Zero incidenti, qualche contatto, molta strategia: Byron controlla il finale di corsa e la rimonta di Bell per conquistare la seconda vittoria stagionale
Una corsa tranquilla, come tante (troppe?) sugli stradali dall’avvento della Next Gen. Questo, unito al fatto che i piloti non sono più spaesati girando a destra dato che sono sempre più preparati, ha ridotto il numero di errori, di incidenti, di caution, di ripartenze e quindi di occasioni per rimescolare la classifica. Tutto quanto citato, unito ad ulteriori accorgimenti per non cadere nel caos di curva1, hanno portato ad una gara molto strategica al COTA di Austin. I migliori piloti sugli stradali si sono potuti dunque esprimere sul ritmo e sulla tattica. William Byron ha confermato di essere molto a suo agio ed ha conquistato (anche quest’anno) per primo la seconda vittoria stagionale.
La gara
La NASCAR Cup Series arriva ad Austin ancora sulle montagne russe dopo la folle gara di Bristol. Però si torna sulla terra e il primo stradale della stagione rappresenta un banco di prova per piloti e, soprattutto, vetture con le “nuove” (dopo un mese in pista sono in realtà già ben rodate) Camry e Mustang. Inoltre ci sarebbe anche il secondo test per il pacchetto aerodinamico già visto a Phoenix e pensato per short track e, appunto, stradali. Ma incredibilmente sarà un tema del tutto ininfluente.
Tutti parlano invece dei piloti presenti: oltre al ritorno della #66 del MBM Motorsports con Timmy Hill al volante (Matt Jaskol non è riuscito a raccogliere il budget sufficiente) dopo due anni esatti di assenza, c’è la prima presenza stagionale di Shane van Gisbergen sulla #16 del Kaulig Racing (sempre in prestito da Trackhouse) e quindi Allmendinger si sposta sulla terza auto, la #13. Ritorno anche per la terza vettura del 23XI Racing con Kamui Kobayashi (seconda apparizione dopo Indy Road lo scorso anno), solo che la Camry non ha il #67 bensì il #50 per il 50° anniversario di Mobil1.
Il sabato è una giornata particolare perché il format per questo test è inedito: le prove libere sono allungate con i piloti già divisi nei due gruppi per la qualifica, le auto del gruppo A scendono in pista per 20′, poi spazio al gruppo B per altri 20′, poi tutto da capo con altri 20+20′, dunque in una sessione da 1h30′ lordi ciascun pilota avrà 40′ di tempo a disposizione per provare la vettura.
In una sessione che vede i testacoda di Preece, Reddick, Kyle Busch, Chastain, Suárez e McDowell oltre ad una bandiera rossa per detriti (un wrench perso da una vettura uscendo dai box), il più veloce con un giro ottenuto a tempo scaduto è William Byron (2’09.626″, record non ufficiale della pista) che batte Gibbs di soli tre centesimi, seguono Bowman, Wallace, Bell, Busch, Chastain, Kobayashi, Larson e van Gisbergen.
Subito dopo ci sono le qualifiche e nel gruppo A Gibbs sembra aver piazzato uno dei tempi imbattibili (2’09.197″), ma pochi secondi più tardi viene battuto da Reddick (2’09.133″); avanzano anche un Wallace che sembra in forma su questo stradale (suo storico punto debole), un Hamlin in difficoltà poco prima nelle libere e LaJoie che a sorpresa elimina sia van Gisbergen (per appena 0.007″) che Allmendinger con la coppia Kaulig che ha capito che il tempo non lo si fa al primo giro lanciato, ma non è bastato.
Nel gruppo B Gragson, Suárez e Logano si complicano subito la vita, i primi due arrivando lunghi in curva1, l’ultimo con un taglio delle Esses con conseguente tempo cancellato. Alla fine avanzano Byron (2’09.114″) davanti a Bell, Chastain, Elliott (vedasi capitolo Hamlin) e Truex che elimina Cindric per soli 0.008″ e dunque per la prima volta in 69 gare non ci sono Ford nella top10 in qualifica.
Il secondo round è altrettanto tirato: Wallace si esclude dalla lotta con un testacoda, Gibbs fa due giri veloci e piazza clamorosamente un 2’09.652″ e un 2’09.651″, tuttavia Byron fa meglio e con il 2’09.636″ (dunque appena 0.015″ di differenza su oltre 5 km, anzi 3 miglia, di pista è altrettanto clamoroso) si prende la pole; seguono Reddick, Bell, LaJoie, Chastain, Truex, Hamlin, Elliott e Wallace.
Domenica è una giornata dal cielo velato e ventosa, ma le uniche nuvole nere riguardano restart zone ed Esses. Se la prima è stata anticipata verso curva20 per evitare il caos del triplo OT del 2022 (ed i test in Truck e Xfinity Series sembrano aver dato esito positivo, con un gruppo che è arrivato in curva1 leggermente più sgranato), per le Esses c’è il problema dei tagli.
I cordoli bassi invogliano ad andare il più dritti possibile, ma fra le curve 2 e 7 c’è il vincolo di non andare con le quattro ruote all’interno del cordolo sulla parte ancora piatta. Nel weekend fino a quel momento si sono contati quasi 50 fra tempi cancellati e drive through ed il timore è che anche per la Cup Series sarà una serata complicata, con la terra a coprire invece curva8 dove la velocità è più bassa, per questo non c’è il vincolo del regolamento e così le vetture toccano l’erba scavando un fossato che porta sporcizia in pista.
Dopo aver mandato in fondo al gruppo Buescher, Preece e Timmy Hill per modifiche in parco chiuso, la corsa può iniziare. La prima curva scorre via regolarmente e Byron rimane al comando davanti a Reddick, Gibbs e Bell.
Tutto fila via liscio fino a curva10 quando in uscita dal tornante che conduce al rettilineo più lungo LaJoie esce largo e poi, in maniera molto garibaldina, rientra in carreggiata. Il problema è che alla sua sinistra ci sono Wallace e Truex con Martin che finisce nel panino e Bubba che quasi si gira sul suo muso. Corey, ovviamente, ne esce indenne (all’apparenza, anche se nei giri successivi perderà terreno), le due Toyota devono andare invece ai box, la #23 con lo sterzo storto e la #19 con un cerchione rotto.
Questo manda in fuga sei vetture, i quattro citati (con Byron che allunga sulla #45) insieme ad un arrembante Chastain che sfila un Hamlin in difficoltà nella prima stage; Cindric, Elliott, Busch e Allmendinger completano la top10. Burton invece finisce in testacoda in curva10 toccato da dietro.
Mentre la top5 appare stabile, qualche movimento arriva più dietro, ad esempio con Alllmendinger che scavalca Busch mentre il compagno di squadra van Gisbergen, poco più arretrato, fatica a entrare nel ritmo e si trova superato da Suárez mentre Haley è scavalcato da entrambi. Non si capisce invece quando Cindric abbia danneggiato il muso (fatto che sul lungo termine porterà ad un surriscaldamento del motore), ma Hamlin sta peggio di lui e viene passato dalla #2.
Byron va in fuga intanto e dopo quattro giri (sui 15 della prima stage) ha 2.6″ su Reddick e 3.1″ su un Gibbs che gli si sta avvicinando. Allmendinger continua nella sua rimonta metodica e con una magia nelle Esses (di cui ne approfitta anche Busch), dopo aver passato Elliott, scavalca anche Hamlin e si porta al settimo posto.
Ci si mette cinque giri per trovare il primo penalizzato ed è Nemechek per un taglio in curva4. Il weekend nero di JHN (già non entusiasmante in Xfinity malgrado il piazzamento finale) prosegue con un testacoda nello stesso giro. La rimonta di Allmendinger intanto si chiude al sesto giro perché col sorpasso a Cindric è sesto, tuttavia si trova a 11″ dalla vetta e circa 5″ da Chastain; perde ancora terreno Elliott che esce dalla top10 a vantaggio di Larson scivolando anche dietro a Suárez.
Al giro successivo arriva il sorpasso atteso di Gibbs su Reddick con Bell che segue il compagno di squadra; Ty ora è a 3.5″ da Byron. Proseguono le difficoltà crescenti di Cindric, scavalcato da un Busch finalmente concreto in questo 2024; Austin nelle tornate successive perderà altre posizioni.
Al decimo giro, dunque ai -5, prima che intervengano le strategie la classifica vede dunque Byron che ha perso qualcosa ma ha ancora 2.3″ su Gibbs, 2.8″ su Bell, 4.4″ su Reddick, 6.0″ su Chastain, 10.6″ su Allmendinger, 13.8″ su Busch, 14.2″ su Hamlin, 14.8″ su Larson e 16.2″ su Suárez, a seguire van Gisbergen, Cindric, Elliott, un buon Haley e Bowman.
È proprio Haley il primo ad andare ai box ai -4 e lo seguono altre cinque Ford, quelle di Briscoe, Blaney, Logano, Buescher e Preece, tuttavia per Chase non è pit stop bensì lo scontare una penalità per taglio di curva. Al giro successivo è la volta di tanti big, Reddick (sottosterzo per lui), Chastain (loose), Allmendinger (difficoltà di controllo in accelerazione), Busch, Hamlin, Larson, SVG (che aveva passato Daniel appena prima di pittare), Elliott (problemi in frenata), Bowman ed Hocevar.
All’ultima chance utile prima della chiusura della pit lane bisogna dunque capire chi della top3 si fermerà: la risposta è Byron e Gibbs (che bloccherà le gomme in curva1 uscendo dai box), Bell invece prosegue.
Malgrado un piccolo spavento per la pressione della benzina, Bell può dunque gestire e vince una tranquilla prima stage con ben 19.2″ su Suárez, 21.4″ su McDowell, 21.8″ su Cindric, 22.5″ su Dillon, 27.9″ su Stenhouse, 30.6″ su Byron (a testimonianza del vantaggio precedente e di quanti si sono fermati prima del break), 32.3″ su Gibbs, 41.4″ su Reddick e 42.6″ su Chastain. Non ci sono lucky dog malgrado Timmy Hill sia in forte e comprensibile difficoltà e giri 3-4″ più lento di tutti gli altri.
Dopo le riparazioni dei danni di Cindric e Wallace, si completa sulla carta il giro di soste con i pit di Suárez, Dillon, Stenhouse, Hemric, Keselowski e Grala. Mancano all’appello appena in due e sono a sorpresa Bell e (meno clamorosamente) McDowell con i loro crew chief che puntano alle due soste, ignorando le stage e dividendo la corsa in tre stint da circa 23 giri.
Si riparte dunque con Christopher al comando seguito da McDowell, Byron, Gibbs, Reddick e Chastain mentre, per riferimento, Suárez scatta 31°. La fila esterna scatta meglio alla green dei -12 e Reddick seguendo McDowell sembra avere la meglio sulla coppia Bell-Byron che si tocca leggermente, invece in curva1 William accelera meglio e si prende la seconda posizione dietro alla #20 ma davanti alla #34 che si tiene alle spalle Reddick e Gibbs.
Con gomme usurate Bell resiste alla meglio mentre McDowell in fretta perde posizioni e a dargli un metaforico colpo di grazia ci pensa Busch che lo manda largo in curva20. Ne nasce così una fuga a tre con Bell, Byron e Reddick mentre Gibbs perde l’occasione e scivola subito a 2″. La #24 ci mette però appena due giri a sfruttare gli pneumatici migliori per tornare al comando nel settore finale. Più dietro invece Elliott si riscatta dopo una prima stage in ombra e col sorpasso su Busch è settimo dietro a Larson; Allmendinger scavalca Bowman ed è nono.
La stage vede anche la corsa movimentarsi un po’ di più ed il sintomo è Keselowski che manda in testacoda Wallace e largo Nemechek in curva 15; nessuno aveva necessità di questo in una gara difficile per tutti loro.
Bell deve gestire le gomme e inevitabilmente paga in accelerazione, dunque poco più tardi Reddick lo scavalca in frenata in curva1 dopo averlo affiancato sul dritto. Ad approfittarne nel giro seguente sono anche Gibbs e Chastain. Poco fuori dalla top10, intanto, van Gisbergen ha superato McDowell per la 12esima posizione, ma ha perso un giro dietro alla #34 in difficoltà; nessuno sa che sono i primi sintomi di problemi al cruscotto e al cambio con SVG che attorno a metà corsa perderà la prima marcia. Si comporta bene invece Suárez nel traffico risalendo al 22° posto.
La difficoltà di Bell prosegue e viene attaccato anche da Larson sul rettilineo più lungo; il sorpasso è completato, tuttavia Christopher allunga la frenata e tampona Kyle mandandolo in testacoda. Mentre alla mente torna la faida fra i due al Watkins Glen nel 2021, la #5 praticamente esce così dalla lotta per la top5 perché perde tantissimo tempo a rimettersi nella direzione giusta nel traffico.
Ai -8 (dunque al giro 22 dei 68 totali) McDowell effettua la prima sosta, tuttavia sarà anche la fine competitiva della sua corsa, infatti come al Watkins Glen lo scorso anno un problema meccanico lo manda ko. Stavolta è il servosterzo e Michael proseguirà la corsa fra mille difficoltà, finendo per girare nella stage finale incomprensibilmente (perché non viene fermato né dal muretto, né dalla direzione gara con una bandiera nera) anche oltre 20″ al giro più lento dei leader con la speranza che qualche incidente e ritiro altrui – che non avverrà – gli faccia guadagnare qualche punto. Alzerà bandiera bianca solo a qualche giro dal traguardo.
Mentre un impalpabile Berry finisce pure lui in testacoda in curva11, ai box vanno anche LaJoie (gara compromessa da tempo) e Gragson con Noah che pure lui accuserà problemi meccanici non specificati. Ai -7, dunque, Byron ha 2″ su Reddick, 3.6″ su Gibbs, 4.0″ su un Chastain più vicino ai leader, 6.3″ su Bell, 6.9″ su Busch, 7.1″ su Allmendinger, 8.0″ su Elliott, 8.5″ su Bowman e 9.0″ su van Gisbergen con il duo Kaulig in metodica rimonta.
Al giro 24 è la volta di Bell ai box per la sosta programmata; decisamente più strana è quella di Suárez che si era appena fermato ed il karma per una strategia stralunata è uno speeding che esclude la #99 da una possibile lotta per la top15.
Mentre Allmendinger supera anche Busch, ai -5 ai box ci va SVG ma i citati problemi causano uno speeding anche per lui. Nel frattempo in uscita dalle Esses in curva8 va in scena uno spettacolo poco edificante: dopo averlo tamponato già lo scorso anno ad Indy ed aver promesso in settimana di non rifarlo giurando che nel 2023 era stato solo un errore, ecco che Stenhouse centra di nuovo Kobayashi, fin lì stabile in fondo alla top20 o poco fuori mandandolo incredibilmente in testacoda, solo che Ricky commette l’errore principale per un pilota di stock car, ovvero non finire in un incidente che si è provocato, e invece la #50 nella piroetta colpisce la #47.
Mentre Byron allunga ancora, in top10 infuria la bella lotta fra Allmendinger, Busch, Bowman ed Elliott in cui, tuttavia, l’unico sorpasso è quello di Alex su Kyle. Ai -3 praticamente c’è un giro generale di soste, ai -2 pittano i leader Byron, Gibbs e Chastain. Si va a vedere dunque chi vuole un playoff point e la risposta è Denny Hamlin.
Il pilota della #11 sembra avere la stage in pugno, tuttavia al penultimo giro gestisce troppo e Blaney alle sue spalle gli recupera in un sol colpo 1.8″ dei 2.8″ di ritardo; Denny reagisce nell’ultimo passaggio e vince il secondo traguardo intermedio con 0.5″ su Blaney, 1.6″ su Truex, 5.3″ su Gilliland, 8.3″ su Preece, 13.8″ su Keselowski, 14.7″ su Nemechek, 15.3″ su Byron, 15.8″ su Hemric e 16.5″ su Berry con Gibbs, Chastain, Reddick, Bowman, Larson e Busch appena fuori dalla top10; anche in questo caso non ci sono lucky dog perché McDowell ha iniziato a cedere solo ora e perderà giri da qui in poi.
Si completa il giro di soste (Blaney supera Hamlin e ripartirà al 25° posto) e Byron torna al comando alla bandiera verde del giro 33 (dunque ne mancano 35) ed il giro col cerchietto rosso è il 48 (soprattutto per Bell che è nono sulla sua strategia sfalsata) perché il pieno dura poco più di 20 tornate.
Alla bandiera verde Chastain scatta benissimo e induce Byron all’errore in curva1 con la #24 che finisce larga; Gibbs prova ad approfittarne ma nelle Esses e poi in staccata si deve accodare a Ross; Byron è terzo e si difende al tornante dall’attacco di Reddick. In curva11, invece, Preece si tocca con Hemric e Berry e tutti e tre riportano danni al punto che Daniel (muso ammaccato) e Josh (foratura alla anteriore sinistra) devono andare ai box. Bell invece ha perso la posizione da Haley ed è decimo.
Siamo al giro di boa di metà gara e si vede che Gibbs ne ha di più di Chastain, ci prova di nuovo ma Ross è abile nella difesa in curva1 nemmeno troppo aggressiva. Dietro di loro invece una sorpresa: Bowman infila Reddick per il quarto posto e Tyler perde poi in successione la posizione anche da Busch ed Elliott; Buescher e la citata coppia Haley-Bell completa la top10, tuttavia Justin dovrà cedere prima a Christopher (che inizia la rimonta) e poi ad Allmendinger.
Al giro successivo Gibbs sbaglia curva19 finendo largo e ciò permette a Byron di affiancarlo sul traguardo e superarlo in curva1 passando al secondo posto a 1.5″ da Chastain. Il recupero è immediato e ai -30 ha già guadagnato oltre quattro decimi in un sol passaggio; Bell supera Buescher ed è ottavo. Piccolo colpo di scena poco più tardi: nelle Esses Elliott finisce loose per seguire Busch e taglia completamente curva4. È chiaramente un errore, ma il regolamento non concede deroghe e, dopo un po’ di discussione con la direzione gara, Chase deve scontare il drive through.
Mentre ai -28 Blaney finisce da solo in testacoda perdendo il controllo in frenata in fondo al dritto quasi toccando Wallace, in curva1 più avanti succede uno dei fatti più tesi della corsa: Busch sta puntando Bowman e approccia il tornante con una entrata tardiva puntando all’accelerazione, Bell invece (dopo aver superato anche Allmendinger) ci vede una porta aperta e si tuffa toccando la #8 (e sono due contatti in pochi giri) che finisce in testacoda. AJ ne approfitta tornando davanti alla #20, tuttavia solo per poco tempo.
Dopo una piccola reazione di Chastain, Byron si rifà sotto, tuttavia Chastain in curva1 si difende ancora. Mentre ai -25 Dillon, Larson e Burton sono già ai box anticipando leggermente il giro di soste finale, William prepara il sorpasso, usa traiettorie diverse nel settore finale, in uscita dall’ultima curva accelera meglio e stavolta al rampino in cima alla salita torna al comando. Chastain prova a replicare quanto subito, ma non può nulla. Poco più tardi nello stesso punto Keselowski finisce in testacoda.
Ai -24 Bowman apre (con un pit non eccezionale alla posteriore sinistra) il giro di soste per i leader e lo seguono ai box Briscoe, Busch e Wallace. Al giro successivo Byron cede subito la prima posizione a Gibbs che prosegue a differenza di Chastain (sosta lenta, al punto che Bowman lo supera subito e Gibbs poco più tardi), Haley, Logano, Hocevar e Cindric. Gibbs copre un giro più tardi e pitta con Allmendinger ed Elliott.
Mentre Stenhouse si prende una penalità per taglio delle Esses (e poi pare tocchi pure Jones che poi pitterà con speeding), Bell è quello che non si ferma da più tempo sulla sua strategia diversa, eppure prosegue e segue Reddick che pitterà ai -21. La #20 tira ancora dritto malgrado i leader ormai girino un paio di secondi più veloci con gomme fresche. Bell effettua l’ultima sosta ai -19 lasciando Truex al comando seguito da van Gisbergen ed Hamlin che si fermeranno (Martin in maniera disastrosa) nel paio di giri successivi.
La classifica ai -17, a soste completate per i big, vede dunque Byron al comando con 1.8″ su Bowman, 4.7″ su Gibbs, 10.6″ su Reddick, 10.8″ su Chastain (posizione persa anche da Tyler in curva20) e 13.3″ su Bell, a seguire tutti gli altri che però non entreranno nella lotta per la top5.
Inizia così lo sprint finale fatto di gomme da gestire e gomme più fresche, infatti Bell inizia il suo recupero deciso. Mentre i tempi di Bowman si alzano subito vedendo Byron allungare nuovamente, Bell ai -16 è già a 12.7″ e sente la scia di Chastain ed ai -15 lo ha già passato.
Ai -14, mentre LaJoie si arrende e va ai box, Keselowski (gara da insufficienza piena la sua) allunga la frenata all’interno di Kobayashi e lo manda largo, Berry per evitarli decide di andare all’esterno ma trova lì Kamui e manda in testacoda lo sfortunato giapponese. Al giro successivo un Elliott 11° malgrado la penalità sembra combattivo, ma un testacoda in curva8 chiude la sua corsa competitiva.
Ai -12 Bowman molla il colpo e Byron vola a 3.7″ di vantaggio con Gibbs che si avvicina al secondo posto. Bell recupera ancora e riprende Reddick passandolo subito dopo in curva1. Inquadrata male dalla regia americana, in fondo alla top20, c’è anche una incipiente rimonta di Blaney che ha gomme fresche e supera in poco tempo Hamlin ed Elliott.
Ai -10 Byron inizia a gestire ed ha 3.7″ su Bowman e 4.2″ su Gibbs, tuttavia Bell forza ancora ed ora ha 9.0″ secondi di ritardo; seguono Reddick (+14.4″), Chastain (+16.5″), Allmendinger (+18.6″), Buescher (+19.6″), Buescher (+21.7″) e Briscoe (+23.3″).
Da qui in poi conta solo seguire i distacchi di Christopher: 7.9″ ai -9 (dunque 1.1″ recuperati), 6.5″ ai -8 (addirittura 1.4″ mentre Keselowski finisce in testacoda), 5.7″ ai -7 mentre davanti a lui Gibbs scavalca Bowman fra curva1 e 3. Bowman è talmente cotto che ai -6 Bell lo svernicia ed ora è a 5.5″ dalla vetta.
Nuovo aggiornamento ai -5: Gibbs sta forzando, ma sbaglia e torna a 3.7″ da Byron, Bell è a 4.7″, Bowman a 8.0″, Reddick a 18.2″, Allmendinger (+18.2″) ha passato Chastain (+18.5″) dopo un duello intenso, completano la top10 Buescher, Busch e Truex.
Bowman alza ancora il piede per non rimanere a secco (Busch e Briscoe lo faranno nel giro di rientro) mentre Byron gestisce ancora ed ai -4 ha 3.5″ su Gibbs e 4.1″ su Bell. L’ultimo ostacolo per William sembra il doppiaggio di un Gragson in difficoltà, tuttavia al muretto hanno il tempo di scherzare dicendo: “avvisate Noah non di chi è terzo e molto più veloce (Christopher) bensì chi è secondo (ovvero il rivale storico Ty).” Il problema però è che Gragson è in crisi nera, al punto che in curva8 finisce in testacoda proprio i leader e Byron si spaventa un attimo perdendo decimi per evitarlo. Ai -3 la #24 ha 2.5″ sulla #54 e 2.8″ sulla #20.
Bell ha solo una chance per sperare di vincere e la mette in pratica: passa subito Gibbs in fondo al rettilineo più lungo approfittando di un leggero largo di Ty che esce di scena. Due giri alla fine e Christopher deve recuperare 2.459″ a Byron. È tanto, probabilmente anche troppo perché Byron ha potuto gestire. Perderà ancora metri, ma non la vittoria, infatti all’ultimo giro ha ancora 1.718″ di margine e alla bandiera a scacchi 0.692″.
Byron vince dunque la seconda gara stagionale e per il terzo anno di fila è il primo ad ottenere la certezza matematica dei playoff. Dietro a Bell chiudono Gibbs (+2.7″), Bowman (+12.6″), Reddick (+13.1″), Allmendinger (+18.9″), Chastain (+20.9″), Buescher (+24.3″), Busch (+25.3″ in una corsa finalmente pulita e tranquilla) e il rimontante Truex (+31.6″). A seguire Logano, un Blaney in forte recupero, Briscoe (crollato nel finale), Hamlin, Wallace (buona tenuta dopo il contatto iniziale), Elliott, Haley (al 90% nel finale perché non gli hanno fatto il pieno e poi comunque squalificato perché sottopeso), Larson, Cindric e Zane Smith. Van Gisbergen è 21° dopo i problemi citati, LaJoie 25°, Kobayashi 30°, Suárez 32°.
Byron con la vittoria balza in vetta alla griglia playoff mentre a Truex basta la top10 per andare in vetta alla generale, però non si pensa a questo, infatti le telecamere vanno subito su Busch che percorre la pit lane e affronta a muso duro Bell per il contatto subito. Christopher non risponde più di tanto, sgrana gli occhi (e ai microfoni dirà che secondo lui è stato più un incidente di gara per le traiettorie così diverse) e non risponde più di tanto all’ex compagno di squadra.
Intanto però si cerca di capire il perché di un’altra gara sugli stradali priva di grosse emozioni. Il nuovo pacchetto aerodinamico non sembra aver cambiato molto le carte in tavola, le gomme hanno fatto il loro ma sembrano ancora troppo dure, tuttavia la Next Gen, proprio perché pensata auto standard per tutte le piste, sembra troppo perfetta per i circuiti tradizionali e difficile da portare al limite estremo, da cui poche perdite di controllo che non necessariamente devono portare a delle caution.
Promossa invece la restart zone arretrata con i caos evitati in curva1 nelle tre occasioni in cui si è ripartiti a ranghi compatti mentre a sorpresa le penalità per il taglio delle Esses si sono contati sulle dita di una mano, anche se per il 2025 si dovrà per forza pensare a modalità diverse di approccio al problema.
Ed ora si va a Richmond per un altro short track, già sudando freddo pensando al fatto che le gomme saranno le stesse di Phoenix. Probabilmente fisicamente le stesse dato che erano talmente dure che non si sono consumate e paradossalmente potrebbero essere riutilizzate in caso di svolta green in tema di riuso delle materie prime. Meglio sorridere facendo ironia che pensare già negativo.
I risultati odierni
La classifica della “EchoPark Automotive Grand Prix”
La classifica generale
Così in campionato dopo 6 gare su 36 della NASCAR Cup Series 2024
Le altre categorie
Xfinity Series: Larson beffa van Gisbergen ad Austin
Truck Series: Heim non sbaglia nulla ad Austin
I prossimi appuntamenti
La NASCAR non si ferma a Pasqua. Si farà tappa a Richmond dove venerdì correranno le Modified, sabato pomeriggio alle 18:30 la Xfinity Series e nella notte fra domenica e lunedì (h 1:00, diretta su Mola) la Cup Series.
Immagine: Media NASCAR
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