NASCAR | Cup Series: Buescher trionfa a Daytona! Paura per Preece, Wallace ultimo qualificato ai playoff

NASCAR
Tempo di lettura: 22 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
27 Agosto 2023 - 21:50
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Due soli incidenti, ma entrambi paurosi con Preece protagonista di un terribile flip. Ford domina il finale e Buescher vince per la terza volta nel 2023


La tensione è stata la regina di Daytona ed è venuta fuori una gara molto combattuta. Gli incidenti sono stati meno del solito (tre sole caution, record negli ultimi 20 anni), tuttavia per violenza sono stati decisamente brutti da vedere e vivere. Dopo il terribile flip di Preece, uscito per fortuna senza conseguenze fisiche apparenti, la contesa si è decisa all’overtime con un capolavoro tattico delle Ford che probabilmente hanno sacrificato un potenziale successo di Almirola per eliminare dai playoff Chase Elliott. La vittoria di Chris Buescher, straordinario protagonista di questa estate, ha quindi mandato come 16° ai playoff Bubba Wallace.

La gara

Daytona, 26esima e ultima gara della regular season, quella decisiva per la qualificazione ai playoff e la definizione della classifica dopo il reset del punteggio. In ballo ci sono tante questioni, l’ultimo qualificato ai playoff (con Wallace che parte da favorito, ma 16 piloti pronti a bumparlo con una vittoria), il vincitore della regular season, a chi assegnare tanti playoff point e altre battaglie nella classifica owner.

Venerdì è giornata di qualifiche senza libere e le Ford decidono di mettere in pista cavalli ed assetto, dato che nonostante la Next Gen si comincia a rivedere un po’ di skew con il posteriore disassato – chi più chi meno – a cercare un flusso d’aria e carico aerodinamico sullo spoiler.

A conquistare la pole position è Briscoe davanti ad Almirola e Burton (tutti e tre a caccia della vittoria), ma Wallace è quarto davanti a Gibbs, Herbst (con Riley sulla terza vettura FRM e la livrea identica a Ty in terza fila). Larson settimo è l’unica Chevy nella top16, in coda invece McDowell per uno sconosciuto e non identificato problema tecnico.

Sabato per fortuna la pioggia non è nel radar, fa caldo ma non troppo e quindi è una serata perfetta per correre. Dal fondo non parte nessuno, nemmeno Chandler Smith (sulla #13 di Kaulig) e Berry (sulla #42 di Legacy MC) che in origine erano stati indicati come penalizzati dopo i controlli tecnici.

Nel pomeriggio c’è tempo anche per un annuncio ed una conferenza stampa in cui chi parla fatica a trattenere le lacrime: Kurt Busch, a un anno di distanza dall’incidente di Pocono, annuncia il ritiro definitivo dalla NASCAR Cup Series in quanto i medici ancora non riescono a garantirgli un recupero fisico al 100%, lasciando aperto però un piccolo spiraglio per altre avventure.

Prima di partire già qualche problema: Preece (nono in griglia) riporta di essere senza servosterzo; la riparazione in pit lane è veloce ed efficace, ma questo costringe Ryan a sfilare in coda alla bandiera verde per modifiche in parco chiuso.

Alla green Briscoe scatta bene e il gioco di squadra con Almirola funziona bene. Questo lascia il comando della fila esterna a Wallace che dopo qualche secondo inizia la sua rimonta sulla #14. All’inizio del secondo giro Bubba sembra poter passare al comando, invece Almirola spinge forte e l’interno comincia a guadagnare sul serio, favorito probabilmente anche dalla poca esperienza di Herbst a sostenere la #23.

Il gruppo è abbastanza tranquillo 2-wide, solo Blaney poco più dietro per un attivo va 3-wide per cercare di far saltare dalla fila proprio Herbst, la manovra non va a buon fine e così Ryan perde venendo salvato da Logano; poco dietro c’è anche Cindric ed il trio Penske è quasi riunito.

Nel frattempo l’interno continua a guadagnare e al settimo giro per Truex, Bell e Gibbs c’è il varco per saltare fuori e mettersi davanti a Bubba. Mentre Keselowski si fa sfilare e si mette tranquillo in coda, tre giri più tardi anche Hamlin cambia corsia e si mette davanti agli altri. La manovra Toyota è perfetta perché così c’è il quartetto JGR più Wallace (manca solo Reddick) a guidare l’esterno e viaggiare coordinato. In coda si è staccato Chandler Smith con un motore che non suona bene; problemi radio invece per Chase Elliott.

Dopo un po’ di assestamento, con la coppia RCR di Austin Dillon e Kyle Busch a provare a rallentarle, le Toyota iniziano il recupero al punto che al giro 23 Hamlin ha il muso davanti a Briscoe e non si ferma qui. I cinque avanzano e, favoriti anche da un’esitazione che fa saltare Buescher dalla fila, al giro 26 riescono a mettersi tutti davanti alle Ford all’interno e solo a questo punto scendono a coprire lasciando Herbst, Harvick, Logano e Blaney a guidare la corsia di destra.

Nonostante queste grandi manovre il gruppo scorre via liscio e si registra solo un piccolo contatto fra Cindric e Bowman. La prima stage viaggia già verso una rapida conclusione (giro 35), ma le Toyota non hanno fatto i conti con Herbst e chi lo spinge da dietro.

Nonostante lo spostamento in blocco, la fila esterna non ha perso inerzia e prosegue il recupero al punto che ai -5 Herbst diventa pericoloso. Ai -4 Riley è arrivato ed Hamlin lo blocca al pelo. La #36 però non perde velocità nemmeno qua ed ai -2 Herbst ci riprova. Denny per bloccare di nuovo si perde Truex che guadagna quei metri che gli impediscono di tornare all’interno.

Ultimo giro: l’esterno ha ancora più velocità e Hamlin riesce a tornare da Martin, ma poi sul rettilineo opposto deve tornare su, stavolta a metterci lo zampino è Harvick che si sfila da Riley e lo mette all’esterno. Kevin di inerzia prosegue nel mezzo, Denny deve intervenire anche qua e Martin li saluta. Truex vince la prima stage davanti a Bell, Harvick, Gibbs, Logano, Wallace, Cindric, Hamlin, Briscoe e Suárez.

Gli scenari in classifica cambiano notevolmente con questi risultati: Suárez perde la speranza di recuperare Wallace solo in base ai punti e quindi in must win diventano in 15 con Gibbs invece ancora agganciato per poco. In vetta alla classifica generale, invece è quasi fatta per Truex, infatti Hamlin dovrebbe vincere seconda stage e gara mentre la #19 terminare ultima. Tuttavia i 25 punti in più della #11 rispetto ad Hamlin tengono ancora aperta una porticina per la questione owners championship.

Dopo il lucky dog di Chandler Smith (unico veramente staccato e doppiato) che va a farsi controllare il motore risolvendo anche il problema, ci sono le prime soste e strategie. Austin Hill sembra provarci addirittura solo con il pieno, ma il realtà è primo perché ha mancato completamente lo stallo. E così a passare in prima posizione, malgrado tutti facciano una sosta completa, è Logano che precede Truex, Bell e Wallace; Elliott entra in top10.

Ci sono anche i primi problemi: Allmendinger ha una sosta lenta, mentre Kyle Busch (falsa partenza dei meccanici) ed Haley (interferenza degli stessi) si prendono una penalità. Qualcuno in coda come Stenhouse, Berry, Gilliland e pochi altri si fermano due volte per rabboccare fino all’ultima goccia. Alcuni di questi nomi sono da tenere a mente.

Si riparte con 53 giri da disputare nella seconda stage e Logano con Harvick riesce a tenere a bada le Toyota di Truex, Bell e Wallace. In coda si apre subito un 3-wide con Allmendinger, Chastain e Kyle Busch. Sul momento sembra un tentativo inconcludente viste le dinamiche della prima stage, e invece questo trenino clamorosamente avanza a velocità doppia e recupera in pochi giri una ventina, poi una trentina di posizioni.

Nel gruppo intanto Gilliland ha toccato qualcuno, non è chiara la dinamica, né il punto del contatto, ma pochi giri più tardi la #38 di Todd inizia a surriscaldarsi e a perdere olio. La NASCAR è costretta a fermarlo con la bandiera nera e Gilliland deve tornare ai box a riparare il danno. Tornerà in gara staccato di una quindicina di giri, ma Todd è praticamente in maniera ufficiale il primo dei 17 candidati all’ultimo posto ai playoff ad abbandonare il sogno.

Uno dei primi ad accorgersi della rimonta di Allmendinger e della sua corsia è Elliott che salta su a fare la locomotiva, Wallace ci fa un pensierino e invece rinuncia per stare con le altre Toyota. La rimonta della terza fila è talmente travolgente che al giro 47 (appena sette dopo la ripartenza) Elliott è già davanti, poi Allmendinger si mette lui al comando.

Inizia così una fase lunga 10-15 giri da vivere col fiato sospeso. Il gruppo 3-wide con grossi rimescolamenti e rischi di big one non sono per cuori deboli, ma incredibilmente non ci saranno incidenti. Per primo Logano ha lasciato fare ed ha preferito non attraversare la pista dall’interno al muro per bloccare la coppia Elliott-Allmendinger. Alla fine Chase preferisce mollare AJ per mettersi davanti a Logano e così la #9 e la #16 sono a contendersi la prima posizione. Avanza così di una posizione Kyle Busch, ora secondo dopo la penalità precedente.

È in questo momento, siamo ai -45, che Hamlin si lascia sfilare vedendo i rischi. Ed è con questo gesto che, praticamente, è come se consegnasse la regular season a Truex conscio che solo un miracolo farebbe ribaltare la situazione. Lo stesso fa anche Suárez dato che ormai conta solo vincere per la #99, ma anche Wallace dato che nella seconda stage nessuno può mettere a rischio il suo posto ai playoff.

Inizia in vetta un po’ di rimescolamento. Elliott lascia la prima posizione di nuovo a Logano, poi Joey deve lasciar passare ancora Allmendinger. Ma la situazione è tutt’altro che tranquilla, infatti ai -43 i tre protagonisti sono a guidare altrettante corsie con dall’interno la #9, la #22 e la #16.

Ai -40 sul traguardo Chase è mandato 4-wide da Buescher e così perde terreno. A sfruttare questo buco lasciato da Elliott è Chastain che incredibilmente (era quarto nella fila esterna dietro ad Allmendinger, Kyle Busch ed Haley) si divincola nel traffico ed in nemmeno due giri è al comando aiutato da Logano.

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Ma il 3-wide è ancora lì, solo che ora i capifila sono Gibbs, Chastain e Allmendinger. A risolvere la questione, ma solo per Ross, è Logano che spinge forte la #1 e la manda davanti. Coprire tutte le corsie però è difficile ed AJ si rifà sotto.

Poi all’improvviso la situazione si risolve, un attimo AJ è a lottare con Chastain, uno più tardi la corsia esterna con Allmendinger e gli altri è sparita e a lottare con Ross al comando della seconda fila c’è Blaney. I piloti però si riorganizzano e Bell ed altri riescono a spostarsi dall’interno davanti a Ryan a guidare la corsia esterna. Chastain e Logano sono costretti a coprire l’avanzata ora di Truex e così l’esterno si rimpolpa. Bell cambia di nuovo lato e passa a capeggiare l’interno. Con lui poco più tardi anche Elliott insieme a Larson con Chase che cerca di recuperare quanto perso in precedenza.

Siamo ai -25 e si inizia a pensare al necessario giro di soste, ma lo fanno più i crew chief, i piloti sono impegnati a lottare. La coppia Hendrick ci mette un po’ a recuperare, poi dopo un veloce blocco della coppia Chastain-Logano, Ross e Joey tornano a guadagnare. Salta così fuori ai -20 dalla loro fila Blaney e il compagno di squadra non lo segue. Anche Preece è costretto a sfilarsi e questo porta alla fine anche il tandem di testa a spostarsi.

Altro giro di cambi di corsia: Preece ci prova e salta Logano mentre Blaney si trova a guidare l’interno, Joey balza sulla sua scia, il tandem Penske funziona e così la #12 passa al comando. -15 nella seconda stage e anche metà corsa: Blaney è costretto a coprire Chastain insieme a Logano, ma la corsia abbandonata mantiene velocità e così Almirola spinge Stenhouse, vincitore qui a febbraio, al comando.

Ai -14, tuttavia, è davvero arrivato il momento delle soste e il leader Stenhouse porta con sé le Toyota ma anche Berry, Jones, Chastain e McLeod. Al giro successivo è la volta di poche Ford (Blaney, Logano, Harvick, Yeley e Poole). Arrivano anche altre penalità: Poole per speeding ma soprattutto Hamlin per falsa partenza dei meccanici.

Il gruppo 2-wide ha impedito l’ingresso ai box dei classici mega blocchi dei costruttori e così il giro di soste si prolunga. Al giro 84 è la volta praticamente di tutti gli altri con i soli Burton e McDowell che tirano dritto per un’altra tornata. Il solo rabbocco è l’opzione scelta da quasi tutti e solo Almirola e pochissimi altri cambiano anche gomme. Salta anche Herbst, pure lui penalità per falsa partenza dei meccanici.

Il momento cruciale è come sempre il rientro in pista e l’assorbimento dei vari gruppetti può portare a grossi incidenti. La strategia di Burton e McDowell sembra perdente e invece restano nelle prime posizioni, raggiunti di slancio ai -14 da Keselowski seguito da Kyle Busch, Buescher, Byron, Suárez, Bowmaned un sorprendente Ty Dillon.

Non ci sono guai e si forma un plotone 2-wide con Burton davanti ed una nuova corsia che da dietro di slancio cerca il sorpasso, a guidarla è Suárez con Bowman ed Austin Dillon. Ora si è 3-wide ed Harrison non riesce a chiudere tutto, Daniel arriva dall’esterno e mette il muso davanti, tuttavia (manovra da applaudire) la #21 resiste. Herbst intanto viene doppiato dopo la penalità e in vista c’è la coppia Hamlin-Poole.

-5: la situazione non si è ancora assestata, Suárez con Bowman è riuscito a far saltare Burton, ma Harrison ha perso solo un paio di posizioni e ad approfittarne è stato Kyle Busch, c’è una fila indiana per 3-4 posizioni poi un gruppo disordinato in cui a saltare ora è Logano; sparito anche Austin DIllon. Il doppiaggio di Hamlin e Poole è un lieve disturbo verso la volata. Che non ci sarà.

In maniera incredibile Gibbs era riuscito a recuperare posizioni, prima interno e poi esterno, Blaney sul traguardo è con lui e in curva1 gli dà una spinta che manda la #54 in testa. Sul rettilineo opposto proseguono le manovre, Blaney prova ad infilarsi su Ty e sembra passare, ma Gibbs trova dietro di sé Bell che lo spinge per tornare davanti. Lo spinge troppo e in curva4 si innesca il big one.

Il botto più pesante è violento è quello di Blaney e per localizzazione e angolazione ricorda tremendamente scene già viste nel 2001, ma per fortuna Ryan sta bene. Nel mucchio ci finiscono ufficialmente 12 vetture, ma alcuni dicono che siano addirittura 18. In ordine di numero sono Cindric, Austin Dillon, Harvick, Larson, Hamlin, Blaney, Bell, Burton, Herbst, Reddick, Stenhouse e Gibbs.

Intanto d’inerzia si conclude la stage. Keselowski è riuscito ad evitare meglio l’incidente e si aggiudica il secondo traguardo intermedio davanti a Kyle Busch, Suárez, Bowman, Byron, Reddick, Elliott, Austin Dillon, Chastain e Logano.

Subito dopo la NASCAR espone la bandiera rossa (9’28” di durata) per pulire la pista, ma iniziano a farsi i conti dei ritirati. Subito o poco più tardi salutano il gruppo Austin Dillon (niente bis del miracolo 2022), Stenhouse, Blaney (e qui perde tanti punti), Cindric, Herbst, Poole (anche se non indicato nella lista evidentemente c’era) e soprattutto Ty Gibbs. Fra i coinvolti anche Allmendinger.

Questi risultati hanno due conseguenze importanti: Truex ha matematicamente vinto la regular season davanti ad Hamlin (non ancora la #19 a +21 sulla #11) mentre, col ritiro di Gibbs, Bubba Wallace può essere scalzato dai playoff solo in caso di nuovo vincitore.

Durante la bandiera rossa c’è tempo per un episodio molto curioso. A macchine ferme all’interno della #6 si scatena un principio di incendio e Brad come soluzione per spegnerlo trova come modo, dato che non può spostarsi troppo, quello di fare dei donut di fronte ad un pubblico che ovviamente non può capire cosa stia succedendo. E la mente torna ovviamente alla Daytona 500 del 2012 quando proprio Brad fotografò l’incendio del jet dryer centrato da Montoya.

Si torna sotto caution e si torna a pittare, lo fanno tutti tranne Truex che a sorpresa già pensa alla strategia dei rabbocchi. E così a passare al comando è Briscoe davanti ad Almirola (e si torna al primo giro), Kyle Busch, Bowman e Suárez. Wallace è 11° ma la cosa più preoccupante è che ha praticamente perso tutti gli alleati in Toyota dato che sono tutti o ritirati o ammaccati (e non ci sono stati lucky dog perché Poole, Hamlin ed Herbst sono tutti finiti nel mucchio). Bubba quindi dovrà fare da solo per l’ultima vera prova di maturità.

La bandiera verde sventola a 56 giri dal traguardo e stavolta in casa SHR si evita il gioco di squadra, Briscoe sceglie subito l’interno con Almirola lasciando Kyle Busch all’esterno. La #8 fatica a riprendere visto anche il mancato sostegno di Bowman e la #14 e così Briscoe rimane al comando. Per Wallace la situazione è buona e cattiva allo stesso tempo: buona perché è nella corsia veloce, cattiva perché è il quinto vagoncino e tre di quelli davanti a sé (Briscoe, Almirola e Jones, in mezzo c’è Keselowski) sono in posizione per rubargli il posto ai playoff.

L’esterno che crolla porta ai -50 in top10 nuovi piloti come Berry e incredibilmente Chandler Smith, in seguito anche Ty Dillon. Il pronostico è ancora apertissimo malgrado il controllo Ford che si è formato davanti. Bubba decide così di togliersi da una situazione scomoda, salta a destra e si mette davanti a Kyle Busch. Ma nemmeno lui riesce a far rialzare la velocità di quella fila e così la #23 affonda con tutti gli altri. Busch capisce la situazione e trova un varco all’interno, Wallace non ancora.

Dietro però si crea un’altra occasione, un 3-wide con al comando di due delle corsie esterne rispettivamente Elliott nel mezzo e Preece a destra. Wallace decide di saltare su Ryan, Chase deve rinunciare e si torna 2-wide. Però è il cambio di corsia di Chandler Smith a ridare vita a questa corsia che risale rapidamente, al punto che ai -41 Briscoe ed Almirola devono bloccare, Smith e Bubba cambiano corsia ma è la scelta sbagliata perché dietro di loro c’era Preece, Ryan recupera e si riunisce ai compagni di squadra al comando.

Chandler e Bubba (ostinato all’interno) scivolano indietro ed il gruppo delle Ford in vetta è ancora più numeroso: Briscoe, Almirola, Preece, Buescher, Harvick e Keselowski, a seguire poi Elliott e Ty Dillon.

Siamo al momento cruciale tipico di Daytona: si apre sì la finestra per l’ultima sosta, ma anche la fila indiana lungo il muro. Attorno ai -38, dunque, si forma il trenino composto dalle 27 vetture a pieni giri con in mezzo alcuni dei doppiati che riescono a tenere il ritmo.

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Dietro agli otto piloti citati in precedenza ci sono Chandler Smith, Truex, Jones, Busch, Logano, Wallace (14°), McDowell, Bell, Hill, LaJoie, Byron, Bowman, Berry, Haley, Chastain, Suárez, Yeley, Reddick e McLeod con Hamlin di nuovo potenziale lucky dog, Larson a -2, Burton ed Allmendinger a -3, Gilliland a -16.

Inizia così la tregua armata in vista dell’ultimo playoff. Si cercano di trovare potenziali alleanze mentre si alza il piede (si viaggia 1″ più lenti) risparmiando benzina. Elliott tiene sempre un pochino di margine da Keselowski davanti a sé come a crearsi lo spazio per un attacco che non arriverà mai.

Dopo una decina di giri di calma piatta, ai -21 la coppia Chastain-Suárez prova l’attacco dal fondo, la prima volta non ottengono nulla, alla seconda iniziano a recuperare decisamente. Il loro guadagno si fa notare e lo si capisce quando a saltare sul treno sono Chandler Smith, Kyle Busch e Bubba Wallace.

Il controllo della Ford viene fatto saltare dalla persona meno pronosticabile del gruppo: Chandler Smith che in un paio di giri fa perdere la scia dei compagni di squadra a Preece, Briscoe deve coprire il recupero della #13 e così anche Keselowski rimane al vento.

Ai -15 inizia l’ultimo giro di soste e ad andare ai box sono tutte le Chevy (tranne Elliott, Ty Dillon, Byron e Bowman), tutte le Toyota e la Ford di Yeley. Rimangono in pista 12 auto che decidono di aspettare. Il loro turno arriva ai -13. Come in precedenza decisivo è il riassorbimento.

Ad uscire davanti a tutti dai box è Harvick che precede Elliott, Almirola, Buescher, Keselowski, Bowman, Briscoe, Byron, Ty Dillon e McDowell, sono rimasti in 11 perché Preece ha perso un po’ di terreno ed è scivolato nel secondo gruppo guidato da Kyle Busch che ai -12 è staccato di ben 3″ dopo che le Chevy e Wallace hanno forse bisticciato un po’ troppo; qui Truex quasi ritrova Wallace che forse avrà un aiuto nel finale. Piccolo giallo per una penalità data e tolta a Larson che dunque può rimanere dunque nel gruppo di testa,

Ai -10 al fuga viene ripresa e ovviamente da dietro arrivano di slancio. Ma davanti le Ford via radio stanno già cercando la strategia per far saltare Elliott che ora è diventato molto pericoloso. Il primo a riprendere il gruppo non è Kyle Busch bensì Logano e dietro di loro c’è subito Wallace che ha spinto tanto la #8. McDowell e Briscoe vengono fatti saltare e così gli 11 diventano nove.

Siamo ormai 2-wide, ormai i due gruppi si sono fusi e si cerca un nuovo equilibrio ai -8. Ad aprire di forza la seconda corsia sono Bowman e Byron, un po’ per aiutare Chase, un po’ per aiutare Alex; pure Larson da doppiato cerca di dare una mano.

Il gruppo è disordinatissimo e si sa che è proprio che in questi momenti può succedere di tutto. I giri dei -7 e dei -6 sono molto difficili da ricostruire metro per metro, ma alla fine si torna 2-wide, con le Ford che già prima erano al comando all’esterno ed un trenino composto da Elliott, Larson e Logano all’interno. Una indecisione di Harvick in curva4 ai -6 permette ad Elliott addirittura di affiancare il leader, ma non ne approfitta e così Kevin rimane al comando e avanzando con Buescher e Keselowski che riescono a coprire.

Un giro più tardi a quattro giri e mezzo alla fine quello che nessuno vorrebbe vedere: un brutto incidente. Davvero brutto.

Nella corsia esterna attorno alla sesta-settima fila sul rettilineo opposto pare che Jones spinga troppo Preece davanti a lui, Ryan perde il controllo e scarta a sinistra dove trova il compagno di squadra Briscoe che lo tocca. E la #41 si inclina e inizia a ribaltarsi.

La Ford viaggia di traverso verso l’apron e l’erba, poi in una di queste transizioni comincia a prendere aria da sotto e la #41 inizia a ribaltarsi. Prima c’è un 180° in senso antiorario, poi Preece si pianta nell’erba e la vettura inverte violentemente il senso di rotazione e inizia così un pauroso flip. Una, due, tre… la voglia di contare il numero di ribaltoni si ferma a 10. Alla fine la #41, distrutta, si ferma sulle ruote (o quello che rimane di esse) quasi in curva3.

La paura per Ryan è grande, non risponde alla radio ma probabilmente si è staccata. Dopo un lungo minuto che sembra un’ora di attesa finalmente Preece riesce incredibilmente a scendere da solo dalla vettura. Ovviamente viene portato subito in ambulanza al centro medico e poi in ospedale, ma ci rimarrà solo una notte per accertamenti prima di venire dimesso in mattinata.

Si va dunque all’overtime con Harvick al comando su Buescher, Keselowski, Elliott, Almirola, Bowman, Logano, Byron, Busch, T.Dillon, Wallace, LaJoie, Hill, C.Smith, Berry, Chastain, McLeod, McDowell, Haley, Truex, Jones, Suárez, Bell e Yeley a pieni giri.

È chiara la situazione: escluso Almirola il pericolo più grosso per Wallace e per le Ford (che chiaramente non lo vogliono ai playoff) è Elliott. E la strategia è solo una: impedire una sua vittoria.

Al choose cone Harvick ed Elliott vanno interni seguiti ovviamente da Bowman e Byron, la copia RFK all’esterno con Almirola e Logano. Bandiera verde, due giri alla fine. Harvick scatta bene, ma Buescher e Keselowski rimontano in fretta al punto che in curva2 Chris ha già una lunghezza su Kevin. Harvick e Keselowski rischiano grosso sul rettilineo opposto. Questo fa perdere ancora velocità alla #4 e così anche Brad è davanti ad Harvick.

Ultimo giro: dopo aver coperto l’interno, RFK torna esterno per mettersi davanti ad Almirola. In curva1 Harvick sembra quasi rallentare vistosamente. Chase, supportato poco dai compagni di squadra, è finito in the box, chiuso, impossibilitato a trovare una via di scampo dalla morsa Ford per attaccare. In curva2 il tandem RFK ha una lunghezza e mezzo di vantaggio su Harvick.

Il rettilineo opposto scorre via tranquillo, così come curva3 e curva4. Qui Harvick commette forte l’unico errore e scivola un po’ largo. Elliott trova il varco e si infila fra #4 e linea gialla. Ma ormai è troppo tardi.

Il capolavoro tattico della Ford premia in pista con la terza vittoria stagionale Chris Buescher ed è doppietta RFK, la prima in un decennio, con Keselowski secondo, Almirola è terzo davanti ad Elliott che così è out dai playoff ma che porta la #9 all’owners championship ai danni della #23. Logano completa la top5, poi Bowman, Busch, Byron, Harvick, LaJoie, T.Dillon e Wallace che col 12° posto da 0.511″ è già matematicamente ai playoff. A seguire McDowell, Hill, C.Smith, Bell, Chastain, Jones, Yeley e Suárez. Truex è 24°, Hamlin 26° e quindi anche la #19 vince la regular season.

I risultati odierni

La classifica della “Coke Zero Sugar 400”

La classifica generale

Così in campionato alla fine della regular season della NASCAR Cup Series 2023

La griglia playoff dopo il reset del punteggio:

Le altre categorie

Xfinity Series: Allgaier vince in volata a Daytona

I prossimi appuntamenti

Il weekend NASCAR non è finito qua, infatti oggi in programma c’è il grande ritorno sul Milwaukee Mile. Alle 17:30 le qualifiche della Truck Series seguite poi alle 19:00 dalla gara della ARCA Series e poi alle 22:00 da quella dei Truck, corsa centrale del Round of 10.


Immagine: Media NASCAR

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