NASCAR | Cup Series: Byron baciato dalla pioggia in una gara accorciata ad Atlanta

NASCAR
Tempo di lettura: 12 minuti
di Simone Longo @_Long_hito
10 Luglio 2023 - 20:50
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William Byron conquista una vittoria fortunata e persino insperata: dopo essere finito in testacoda nelle prime fasi di gara, riesce a rimontare sfruttando al meglio il fattore meteo per confezionare una strategia vincente.

Che la pioggia sarebbe arrivata lo si sapeva: una tempesta in arrivo da ovest lasciava poco scampo alla gara per essere conclusa come da programma e tutti immaginavano un finale anticipato obbligatorio. Così è stato. Dopo aver passato la metà della corsa il modo di gareggiare è cambiato radicalmente: l’obiettivo comune era stare davanti agli altri, in una corsa contro il tempo avente ignoto il fattore principale. Ad essere al posto giusto al momento giusto è stato William Byron che ha conquistato così il quarto successo stagionale.

La gara

Primo ritorno dell’anno. La NASCAR Cup Series effettua il primo sweep stagionale tornando sull’ovale di Hampton dopo la quinta gara di campionato a marzo vinta da Joey Logano. Rispetto ad allora la stagione è entrata nel vivo e la classifica si è notevolmente accesa. Ed è proprio qui ad Atlanta che si potrebbe tentare un colpaccio dopo il cambio di layout. Tutti lo sanno e vengono qui per giocarsela a viso aperto.

Le qualifiche rispecchiano i risultati di marzo: dominio Ford e netta difficoltà Chevy. La pole position è di Aric Almirola affiancato da Blaney e seguito da Logano. Miglior risultato in carriera per Harrison Burton (5°) e Todd Gilliland (9°). Il disastro Chevrolet con molte delle loro vetture che non stanno in strada e il mezzo disastro Toyota che trova il suo emblema in Bubba Wallace talmente tanto loose da abortire il giro e partire dal fondo nella gara di domenica. Kyle Busch e Justin Haley vanno a fargli compagnia per aver fallito le ispezioni tecniche.

In Georgia sono le 19 e in Italia l’1 di notte. Il cielo è ancora sereno e l’estate permette un’illuminazione fuori dal comune guardando all’orologio. Nonostante tutto è noto che la pioggia prima o poi arriverà. Fondamentali diventano quindi il degrado delle gomme e il consumo della benzina (60-65 giri in previsione). Le 400.4 miglia sono suddivise in stage da 60-100-100 per un totale di 260 giri.

Prima di iniziare c’è spazio anche per qualche lacrima. Lo storico pilota e ora team owner Richard Childress è il grand marshall odierno. Il comando viene dato in maniera particolare: il 77enne veterano si trova su una vettura storica, la #29 GM Goodwrench con cui il presto pensionato Kevin Harvick conquistò un successo storico a tre settimane di distanza dalla morte di Dale Earnhardt in quel lontano marzo 2001. L’emozione già è tanta ma sale ancora di più quando lo stesso Harvick va ad affiancare Childress davanti a tutto lo schieramento e i due guidano insieme per un giro intero sotto gli applausi scroscianti del pubblico.

Pianti finiti, ora serve andare di fretta in una corsa contro il tempo e contro la pioggia. All’1:20 ora italiana è bandiera verde. Comincia la Quaker State 400. Ogni partenza (in questo caso) e ripartenza da qui in poi segue uno standard preciso: spunto pressoché simile da parte di entrambe le corsie e un progressivo smembramento di una di queste due a favore della fila unica.

Lo smembramento comincia dalla cima e prosegue gradualmente verso il fondo fino ad incontrare qualche temerario che tenta di mischiare le carte in tavola. Almirola parte bene e si ritrova primo sotto buona spinta di Logano, Blaney e Cindric tentano di avvicinarsi per andare già a formare il terzetto Penske che tanto adora stare unito sui superspeedway e Larson è l’unica Chevrolet a tentare di mettere i bastoni tra le ruote.

Quello che pare essere un inizio tranquillo senza lotte e con bump leggeri viene bruscamente interrotto dal primo testacoda di serata: Harrison Burton fa tutto da solo e perde la vettura in uscita di curva, sbatte in maniera lieve contro il muro e fa esporre la prima bandiera gialla al giro 17. La #21 è lievemente danneggiata e può ripartire a -5 dopo qualche giro di riparazioni, il peggio è evitato per Burton che però cestina la grande chance che si era creato in qualifica.

Con la stage di soli 60 giri si può già entrare per andare fino in fondo e ripartire poi davanti agli altri. Kevin Harvick guida un bel gruppo di piloti che opta per questa scelta al giro 20. Poco dopo si può ripartire. Questa volta un protagonista rimane lo stesso (Aric Almirola) mentre l’altro diventa il vincitore della gara di marzo Joey Logano. Aric difende con le unghie e con i denti la sua posizione fino al giro 49, poi Logano passa in maniera definitiva e la #10 perde momentum e posizioni, ritrovandosi a lottare a margine della top 10 e vedendosela brutta in particolare con Tyler Reddick al giro 51.

La volata per i 10 punti e soprattutto il punto playoff vede il Team Penske protagonista in maniera integrale, poi Larson, McDowell e Byron tra le Chevy e Truex, Bell e Reddick tra le Toyota. A -2 Logano e Blaney colonizzano la testa delle due file, Joey tenta l’attacco vincente in curva 1 dell’ultimo giro ma Ryan ha un’ottima velocità sull’outside lane. Poi Larson e Truex risalgono e risucchiano a velocità doppia Joey, Larson scarta all’interno e trova il suo spazio, sorpassa Logano e affianca Blaney.

La #12 ha una velocità più elevata nonostante sia senza supporto di spinta, Blaney tiene giù tutto il pedale e conquista la stage per pochi centimetri su Kyle Larson. Dietro alla coppia si classificano nell’ordine: Truex, Logano, Byron, Bell, Cindric, McDowell, Reddick e Almirola.

Giro in pit lane generale e pronti a ripartire al giro 67. Ai box problemi per Truex, toccato e fatto girare da McDowell mentre usciva dalla sua pit stall. Larson passa Blaney. Suarez, Buescher e Preece cambiano solo due gomme e guadagnano una quindicina di posizioni a testa. Bell invece viene penalizzato per un membro della crew troppo presto oltre il muretto. Superati i problemi è di nuovo bandiera verde, comincia la seconda stage in Georgia.

Larson e Suarez riescono finalmente a formare un tandem Chevy nelle prime posizioni, ma le sole due gomme cambiate da Daniel si fanno sentire e ai due manca la spinta necessaria per restare in testa. Fanno meglio Blaney-Logano-Cindric sulla fila sotto e riescono al giro 70 ad essere totalmente davanti tutti e tre. La fase di lotta si interrompe nuovamente a causa di una caution: al giro 82 si gira William Byron dopo un leggero tocco con la #7 di LaJoie. Testacoda, senza contatti e solo con scampagnata nel prato. Bandiera gialla.

Ai box non si cambiano le gomme in gran parte dei team protagonisti, Logano passa Blaney ed esce davanti a tutti. Sopravanzano in testa al gruppo Wallace, Truex e Preece che hanno deciso di non rientrare ai box e finiscono per guidare la ripartenza al giro 86. Le file rimangono due e i duelli non fanno in tempo a svilupparsi che sono nuovamente interrotti mentre Truex è il leader: nuovo incidente, nuova caution. Erik Jones è nuovamente protagonista questa volta con Larson.

I due arrivano lievemente a contatto al giro 92 durante il tratto tra curva 3 e 4. Il pilota del Team Hendrick ha la peggio lacerando l’anteriore destra e danneggiando pesantemente la carrozzeria finendo poi per ritirarsi. Va male anche ad Hill, già protagonista il giorno precedente in Xfinity Series insieme al rientrante Cole Custer che ha corso questa e correrà le prossime due gare sulla #51 del Rick Ware Racing. Per Austin i danni sono troppo ingenti e la sua #62 non può proseguire. Si salva nuovamente Erik Jones.

Sosta obbligatoria per Truex, Wallace e Preece. Gli altri possono decidere se proseguire o cambiare. In molti rimangono fuori e davanti abbiamo un nuovo leader e una coppia inedita: Chris Buescher e Justin Haley. Guidano loro la ripartenza al giro 98. Questa volta tempo per gareggiare ce n’è eccome: il gruppo ha tempo di rimescolarsi, fare tratti di gara in linea singola alternati a pericolosi three-wide.

La tensione c’è ed è sempre più alta, il cielo si annerisce e nell’aria si comincia a respirare pioggia. Gli highlights di questo long-run seguono Haley nella sua caduta da 2° a 10°. Proprio nella zona di Justin al giro 107 Bell, Jones e Reddick rischiano grosso strisciando contro il muro ad alta velocità. Subito dopo lo stesso Reddick compie un miracolo per tenere in pista la sua vettura con un sottosterzo pauroso. Le spinte, però, sono sempre più forti e l’ordine non può durare all’infinito. L’incidente arriva al giro 122.

Di nuovo Jones! Erik questa volta allarga mentre alla sua destra LaJoie stringe, i due si toccano e la #7 ha la peggio. Testacoda in mezzo al gruppo che diviene inevitabile per Truex, Gibbs e soprattutto Chastain. Martin pare immortale e riesce a ripartire anche dopo questa, Ty perde decine di giri in riparazioni, mentre Ross è costretto al ritiro. Le vetture riescono tutte a muoversi e la pista si sgombera in fretta, 6 giri e si riparte.

Buescher-Logano in coppia partono alla pari e senza patemi. In tre tornate si supera la metà di gara che viene quindi resa ufficiale. Siamo al giro 131 e inizia un secondo stint duraturo. L’interruzione non arriva come ci si poteva aspettare dalla pioggia bensì da un nuovo incidente. Contatto tra Bowman e Hamlin (2^ settimana di fila dopo Chicago) e stage che termina sotto regime di bandiera gialla dietro alla pace car. Keselowski è il vincitore, alfiere di RFK Racing insieme a Buescher (3°). Tra di loro Blaney (2°) e poi l’altro Penske Cindric (4°). Allmendinger, Wallace, Haley, McDowell, Bell e Preece occupano le posizioni dalla 5 alla 10.

Ora cambia tutto. Il dilemma è enorme e riguarda sia il meteo che la benzina. A Keselowski attuale leader viene comunicato che la pioggia è in arrivo tra 15/20 minuti, il pieno per quasi tutti durerà per 20 giri, con tempo di percorrenza pari a circa 10 minuti. Il gruppo si divide in due tronconi: chi rischia rimanendo fuori, scommettendo nell’arrivo della pioggia prima del termine carburante giocandosi un all-in e chi invece preferisce non ragionare fuori dagli schemi, fidandosi dei dati e rientrando ai box solo per rabboccare (niente cambio gomme).

L’elenco di chi rischia comprende 16 piloti, tra cui risaltano Allmendinger, McDowell, Jones, Byron, Suarez, Gilliland e Yeley. Tolto Byron sono tutti nomi che hanno un disperato bisogno di punti o ancora meglio di vittoria. In 17^ piazza Keselowski guida il gruppo in rimonta, 16 vetture da superare però sono troppe e comincia ad aleggiare un leggero pessimismo tra chi non ha rischiato. Il tempo per pensarci, però, è nullo. Si riparte con in teoria un’intera stage in vista, in pratica una manciata di giri.

La fase di gara che viene a svilupparsi è divertentissima a guardarsi, sicuramente difficile da vivere al volante. Sembra quasi una volata di 15 giri e un costante ultimo giro di Daytona o Talladega. Sorpassi e controsorpassi con tutti che cercano la prima posizione per la vittoria. Byron espertissimo ci impegna un attimo a saltare sulla ruota di Allmendinger scartando McDowell, sferrando il suo attacco all’esterno ai -94 e conquistando un’importantissima prima posizione che non mollerà più.

Prima ci prova Allmendinger ma è da solo e non riceve il supporto necessario, Byron lo blocca bene. Poi improvvisamente viene inquadrato Harvick: Kevin è finito in testacoda, ma è nelle retrovie del gruppo e la NASCAR ha scelto clamorosamente di non chiamare la caution.

Si prosegue con la pioggia al botteghino d’ingresso dell’ovale: è ora o mai più.  Byron e Allmendinger fanno un piccolo vuoto ricucito dal solo Suarez in un giro, Daniel arriva a velocità doppia e passa di slancio AJ, poi attacca anche Byron che si difende bene prima all’esterno e poi all’interno. Mentre sta per arrivare anche McDowell si ferma tutto. Preece e Wallace si girano a vicenda e lo fanno in pieno gruppo, tutti bravi ad evitare le vetture ma caution inevitabile e che interrompe un momento di gara entusiasmante.

Ora la gara si corre a 80mph invece che 170. Byron, Suarez, Allmendinger e McDowell stanno usando le ultime gocce di carburante, mentre dietro di loro Keselowski ha ultimato la rimonta ed è pronto a mangiarseli in ripartenza. E alla fine eccola… la tanto attesa pioggia, prima cauta poi sempre più dirompente, arriva ad interrompere ogni ansia di rimanere a secco. Bastano tre giri per far esporre una bandiera rossa e poco meno di 10 minuti per dichiarare la gara finita e William Byron il vincitore della Quaker State 400.

Quarta vittoria stagionale per William Byron che si riconferma tra i super favoriti al titolo di Phoenix e scatta in prima posizione solitaria per punti playoff guadagnati ma anche in classifica generale malgrado una penalità di 60 punti.

Opportunità sfumata, invece, per Suarez, Allmendinger e McDowell che continueranno la loro lotta selvaggia per entrare nei playoff entro settembre. La classifica è estremamente ristretta e gara dopo gara le possibilità di far saltare in banco sono sempre meno. Nel mirino degli outsider da qui in avanti ci sono due stradali (Indianapolis e Watkins Glen) e un superspeedway (Daytona). Tutto non prima del New Hampshire settimana prossima.

I risultati odierni

La classifica della Atlanta Quaker State 400

La classifica generale

Così in campionato a 7 gare dalla fine della regular season della NASCAR Cup Series 2023

Le altre categorie

Xfinity Series: Nemechek sorpassa, si difende e trionfa in un convulso overtime ad Atlanta

Truck Series: Heim splendente dopo la pioggia a Mid-Ohio!

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la NASCAR andrà a Loudon in New Hampshire per il classico triplo appuntamento composto però da Modified, Xfinity e Cup Series. Turno di riposo per i Truck che torneranno a Pocono.

Immagine: Media NASCAR

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