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NASCAR | Cup Series, Bristol #2 2025: Bell trionfa battendo anche il degrado delle gomme

Autore: Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 14 Settembre 2025 - 22:15
Tempo di lettura: 27 minuti
NASCAR | Cup Series, Bristol #2 2025: Bell trionfa battendo anche il degrado delle gomme
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Gara folle come nella primavera del 2024. Le temperature serali innescano il degrado tanto sperato e rendono la gara avvincente. Bell sfrutta la caution finale per tornare alla vittoria dopo sei mesi


3h48’10” di gara, 14 caution per 137 giri dietro la pace car (record NASCAR per l’era moderna), una infinità di gomme sulle corde, colpi di scena a non finire e tanto tanto altro. La night race di Bristol ha sorpreso rispetto alla vigilia, infatti le temperature basse hanno acceso l’interruttore del degrado estremo, così come successo nella primavera del 2024, e la gara dei playoff si è trasformata in una gara di equilibrismi nel gestire i 10 (poi 11) set di gomme a disposizione e da usare nel corso dei 500 giri in programma. Le Toyota hanno tenuto il pallino della gara in mano ma, dopo le leadership di Gibbs e Briscoe, a vincere è stato Bell che ha completato il cappotto del Joe Gibbs Racing nel Round of 16.

La gara

La NASCAR Cup Series arriva a Bristol per il primo taglio dei playoff con una classifica allungata ma non ancora con solchi definiti, dunque tutto sulla carta è aperto anche se per due piloti (Bowman e Berry) la situazione è quasi di must win. Chi ha già vinto è la coppia Briscoe-Hamlin che può dormire sogni tranquilli.

La grande incognita della gara, dopo i più variegati risultati negli anni scorsi, è la nuova mescola per le gomme di destra portata dalla Goodyear, più morbido di quello del passato. Dalle prove libere ne esce un degrado inedito, incomprensibile e allo stesso tempo deludente: mezzo secondo di fall off nei primi 30 giri di run, da lì in poi tempi sostanzialmente stabili. Misteri della chimica e della fisica.

Per i 39 iscritti (presenti Austin Hill sulla #33, Chad Finchum sulla #66 e Corey Heim sulla #67) le prove libere vedono solo pochi rischi e muri sfiorati (Keselowski e Wallace), ma nulla di troppo di rilevante a parte il fatto che Justin Haley dal gruppo1 e Ryan Blaney (il favorito per la corsa visto il passo dimostrato) dal gruppo2 ottengono lo stesso miglior tempo: 15.307″.

Nelle qualifiche, invece, grande sorpresa con la pole position per AJ Allmendinger (la prima in 10 anni in Cup Series e su un ovale non ne otteneva una da Kansas 2012) che col suo 15.117″ batte di 0.003″ Blaney, a seguire Cindric, Gibbs, Larson, Hamlin, Byron, Wallace, Bell e Berry. In difficoltà fra i piloti playoff Logano (22°), A.Dillon (23°), van Gisbergen (28°) e Briscoe (31°).

Sabato sembra tutto tranquillo, non ci sono nemmeno auto che devono partire dal fondo. E invece le temperature si sono abbassate, probabilmente qualche addetto ai lavori se ne è reso conto, altri invece sicuramente no, ma si è entrati in quel range di temperatura tale per cui la mescola Goodyear rende in materia di degrado quello per cui è stata effettivamente progettata su richiesta di team, piloti e NASCAR. Basterà una decina di minuti per rendersene conto. 10 set di pneumatici a disposizione, nove nuovi ed uno ereditato dalle qualifiche, dunque in media uno ogni 50 giri (500 quelli totali, divisi in 125+125+250).

Alla bandiera verde Allmendinger scatta bene e Gibbs lo segue, Blaney si difende su Hamlin e rimane terzo, Cindric infila il muso all’interno di Denny e la #11 finisce all’esterno iniziando a perdere diverse posizioni (Wallace e Larson per iniziare) così come Logano che precipita in fondo alla top30. Al terzo giro AJ firma quello che sarà il giro più veloce della corsa, il tempo di 15.549″ è da annotarsi come riferimento per le fasi successive.

Hamlin sembra il pilota più in difficoltà delle prime fasi, non riesce a tenere la corda ed ha sottosterzo in uscita di curva e così nell’arco di appena 10 giri scende al 13° posto mentre Logano lo imita (nel suo caso sovrasterzo) e oscilla fra 33° e 34° posto, dunque già in zona rossa a rischio doppiaggio davanti ai soli Finchum, Heim, Custer, Hill e Ware. Dopo 15 giri Finchum crolla di netto (tight), scende all’ultimo posto venendo doppiato insieme a Ware e inizia così la rumba dei doppiati. Non lo si sta notando, ma i tempi si sono già alzati di oltre mezzo secondo nella metà del tempo rispetto alle libere. E anche qui più di qualcuno, forse, non sta capendo cosa sta per avvenire.

Il campanello d’allarme è quello del giro 24: a questo passaggio Gibbs supera Allmendinger e si porta al comando, la #16 finisce all’esterno e in un solo passaggio viene passata anche da Blaney, Cindric e Wallace. Il 25° giro di AJ è un 17.693″ a cui segue un team radio in cui il pilota lamenta problemi ad una ruota. Non è un fatto isolato, infatti anche Austin Dillon al 24° posto ha girato oltre i 17″ e sta anche lui parlando con i box. Saranno le prime due vittime di un inizio di gara condotto a ritmi troppo alti e di cui dopo, pubblicamente, si pentiranno.

Passa un altro giro e Allmendinger perde ulteriore terreno uscendo dalla top10. I primi ad andare ai box sono Preece ed AJ mentre Austin Dillon, pur con la anteriore destra ko, cerca di proseguire inutilmente per un’altra tornata; la #3 si complica ulteriormente la situazione con uno speeding e così Dillon si autoesclude praticamente definitivamente dalle residue speranze di qualificazione al Round of 12, perdendo due giri che non recupererà più. Austin taglierà il traguardo al 28° posto a -4. Inizia qui la follia della gara in cui ad ogni giro succede qualcosa e che ricorda molto quanto successo su questa stessa pista nella primavera del 2024.

Al giro 30 doppio sorpasso, Larson su Wallace e soprattutto Blaney su Gibbs per la prima posizione. E, a questo punto, tutti girano sopra i 17″ ed è facile notare anche dei 18″ (Haley). Prosegue la crisi di Logano che viene ripreso e doppiato dal compagno di squadra. La situazione esplode letteralmente: ci sono marbles ovunque, segno che la pista non si sta gommando e quindi la situazione non migliorerà nel breve termine, nessuno parla più del PJ1 applicato nei 4ft più interni del banking, Dillon sconta la penalità, Hill va ai box seguito poco più tardi da Smith ed Herbst, Buescher finisce sulle corde, Briscoe viene doppiato pure lui (ma è salvo con la vittoria di Darlington) e al giro 35 è già ai box.

Il giro 50 della “media inglese” sembra una chimera e non qualcosa di distante appena 5′. Dopo Allmendinger, il primo ad andare ai box è Wallace seguito da Nemechek, poi (mentre Gibbs letteralmente precipita), è la volta di Ware ed Hamlin. Ai -85 Ty si arrende dopo aver girato in 18.969″, ma alle sue spalle c’è anche di peggio come il 19.647″ di Elliott. Dunque, qualcuno sta girando 3.5″ più lento di inizio gara su un ovale da mezzo miglio.

Mentre anche Busch (mai visto per tutta la gara in pratica) pitta, il più in forma in questa fase è Cindric che riprende il compagno di squadra Blaney portandosi dietro Larson. La sequenza di soste vede ora Byron, SVG, Bell e Buescher andare ai box lasciando così addirittura sole 10 auto a pieni giri. I valori cambiano ad ogni passaggio, Larson sembrava poter seguire la coppia Penske e invece viene scavalcato da Berry. Si arrendono anche Elliott, Bowman, Heim, Jones e Logano. Proprio in questo momento anche Blaney cede e Cindric va al comando.

Al fatidico giro 50, Cindric è già al comando con 2.1″ su Blaney (che ha girato in 19.740″), 3.1″ su Berry, 3.3″ su Larson, 13.5″ su Stenhouse, 13.7″ su Keselowski, 14.0″ su Hocevar e 17.0″ su T.Dillon per un totale di otto auto a pieni giri. Il leader virtuale della corsa è però Byron, 13° a -1 mentre piloti come Briscoe, Reddick, Bell, Bowman, Elliott, SVG sono a -2, Logano e A.Dillon addirittura a -3.

Da qui in poi la strada sembra in discesa per molti. Chastain, Gragson e Gilliland pittano senza patemi, poi è la volta di Berry con Keselowski mentre Logano con gomme fresche si sdoppia e torna a -2 così come molti altri tornano a pieni giri. Mentre Gibbs supera Byron, Cindric lascia la prima posizione al 57° giro tornando ai box insieme a Ty Dillon, seguiti al passaggio successivo da Larson (due gomme) e poi Stenhouse.

Dopo Hocevar, ormai manca all’appello solo Blaney che addirittura viene passato da Logano che, dunque, ha recuperato un altro giro in poco tempo e che ha Gibbs in pista che sta girando 2″ più veloce di lui. Al giro 60, a pieni giri ci sono cinque auto (Blaney, Gibbs, Byron, Zane Smith e Allmendinger con Ryan unico a non essersi ancora fermato ai box).

A Ty non serve nemmeno il pit della #12 per tornare al comando, al giro 60 era staccato di 7.1″, al giro 63 è primo. A questo punto, essendo passata esattamente metà stage, anche il capolavoro di contenimento danni di Blaney può essere archiviato con il suo primo pit stop. Quanto dura la tregua? Quattro giri, poi Preece ed Austin Dillon inaugurano il secondo giro di soste. Gibbs intanto ha allungato ed ha ai -50 nella prima stage 4.7″ su Byron, 8.7″ (dunque mezzo giro) su Smith, poi Allmendinger, Hamlin, Cindric, Wallace e Buescher fra 14″ e 17″ per sole otto auto a pieni giri.

In questo giro si conclude l’agonia dei playoff di Josh Berry: dopo l’ultimo posto di Darlington e Gateway, torna ai box con il freno anteriore destro in fiamme, evidentemente con la presa d’aria completamente ostruita dai marbles. Josh appena si ferma nello stallo scende dall’abitacolo riempito di fumo. Per lui la gara finisce clamorosamente qui con il secondo peggior round dei playoff di sempre (peggio solo Jones nel 2019). Arriva anche la caution per spostare la #21 in mezzo alla pit lane.

Mentre il lucky dog va a Nemechek, si osserva che c’è una grande fascia di auto a -1 fino al 22° posto e in essa ci sono Briscoe, Reddick, Bell, Larson, Bowman, Elliott, Logano, Blaney (che dopo la sosta non ha praticamente guadagnato nulla con gomme fresche) e Chastain, SVG a -2, A.Dillon a -3.

Dopo una lunga attesa in cui si approfitta anche di pulire la pista dai marbles, la pit lane viene aperta e tutti vanno ai box. Hamlin arriva lungo nello stallo e perde posizioni. Gibbs rimane al comando su Byron, Smith, Allmendinger, Wallace, Cindric, Buescher, Hamlin, Nemechek e poi le wave around di Keselowski, Blaney e Stenhouse. Intanto, al box della Goodyear si iniziano a montare furiosamente gli pneumatici sui cerchioni, segno che ci si sta preparando anche in questa occasione a concedere ai team un set in più, ma nulla è ancora confermato.

Si riparte ai -31 nella prima stage e Gibbs rimane al comando mentre Smith aggira Byron. Poi in breve arriva però un’altra caution ed è un altro colpo di scena: Bowman in curva3 viene stretto da Herbst e, con due ruote sull’apron, finisce in testacoda senza danni. Il passaggio del 100° giro vede Gibbs al comando su Smith, Byron, Allmendinger, Buescher, Wallace, Hamlin, Cindric, Nemechek, poi le wave around che ringraziano per la sosta gratuita e il lucky dog di Briscoe. Soste invece fra i doppiati con Bowman che era e rimane a -1 seppur al 28° posto, aggravando la sua situazione di classifica generale.

Nuova bandiera verde ai -18 e Gibbs scatta ancora bene, Byron scivola invece e apre la porta a Buescher che, dopo un piccolo contatto, non passa. Con gomme fresche si scatena Blaney che entra in top10, dunque rimane un po’ bloccato all’interno, ma poi quando il gruppo si allunga passa ovunque. Ai -10 Ryan è già terzo in scia a Gibbs e Smith, Zane è saltato ai -8, Gibbs invece capisce la situazione, alza il ritmo e si difende. Ai -4 ricomincia il traffico dei doppiati e Ty si divincola bene, ma Blaney ai -2 trova il varco giusto (anche su SVG che perde un altro giro) approfittando del consueto mastino che si chiama Suárez.

Blaney vince in volata la prima stage davanti a Gibbs (+0.035″), Byron, Wallace, Smith (infilato all’ultimo passaggio da due auto e staccato di 0.011″ da Bubba), Buescher, Allmendinger, Keselowski, Nemechek e Stenhouse con la top10 racchiusa in 1.9″, a seguire Hamlin, Cindric e Briscoe, lucky dog per Jones che aveva superato Reddick (16°). A -1 Logano, Bell, Chastain, Elliott, Larson e Bowman, SVG ed A.Dillon a -2. Con questi risultati sia Larson che Wallace sono qualificati matematicamente al Round of 12.

Al break tutti quelli che sono a pieni giri vanno ai box mentre fra i doppiati qualcuno rischia. La nuova classifica vede Gibbs al comando (due gomme) davanti a Smith, JHN, Wallace, Byron, Buescher, Allmendinger, Blaney, Keselowski, Stenhouse, Cindric, Briscoe, Hamlin, Jones e le wave around di McDowell, Hocevar e soprattutto Bowman, ma anche per A.Dillon che torna a -1. Soste multiple per Larson per modifiche assetto e riparazioni al muso danneggiato ad una ripartenza.

Bandiera verde ai -113 nella seconda stage (ancora lunga bandiera gialla per pulizia della pista) e Gibbs mantiene ancora la prima posizione, tuttavia si scatena Wallace che in mezzo giro aggira sia Zane che Ty portandosi lui al primo posto seppur per pochi metri, poi il controllo torna alla #54.

E qui la corsa cambia volto perché il gruppo, conscio della situazione, si autoregola guidato anche dai muretti sul passo del 16.8″-17.0″ (in seguito negli stint futuri anche 17.0-17.2″) per gestire al meglio gli pneumatici, dare al treno di gomme 50 giri di vita e poi aspettare che Goodyear e NASCAR diano comunicazioni ufficiali sul set aggiuntivo.

Ovviamente l’autogestione vede interpretazioni diverse: Allmendinger alza il ritmo e cerca di attaccare Wallace che reagisce e dall’esterno tiene giù il piede. Ma la gara entra ora nella sua fase più caotica, quella che porterà a 14 caution totali. Sul traguardo Herbst (secondo estratto) tocca Stenhouse che finisce in testacoda e nel parapiglia vengono coinvolti anche van Gisbergen, Jones, McDowell, Finchum mentre Bowman deve frenare per evitare tutti. Bell è il lucky dog.

Ancora una volta si aspetta un pochino per aprire la pit lane, poi ai box vanno solo gli incidentati più Hocevar che inizia la diversificazione delle strategie; pit immediato anche per Larson per proseguire le riparazioni. Intanto arriva l’ufficialità che ci sarà un set di gomme aggiuntivo, ma a disposizione solo quando sarà pronto per tutti i team per non dare vantaggio. La nuova classifica, con 17 auto a pieni giri, vede Gibbs al comando su Wallace, Allmendinger, Smith, Nemechek, Byron, Buescher, Cindric, Blaney e Keselowski.

Green ai -95 ed Elliott, come successo in precedenza a Byron e in seguito a Bowman, tira quasi dritto in curva1 dall’esterno, segno che non ha pulito abbastanza le gomme, e precipita in fondo. Gibbs sempre primo seguito però da Allmendinger che ringrazia Wallace il quale ha fatto pattinare le gomme. Nuova sgasata di Blaney che sale al quarto posto portandosi dietro Nemechek che prova pure lui a superare Byron, tenuto all’esterno. Anche Bowman capisce che deve muoversi in ottica classifica generale e sale all’ottavo posto dietro a Buescher.

Inizia ora una lunga fase di bandiera verde lunga poco più di 80 giri in cui, ovviamente, c’è spazio per altro degrado delle gomme. Anche qui l’interpretazione dell’autogestione è assolutamente indipendente e quindi la classifica si va assestando. Va forte ovviamente Hocevar su gomme fresche che entra in top10 e poi passa Bowman, dunque anche Byron ancora non al meglio, tenuto ancora esterno. Cede invece Allmendinger, infilato da Wallace e Blaney. Carson raggiunge anche la #12 e la supera al secondo tentativo con Ryan che si riaccoda alla #77 evitando di un pelo il muso di Nemechek. Hocevar di slancio scavalca anche Wallace e allora Blaney si rilancia. Non inquadrato, fra i doppiati, un triello Logano-Chastain-Busch in cui Joey passa e gli altri due finiscono larghi.

Hocevar ormai è a mezzo secondo da Gibbs e dal muretto gli dicono di alzare il piede dopo il forcing, Gibbs accelera leggermente per tenere sotto controllo la #77 e l’equilibrio resiste per qualche giro. Mentre l’esterno si riempie ancora di marbles e la pista non si gomma, prosegue l’azione, c’è un contatto fra Allmendinger e Buescher ed AJ salva la #16, mentre appare chiara la situazione disperata, per ora di Bowman, che nella classifica live è out per 20 punti (ma comunque davanti a Dillon, van Gisbergen e Berry) e dunque è quasi in must win.

Ai -70 arrivano i primi segni del (relativo) long run: il primo a crollare verso i 19″ è di nuovo Allmendinger che si rifugia ai box dopo uno stint di 54 giri, ma parecchi sotto caution. A seguirlo al giro di boa di metà stage è van Gisbergen. La classifica vede Gibbs al comando su Hocevar (+0.5″), Blaney (+0.75″), Wallace (+1.0″), Nemechek (+1.3″), Bowman (+1.6″), Buescher (+1.8″), Stenhouse (+2.1″), Smith (+2.5″) e Keselowski (+3.1″).

Mentre Bowman entra in top5 col sorpasso su JHN, le soste entrano nel vivo con Elliott e Preece, ai -60 poi tocca a Byron. E, dato che siamo ai -60, piloti come Blaney da qui in poi si sentono al sicuro con l’usura. Seguono Keselowski, Larson, Smith (che si era toccato con Preece quando Ryan voleva entrare in pit lane), Gragson (anteriore destra ko), Nemechek, Herbst, Buescher, Busch, Chastain.

Al giro 200/500, dunque ai -50 nella stage, pittano anche Bowman ed Hamlin lasciando in top10 Gibbs, Hocevar, Blaney, Stenhouse, Cindric, Wallace, Jones, Bell, Briscoe ed Haley che è il primo dei doppiati. prosegue la trafila dei pit con Jones, Logano, Briscoe, A.Dillon, Stenhouse, Wallace (che stava iniziando un pericoloso crollo), Haley e T.Dillon al punto che ai -45 la classifica vede solo cinque auto a pieni giri, Gibbs, Hocevar e Blaney racchiusi in 0.8″, Cindric a 4.3″ e Bell a 12.5″. Bowman con gomme fresche è virtuale lucky dog.

Anche i leader si arrendono: Gibbs pitta ai -40 (con Buescher che tocca il muro per evitarlo), al giro successivo è la volta di Hocevar, Blaney e Bell, Cindric (che si lamenta per la sosta tardiva) cede il comando ai -38. L’undercut di Bowman (favorito da due gomme cambiate, quelle di sinistra non accusano alcun cedimento) lo manda al comando, ma già ai -35 viene raggiunto da uno scatenato Hocevar che ha imitato la sua strategia. I due precedono Keselowski, Gibbs, Stenhouse, Cindric, Blaney (che ha perso tantissimo ai box, ben 6″ da Hocevar), Smith, Jones e Buescher con 17 auto a pieni giri.

Al giro 217 Hocevar balza già al comando mentre Gibbs prova il recupero superando Keselowski. L’assestamento della classifica prosegue con i sorpassi di Wallace su Hamlin e, soprattutto, quello di Gibbs su Bowman e così si porta a 1″ da Carson, ma il distacco cala subito. Ai -25, quando dal nulla nella posizione di virtuale lucky dog spunta Logano, c’è il ricongiungimento. Il sorpasso è scontato e arriva al giro 228, praticamente in contemporanea ai doppiaggi di Allmendinger e Nemechek.

Ai -15 i leader si trovano nel pesante traffico dei doppiati ed il pilota seguente che “cade” è addirittura Byron. I primi cinque (Gibbs, Hocevar, Bowman, Keselowski e Cindric) sono scappati ed hanno 3.8″ su Blaney e oltre 13.5″ su tutti gli altri. Nel mucchio arriva l’incidente che provoca una nuova caution dopo ben 83 giri di bandiera verde: van Gisbergen, in quel momento 32° a -2, finisce in testacoda e tocca leggermente il muro.

Sul momento il lucky dog va a Byron, poi però arriva il replay e si scopre che a toccare la #88 è stata proprio la #24 e quindi il free pass di William viene revocato. Manca solo una decina di giri a fine stage e l’occasione è troppo ghiotta. Vanno ai box 13 dei 14 piloti a pieni giri con il solo Stenhouse che tira dritto e che fa saltare parecchie wave around in coda al gruppo (Larson su tutti, ma probabilmente anche Chastain e Reddick). E l’occasione è anche quella buona per usare ora il set di gomme della qualifica.

La nuova classifica vede dunque Stenhouse al comando davanti, all’uscita dai box, a Gibbs, Bowman, Keselowski, Hocevar, Blaney, Cindric, Wallace, Buescher e Smith, poi Hamlin, Bell, Jones, Briscoe e le wave around di JHN, Logano, Preece ed Elliott mentre rimangono fra i doppiati i piloti citati, Byron, A.Dillon (tornato a -2) e ovviamente SVG.

Sprint di quattro giri e Stenhouse viene tenuto all’esterno da tutti, al punto che in un solo giro precipita dal primo al 14° giro. Gibbs passa agilmente al comando, tuttavia si scatena ancora Blaney che avanza subito al terzo posto che diventa secondo con il sorpasso su Bowman. Ryan ci prova, ma stavolta non c’è il tempo a disposizione e quindi il risultato del traguardo intermedio è l’inverso rispetto a quello precedente.

Gibbs vince la seconda stage (terza in carriera, tutte a Bristol) davanti a Blaney (matematicamente qualificato al Round of 12), Bowman, Keselowski, Hocevar, Cindric, Buescher, Wallace, Smith ed Hamlin. Lucky dog per Byron, stavolta confermato. Dopo una lunga pausa, ancora per pulire la pista, si può guardare alla classifica consolidata in cui Cindric ha 16 punti di vantaggio sul taglio, tuttavia, vista la situazione presente, il vantaggio reale è di 32 punti su Bowman che è dunque quasi in must win e a rischiare grosso non sarebbe Austin bensì Chastain a +3 sulla #2.

Al break il gruppo si spacca, ad esempio Gibbs tira dritto mentre Blaney pitta. A non fermarsi sono Ty, Bowman, Hocevar, Buescher, Wallace, Smith, Hamlin, Jones, Briscoe, Bell e Keselowski i quali precedono Blaney, Cindric e gli altri per un totale di 19 auto a pieni giri non potendoci essere wave around. Nella classifica live, Bowman è virtualmente primo degli eliminati, 11 punti dietro a Chastain. Viene reso disponibile ora il set di gomme aggiuntivo.

Bandiera verde a 235 giri dal traguardo, ma sarà una stage a lungo tribolata. Gibbs rimane primo seguito da Buescher e Smith mentre Bowman si pianta e viene superato persino da Briscoe. Chase ha lanciato il suo attacco e infila anche Smith. Si fa vedere per la prima volta anche Bell che entra in top5 e passa pure lui Smith. Tutto viene però bloccato presto da una nuova caution: Ty Dillon tocca da dietro van Gisbergen e lo manda nuovamente in testacoda. Lucky dog per McDowell.

Dei piloti a pieni giri sosta solo per Wallace, poi ripartenza ai -224 con Gibbs al comando su Buescher, Briscoe, Bell, Smith, Bowman, Cindric, Hocevar, Nemechek ed Elliott che si è affacciato in top10. Chris viene saltato subito e quindi si forma un 1-2-3 JGR, solo che stavolta Ty viene aggirato da Chase che si prende la prima posizione. Buescher ed Hocevar completano la top5 mentre in questa fase Blaney ha perso terreno e scivola addirittura fuori dalla top15. Anche Bowman cede e si trova al nono posto e scivola a -16 dalla qualificazione. Logano forza i tempi ed entra in top10.

Poi però altra caution: proprio mentre Gibbs sta cercando il controsorpasso su Briscoe, Heim sfiora T.Dillon il quale tampona Custer (e siamo a due) e lo manda in testacoda, la #41 finisce a muro e salta il tirante della convergenza della posteriore destra. Cole dopo le riparazioni chiuderà 33° a -12. A beneficiare della tamponata della #10 è il compagno di squadra Allmendinger col lucky dog.

A questo turno è Gibbs a pittare con Bowman (no grip), Elliott, Hamlin, Byron e Jones. La classifica aggiornata vede quindi Briscoe primo su Bell, Buescher, Hocevar, Nemechek, Smith, Keselowski, Cindric, Logano e Preece. Bandiera verde ai -212 e Bell si pianta in curva1 venendo passato da Buescher ma non da Hocevar, alle loro spalle Blaney prova ad aggirare JHN. Il sorpasso fallito da Carson favorisce invece Ryan.

Nuovo breve stint, poi altra caution: mentre Logano era di nuovo precipitato in classifica e Wallace aveva aggirato pure lui Hocevar, Ty Dillon mette in scena il classico “non c’è due senza tre” e tampona in uscita di curva Gragson mandandolo prima contro la fiancata di Gilliland e poi in testacoda. Lucky dog dal nulla per Chastain che così si mette più in zona di sicurezza.

Ancora soste sparse (Hocevar, Keselowski, Preece, Cindric, Logano e Stenhouse), poi ennesima ripartenza esattamente ai -200 con Briscoe davanti a Buescher, Bell, Blaney, Wallace, Nemechek, Smith, Gibbs, Hamlin ed Elliott. Alla bandiera verde Bell scivola ancora una volta, Blaney deve frenare (e poi superare la #20 seguito da Gibbs) e così Wallace sale al terzo posto. Avvicendamento in top10 fra Elliott e Nemechek, tuttavia arriva forte di nuovo Hocevar.

Mentre Wallace cerca di aggirare Buescher, arriva la vera caution che definisce la corsa da qui in poi: verso curva3 Elliott chiude dall’esterno all’interno su Nemechek, il varco c’è, ma JHN è inevitabilmente sorpreso per la brusca manovra all’ultimo e non riesce a non tamponare Chase che, dopo il primo tocco, subisce anche il contraccolpo quando sulla #42 arriva anche la #11. Elliott finisce duramente col muso contro il muro e per lui è chiaro che la gara è finita. Il simbolo è la chiazza d’olio lasciata nello stallo. Lucky dog per Reddick.

La classifica generale, a questo punto, assume una forma chiara sulla carta: per il 12° e ultimo posto sarà sfida in casa Hendrick fra Elliott e Bowman, con Alex però ancora costretto a vincere. Quando lo stallo di Elliott viene ripulito e la pit lane viene aperta, siamo a circa 180 giri dalla fine, dunque tre stint da 60, e per questo il gruppo si spacca con le strategie.

Tirano dritto Wallace, Gibbs, Hocevar, Keselowski, Cindric, McDowell, Preece e Stenhouse, poi con gomme fresche Briscoe, Buescher, Hamlin, Blaney, Bell, Logano, Smith, Byron e Bowman, penalità per Nemechek (22° e ultimo a pieni giri ora) per ruota fuori controllo. Fra i doppiati, dunque, rimasti solo Larson a -1, A.Dillon a -2 e SVG a -3.

Green a 171 giri dal traguardo, Gibbs scatta bene ma rimane secondo, McDowell rischia grosso con Buescher tuttavia riesce a proseguire, dietro un 3-wide pericoloso con Blaney, Smith ed Hamlin, Ryan passa e torna in top10. Chi si è scatenato però è Briscoe che già al giro 332 è tornato al comando con Blaney che non è stato così efficace.

Wallace con gomme usurate inizia a cedere e Gibbs è il primo ad aggirarlo, Bell invece va interno. Blaney vuole recuperare e passa col rischio Keselowski. Chi invece sta andando al 100%, quasi come a inizio gara, è Austin Hill nella folle idea di sdoppiarsi e portarsi da -3 a -2 e sperare in qualche combinazione favorevole, La #33 riuscirà in questo primo passaggio. La rimonta di Blaney sembra fermarsi sul blocco di Hocevar, ma Ryan non si fa pregare e con un bump sposta Carson che esce fuori dalla top10 a vantaggio di Logano che si porta dietro nel trenino Byron, Hamlin e Bowman.

C’è movimento anche in top5: Bell va interno su Buescher che chiude la porta ma trova Gibbs già lì, Chris deve riallargarsi (non felice di ciò) e porta con sé anche Wallace per il quale si apre la crisi di gomme. Ai -150 Briscoe guida su Bell, Gibbs, Buescher, Blaney, Smith, Keselowski, Preece, Logano e Byron con Wallace che è stato fagocitato da questo gruppetto prima di perdere ancora ulteriore terreno.

Wallace viene praticamente aggirato da tutti e in questa dinamica, per la frenesia di chiudere il sorpasso, Stenhouse chiude la porta e si gira sul muso della #23 anche se Bubba stava un po’ scivolando in ingresso di curva. Concorso di colpa e nuova caution. Haley lucky dog mentre Wallace si salva da un potenziale disastro.

Mancano circa 145 giri al traguardo e si è nel limbo fra due e tre soste, ma ciò non frena tutti tranne Hamlin ad andare ai box. Molti cambiano due gomme e dietro a Denny si piazzano Briscoe, Bell, Bowman, Smith, Hocevar, Buescher (primo con pit completo), Gibbs, McDowell e Blaney; wave around per Herbst ed Heim per un totale di 24 auto a pieni giri. Speeding per Byron.

Green ai -139 ed Hamlin viene fagocitato immediatamente dopo essere anche quasi finito a muro. Briscoe torna al comando seguito da Bowman che ora sogna davvero il ribaltone in ottica Round of 12. Arriva però una nuova caution: Larson perde il controllo in ingresso di curva (forse sfiorato da Stenhouse) e travolge uno Suárez ancora una volta innocente vittima di piloti playoff. Per Daniel amaro ritiro in una gara comunque anonima, per Larson tirante della convergenza alla posteriore destra rotto e sostituito a tempo di record, ma in ogni caso i giri di ritardo aumentano. Stenhouse lucky dog.

Per Hamlin è questa l’occasione d’oro: ci sono 130 giri da disputare ed ha ancora, per estrema prudenza del muretto, ben tre set di gomme nuove. È lui l’unico a pittare e, anche se riparte 22°, pare lui il grande favorito per il finale. Ripartenza con Briscoe sempre primo su Bowman, Smith, Buescher, Hocevar, Gibbs, Keselowski, McDowell, Logano e Preece, 25 auto a pieni giri con A.Dillon a -2, SVG a -3, Larson a -4.

Bandiera verde ai -127, Chase parte bene e si porta dietro l’esterno con Bowman che scende al quarto posto. Briscoe tuttavia non chiude la porta, Smith prova ad infilarsi, non ce la fa ed Hocevar lo affianca. Bowman invece, tutto solo, finisce largo e viene infilato da Buescher e Gibbs. Poi un altro colpo di scena: per capire l’incidente serve la moviola, ma dall’analisi delle scintille è tutto chiaro: la anteriore destra di Hamlin è stata montata male e il cerchione cede in ingresso di curva3, la #11 tira dritto e travolge Allmendinger mentre Byron non riesce ad evitarli e danneggia il muso. Busch lucky dog, Hamlin penalizzato di due giri per il disdegno del muretto, AJ gara praticamente finita, Byron riparazioni.

Dopo aver recuperato la ruota, si riapre la pit lane e si fermano stavolta Hocevar, Smith, Logano (che monta ora l’ultimo set di gomme completamente fresche), McDowell e Bell. Nuova classifica con Briscoe sempre primo su Buescher, Gibbs, Bowman, Keselowski, Preece, Blaney, Cindric, Wallace e Nemechek, 24 auto a pieni giri, poi tutti ad oltre due giri.

Bandiera verde ai -103 e la fase convulsa ha ufficialmente termine. Briscoe rimane primo, Buescher prova ad aprirsi il varco su Gibbs, ma non va, dietro di loro Bowman (sempre in difficoltà alla ripartenza) deve lottare con Keselowski per il quarto posto. Al giro 400/500 inizia l’attacco di Logano che recupera sulla strategia leggermente sfalsata. Joey segue Blaney e si porta dietro Bell, Reddick e Cindric, ma davanti a loro c’è ancora Zane Smith a parità di strategia. Gragson prova “la forzatura alla Austin Hill”, ma non avrà grande successo.

In questo gruppetto si inserisce anche Hocevar che prende il posto di Cindric che perde qualche colpo ed il motivo apparirà chiaro poco dopo. Carson supera Blaney mentre Logano e Bell sono andati avanti, tuttavia Smith ha già saltato anche Preece. Ai -85 Gibbs inizia a farsi sotto e con un bump apre la porta sul compagno di squadra Briscoe e torna al comando rimettendosi nel ruolo di favorito.

Ma le strategie sballate riaprono il discorso gomme: Nemechek è il primo ad andare ai box mentre Hocevar supera Logano e Bell fa lo stesso su Preece che poco dopo prende la via della pit lane. Ai -75 Gibbs guida davanti a Briscoe, Buescher, Keselowski, Bowman, Bell ed Hocevar, tutti in 1.25″, poi Smith (+1.6″), Logano (+2.3″) e Blaney (+4.0″). Cindric è precipitato al 20° posto.

Il primo dei leader a fermarsi è Buescher al giro 427 frenando un crollo improvviso, a cedere poco dopo è Bowman che viene superato da Bell che aveva appena scavalcato da Keselowski (imitato anche da Hocevar in questo). La sequenza prosegue ed ai -70 Christopher passa anche Briscoe. Pittano ora Stenhouse e Bowman (principio di incendio al freno anteriore destro), seguiti dopo da Chastain. Anche Briscoe sta crollando e viene aggirato da Bell, poi prende la via dei box rischiando parecchio.

Quello dei -65 è il momento potenzialmente decisivo: Gibbs vuole pittare, ma sbaglia tempi e velocità e quando rallenta è completamente sballato come traiettoria, prima di tutto non ce la farebbe mai ad entrare correttamente, poi viene anche toccato da dietro. Ty deve completare (almeno, la sensazione è che non ce la faccia subito) un altro giro ma il tempo perso per un suo errore è troppo per tornare nella lotta per la vittoria.

Sembra dunque che il testimone della corsa debba passare a Bell ed Hocevar, tuttavia proprio mentre Carson sta per attaccare la #20, arriva di clamorosa rincorsa Keselowski, passa la #77 (che prudentemente va ai box) con Brad che poi si adegua ai -61. Bell, a sorpresa, sta cedendo di colpo ed un giro ben sopra i 18″ permette il sorpasso da parte di Smith e Logano che vanno in prima e seconda posizione. Blaney si ferma ai -60, puntuale come un orologio svizzero anche se pure lui con principio di incendio; con lui Reddick, Cindric, Byron (pit disastroso con ruota mal fissata e bloccata in tempo), Busch ed Heim.

Ai -59 è la volta di Smith e al passaggio successivo di Bell. A questo punto manca solo uno all’appello ed è Joey Logano che, ormai con la qualificazione in tasca, vuole sparigliare le carte e in questo momento è al comando con un giro di vantaggio su Keselowski, Hocevar, Haley (senza pit), Smith, Bell, JHN, Buescher, Bowman, Preece, Briscoe, McDowell, Jones e Blaney mentre gli altri sono a -2.

La tattica di Joey è quella di andare il più a lungo possibile, sapendo che ai box lo attende un set di gomme non performante come quello degli avversari. Anche qui in casa Penske orologio svizzero e la #22 si ferma ai -50 consegnando la prima posizione a Keselowski che si era appena fermato. La “vera situazione” a questo punto vede Brad al comando con 1.5″ su Hocevar, 2.2″ su Smith, 4.2″ su Bowman, 5.3″ su Nemechek, 5.7″ su Preece, 5.8″ su Logano, 6.8″ su Briscoe, 8.2″ su Buescher e 10.1″ su un incredibile Heim; poi Blaney, Bell, McDowell, Chastain, Reddick e Jones per 16 auto a pieni giri.

Il finale di corsa si preannuncia impronosticabile vista la situazione delle gomme. Hocevar ovviamente è costretto a forzare e, approfittando del traffico per Brad (bloccato da Wallace, Larson e Busch), riprende il leader. Ai -42 ulteriore colpo di scena: Cindric torna ai box “alla Berry”, con un principio di incendio al freno anteriore destro, solo che stavolta i meccanici non riescono a spegnerlo immediatamente e l’abitacolo si riempie di fumo. Con un istinto da pilota, appena la situazione si calma, Austin riparte ma ha perso ulteriori quattro giri finendo a -5.

Ma il problema per la #2 non è questo: infatti si è riaperta clamorosamente la questione qualificazione. Bowman è quarto mentre Cindric è precipitato al 33° posto, al punto che Austin è virtualmente a +3 su Alex in classifica generale. Questo ridona forza alla #48 che spinge e ricompatta il gruppo di testa. Cindric riesce a riprendere ritmo e può contare sul fatto di avere tre giri di margine su Finchum e cinque su Custer, mentre Bowman è ancora tecnicamente in must win.

L’attacco di Hocevar arriva ai -34 ed è vincente, Brad finisce in seconda corsia e si deve accodare a Smith e Bowman che ora è dunque a -2. Passa un paio di giri ed Alex supera anche Zane ed è quindi a -1 dal Round of 12. Proseguono le difficoltà con le gomme di Nemechek e Preece che riprendono la via dei box. Ai -30 Hocevar guida con 0.58″ su Bowman e 0.86″ su Smith, poi Keselowski (+1.5″), Briscoe (+7.5″), Buescher (+8.6″), Bell (+8.9″), Logano (+9.2″), Blaney (+9.3″) ed Heim (+11.9″).

I colpi di scena non sono finiti qua: il ritmo si è alzato notevolmente perché la vittoria conta tutto e quindi le gomme iniziano ad andare. Si ferma Buescher ai -29, ma soprattutto Bowman ai -28 per un cambio gomme dopo sì appena 40 giri, ma 40+28 fa 68, decisamente troppo. Dopo Gibbs, ai -25 è la volta anche di Hocevar e Smith. Chi sicuramente proseguirà è Logano che torna clamorosamente in corsa e proprio a questo passaggio Bowman si sdoppia, ma Hocevar cambiando due gomme gli è davanti.

Anche Keselowski vuole andare all in (ultima sosta al giro 438) ed ai -20 ha oltre 4″ sulla coppia Briscoe-Bell, Bowman è ottavo e la sua situazione di classifica è peggiorata perché Ware e Larson hanno pittato e Cindric li ha superati. Bell passa di forza il compagno di squadra Briscoe che ai -17 va ai box.

Ai -15 il pallino sembra ancora in mano a Brad che ha 3.5″ su Bell, 4.7″ su Blaney, 8.2″ su Logano, 10.3″ su un Hocevar scatenato, 11.0″ su Heim, 15.9″ su Smith e 16.3″ su Bowman con solo questi otto a pieni giri. Ma ad appena 12 giri dal traguardo, arriva la 14esima ed ultima caution della gara.

Il papocchio arriva in curva3: Custer sta uscendo dai box ed è in accelerazione, Keselowski lo sta passando a velocità “normale”, il problema per i due è che Wallace sta arrivando a velocità doppia dall’esterno e cerca di aggirarli, ma lo spazio non c’è (o forse non c’è il tempo di rendersene conto), Keselowski tocca il paraurti della Ford quel tanto che basta per mandare Cole verso destra mentre la #23 sta chiudendo a sinistra. Bubba ritirato, Byron lucky dog.

Con appena 8+1 auto a pieni giri e una decina di giri al traguardo, che si fa? Keselowski deve pittare e lo fanno anche Bell, Blaney (altra sosta disastrosa con la anteriore sinistra mal fissata), pure Logano ed Heim (che può montare quattro gomme fresche). Tirano dritto (senza più set di gomme fresche) Hocevar, Smith e Bowman che deve giocarsi tutto.

Si va alla ripartenza decisiva con Hocevar davanti a Smith, Bowman, Keselowski, Bell, Logano, Heim, Blaney, il lucky dog Byron e le wave around Gibbs, Briscoe, Haley e Buescher. Al choose cone #77 esterna con #48, #6 e #67, #38 interna con #20, #22 e #12.

Sprint di soli quattro giri ad alta tensione: la prima fila scatta bene, ma Bell dall’interno in curva1 riesce subito a crearsi il varco decisivo, Smith scivola largo e porta con sé Hocevar che perde subito terreno. Ne approfitta clamorosamente Keselowski (non Bowman, frenato ancora nello scatto) che segue Bell anche se con un paio di lunghezze di ritardo.

Ai -3 ed ai -2 il ritardo di Brad rimane invariato, poi nell’ultimo giro o lui si scatena, o a Christopher viene un po’ di braccino, ma sul rettilineo opposto c’è un’ultima speranza. Keselowski tenta il bump&run, ma è davvero all’ultimo e gli manca qualche centimetro per imprimere la forza giusta sul paraurti della #20 con il pilota Toyota che tiene saldo il volante.

Christopher Bell torna al successo dopo sei mesi in una folle gara a Bristol (ed è cappotto nel Round of 16 per il Joe Gibbs Racing) precedendo Keselowski, Smith, Blaney, Logano, l’ottimo Heim, Hocevar, Bowman, Briscoe e Gibbs. A pieni giri anche Buescher, Byron ed Haley. Reddick 15° a -1 come Chastain 19°, van Gisbergen 26° a -3, A.Dillon 28° a -4 come Cindric 30° (salvo alla fine per 10 punti), Hamlin 31° a -5 come Larson 32°, Wallace ritirato (34° a -13), già in borghese Elliott (che tira un sospiro di sollievo) e Berry.

La follia di Bristol è tutta nei numeri: le 3h48’10” (i 500 giri più lenti a Bristol dal 1974) sono suddivisi in 1h43’35” di green e 2h04’35” di caution, le 14 bandiere gialle non sono un record, ma i 137 giri dietro la pace car sono un record per l’era moderna e il terzo dato all time con numeri del genere che non si vedevano da 60 anni. Malgrado ciò, è stata una gara vivace e bella da vivere in ogni sua sfaccettatura. Ora però un attimo di riposo prima di attaccare nel prossimo weekend il Round of 12.

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Immagine: Media NASCAR

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