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NASCAR | Cup Series: Cindric vince un finale rocambolesco a Gateway!

di Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 4 Giugno 2024 - 10:00
Tempo di lettura: 22 minuti
NASCAR | Cup Series: Cindric vince un finale rocambolesco a Gateway!

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Bell e Blaney duellano per la vittoria. Christopher deve rallentare per un problema al motore, Ryan rimane a secco all’ultimo giro e così Cindric conquista la seconda vittoria in carriera


Una gara tranquilla, poi 30 giri incredibili (nel senso letterale del termine) in chiusura. Sembrava la gara di Christopher Bell nuovamente dopo Charlotte, ma il suo motore ha deciso diversamente. Sembrava la gara di Ryan Blaney, alla caccia della prima vittoria da campione, ma il suo serbatoio ha deciso diversamente. Hamlin e Keselowski erano in zona come spesso recentemente, ma invece è sbucato fuori Austin Cindric che, a sorpresa, ha conquistato la seconda vittoria in carriera nella prima gara veramente convincente di tutto il Team Penske nel 2024 visto che a 1.25 miglia dal traguardo erano primo, secondo e sesto.

La settimana in NASCAR: SHR e il caso Larson

Per la NASCAR non è stata una buona settimana. Due i temi principali, Stewart-Haas Racing e Kyle Larson. Del team di Tony Stewart e Gene Haas si sapeva che non si era in acque limpide e placide e le voci sulla chiusura si erano fatte sempre più intense. Nei giorni scorsi la conferma ufficiale che pone fine a 15 anni di storia.

Il tema Larson è invece una costante di tutta la settimana e col passare delle ore e dei giorni onestamente sempre più incredibile da raccontare. E non in senso positivo.

I fatti sono noti: il tentativo di Double Duty di Kyle è saltato sfortunatamente a causa della pioggia caduta a Indianapolis con un rain delay di praticamente quattro ore che ha fatto saltare i piani definiti al minuto. Domenica sera però Larson ed il Team Hendrick hanno fatto un tiro mancino alla NASCAR e, probabilmente, qualcuno ai piani alti non l’ha presa bene. Infatti, dopo giorni a dire che in caso di incertezza si sarebbe salvaguardata in qualche modo Charlotte, il campionato e l’obiettivo stagionale, alla fine Larson ha deciso di disputare la Indy500 saltando dunque la bandiera verde in orario a Charlotte.

A Charlotte la gara sulla #5 è stata iniziata dunque da Justin Allgaier e solo alla bandiera verde c’è stata l’effettiva ufficialità che Larson aveva perso il requisito per essere ammissibile ai playoff in quanto non aveva disputato tutte le gare. E solo in questo effettivo momento l’Hendrick Motorsports ha potuto richiedere il waiver alla NASCAR.

Già, il waiver. Come ha detto correttamente Joey Logano in settimana, quella del waiver, ovvero una sorta di concessione fornita dalla NASCAR, è una delle regole più grigie fra quelle scritte. La parola waiver nel regolamento non c’è ufficialmente se legata ai playoff e all’ammissibilità dei piloti. C’è solo la regola 12.3.2.1.A in cui si legge: “A meno di autorizzazioni concesse dalla NASCAR, i piloti ed i team owner devono iniziare tutte le gare del campionato corrente per essere ammessi ai playoff. Qualora non sia stata conquistata una posizione in griglia, allora i piloti ed i team owner devono avere almeno tentato la qualificazione per la corsa, il tutto a discrezione del Series Managing Director.”

Per quali motivi la NASCAR può dunque concedere autorizzazioni? Non c’è una lista definita, i casi canonici in passato sono stati tre, più o meno accettabili. Il primo è ovviamente l’infortunio o la malattia. È stato il caso di Kyle Busch nel titolo del 2015 o quello di molti piloti durante il Covid. Il secondo è l’età, come successo ad esempio a Tyler Ankrum nella Truck Series nel 2019 quando saltò le prime tre gare perché non ancora maggiorenne, poi vinse in Kentucky e gli fu concesso di andare ai playoff. Il terzo, il più discutibile, è stato la squalifica come successo a Johnny Sauter e Chase Elliott che hanno potuto continuare in modo competitivo la rispettiva stagione pur essendo stati protagonisti di gravi infrazioni in corsa e costate un turno di forzato riposo.

Altri invece i casi di waiver bocciato, ad esempio quello di Grant Enfinger che saltò la seconda gara del 2021 perché senza sedile e senza sponsor e poi disputò le altre gare risalendo in classifica fino alla top10 ma senza possibilità di lottare per il titolo, o quello di squalifica per positività all’antidoping come nel famigerato 2018 di Spencer Gallagher che vinse a Talladega in Xfinity Series e poi fu pizzicato e sospeso pochi giorni più tardi.

Quello di Kyle Larson, dunque, è un caso inedito. È palese che il pilota, di concerto con il team, ha saltato la gara di Charlotte per sua decisione volontaria e non per un legittimo impedimento. Sulla carta, restando rigidi e applicando il regolamento alla lettera, non ci sarebbe spazio per concedere un waiver. Allo stesso tempo, però, il meteo ha messo Kyle alle corde nell’occasione della vita, quella di correre a Indianapolis.

Le opinioni in settimana si sono sprecate, la maggioranza di piloti, giornalisti e tifosi sarebbe a favore della concessione fatta a Larson per una serie di motivi che vanno dalla pubblicità negativa che subirebbe la NASCAR in caso di bocciatura all’opinione generale sul format che vede il titolo assegnato con i playoff, dal fatto che Larson saltando la corsa non ha avuto alcun vantaggio, anzi ha perso la gara che paga di più in punti (70 anziché 60) e playoff point (8 anziché 7) a quello che Kyle con il Double Duty ha regalato infinita pubblicità ad entrambe le categorie, aggiungendo che Larson ha fatto di tutto per arrivare a Charlotte per dimostrare la sua buona volontà ma, dato che la sfortuna ci vede benissimo, il suo elicottero è atterrato 5′ dopo la caution per pioggia che poi si è trasformata in bandiera rossa ma anche pensando al waiver più incredibile e clamoroso mai concesso, quello a Matt Kenseth nel 2020 quando saltò le prime quattro gare perché senza sedile e poi, quasi certamente su pressione degli sponsor e di Chip Ganassi, salì in vettura proprio al posto del licenziato Kyle Larson.

Difficilmente l’Hendrick Motorsports ha preso la decisione sul far saltare a Larson la Coca-Cola600 senza ricevere rassicurazioni dall’alto, altrimenti non ci sarebbe stato motivo per generare tutto questo putiferio. E invece la decisione sul waiver da concedere a Kyle Larson si è fatta attendere. È passato martedì, poi mercoledì, giovedì, venerdì e anche sabato. Mai la NASCAR aveva atteso così tanto nel dare un giudizio in materia. Domenica mattina ancora nulla. Alla bandiera verde nemmeno

E così, chissà per quale motivo ma a pensare male davvero si può capire che qualcuno si sia offeso ai vertici, il campionato 2024 della NASCAR Cup Series si può dire falsato. Già, perché Kyle Larson ha preso il via a Gateway senza sapere se fosse in lotta per il titolo con un waiver o, a norma di regolamento e senza comunicazioni diverse, escluso dalla lotta per i playoff. Un disastro su tutta la linea le cui conseguenze probabilmente non sono ancora del tutto delineate.

La gara

Sabato mattina di buon’ora è tempo di prove libere e qualifiche per le 36 auto iscritte (le uniche variazioni sono Cody Ware sulla #15 e Derek Kraus sulla #16), tuttavia il cielo non sembra essere d’accordo, infatti è molto coperto, ci sono fronti di pioggia che stanno per lambire la pista e l’umidità è molto alta e qualcuno, vista la chiusura di Charlotte, ironizza dicendo “perché la NASCAR non cancella tutto subito?”

Visto il rischio pioggia i commissari decidono di comprimere il programma: per le prove libere anziché l’ormai consueto format in due gruppi con 20′ a disposizione di ciascuno si forma un’unica sessione per tutte le vetture da 30′. Durante questo tempo non ci sono imprevisti se non un paio di minuti di bandiera rossa per due gocce di pioggia cadute sul backstretch e un’escursione di Briscoe sull’erba mentre prova l’ingresso in pit lane. Si assiste alla rinascita inaspettata del Team Penske che piazza Logano primo per 0.001″ su Blaney con Cindric sesto. Bene anche altre Ford e Toyota mentre le Chevy sono latitanti.

Subito si va in qualifica e il cielo regge tranne ancora un paio di gocce di numero. Non ci sono nemmeno qui notizie rilevanti se non Gilliland che rischia grosso e quindi finisce in ultima fila. A conquistare la pole position, terza in stagione e anche in carriera, è Michael McDowell che stacca nettamente (+0.109″) Cindric, a seguire gli altri qualificati al secondo round ovvero Blaney, Bell, Reddick, Hamlin, Keselowski, Wallace, Gibbs e Busch.

Nel pre-gara domenicale non ci sono ulteriori scossoni, non ci sono auto incidentate, né con problemi tecnici (c’è stato solo un controllo visivo alle leve del cambio di Truex e Bell) e quindi la griglia di partenza sotto un sole che scalda notevolmente la pista, ben più del sabato e quindi il rischio di assetto sbagliato per qualcuno c’è, è identica a quella delle qualifiche.

Alla bandiera verde di una stage breve da appena 45 giri (le altre saranno rispettivamente di 95 e 100) McDowell dalla corsia esterna rimane al comando su Bell, Blaney e Cindric che è finito nel mezzo di un 3-wide ed ha perso due posizioni. Nel gruppo Wallace tocca Keselowski che rischia grosso al secondo giro sempre in curva1 ma si salva, poi al terzo giro subito una caution. Nemechek finisce in testacoda tutto solo in curva2 e Ware deve inchiodare per evitarlo. Nessun danno per entrambi.

Hemric, Gilliland ed i due coinvolti nella caution ne approfittano per una sosta data l’abbondanza di gomme disponibili (anche se la track position sarà cardine su questa pista in cui è difficile sorpassare), poi si riparte con 38 giri mancanti nella prima stage. La classifica non si muove, Bell ci prova fino a curva2 dall’interno poi però di slancio McDowell resta al comando ed i due provano l’allungo su una top10 in cui c’è solo una Chevy, quella di Byron al nono posto.

Qualche battaglia c’è, di sorpassi però pochi: Reddick cerca di rimanere con la coppia Penske, tuttavia finisce leggermente largo in curva1 e apre la porta della top5 ad Hamlin, Wallace e Byron si sfiorano a ripetizione, Logano entra in top10 ai danni di Keselowski.

Alla fine la fuga che viene fuori è a tre perché Cindric non ha il passo di Blaney che invece ne ha per seguire Bell. Hamlin preme a lungo sulla #2, ma non troverà il varco. Arriva al giro 17 un’altra caution, sempre in curva2: Ware sempre coinvolto, ma stavolta è lui la causa visto che tocca in maniera decisa Kraus mandandolo in testacoda. Anche qui pochi danni se non zero.

Ed è in questa occasione che il gruppo si spacca. I primi 12 rimangono in pista ma Keselowski, Busch, Haley, Suárez, Stenhouse (speeding), Hemric, Kraus, Berry, Truex, Dillon, Briscoe, LaJoie, Gragson, Buescher, Smith e Burton pittano e montano gomme fresche. A pagare dazio più di tutti è proprio Keselowski che deve fermarsi due volte per una ruota mal fissata e scivola in coda.

Si riparte ai -23, dunque, con McDowell al comando su Bell, Blaney, Cindric, Hamlin, Reddick, Gibbs, Byron, Wallace e Logano con 17 auto che non si sono fermate mai, a seguire Nemechek e Gilliland che lo hanno fatto alla prima bandiera gialla e poi via via tutti gli altri con Ware che nell’incidente ha perso un giro.

La top5 al restart rimane invariata mentre Byron scavalca Gibbs, poco dietro a loro in un 3-wide ci sono dei piccoli contatti fra Logano, Wallace e Larson e Kyle deve alzare il piede, tuttavia poco più tardi per Bubba c’è una nuova insidia da casa Hendrick, ovvero Elliott. Un Berry che aveva recuperato almeno una decina di posizioni fino a questo momento ha un’esitazione in curva1-2 e deve alzare il piede scivolando nuovamente nel centro del gruppo.

Dai -15 in poi Bell preme continuamente su McDowell cercando un varco all’esterno all’inizio, poi invece all’interno. In una manovra mancata ci prova invece Blaney sulla #20, ma Christopher reagisce e il successivo tentativo è quello buono: dopo un piccolo contatto in uscita di curva2 Bell passa al comando ai -4 chiudendo il sorpasso in curva4.

Bell va dunque a vincere la prima stage davanti a McDowell (+0.7″), Blaney (+1.0″), Cindric (+2.7″), Hamlin (+3.2″), Byron (+4.4″), Gibbs (+5.1″), Reddick (+5.7″), Logano (+7.5″) ed Elliott (+7.7″); seguono Larson, Wallace, Bowman, Chastain, Preece, Gilliland, Truex (buon recupero il suo con gomme fresche), Busch, Jones ed Hocevar, Keselowski 26°, Ware lucky dog che non lascia più alcun doppiato.

Il gruppo si spacca ancora ai box. Ovviamente i leader si devono fermare non avendolo ancora fatto, dunque a passare al comando è Gilliland seguito da Busch, Berry, Dillon, Stenhouse e Kraus, settimo si piazza Preece seguito da Truex con i due che cambiano solo due pneumatici, a seguire Bell, McDowell, Cindric, Briscoe (due gomme pure lui) e Blaney. E così, nell’arco di pochi minuti, sia McDowell che Gilliland passano la soglia dei 100 giri in testa in stagione, dato mai raggiunto da un singolo pilota Front Row Motorsports.

Si riparte con 86 giri netti da disputare nella seconda stage e quindi, dato che il pieno è da circa 70-75 giri, ci sarà un’altra sosta necessaria a breve. Alla green Busch scatta meglio e dall’interno si porta al comando, Gilliland perde terreno subito e così davanti a tutti si piazza a sorpresa la coppia RCR composta da Rowdy e Dillon dato che Todd ha tappato involontariamente la corsia esterna. Nel gruppo c’è un 4-wide e a pagare è Elliott che bacia il muro e secondo Chase la convergenza è saltata; dalla velocità successiva non lo si direbbe.

Ai -80 dietro alla coppia RCR e a Berry però si è piazzato già Bell che ha recuperato cinque posizioni superando Truex, Stenhouse e Preece. Elliott invece è riuscito ad emergere lo stesso all’ottavo posto davanti a Cindric e Briscoe con cui è in battaglia mentre Blaney è più indietro; McDowell è invischiato nel traffico ed esce definitivamente dalla lotta per la vittoria.

Ovviamente la #20 ne ha di più e in poco tempo anche Berry è infilato all’interno, poi è la volta di Dillon ed infine al giro 70 (dunque ai -70 nella stage) pure di Busch e così Christopher torna al comando. Più dietro c’è l’assestamento lento della classifica dato che le gomme da sole non bastano per superare. Truex scavalca Berry, Elliott fa lo stesso su Stenhouse, Blaney idem su Briscoe (poi la #14 verrà superata anche da Hamlin e Larson) e così Ryan rientra in top10.

Bell va in fuga e al giro 80 ha già oltre 2″ di vantaggio e non finisce qua. Ci si avvicina al giro di soste e a sorpresa Busch cede e viene superato dal compagno di squadra Dillon. I due saranno i primissimi ad andare ai box ai -49 quando la classifica recita Bell al comando con 3.8″ sulla #3 e 4.3″ sulla #8 attaccata e superata anche da Truex, Berry è a 7.2″, Elliott a 8.4″, Stenhouse a 11.4″, Cindric a 12.0″, Blaney a 12.3″ ed Hamlin a 12.5″.

In sequenza è la volta di praticamente tutti gli altri leader (speeding deleterio per Berry), anche quelli che si erano fermati al break di fine stage. Larson è il primo di questi al giro 94 e cambia solo due gomme, poi c’è Hamlin, dunque Bell (che non esagera) ai -45 e rimane leader virtuale. Anche Elliott cambia solo due pneumatici e lo farà pure Bowman; Byron invece non vuole questa soluzione e allora per lui sosta completa.

Rimangono in pista parecchie Ford e sono Cindric, Blaney, Preece, Keselowski, Briscoe e Logano mentre si ferma McDowell insieme a Wallace esattamente al giro 100. Anche Preece molla la compagnia così come parecchio più indietro Buescher. La gara si decide praticamente in questo momento.

Al giro 110 lo scossone alla gara: Truex fora dal nulla la posteriore sinistra e deve andare ai box perdendo due giri, un paio di tornate più tardi Berry finisce a muro in curva3. Si teme una rottura dei freni, ma in realtà la anteriore sinistra ha ceduto dopo aver preso un detrito quattro giri prima. Per Josh un amaro ritiro visto l’arrembante inizio di gara.

A pieni giri ci sono 17 auto (Stenhouse è il lucky dog) e fra di questi ci sono molti audaci che non si sono ancora fermati, le citate Ford di Cindric, Blaney, Keselowski, Logano e Briscoe, ma anche Hocevar, Gragson, Burton, Hemric, Zane Smith e LaJoie mentre quelli sulla strategia regolare sono Bell (che era settimo e con margine sui diretti avversari), Dillon, Busch, Elliott, Larson ed Hamlin. Per tutti gli altri dopo la chiusura del giro di soste ci sarà la wave around.

La nuova classifica alla ripartenza vede Bell di nuovo al comando su Elliott, Larson e Busch perché tutti gli altri decidono di pittare anche se lo avevano fatto da poco, dunque Cindric riparte quinto davanti a Keselowski, Blaney, Logano, Hocevar e Briscoe; Ware, Kraus e Truex (-2) sono gli unici doppiati.

La bandiera verde sventola ai -21 e Bell scappa via subito mentre un Larson non al meglio viene infilato da Busch e Cindric subito, da tanti altri nei giri seguenti. Chi sorprende in questa fase è proprio Austin che, dopo il buon stint precedente in cui era davanti a Blaney, ora scavalca anche Rowdy portandosi al terzo posto; poco dopo verrà imitato proprio dalla #12 e dalla #22. E Cindric non si ferma qui, infatti ai -10 attacca e poi chiude il sorpasso all’interno anche su Elliott.

Bell è in totale controllo, ha oltre 3.5″ su Cindric e 5″ su Blaney che ha superato pure lui Elliott, quando all’ultimo giro arriva la caution che chiude la stage con qualche metro di anticipo. La lotta per la settima posizione fra i due Kyle non va a buon fine: Larson attacca all’interno sul traguardo, Busch stringe un po’ la traiettoria ma ancora sul dritto, la #5 forse approccia curva1 non con la traiettoria desiderata e così Larson perde il controllo all’interno di Busch travolgendolo. Il pilota Hendrick prosegue con quasi zero danni, per quello RCR c’è il muro ed un ritiro decisamente poco digerito vista la buona prestazione fino a quel momento.

Bell vince quindi anche la seconda stage (quarta consecutiva, infatti di default ha vinto anche la stage 3 a Charlotte alla chiusura della gara) davanti a Cindric, Blaney, Elliott, Logano, Keselowski, Briscoe, Hocevar e la coppia Dillon-Hamlin che ringrazia per i punti regalati. Byron è solo 17°, McDowell 26°, Bowman 28°, Larson 29°, Kraus è il lucky dog.

Nello stint precedente il muretto di Bell aveva detto al proprio pilota di gestire le gomme e quindi ci si aspetta una strategia alternativa della #20. La via scelta è quella di mezzo: pit ma solo per due pneumatici.

Cindric tuttavia tira dritto con i suoi compagni Blaney e Logano ma anche Briscoe, Hocevar, Dillon, Hamlin, Burton, Hemric, Smith, Gragson e LaJoie. Per tutti gli altri c’è la sosta, Bell quindi riparte 13° davanti ad Elliott, Keselowski e Gibbs che tuttavia commette speeding, doppia sosta invece per McDowell.

Green ai -92 con due gruppi in pista separati da circa 30 giri sulle gomme, tuttavia l’unico a sfruttare al meglio gli pneumatici freschi sarà ovviamente Bell.

La ripartenza scorre via liscia e Cindric rimane davanti a Blaney e Logano, Hocevar approfitta dell’attacco non riuscito di Briscoe sulla #22 per portarsi al quarto posto con Hamlin quinto, la #20 invece recupera quattro posizioni ed è nona.

I giri seguenti sono di transizione, davanti allungano in due, infatti Logano non ha il passo di Cindric e Blaney e deve tenere d’occhio nello specchietto la coppia Hocevar-Hamlin, anche se di veri attacchi non arriveranno. E allora si guarda a Bell proseguire nella rimonta con i sorpassi su Dillon e Briscoe, poi Christopher stalla pure lui nel recupero.

Ai -65 la finestra per l’ultima sosta si è aperta e Cindric è ancora primo con 0.5″ su Blaney, 4.2″ su Logano, 4.9″ su Hocevar, 5.4″ su Hamlin, 5.5″ su Bell (il sorpasso arriva al giro successivo), 8.4″ su Dillon, 8.8″ su Briscoe, 9.0″ su Keselowski e 9.3″ su Reddick.

E qui arriva il secondo momento decisivo per la corsa. I leader non si fermano ai box da circa 55 giri (inclusi quelli sotto caution al break) e ne mancano 65. Cindric e Blaney girano ancora un paio di decimi più veloci di Bell che è nel traffico. Potrebbero andare avanti ancora per 5-10 giri, e invece Hocevar che va in pit lane ai -65 apre il giro di danze (pit lento per lui). La sosta di Carson è anche comprensibile, quella di Blaney ai -64 e quella di Cindric (con Hamlin) ai -63 decisamente no. Bowman intanto inizia ad accusare problemi ai freni; gestendo la vettura chiuderà 28° a un giro.

Logano passa dunque al comando con Bell incollato, però anche lui pitta (appena vede la #20 superarlo in curva2) ai -62 con Dillon, Briscoe e Byron. Bell dunque può proseguire tranquillamente ed ora ha già 4″ su Keselowski. Blaney intanto con l’undercut ha superato Cindric ed è leader virtuale allungando leggermente su Cindric.

Bell non esagera e la sua sosta finale arriva a 46 giri dalla fine venendo seguito, come un’ombra ma a distanza, da Reddick. Keselowski si fermerà soltanto ai -30.

Il pit stop della #20 non vede errori e Bell quando torna in pista è ovviamente staccato, Blaney ai -44 ha circa 1.6″ su Cindric (fra i due Kraus), 5.6″ su Hamlin, 7.2″ su Bell e 8.6″ su Logano; Hocevar ha perso terreno ed è scivolato dietro a Reddick (solo due gomme) e Dillon. Dai box però caricano Christopher, ha gomme più fresche di 18 giri rispetto alla #12 e gli dicono che in proiezione potrebbe riprendere Blaney nella lotta per la vittoria a 15 giri dalla fine.

Davanti nel frattempo non arriva una caution ad aiutare gli audaci e quindi tutto si riassume in un’altra rimonta di Bell. Rimonta travolgente dato che Christopher brucia le tappe. Ai -40 è già a soli 3.7″ da Blaney, ha passato Hamlin ed è a 1.1″ da Cindric. Ai -35 Ryan ha 1.3″ sul compagno di squadra e, dopo Bowman e Jones, 2.1″ su Bell.

Si sorpassano auto prima ancora che queste si fermino (nell’ultima sosta Gibbs riparte quasi travolgendo un meccanico che poi si scopre essere suo cugino) e probabilmente la #12 perde più del previsto in questa fase nel traffico. Ai -31 pitta Elliott che era secondo sì, ma a 10″ da Keselowski che, come detto, va ai box al giro successivo proprio mentre Bell ha saltato in un sol colpo sia Jones che Bowman. Di slancio al giro successivo la #20 infila Cindric ed è così a 0.7″ da Blaney.

Via radio dicono a Bell che c’è tempo e che non deve avere fretta, la vittoria sarà sua. Wallace viene saltato dai due senza mutamenti, poi Christopher passa all’attacco, una, due volte, ma Blaney tiene l’esterno e sfrutta l’inerzia in uscita di curva per impedire il sorpasso. Il terzo attacco della #20 arriva ai -24, un altro ai -21. Questo tentativo, il quarto, sembra quello buono, sul traguardo dei -20 Bell ha il muso davanti a quello di Blaney per 0.065″. Ryan resiste all’esterno per tutto il giro, ai -19 però sulla linea però è ancora dietro per 0.020″.

E poi? E poi quando il sorpasso sembra chiuso o comunque il duello destinato a proseguire sempre con l’inerzia a favore di Christopher, ecco che Bell rallenta. Via radio dice laconicamente: “Il motore sta per esplodere”. Non succederà, dai box gli dicono di prendere tutto con calma, evitare di cambiare marcia (visto anche il check alla leva effettuato nelle ore precedenti) e alzare il piede.

Blaney così si invola mentre la #20 perde pian piano posizioni. Ad aiutarlo per quanto possibile arriva persino Truex che, a tre giri di distacco, sui rettilinei sospinge il compagno di squadra per non fargli perdere velocità. Bell perde fra 0.75″ e 1″ al giro dal leader ma si salverà.

La #12 può dunque gestire, ai -15 ha 3.1″ di margine su Cindric e solo i doppiaggi davanti a sé, il problema per Blaney è che sono due ossi duri in battaglia come Gragson e Suárez. Ma c’è spazio. Ai -10 ci sono 2.8″ fra i compagni di squadra, 2.3″ ai -8, 2.2″ ai -7, 2.0″ ai -6, 1.9″ ai -5. Quando il distacco ai -4 diventa 1.5″ forse c’è un po’ più di preoccupazione che aumenta ai -3 visto che il divario scende a 1.1″.

Ai -2 Blaney respira, ha doppiato Suárez ed ha 1.2″ su Cindric. Pare fatta. E invece tutto si ribalta nuovamente. In uscita da curva4 in vista della bandiera bianca, a meno di 1.5 miglia da quella a scacchi, la #12 singhiozza, rallenta, viene passata ancora prima della linea dalla #2. Clamorosamente Blaney è rimasto a secco perdendo la prima vittoria stagionale. E la sosta finale che sembrava troppo anticipata ora diventa inutilmente anticipata, anche se probabilmente è stata messa nel serbatoio meno benzina del dovuto o di quanto si credesse perché in tutto lo stint a Ryan non è stato detto nulla sul fuel saving.

Ad Austin Cindric bastano solo 1.25 miglia senza errori per conquistare una insperata seconda vittoria in carriera che lo catapulta nei playoff. Sul traguardo il pilota del Team Penske precede Hamlin di 3.8″, Keselowski di 4.2″, Reddick di 6.4″, Logano di 10.3″, Dillon di 11.0″, Bell di 13.0″, Hocevar di 13.3″, Haley (che rompe il motore sulla linea) di 13.6″ e Larson (rimonta fino alla top10) di 13.7″; seguono Gibbs, Chastain, Elliott, Buescher, Byron, Gilliland, Briscoe, Hemric, Smith e Stenhouse; Blaney è 24° a 41.713″ con un ultimo giro concluso (nonostante tutto) in 1’15.772″.

Per Cindric è una vittoria del riscatto, dopo il successo a sorpresa nella Daytona500 del 2022 poi erano arrivati tanti passi indietro e poche occasioni in top5. Ora invece torna in copertina portando la #2 in victory lane in quella che sarebbe stata eventualmente la gara di casa per un altro storico #2 di casa Penske, Rusty Wallace, nato a poche miglia di distanza da Gateway ad Arnold, Missouri.

Per quanto riguarda l’analisi del resto della griglia playoff è inutile sprecare parole: finché la NASCAR non deciderà sul waiver di Kyle Larson sarà solo tempo perso fare conti.

I risultati odierni

La classifica della “Enjoy Illinois 300”

La classifica generale

Così in campionato a 11 gare dalla fine della regular season della NASCAR Cup Series 2024

Le altre categorie

Xfinity Series: a Portland prima vittoria nella categoria cadetta per Shane van Gisbergen!

Truck Series: Heim imbattibile a Gateway!

I prossimi appuntamenti

La NASCAR torna sulla costa Ovest per un nuovo stradale. A Sonoma gareggeranno Xfinity (sabato notte) e Cup Series (domenica alle 21:30 in diretta su Mola); in pista anche la ARCA West Series. La Truck Series tornerà invece a Nashville il 28 giugno.


Immagine: Media NASCAR

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