NASCAR | Cup Series: Busch si fa trovare al posto giusto nel momento giusto e blinda i playoff a Talladega

NASCAR
Tempo di lettura: 16 minuti
di Simone Longo @_Long_hito
25 Aprile 2023 - 22:20
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Una bandiera gialla al secondo overtime ha consegnato a Kyle Busch la seconda vittoria stagionale. Dopo una gara senza rendersi gran protagonista e senza correre rischi, questa vittoria assicura persino un posto nella post season al pilota del Nevada

Tanta bandiera verde e nessun vero big one, a Talladega l’intera gara prosegue in maniera poco spezzettata fino al gran finale: doppio overtime e contatti decisivi. Su tutti è stato proprio quello tra Wallace e Blaney a risultare decisivo in quanto avvenuto dopo la bandiera bianca, che ha costretto la NASCAR ad interrompere anzitempo l’ultimo giro, consegnando la vittoria nelle mani di Busch.

La settimana

Settimana non omologabile senza assegnare una penalità, e difatti così avviene. La NASCAR penalizza il Richard Childress per hardware illegale nel montaggio delle ali: 75.000 dollari di multa e due gare di sospensione al crew chief, -60 punti e -5 punti playoff a Austin Dillon.

Ulteriori temi caldi nell’arco di sette giorni sono stati la discussione su un possibile aumento di cavalli dopo la proposta lanciata da Logano e Hamlin a seguito di Martinsville, la seconda gara di Chase Elliott dal suo rientro post infortunio, la collaborazione tra NASCAR e Leidos per la costruzione di un veicolo lunare (!), e l’importante dichiarazione arrivata in occasione della giornata della terra riguardante la volontà da parte della categoria di ridurre a 0 le emissioni di carbonio entro il 2035.

La gara

In qualifica ad avere la meglio è un top dei superspeedway quale Denny Hamlin che, con il tempo di 52″979, chiude un giro di 180.751mph e si aggiudica la pole position in cima a tutto il gruppo. Il vincitore dell’anno scorso Ross Chastain non sforna una gran prestazione e si ritrova a partire a centro gruppo insieme al compagno di squadra Daniel Suarez (22° e 23°). Niente botti né in né fuori dalla pista: nonostante sia primavera, in Alabama le precipitazioni paiono risparmiare l’ovale di Dega e infatti tutta la gara riuscirà ad essere percorsa con costanti nuvoloni sullo sfondo ma prima dell’arrivo del temporale.

#11 e #10 formano la 1^ prima fila di serata. Aric Almirola sarà uno dei grandi protagonisti di serata e inizia fin da subito a scaldare i cavalli, parte bene e guida la linea esterna nel guadagno di qualche metro, si sposta insieme al compagno Briscoe e al rivale di casa Toyota Bell sul treno interno, ed è il primo leader della corsa al termine del giro iniziale. Inizia il secondo giro e con esso anche il momento di assestamento della griglia: tutti i piloti cercano di avvicinarsi ai proprio compagni di costruttore (Toyota, Ford o Chevy) per trovarsi in un posto sicuro anche se nel mezzo del gruppone. Questa fase di scambi di posizione si interrompe subito, prima bandiera gialla di serata.

Curva 3, la #34 di Michael McDowell comincia a perdere metri e velocità, dietro di lui gli altri si accorgono che qualcosa non va, fino a che a McDowell non si apre uno squarcio nella gomma, facendogli perdere il controllo della vettura e mandandolo a muro. La velocità è ancora bassa e tutti i colleghi riescono ad evitarlo. Lo squarcio non si capisce a cos’è dovuto, fatto sta che McDowell il danno lo subisce, il giro lo perde e la velocità pure. Non si vedrà più a pieni giri e diventerà pluridoppiato nel corso della gara.

Rabboccare già a questa caution non ha molto senso. La maggior parte del gruppo rimane fuori e si può presto ripartire. Almirola ancora primo e ancora esterno, Buescher è l’accompagnatore interno. Bandiera verde, si riparte con il giro 7. Aric spinge e viene spinto, a supporto la #22 di Logano che lo fa emergere dal gruppo e permette alla coppia di scartare all’interno seguendo l’identico copione della prima partenza. In terza posizione della linea esterna, e ora primo a parimerito, c’è Briscoe che è compagno di Almirola in Stewart-Haas Racing. Poi lo stesso effettua la manovra del compagno e scarta all’interno: quattro Ford, che controllano la testa interna del gruppo, e due Toyota (Wallace e Gibbs) che comandano la testa esterna. Viene lanciato il primo long run della gara.

Per molto sono totalmente assenti le Chevy, poi riemergono introno al 20° giro con una linea forte capitanata da Suarez e supportata da Busch, Chastain e Jones (il Team Hendrick rimane al coperto) mentre si avvicina la prima finestra di pit-stops. Le danze vengono aperte dalle Toyota: al termine del giro 35 tutti e sei i piloti del costruttore giapponese si abbassano e comunicano il loro intento di entrare a fare benzina ma qualcosa va storto. Tyler Reddick arriva con troppa velocità, si ritrova a dover frenare tanto e la fredda temperatura dei freni non lo aiuta. Finisce in testacoda davanti al gruppetto che, fortunatamente, riesce ad evitarlo, ma scombussola i piani di ripartenza unita per le sei vetture del 23XI e di Joe Gibbs. La #45 tocca anche il muro e subisce un danno non indifferente, si ferma ai box e poi riparte in solitaria.

Tocca alle Chevy. Il gruppone più numeroso opta per dividersi in due, e il grosso della Chevrolet (10 vetture) rientra al giro 40. Loro sono i meglio organizzati, nessun incidente di percorso, cambio di due ruote per l’unico Suarez e uscita di gruppo come doveva essere. Due tornate dopo è il turno delle Ford, che rientrano tutte capitanate da Ryan Preece. Stessa dinamica di Reddick, altro pilota che finisce in testacoda. Chase Briscoe frena troppo, si gira e viene evitato. Lui però, a differenza di Reddick, distrugge la gomma e si incastra nel suo stesso copertone. La vettura rimane bloccata in pit lane e la NASCAR è costretta ad esporre una nuova caution.

Con la ripartenza a 13 dal termine si diversificano le strategie: rientrano per la 2^ volta le Toyota per fare cambio totale, rientrano le Chevy rimaste fuori e rientra chi preferisce partire dal fondo. Alla ripartenza per la prima volta il Team Hendrick assume il suo ruolo egemone. Prime sei posizioni colonizzate grazie al prezioso aiuto di Trackhouse e ripartenza tenuta a bada proprio grazie all’ottima collaborazione tra le vetture. Alex Bowman in alto e Chase Elliott in basso, è un dualismo Hendrick che prosegue fino a fine stage. Da dietro nessuno prova a dar fastidio se non il solo Team Penske con Logano e Cindric, mentre davanti le Chevy non si fanno male a vicenda e lasciano la leadership a Elliott che vince la stage. In fila in top 10 troviamo Bowman, Chastain, Byron, Larson, Cindric, Gragson, Logano, Suarez e Gilliland.

Hamlin, il leader della corsa dopo i pit stop, decide di schierarsi all’esterno con Kevin Harvick dietro di lui. Justin Haley ha scelto l’interno accanto ad Hamlin, seguito da Chastain. Bandiera verde, comincia la seconda stage. Haley e Hamlin si scambiano il ​​comando mentre il gruppo corre fianco a fianco per tutto il primo giro. Poi Hamlin riesce ad ottenere un leggero vantaggio, scendendo così davanti a Haley, e lasciando libero spazio ad Harvick di correre sulla corsia esterna in testa.

Tutti i leader che si alternano rimescolano le posizioni tra di loro, cercando di mettersi in fila con un compagno di squadra o un partner produttore. Le Ford di Harvick e Logano appaiono le più in grado di rimanere in alto, mentre calano le Toyota con con Martin Truex Jr. e Hamlin che si ritrovano (anche per scelta) sempre più in fondo. Nessuna delle corsie si afferma come la netta favorita in cui correre. Comincia il long run di serata e che rimarrà per l’intera durata di stage.

Non si verificano tentativi di creazione di una terza fila, è troppo presto e il rischio serio di rimbalzare indietro è il letimotiv della gara. Seconda tornata di rientri ai box sotto regime di bandiera verde: cominciano al giro 104 un gruppo di Chevy comprendente tutto il team Hendrick, poi al 105 le Chevy rimanenti e tutte le Toyota, al 106 le Ford. Nessun errore grossolano che porta a testacoda, solamente una penalità, che a Talladega risulta decisamente pesante se scontata sotto green flag, assegnata a Joey Logano per speeding.

I treni dei produttori si inglobano a vicenda in maniera composta, i Ford sono mangiati ma sono anche tanti e quindi riescono a rimanere agganciati al gruppo, per un attimo si va persino in four-wide. Logano sconta la sua penalità e finisce a -1 (l’unico insieme a Briscoe) ed è per questo che si assiste ad una mossa estremamente pericolosa ma, allo stesso tempo, anche tremendamente funzionale. Joey si ferma ai -13, viene ripreso a 5 giri dal termine della stage. La situazione nel gruppo vede una fila mista interna, capitanata da Elliott (che con il box anticipato ha guadagnato 22 posizioni) e un’esterna composta da Toyota e con Wallace al comando.  La #22 di Logano viene raggiunta a velocità nettamente superiore ma Joey, a differenza di quanto si vede solitamente, non scarta internamente o esternamente bensì si posiziona in mezzo ai due tronconi. Il gruppo si apre a inizio curva e il team Penske gioca la sua mossa: Cindric, il 7° pilota nella high lane, scarta improvvisamente al centro per andare in scia a Joey. Austin è nettamente più veloce e, con una spinta notevole, dà alla #22 tutta l’accelerazione di cui ha bisogno per reintegrarsi nel gruppo. Logano è a -1 ma nel pieno centro del gruppo di testa, Briscoe è solo una fila dietro a lui e lo intravede, ma a fine stage sarà il campione NASCAR 2022 ad avere la meglio e ad ottenere il lucky dog.

Giunti a -3 dal termine di stage, gli equilibri davanti non cambiano e la terza corsia non si forma. Elliott e Wallace sono sempre davanti al rettilineo opposto dell’ultimo giro, dietro di loro Almirola e Harvick. Aric esce alla grande da curva 4 e regala una spinta magica a Chase, i due si involano da soli verso il traguardo. Almirola fa perfettamente ciò che deve, aspetta tutto il tempo che può, poi si allarga e scarta Elliott superandolo in velocità e battendolo in volata anche grazie alla posizione insolitamente spostata del traguardo dell’ovale di Talladega. Dopo la coppia troviamo nell’ordine: Harvick, Wallace, Burton, Preece, Truex, Hamlin, Stenhouse e Gragson.

Reset ai box e tutti pronti per la stage finale, gli ultimi 62 giri effettivi. Lo spirito di altruismo presente fino ad ora comincia a sparire, mantenere le posizioni è sempre più importante. I due nuovi leader sono Almirola e Wallace ma, dopo la ripartenza, durano poco anche in questo caso. Bubba scarta davanti ad Almirola e lascia lo spazio a Burton che diventa nuovo leader. Harrison guida giri importanti e lo fa bene. Dietro di se c’è il rookie Noah Gragson, l’aria di gioventù risuona sull’asfalto di Talladega, una gioventù interessante e che potrebbe rivelarsi il futuro della categoria. Vederli lì è una bellezza… fino a che non si schiantano da soli. -47, dopo 15 giri lì davanti Gragson “bumpa” in maniera non perfetta Burton sul backstretch, la #21 finisce in testacoda ma non viene centrata da nessuno. Dietro si scatena comunque il panico e a prendersi sono Austin Dillon, Austin Hill e Zane Smith (gara finita).

Ora si apre il capitolo più interessante di serata: la strategia in base al carburante. Con poco più di 40 tornate rimanenti si riuscirebbe ad arrivare al traguardo al limite. Il problema di rimanere a secco si presenterebbe con eventuali overtime o per chi decida di passare i giri nelle prime due posizioni delle rispettive corsie: a differenza di tutti gli altri, i due leader sono spesso full gas. Rabbocco totale per tutte le vetture della griglia. Si può ripartire ai -42.

Wallace è esterno e Blaney interno. Loro partono in maniera precisa, ma a smuovere la situazione questa volta arriva davvero la terza corsia. Jones ne è il fautore e il suo tentativo ottiene un buon supporto (Byron, Suarez e Gilliland) oltre che Preece come nuove leader. Il tentativo resiste bene e raggiunge anche la vetta, salvo poi rimbalzare indietro e sfaldarsi definitivamente ai -30. Tornati sue due corsie i leader sono Blaney (interno) e Gibbs (esterno), spinti rispettivamente da Almirola e Wallace. Altro giro, altra corsa, altro tentativo di formare la terza linea. In quest’occasione a provarci è Ricky Stenhouse Jr. che, insieme a LaJoie, lancia il tentativo da fondo gruppo. La scelta ottiene un buon seguito e, dopo aver accennato al rimbalzo, si fa strada fino alla parte alta del gruppo in 5 giri.

-10 al termine, nuova terza fila, Burton, Preece, Suarez  inizialmente, poi ci si butta anche Logano, e poco dopo arriva la mossa decisiva a seguire della coppia Hendrick Bowman-Elliott. Il treno Toyota si sente attaccato e Bell scala da centro gruppo alla cima della nuova corsia esterna per andare a bloccare l’avanzata e a prendersi il comando di quel drappello. Le altre quattro Toyota attendono qualche secondo e poi si spostano tutte in contemporanea, emulando il compagno e ottenendo il controllo di quella che sta per diventare la nuova seconda corsia. Al centro perdono tutta la potenza di fuoco e in due curve vengono risucchiati dal gruppo. Il momentum esterno, invece, permette di risalire in grande stile. Il blocco subito dalle Toyota però ad Elliott non sta bene: Chase scarta all’interno mentre a inizio fila si sta iniziando un doppiaggio, dietro di lui lo seguono tutti, mentre Bell davanti a lui non fa in tempo a bloccarlo e rimane isolato, adempiendo al suo sacrificio.

Dai -7 ai -5 si intravede uno strapotere della corsia interna: i più puliti fino ad ora riescono a guadagnare un vantaggio di ben cinque macchine, nessuno la vuole abbandonare, soprattutto dopo che Logano ritenta un balzo su una nuova terza corsia in formazione. Il balzo riesce, l’assestamento meno. Joey viene toccato e si gira in testacoda. Bandiera gialla.

La dinamica è particolare: il tocco fatale per Logano arriva da LaJoie, eppure il bump non sembra né eccssivo né mal piazzato. Semplicemente arriva in piena curva e al momento sbagliato, con Logano scoperto, e con Stenhouse subito dietro a spingere la #7 contro la #22. I coinvolti non sono numerosi, Logano ha sbattuto forte contro Suarez ma la #99 è miracolosamente rimasta in pista senza sbandare. Per evitare i contatti vanno ad effettuarne uno Herbst, Byron e lo sfortunato Burton.

Rientrano ai box una manciata di vetture. Sarà overtime. Al choose cone, Blaney e Almirola sono andati bassi, mentre Gragson e Chastain sono andati alti. La ripartenza arriva a due giri dalla fine. Lo spunto è simile in entrambe le corsie, poi il treno esterno sembra prendere il sopravvento, fino al deragliamento. Chastain spinge e viene spinto, tocca Gragson in curva e lo manda largo, vede il buco che si crea e ci si infila sospinto anche da Larson. Noah si vede a rischio esclusione e prova subito a chiudere la porta ributtandosi in linea. Ross Chastain si è già inserito e si ritrova chiuso a panino tra l #42 e la #12. Gragson a quel punto sbanda e da lì inizia la carambola. Noah finisce alto, sbatte e rimbalza contro il muro. Lo evitano tutti. va peggio a Larson: Kyle finisce nel prato e lì si gira e rientra in pista in maniera perpendicolare, Ryan Preece è in arrivo a piena velocità e centra il fianco della #5.

L’impatto è violentissimo. Sulla fiancata della vettura del Team Hendrick si crea uno squarcio enorme e i replay sono spaventosi. Su tutti l’in-car camera di Preece, che lo vede protagonista di una botta con contraccolpo tremenda, fa particolare effetto. Fortunatamente, entrambi i piloti escono illesi dalle proprie vetture e riescono a camminare sulle proprie gambe. Si procede alla rimozione delle auto incidentate e si è pronti a ripartire per il secondo (e decisivo) overtime.

Il carburante rimanente è ora un serio problema, ma è troppo tardi per rientrare a rabboccare. Kyle Busch e Wallace esterni, Blaney e Almirola interni. Si riparte! Subito la #54 di Gibbs finisce il carburante e stalla, dietro molti tentano di evitarla e entrambi i treni perdono i propri motori. In rettilineo opposto la outside lane guadagna velocità e riesce a portare tre delle proprie vetture in testa al gruppo. Ulteriore scompiglio viene generato con il rallentamento di Almirola, causato sempre dallo stesso motivo. Wallace sorpassa Busch sul traguardo, Blaney lo segue. Bandiera bianca, la prossima porrà fine alla gara.

La mancanza di una seconda fila organizzata permette alla coppia Wallace – Blaney di allungare, i due si spostano poi a coprire l’interno proprio davanti a Kyle Busch, che ha appena ricevuto un buon push da Keselowski. In alto, invece, Cindric, Buescher, Truex e Briscoe perdono a vicenda scia e velocità. Il tandem di testa resiste a curva 1, poi Ryan attacca e Bubba lo blocca al limite, la #12 rimane più veloce e tenta per la seconda volta di affiancarsi, secondo blocco di Bubba con la vettura già quasi totalmente fuori asse, tocco spigolare inevitabile, la #23 è in testacoda.

La vettura del 23XI Racing si gira dall’alto in basso e trovandosi davanti a tutti obbliga la NASCAR ad esporre bandiera gialla. Caution finale e decisiva. Una gara in superspeedway termina, ancora una volta, prima di giungere al traguardo. Busch è, oltre che sul pezzo, anche fortunato: Bubba centra Keselowski che gli è pochi metri dietro e la #18 riesce a fuoriuscire dal macello senza danni e con la velocità che basta per superare Blaney prima dell’esposizione della gialla. Dopo qualche secondo di moviola, Busch è ufficialmente il vincitore della Geico 500.

Rowdy esulta con il classico inchino e con un burnout interrotto per mancanza di carburante. Sa di essere stato in parte fortunato, eppure, tutta l’umiltà dell’esperto campione NASCAR, esce nuovamente come spesso capita da inizio stagione. Il nuovo ambiente in “Richard Childress” gli ha anche donato nuovi stimoli e lo stesso Kyle ha dichiarato di star lavorando di più in questi quattro mesi rispetto che agli scorsi quattro anni. A questo punto Busch è il terzo pilota della griglia a blindare i playoff insieme a Byron e Larson. Lo rivedremo ancora una volta in post season.

Per quanto riguarda il capitolo Wallace – Blaney, invece, Bubba si scuserà nel post gara, ammettendo il proprio errore a seguito dei soliti insulti social ricevuti. Ryan, che è suo grande amico anche fuori dalla pista, ha dimostrato comprensione nei confronti del pilota dell’Alabama, dichiarando che lui stesso avrebbe fatto lo stesso per vincere la gara.

I risultati odierni

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Immagine: Media NASCAR

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