Dopo l’incidente nelle libere, Chastain è costretto a partire in fondo col muletto. 600 miglia gli sono utili per completare una storica rimonta finalizzata col sorpasso decisivo su Byron a sei giri dalla bandiera a scacchi
Siamo ormai a fine maggio, le temperature stanno salendo (malgrado qualche temporale) e quindi è tempo di angurie, non solo sulle spiagge ma anche in pista. Il classico cocomero spaccato da Ross Chastain è arrivato forse nella giornata meno attesa, quella in cui a Charlotte scattava dalla 40esima e ultima posizione in griglia in seguito ad un incidente nelle prove libere. La Coca-Cola 600, tuttavia, è una corsa lunga e tutto può succedere nel corso delle oltre quattro ore di gara (4h25’08” per essere precisi) e così il pilota Trackhouse ha completato una storica rimonta, superando il dominatore William Byron a poco più di cinque giri dalla fine.
La gara
Charlotte, casa della NASCAR. Il weekend sull’ovale di Concord è sempre quello riporta pace e tranquillità anche in mezzo alla confusione più grande. Spariscono i pensieri sulla vettura, sulle piste, sulla situazione generale. Si pensa solo ai tifosi e a vincere una classica monumento.
C’è aria di storia a inizio settimana, ma alla fine l’unica Storia sarà l’elezione nella Hall of Fame per la classe 2026 di Ray Hendrick (“Mr. Modified”), Harry Gant e Kurt Busch. Infatti, malgrado le voci delle settimane scorse, la #78 non si iscrive per la 600 miglia e quindi le auto presenti sono “solo” 40: le quattro vetture Open sono la #44 con Derek Kraus, la #66 con Josh Bilicki, la #84 con Jimmie Johnson (alla corsa numero 700 in Cup Series) e la #87 con il giovane Connor Zilisch, alla prima vera prova probante della carriera in NASCAR, diventando al contempo anche il pilota più giovane nella storia della Coca-Cola 600. Cifra tonda anche per Daniel Suárez (300), Ryan Preece (200) e Ty Gibbs (alla fatidica quota 100 senza ancora un successo).
La settimana è anche l’occasione per i primi annunci di mercato e ci sono due rinnovi: Hendrick e Byron firmano fino al 2029 mentre RCR esercita l’opzione (il contratto era un 2+1) con Kyle Busch che dunque rimarrà anche la prossima stagione sulla #8.
Sabato è giornata di prove libere e qualifiche e gli occhi di tutti sono sui bump in curva1 e curva4 che scompongono le vetture. Busch festeggia al meglio il rinnovo con problemi al servosterzo e alla radio e zero giri percorsi. Peggio va a Chastain che fora la posteriore sinistra e finisce a muro; per lui muletto e partenza dal fondo; per il team della #1 sembra un gran peccato perché Ross si era dimostrato molto veloce sul passo gara. Miglior tempo per un Carson Hocevar che si conferma veloce; lui e Gibbs sono gli unici sotto i 30″.
In qualifica, tuttavia, Hocevar non si conferma, infatti perde il controllo della vettura in curva4 quando è in lotta per la top5 e finisce in un mezzo testacoda che viene salvato dall’asfalto della chicane del Roval. Anche Reddick non va al meglio, baciando il muro in curva3. A conquistare la pole position è Chase Briscoe (29.532″, primo pilota da Johnson nel 2002 a fare doppietta di pole a Daytona e Charlotte) che precede di appena due centesimi un Kyle Larson che è in partenza per una Indianapolis 500 che stavolta si rivelerà sfortunata e nel complesso sottotono rispetto a quella del debutto. A completare la top10 Byron, Buescher, Allmendinger, Nemechek, Gibbs, Gragson, Bowman e Bell.
Pensando al rischio pioggia presente – anche – a Charlotte e dopo aver retrocesso in fondo alla griglia Busch e Jones per modifiche in parco chiuso e Chastain (tecnicamente) per il muletto, con Johnson (pilota della biposto scorrazzando Tom Brady) e Larson (a muro prima di metà gara per un Double Duty già monco) tornati per tempo da Indianapolis, può avere inizio la corsa più lunga in tutto il motorsport disputata da un singolo pilota in una singola soluzione, anche se divisa in quattro stage da 100 giri ciascuna.
Alla bandiera verde Briscoe scatta bene, Larson trova subito il varco per mettersi fra lui e Byron alle sue spalle con William che viene attaccato da Buescher. Larson sembra essersi messo già alle spalle Indianapolis quando in curva3 attacca Byron all’esterno e sul traguardo del primo giro ha lui il muso davanti a tutti, poi però Chase recupera, si scompone, i due scivolano larghi in curva2 e Byron li mette 3-wide. La #19 alza il piede e la #24 passa al comando con Larson che impiega ancora un altro mezzo giro per scavalcare la Toyota.
Le posizioni di testa si allungano, tuttavia la top10 è ancora molto indecifrabile. Nemechek ci prova su Buescher (ci riuscirà all’inizio del sesto giro), Bell va 3-wide per superare Allmendinger e Gragson mentre Reddick sta lungo il muro. Christopher passa e vede la top5 davanti a sé con Noah che viene scavalcato anche da Tyler, il quale due passaggi più tardi supera Bell. Buescher poi ripassa JHN e Reddick segue la #17. Il primo a toccare il muro nella pancia del gruppo è Wallace in curva3.
Davanti, nel frattempo, Larson si è rilanciato e al giro nove attacca Byron, completando il sorpasso in curva3 e tornando al comando della corsa, Briscoe è spettatore interessato, tuttavia negli specchietti comincia a farsi sempre più grande la figura di Reddick. Al giro 12 Tyler passa agilmente ed è a soli 0.9″ dal primo posto e 1.5 miglia più tardi già punta la #24, senza però superarla. Forse Reddick perde l’attimo buono, tutti si aspettano due sorpassi facili che, tuttavia, non arriveranno.
La situazione in vetta si calma mentre prosegue il movimento nella pancia del gruppo, come in zona top15 dove Elliott e Stehnouse battagliano a lungo con Haley spettatore interessato. Più dietro sia Custer (all’esterno di Wallace) che Herbst baciano le barriere.
Stranamente i primi tre seguono traiettorie diverse dai loro standard: Larson si mantiene a centro pista, Byron è lungo il muro, Reddick flirta con la linea bianca. Pian piano Kyle inizia ad allargarsi e rubando l’aria permette alla #45 di incollarsi alla #24 non riuscendo ancora a completare alcuna manovra, solo al giro 23 ci va vicino. Dietro di loro, intanto, Buescher ha superato Briscoe per il quarto posto.
Ad un quarto di stage iniziano i doppiaggi (come riferimento ora Chastain è appena entrato in top30), ma i veri ostacoli sono ancora lontani. Molti piloti devono però temere sul long run, fra di essi c’è tutto il Team Penske con Logano stabile in fondo alla top20 e un Blaney che tocca decisamente le barriere e perde tempo e posizioni passando al 21° posto proprio dietro a Joey.
La corsa cambia volto ad un terzo di stage quando in curva3 Larson tocca in maniera decisa le barriere. La #5 rimane al primo posto, tuttavia Kyle sente che qualcosa nell’assetto e nella convergenza non è più a posto come prima. Byron si riavvicina leggermente mentre Larson cerca di diagnosticare la situazione. Intanto si va avanti e, dato che si è aperta la finestra per il primo rifornimento, qualcuno più in difficoltà va ai box per la sosta.
In ogni caso, al giro 40 Larson ha 0.7″ su Byron (loose in uscita), 2.1″ su Reddick (pure per lui sovrasterzo), 4.2″ su Buescher, 5.6″ su Briscoe (lui invece tight), 6.2″ su JHN e Bell, 6.9″ su Gragson, 8.0″ su Gibbs e 8.7″ su Allmendinger, a seguire Bowman, McDowell, Hamlin, Cindric, Elliott, Stenhouse, Haley, Preece, Zane Smith ed uno scatenato Hocevar che dal fondo (39° dopo il testacoda in qualifica) è già in top20. Herbst al giro 38 è stato il primo ad andare ai box seguito da Berry ed Austin Dillon al 40, poi Chastain, Johnson e Blaney al 41 proprio mentre il leader Kyle Larson finisce in testacoda in curva4 dopo aver perso il controllo della vettura mentre cerca di approcciare il doppiaggio di Ware. Per lui nessun danno, ma comunque una lunga strisciata sull’erba; Johnson è il lucky dog.
Byron ringrazia e va ai box al comando della corsa portando dietro tutto il resto del gruppo. La #24 esce davanti a tutti in una classifica aggiornata che alle sue spalle vede Reddick, Buescher, Bell, Nemechek, Gragson, Hamlin, Gibbs, Allmendinger, Elliott, Briscoe e McDowell; penalità per Keselowski (interferenza), Kraus e soprattutto Briscoe (ruota vagante che quasi va in pista dallo stallo #1 in una sosta comunque lenta), lunga sosta per Larson per sistemare la convergenza, wave around per Blaney e Chastain fra i big.
Si riparte con 51 giri da disputare nella prima stage… anzi no: Bilicki perde la posteriore destra e torna ai box su tre ruote. Recuperata subito la ruota e penalizzata la #66 di due giri, bandiera verde ai -49. La #24 dall’interno viene seguita da Buescher che affianca Reddick senza però completare il sorpasso, dato che invece riesce a Nemechek in curva3 all’interno per il quarto posto su Bell.
Fra le due Toyota riprende il duello già iniziato in precedenza e alle loro spalle si piazza Allmendinger che ha superato tre auto in una delle sue solite ripartenze all’attacco. AJ prosegue nell’avanzare e ci prova anche su JHN, tuttavia rimbalza e deve guardarsi alle spalle da Gragson. Dietro di loro Hamlin supera McDowell e sale all’ottavo posto con Bowman che completa la top10. In coda, lotta dura in curva2 fra Johnson e Zilisch con il superveterano che rischia di stringere a muro il supergiovane (nato nella stagione del primo dei suoi sette titoli) appartenente al junior team Red Bull. Briscoe ringrazia così come Chastain poco più tardi.
Denny sembra essersi svegliato con questa ripartenza e, dopo aver assestato la vettura, scavalca anche Gragson mettendo nel mirino Allmendinger. Avanza anche Bowman che supera McDowell e punta lo stesso Noah; il cambio di posizioni arriverà ai -31 anche se Gragson non mollerà la #48. Nel complesso, tuttavia, la corsa sembra piuttosto bloccata, pochi sorpassi veri e poche rimonte con il solo Hocevar a farsi notare con l’ingresso in top15. A due terzi di stage cambia la top5 col sorpasso di Bell su Buescher per il terzo posto. Christopher forza il ritmo e ciò fa velocizzare il passo di Reddick che si riporta su Byron. E così si preannuncia un possibile triello per la vittoria di stage. McDowell, nel frattempo, esce dalla top10 a vantaggio di Elliott.
Reddick inizia a farsi vedere all’interno di un Byron che persegue nella traiettoria lungo il muro, Bell (che in settimana ha cambiato spotter all’improvviso per il getto della spugna inaspettato di quest’ultimo) invece si stacca leggermente e rimane ad osservare, però nel complesso si va ad elastico ed ai -20 la situazione si ribalta con William che allunga leggermente e la lotta che si fa viva fra le Toyota. Ma un vero attacco non ci sarà.
Si torna a guardare più dietro allora negli ultimi 15 giri: Gragson ripassa Bowman per l’ottavo posto, poi inizia la crisi di Buescher che in sequenza verrà infilato da Nemechek, Allmendinger e riuscirà a resistere invece ad Hamlin. Per quanto riguarda Kyle Busch, altra gara complicata e team radio di fuoco mentre lotta per rimanere in top20 insieme a Keselowski ed uno Shane van Gisbergen in ottima forma. Ma da dietro sta arrivando di gran carriera Chastain.
Byron, nel frattempo, è tornato tranquillo ed ai -5 ha 1.3″ sulla coppia Reddick-Bell mentre il resto della top10 è compresa fra gli 8.5″ e gli 11.5″ e l’attacco del citato Nemechek su Buescher amplia ulteriormente il ritardo del secondo gruppo. La stage si chiude con due giri in anticipo: in curva4 Bowman fora la anteriore destra, perde il controllo e, un po’ come Larson, finisce nell’erba, solo che nel suo caso c’è stata anche la toccata col muro e la convergenza è saltata.
Byron vince dunque la prima stage sotto caution davanti a Reddick, Bell, Nemechek, Allmendinger, Buescher, Hamlin, Gragson, Elliott e McDowell che ringrazia la #48 per il punto guadagnato; a seguire Hocevar, Stenhouse, Smith, Preece, Jones, Cindric, Haley, Busch, Keselowski e Chastain, Gibbs 21°, Blaney 23°, SVG 24°, Briscoe 26°, Logano 27°, Wallace 30°, Larson 31°, Ware 36° e lucky dog che lascia fra i doppiati i soli Herbst, Kraus e Bilicki.
Il secondo giro di soste lascia Byron al comando precedendo Reddick, Hamlin, Bell, Allmendinger, Nemechek, Elliott, Gragson e Buescher; McDowell ha mancando lo stallo e quindi pittando al giro successivo finisce in coda, unica penalità per Ty Dillon (interferenza) mentre Larson prosegue nelle riparazioni alla convergenza.
Ripartenza con 93 giri da completare nella seconda stage e la #24 non parte al meglio, Reddick gli rimane al fianco fino a curva1 al giro successivo, dietro di loro sfalsati Bell, Hamlin e Nemechek, poi un 4-wide con Hocevar all’attacco su Allmendinger, Gragson ed Elliott. Bell scivola largo in curva3 aprendo la porta a tutti gli inseguitori, Hamlin in primis, poi a Nemechek con cui riprende la lotta, a seguire Gragson e Carson all’attacco di AJ che poi punta anche Noah.
La bella battaglia nelle primissime posizioni viene però interrotta ai -88 da un incidente: in curva4 Johnson si appoggia al muro, Zilisch cerca di passarlo per quanto possibile, ma alla sua sinistra c’è Custer che non può evitarlo e quindi la #41 manda in testacoda la #87. Johnson è il primo ritirato della corsa con la posteriore destra ko, Zilisch proseguirà con qualche danno e chiuderà 23° a -2, due posizioni dietro a Custer. Rischi anche per Ware e Larson, lucky dog per Herbst.
Malgrado sia passato poco dal break, questa è l’occasione per molti per sistemare l’assetto: Zane Smith cambia due gomme ed esce davanti a Suárez, Logano, Preece, A.Dillon, Wallace, Keselowski, Gibbs, Ware, T.Dillon, Gilliland e tutti gli ammaccati. Nuova ripartenza ai -83 con Byron al comando su Reddick, Hamlin, Bell, Nemechek, Allmendinger, Gragson, Jones, Hocevar, Elliott, Cindric ed Haley con il citato Smith 22°.
Byron scatta leggermente meglio di prima, ma anche in questo caso Reddick non molla (stavolta deve cedere in curva3), Bell perde la corda immediatamente e viene aggirato da Allmendinger e Gragson con Noah che si tuffa poi all’interno di AJ; Bell poi verrà superato anche da Hocevar e Nemechek. Rischio enorme per van Gisbergen sul trioval per difendere la top20 chiudendo troppo la porta su Stenhouse.
Byron può respirare fin da subito perché Reddick deve guardarsi alle spalle da Hamlin, ma – come in precedenza – c’è l’elastico con il secondo pilota del terzetto che a seconda delle fasi si avvicina più al primo o al terzo. Allmendinger cerca sul momento di rimanere con loro, ma già ai -77 viene attaccato all’interno da un clamoroso Hocevar che in 120 giri ha rimontato dal 39° posto alla top5 che diventa al giro 124 quarto posto perché anche AJ viene scavalcato. E Carson può anche guardare avanti perché Hamlin continua a puntare Reddick. Notevole anche il recupero di Jones che sale al settimo posto davanti a Gragson, Bell ed Elliott. Battaglia clamorosa dal 18° posto in poi con Briscoe, Smith, Stenhouse (due volte a muro), Preece, McDowell, SVG, Keselowski e Gilliland.
L’elastico prosegue ed ai -71 Byron è costretto addirittura a bloccare in curva1 perché Reddick è arrivato di rincorsa, poi William torna a seguire la traiettoria lungo il muro a pericolo scampato. Hamlin si è leggermente staccato a 1.2″ ed Hocevar non è lontano dalla #11.
Dopo un inizio di stage decisamente movimentato, col long run la situazione torna più calma se si escludono le battaglie in zona 20° posto con stavolta protagonisti Stenhouse, Gibbs ed un Blaney ancora decisamente più vicino al muro che alla linea bianca. Ai -55 Byron comanda con 1.4″ su Hamlin che ha appena infilato Reddick che è andato in difficoltà di colpo, 2.4″ su Hocevar, 5.0″ su Nemechek, 5.3″ su Allmendinger, 6.1″ su Jones, 6.8″ su Gragson, 7.5″ su Bell e 8.6″ su Elliott, a seguire Buescher, Chastain (già 12°), Preece, Busch, Cindric, Smith, Haley, Keselowski, Suárez e Briscoe con Blaney 23°, Wallace 28°, Logano addirittura 29°, Larson 32°.
A iniziare il primo vero giro di soste sotto green (terzo complessivo) è Nemechek al giro 148 insieme a McDowell, poi praticamente nei dieci giri seguenti è la volta di tutti gli altri senza grossi problemi (solo Herbst finisce in testacoda entrando ai box, ma non viene chiamata la caution e Riley commette pure speeding). Reddick pitta ai -48, primo fra i leader, Byron copre due passaggi più tardi, un giro più tardi è la volta di Hamlin, Hamlin allunga di ulteriori due lasciando la leadership a Bell che poi la restituisce al passaggio numero 160 a Byron.
A giro di soste completato, Byron guida su un sorprendente Nemechek che ha sfruttato l’undercut, poi Reddick, Allmendinger, Hamlin, Jones, Hocevar, Gragson, Elliott, Chastain (entrato dunque in top10), Buescher e Smith. Tyler ci mette poco tempo a tornare al secondo posto, tuttavia il distacco dal leader ai -30 è diventato addirittura di 8.75″. Chi ha gestito meglio questa fase però è, ancora una volta, Hamlin che riprende in un amen sia Nemechek che Reddick e pure Hocevar si è lanciato all’attacco alle loro spalle. Mentre Hamlin medita una manovra all’interno, la classifica si va assestando. Bell deve recuperare il terreno perduto e supera Buescher all’esterno di curva2 ai -27, ma vale soltanto per l’11° posto.
Byron continua a forzare, il vantaggio è di ormai 10″ e vuole ormai mettere più auto possibili a un giro e William rischia grosso ai -22 con Gilliland e Keselowski in curva1, proprio mentre Hamlin supera Nemechek e si lancia su Reddick completando due sorpassi nell’arco di tre miglia. Ma ormai William è irraggiungibile, anche con gomme leggermente più fresche. Nel finale di stage c’è da notare Hocevar che riprende e supera Nemechek ai -3 all’interno di curva1 e Chastain che nei cinque giri finali si scatena e supera in sequenza Elliott, Gragson e Jones.
Byron vince dunque anche la seconda stage davanti ad Hamlin (+7.8″), Reddick (+10.0″), Hocevar (+11.7″), Nemechek (+12.4″), Allmendinger (+13.5″), Chastain (+17.3″), Jones (+17.4″), Gragson (+18.4″) ed Elliott (+19.1″); a seguire Preece, Bell, Buescher, Smith, un Gibbs in ripresa, Busch (in testacoda proprio sul traguardo tutto da solo), Briscoe, van Gisbergen, Haley e Blaney. Suárez 22° davanti a McDowell, Wallace 25°, Larson 26° e lucky dog che lascia fra i doppiati Zilisch (30°), Keselowski (32°), Logano (33°), Cindric (35°), Herbst -2, Bowman -4, Kraus -9, Bilicki -12.
Dopo la tradizionale e breve bandiera rossa di metà gara per il momento di silenzio del Memorial Day, arriva il quarto giro di soste. Byron mantiene il controllo davanti ad Hamlin, Reddick, Hocevar, Allmendinger, Chastain, Gragson, Elliott, Nemechek e Buescher. Nessuna penalità se si escludono i pit con corsia box ancora chiusa di Cindric (nelle soste successive perderà addirittura dieci giri) e Stenhouse crollati nel corso della stage.
La bandiera verde sventola nuovamente con 92 giri da disputare nella terza (di quattro, dato che siamo nella 600 miglia) stage. Hamlin scatta molto bene e può sognare la prima posizione malgrado la corsia esterna si scomponga perché Elliott salta subito fuori cercando un 3-wide all’esterno di Allmendinger e Chastain. Byron in curva1 ha di nuovo il muso davanti, poi si torna a lottare e la #24 resiste al primo posto da curva4 in poi; a seguire Hocevar, Reddick (largo in curva3), Allmendinger, Gragson, Elliott, Chastain, Bell e Gibbs che però al giro successivo rischia grosso in curva4 dopo essere finito largo e poi essere quasi stretto a muro da Bell e girato dal muso di Buescher. Ty inizia a perdere posizioni su posizioni e così Jones rientra in top10.
Hamlin nei primi giri è incollato a Byron, poi si stacca subito ed Hocevar in forma smagliante gli si fa sotto mentre Reddick in questo momento non sembra averne. Elliott preme su Gragson (che a differenza degli altri predilige l’interno) per entrare in top5. Busch bacia nuovamente il muro e continua la sua serie di problemi. Ma l’elastico è la costante della corsa ed ai -85 Denny torna sotto al leader, William si difende a centro pista, Hamlin segue il muro in curva1-2, in 3-4 le traiettorie si invertono. Ai -79 per la prima volta la #11 (tight sul long run) riesce quasi ad infilarsi all’interno della #24 (sempre più loose in uscita), ma la manovra non viene completata. È un duello più mentale che fisico quello in pista, non ci sono sorpassi e controsorpassi, è più una lotta sulla perfezione e sul centimetro per non concedere nulla all’avversario.
Intanto, un po’ più dietro, Chastain ricomincia da dove aveva concluso la seconda stage: superando Elliott e salendo al settimo posto; Bell, invece, entra in crisi di sottosterzo, perde due posizioni a vantaggio di Jones e JHN che risale al decimo posto e deve anche difendersi dagli attacchi di Preece e McDowell (con cui si toccherà). Ai -65 la situazione consolidata vede quindi Byron al comando con Hamlin in scia, a seguire Hocevar (+2.1″), Reddick (+2.9″), Allmendinger (+4.8″), Gragson (+5.8″), Chastain (+6.9″), Elliott (+7.6″), Jones (+8.7″) e Nemechek (+9.3″).
Stavolta non si arriva nemmeno a pensare al giro di soste che arriva una caution a spezzare il ritmo: ai -63 Zane Smith perde il controllo in uscita di curva2 quando è 19° e in lotta con van Gisbergen e la sua corsa termina contro il muro interno; Keselowski è il lucky dog dalla 27esima posizione. Se non fosse stato per Johnson, il weekend di Charlotte avrebbe avuto clamorosamente tre Smith (non parenti fra di loro) all’ultimo posto, Chandler nei Truck, Sammy in Xfinity e Zane in Cup.
La pit lane si apre e ovviamente tutti ci vanno per il quinto pit stop generale e Byron esce dai box per un pelo davanti ad Hamlin, a seguire Reddick, Chastain (che entra definitivamente nella lotta per le primissime posizioni), Gragson, Elliott, Hocevar, Allmendinger, Jones e Briscoe che con un clamoroso +7 rientra in top10 dopo la penalità iniziale.
Green ai -57 e Byron scatta bene, ma la spinta di Reddick su Hamlin riapre i giochi fino a curva4 dove Denny ci arriva troppo veloce (lo si nota dalla staccata in curva3) e deve alzare il piede. Chastain sale al terzo posto perché Reddick è finito larghissimo e al suo interno si sono infilati Gragson ed Elliott con un leggero contatto nel 3-wide. Dietro di loro Hocevar cerca di recuperare quanto perso, salta Gragson e infila Elliott nel corso del giro successivo.
Alle loro spalle, in curva4, però arriva un nuovo incidente: in lotta per la decima posizione ci sono Briscoe e – spuntati fuori dal nulla – Suárez e Blaney. In curva4 dall’interno all’esterno ci sono Daniel, Chase e Ryan. Il messicano si allarga leggermente ma lascia abbastanza spazio agli altri due ed è anche mezza lunghezza avanti quando invece le traiettorie di Briscoe e Blaney si incrociano. La #19 sbanda a sinistra e manda in testacoda la #99 che schizza verso il muro, ma prima delle barriere trova la #12. Nella carambola fuori controllo, Suárez prima tocca leggermente Haley, poi sull’apron all’altezza del traguardo centra anche Larson che cercava solo di evitare guai. Per Blaney e Suárez (sfortunati come sempre) gara finita così come per Larson che sperava di completare in un sol giorno 1100 miglia fra Indianapolis e Charlotte e invece porta a casa un doppio ritiro con appena 595 miglia percorse in totale.
Dopo il lucky dog per Berry si riapre la pit lane, ma sono in pochi ad approfittarne: Buescher, Bell (scivolato al 14° posto), Busch (due gomme), Haley (riparazione danni), Gilliland, Custer e l’ammaccato Bowman. Si riparte ai -49 con Byron ancora primo davanti ad Hamlin, Chastain, Reddick, Hocevar, Elliott, Gragson, Jones, Allmendinger, Briscoe, Gibbs ed un clamoroso van Gisbergen che, tuttavia, pare abbia subito qualche contatto pure lui nell’incidente al punto che da qui in poi la vettura non sarà più la stessa.
Sullo scatto Chastain spinge bene Byron mentre Gragson cerca un 3-wide, ma Hamlin risale forte in curva1-2 e sul rettilineo opposto quasi completa il sorpasso sul leader, dietro di loro Reddick, sospinto da Hocevar e Allmendinger, deve controllare Elliott (con Jones) e un Chastain rimasto da solo nel mezzo. Alla fine Byron torna sotto e tuffandosi in curva3 rimane al comando su Hamlin, Hocevar, Reddick e Allmendinger.
Hocevar è scatenato e nel giro successivo tenta l’attacco all’interno di Hamlin, sembra la sua la storia della serata con la rimonta dal 39° posto, tuttavia Chastain è comunque settimo dietro ad Elliott e davanti a Gragson, Preece e Briscoe con Jones rimbalzato fuori dalla top10 ma che riesce a recuperare ripassando la #19. Hocevar si deve riaccodare, ma così facendo ha comunque regalato a Byron un paio di lunghezze di vantaggio.
Ross non si perde d’animo dopo la ripartenza andata non secondo i piani e ai -42 torna sesto davanti ad Elliott mentre Hocevar si rilancia su Hamlin, di nuovo all’interno e ancora una volta non riuscendo a completare il sorpasso per pochi centimetri. Nemmeno per Chastain tuttavia la situazione è semplice, perché pur riprendendo Allmendinger deve riguardarsi di nuovo da Elliott che lo punta all’interno.
Ai -39 Hamlin, che ha staccato Hocevar, si rilancia e riattacca Byron e completa il sorpasso per il primo vero cambio di leader da inizio corsa quando Larson era finito in testacoda. William si mantiene incollato alla #11 seguendo la traiettoria lungo il muro, anche perché soffre di un po’ di sottosterzo. Riparte l’elastico con la #24 che si alterna nei distacchi fra la #11 davanti e la #77 dietro di lui. Ed Hocevar in un paio di occasioni si fa vedere. Più dietro riemerge anche Briscoe che supera in sequenza Jones (poi scavalcato anche da A.Dillon), Preece e Gragson con Ryan che cerca di approfittarne attaccando Noah.
Il secondo attacco di Hocevar ai -35 in curva3 sembra quello buono, ma William resiste con le unghie e dall’esterno torna davanti. Il tandem ora dovrebbe collaborare per recuperare i 0.7″ di ritardo da Hamlin ma, nonostante la ripresa di Byron, Denny sembra guadagnare centesimi. La classifica fatica ad assestarsi, ad esempio un Gragson che sembrava in discesa si è tenuto dietro Preece (che invece è finito anche dietro a Bell) ed ora riattacca Briscoe ai -27 e non riuscendoci immediatamente permette il riaggancio della #20 e della #60. Noah perderà queste due posizioni nell’arco dei dieci giri seguenti.
Dai -25 in poi, invece, la coppia Byron-Hocevar inizia a recuperare centimetri malgrado un Carson ancora arrembante e in meno di cinque giri c’è di nuovo il riaggancio. Denny procede con gli altri due leggermente a ventaglio dietro di lui. I primi due affacci non producono risultati, Byron rimbalza e deve rilanciarsi dai -15. Bilicki, intanto, torna ai box a rilento, ma senza caution.
Il nuovo riaggancio è ai -12 e stavolta le manovre di Byron sono più efficaci, Hamlin è costretto a modificare le sue traiettorie e, dopo essersi fatto vedere un paio di volte, sul traguardo dei -10 William trova il varco per tornare al comando, però è costretto ad uno slide job che apre la porta anche ad Hocevar.
La lotta fra i due regala un attimo di respiro alla #24, ma ai -6 Hamlin torna sul paraurti della Chevrolet e lo attacca all’interno sul traguardo con Hocevar che si ingolosisce andando 3-wide. Denny scivola leggermente largo, ma purtroppo Carson non ne ha per tenere giù il piede e quindi la questione torna a due e Byron dall’esterno rimane davanti in curva3.
I sorpassi di Bell su Briscoe ed Elliott e quello di Chastain su Allmendinger passano quasi inosservati, davanti ci si sta giocando una vittoria di stage quasi come se fosse un successo finale e i primi veri doppiaggi potrebbero complicare la vita. Hamlin non trova lo spazio ai -2 e così non riesce più a riprendersi al primo posto.
Byron vince anche la terza stage davanti ad Hamlin (+0.4″), Hocevar (+0.5″), Reddick (+1.8″), Chastain (+2.5″), Allmendinger (+3.5″), Bell (+4.0″), Elliott (+4.4″), Briscoe (+6.3″) e Preece (+7.9″); a seguire Gragson, A.Dillon, un Keselowski in forte rimonta, Nemechek, Busch, Buescher, Gilliland, McDowell, Jones (crollato come la #17), Berry, Gibbs, van Gisbergen e Wallace, lucky dog per Stenhouse dal 24° posto a precedere Logano, tutti gli altri a -1 tranne Herbst (31° a -2), Bowman (-3) e Cindric (-11).
Nuovo giro di soste e l’osservato speciale è Bell, in quanto si era fermato anche alla caution precedente e quindi ora potrebbe rifornire per meno tempo e guadagnare ulteriori posizioni. Non sarà così perché ad uscire nettamente al comando è invece Hamlin davanti ad Hocevar, Byron, Bell, Reddick, Elliott, Chastain, Briscoe, Allmendinger, A.Dillon, Keselowski, Preece, McDowell, Busch, Nemechek e Buescher con Gragson che ha perso tanto tempo. Stupisce subito la sosta di Denny, oltre un secondo più veloce di quella di Byron, e infatti scattano subito le indagini. Dal muretto tranquillizzano Hamlin, convinti che anche così all’ultima sosta alla #11 basterà solo una tanica per andare fino in fondo. Piccolo spoiler: al muretto di Hamlin qualcuno dovrà fare un esame di riparazione in matematica.
Green ai -93, caution ai -93 ed è una di quelle caution che dispiace vedere: ancora una volta Hocevar perde punti per colpe non sue infatti, dopo un buono scatto al fianco di Hamlin, il motore della #77 salta in curva1 e la fumata bianca scatena il panico nel gruppo, Bell è il più lesto a saltare fuori dalla fila mentre Reddick quasi tampona Carson. Hocevar riesce a togliersi dai guai fino a curva2 dove procede a rilento, qui Buescher sta scartando la #77 ma Gibbs lo tocca da dietro e lo manda contro la stessa Chevy e contro il muro mentre anche Wallace riporta danni al muso. Chris riesce a ripartire, per Bubba gara finita. Logano è il lucky dog.
Dopo la pulizia della pista si riparte ai -87 (e ancora con almeno un pit stop da scontare) con Hamlin sempre al comando davanti a Byron, Bell, Reddick, Chastain, Elliott, Allmendinger, Briscoe, A.Dillon, Preece, Keselowski e McDowell. Hamlin si porta subito avanti con la spinta di Reddick mentre Bell ancora una volta in curva1 si smarca, sceglie l’esterno e prova ad andare 3-wide con Byron. Dietro di loro si apre il Mar Rosso fra Elliott e Chastain e così AJ “Mosé” Allmendinger prova a infilarsi dentro questo varco lasciato davanti a lui, Chase però scivola largo e allora apre la porta anche a Briscoe per un 4-wide in curva2 da cui ne esce davanti con la top5 Chastain.
Byron, intanto, prova a tuffarsi in curva3 e 4 e sul traguardo affianca Byron, in curva1 i due quasi si toccano ma alla fine William torna al comando con il gruppo ancora compatto alle loro spalle. Reddick si stacca leggermente e così il ricompattamento permette ad un Allmendinger di rincorsa (che dunque ha ripassato Chastain e superato Bell) di puntare anche Tyler che però si difende, approfitta di un’incertezza di Hamlin in curva2 per attaccare Denny alla piega successiva completando il sorpasso per la seconda posizione. Hamlin riesce tuttavia ad incrociare, ma non a riprendersi la piazza d’onore. Alle loro spalle è già cambiato tutto con Chastain che ha balzato sia la #20 che la #16 e così Ross è quarto. Byron ringrazia e mette 0.7″ di vantaggio.
La situazione è tutt’altro che stabile, Hamlin ritenta su Reddick, Briscoe supera pure lui Bell, Allmendinger vuole ripassare Chastain dall’interno, non ce la fa e così in curva3 ai -79 Chase si tuffa in curva3 su AJ. Tutto questo innesca una minifuga a tre che ha 1.1″ su Chastain, ma in questo momento Hamlin riesce a tornare secondo passando abbastanza agevolmente Reddick sul rettilineo opposto; Tyler sicuramente ha sbagliato qualcosa perché Chastain ne approfitta pure lui immediatamente. Ai -75 Byron guida con 0.15″ su Hamlin, 0.9″ su Chastain, 1.1″ su Reddick, 1.75″ su Briscoe, 2.05″ su Allmendinger, 2.3″ su Bell, 2.4″ su A.Dillon, 3.3″ su Jones e 3.45″ su Keselowski che ha appena superato Elliott, a seguire McDowell, Stenhouse, Preece, Berry, Busch, Gragson, van Gisbergen, Logano e Nemechek.
Ricomincia così il duello fra Byron ed Hamlin, William copre leggermente l’interno, Hamlin insiste andando lungo il muro. Intanto, inosservato, ai -77 Keselowski passa anche Jones e prosegue nella clamorosa rimonta. In vetta è sempre questione di centimetri ed ai -72 Hamlin restituisce il favore, sfiora la #24 in ingresso di curva1 e vola al comando. Byron accusa il colpo, perde subito mezzo secondo mentre Chastain è a 1.2″.
Non è mai finita questa corsa, quando ci si aspetta un proseguimento, ecco che tutto cambia e infatti ai -68 Byron torna sotto favorito anche dalla #66 che procede a rilento da doppiare (poco più tardi Bilicki si ritirerà con problemi alla pressione della benzina) ad Hamlin e al giro successivo si è già ripreso la prima posizione in curva2. Hamlin prova l’incrocio sul traguardo, ma l’inerzia della corsia esterna rimette William al comando. Più dietro, Reddick non convince ancora del tutto e Briscoe lo riprende mentre Keselowski supera anche McDowell.
C’è ancora una sosta come detto da scontare e quindi conviene fare uno screenshot ai -60, quando tutto è ancora nell’attesa: Byron guida con 0.3″ su Hamlin, 1.4″ su Chastain, 2.6″ su Reddick, 2.85″ su Briscoe e Allmendinger, 3.5″ su Bell, 4.0″ su Keselowski, 5.4″ su McDowell, 6.0″ su A.Dillon, 7.1″ su Jones, 7.25″ su Elliott, 7.75″ su Stenhouse, 8.6″ su Berry e 9.2″ su Preece.
Il primo ad andare ai box (escludendo JHN ai -62 che aveva baciato il muro in curva2 dopo essersi intraversato) proprio ai -60 è Austin Dillon, ma nessuno lo segue fino al giro 345 quando ai box ci fa il fratello Ty. Ne frattempo Reddick ha perso la posizione da Briscoe e pure Allmendinger lo punta, ma AJ non completando la manovra permette il riaggancio di Bell.
Il primo dei leader a pittare è Bell al giro 346 seguito al passaggio successivo dal leader Byron con Hamlin, Reddick, Briscoe e Gragson e qui Tyler perde le residue speranze con uno speeding. La sosta di Hamlin è veloce e la prima prova di matematica salta dato che serve una seconda tanica seppur per un attimo, quell’attimo che basta a Byron di restare davanti alla #11 di un pelo in uscita dai box.
Ai -52 è la volta di Allmendinger, Stenhouse e Preece, ai -51 il solo Chastain, ai -50 Berry, ai -49 Jones, ai -47 McDowell seguito al -46 da un Keselowski passato al comando. Gli ultimi veri audaci che tirano dritto sono Elliott (-44) e Gibbs (addirittura ai -22, avendo rabboccato alla caution precedente, quando è stato ripassato per la prima posizione da molto tempo e in ogni caso Ty commette pure lui speeding).
Byron dunque è ancora leader virtuale con quasi 1″ di vantaggio su Hamlin accumulato in accelerazione, seguono Chastain a 4.5″, A.Dillon, Briscoe ed Allmendinger sono più distanti. La selezione ha lasciato praticamente appena due vetture a lottare per la vittoria. O forse no perché, poco osservato da tutti, Chastain sta forzando i tempi con gomme più fresche, seppur di soli due giri approfittando più che altro del traffico dei doppiati incontrati dalla #24 che comunque guadagna tanto terreno sulla #11. Troppo.
Probabilmente Hamlin lo ha già saputo via radio, ma la verità sta emergendo: il box ha sbagliato i conti con la benzina alla sosta di fine terza stage, quella troppo rapida. La differenza mancante nel serbatoio? Quattro galloni. Tanti, troppi per andare in fuel saving. Intanto ai -38 Byron scavalca Gibbs e torna anche leader effettivo della corsa. In questo momento ha 1.7″ su Hamlin e 2.5″ su uno scatenato Chastain.
Hamlin prova una reazione nei giri successivi dopo aver superato Gibbs e riduce il divario di un paio di decimi tenendo anche a distanza Chastain, ma nel complesso la situazione non cambia, se non che la situazione di Hamlin viene resa pubblica anche agli spettatori ai -29. E due giri più tardi peggiora ancora: Chastain gli è arrivato sotto e di slancio si infila in curva4, la lotta fra i due dura un giro, poi Ross passa chiudendo il sorpasso per un pelo. Ai -25 Byron guida con 1.0″ su Chastain, 1.2″ su Hamlin, 5.0″ su Briscoe, 7.1″ su Allmendinger, 8.3″ su Keselowski, 11.95″ su Bell, 12.4″ su McDowell, 13.5″ su A.Dillon e 14.2″ su Preece.
Cosa può fare Hamlin ora? Solo sperare in una caution che gli permetta di pittare insieme agli altri che sarebbero ormai costretti a cambiare gomme. Denny quindi forza, bacia anche il muro in curva4 in scia di Chastain. Si scopre anche come Byron ha perso di colpo mezzo secondo: Reddick si stava schiantando contro il muro davanti a lui in curva2, ma Tyler riesce incredibilmente a salvare la vettura.
Chastain intanto prosegue nella sula folle rimonta e nei giri successivi rosicchia centesimi ad ogni passaggio, ai -20 è a 0.77″. I doppiaggi aumentano di giro in giro e la #1 recupera decimi, non più centesimi al punto che ai -15 è già a meno di tre decimi e Byron sta rischiando sempre di più con le auto da sorpassare.
Il primo attacco di slancio arriva proprio ai -15, ma non è nemmeno un vero attacco: Chastain esce meglio da curva4, Byron è costretto ad allargarsi sul traguardo, ma Ross non incrocia, tuttavia costringe la #24 ad approcciare curva1 in maniera storta e allora il distacco scende ad un solo decimo. Ai -13 Ross non deve più nemmeno guardarsi alle spalle perché Hamlin rimane a secco e deve pittare per uno splash&go in cui, non si sa perché, vengono cambiate anche due gomme.
Un attimo di respiro per il pilota Trackhouse, poi si torna all’attacco. Entrambi ora viaggiano lungo il muro, quindi serve qualcosa per scardinare la difesa di William. Il chiavistello potrebbe essere il doppiaggio di Logano poco più avanti e che viene ripreso ai -9. Byron cerca di non forzare la mano e ritardare il sorpasso su Joey il più a lungo possibile, ma commette un piccolo errore in curva3. Qui forse interpreta male la manovra di Logano che si piazza a centro pista e Byron non si sa perché lo segue. Chastain prosegue sulla sua linea e si può rilanciare. Ma non basta.
Due giri più tardi Byron torna sotto a Logano e William ripete la stessa manovra. È chiaro che Joey voglia rimanere a pieni giri, ma non sta bloccando, né costringendo la #24 a scendere di traiettoria. Manovra che invece non può fare Chastain perché Hamlin sta cercando di sdoppiarsi e lo ha affiancato. L’attacco di Denny sembra un ko per Ross e invece la #1 è uscita benissimo (o forse la #24 malissimo) da curva4.
Mancano sei giri alla fine di una lunga 600 miglia a Charlotte quando la scia di Byron permette a Chastain di tornare davanti ad Hamlin e di tuffarsi in curva1. Lo slide job è preciso, forse William non vuole forzare troppo la mano o un incidente, forse è convinto di avere un’altra chance, ma la sostanza è che Chastain è passato al comando quando 395 giri e mezzo prima era in 40esima e ultima posizione.
Hamlin e Logano ne approfittano per staccare i duellanti per la vittoria, Chastain ha messo quasi mezzo secondo di margine che Byron rosicchia nei due passaggi successivi. Si oscilla fra i tre ed i quattro decimi ai -4 ed ai -3 quando la #24 si fa vedere in curva3 all’interno, ma basta solo per recuperare centesimi. Non ci sono più auto davanti e quindi Byron può solo cercare di tuffarsi di nuovo nello stesso punto ai -2, ma ancora nulla. Rimane solo l’ultimo giro e un quarto di secondo a dividere le due auto. A chiudere i giochi è Byron che sfiora il muro in curva2, perde un decimo non ha più spazio per un ultimo attacco.
Ross Chastain vince una storica Coca-Cola 600 diventando il quarto pilota nella storia a vincere una gara della NASCAR Cup Series dalla 40esima posizione o oltre, il primo da oltre 50 anni a completare una rimonta dall’ultimo al primo posto a meno di penalità in griglia. Melon Man batte Byron (+0.6″), Briscoe (+6.3″), Allmendinger (+6.7″), un Keselowski finalmente in top5 (+6.8″), Elliott (+11.4″), McDowell (+12.9″), Bell (+17.2″), Preece (+19.0″) e Gragson (+20.3″); a pieni giri anche Stenhouse, Berry, Jones, van Gisbergen (ottimo 14°), Busch, Hamlin e Logano, A.Dillon 20°, Buescher 22° a -2 come Zilisch, Gibbs, Reddick e Nemechek, Herbst a -3 come Bowman, gli altri più ammaccati e staccati.
L’anguria probabilmente è uscita dal frigo pochi minuti prima della victory lane, ma non ha nemmeno il tempo di rendersi conto di cosa sta per succedere perché presto finisce per essere spaccata – come da tradizione – sull’asfalto per essere poi assaggiata da Chastain. E allora buona estate a tutti, specialmente a Ross.
I risultati odierni
La classifica della “Coca-Cola 600”
La classifica generale
Così in campionato a metà della regular season della NASCAR Cup Series 2025
Le altre categorie
Xfinity Series: Byron vince dopo essere stato graziato dalle caution
Truck Series: Corey Heim fa cappotto in maniera imbarazzante
I prossimi appuntamenti
Nel prossimo weekend la NASCAR farà tappa a Nashville per un altro triple header, stavolta integralmente in notturna: fra venerdì e sabato sarà in pista la Truck Series, fra sabato e domenica la Xfinity ed infine fra domenica e lunedì la Cup Series.
Immagine: Media NASCAR
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