NASCAR | Cup Series: Buescher batte van Gisbergen nell’indiavolato finale al Watkins Glen!

Autore: Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 17 Settembre 2024 - 09:30
Tempo di lettura: 22 minuti
NASCAR | Cup Series: Buescher batte van Gisbergen nell’indiavolato finale al Watkins Glen!
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Buescher ha la gara in mano, poi ovviamente arrivano gli incidenti e l’overtime a decidere la corsa. Van Gisbergen si prende la testa alla ripartenza, poi però sbaglia e Chris conquista la vittoria al Glen


I piloti sono cortesemente invitati a non prendere alla lettera il nome della gara. Se la corsa si chiama “Go Bowling at The Glen” non è necessario fare spare e strike. Invece si è iniziato e finito (due volte) col botto prima di un clamoroso overtime che ha ristabilito in pochi minuti l’amore fra la NASCAR ed i suoi tifosi che probabilmente stavano già inveendo con le solite frasi contro ‘il format dei playoff e il concetto di overtime che hanno snaturato lo sport’. Poi sono bastati due giri e il duello fra Chris Buescher e Shane van Gisbergen a far dimenticare tutto con una magia che non si vedeva da anni al Watkins Glen, perché lo sport è anche questo, perché il motorsport è anche questo, anche nelle giornate più difficili.

La gara

La NASCAR Cup Series va al Watkins Glen per un’inedita (e al momento anche unica visto il calendario 2025) presenza dello stradale dello stato di New York nei playoff. Una tappa forse meno temuta del previsto vista la calma piatta che ha regnato qui nelle gare degli ultimi anni con i piloti Hendrick a dominare in corse povere di scossoni e incidenti.

Tuttavia il Watkins Glen sa cambiare volto per adattarsi ai nuovi tempi della Next Gen: nuovo cordolo ribassato in entrata della bus stop per evitare che le vetture molto, troppo rigide trasmettano sollecitazioni con picchi notevoli (oltre i 10G) e ripetuti per i 90 giri sui piloti, nuove rumble strip in uscita del Carousel e di curva1 per evitare che tutti sfruttino l’ampia via di fuga asfaltata e, soprattutto, una gomma dalla mescola più morbida che promette faville con un degrado stimato a seconda delle fonti dai due ai quattro secondi nel corso di uno stint.

Per questo il sabato c’è una sessione extra large di prove libere per tutti, 20+20′ per ciascuno dei due gruppi ad alternarsi in pista. Gragson rischia di travolgere LaJoie proprio all’ingresso della bus stop, Hamlin finisce in testacoda così come Kyle Busch, poi poco altro con le rumble strip che non danno gli effetti voluti. Miglior tempo per Reddick davanti a Chastain, Larson, van Gisbergen ed Hamlin con il favorito sul passo gara (McDowell) poco fuori dalla top10. Ben si comporta la wild card della corsa, quel Juan Pablo Montoya, qui sulla terza vettura 23XI Racing, già vincitore al Glen e di ritorno in NASCAR dopo 10 anni.

Poi le qualifiche col consueto format ma una sorpresa in pole position: Ross Chastain infatti batte tutti i favoriti, SVG è solo terzo dietro a Truex, seguono Bowman, Cindric (finalmente di nuovo a suo agio sugli stradali come lo era in Xfinity), Allmendinger, un Logano a mente sgombra, Suárez, la sorpresa Gragson e McDowell. Bene anche gli altri piloti playoff, male invece Larson (20°), Hamlin (22°), Keselowski (28°), Blaney (30°) e Burton (33°). Da notare anche Hocevar 29° che sul finire del primo turno perde il controllo al Carousel per un problema allo sterzo e tira dritto verso The Boot, la parte della pista non percorsa dalla NASCAR, prima di un rientro pericoloso in pista in retro.

Domenica di sole al Glen e quindi si va dritti per i 90 giri in programma dopo aver retrocesso in fondo il citato Hocevar e Gilliland, anch’egli per modifiche in parco chiuso. Al via di una prima stage da 20 giri Chastain scatta bene dall’interno, Truex ci prova in accelerazione dopo in curva1 ma si deve riaccodare. Il serpentone viaggia tranquillo fino alla bus stop. Poi il primo grosso patatrac.

Ironia della sorte, proprio come Pocono è Corey LaJoie a toccare Kyle Busch, stavolta però in modo meno plateale e sicuramente non intenzionale, tuttavia il pilota della #7 si ficca ancora in grossi guai. La #8 finisce in testacoda all’uscita della doppia chicane e per evitarlo si scatena il pandemonio. E la vittima più grande è proprio colui che aveva ripescato questo termine una settimana fa, Ryan Blaney. La #12 finisce a panino fra diverse vetture, il contatto non sembra pesante tuttavia lo sterzo si rompe e Blaney si ferma all’ingresso del Carousel.

La caution è ovviamente immediata perché ci sono auto ovunque, alcune rimaste in pista ma ammaccate, altre passate sull’erba, altre costrette a puntare sul guard rail all’esterno. Nel mucchio ci finiscono soprattutto Hamlin che pure oggi inizia col piede sbagliato, Bell, Stenhouse, Wallace, Preece e anche altri in maniera minore. Per Busch ed Hamlin c’è una lunga sosta ai box con giro perso e convergenza e carrozzerie tutte da rifare, per Stenhouse e Blaney un amaro ritiro.

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Per Ryan il ritiro è anche polemico perché è convinto che i meccanici ai box avrebbero potuto riparare in breve tempo la vettura, ma le regole sono regole. La #12 infatti si è fermata al Carousel e non riesce a ripartire (cioè, se ripartisse finirebbe dritta nel muro senza sterzare) e così viene trainata ai box. E nel motorsport è quasi una regola non scritta (qui lo è): se non riesci a tornare in pit lane con le proprie forze, allora il ritiro è automatico. La beffa per la #12 si riassume così con un ultimo posto (il terzo dell’anno, tutti gli altri piloti al massimo uno) con zero giri completati.

Dopo aver anche aggiustato le barriere si riparte con 15 giri da disputare nella prima stage e Chastain mantiene ancora la prima posizione davanti a Truex, van Gisbergen, Bowman e Briscoe, tuttavia arriva subito un altro colpo di scena: Allmendinger accelera da curva1 ma la vettura non risponde, al punto che Logano rischia di travolgerlo. Tutti gli altri evitano la #13 nelle Esses ed AJ riesce a tornare a passo d’uomo ai box. Per uno dei favoriti della corsa la gara finisce dopo appena sei giri con la trasmissione ko.

Nei primi giri le posizioni di testa sono abbastanza bloccate con 11 piloti dei playoff in top14 (le eccezioni sono il leader, SVG e McDowell nono), il terzetto Keselowski-Burton-Bell attorno alle 25esima posizione ed Hamlin doppiato che cerca di proseguire la sua gara e innesca un duello non inquadrato con Kyle Busch con cui, malgrado danni diversi, gira sugli stessi tempi.

Chastain prova un breve allungo col passare delle miglia, si capisce che Truex non ne ha come lui e nemmeno come van Gisbergen che preme alle sue spalle, tuttavia anche quest’anno – malgrado tutto – i sorpassi sono difficili. Riescono in queste piccole-grandi imprese di Reddick su Logano e così Tyler entra in top10 ma anche Larson su Gibbs per il 13° posto; due giri più tardi Kyle si ripete su Byron sul traguardo. C’è più battaglia alle loro spalle: Buescher tenta di scavalcare Jones in curva1 e così Zane Smith ne approfitta alla bus stop.

Le gomme iniziano il loro degrado, ma non è un baratro netto e così le differenze sono minime, Cindric riesce a sfruttare un errorino di Suárez in curva1 e lo scavalca. Van Gisbergen alla fine riesce a superare Truex solo ai -6 ed è una manovra complicata, non è alla bus stop, né al Carousel, né alla penultima curva bensì all’ultima dove Martin cede e finisce leggermente largo, quel tanto che basta.

Sono già passati 15 giri e ne mancano cinque alla fine della prima stage, dunque è necessaria un’istantanea prima dell’ingresso in scena delle strategie: Chastain è al comando con 3.0″ su SVG, 4.1″ su Truex, 4.5″ su Bowman, 4.8″ su un Briscoe in risalita, 5.1″ su Suárez, 5.5″ su Cindric, 5.8″ su Elliott, 6.2″ su McDowell e 6.7″ su Reddick, seguono Larson, Logano, l’ottimo Zane Smith che ha passato pure Byron e Gibbs, Keselowski 24°, Bell 25°, Burton 27°, Hamlin 34° davanti a Busch.

Il primo ad andare ai box ai -4 è un McDowell che cerca pista libera conscio di avere una vettura da long run, ai -3 è la volta di van Gisbergen (che ovviamente non punta ai playoff point), Logano, Smith, Byron, Buescher che aveva superato Gibbs, lo stesso Ty, LaJoie, Hocevar, un Gragson che aveva perso posizioni al via, Keselowski (speeding), Montoya, Bell, Burton, Haley (speeding pure lui) ed altri.

Ai -2 Chastain prende la via dei box ma Truex chiude la pit lane tirando dritto. Il problema per Martin è che già da un paio di giri c’è Bowman alle sue spalle che lo sta pressando. Alex tenta più che altro un attacco di slancio per il playoff point, ma non trova il varco e gli ultimi due giri saranno tranquilli.

Truex vince così la prima stage e si prende dieci punti importanti per la sua classifica precedendo altri sette piloti dei playoff: Bowman (+0.4″), Briscoe (+0.6″, sorpasso sulla #99 al penultimo giro), Suárez (+1.0″), Cindric (+1.6″), Elliott (+1.9″), Reddick (+3.2″) e Larson (+3.6″). A chiudere la top10 Jones (+8.3″) ed Hemric (+9.0″). Non si sono fermati ai box anche Preece, Wallace e Grala per un totale di 13 vetture, poi segue Chastain che precede SVG e McDowell. Hamlin ringrazia Busch per il duello non ravvicinato ma corretto e si prende il lucky dog.

Al break si completa il giro di soste (Preece lo fa subito con pit lane ancora chiusa per riparare i danni del primo giro, Busch invece rinuncia alla wave aroud per lo stesso motivo), poi si riparte con Chastain tornato al comando su SVG, McDowell, Logano, Smith, LaJoie, Gibbs, Byron, Buescher ed Hocevar, a seguire Berry, Gragson, Montoya, Bell, Burton, Nemechek e Gilliland prima di Truex 18° che uscito per primo dai box.

Si riparte con 16 giri netti da disputare nella seconda stage e subito un altro colpo di scena: Cindric arriva leggermente lungo in frenata, tocca Suárez che in curva1 manda in testacoda Reddick. Larson è dietro al messicano e deve frenare per evitare il rallentamento. #45 così in coda mentre la #99 e la #5 perdono posizioni finendo praticamente fuori dalla top30. Tyler nei giri successivi dirà di non avere una vettura completamente a posto.

Davanti intanto è successo anche altro di importante: al choose cone van Gisbergen sceglie di seguire Chastain all’interno lasciando a McDowell la prima fila che ringrazia e dopo la bandiera verde scavalca il neozelandese anche in pista. A sorpresa però la #34 non ha il ritmo delle libere e basta poco a Ross per allungare, van Gisbergen se ne accorge subito e, dato che Logano e Zane Smith gli sono in scia, ai -13 attacca e supera McDowell tornando al secondo posto.

Basta un giro a SVG per riprendere il quasi compagno di squadra (Shane è pilota Trackhouse ma in prestito a Kaulig per quest’anno) e inizia così una favola lunga – quasi – 12 giri per la #99 e la #16. La loro fuga trascende i pronostici sul degrado delle gomme, Chastain e van Gisbergen perdono pochi decimi dal ritmo di inizio stage, gli altri il secondo abbondante previsto. E da dietro chi ha pittato al break non recupera terreno.

C’è solo un pilota nel gruppo che sta avanzando. Alla ripartenza era 13°, poi perde un posto nello scatto ma poi supera Berry, Bell avvicinando la top10. Il suo nome è Juan Pablo Montoya ed i suoi tifosi (ma non solo) sognano.

I giri passano in fretta senza scossoni e l’ultima istantanea prima delle soste (Suárez escluso ma era 28°) è quella dei -5 quando Shane van Gisbergen non è riuscito a passare Chastain ed ora è a 0.8″, però poi c’è una voragine. McDowell è terzo a 9.2″ (guadagnati in otto giri), Logano non ha trovato il varco nemmeno lui (+9.5″), seguono Smith (+9.9″), LaJoie (+10.2″), Gibbs (+10.8″), Byron (+11.5″), Hocevar (+11.8″) che ha superato Buescher (+12.1″), Bell 13°, Burton 16°, Briscoe 17°, Truex 18°, gli altri più indietro.

Detto della sosta di Suárez ai -5 per cercare pista libera, ai -4 ai box ci vanno Montoya, Buescher, Jones, Larson, Keselowski, Haley e Grala, ai -3 McDowell che lascia pista libera alla #22.

A questo punto la strategia in campo sembra chiara: Chastain e van Gisbergen pitteranno ai -2 chiudendo la pit lane per ripartire davanti nella stage finale, Logano per volontà e necessità proseguirà invece prendendosi l’obiettivo di giornata, ovvero un playoff point che potrebbe tornare utile al Round of 12 già conquistato. Tutto chiaro e semplice. Ma a rovinare i piani più immediati c’è di mezzo spesso lo zampino del diavolo.

Quando Chastain e van Gisbergen sono a nemmeno 5″ dall’ingresso in pit lane, arriva la caution. I due hanno appena superato alla penultima curva una vettura che si è insabbiata. L’auto è la #99 del loro compagno di squadra Daniel Suárez che stava forzando con gomme fresche e pista libera per recuperare tempo ma ha perso il controllo in frenata. Strategia dunque completamente saltata per Ross, Shane ma anche Joey, per Chastain e SVG rischia di essere scivolata addirittura dalle mani una vittoria fattibile visto che ai -3 avevano addirittura 12.5″ su Logano e ancor di più sugli altri inseguitori.

Chastain dunque va a prendersi controvoglia (chiede scherzando alla NASCAR di tenere buono il playoff point per il 2025) la seconda stage dietro la pace car e davanti a van Gisbergen, Logano, Gibbs, Byron, Burton, Briscoe, Bowman, Preece ed incredibilmente Hamlin visto che praticamente tutti gli altri si sono già fermati nei giri precedenti.

Ci sono però diversi fatti da analizzare in questo break e successi nei giri precedenti: Busch si prende il lucky dog, Reddick va ai box per riparare la vettura alla posteriore destra, una gomma di Keselowski vaga in pit lane (ed è la seconda penalità), Larson invece taglia troppo l’ingresso nello stallo e pizzica nello stallo di Jones il tubo della pistola del cambio gomme (troppa prudenza gli costa la penalità), ma soprattutto qualcosa che meriterebbe un approfondimento da parte dei commissari: all’inizio dell’ultimo giro Wallace era ottavo, però decide di andare ai box con la pit lane chiusa rinunciando a tre punti. E così ad avanzare in classifica per l’ultimo punticino è il suo team owner Hamlin. Coincidenze?

In vetta si deve cambiare strategia visto quanto successo, quindi Chastain tira dritto insieme a SVG, Logano e Briscoe, pittano invece Gibbs, Byron, Burton, Bowman, Preece, Hamlin e Zane Smith (speeding per lui). McDowell ringrazia e alla ripartenza è quindi quinto su LaJoie, Montoya, Buescher, Hocevar e Nemechek; Gibbs riparte dalla 22esima posizione e dietro di lui, fra le auto in pista, ci sono addirittura altri otto piloti dei playoff (Bowman, Burton, Byron, Hamlin, Keselowski, Larson, Reddick e Suárez unico doppiato).

Bandiera verde dopo 42 giri, dunque con 48 mancanti al traguardo, e subito via radio dicono a Shane van Gisbergen il giro target per salvare la corsa, il numero 59. Per quel momento la finestra per l’ultima sosta sarà aperta e se tutti saranno ancora più o meno nella stessa situazione della ripartenza, allora sarebbe possibile puntare al successo. Il problema, ovviamente, è gestire gli pneumatici ancora per 15 giri abbondanti.

Alla ripartenza la coppia dominante rimane al comando, tuttavia per loro sfortuna Logano perde terreno in accelerazione e così dietro al neozelandese si piazzano Briscoe, McDowell, LaJoie, Buescher ed Hocevar; al giro successivo anche Montoya scavalca Joey con Gragson che completa la top10. Jones finisce in coda per una ruota mal fissata.

Al giro di boa di metà corsa si apre una nuova fuga della #99 e della #16, tuttavia ai -44 arriva la peggiore notizia per loro che avevano bisogno di ritmo, una caution. Nel gruppo succede un papocchio che è la sintesi di questi playoff: nella salita verso le Esses c’è un 3-wide, Keselowski è nel mezzo e alla sua sinistra ha Larson con cui si era già toccato all’ultima curva, ma ora alla loro destra c’è anche Hamlin. Spazio non ce n’è e il contatto è inevitabile, Denny si gira sul muso di Brad e sbatte – nuovamente – contro le barriere aggravando una situazione che sembrava in miglioramento. Suárez torna a pieni giri.

Logano, che ha perso le posizioni di testa, è costretto a fermarsi per tentare qualcosa, Chastain, van Gisbergen e Briscoe sono costretti a proseguire ancora. Chase tuttavia è quinto dietro a McDowell e LaJoie e precede Buescher, Hocevar, Montoya, Gragson e Truex. Logano esce davanti dai box ed è 25°.

Green ai -41 e stavolta van Gisbergen tiene la prima fila e la posizione su McDowell che forse pensa di avere la corsa in pugno strategicamente; LaJoie e Buescher completano la top5. La classifica cambia però nei giri successivi ed emergono i nuovi protagonisti. Ai -38 Hocevar supera Briscoe ed è sesto, poi al passaggio successivo entra in scena Chris Buescher.

Le gomme usurate si sentono al comando e quindi stavolta Chastain e van Gisbergen non scappano, dunque si forma un trenino al comando in cui il vagone #17 salta la fila. Ai -37 Buescher supera LaJoie, ai -34 si scatena e vengono messi alle spalle sia McDowell che van Gisbergen, ai -33 anche Chastain e quindi Chris si mette al comando della corsa.

La classifica rimescolata in questo momento vede, e siamo al giro 57, Buescher a comandare un gruppo di sei con Chastain, SVG, McDowell, LaJoie ed Hocevar, a 3.8″ il solo Gragson, poi a 5″ Truex che ha superato un Briscoe in difficoltà e che ha vicini Elliott e Berry. Montoya guida il gruppo successivo.

Il sogno di Ross e Shane sembra svanito e quindi decidono di andare ai box ai -32 con Briscoe (ci va anche Hamlin ma è foratura da tire rub), ma tutto si riapre al passaggio successivo dato che Buescher (e nella mia sensazione a caldo era un errore strategico visto il passo che aveva, nda) decide di coprire subito pittando pure lui ai -31. Si apre il giro di soste finale e pian piano andranno ai box tutti.

Hocevar lo fa ai -30, insieme a Montoya e Byron, dopo aver passato di forza LaJoie, ai -29 Nemechek, Bell (mandato pure in testacoda dal solito Austin Dillon all’ultima curva) e Gibbs, ai -28 Gragson, Elliott ed Hemric. Nel frattempo Zane Smith ha compiuto un mezzo capolavoro passando all’esterno del Carousel Larson e lo stesso Bell nel giro della sosta della #20. Ai -27 è la volta di Truex, Berry e Bowman. Ed è in questo giro in cui ci si rende conto che McDowell sta esagerando dato che i suoi tempi sul giro stanno crollando.

Da capire però a chi la #34 abbia passato il testimone della corsa. In questo passaggio il leader virtuale è Buescher (il quale ha appena girato nel traffico 1.5″ più veloce di McDowell) che ha 1.3″ sul sorprendente Hocevar, 4.1″ su van Gisbergen e Chastain con lo scambio di posizione fra gli ex fuggitivi che è appena avvenuto in pista e non ai box. Tutti gli altri sono staccati.

Dopo una breve tregua, ai -25 pitta un ammaccato Reddick, ai -24, finalmente, McDowell che lascia la prima posizione a LaJoie. Al rientro in pista la #34 è virtualmente al quinto posto a circa 3.7″ da Chastain e 8.1″ da Buescher. Proseguono i pit intanto: ai -23 Cindric, ai -22 LaJoie, ai -21 Dillon, Wallace e Gilliland.

Nel frattempo però si è già decisa parzialmente la corsa: Buescher si è districato bene nel traffico, meno van Gisbergen che sta faticando a superare Hocevar e poi si trova anche davanti il solito Austin Dillon a rilento e non riesce a passarlo dalle Esses fino a dopo il Carousel perdendo in un solo giro 3″ dalla #17 che, dunque, ai -21 gli è davanti di 6.6″.

Intanto mancano ancora cinque audaci davanti a Buescher e sono Logano, Smith, Larson, Keselowski e Suárez. Tutti questi però devono ancora fermarsi per forza. Kyle lo fa ai -20, Zane, Daniel e anche Burton ai -19 proprio mentre SVG riesce a superare Hocevar, ai -18 Brad viene passato in pista da Chris, ai -17 Logano viene ripreso e passato ai -16. Grala viene toccato da Hemric all’ultima curva e sbatte col posteriore, ma riprende a va ai box.

Ai -14 van Gisbergen supera anche lui un Logano che gira 2″ più lento ed ora dunque è sfida diretta senza avversari di mezzo. 4.9″ di divario fra la #17 e la #16 mentre Carson ha alzato bandiera bianca di colpo ed è scivolato a 10.6″ e vede McDowell e Chastain sempre più vicini.

È sfida di ritmo, ma in fretta si capisce che Buescher possa farcela. Nemmeno il tempo di consolidare questo pensiero che ai -11 Burton fora in uscita dalle Esses la posteriore sinistra fermandosi alla bus stop. Allarme rosso generale, Logano e Keselowski si tuffano ai box così come Bell e, a sorpresa, anche Montoya che perde un immeritato giro. Harrison intanto, più per la disperazione, riparte a tutta velocità e ovviamente lo pneumatico sparge in pista nelle ultime curve e arriva la caution per detriti che riapre tutto. Burton sarebbe stato il lucky dog in tutto questo e quindi il bonus non viene assegnato a nessuno con Hamlin beffato.

Tutti sono a posto con la benzina e quindi chi va ai box è solo per un azzardo strategico con gomme fresche. In pit lane vanno Byron (dalla top10), Elliott, Nemechek, Haley, Bowman, Gibbs, Hemric, Reddick e Wallace. Non si fermano in 21 e la classifica alla ripartenza vede dunque Buescher al comando su SVG, Hocevar, McDowell, Chastain, Briscoe, LaJoie, Preece, Truex, Berry, Gragson, Cindric, Larson, Smith, Suárez, Logano, Dillon, Keselowski, Gilliland e Busch; appena fuori dalla top20 Bell, Elliott e Byron.

Bandiera verde ai -7 e van Gisbergen ancora una volta sceglie di lasciare la prima fila preferendo l’interno dietro il leader lasciando l’esterno in questo caso ad Hocevar che sogna ad occhi aperti. E, ancora una volta, la scelta del neozelandese non è vincente dato che perde la posizione in pista da Carson.

Il gruppo sale verso le Esses e arriva la caution. In uscita da curva1 un paio di situazioni 4-wide sembrano risolversi positivamente, poi però un altro patatrac. Stavolta nel 3-wide da destra a sinistra ci sono Keselowski, Logano e Byron. A innescare l’incidente con un piccolo contatto (di sicuro non lo travolge come dicono via radio ad una delle vittime) è Joey che va verso destra anche perché ha paura di andare a sinistra con la #24 di poco sul suo paraurti, Logano tocca il suo ex compagno di squadra che si gira praticamente sul suo muso dirigendosi verso il guard rail. Byron si trova la strada sbarrata e la posteriore sinistra della #6 diventa una rampa sulla quale la #24 sale e così William termina pericolosamente la corsa dentro il finestrino posteriore della Mustang.

Caution ovviamente esposta ma la sorpresa più incredibile è che, una volta districato l’accrocchio, le due vetture riprendono la corsa seppur pesantemente danneggiate nella carrozzeria e nella meccanica; Hamlin viene beffato ancora per il lucky dog che va a Burton.

La nuova classifica vede dunque Buescher ancora primo su Hocevar, van Gisbergen, Chastain, Briscoe (unico pilota playoff in top10), McDowell, Preece, Gragson, LaJoie, Smith, Cindric, Larson, Gilliland, Elliott (risalito bene e pericoloso con gomme fresche), Berry, Truex, Suárez, Bell, Dillon e Logano.

Si riparte ai -3, ma lo scenario è identico al precedente, sia al choose cone, sia per il luogo dell’incidente, ovvero le Esses. Stavolta la serie di contatti inizia ancora prima con un 3-wide nell’imbuto di curva2 che innesca una serie di contatti (quello iniziale è quello di Berry tutto a destra ed Elliott, difficile dare colpa più a uno dei due) nel quale finiscono danneggiati oltre alla #4 e alla #9 anche Reddick, Truex, Busch ed Haley.

Si va dunque all’overtime con un’altra classifica: Buescher, Hocevar, SVG, Chastain, McDowell, Briscoe, Smith, Preece, Gragson e LaJoie in top10, poi Larson, Cindric, Gilliland, Suárez, Bell, Elliott (con poco dell’anteriore integro), Logano, Dillon, Gibbs e Bowman.

E stavolta van Gisbergen azzecca la manovra giusta dalla posizione che più ha amato nella corsa. Shane non va nemmeno 3-wide “alla Allmendinger”, gli basta una leggera toccatina forse anche involontaria sulla posteriore destra di Buescher in frenata per sbilanciare la #17 e farla finire larga alla corda di nemmeno un metro. E in quel metro SVG si infila girando in pochi centimetri e lanciandosi verso le Esses al comando. Buescher prova ad inseguirlo, Hocevar lotta al fianco di Chastain, il resto del gruppo stavolta passa indenne.

Il penultimo giro vede probabilmente la #77 e la #1 affiancate dall’inizio alla fine e quindi alla bandiera bianca van Gisbergen ha 0.3″ su Buescher e oltre 2″ su tutti gli altri. Sembra quasi fatta anche se Chris non molla. E invece avviene l’imponderabile per chi ha visto SVG solo negli ultimi due anni. Il neozelandese sbaglia. Perde leggermente la vettura in ingresso alla bus stop, tocca leggermente il guard rail all’interno e la #16 si scompone sempre di più nei cambi di direzione fino ad allargarsi in uscita.

E qui Buescher vede l’occasione dell’anno, si tuffa nel varco lasciato e infila di forza van Gisbergen all’interno del Carousel passando in uscita. Shane prova a dare tutto per restare lì, non può passare in ingresso della penultima curva e allora forza la percorrenza per cercare l’affondo all’ultima piega, tuttavia la sua Chevy si imbizzarrisce e scoda viscosamente chiudendo i giochi.

Chris Buescher si riscatta dopo tanti bocconi amari in questo 2024 e vince al Watkins Glen (quarta vittoria consecutiva per la Ford in stagione) precedendo van Gisbergen, un clamoroso Hocevar, Chastain, l’ottimo Zane Smith, Briscoe (mai nella storia dei playoff il migliore dei piloti ancora in corsa per il titolo aveva finito cosi male, addirittura in quelli ad eliminazione mai peggio di secondo), McDowell (che a gara finita avrà un confronto con Smith in cui sembra lui ad avere torto), LaJoie (tre auto Spire in top10), Preece e Cindric. Larson è 12° dietro a Gragson, Suárez 13° dopo essersi insabbiato, Bell 14° dopo almeno due contatti, Logano 15°, Bowman 18°, Elliott 19°, un Truex ormai abbattuto e deluso 20°, Gibbs 22°, Hamlin 23°, Burton 24°, Keselowski 26°, Reddick 27°, Byron 34°.

E così la griglia playoff assume forme impronosticabili appena due settimane fa. Logano unico al Round of 12, Cindric, Bowman e Suárez in ottima posizione (insieme a Bell), Elliott, Blaney e Larson nel limbo, Briscoe al momento salvo malgrado Atlanta, Hamlin e Truex a dover recuperare. In sintesi, si prospetta una Bristol infuocata.

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Immagine: Media NASCAR

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