NASCAR | Cup Series: Blaney torna alla vittoria a Charlotte in una epica e piovosa Coca-Cola 600!

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Tempo di lettura: 28 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
31 Maggio 2023 - 19:30
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Ryan Blaney rompe un digiuno di 59 gare. In victory lane quasi si commuove per un successo meritato e per una volta senza colpi di sfortuna, regalando a Roger Penske un Memorial Day… memorabile. La pioggia e gli incidenti prolungano il weekend della Cup Series. Ripartono le polemiche per un contatto fra Elliott ed Hamlin con Chase nell’occhio del ciclone.


Un anno e mezzo di digiuno in un campionato che premia moltissimo – dato il format – chi vince le gare. Arrivato a quasi 30 anni Ryan Blaney, malgrado l’infinita fiducia del team, sembrava aver fatto un passo indietro dopo un 2022 in cui l’unica vittoria era stata nella All-Star Race. Malgrado ciò a Phoenix era stato il miglior scudiero possibile per Logano verso il titolo della #22. Gli serviva un ritorno in victory lane e questo è arrivato al termine di una Coca-Cola 600 ancor più estenuante del solito.

Il posticipo di un giorno causa la pioggia, un’altra bandiera rossa per uno scroscio prima di poter mandare tutti a casa, 16 caution in un finale molto animato ed una maratona durata al netto 4h58’50” che Blaney ha meritato di vincere seppur non dominando. Ryan così ha reso ancor più memorabile il Memorial Day di Roger Penske dato che il suo team è il primo nella storia a vincere nello stesso weekend Indianapolis 500 e Coca-Cola 600.

La gara

Dopo il giro di boa della regular season, coincidente in pratica con la All-Star Race, la Cup Series va a Charlotte per una delle gare più importanti dell’anno, la 600 miglia del weekend del Memorial Day. Il problema grosso però è il meteo che si preannuncia grigio, umido e pure freddo (uno dei fine maggio meno caldi della storia della North Carolina).

Il sabato inizia subito male e la sessione di libere e qualifiche che si sarebbe dovuta disputare al tramonto viene cancellata (prima era stata rinviata direttamente al lunedì la Xfinity Series) a causa della pioggia. L’algoritmo decide quindi la griglia di partenza e William Byron si prende pole position – davanti a Kevin Harvick – ed un preziosissimo primo stallo in pit lane come si scoprirà in seguito. Wallace fallisce due volte i controlli tecnici e perde scelta dello stallo e car chief.

37 le auto iscritte quindi nessuno torna a casa. Da notare nella entry list il ritorno della #84 del Legacy MC con Jimmie Johnson, Zane Smith sulla #38 del Front Row Motorsports con Todd Gilliland dirottato sulla #51 ed il ritorno di Alex Bowman dopo l’infortunio sui dirt track con frattura della vertebra T3.

Alla domenica il meteo sembra leggermente migliore almeno nelle previsioni, ma la pioggia è ancora presente e la NASCAR capisce subito che non è la giornata buona: dopo appena mezz’ora di rain delay si opta per il posticipo al lunedì, il vero Memorial Day, dopo lo svolgimento della Xfinity Series.

Ma nemmeno al lunedì la pioggia aiuta, anche se una finestra sembra esserci. La Xfinity Series prende il via, tuttavia viene bloccata dopo 48 giri (dei 200 in programma e dei 90 per dichiararla ufficiale) per la pioggerellina mista a nebbia che diventa pioggia. E allora si decide di posticipare il completamento della categoria cadetta dopo la fine della Coca-Cola 600 sperando per il meglio.

E la fortuna stavolta viene incontro alla NASCAR. Quando molto sembra perduto, ecco che le nubi più grosse se ne vanno e spunta pure un po’ di sole. E così la corsa può iniziare in orario (il ritardo di qualche minuto è dovuto alle cerimonie pre-gara) per la felicità di tutti, tranne probabilmente dei crew chief che devono inventarsi ora un assetto da giorno e non più da sera. A loro disposizione però una competition caution al giro 35 e ben 14 treni di gomme.

Alla bandiera verde Byron dall’interno rimane al comando davanti ad Harvick, che non vuole cedere, Hamlin, Kyle Busch e Blaney. Problemi meccanici fin da subito per Ty Dillon e Gilliland con quest’ultimo che ha guai al motore ma prosegue. Fra i piloti che scattano meglio ci sono sia Larson che entra nella top10 che un Truex scatenato dopo essere partito 18°. Martin sembra così diventare uno dei grandi favoriti della corsa, ma alla fine i suoi giri in testa saranno clamorosamente zero.

Come da pronostico oltre al Team Hendrick si comporta bene anche il Joe Gibbs Racing e al settimo giro Hamlin supera Harvick per il secondo posto. Per Kevin inizia qui una crisi nera di sovrasterzo, crisi tra l’altro comune a tutto lo Stewart-Haas Racing il che significa che ancora una volta il lavoro di preparazione in sede è stato deficitario.

Dopo altri sette giri Hamlin scavalca anche Byron e si porta al comando. Le altre due vetture in fuga sono quelle di Kyle Busch e di Blaney mentre Truex è già quinto seppur a 2.3″ dalla vetta. Rimonta anche Bell, ora sesto davanti a un buon Keselowski e nessuno si aspetta il recupero prepotente della #20 che sta arrivando.

Bell approfitta di un po’ di battaglia davanti a sé. Blaney ripassa Busch, Truex li raggiunge e scavalca la #8, Christopher è con loro. Il primo a toccare leggermente il muro è Gibbs, ma prosegue senza problemi. Impressiona invece l’ennesima crisi di Chase Briscoe, passato a parità di condizioni da BJ McLeod e così precipitato al 35° posto.

Siamo orma in vista della competition caution, Truex rimbalza nell’attacco a Blaney e dunque a passarlo è Bell che ha già superato Busch. Davanti a loro Blaney passa Byron, tuttavia della loro battaglia ne approfitta proprio Bell che fra il giro 32 e il 33 balza dal terzo al primo posto.

Alla competition caution dunque Bell precede Blaney, Hamlin, Truex, Byron, Keselowski, Kyle Busch, Reddick, Larson (che ha fatto un po’ di sali e scendi) e Buescher; seguono Stenhouse, Elliott, la coppia Trackhouse e Logano, Bowman 22°, Preece 24° e migliore SHR, Wallace 29° dopo l’inizio in fondo alla top10, Harvick addirittura 30° dopo essere scattato in prima fila, Almirola 33° e ultimo a pieni giri. McLeod è il lucky dog davanti a Briscoe.

Si apre la pit lane e Byron torna al comando. Sarà solo la prima di tantissime circostanze in cui accadrà questo. William praticamente per tutta la gara, assistito da una buonissima pit crew, entra ai box nella top5 e ne esce primo, favorito moltissimo dal primo stallo che ha la linea della pit exit (anticipata da qualche anno a causa di curva1 del Roval) praticamente ad una lunghezza e quindi Byron deve solo accelerare per rimanere davanti a tutti anche se di inerzia finirebbe dietro ad almeno 1-2 vetture al ritorno sull’ovale.

In coda invece molte sistemazioni o problemi. Almirola e Briscoe hanno il cofano alzato per aggiustare il setup delle sospensioni, Ty Dillon per il motore e finisce staccato di 5 giri, Logano precipita invece perché i meccanici abbassano la vettura con la anteriore sinistra non ancora fissata bene; perde posizioni anche Kyle Busch a vantaggio di Keselowski e Reddick.

Si riparte ai -59 della prima di quattro stage (da 100 giri, unicità di Charlotte) e quindi tutti possono stare tranquilli con la benzina. E qui va in scena la seconda costante della gara: Byron passa al comando ai box? E Blaney fa lo stesso alla ripartenza. Di slancio alle sue spalle prova ad inserirsi Keselowski, tuttavia la #24 rimane al secondo posto e la #6 torna dietro a Bell.

Ryan Blaney è così al comando e si riapre il libro delle statistiche forse più oscuro ma tornato in auge negli ultimi 30 anni: mai nella storia del Memorial Day un team ha vinto Indy500 e Coke600 nello stesso giorno (o weekend), una statistica praticamente riservata solo a Ganassi e Penske. E dopo il successo di Newgarden ora si deve tenere d’occhio il Team Penske, anche se alla fine basterà guardare solo Blaney.

A metà stage dietro al quartetto citato ci sono Hamlin, un Busch in risalita, Truex (sovrasterzo per lui), Reddick, Buescher e Larson che ha appena passato l’ottimo Stenhouse. La coppia Trackhouse si separa: Suárez continua la sua risalita ed è 12°, Chastain (in giornata no con l’assetto) perde terreno e non sarà mai in lizza per le posizioni che contano.

Blaney prova un piccolo allungo di 1″ su Byron e Bell mentre Hamlin fatica tantissimo a passare Keselowski e si vede che il nervosismo di Denny dietro alla #6 cresce. Cresce anche Ty Gibbs che dopo il problema precedente si riavvicina alla top10 passando Suárez ed Elliott.

Dopo nemmeno venti giri si riaccende il long run di Bell: sorpasso su Byron ai -40 e poi su Blaney ai -37 tornando al comando. Cedono nel frattempo anche Truex (passato da Reddick che poco dopo si ripete anche su Busch) e Suárez (idem ma con Jones). Logano invece ha recuperato qualche posizione, ma nel traffico non riesce a tornare nella top20. Harvick è 29° ed è il migliore in casa SHR.

Bell di slancio mette 1″ fra sé e Blaney, ma non di più e così la situazione in vetta stalla di nuovo. L’attenzione può spostarsi di nuovo dietro ad esempio su Hamlin e Keselowski, con i due che si toccano ma Denny non passa, o anche su un buon Jimmie Johnson che passa Logano dopo essersi lamentato del suo mirror driving (quello che ad esempio gli fece vincere Texas 2020 su Harvick). Il problema è che Jimmie, dopo aver finalmente passato Joey, perde il controllo della vettura in curva2 dopo essere finito largo e finisce contro le barriere.

Mancano poco più di 20 giri a fine stage ed ovviamente tutti (insieme a McLeod di nuovo lucky dog) tornano ai box e Byron torna ancora una volta al comando. Sosta eterna per Zane Smith e Wallace che viene toccato da McDowell e fatto cadere dal sollevatore e dunque la #34 viene penalizzata per interferenza.

Sosta lunga anche per Keselowski e lo è per il disturbo (in)volontario proprio con Byron che è nello stallo davanti a lui e si devono calmare gli animi via radio fra piloti, meccanici e crew chief per stabilire una tregua sino al traguardo. Wave around per Ty Dillon (che nota qualche goccia di pioggia) e Briscoe che provano a scuotere la loro corsa.

Green ai -21 e stavolta Blaney rimane per poco dietro a Byron, poi a seguire le Toyota di Bell, un Reddick in risalita con la sua traiettoria lungo il muro e Truex; nella top10 entra anche Gibbs ai danni di Keselowski che viene puntato anche da Bowman. Grande battaglia dietro di loro con protagonisti Elliott, Jones, Stenhouse e Buescher, tutti vogliosi di essere fra i primi 10 per i punti.

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I giri mancanti sembrano stavolta pochi per permettere il recupero di Bell e invece Christopher riesce ad approfittare del duello fra Byron e Blaney per rifarsi sotto. Ryan si fa vedere ma non attacca, poi tenta un attacco ai -2 che non va a buon fine, la #20 di slancio all’esterno lo passa e poi per poco non batte anche la #24 mancando il sorpasso per soli 0.043″ dopo un clamoroso finale a tre.

Byron vince dunque la prima stage davanti a Bell, Blaney, Reddick, Truex, Hamlin, Busch, Keselowski, Larson e Stenhouse; a seguire Jones, Suárez, Gibbs, Buescher, Elliott, un Harvick in risalita, Chastain, Bowman, Cindric e Zane Smith, Logano 21°, Wallace 23°, Almirola 24°, Preece 27°, Austin Dillon 29°, Briscoe 34° e stavolta lucky dog.

Terzo giro di soste, stavolta Byron è già primo e lì rimane, anche se McDowell tenta una strategia stralunata e non pitta; seguono Bell, Blaney e Reddick. Penalità per Cindric per interferenza.

Va in scena però al break il dramma sportivo del Legacy MC: mentre Johnson va nel garage per riparare la sospensione danneggiata, a seguirlo nel giro di pochi secondi sono i compagni di squadra Jones e Gragson entrambi con il radiatore bucato da detriti non inquadrati.

Si riparte nella seconda stage con 93 giri da disputare fino a metà gara che vorrebbe dire gara ufficiale. McDowell viene saltato subito nell’ordine da Byron, Bell, Reddick e Blaney. Keselowski poco dopo entra nella top5 seguito da Busch, Hamlin, Truex, Suárez ed Elliott. Rimontano un passo alla volta due delle vetture SHR: Harvick entra nella top15 e poco dopo supera un Logano non convincente ed Almirola è poco dietro di loro.

La sorpresa in questa fase è che Bell anticipa ancora di più i tempi del suo attacco, infatti al giro 117, dopo un tentativo mancato nei suoi confronti da parte di Blaney che rimbalza dietro a Reddick, supera Byron e torna al comando. William, un po’ come successo nelle settimane scorse, dopo aver perso la prima posizione crolla di colpo e finisce al quinto posto mandando in fuga la coppia Bell-Reddick seguita da Blaney e Keselowski.

Dietro il gruppo non sta fermo. Suárez resta vicino a sorpresa a Truex, Larson torna in top15 (sosta lunga per lui acuita dal sovrasterzo) davanti a Logano dopo una bella battaglia con Joey di cui però alla fine ne approfitta Wallace. Stupisce ancora di più Harvick che dopo il sorpasso su Buescher è addirittura 11°. McDowell va ai box al giro 130 e la sua strategia salta del tutto.

Reddick intanto è molto in forma e preme su Bell non riuscendo però a passare, cosa che invece all’improvviso fa Truex su un Hamlin che non riesce ad avanzare di nuovo e viene superato poco più tardi anche da Suárez. Siamo ai -60 e la grande notizia è l’ingresso di Harvick in top10 ai danni di Stenhouse.

Si apre anche la finestra per il pit stop e al giro 141 ne approfitta subito Cindric, ma solo perché aveva baciato il muro in curva2 senza troppi danni. Il primo dei big ad andare ai box è un Hamlin in difficoltà al giro 144 seguito poi praticamente da tutti gli altri.

Da notare che Reddick e Blaney si fermano al giro 147, Bell al giro successivo e la sua sosta fra evitare Haley, overcut e pit crew è parecchio lenta e così, mentre Elliott tira dritto e pure Hamlin e Chastain hanno soste non ottimali, Reddick è leader virtuale con margine su Keselowski, Blaney, Truex e Bell finito addirittura a 5.5″ da Tyler. Wallace invece si prende una penalità per interferenza e finisce doppiato.

Gli ultimi audaci in ordine cronologico sono Burton, LaJoie e lo stesso Elliott al giro 154 e così Reddick può passare effettivamente al comando con 2.5″ su Brad e Ryan. Neanche il tempo di festeggiare che purtroppo arriva la brutta notizia: caution per pioggia.

Su Charlotte è arrivato uno scroscio che fa temere il peggio visto che alla bandiera rossa del giro 158 ne mancherebbero ancora 42 per poter concludere la corsa. Per fortuna di tutti è soltanto qualcosa di passeggero, dopo pochi minuti torna già il sole e dopo una interruzione di circa 30′ si può già ripartire.

Mentre tutti pensano alla classifica (Reddick davanti a Keselowski, Blaney, Truex, Bell, Busch, Byron, Hamlin, Buescher, Stenhouse, Suárez, Harvick, Gibbs, Logano e Larson con 24 auto a pieni giri più il lucky dog Cindric), da Twitter arriva un video che sul momento è uno choc.

Dalla tribuna principale qualcuno ha ripreso una discussione fra Almirola e Wallace che per poco non diventa una scazzottata. Pian piano si ricostruisce la vicenda (anche grazie alle interviste post-gara): in sintesi è stata una escalation di fatti prima in pista, con Bubba che ha tagliato la strada ad Aric, Almirola che ha poi mandato largo Wallace come vendetta, poi qualche gestaccio reciproco dall’abitacolo e poi un confronto verbale in pit lane iniziato da Bubba e concluso da Aric prima di venire separati.

I motori si riaccendono due colpi di scena, prima una penalità a Bell per modifiche non autorizzate sotto bandiera rossa e poi una sosta che spacca il gruppo e lascia in pista solo Reddick, Blaney, Truex, Suárez ed Elliott. Byron incredibilmente perde la posizione da Keselowski (dunque è sesto alla green), penalità Logano (sempre interferenza) e Larson a lungo fermo con il cofano alzato per rimediare all’enorme sovrasterzo. In coda dopo Johnson torna in gara anche Gragson.

Bandiera verde ai -37 e, mentre anche Jones torna in gruppo, la giornata Legacy peggiora ulteriormente. In una mossa onestamente difficilmente comprensibile, in curva2 in fondo al plotone Johnson stringe a muro un Gragson che sta arrivando con una vettura più veloce. Per entrambi c’è il ritiro. Wallace è il lucky dog.

In vetta la classifica è cambiata ben poco (Truex su Blaney e Keselowski quarto), poi si riparte ai -31. Reddick e Blaney sono affiancati al choose cone e Ryan torna davanti a Martin che deve vedersela con Elliott, poi seguono Buescher e Suárez che però cede pian piano poco dopo.

La sorpresa di questa fase è un nome nuovo. Buescher infatti si accende e in pochi giri supera prima Elliott, poi Truex. Poi il primo vero colpo di scena: Kyle Busch perde il controllo in curva2 all’interno di Keselowski e finisce in testacoda con Suárez che non riesce ad evitarlo e lo tampona col muso sulla fiancata. Mentre Rowdy per evitare danni si fa un bel pezzo di strada in retro prima di girarsi entrando ai box, la gara di Daniel viene compromessa per i danni allo splitter; Suárez chiuderà 23°.

Mentre LaJoie si prende il lucky dog, la pit lane si rianima e ai box vanno Keselowski, Gibbs, Larson (ancora cofano alzato), Harvick e molti in coda. Green ai -19 e stavolta Blaney torna al comando mentre in coda Almirola bacia il muro (non è una vendetta di Wallace) e torna indietro in classifica. Si battaglia nel gruppo, ma nessuno si immagina quello che sta per succedere.

In uscita di curva4 Hamlin, in lotta per il quinto posto, finisce duramente col muso contro il muro ed arriva la caution. Poco dopo con danni all’anteriore viene inquadrato anche Elliott. In seguito arriva il replay ed è inequivocabile.

La scena è praticamente una ripetizione di quanto successo (rissa esclusa) fra Larson e Wallace a Las Vegas l’anno scorso: Hamlin, dopo aver battagliato duramente con Elliott nelle curve precedenti, perde la linea in curva4 e allargandosi quasi stringe la #9 contro il muro. Chase, dopo una leggera toccata con le barriere, ha un attimo in cui riprende la linea e in cui evidentemente decide per la vendetta immediata, sterza a sinistra e manda in testacoda la #11 che finisce violentemente a muro.

Per entrambi c’è il ritiro per i danni subiti, ma Denny – mentre ovviamente Chase nega tutto – non si riesce a trattenere via radio, nelle interviste post-gara e poi anche su Twitter dove, ancora a gara in corso, posta la telemetria (disponibile per i team) sua e della #9 dove mette subito in evidenza lo sterzo di Elliott che va decisamente a sinistra, più del normale.

Hamlin così ha messo volontariamente la NASCAR all’angolo. Anche se devono ancora iniziare l’indagine non potranno non squalificare Chase per una gara, proprio come successo con Wallace l’anno scorso. La difesa di Elliott regge praticamente solo sul peso della sua fan base, ma stavolta la NASCAR si dimostra coerente e inflessibile: dopo 24h arriva l’annuncio della squalifica di Elliott per Gateway; al suo posto (dato che la Xfinity sarà a Portland) sulla #9 ci sarà nientemeno che Corey LaJoie mentre sulla #7 debutterà Carson Hocevar.

Dopo le soste solo per Byron (a sorpresa), Chastain, Cindric e Suárez ed il lucky dog per Briscoe si riparte con uno sprint di nove giri e un’altra sorpresa: nella lotta fra Blaney e Reddick ad approfittarne è Buescher che vola al comando! E dietro a loro chi spuntano dal nulla? Harvick (che ha dato la spinta buona a Chris) e Logano.

Buescher allunga di slancio e può gestire perché a seguirlo come una fenice c’è un rinato Harvick mentre Blaney perde terreno. All’ultimo giro McLeod si ferma in uscita di curva4 in mezzo alla pista e così Buescher vince la seconda stage sotto caution davanti ad Harvick, Keselowski, Logano, Blaney, Bell, Gibbs (che ci aveva provato ma viene arretrato alla moviola), Byron, Chastain e Wallace. E la corsa è ufficiale.

Dopo il lucky dog per Zane Smith arriva una sosta generale (tranne per Stenhouse e Busch) ed un’altra notizia positiva in casa SHR: Harvick esce dai box davanti a Buescher, Logano, Gibbs, Blaney e Byron forse alla sosta peggiore di giornata. Non bene anche Keselowski che riparte con un principio di incendio al bocchettone del rifornimento.

Green nella terza stage ed Harvick ci mette pochi metri per passare effettivamente al comando della corsa seguito da Logano e Blaney. Joey ancora una volta non ha l’auto per rimanere lì e così si eclisserà presto lasciando il secondo posto al compagno di squadra. Mentre Stenhouse si perde senza grip, Busch resiste bene nella top5.

Ulteriore colpo di scena: Keselowski torna ai box per quella che é una ruota mal fissata. Dunque, ai -80 dal terzo traguardo intermedio, la top10 è decisamente cambiata dato che dietro ad Harvick, Logano, Blaney, Busch e Byron ci sono Bell, Truex, Buescher, Gibbs e Chastain. Fuori invece Larson, Reddick e Stenhouse con Brad che ha perso un giro.

Mentre Logano cede ancora per il sovrasterzo, finisce all’improvviso la fuga di Harvick: ai -75 Blaney lo ha già ripreso e passato. Sembra tornata la calma ed è uscito anche il sole. L’unica cosa da notare sembrerebbe la crisi di Reddick passato da Wallace e invece si ricomincia con i colpi di scena con Bell che finisce da solo in testacoda in curva4 quando era quarto avendo appena passato Byron. Per sua fortuna non riporta danni. Un Suárez che gira almeno 1″ più lento di tutti beffa Keselowski per il lucky dog.

Altra caution e altro giro di soste dato che da qui si può arrivare al pelo in fondo alla stage. E Byron torna quello già visto dato che all’uscita dai box torna al comando. Più dietro c’è un contatto fra Truex, Kyle Busch e Chastain che vogliono infilarsi nello stesso spazio; mentre Martin si prende una penalità non collegata a questo, solo alla fine si saprà che Ross ha danneggiato la macchina togliendogli una possibile top10 appena artigliata.

La classifica alla green dei -64 vede Byron davanti ad Harvick, Blaney, Gibbs, Logano, un Larson tornato in top10, Busch, Chastain, Reddick e Wallace che ha completato la rimonta. E se Byron ha sfruttato la sosta, Blaney torna primo con la ripartenza, esattamente come già successo prima. Dietro di loro spunta fuori a sorpresa Larson in terza posizione, ma sarà una piccola illusione per Kyle, reduce dalla trasferta in visita ad Indianapolis in vista del Double Duty 2024.

Dietro a Larson arriva anche Reddick dopo il sorpasso su Logano. Se Kyle sta esterno, Tyler è ancora più esterno e questa è la traiettoria più rischiosa ma anche più veloce e così Reddick passa anche Larson. Wallace invece consolida la rimonta e rimane nella top10 davanti a Bowman e Cindric che ha recuperato dopo il botto della stage precedente. Truex rientra invece subito nella top15.

Davanti la situazione è molto incerta e non si capisce chi sia il favorito. Blaney è sì al comando, ma ha solo 1″ su Byron e Reddick e tanti altri nomi possono avanzare dato che il sole è praticamente calato e quindi stanno cambiando anche le temperature. E mancano ancora 150 giri alla fine.

Poco più tardi infatti Reddick supera anche Byron e deve colmare 1.2″ di ritardo dalla vetta. Tyler recupera decimi mentre Larson raggiunge Byron, più indietro il trio Harvick, Busch e Gibbs, con Ty e Kyle impegnati in una lunga battaglia in cui alla fine ha la meglio la #54. Sparito dalla scena invece all’improvviso Buescher, addirittura scivolato fuori dalla top20.

Ai -40 c’è l’aggancio al comando, ma Blaney sembra tenere. Larson ha passato Byron, tuttavia ora il loro ritardo è di 3″. Si conferma invece efficace nella rimonta Truex che col sorpasso su Bowman è decimo. Stupisce però ancora Stenhouse che nei giri seguenti scavalca in sequenza Wallace, lo stesso Truex e pure un Kyle Busch in difficoltà.

Reddick intanto ha mancato l’occasione buona per il sorpasso e la colpa a suo dire è l’aggressività di Almirola che ha appena fatto un pit fuori sequenza e con gomme fresche prima tenta e poi riesce a sdoppiarsi dalla #45 e dalla #12. Blaney così può riguadagnare terreno.

Il discorso carburante si risolve ai -25 quando Keselowski sbaglia in curva2 per doppiare Gilliland, bacia il muro, rimbalza e colpisce la stessa #51 (che gli aveva lasciato spazio a sufficienza). Todd si spiaggia con gomme forate, impossibilitato a tornare ai box la sua corsa finisce qui mentre Brad torna ai box con l’anteriore destra e le fiancate danneggiate. Suárez è ancora il lucky dog.

Byron ovviamente alla sosta generale torna al comando su Blaney, Reddick (fondo leggermente danneggiato dai detriti), Harvick e Gibbs; Busch è ottavo dopo aver sofferto una vibrazione e poco grip nello stint precedente, la coppia Trackhouse invece va per le riparazioni pesanti dopo i danni precedenti.

Ripartenza ai -20 e per l’ennesima volta Blaney si riprende la prima posizione davanti a Byron, Reddick, Larson e Truex. Tyler di slancio riesce a passare William rischiando un po’ che come prima sullo short run forse non è il migliore; lo stesso fa Truex su Larson, ma poco dopo si ripete sulla #24. Da applausi invece la gara di Zane Smith che, dopo il lucky dog, ora è nella top15. Sceso invece dopo un’altra fase no Wallace.

Reddick ha la velocità per riprendere Blaney, ma gli manca probabilmente il tempo a disposizione. Tempo che invece non passa mai per Bell, il quale ha baciato il muro in curva4 e dal box gli chiedono di gestire il finale prima di un check alla vettura.

Tyler ci riprova in vista degli ultimi giri, Ryan resiste e Truex prova ad approfittarne in un altro finale di stage molto combattuto. Blaney vince la terza stage davanti a Reddick, Truex, Byron, Gibbs, Larson, Busch, Harvick, Stenhouse e Bowman. 27 le auto a pieni giri più il lucky dog Almirola.

Nuova sosta e nello stupore generale Byron torna primo in vista della green dei -93. Altro stupore poco più tardi quando Blaney lo supera e torna primo. In coda Suárez bacia il muro con una vettura già non al meglio e deve fare una sosta ai box.

La corsa è ancora aperta: Reddick riesce a superare pure lui Byron, Larson e Gibbs completano la top5, ma non è la serata di entrambi e poco più tardi vengono superati rispettivamente da un Busch in risalita e da Stenhouse; alla bandiera verde Harvick ha perso un sacco di posizioni ed è scivolato fuori dalla top10 in cui si affaccia un nome nuovo: Justin Haley.

Il gruppo si assesta pian piano, ma i sorpassi non mancano in ogni parte del plotone. Reddick ancora una volta sembra in grado di tornare al comando, ma poi cede all’improvviso e Blaney si invola. Ai -75 Ryan ha 1.9″ su Reddick, 2.7″ su Busch, 3.3″ su Byron e Larson, 4″ su Gibbs, 4.4″ su Stenhouse, 5.6″ su Wallace, 6.3″ su un Harvick in rimonta e Bowman che è sempre lì. Truex è 11° con un’auto a suo dire “da buttare”.

È proprio in questo momento che Reddick bacia leggermente il muro in curva4 e salvando la vettura deve tagliare sull’erba artificiale. Alzare il piede gli costa caro e viene raggiunto e superato da Busch proprio mentre pure Larson scavalca Byron. Blaney allunga così ulteriormente ed ha 2.7″ di margine che continuano ad aumentare seppur di poco ogni giro.

Reddick riesce a reagire e difende la posizione da Larson restando vicino a Busch. Siamo ormai in zona finestra per l’ultimo pieno e McDowell (tornato nella top20 dopo il disastro strategico precedente) è il primo ad approfittarne ai -59, seguito da Preece. Il giro di soste sotto green non fa tempo ad iniziare che arriva una caution. La #34 torna ai box su tre ruote perché la quarta (la anteriore destra) si è staccata. Penalità di due giri per McDowell e due gare di squalifica per meccanico e jackman. Preece è invece il lucky dog.

Gli scommettitori nemmeno accettano le puntate e ovviamente ai box nella sosta generale Byron balza dal quarto (aveva ripassato Larson poco prima della caution) al primo posto. Manco quotato era ovviamente il pit lento (dopo una giornata quasi perfetta) per Blaney che scivola dietro anche a Reddick e Busch ma davanti a Larson, Harvick e Truex. Problemi di traffico in pit lane invece per Wallace, Bowman e LaJoie che si ostacolano di nuovo e così Bubba scivola di nuovo indietro.

Ripartenza a 51 giri dalla fine e stavolta la #24 resiste a Busch, Larson, Truex e Blaney che perde un’altra posizione. Altro giro ed altro nome nuovo nella top10, quello di Allmendinger. Rinasce invece dopo giri di anonimato nella top5 Larson, il quale passa Busch ed è secondo e pronto al bis nella Coca-Cola600. Si eclissa invece Reddick che passa al sesto posto.

Blaney non esagera nella rimonta: ai -44 supera Truex ed è quarto a 1.2″ dalla vetta, ma ad aiutarlo ci pensa una caution. Salta un altro big: Harvick finisce in testacoda dall’ottavo posto mentre tentava di passare Reddick, lo tocca leggermente e, dato che Tyler è già lungo il muro, non può spostarsi. Chastain è il lucky dog.

Malgrado siano passati pochi giri tutti tornano ai box tranne Zane Smith che passa dunque a sorpresa al comando. Ad affiancarlo ovviamente in prima fila è il solito Byron che passa Larson, Blaney e Busch. Doppia sosta per Wallace e penalità per McLeod.

Green ai -38, Byron salta Zane insieme a Blaney, Larson, Reddick, Truex e Kyle Busch, ma in curva4 altro incidente con Stenhouse che manda in testacoda Allmendinger, Logano viene sfiorato e si appoggia leggermente al muro mentre Burton non può evitarli e subisce più danni. Ennesimo lucky dog per Suárez che torna così a pieni giri.

Nuova ripartenza ai -31 e anche stavolta arriva subito un incidente: in curva2 c’è un rallentamento nato anche da un 4-wide attorno a Bell, Cindric perde la linea ed alza il piede, Almirola non reagisce in tempo e tampona la #2 che finisce a muro duramente costringendo Austin al ritiro. Stavolta a recuperare il giro è Keselowski.

Ennesima green ai -26 ma stavolta la bandiera gialla arriva ancora prima dato che c’è l’ultimo colpo di scena: Larson perde il controllo della vettura all’improvviso (era passato dal sovra- al sottosterzo) e nel mucchio finiscono anche Gibbs, Logano (toccato da Almirola che tampona un’altra vettura Penske anche in questo caso senza colpe di Aric) e Bell. Keselowski torna a pieni giri ma la vera notizia è un’altra. Nello scatto all’interno in curva2 Blaney era con il muso davanti a Byron e dunque Ryan è tornato al comando.

Questa è stata la 16esima e ultima caution di una lunga serata. Dopo i pit di Austin Dillon, Harvick, Zane Smith e Logano alla bandiera verde dei -20 Blaney precede Byron, Truex, Busch, Reddick, Preece, Stenhouse, Haley, Almirola e Buescher con Briscoe clamorosamente 11° davanti a Bowman, Yeley (!), Wallace, Chastain e via via gli altri.

Gli ultimi 20 giri sono tranquilli per fortuna di Blaney che alla ripartenza viene spinto da Truex davanti a tutti mentre Martin si deve accodare a Byron; Reddick e Busch completano la top5. Stenhouse bacia il muro quando è sesto e viene superato da un Wallace che con gomme fresche è scatenato e passa la #47 ma anche Busch rientrando nella top5. E Bubba vede davanti a sé anche Truex superato da Reddick.

Blaney allunga leggermente e mette 0.6″ fra sé e Byron, poi pian piano il margine aumenta senza strafare, approfittando anche delle battaglie che proseguono dietro di lui e che vedono protagonisti Stenhouse e Busch, ma anche Wallace che passa tutti o quasi.

Il momento forse decisivo è quello dei -9 quando Blaney guadagna due decimi mettendo 0.8″ sulla #24 e da lì guadagna ulteriormente. Byron alza bandiera bianca ai -6 quando scivola a 1.2″.

Ryan Blaney termina così il digiuno vincendo più che meritatamente (163 giri al comando ma senza mai dominare) la Coca-Cola 600 regalando a Roger Penske il cappotto mai realizzato da nessuno nel Memorial Day.

Dietro alla #12 chiudono Byron (+0.6″), Truex (+1.0″), Wallace (+2.5″), Reddick (+2.6″, prima gara per 23XI con entrambe le auto in top5), Busch (+3.5″), Stenhouse (+5.1″), Buescher (+6.1″), Austin Dillon (+6.5″) e Zane Smith (+7.1″); a seguire Harvick, Bowman, Preece, Allmendinger, Haley, Yeley, LaJoie, Burton, Keselowski e Briscoe, a pieni giri anche Logano, Chastain, Suárez, Bell ed Almirola. Gli altri, inclusi Gibbs e Larson, doppiati o ritirati.

Blaney non si contiene, prima emula Newgarden andando a festeggiare con i tifosi in tribuna, poi nell’intervista quasi si commuove per il peso che si è tolto. E il fatto che sia arrivato in una gara nel complesso davvero molto bella, seppur con un paio di fatti spiacevoli, rende tutto ancora migliore. La Cup Series sui cookie cutter sembra davvero rinata.

NASCAR Cup Series Blaney Charlotte 2023 3

I risultati odierni

La classifica della “Coca-Cola 600”

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Così in campionato a 12 gare dalla fine della regular season della NASCAR Cup Series 2023

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Truck Series: Ben Rhodes gestisce nel finale e conquista Charlotte

I prossimi appuntamenti

La NASCAR dopo questo weekend prolungato torna subito in pista sdoppiandosi. Truck e Cup Series saranno a Gateway rispettivamente sabato e domenica sera. La Xfinity Series, invece, torna su uno stradale e sempre sabato correrà a Portland insieme alla ARCA West Series che scenderà in pista invece venerdì.


Immagine: Media NASCAR

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