in curva 2, non tiene a tenere il passo con i rivali. Il campione 2020 viene addirittura tappato da Larson, scattato alle spalle di “Willy B.”, che si mette così a capo della linea interna.
Al giro 89 Byron decide di spostarsi interno in curva 4 assieme a Logano il suo draft partner. L’alleanza fra i due, però, si rompe poco dopo, ossia quando il ventisettenne di Charlotte, North Carolina, decide di tornare sull’outside lane.
La strategia sorride a Logano che, grazie alla progressione dell’intera corsia interna, sopravanza Byron alla seconda curva del giro 90. Il campione in carica cerca di tarpare le ali al rivale spostandosi verso l’esterno, ma il pilota Hendrick capisce il trucco e smarca la Ford di Penske giocando d’anticipo e dribblando verso la doppia linea interna.
Al giro 91 Briscoe diventa protagonista della gara, dato che allunga dall’interno in curva 2 e passa esterno alla 4, prendendo così la prima posizione, che manterrà fino al giro 94 muovendosi a zigzag lungo tutta la superficie del tracciato.
I sogni di gloria del trentenne dell’Indiana si infrangono proprio all’inizio del penultimo giro del secondo stage, in cui rimane intrappolato al centro, sprofondando nel gruppone. Logano eredita così la prima posizione.
All’ultimo giro si crea una terza linea. Logano, per restare davanti, zigzaga tra le corsie, che tornano ad essere due sul backstretch. Qui il tre volte campione resta intrappolato all’interno nel momento in cui la top lane, guidata da Chastain, guadagna terreno in modo più che visibile.
Ross Chastain, pilota della Chevrolet #1 di Trackhouse Racing, vince lo stage 2 a Daytona. Bell, Logano, Byron, Nemechek, Blaney, Briscoe, Preece, Gibbs e Ty Dillon completano la top 10. Praticamente tutti i piloti sfruttano la pausa per svolgere una sosta. Hamlin lucky dog.
Alla ripartenza sono molte le Toyota nella parte alta dello schieramento. Bell, esterno, guadagna immediatamente terreno dopo essere stato spinto da Buescher, ma è Nemechek, aiutato da Jones, a prendere la prima posizione in curva 2.
Al giro successivo Bell si va vedere, ma la coppia di Legacy sa il fatto suo. Nonostante il pilota di JGR abbia mostrato gli artigli al termine del frontstretch e sul backstretch, Nemechek gli ha sempre risposto, salvo cedere la testa della corsa al rivale sulla linea del traguardo.
Il figlio d’arte prova a dire la sua al giro 104, più precisamente in curva 2, ma Bell risponde con foga. Durante questo passaggio si verifica anche una foratura alla gomma posteriore destra di Mears che, per la seconda volta, svolge un pit stop di emergenza.
Nemechek recupera la P1 all’inizio del giro 105, ma Bell non ne vuole sapere di lasciare andare davanti il compagno di marca. Il trentenne nato in Oklahoma attacca il figlio d’arte alla seconda curva della tornata numero 106, ma già alla 4 “JHN” gli è davanti.
Al giro 107 Nemechek ha così tanto vantaggio da potersi spostare sulla linea esterna in curva 2. Il ragazzo di Legacy, però, decide subito di tornare interno. Il motivo è presto detto: Jones ha preparato nel frattempo una bella spinta, che permette a entrambi i portacolori Legacy di guadagnare metri e di mettersi a capo dell’outside lane.
I sogni di gloria della coppia di Toyota vengono frantumati da una caution uscita al giro 108. Hamlin fora la gomma anteriore destra in curva 4 e rallenta vistosamente. Tutti decidono di svolgere la sosta finale nel corso di questa pausa. Molti di loro, tra cui spiccano Suarez, Nemechek, Ware, Chastain, Hill, Bell, Blaney e Smith, decidono di fermarsi un’altra volta dai meccanici per fare un rabbocco completo.
Le posizioni si sono completamente rimescolate durante questa caution. Austin Dillon scatta bene dall’interno, grazie anche alla spinta di Larson, e prende immediatamente il largo nei confronti di Logano, esterno. Il vincitore di Richmond, rimasto primo in solitaria, inizia a zigzagare sul backstretch per mantenere lo scettro della competizione.
Al giro 117 si creano tre corsie e Austin Dillon decide di restare in quella centrale. Logano, interno, esce bene da curva 4, ma il rivale torna immediatamente davanti al campione in carica, che tornerà all’attacco già durante la piega successiva, fallendo.
I rapporti di forza nella lotta per la prima posizione fra Dillon e Logano cambiano quando, alla fine del giro 118, Jones spinge la Ford #22, facendole guadagnare la testa della corsa sulla linea del traguardo. Durante i passaggi successivi, ogni attacco della Chevrolet andrà a vuoto. Oltretutto si torna su due corsie.
Logano tappa Austin Dillon all’esterno al termine del giro 121. I due andranno poi sulla linea interna alla seconda curva del passaggio numero 123, aggregando al loro trenino Jones, che li seguirà quando si butteranno pochi secondi dopo sull’outside lane.
Il patto tripartito viene rotto da Austin Dillon al giro 127, il quale, sfruttando la nascita di una terza corsia, si butta interno in curva 3. Logano, per difendere la leadership, precedentemente situata sulla linea centrale, va esterno e, così facendo, riesce a mantenere la posizione.
Il campione in carica zigzaga per un paio di miglia, ossia fino al momento in cui la fila centrale e quella interna arretrano. L’unico che prova a mettere pressione a Logano è Briscoe, che, risalito assieme alla middle lane, prova, senza successo, a mettere i bastoni fra le ruote al leader al giro 132.
Poco più tardi le corsie tornano ad essere due e ciò va a vantaggio di Briscoe, ora a capo della fila interna, che torna a farsi vedere in curva 2. Logano inizialmente si difende, ma la spinta di Jones permette al compagno di marca non solo di mettersi fisicamente dietro il rivale, ma anche di porsi a capo della linea esterna alla fine della tornata 135.
La risposta di Logano si fa attendere, anche se per poco. La Ford #22, difatti, sfrutta la spinta di Buescher per circumnavigare Briscoe e tornargli davanti alla fine del giro 137. Jones approfitta della situazione favorevole per farsi vedere poco dopo.
Al giro 138 si verifica un altro incidente. McLeod viene spinto contro il muro di curva 2 da Gilliland e rompe la sospensione anteriore destra. Il part timer, data la situazione sfavorevole, rallenta, ma riesce ad uscire di scena subito, scongiurando così il pericolo che si verifichi una caution.
Logano mantiene la leadership cambiando corsia ripetutamente fino al giro 142, in cui Jones, risalito assieme alla linea interna, obbliga il rivale a restare esterno in curva 2. Il tre volte campione, però, non vuole scendere a patti con “EJ” e lo incrocia alla 4, ma fallisce il tentativo di sorpasso.
Logano non molla e, dopo aver costretto il cangiante Jones a restare esterno, prova a superarlo alla seconda curva del giro 144. Il pilota Toyota, però, sfrutta un asso nella manica, Haley, per potersi allontanare senza problemi dalla Ford di Penske.
Al giro successivo Logano in curva ne ha di più ma, nonostante ciò, Jones ne ha di più, o almeno così sembra. Nel frattempo Allmendinger rallenta vistosamente sul frontstretch. Il pilota Kaulig perderà così un giro di gara.
Logano supera Jones sul frontstretch del giro 146. Chiaramente “EJ” non vuole restare dietro e, nel corso del passaggio successivo, si fa aiutare da Haley sul backstretch per guadagnare terreno. Il leader, però, può sfruttare la spinta di Buescher per restare davanti.
Al giro 148, però, cambia tutto. In uscita da curva 4, Logano, passato sulla linea esterna, è vittima di una folata di vento. La Ford scivola quindi verso l’inner, dove viene sfiorata dalla vettura di Buescher. Alcuni piloti, tra cui Austin Dillon, Briscoe, Suarez e Berry, sfruttano la caution per effettuare un rabbocco mentre Logano svolge delle lievi riparazioni. Nuovo lucky dog per Hamlin.
Haley, interno, guida i primi metri dell’ultimo restart grazie alla spinta di Preece. Sul backstretch, però, è Jones, aiutato da Larson, a prendere l’iniziativa. Justin, però, non ci sta e in curva 4 innesca la battaglia con la Toyota.
Haley è primo sul traguardo, ma Jones, al giro successivo, lo supera grazie ad una spinta importante da parte di Larson sul backstretch. La risposta a questo attacco viene data al passaggio numero 155, in curva 2, dove la Spire prende la leadership dall’interno.
Pochi metri dopo, sul backstretch, Preece allarga verso l’esterno e spinge largo Jones che, essendo fuori linea, perde moltissime posizioni nell’arco di qualche secondo. La Ford si lancia così all’attacco di Haley che supererà pochi metri prima del traguardo. Il primo della linea interna proverà a dire la sua al passaggio 156, ma la leadership della Mustang di RFK non sembra destinata ad essere scalfita.
Al giro 157 Haley, spinto da Buescher, riprova a passare a tutte le curve, ma Preece sembra ineluttabile. Serve lo “sgambetto” da parte della Spire per cambiare qualcosa. Justin allarga alla terza piega del passaggio successivo e manda largo il rivale che si ritrova quindi inghiottito dal gruppo.
Al giro 159 si creano tre corsie. Haley continua a guidare il gruppo dall’interno, ma la linea esterna avanza, permettendo così a Custer di conquistare la testa della corsa una volta che la griglia ha raggiunto il frontstretch.
Ultimo giro: Haley sul backstretch avanza e occupa la corsia interna, affiancato da Custer. La linea esterna risulta quindi libera e Blaney sfrutta questo spiraglio per superare tutti alla fine del rettilineo. Da lì in poi il campione 2023 si difende con tutte le sue forze fino al passaggio sotto la bandiera a scacchi.
Ryan Blaney, pilota della Ford #12 del Team Penske, vince la Coke Zero Sugar 400 al Daytona International Speedway. Suarez, Haley, Custer, Jones, Buescher, Larson, Gibbs, Berry ed Elliott completano la top 10 dell’ultima gara della regular season. La vittoria di Blaney consente a Bowman, ritirato, di conquistare l’ultimo posto libero nei playoff.
Ryan Blaney, nato 31 anni fa ad Hartford, Ohio, si è aggiudicato al termine di una rimonta importante una corsa estremamente caotica. La quindicesima vittoria in Cup Series, seconda stagionale, del pilota Penske è anche una di quelle arrivate in modo più caotico. I playoff sono vicini: riuscirà a conquistare il secondo titolo?
I risultati odierni
La classifica della “Coke Zero Sugar 400”
La classifica generale
Così in campionato al termine della regular season della NASCAR Cup Series 2025
I 14 vincitori di questa regular season, ossia Byron, Bell, Berry, Larson, Hamlin, Cindric, Logano, Chastain, Blaney, van Gisbergen, Briscoe, Elliott, Wallace e Austin Dillon, saranno raggiunti ai playoff da Reddick e Bowman, i primi piloti in classifica a non aver primeggiato in nessuna occasione.
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Immagine: Media NASCAR
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