NASCAR | Cup Series: Clamoroso a Pocono, squalificati Hamlin e Kyle Busch, vince Elliott!

NASCAR
Tempo di lettura: 23 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
26 Luglio 2022 - 08:15
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Hamlin ottiene la sua vendetta su Chastain stringendolo a muro, poi taglia per primo il traguardo davanti al compagno di squadra. Ma ai controlli tecnici la sua Toyota e quella del compagno di squadra Kyle Busch, arrivato secondo, risulta irregolare e viene squalificato. Elliott ringrazia e si porta a casa un’altra vittoria che chiude praticamente i giochi della regular season


Quello di Pocono è stato un weekend denso di notizie, non solo perché in pista c’erano Cup, Xfinity e Truck Series, ma anche perché gli ultimi giorni sono stati ricchi di eventi che hanno reso ancora più intrigante la stagione 2022. Protagonista del giorno, nel bene e nel male, è stato Denny Hamlin che prima inizia male, poi rimonta su una delle piste che ama di più, si vendica degli sgarbi subiti da Chastain a Gateway, vince e poi si vede tolto tutto a causa di una irregolarità tecnica. E così il pilota più in forma dell’estate, ovvero Chase Elliott, aggiunge altri punti e playoff point in classifica.

Prove libere e qualifiche

Per la prima volta dal 1981 Pocono ospita una sola gara in calendario e tutta la NASCAR è in Pennsylvania per una tre giorni intensa. La Cup Series scende in pista al sabato pomeriggio sotto un sole incredibile (nel senso letterale del termine) per le ormai consuete sessioni ravvicinate di libere e qualifica.

Bastano pochi minuti per capire che il “Tricky Triangle” con le Next Gen è tornato davvero tricky. Le vetture toccano col fondo sui bump in curva2 mentre sia curva1 che – soprattutto – curva3 sono critiche in uscita e le vetture sono imprevedibili un po’ come successo a inizio stagione. Il primo a finire in testacoda proprio qui è Byron nell’ultimo minuto della sessione destinata al Gruppo A (Larson il più veloce). Nel Gruppo B ad appoggiarsi contro le barriere sono prima Reddick e poi Hamlin.

Il più veloce, non solo sul giro secco, nella classifica complessiva è Ross Chastain (davanti a Bell, Suárez, Kurt Busch ed il citato Larson), ma il pilota del Trackhouse Racing rovina tutto finendo in testacoda esattamente come Byron ed il problema è che se la #24 era riuscita a rientrare immediatamente ai box, Ross deve farsi il giro di rientro con una foratura e sicuramente il fondo ne risente.

Iniziano così le qualifiche che a Pocono sono particolari. Pur mantenendo il format del giro secco su due gruppi, i piloti (18 per gruppo) vengono mandati in pista tre alla volta ben spaziati sfruttando le 2.5 miglia del triangolo della Pennsylvania e non avendo vetture in scia. Il primo a toccare il muro subito è Cody Ware, ma poco più tardi viene imitato da Harrison Burton e poi da Erik Jones che perde una buona occasione di avanzare al secondo round. Kyle Busch si qualifica con Buescher, Larson, Truex e Blaney.

Nel Gruppo B ci sono meno problemi e la top5 vede Hamlin davanti ad Elliott, Wallace, Kurt Busch (Toyota in grande spolvero con il solo Bell eliminato per appena 0.077″) e Suárez mentre Chastain, come detto, paga molto probabilmente il testacoda ed è solo 21° in griglia.

Nella sfida fra i 10 piloti per la pole le vetture scendono in pista due alla volta. Prima è il turno di Blaney e Truex (i due che al momento sono qualificati per i playoff ma ancora in bilico perché senza vittorie) e Ryan è in pole provvisoria, poi Larson e Buescher (e l’altro Kyle balza in vetta), dunque Kyle Busch e Suárez con Rowdy che, nella gara virtualmente di addio del suo sponsor storico M&M’s, si mette davanti a tutti.

Arriva la coppia 23XI Racing con Kurt Busch e Wallace e la #45, quando esce da curva3 per lanciarsi e far scattare il cronometro, scarta improvvisamente contro le barriere. Il botto è secco e violento, reso ancora più impressionante dalla posizione “perfetta” della telecamera. Kurt scende dalla vettura e sembra ok, ma il team paga anche il fatto che Bubba dovrà rilanciarsi in seguito.

La quinta e ultima coppia è quella decisiva: Elliott fa il suo ma la pole provvisoria è di Hamli;, manca all’appello solo Wallace che fa quello che può con gomme già rodate. Hamlin dunque conquista la pole position a Pocono davanti a Kyle Busch, Elliott, Larson, Buescher, Blaney, Wallace, Truex, Suárez e Kurt Busch.

Il sabato tuttavia non è finito qui. Durante la gara della Xfinity Series e a controlli tecnici già eseguiti (e dunque si pensa in archivio) con Hamlin, Ty Dillon, Buescher, Bilicki e LaJoie che li avevano falliti per due volte con conseguente perdita “solo” di un membro del team e della scelta dello stallo in pit lane, arriva una comunicazione ufficiale da parte della NASCAR: le due vetture del Petty GMS Racing non sono risultate conformi all’articolo 14.6.5.E del regolamento tecnico riguardante la parte della fiancata in corrispondenza dello scarico.

Dunque, Erik Jones e Ty Dillon vengono penalizzati di 35 punti e vedono i crew chief espulsi per il weekend (e Ty era rimasto già senza car chief da prima). Per i playoff non cambia molto, i due erano obbligati a vincere per qualificarsi e quindi ora lo sono ancora di più. Il team annuncia subito che non presenterà ricorso.

Il sole cala su Pocono su Gragson che batte Gibbs in Xfinity Series, Noah rimane in pista perché è impegnato anche in Cup Series con la #16 del Kaulig Racing, Ty invece torna a casa. Poi riceve una chiamata.

La gara

La chiamata per Ty arriva dai capi di Toyota e – quasi sicuramente – da Denny Hamlin: Kurt Busch non si sente bene dopo l’incidente e quindi c’è bisogno di un possibile sostituto e lui è il prescelto. Dopo aver fatto un po’ di simulatore in sede al JGR all’una di notte, Gibbs vola di nuovo a Pocono in attesa di una decisione.

La notizia arriva a circa tre ore dalla gara: i medici non danno l’ok a Kurt Busch in quanto manifesta i tipici sintomi di un trauma cranico e quindi è costretto a stare fermo. La comunicazione alla stampa arriva poco più tardi. Ty Gibbs debutterà in Cup Series al posto del campione 2004 sulla #45 del 23XI Racing. Il team, oltre a preparare il muletto, dunque deve anche sistemare l’abitacolo e per questo il camion del JGR con la #54 della Xfinity Series che stava tornando a Charlotte (non un viaggio breve) viene fermato e costretto all’inversione di marcia per avere almeno il sedile.

Pocono non concede pause. Dopo aver anticipato la bandiera verde di 17 minuti a causa del basso, ma non trascurabile in questa zona d’America, rischio pioggia ed aver mandato in fondo al gruppo Chastain, Byron (modifiche in parco chiuso dopo i problemi del sabato) ma anche Jones e Ware e Gibbs (ovviamente cambio pilota e muletto), la corsa può finalmente avere inizio.

Al via Hamlin sembra tenere la testa, ma in curva1 finisce subito largo (dando la colpa alla resina posta sulle corsie esterne per aumentare il grip) baciando il muro riuscendo a proseguire in quinta posizione dietro a Kyle Busch, Elliott, Larson e Blaney e davanti a Buescher, Suárez, Truex, Wallace e Bowman. Denny sul momento è pessimista e crede di aver danneggiato qualcosa (“I’m sure I’ve killed the car”), ma poi reagisce e scavalca di nuovo Blaney.

Intanto Rowdy ne approfitta e allunga mettendo 1″ su Elliott che in pochi giri raddoppiano, dietro di lui il gruppo si ricompatta ma presto arriva anche la prima caution. Il punto è la ormai famigerata curva3 e a perdere la vettura da solo Austin Cindric che finisce contro il muretto interno. Austin prosegue per un po’ con due ruote forate, poi si arrende e viene trainato ai box. Riparte tutto storto con una sospensione da riparare, chiuderà 31° a sei giri.

Un Logano già in crisi di assetto (non troverà mai il bandolo della matassa, chiuderà 20°), Harvick (sovrasterzo), McDowell, Byron, Almirola, Burton, Haley, Bilicki, Gilliland, Custer (anche lui crisi nera per tutto il weekend) e Yeley vanno ai box per cercare una strategia alternativa che a Pocono lascia sempre qualche chance. Anche un Gibbs molto prudente ai primissimi giri su una Next Gen va in pit lane e si rimette in coda al gruppo.

Si riparte dopo una lunga caution con 18 giri (su 30) da disputare nella prima stage e Kyle Busch dall’esterno scappa via, ma in curva1 imita quanto fatto in precedenza da Hamlin, va largo evitando però il muro e scivolando al settimo posto. Ad approfittarne ci provano in tre affiancati e sono Larson, Elliott ed Hamlin con la #5 che prevale in curva2; quarto a metà stage è Blaney davanti a Suárez mentre anche Buescher ha perso posizioni.

In questi giri a farsi notare Chastain che, pur partendo dal fondo ma approfittando delle soste altrui, è già nella top10 scavalcando Stenhouse e venendo seguito da Reddick mentre alle sue spalle con gomme fresche rimontano Byron ed Harvick. Nelle prime posizioni Kyle Busch supera Wallace e si mette dietro alla coppia Blaney-Suárez che ormai è staccata di 4″ dalla vetta. Ai box ci va ora Austin Dillon, ma la sua è già una mossa strategica quasi disperata alla caccia dei playoff e infatti nessuno lo segue in pit lane.

La gara sembra poter diventare già interessante infatti, mentre Hamlin si stacca, Elliott si riavvicina a Larson, Kyle Busch supera la #99 e poi cerca traiettorie diverse per fare lo stesso con la #12. Siamo ormai però a cinque giri dalla fine della stage e quindi si (ri)apre il libro delle strategie. Prima c’è il tempo per l’attacco di Busch a Blaney che riesce con Suárez che ne approfitta e così la #12 perde due posti.

Wallace (che ha sottosterzo) è il primo ad andare ai box ai -3 e viene seguito da diversi piloti. Quello di Bubba rischia di essere un colpaccio perché pochi secondi più tardi Almirola imita Cindric e finisce in testacoda in curva3, però i più efficaci in pit lane sono Bell e Chastain che escono davanti alla #23 (che nel pre-gara ha già parlato apertamente del fatto che avrà bisogno non di una, bensì due vittorie per agganciare i playoff) che per oggi ha ereditato la pit crew di Kurt Busch.

Mentre Almirola entra ai box contromano (e si prende una semplice penalità ma salva la gara), la prima stage dunque termina sotto caution e viene vinta da Larson davanti a Elliott, Hamlin, Kyle Busch, Suárez, Blaney, Jones, Byron, Truex ed Harvick.

Al break si completa il giro di soste e la classifica cambia volto grazie alla caution precedente: Burton e Logano non si sono fermati ai box dopo la sosta iniziale e precedono Bell, Chastain, Wallace, Buescher, Bowman, Stenhouse, Austin Dillon e Reddick, Larson è dunque 11° dopo essere uscito per un pelo davanti ad Hamlin, Kyle Busch, Suárez ed Elliott.

Una stage da 65 giri lordi (61 netti) che lascia ancora campo libero alla strategia inizia con un Kyle Busch subito aggressivo e che evita il blocco di Stenhouse. Con gomme fresche, invece, a Bell bastano poche centinaia di metri per liberarsi dei due davanti a lui e andare in testa in curva1 venendo seguito da Wallace. Al giro successivo Bilicki finisce a muro (non un mese fortunato per lo Spire Motorsports) sempre in curva1 per un problema alla posteriore destra e, con il lucky dog, Almirola torna a pieni giri.

Mentre Hamlin ha paura per una possibile ruota mal fissata o per i danni del primo giro, si riparte ai -55 e Bell scatta bene, Bowman va basso e apre la porta nel mezzo ad un Elliott che osa ed ha ragione. Osa anche Hamlin che va 4-wide verso curva2. Per sua fortuna la situazione si risolve, ma Denny tocca l’apron all’interno di LaJoie quando ormai non aveva più motivo di tagliare tanto e così finisce in testacoda per un’altra caution.

Ai box ci vanno solo Austin Dillon, Haley, Yeley, McLeod ed Almirola, poi ai -51 arriva la green e subito l’ennesima caution con LaJoie che finisce in testacoda in curva1 forse toccato da Stenhouse con Corey che si appoggia a McDowell. Stavolta ai box ci vanno, oltre agli ammaccati, anche Jones e Gragson e dunque dopo 28 giri di green complessivi e addirittura 18 di caution si riparte.

Al choose cone Wallace ha scelto di accordarsi a Bell lasciando a Kyle Busch la prima fila che Rowdy alla bandiera verde dei -47 sfrutta al meglio tornando al comando. Pure Chastain ci prova su Bubba, ma non completa la manovra e ad approfittarne è Larson rischiando il contatto con Ross che perde terreno scivolando al settimo posto.

Nasce così una fuga a tre con Busch davanti a Bell e Wallace mentre Larson e Byron completano la top5; da notare in questo momento che Gragson è proprio davanti a Gibbs in una replica del giorno precedente anche se solo per il 30° posto. Riprende anche il duello fra Buescher e Suárez con il messicano che superando la #17 si porta 12°.

Mancano ora 40 giri alla fine della stage e si apre la finestra per il pieno ed il primo ad approfittarne è Logano che è fuori sequenza e punta così a fare una sosta in meno dei leader. Cruciale anche la sua entrata ai box, infatti dopo essersi staccato nettamente da Harvick è 16° e fa cenno come di consuetudine in NASCAR del suo ingresso in pit lane, a questo punto sia Jones che Hamlin lo attaccano all’interno di curva3 per metterlo in difficoltà e farlo frenare, ma Joey si salva e non viene doppiato.

A seguire Logano ai box nel corso dei giri seguenti sono Wallace (anche lui in caccia di strategie alternative), ovviamente Burton e Bowman, ma poi nessun altro li imita. Intanto Kyle Busch procede tranquillo con 2″ di margine su Bell quando ai -34 inizia la seconda fase di soste con Byron ed Harvick e, soprattutto, al giro seguente Bell, Larson, Suárez ed un Elliott che ha faticato per passare Buescher (sosta lenta per la caduta del dado di una ruota) e non si è avvicinato alla #99 se non nel sorpasso in uscita dalla pit lane.

Dopo Chastain ai -31, Kyle Busch va ai box ai -30, la sosta è buona e gli permette di rimanere leader virtuale. La sequenza prosegue con Reddick, Truex ed un Almirola in ripresa. Ai -25, dunque, in testa ci sono quelli che mancano ancora all’appello e Blaney precede i rimontanti Jones ed Hamlin, più staccati Austin e Ty Dillon, Stenhouse, Keselowski, McDowell, LaJoie, Gilliland, Haley e Gragson, poi Kyle Busch che è davanti ad un Ty Gibbs ancora prudente.

Questi piloti puntano ad andare il più lungo possibile per poi non pittare al break e tornare davanti, una strategia tipica a Pocono. Blaney è in difficoltà con l’assetto ed ai -20 Jones lo scavalca andando al comando seguito poco più tardi da Hamlin mentre Ryan cede. Poco più tardi ricominciano le soste, quella di Keselowski sembra precoce ma poi viene seguito da Ty Dillon, Haley, Gibbs, Blaney (ai -14) e Gilliland.

Poi Ty Dillon interrompe il giro di soste con un testacoda in curva2 che provoca un’altra caution. La situazione ai -12 vede Jones al comando su Hamlin, Austin Dillon, Stenhouse e Kyle Busch che aveva addirittura 7″ di vantaggio su Larson, virtualmente secondo davanti a Chastain, Byron, Wallace (senza grip al posteriore), Bell, Truex, Reddick e Suárez.

La curiosità è vedere quanti andranno o torneranno ai box a montare gomme fresche. Certo non ci si aspetta che a rimanere in pista siano solo Wallace e Blaney; Kyle Busch esce dai box davanti a Chastain, Jones, Byron, Hamlin, Larson, Suárez, Bell, Truex ed Elliott.

Si riparte per un finale di stage da otto giri e Wallace, che ha gomme più vecchie di 27 giri rispetto alla #18, resiste per mezzo giro, poi Kyle Busch torna al comando seguito da Blaney. Chastain invece ha dovuto alzare il piede per non finire contro di loro ma nonostante ciò rimane quarto dietro a Bubba. Anche le gomme leggermente usurate della #12 si fanno sentire e così Ross si porta al secondo posto.

Chi paga ovviamente è Wallace, il quale però riceve ogni possibile aiuto come quando viene attaccato da Suárez ed in suo soccorso arrivano in scia Bell e Truex, tuttavia Daniel va forte (Pocono è una delle sue piste preferite) e si lancia verso la top10. Rimonta anche Jones che si lamenta dell’atteggiamento di Blaney (e non solo) e la risposta che gli danno via radio in sintesi “Hanno paura di te perché vai veloce.” In effetti Erik rappresenta il pericolo maggiore per far saltare il banco qui.

Gli ultimi giri non vedono più grandi manovre e quindi Kyle Busch vince la seconda stage con 2″ su Chastain, seguono Blaney, Jones (volata in cui esce sconfitto per soli 0.016″), Hamlin, Harvick, Byron, Suárez, Elliott e Larson. Wallace intanto è andato ai box per anticipare i pit stop ed è davanti al lucky dog Ty Dillon che riporta a 32 il numero di auto a pieni giri.

Oltre che di strategie si parla anche di pioggia. I temuti temporali pomeridiani si stanno formando e sono dati a circa 1h30′ di distanza, dunque con circa 65 giri da percorrere si potrebbe anche chiudere la gara nella distanza prevista, tuttavia il timore è per i fulmini e per l’ingrossamento del fronte.

Per il dispiacere di Wallace al break ai box ci vanno solo Buescher, Briscoe, LaJoie, Logano, Keselowski, Haley, Custer, Gilliland e Gibbs e quindi Bubba riparte solo 21°. La green arriva ai -60 e Chastain scatta bene, ma Kyle Busch rimane al comando con i due seguiti dalla coppia Blaney-Jones ed Hamlin che approfitta della loro lotta per infilare entrambi.

Erik non è di nuovo felice (e al giro successivo finisce largo in curva1) e Blaney paga a causa del sovrasterzo venendo passato da Byron. In lotta anche Elliott, Suárez e Larson con Daniel che deve far passare – ma solo per ora – la coppia Hendrick. Infatti poco più tardi Suárez esegue una manovra alla Mansell a Silverstone 1987 in cui Elliott in versione Piquet abbocca nella finta all’interno della #99 in curva1 con Daniel che poi passa esterno.

Intanto Kyle Busch sembra andare in fuga come in precedenza, infatti accumula 1.3″ di margine su Chastain con Hamlin che pian piano si stacca, Byron, Bell, Harvick, Jones, Suárez, Elliott e Larson sono ormai lontani. E invece Ross non molla e pian piano rosicchia decimi al punto che ai -5 è a soli 0.385″.

Nel frattempo è andato in scena un altro colpo di scena: Blaney ha forato la posteriore sinistra, probabilmente come conseguenza di un contatto alla ripartenza, e si appoggia al muro in curva1. La caution non scatta e quindi Ryan deve tornare mestamente ai box venendo doppiato. I seguenti giri sono di transizione e si aspetta l’ultimo turno di soste.

Il primo ad andare ai box è Buescher ai -44 e sembra una sosta precoce così come quella di Reddick ai -42, poi è il turno di Stenhouse ai -41. Si entra nel clou ai -40 con il pit di Harvick che è sesto ma a 10″ dalla vetta. In questo momento Busch ha ancora 0.3″ su Chastain perché Rowdy ha dovuto alzare il piede per evitare Reddick appena uscito dai box, 2.2″ su Hamlin, 6.3″ su Byron e 9.7″ su Bell, gli altri a oltre 13″.

Dopo le soste di Suárez, Elliott, Truex ed Austin Dillon ai -39, di Byron (penalità per lui), Jones, Larson ed Almirola ai -38, ai -37 è il turno di Kyle Busch e la sua sosta è tutt’altro che eccezionale (13.0″), infatti a Chastain, malgrado l’overcut di un giro, basta un pit stop da 10.1″ per andare agilmente al comando virtuale.

Dopo il pit di Hamlin ai -34, quelli di altri piloti nei giri seguenti, una foratura per Buescher che malgrado il mezzo testacoda non provoca caution, ai -32 Chastain va al comando con Busch ed Hamlin a meno di 1″, Gibbs è tecnicamente quarto su Custer e Gilliland, segue poi Harvick (virtualmente quarto) che è scivolato a ben 10″ davanti a Bell, Reddick, Elliott, Suárez, Jones e Larson.

Ad andare in crisi di sottosterzo a sorpresa in questo stint è Kyle Busch che prima di staccarsi da Chastain fa una mossa intelligente e lascia passare il compagno di squadra Hamlin il quale però ha altri problemi, infatti alla sosta gli hanno messo troppa poca benzina ed è circa 2.5 giri a corto. Rimangono quindi in due nella lotta per la vittoria visto che Rowdy perde metri ed Harvick è quarto addirittura a 12″.

Malgrado debba risparmiare la benzina Hamlin lotta con Chastain, forse vede già rosso vedendo davanti a lui la chance di vendicarsi di quanto successo a Gateway. A dargli una mano però ci pensa Blaney che finisce in testacoda in curva3 e completa così la giornata disastrosa del Team Penske. Un altro che è felice di questa caution è Gilliland, l’unico che non si era ancora fermato ai box.

I leader non pittano mentre in coda lo fanno, oltre ovviamente a Todd, anche Austin Dillon, Keselowski, Bowman, Briscoe, Byron, Stenhouse, Haley, Ty Dillon e Gragson. Ad Hamlin ora dicono che può andare al 100% perché ha risparmiato abbastanza benzina. Si arriva così alla ripartenza dei -18, quella decisiva.

Chastain commette una ingenuità, si illude che avere Hamlin al suo fianco non comporterà alcuna conseguenza e quindi al choose cone Ross sceglie l’esterno. La #1 apre così la porta alla #11. Quello che succede in curva1 è ovviamente prevedibile: Hamlin tiene l’interno, si allarga in uscita, stringe Chastain a muro, Ross tiene giù il piede e perde il controllo davanti al gruppo venendo centrato dall’innocente Harvick e pure Bell riporta qualche ammaccatura.

Hamlin così passa al comando davanti a Kyle Busch, Elliott, Bell, Reddick, Suárez, Jones, Larson, McDowell e Truex. Con la pioggia distante, i fulmini meno, si riparte dunque per gli ultimi 13 giri di gara, ma non succede molto. Rowdy non riesce ad impensierire Hamlin, i due allungano su Elliott, Reddick e Bell con questi in lotta per qualche secondo con Tyler che tocca il muro in curva3.

Dopo aver fallito due volte i controlli tecnici, perso lo stallo in pit lane, essere senza car chief, conquistato la pole, fatto fronte all’assenza di Kurt Busch nel suo team, finito a muro al primo giro, andato in testacoda nella seconda stage, aver sbagliato l’ultima sosta e fatto un incidente, Hamlin così taglia il traguardo per primo per la settima volta in carriera a Pocono.

Kyle Busch chiude staccato di 0.9″, seguono Elliott (+2.2″), Reddick (+3.1″), Suárez (+3.9″), Bell (+5.7″), Larson (+7.4″), McDowell (+9.7″), Truex (+10.2″) e Wallace (+11.1″), Byron è 14° davanti ad Almirola, Gibbs dopo un ottimo ultimo stint è 18°, Logano 22°, Harvick 29°, Chastain e Blaney ritirati.

Mentre Hamlin festeggia sotto le tribune e cerca di evitare (inutilmente) i fischi del pubblico portando con sé la figlia, nel garage Chastain ammette che gli errori di Gateway hanno portato a questo e spera che ora la questione sia in pari. Denny però conferma il suo atteggiamento (che secondo qualcuno potrebbe essere classificabile fra lo snobistico ed il maleducato) rimanendo della sua idea, negando ogni intenzionalità nella manovra su Ross e chiudendo in conferenza stampa con un “Chastain chi?” dal quale poi si dissocia come in un meme.

Due ore dopo, però, la doccia gelata.

Ai controlli tecnici, a cui vengono sottoposte le prime 4-5 vetture, quelle del primo e secondo classificato vengono analizzate con più decisione per garantire il risultato per quanto più possibile equo (senza dover vivisezionare tutte e 36 le auto perdendo giorni). Ed è qui che i commissari togliendo la pellicola con la livrea dal muso delle vetture di Hamlin e Kyle Busch trovano, stando alla NASCAR, una manipolazione della parte più bassa.

La notizia bomba arriva alle 20:16 di Pocono: Denny Hamlin vengono squalificati e la vittoria passa Chase Elliott che scoprirà questo solo una volta atterrato a casa. Il Joe Gibbs Racing si riserva il diritto di fare appello, poi al mezzogiorno di lunedì – ovvero alla scadenza dei termini – il team decide di non procedere ulteriormente e quindi i risultati diventano ufficiali. Per le statistiche, questa è la prima volta che in Cup Series viene squalificato il vincitore di una gara dal 1960 e la prima dal 1955 in cui ad essere esclusi sono stati il primo ed il secondo.

A questo punto la NASCAR comunica i dettagli della squalifica: nella parte inferiore del muso secondo loro sono strati trovati diversi strati di vinile tali a rendere il profilo non più conforme al file CAD dell’omologazione. Il JGR risponde dicendo che era solo un pezzo di scotch dello spessore di 0.012″ (0.3 mm) comunque non conforme alla penultima direttiva tecnica della NASCAR e quindi accetta la decisione dei commissari.

Il successo ereditato da Elliott, il quarto stagionale quando il più vicino dei rivali ne ha due, gli consegna praticamente la regular season anche alla luce degli oltre 100 punti di margine su piloti come Chastain e Blaney entrambi finiti ko. In coda cambia ben poco: in assenza di nuovi vincitori lo stesso Blaney mantiene 105 punti di vantaggio sul taglio mentre Truex ne ha 83 su Harvick che ovviamente non sarà felice di essere finito vittima dell’ennesimo errore di gestione delle emozioni di Hamlin. Ed ora che il gioco si fa duro, anche i duri devono iniziare a giocare, si spera nel rispetto di tutti gli avversari.

I risultati odierni

La classifica della “M&M’s Fan Appreciation 400”

La classifica generale

Così in campionato a 5 gare dalla fine della regular season della NASCAR Cup Series 2022

Le altre categorie

Xfinity Series: Gragson affronta e doma Gibbs per la vittoria a Pocono

Truck Series: Chandler Smith conquista Pocono, Enfinger e Crafton gli ultimi qualificati ai playoff

I prossimi appuntamenti

Il prossimo weekend la NASCAR fa tappa a Indianapolis ma non da sola, infatti al Motor Speedway ci sarà anche la IndyCar. Il prologo sarà all’Indianapolis Raceway Park con la gara della Truck Series venerdì notte. Xfinity e Cup Series, invece, saranno sullo stradale della Brickyard rispettivamente sabato (stesso giorno anche per le monoposto) e domenica sera.


Immagine: Media NASCAR

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