NASCAR | Cup Series, Charlotte Roval: dal nulla al caos, Bell vince e ribalta la classifica!

NASCAR
Tempo di lettura: 30 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
11 Ottobre 2022 - 08:30
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100 giri di calma piatta, poi arriva la classica caution per detriti a far esplodere il Roval. Bell deve vincere e di strategia e overtime si qualifica. Suárez beffato dal servosterzo, Larson sbatte e viene scavalcato nel finale da un Briscoe che in pochi giri entra ed esce dal “Round of 8” due volte. Anche Cindric eliminato da un testacoda finale


Se pensate che il clima attuale in F1 sia avvelenato dalle polemiche contro tutto e contro tutti, sappiate che la NASCAR non è immune a questo, forse ci sono meno complotti inventati di sana pianta con i media che anziché riportare la ragione fra il pubblico anzi fanno da cassa di risonanza a queste voci. È stata una settimana tesa e nemmeno la bandiera verde ha riportato la calma perché 105 giri su 109 di nulla o quasi hanno fatto puntare il dito sulla Next Gen, vettura ancora imperfetta.

Dal caos finale è uscito vincitore Christopher Bell che per avanzare al “Round of 8 ” era obbligato a vincere e facendolo ha ribaltato una classifica che negli giri è cambiata metro dopo metro con piloti che sono entrati, usciti, rientrati o riusciti dai favolosi otto che proseguiranno nel sogno per almeno altre tre settimane. Mastica amaro Kyle Larson, eliminato per due punti in un finale rappresentativo della sua stagione.

Una settimana tormentata

La gara relativamente tranquilla di Talladega sembrava aver ridato serenità alla NASCAR e invece è stata l’ultima serata di pace prima di una settimana ricca di tensione su ogni fronte.

Dopo il riposo del lunedì, martedì Cody Ware annuncia che avrebbe saltato la gara di Charlotte perché la guida sul Roval è decisamente più impegnativa fisicamente di uno superspeedway e per un piede infortunato in Texas ai legamenti e anche a livello osseo – seppur non gravemente – è meglio saltare una domenica; a sostituirlo sulla #51 JJ Yeley.

Martedì è anche la notizia di qualche annuncio importante della NASCAR: le problematiche riguardante la sicurezza della Next Gen sono state recepite e in settimana (tempismo fin troppo sospetto) sarebbero stati effettuati dei crash test ad un rivisto sottotelaio posteriore, quello più critico sia per la presenza del serbatoio, sia perché nell’occhio del ciclone in quanto troppo rigido e che quindi trasmette troppa energia al corpo dei piloti in caso di incidenti sul retrotreno, esattamente come successo a Kurt Busch ed Alex Bowman.

Ed è proprio in chiusura di martedì che Bowman annuncia che a causa dei sintomi da trauma cranico salterà anche la gara del Roval, segnando dunque la sua definitiva e prematura eliminazione dal “Round of 12” (in caso di ritorno sarebbe stato obbligato a vincere a Charlotte per avanzare); a sostituirlo ancora una volta Noah Gragson.

Mercoledì è anche giornata di annunci di mercato anche se le notizie sono anticipate dai social: AJ Allmendinger tornerà nel 2023 in Cup Series a tempo pieno sulla #16 del Kaulig Racing. A sostituirlo sulla vettura con lo stesso numero in Xfinity Series sarà Chandler Smith, attuale pilota del Kyle Busch Motorsports nella Truck Series. Confermati nella serie principale anche Justin Haley sulla #31 e in quella cadetta Landon Cassill mentre per il campione in carica Daniel Hemric manca ancora la firma.

In una mossa incomprensibile, poi, Hemric viene ufficialmente riconfermato alla domenica – appena quattro giorni dopo dunque – prima della gara della Cup Series e poche ore dopo la sua impietosa eliminazione dal primo turno dei playoff della Xfinity Series da campione in carica. Cosa sia successo di così positivo in questi giorni non è dato a sapersi.

Mercoledì sera la prima bomba: la NASCAR, che aveva portato la #4 al R&D Center di Charlotte dopo Talladega, penalizza Kevin Harvick ed il suo team di ben 100 punti per modifiche ad una componente standard della vettura Next Gen, esattamente come successo negli scorsi mesi prima a Brad Keselowski e poi a Michael McDowell. Inoltre il crew chief Rodney Childers viene squalificato per quattro gare.

Ed ovviamente la ridda delle voci inizia subito (anche dallo stesso Harvick che twitta “sembra strano…”) con accuse alla NASCAR di penalizzare intenzionalmente Kevin in quanto una delle voci più critiche sulla sicurezza. Voci che non fanno in tempo ad iniziare che il presidente della NASCAR interviene via radio definendole ridicole. Una risposta rapidissima, come se qualcuno avesse la coda di paglia al riguardo.

Le voci non si fermano giovedì, anzi. Questo è il giorno della discussione dell’appello richiesto dall’Hendrick Motorsports riguardo alla penalità di 25 punti assegnata a William Byron in seguito alla tamponata rifilata ad Hamlin in Texas. E l’appello viene vinto: la multa viene aumentata a 100’000$, ma la penalizzazione in classifica viene annullata e così Byron da virtualmente eliminato a -11 torna fra i piloti al momento qualificati a +14.

I social ribollono perché quello del comitato d’appello (indipendente dalla NASCAR) viene visto come l’ennesimo favore fatto all’Hendrick Motorsports, il team più importante della Cup Series. Ovviamente per nulla felice Denny Hamlin che effettivamente alla fine dei giochi rimane l’unico davvero penalizzato dal contatto in Texas.

Le motivazioni della sentenza non vengono pubblicate come sempre, ma la NASCAR fa capire tutto subito comunicando una modifica all’articolo del regolamento sportivo praticamente in poche ore. Vengono cambiate poche parole, due “e/o” vengono sostituiti da “e” e viene aggiunto un “or spinning” al “wrecking” già presente, segno che Hendrick ha vinto il ricordo facendo notare che Byron non aveva mandato a muro Hamlin (come Sauter nei Truck nel 2019, allora una gara di squalifica, altro che soli 25 punti di penalità) e quindi la casistica del solo testacoda non era prevista. E non è finita qui.

Venerdì ci si prepara per Charlotte? Tutt’altro, arriva la terza notizia bomba. L’associazione dei team (la RTA – Race Team Alliance – che dopo un lungo percorso di trattative ora ha come soci tutti i detentori dei 36 charter) pubblica un comunicato a sorpresa in cui si dichiara che le trattative nella ripartizione dei soldi derivanti del nuovo contratto TV (che entrerà in vigore nel 2025 al termine di quello attuale di dieci anni da 8.2 miliardi – sì, miliardi – di dollari) sono ad un punto morto.

I team, infatti, chiedono di ricevere una percentuale maggiore rispetto a quella attuale in cui a fare la parte dei leoni sono – oltre alla NASCAR stessa – soprattutto i circuiti che nelle ultime stagioni si sono potuti permettere ristrutturazioni da decine di milioni di dollari pur vendendo moltissimi biglietti in meno rispetto a 20 anni fa, segno appunto che le proporzioni sono sbilanciate a sfavore di squadre alle prese con numerosi problemi economici e di sponsor oltre che costi di riparazione della Next Gen ben più alti del previsto. Per non parlare di altri problemi come team Open, Xfinity e Truck Series, ma la RTA difende i suoi interessi “elitari” e quindi ci sarebbe ancora da discutere al riguardo.

La RTA dichiara: “La proposta di ripartizione inviata alla NASCAR qualche mese fa non ha ricevuto una risposta congrua alle nostre attese e conteneva proposte di riduzione dei costi che non possiamo affrontare se non tagliando posti di lavoro. Il modello economico attuale è insostenibile e persino l’Hendrick Motorsports chiuderà in perdita quest’anno.”

La frase successiva è quella che cerca di spegnere la propagazione di questo incendio dato che lo scenario a cui tutti pensano è lo split fra USAC e CART (ovvero attualizzando proprio NASCAR e RTA) avvenuto circa 40 anni fa: “La RTA, che oggi ha voluto incontrare i media, vuole far capire che ama questo sport e non sta cercando uno strappo dalla NASCAR. Il modello economico che prevede che il 60-80% del bilancio dei team sia sostenuto dagli sponsor deve cambiare e non può passare dal taglio dei costi.”

La NASCAR è costretta ad un altro comunicato stampa da pubblicare in fretta e furia: “La NASCAR riconosce le sfide che i team stanno affrontando in questo momento. La chiave per risolvere questo è il prolungamento del Charter Agreement (ovvero appunto il contratto fra NASCAR e RTA) in modo da garantire una maggiore ridistribuzione dei guadagni e abbassare le spese dei team. L’obiettivo di tutti è di avere uno sport forte e in salute e insieme potremo realizzarlo.”

In sintesi un comunicato che non dice nulla di pratico, ma di tempo per le trattative ce n’è, almeno tutto il 2023. Qualora non ci fosse un accordo ancora a inizio 2024 allora sì la situazione diventerebbe critica per il futuro della NASCAR.

Sabato, finalmente tutti in pista a Charlotte. Finalmente si pensa a gareggiare? Ovviamente no. Nella mattinata in pista avviene un incontro fra NASCAR e piloti in cui si discute di sicurezza. Il clima dopo 75′ di riunione è misto.

La NASCAR ha esposto slide e comunicato in tutta fretta che l’esito del crash test effettuato in settimana è stato positivo e quindi il nuovo sottotelaio verrà introdotto a partire dalla prossima stagione. Una procedura sì di emergenza, ma fin troppo sbrigativa (un po’ come in F1 con l’introduzione dell’Halo quando il cupolino venne scartato dopo un test di meno di 1h a Silverstone) come a voler mostrare che gli organizzatori hanno fatto qualcosa e quindi si sentono con il cuore in pace.

I piloti (non tutti, qualcuno si dice soddisfatto dell’incontro) escono come detto non ancora soddisfatti. Keselowski dice che la riunione è somigliata più ad un episodio di Seinfeld (popolarissima sitcom americana degli anni ’90) quando nel Festivus c’è la cosiddetta “ora delle lagnanze” (“Airing of Grievances” in originale), Logano dopo aver conquistato la pole dice che la riunione è stata corretta, ma doveva avvenire due mesi fa subito dopo l’incidente di Kurt Busch, Larson infine dice che sì, i dati del crash test sono migliori rispetto alla vettura attuale, ma comunque peggiori rispetto alla Gen6.

L’appendice arriva nel pre-gara quando Steve Phelps si presta ad una rara intervista TV. In questa occasione il presidente della NASCAR mette in chiaro (come se ci fossero dubbi, ma il problema è che sono venuti) che la sicurezza dei piloti è la priorità assoluta e che l’unico errore commesso è in pratica quello emerso dalle parole di Logano, ovvero che, oltre ad una scarsa comunicazione, la riunione sarebbe dovuta avvenire molto prima e Phelps in diretta si assume personalmente la colpa di questo. In chiusura anche un accenno alla questione economica, ma anche qui parole di circostanza come nel comunicato.

Discussioni finite? Ovviamente no: a mettere il carico è Chase Briscoe riguardo all’appello vinto da Byron. Briscoe per questa decisione è passato dall’essere ottavo virtualmente qualificato (seppur a pari punti con Cindric nono ed eliminato) a primo sotto il taglio a 12 punti da Suárez. Briscoe accusa la NASCAR di aver “falsato” (molto fra virgolette) i playoff esaminando l’appello dopo e non prima di Talladega perché Chase ha affrontato il temibile superspeedway con una strategia diversa da quella con un Byron già con 25 punti in più.

La polveriera NASCAR ha molte micce accese, il clima è tutt’altro che sereno, ma una volta che si accendono i motori tutto si calma. O almeno si spera. O almeno finché non inizia la gara.

La gara

Sabato, giorno di libere e di qualifiche. Ci sono i soliti problemi di affidabilità e stavolta a finire ko è lo sterzo. Stenhouse accusa dei problemi, Almirola è senza servosterzo e salta le qualifiche, Conor Daly, al debutto in Cup Series sulla #50 del TMT, va dritto a muro in uscita dalla bus stop senza alcuna colpa.

A pagare con dei fuori pista sono anche i favoriti: oltre a diversi lunghi anche per Elliott e Larson, Reddick finisce in testacoda, Allmendinger tocca le gomme dopo un testacoda e, nel round decisivo, Chastain va a sbattere cercando di seguire uno Suárez molto veloce. A conquistare di nuovo la pole, come accennato, è Logano che precede Byron, Suárez, Reddick, Cindric, Blaney, Allmendinger, Bell, Elliott e appunto Chastain.

Domenica, splende il sole e prima di partire bisogna mandare in coda Chastain (riparazioni, ma non muletto in una scelta coraggiosa del Trackhouse Racing), Almirola (cambio motore oltre al servosterzo), Daly, Keselowski (anch’egli problemi allo sterzo), Buescher, Hezemans e Williams che ha fallito sabato tre volte i controlli tecnici e quindi non è stato ammesso alle qualifiche e al via deve pure scontare un drive through.

Al via Logano mantiene la prima posizione ed allunga subito su Byron che viene pressato da Suárez, ma presto William ristabilisce le distanze e Daniel dovrà difendersi da Reddick. E la prima stage finisce praticamente qua. Già, succede ben poco infatti nel corso dei primi giri, l’azione in pista è ridottissima perché le possibilità di sorpasso sono ben poche.

Sono gli stessi piloti che via radio – hanno pure il tempo per farlo – analizzano la situazione. Nel traffico c’è talmente tanta turbolenza che il sottosterzo generato impedisce ogni tentativo di attacco. Poi la Next Gen è nata come vettura decisamente più adatta agli stradali e quindi le prestazioni, se si guarda tutto il gruppo, si sono appiattite e quindi possibili differenze sui tempi oppure anche errori dovuti ad una vettura difficile da guidare si sono quasi annullati.

Da notare a inizio gara, oltre alle rimonte di Larson, Hamlin e Chastain che però poi stallano in fretta, sono dunque quei pochi errori che vendono commessi. Custer al primo giro rimbalza sui cordoli alla bus stop, poi il primo a mancare la chicane sul traguardo è Austin Dillon che come penalità da regolamento deve scontare uno stop&go letterale a bordo pista. I commissari però notano che la #3 non si è fermata completamente e quindi Dillon deve scontare un drive through.

A seguire poi è la volta di Hezemans e quella più spettacolare di Wallace che rischia grosso alla chicane finale, spiattellando anche le gomme e venendo costretto ad un pit stop anticipato. Davanti intanto Logano ha circa 1″ su Byron che però non molla. Bene anche Elliott che supera McDowell per la nona posizione.

Dopo nemmeno 10 giri c’è la prima crisi. Le Toyota sugli stradali quest’anno non hanno mai dimostrato un passo vincente (tutt’altro anzi) e l’unica vettura giapponese che si era qualificata nella top10 ben presto ne esce: Bell, loose e che blocca troppo l’anteriore in frenata, dalla sesta posizione prima viene superato da Allmendinger, poi da Elliott, dunque Christopher sbaglia la chicane saltando sui cordoli e viene passato da McDowell e da Haley che ne approfitta e scavalca entrambi.

Mentre Byron inizia a riavvicinarsi a Logano, il suo compagno di squadra Larson conferma la forma non ottimale e non riesce ad approfittare delle difficoltà di Bell vedendo gli avversari scappare davanti a pista libera. Il secondo ad andare in difficoltà è Cindric, che non ha un feeling ottimale con lo sterzo, il quale viene superato da Allmendinger (problemi radio) prima ed Elliott poi nello stesso punto, ovvero con un ritorno sull’ovale decisamente largo e lento.

Dopo gli errori alle chicane di Kyle Busch e Stenhouse si entra nella fase strategica della stage. I pronostici guardando la classifica vengono rispettati praticamente tutti. Chi ha bisogno di punti fondamentali per i playoff tira dritto, quelli già qualificati (Elliott), quelli obbligati praticamente a vincere (Bell) e chi punta alla gara perché non in corsa per il titolo invece pitta anticipando la sosta. La anticipa anche Kvyat ma per lui è ritiro, un altro per il Team Hezeberg, per un problema al motore.

Nel finale Byron cerca il riaggancio, dimezza il ritardo portandosi a 6-7 decimi da Joey, poi ancora di più, però la #22 reagisce e mette in tasca un playoff point. Logano vince la prima stage davanti a Byron (+0.5″), Suárez (+2.6″), Blaney (+9.2″), Cindric (+14.6″), Larson (+21.3″ con gomme praticamente distrutte), Briscoe (+24.8″) ed Hamlin (+27.0″).

Questi sono gli unici otto piloti che non si sono fermati ai box, tutti gli altri sì a partire da Reddick (passato da quarto a nono) e Allmendinger (decimo) che precedono Elliott, Haley, McDowell, Bell, Harvick, Custer e Chastain che invece ha pittato perché nella rimonta era ancora troppo indietro per conquistare dei punti.

La classifica playoff aggiornata vede il solco di inizio gara allargarsi: Blaney è a +33 ed è l’unico quasi al sicuro, Chastain e Logano sono a +22, Hamlin a +18, Larson e Byron a +17 e Suárez a +14, out invece Cindric (-14), Briscoe (-16) e Bell ora obbligato anche dalla matematica a vincere.

Al break la gara cambia volto, infatti gli otto devono pittare, scivolano in coda al gruppo e finiscono fra la 24esima e la 31esima posizione (con Suárez che perde quattro posizioni perché tocca in pit lane Wallace che procede lentamente in pit lane cercando il suo stallo) e saranno praticamente incapaci – non per colpa loro – di recuperare il terreno perso. Diventa dunque una gara fra outsider più Elliott, Bell e Chastain.

Dopo la penalità a Ty Dillon (errore della pit crew) e la paura di Briscoe che la anteriore sinistra sia mal fissata, prende il via una seconda stage da 21 giri. Sullo scatto Reddick e Allmendinger quasi si toccano fiancata contro fiancata, ma Tyler rimane al comando seguito da AJ, Haley, Bell ed Elliott; la chance di Chase di conquistare altri cinque playoff point si decide in questi giri molto probabilmente e infatti in poco tempo Elliott supera un Bell ancora non al meglio.

Dietro si sfrutta al massimo, o almeno si prova, la ripartenza per guadagnare quante più posizioni possibili prima dello stallo. A riuscirci al meglio sono Briscoe, Logano e Suárez che staccano gli altri cinque avversari sulla strategia. Da notare anche il 3-wide sul banking di Bell, McDowell e Custer con Michael che passa la #20.

Bastano un paio di giri e Allmendinger passa al comando, mettendo in mostra il suo ruolo di favorito dopo il quarto successo sul Roval in Xfinity. Ad aiutarlo è Reddick che finisce leggermente largo nella curva che riporta sul banking ed AJ si infila subito.

Il quartetto di Allmendinger, Reddick, Haley e Elliott allunga sul gruppo e poi tutto si cristallizza praticamente. Da notare c’è solo Larson che cerca la rimonta (e passa prima Byron e poi Suárez) malgrado dal box gli dicano di essere prudente visto quanto ha distrutto le gomme in precedenza. In coda al gruppetto ci sono Hamlin (problemi in ingresso di curva e di bloccaggio) e Cindric che evidentemente è rimasto nel traffico delle prime curve. Briscoe invece non ha problemi al pneumatico.

Chi invece ha problemi è Allmendinger che, dopo aver preso 1.4″ di vantaggio, perde in un sol colpo mezzo secondo a causa del fatto che la seconda marcia gli esce ed AJ teme un problema alla leva selettrice o addirittura di aver danneggiato un pochino il motore.

Nella pancia del gruppo c’è sì qualche sorpasso ai danni dei piloti più lenti (Gilliland e Almirola) o di chi sbaglia come Gragson e LaJoie che si toccano all’ingresso della bus stop e vanno poi dritti nella via di fuga a scontare lo stop&go in parallelo come nel drag racing ripartendo davanti a Logano che perde così secondi preziosi. Sbaglia anche Chastain, tuttavia il vantaggio accumulato sui piloti che lo seguono gli fa perdere soltanto la nona posizione a favore di Jones.

Siamo già nel finale di stage e ripartono le strategie, praticamente identiche a prima con solo due differenze, Hamlin che pitta a differenza di prima (e poi al rientro in pista viene accusato dallo spotter di Yeley di voler provocare una caution mandando in testacoda JJ) e Chastain che invece segue il percorso inverso. Dietro Larson prosegue la sua rimonta (ed avrà ragione) mentre in difficoltà va Briscoe che sbaglia la chicane e viene superato da Logano e pure da Suárez che scavalca entrambi.

In vetta Allmendinger ovviamente va ai box in anticipo e rinuncia agli oltre 3″ che aveva messo su Reddick. Alla chiusura della pit lane ai -2 lo scenario si definisce e Chastain vince la seconda stage davanti a Burton (+1.7″), Larson (+2.6″), Allmendinger (+4.5″), Reddick (+6.5″) con i due che avevano talmente tanto margine che rientrano nella top5, Suárez (+9.1″), Logano (+9.6″), Briscoe (+10.3″), Blaney (+10.7″) ed Elliott (+11.4″), fuori dai punti Byron, Cindric, Bell ed Hamlin.

Si va dunque alla stage finale con Blaney a +34, Chastain a +31, Logano a +25, Larson a +24, Suárez a +18, Hamlin a +17 e Byron a +16. In sintesi, Briscoe (-16), Cindric (-17) e Bell sono obbligati al miracolo oppure a gufare qualcuno in una gara che non ha offerto tante chance di selezione drammatica.

Manca più di metà gara e alla ripartenza dopo il completamento del giro di soste lo scenario è simile a prima con Allmendinger davanti ad Elliott, Haley, Custer, Harvick, Bell, McDowell, Jones e Kyle Busch, Hamlin 19° e Chastain 24° davanti agli altri otto con il solo Burton in mezzo ed il crew chief di Cindric che si è già pentito della strategia attuata.

Si riparte ai -55 e Reddick dall’esterno balza al comando davanti ad Allmendinger, Elliott ed Haley che comunque ci ha provato sul pilota della #9. Nel gruppo avanzano Hamlin e soprattutto Briscoe malgrado Chase sia finito in un 4-wide con LaJoie, Wallace e Ty Dillon e nel contatto con Corey non abbia più la convergenza dello sterzo perfetta. Paga con qualche graffio anche Blaney che rimane in coda al gruppo dei big.

Poi la situazione si stabilizza e la fuga di Reddick, Allmendinger ed Elliott restringe notevolmente – all’apparenza – il lotto dei favoriti per la vittoria così come, a meno di sorprese, Briscoe, Cindric e Bell sembrano destinati all’eliminazione malgrado qualche recupero alla ripartenza. In coda, invece, prosegue la gara tormentata di Conor Daly che, dopo una foratura, ora si vede anche protagonista di un principio di incendio all’impianto elettrico che non gli impedisce di ripartire.

Attorno ai -48 arriva invece il colpo di scena che riapre tutto: il servosterzo della #99 di Suárez smette di funzionare, esattamente come successo ad Austin quando Daniel poteva vincere. I tempi del messicano si alzano subito e dall’on board camera si capisce subito l’enorme difficoltà fisica che il pilota del Trackhouse Racing deve affrontare in una gara ancora tanto, troppo lunga.

I suoi tempi sul giro si alzano di 3, poi 4, poi 5 alla fine anche 10″ al giro e ovviamente Suárez perde posizioni su posizioni finché da una tranquilla top25 finisce 37° davanti ai soli Daly (doppiato) e Kvyat (ritirato). E a questo il suo tesoretto di oltre 15 punti che aveva su Briscoe (comodamente 18° e poi anche 17° perché Hamlin è talmente al sicuro che non lotta e si fa passare dalla #14) è svanito e Chase torna incredibilmente qualificato.

Siamo ai -40 e si apre la finestra per l’ultima sosta, ad andare ai box sono per primi Almirola e Burton e nel corso di qualche giro ci andranno tutti. E la gara rischia di decidersi qui. Elliott ha circa 2″ di ritardo da Reddick e 1″ da Allmendinger quando va ai box ai -37, ai -30 dopo il giro di soste è al comando con addirittura 4.4″ su Reddick e 4.9″ su Allmendinger dopo aver perso pure 1″ per superare Jones che non si era ancora fermato.

Cosa è successo in questi giri? Elliott si ferma per primo e mette in pratica un undercut di un giro su Tyler e di addirittura tre su AJ e con gomme e pista libera mette giù i tempi decisivi per il sorpasso, aiutato anche da una sosta lenta di Reddick (e anche di Haley alle sue spalle).

Al box di Suárez invece solo facce sconsolate: la riparazione non sembra semplice, né rapida e Daniel è in pista con le braccia distrutte a cercare una caution che non arriverà ad aiutarlo. L’unico “aiuto” al messicano lo regala Cindric che alla bus stop tampona Hand mandandolo a muro e costringendo Joey al ritiro. Daniel va ai box per rabboccare benzina e servosterzo ai -27 quando ormai ha perso addirittura tre giri. Suárez sarebbe solo a due punti da Briscoe (tre tecnicamente perché Chase ha dalla sua il tie-breaker), ma le speranze sono zero.

Il travaglio Trackhouse non è finito: Chastain, non inquadrato, va a sbattere contro il muro in curva2 e rientra ai box con la vettura storta. I meccanici accennano una riparazione in pit lane, ma Ross poi va direttamente nel garage, forte di un vantaggio consistente su Suárez e certamente anche per regalare un punto in più al compagno di squadra; Chastain chiuderà 37° a nove giri.

Suárez intanto torna a girare su tempi buoni come quelli dei leader, ma la tregua per lui dura al massimo cinque giri, poi il tracollo del servosterzo torna come quello di prima e ai -18 dovrà pittare di nuovo. Briscoe è ora 15° senza nessuno intorno a disturbarlo, la situazione ideale per non correre rischi ed eventualmente Cindric, 21°, è a -7.

Davanti regna la calma, Elliott ha 4″ di vantaggio ai -20 e sembra destinato ad un’altra vittoria davanti a Reddick ed Allmendinger (+5″), Harvick ed Haley completano la top5 ma sono addirittura a 16″. A smuovere la situazione ci pensa proprio Reddick che inaspettatamente ai -15 arriva lungo alla bus stop e poi sconta un prudente stop&go che lo fa finire di poco davanti ad Harvick.

Mentre Briscoe è tranquillo (passa anche un Truex senza motivazioni ed è a +4), Suárez pure si scontra con LaJoie alla chicane con Corey che perde completamente le coordinate, prima toccando il messicano in netta difficoltà fisica e buttando al vento un sorpasso facile, poi cerca addirittura una sterile e inutile vendetta stringendo la #99 a muro. Dopo la gara i due avranno una conversazione nemmeno troppo accesa con Suárez senza energie per discutere ma abbastanza per firmare un autografo ad un bambino.

Allmendinger cerca un ultimo scatto per riprendere Elliott, scende sotto i 4″ di ritardo, ma colui che recupera davvero è Harvick che colma il breve distacco da Reddick, ormai demotivato dall’errore commesso, e lo sorpassa ai -7.

Nel frattempo però è arrivato un altro colpo di scena: Larson è finito largo nella curva che riporta sul banking ed ha toccato il muro. Un errore incredibile e immotivato che manda, come successo a Chastain, Kyle nei box a riparare la sospensione danneggiata. Malgrado ciò l’opinione di tutti – non per eufemismo – è che come Ross anche Larson sia salvo malgrado i punti persi (virtualmente è a +11) e si pensa solo a Briscoe ora a +5 su Suárez.

Larson torna in pista proprio davanti a Suárez con i due staccati di cinque giri a cinque giri dalla fine, dunque condannati a non recuperare più posizioni ma solo a sperare che gli altri ne perdano. Tutto sembra tranquillo quando arriva dal nulla una caution, la prima “vera” della gara al giro 104 di 109.

Il motivo della caution è un cartellone pubblicitario che è caduto dal muretto interno di una delle curve dell’infield sulla pista. La caution sembra la classica scusa per creare movimento e infatti qualche pilota dice che il cartellone era lì o comunque in zona già da qualche giro e per quando arriva la pace car è quasi stato già spostato.

Il gruppo si ricompatta e si può analizzare la classifica live: Blaney (+31), Logano (+19), Byron (+16), Chastain (+13) ed Hamlin (+12) sembrano al sicuro, in balìa del temuto caos invece Larson (+7), Briscoe (+5), Suárez (-5), Cindric (-8) e Bell sempre obbligato a vincere ed ora settimo in classifica.

Ovviamente il gruppo si spacca per le strategie, anche perché le gomme hanno oltre 25 giri alle spalle e oltre 2″ di passo perso da inizio stint. I primi sei non si fermano (Elliott, Allmendinger, Harvick, Reddick, Haley e McDowell), Bell ovviamente sì per rischiare tutto, Briscoe e Cindric invece no perché puntano a recuperare punti e posizioni.

Si riparte ai -3 e la classifica live aggiornata apre gli occhi a tutti: Cindric e Briscoe sarebbero virtualmente qualificati con un punto di vantaggio su Larson! Ovviamente nei giri successivi succederà di tutto.

Allmendinger parte non bene, ma stacca forte in curva1, dall’esterno rimane alla pari con Elliott e sfruttando il fatto che curva2 e 3 siano nell’altra direzione si trova all’interno. AJ però forza però troppo nel tenere largo Elliott al suo esterno e così, pur passando Chase, apre la porta ad Harvick che usando il muso beffa entrambi e passa al comando. Pure Reddick ne approfitta e in curva5 vuole superare Elliott dopo che i due si sono messi dietro AJ, ma spazio per due non c’è e la #9 finisce in testacoda.

Dietro era successo anche altro: in curva1 Briscoe si era tuffato all’interno di Haley e forse Gragson non lo ha visto dato che in staccata (sospinto da Cindric) si infila fra lo stesso Haley e McDowell. In quattro ovviamente non si passa e a pagare sono Noah e Michael – ma anche Cindric con qualche botta e Burton in coda – mentre Briscoe ne emerge con altre posizioni guadagnate.

La gara prosegue dopo mezzo giro di caos con Harvick in fuga mentre Bell sta rimontando velocemente con gomme fresche ed attacca e passa con malizia (stringendo un po’ sul cordolo) Allmendinger alla bus stop per la terza posizione.

Dietro di loro altro caos mentre Kevin inizia il penultimo giro si capisce che nel mucchio, ma senza troppi danni, ci sono finiti Briscoe e Logano. Mentre Bell supera Reddick per il secondo posto all’uscita dell’infield arriva la caution, all’apparenza per fallo di confusione ma in realtà per il cordolo danneggiato alla bus stop.

La veloce bandiera rossa (6’10”) per le riparazioni permette l’analisi: a tamponare Briscoe nella confusione alla chicane sono stati praticamente insieme sia Kyle Busch che Austin Dillon, poi in uscita Logano e Jones si sono agganciati quasi involontariamente, ma sono finiti fuori dalla traiettoria ripartendo senza riportare danni né essere travolti. Coinvolti invece anche Truex, Byron e Ty Dillon.

Finisse così la gara Cindric sarebbe incredibilmente di nuovo qualificato a +4 su Suárez e +9 (tecnicamente) su Bell, con Larson di nuovo dentro (+7) e Briscoe di nuovo fuori. Ma altre soste cambiano le posizioni in coda (Logano, Byron e soprattutto Briscoe) e soprattutto si capisce che Bell con gomme fresche è ad un passo da una incredibile vittoria che ribalterebbe tutto.

Si riparte per i due giri dell’overtime con Harvick al comando su Bell, Allmendinger, Reddick, Kyle Busch, Haley, Buescher, Custer, Wallace e Keselowski, Cindric 11° (dentro per sei punti) e Briscoe 21° (out per nove con Larson in mezzo a +7) per le posizioni che contano.

Pronti via e mentre Bell sfrutta le gomme per scavalcare Harvick e scappare via verso il “Round of 8”, dietro altro caos con Blaney, Stenhouse, Gragson, Elliott, McDowell e Rockenfeller che finiscono nel mucchio alla prima curva ripartendo quasi tutti indenni e quindi la gara prosegue.

Poi, dopo mezzo giro tranquillo, il penultimo momento decisivo: Cindric, alla caccia di punti utili, per tirare la staccata alla bus stop a Jones è un po’ impiccato e nel cambio di direzione finisce in testacoda perdendo tutte le posizioni guadagnate. Alla chicane finale poi a finire in testacoda sono Ty Dillon e Gibbs.

A posteriori bisogna ricostruire come è la classifica live all’inizio dell’ultimo giro: Bell col primo posto è virtualmente qualificato, poi seguono Blaney (26° dopo l’incidente in curva1) a +20, Logano (19°) a +18, Hamlin (13°) a +16, Byron (17°) a +11, Chastain (37°) a +7 e Larson (35°) a +1. Già, Kyle si trova all’improvviso con solo un punto di margine su Briscoe che ha evitato il caos ed è 12° in rimonta con gomme fresche. Chiudono Suárez (36°) a -7 e Cindric (21°) a -11.

Lo schermo è diviso in due e oltre a Bell si segue ovviamente anche Briscoe impegnato in una lotta molto dura con Jones (che non la prenderà bene) dopo aver passato Dillon e quindi ora Chase è alla pari con Larson. Ed il tie-breaker è a favore del pilota della Ford.

Briscoe porta largo Jones al ritorno sul banking e Dillon prova ad approfittarne all’interno. Le vetture sono 3-wide per un attimo e Briscoe non perde posizioni anche se Dillon e Jones si scambiano davanti e dietro di lui. Si va verso la bus stop dunque con Briscoe sempre a +0, ma i punti decisivi glieli regala (in)volontariamente il compagno di squadra Custer.

Cole, a quanto dice lui, ha forato nei contatti precedenti e quindi sta cercando di arrivare al traguardo come possibile. Alla bus stop frena a ruote bloccate proprio davanti a Dillon che deve inchiodare per non tamponarlo. Il blocco di Custer funziona, Briscoe passa entrambi e si prende l’ottavo e ultimo posto al “Round of 8”.

Bell vince a sorpresa viste le prestazioni Toyota sugli stradali, ma il Roval regala anche questo. Il pilota JGR precede Harvick, Kyle Busch, Allmendinger, Haley, Buescher, Wallace, Reddick, Briscoe e Austin Dillon; Hamlin è 13°, Byron 16°, Logano 18°, Elliott 20°, Cindric 21°, Blaney 26°.

La classifica è subito chiara: Elliott e Bell avanzano con le vittorie, Blaney, Logano ed Hamlin non hanno corso rischi (pure Ryan nonostante tutto), Byron ringrazia il ricorso vinto in settimana (altrimenti sarebbe stato out, ma con i se e con i ma non si scrive la storia), Chastan finisce a +6, Briscoe a +2.

Il primo degli eliminati è incredibilmente il campione in carica Kyle Larson che sembrava al sicuro malgrado l’incidente e invece deve fare mea culpa in una stagione imperfetta fin dall’inizio ed ora deve solo recriminare solo su un errore fatto senza avere pressione. E forse Rick Hendrick si pentirà del ricorso effettuato e vinto in settimana perché alla fine della fiera per salvare Byron è stato eliminato Larson.

Uno stoico Suárez finisce a -9 ma lo fa tra gli applausi dopo aver completato gli ultimi 50 giri senza servosterzo (chissà se errore del team o problema della Next Gen) quando sembrava aver in pugno la qualificazione impronosticabile alla vigilia dei playoff. Cindric invece esce per 13 punti e facendo i conti il testacoda, anche se rimane un grosso errore non da Austin che però doveva forzare, ai -2 non gli ha tolto i punti necessari per stare davanti all’amico Briscoe.

Si chiude così un Roval dalle due facce, una lunga 104 giri di nulla assoluto o quasi e 5+3 del solito caos che rende questo layout così appassionante ed ognuno dei piloti eliminati avrà sicuramente dei rimpianti. Il gruppo degli otto (+1 dato che la #5 è ancora in lotta nell’owners championship a differenza della #12 mentre la #45 è stata eliminata) è definito anche se la NASCAR indagherà sul comportamento di Custer all’ultimo giro alla bus stop.

Di tempo per altre, nuove polemiche c’è tutta la prossima settimana.

I risultati odierni

La classifica della “Bank of America Roval 400”

La classifica generale

Questa la griglia playoff al termine del “Round of 12”

NASCAR Cup Series classifica dopo Charlotte Roval 2022

Così invece la classifica dopo il reset all’inizio del “Round of 8”

NASCAR Cup Series classifica prima Las Vegas 2022

La classifica completa

Le altre categorie

 Xfinity Series, Charlotte Roval: poker di successi per Allmendinger in North Carolina

I prossimi appuntamenti

Il prossimo weekend la NASCAR affronterà un’altra trasferta a Ovest facendo tappa a Las Vegas. La Xfinity (sabato) e la Cup Series (domenica) inizieranno in Nevada i rispettivi “Round of 8”. Ancora in pausa la Truck Series che tornerà il 22 ottobre a Miami per la gara decisiva in vista di Phoenix.


Immagine: Media NASCAR

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