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NASCAR | Cup Series: Blaney torna al successo dominando il debutto in Iowa!

di Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 18 Giugno 2024 - 22:05
Tempo di lettura: 28 minuti
NASCAR | Cup Series: Blaney torna al successo dominando il debutto in Iowa!

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Blaney e Larson guidano la corsa in ogni fase, tuttavia Kyle finisce ko nella ripartenza all’inizio della stage finale. Da lì in poi per Ryan è tutto controllo fino al ritorno al successo


Mancava in questa stagione il sigillo del campione. In almeno due occasioni Ryan Blaney era stato beffato ad un passo dal traguardo, ad Atlanta era giunto a soli 0.003″ da Daniel Suárez nella volata del decennio (almeno fino a Larson-Buescher in Kansas), appena due settimane fa a Gateway era ad appena 1.5 miglia dal successo prima di rimanere clamorosamente e senza saperlo a secco lasciando il primo posto al compagno di squadra Cindric (piccolissima consolazione).

Ora invece una gara senza errori, in controllo anche quando ha perso qualche posizione per le strategie e lottando alla pari, finché è stato in gara, con Kyle Larson. Blaney ha guidato così 201 dei 350 giri che hanno segnato lo storico e attesissimo debutto dell’Iowa Speedway nella NASCAR Cup Series.

La gara

A 18 anni dall’inaugurazione, 15 dal debutto in NASCAR con Xfinity e Truck Series, quattro dall’abbandono da parte della stessa NASCAR (proprietaria dalla pista) ma anche dal salvataggio da parte di IndyCar (e lo sponsor Hy-Vee) che ha affittato il circuito per queste stagioni, finalmente l’Iowa Speedway debutta in Cup Series e lo fa con una gara in programma sulle – circa – 300 miglia che, visti i 7/8 di miglio dello short track in mezzo ai campi di grano, fanno al cambio 350 giri.

Venerdì è il giorno in cui la categoria principale scende in pista per la prima volta, ma la scena viene rubata qualche decina di minuti prima da Martin Truex Jr. che annuncia (dopo stagioni di tira e molla e rinnovi annuali) il proprio ritiro dall’attività a tempo pieno in Cup Series all’età di quasi 44 anni (li compirà il 29 giugno) e una caccia al secondo titolo in carriera ancora aperta, lasciando vacante la #19 e non chiudendo la porta a qualche gara part time.

Poi si scende in pista e la parole d’ordine è loose. I piloti affrontano una pista già non semplice di suo, la situazione però è ancora più complessa perché nei mesi scorsi la NASCAR ha deciso di riasfaltare solo la parte interna delle due curve e la transizione fra i due strati non appare delle più morbide. Intanto manca grip e si cerca di gommare la pista sulle gomme confermate nel test di fine maggio e che in sintesi sono le stesse gomme dure della All-Star Race.

Bastano 10′ della sessione allungata per l’occasione a 50′ per cambiare registro: Ty Gibbs dopo circa 20 giri percorsi fora la anteriore destra e per poco non finisce a muro. Passano 5′ dalla ripresa e la stessa sorte capita a Bell, solo che la #20 tocca anche violentemente il muro.

Ai -20′ è il turno di Chastain, però con la posteriore sinistra e per riportarlo ai box con la soluzione sperimentale del traino si perde quasi un quarto d’ora. E non è ancora finita qui, visto che entro la fine della sessione anche Cindric (per lui toccata come per Bell) e Reddick forano. Si chiude con Chastain che, dopo essere tornato in pista senza danni, provando l’ingresso in pit lane finisce in testacoda.

La classifica onestamente ha poco rilievo, Gragson ha il miglior tempo (22.828″) davanti a Gibbs, Bowman, Haley, Elliott, Chastain, Burton, Hamlin, Dillon e Briscoe, a tenere banco è la questione gomme con gli pneumatici che su cinque vetture (sulle 36 presenti) hanno ceduto dopo una ventina di giri percorsi. Per la gara sono previsti 350 giri e ci sarebbero 10 set di gomme a disposizione (nove nuovi ed uno ereditato dalle qualifiche). È chiaro che i conti non tornano e scatta l’ “allarme Bristol”. Ma intanto ci si dorme su.

Sabato è giorno di qualifiche dopo uno scroscio di pioggia che ha fatto cancellare le prove ufficiali della Xfinity Series. Dopo aver asciugato la pista, la sessione inizia con 50′ di ritardo. Per recuperare il tempo perduto si adotta un format ibrido fra quello della Cup Series su due round e quello invece di Xfinity e Truck: un turno solo diviso su due gruppi, la classifica combinata delle rispettive top5 decide le prime cinque file, il resto del plotone si divide fra fila interna ed esterna a seconda del gruppo come avviene normalmente.

Le auto sono ancora loose e qualcuno soffre perdendo aderenza. Dopo il gruppo A in pole provvisoria c’è Chase Briscoe davanti a Busch, Reddick, Elliott e Bell. Ma la pista migliora, nel gruppo B si va più veloci e la top5 di questa sezione passerà in blocco davanti a quella precedente. Blaney è in pole provvisoria, ma l’ultimo a scendere in pista è Larson che gli ruba la pole per appena 0.025″ per l’evidente disappunto di Ryan; seguono Berry, Byron e Keselowski.

La domenica in attesa della gara nel tardo pomeriggio, per evitare caldo e interferenze con altri eventi come golf e trials olimpici, vive solo per sapere cosa deciderà la NASCAR in materia di gomme insieme alla Goodyear. E alla fine la risoluzione arriva: niente set di gomme in più che rimangono 9+1. Rimangono anche solo in due i piloti costretti a partire dal fondo, ovvero Bell e Cindric che scenderanno in pista con il muletto.

Poi la gara da 350 giri (divisi in stage da 70, 140 e 140, una divisione insolita) può avere inizio. E chi saranno i dominatori della gara, 291 giri in testa sul totale, è chiaro fin da subito.

Al via Larson è sulla corsia esterna, quella che con il progredire della gara della Xfinity Series pur rimanendo nella parte riasfaltata ha dato i risultati migliori, tuttavia Blaney riesce a rimanere al suo fianco per quasi tutto il corso del primo giro. La #5 sembra poter chiudere il sorpasso in uscita di curva4, ma la #12 resiste. In curva3 al secondo giro Larson prova a chiudere la porta ma Blaney è lì, si deve allargare e Ryan si infila prendendo il comando; seguono Briscoe, Berry e Reddick.

Poi ci sono diversi 3-wide, ma è in coda che in curva2 al terzo giro arriva la prima caution. È un papocchio tutto in casa Spire Motorsports: Hocevar finisce loose, tocca Zane Smith che a sua volta manda in testacoda LaJoie che si appoggia leggermente al muro.

Dopo solo qualche sosta in coda si riparte con 61 giri da disputare nella prima stage e la prima fila si dispone nella stessa maniera, staccandosi nettamente dagli inseguitori. Larson riesce però ad aggirare subito Blaney che, un po’ stretto sull’apron, deve rallentare e far sfilare Briscoe. Mentre alle spalle della #12 sono affiancati Berry e Reddick, a seguire c’è Hamlin che tiene a bada dall’esterno Busch. La posizione persa a vantaggio di Rowdy al giro 11 è solo l’inizio di un cratere che si apre per la #11 che perde posizioni a ripetizione, incapace di trovare aderenza e rotazione della vettura. Anche Keselowski, con chattering al posteriore, è sceso dal quinto al 18° posto.

Larson cerca subito l’allungo sulla coppia Ford con Blaney che torna in seconda posizione in curva3 al giro 15 ed ora deve recuperare 1.1″ dal leader. I giri passano in fretta ed in breve si arriva al temuto giro 20, ma non succede nulla di grave e quindi i pensieri cominciano un po’ a svanire.

Dunque chi ne ha prosegue sul suo ritmo e Larson guadagna ancora qualche decimo su Blaney, però i due fanno una netta differenza su tutti gli altri. A metà stage (giro 35), quando iniziano i primi doppiaggi, Larson ha 3.1″ su Blaney e addirittura 10″ (quindi quasi mezza pista) su Briscoe, Reddick, Berry, i rimontanti Byron e Suárez, Busch, l’ottimo Haley e Logano, Keselowski è risalito in 14esima posizione, Bowman è 16° dopo essere partito fuori dalla top30, LaJoie 19° con gomme relativamente più fresche ed Hamlin addirittura 34° con dietro a sé il leader che ha appena doppiato Hemric e Grala. Ovviamente Larson lo passa anche se Denny prova a resistere.

Una prima stage relativamente tranquilla, forse molto prudente da parte della maggior parte dei piloti, con i sorpassi che si vedono soprattutto fra piloti in forte risalita ed altri in decisa discesa, si avvia verso la sua seconda fase, a questo punto senza che piloti e crew chief abbiano intenzione di fermarsi ai box. E l’aver passato il giro 40 senza forature tranquillizza tutti dato che si entra in media per poter completare la corsa senza patemi.

A fermare tutti arriva però una caution al giro 52 ed è effettivamente per una foratura. A pagare dazio subito per il secondo giorno di fila dopo la corsa della Xfinity Series è AJ Allmendinger che tira dritto in curva1 con la anteriore destra a terra. Viene annullata così la rincorsa di Blaney, tornato anche grazie ai doppiaggi a soli 1.5″ da Larson mentre una top10 cambiata vedeva in fila Byron, Berry, Briscoe, Reddick, Elliott, Suárez, Busch ed Haley era racchiusa fra 9.25″ e 13″ dalla vetta. E fa paura soprattutto William che, dopo le posizioni perse al via, era appena risalito al terzo posto. Hocevar è il lucky dog che lascia al momento fra i doppiati Nemechek, Dillon, Gilliland, Jones, Hamlin (32°), Smith, Grala ed Hemric mentre la #16 si ritira.

La pit lane si apre ma non per tutti e non in maniera uguale: Larson esce davanti dalla pit lane precedendo Blaney, Byron, Berry, LaJoie (due gomme), Elliott, Busch, Chastain, Wallace (anch’egli due pneumatici freschi) e Logano, tuttavia Suárez e Keselowski hanno tirato dritto così come i doppiati che approfittano per prendere la wave around visti i pochi giri mancanti al break. Questa sembra una brutta decisione visto quanto successo venerdì e visto che la ripartenza arriva al giro 59, ma la pista si è “normalizzata”. Sbaglia invece il team di Haley che per una interferenza spedisce la #51 dalla top10 al fondo.

Green dunque ai -12 e la leadership del messicano dura l’arco di mezzo giro, poi Larson, che aveva approfittato del momento di mancamento di Keselowski in curva1 per aggirarlo, attacca la #99 in curva3 e torna al comando con Blaney che lo segue al giro successivo. Mentre Brad si eclissa ma riuscirà a reagire in fretta, la strategia giusta per fare a sorpresa dei punti sembra quella delle due gomme di LaJoie.

Le sorprese però non sono finite qui: ai -10 Blaney esce molto meglio da curva2, si lancia all’esterno e in curva4 chiude di forza e malizia il sorpasso che vale la prima posizione. Ai -9 Gibbs bacia il muro in curva4 mentre lotta con Bell e Stenhouse seguendo Reddick, ma Ty prosegue senza danni apparenti.

Un’altra sorpresa di questa fase è che Byron, dopo aver perso la posizione al restart da Berry, prima fatichi a ripassare Josh e poi non riesca a superare uno Suárez che si difende all’interno. Blaney vince la prima stage resistendo al contrattacco di Larson all’interno dei -3, seguono Suárez, Byron, Berry, Logano, LaJoie, Keselowski, Elliott e Busch; nessun lucky dog in quanto tutti sono a pieni giri, incluso Hamlin.

Al break si riapre la pit lane ed il gruppo è ancora tutt’altro che compatto, si fermano ovviamente Suárez e Keselowski ma anche molti altri, ormai rassicurati dalla tenuta delle gomme come Berry che precede la #99 all’uscita dai box. Josh alla ripartenza si mette al 14° posto dato che Blaney, Larson, Byron, Logano, Elliott, Busch, Bowman, Chastain, Burton, Briscoe, Bell, McDowell e Cindric hanno tirato dritto.

La ripartenza arriva a 133 giri dalla fine della seconda stage, dunque sarà necessario almeno un rifornimento, e Larson stavolta sceglie l’interno sempre con Blaney al fianco che però sbaglia curva1. Elliott non ne approfitta e dunque la #12 rimane al secondo posto, anzi Chase viene aggirato dal compagno di squadra Byron. La top5 monopolizzata da Hendrick e Penske è completata da Logano che attacca pure lui la #9.

Dietro il gruppo è ancora compatto e al giro 80 arriva un’altra caution per fallo di confusione: Nemechek attacca deciso in curva3 Gragson che ha al suo fianco Gibbs, lo tocca e Noah quasi finisce in testacoda riuscendo a salvare in qualche modo la vettura mentre Truex riesce a frenare in tempo. Solo danni estetici per tutti, nessun lucky dog e parole al veleno da parte del crew chief di Gragson nei confronti di JHN.

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Sulla carta non ci dovrebbero essere soste di rilievo, e invece a sorpresa ai box va Kyle Larson che teme di avere un problema ad uno pneumatico in seguito ad una piccola toccata con Blaney; dall’analisi i meccanici non troveranno alcuna foratura. Si riparte ai -124 per quello che sarà il primo vero long run con Blaney che sceglie l’esterno al choose cone e si trova Byron al suo fianco ma lo sarà per ben poco dato che Blaney già in curva1 è davanti. William sullo scatto non ne ha e così di rincorsa Logano in curva4 si prende la seconda posizione, Joey si farà vedere anche sul compagno di squadra, ma rimane dietro alla #12.

Elliott poco più dietro è uscito di traverso da curva4 e così è stato passato da Busch e Chastain che sono entrati in top5, ma anche da un Bowman ormai stabile in top10. Chase tuttavia ha una vettura più veloce complessivamente e nell’arco di un paio di giri torna davanti alla #48 e alla #1; Berry invece attacca Bowman e lo supera mettendosi all’inseguimento di Elliott.

Larson intanto cerca la sua rimonta con due gomme fresche, in un amen è in top25 e inesorabilmente recupera posizioni su posizioni. Al giro 95 è in top20 ed un giro sì ed un altro pure supera una vettura; con lui anche Hocevar e Gragson che, come Kyle, hanno recuperato almeno dieci posizioni dopo la sosta effettuata alla caution.

La sorpresa di questa fase quando si passa il giro 100 è che a differenza della prima stage Blaney non ha staccato il gruppo, Logano è ancora con lui ed un Berry in forte rimonta (ha pittato allo stage break contrariamente ai leader) è tornato al quarto posto a circa 1.4″ dalla #12 e in lotta con Byron. Ma al giro 105 Kyle Larson con il sorpasso su Suárez rientra in top10 e i soli 5″ di ritardo dalla vetta fanno paura a molti.

La paura delle gomme invece è passata, la preoccupazione per tutti no. Ai -95 nella stage (giro 115) McDowell va ai box dopo aver forato la anteriore destra e toccato il muro quando era ottimo ottavo. Non arriva la caution e la #34 riuscirà a ripartire immediatamente seppur staccato di due giri.

Col passare dei giri Blaney riesce a mettere in po’ di margine su Logano, ma si parla di circa 1″ con Joey che deve guardarsi dall’arrivo di Byron ed Elliott con Chase che ha passato e staccato Berry. Larson è invece ottavo dopo aver superato Bowman e Bell, ma è rimasto a 5.5″ dal leader avvicinandosi a Busch. L’avvicendamento fra i due Kyle avviene senza drammi e la #5 viene seguita da Bell che ha messo alle spalle tutte le difficoltà dopo un largo in coda al gruppo al primo giro di gara.

Byron supera Logano al giro 126 perdendo solo mezzo secondo da Blaney, quattro passaggi più tardi è la volta di Elliott e così la #22 scivola ad oltre 3″ di ritardo. Giro 132 e altra gomma anteriore destra a terra, stavolta è la volta di Zane Smith appena ridoppiato come Hemric mentre il leader vede a poca distanza Grala, Jones, Burton ma soprattutto Hamlin, Cindric e un Buescher in giornata no.

Siamo però in vista di metà stage (giro 140) ed i leader hanno le stesse gomme da oltre 70 giri, quindi la sosta sembra ormai prossima. Il primo a pittare al giro 135 è Busch dall’ottavo posto e alla ricerca di un assetto migliore lungo tutta la curva. Ma nessuno lo segue. Inizia intanto un triello fra Chastain e Berry affiancati e Larson che li osserva. Josh supera Ross mentre Kyle ci mette un paio di miglia in più e si rifà sotto anche Bell. La #1 è palesemente in difficoltà e scivola in fondo alla top10.

Ai -67 una scena già vista: Hamlin a rischio doppiaggio. Due giri più tardi Denny va loose in curva1, scivola largo e così Blaney lo scavalca proprio mentre un Byron, che sembrava poco prima in grado di riprendere la Ford #12, viene superato dal compagno di squadra Elliott con un divario ora di 1.4″.

Però si prosegue, la gara si è completamente normalizzata e il rischio foratura è diventato solo degrado delle gomme, un degrado che permette sorpassi e, dunque, una corsa vivace. Ai -58 Larson supera anche Logano ed ora è quarto a 4.6″ da Blaney; e qui Kyle recupera a pista libera. Dopo un paio di giri anche un Bell molto veloce sul long run scavalca la #22. Ci sono soste sparse come Preece e Burton, ma i leader tirano dritto. Tira diritto anche Dillon in curva3 ma è per la toccata subita da LaJoie.

Il limite diventa paradossalmente la benzina e la sosta diventa obbligatoria. Ai -46 Byron è stato appena raggiunto e passato da Larson quando decide di andare ai box. È la #24 ad aprire le porte a tutti, primo su tutti Chastain che fora la anteriore destra ma si salva dal muro e imbocca la pit lane. Seguono Briscoe, LaJoie, un Truex invisibile finora per il sovrasterzo e che commette pure uno speeding e Berry dal quinto posto (seppur a quasi 7″).

Davanti intanto Larson ha sospinto Elliott verso Blaney e così ai -40 i tre sono racchiusi in appena 0.7″ con Bell a 2″ e Logano ormai staccato a 7.5″, tutti gli altri a oltre 10″. Blaney è il primo a pittare al giro 172 proprio mentre Larson finisce leggermente loose in curva1, infatti è stato toccato da Hamlin (che non ha ancora pittato) ed è virtuale lucky dog e spedito largo per le lamentele del muretto per l’aggressività della #11. Elliott fa un overcut di un solo giro lasciando il comando a Bell che ha approfittato del momento di difficoltà della #5 per superarla.

Anche Jones fora e bacia il muro ma il suo taglio di pista in fumo verso l’ingresso di pit lane non vale la caution, dunque Bell prosegue per altri sei passaggi fino ai -30 mentre Larson si è già fermato seguito da Logano.

In pista intanto la situazione è mutata: grazie all’undercut Byron è leader virtuale (ma anche virtuale lucky dog dato che Bell non aveva doppiato Hamlin a differenza dei piloti che aveva davanti prima dei pit) su Elliott e Blaney, tuttavia Ryan cerca subito il contrattacco su Chase in mezzo al traffico non riuscendoci. Dietro di loro però sbuca fuori dai box la sagoma di Larson.

Dopo la sosta di Bell a ereditare la prima posizione è Keselowski, ma l’attenzione è tutta su Larson che sta attaccando Blaney in mezzo al traffico. McDowell fa lo Zonta della situazione sul rettilineo opposto e quando Kyle sembra avere il muso davanti a Ryan in curva3, ecco che arriva una caution nel bel mezzo del giro di soste. Hemric ha toccato il muro in curva2 per una bandiera gialla chiamata fin troppo in fretta, al punto che in moltissimi si lamentano per la decisione che sconvolge l’ordine.

La classifica in questo momento vede Keselowski al comando su Wallace, Hocevar, Gilliland, Stenhouse, Buescher ed Hamlin che non si sono ancora fermati, poi Byron, Elliott, Larson, Suárez (anch’egli senza cambio gomme), Blaney, Berry, Haley ed appunto Hemric, poi Busch da lucky dog a precedere gli scontenti Bell, Logano, Bowman e Briscoe.

Si completa il giro di soste, anzi no: Stenhouse clamorosamente tira dritto malgrado non si sia fermato da quasi 100 giri e quindi rimane al comando facendo saltare inoltre molte wave around, in primis quella di Chastain. Alla ripartenza a 22 giri dal nuovo break Ricky deve tenere a bada i cinque big che hanno praticamente gomme fresche mentre piloti come Busch, Logano, Bell e Bowman sono fuori dalla top15.

Alla green Byron prova ad attaccare Stenhouse all’interno, ma non riesce a completare la manovra, anzi in curva4 scivola e manda largo la #47. Larson, che si è messo subito dietro Elliott, si trova dunque un portone aperto che deve solo imboccare. E così Kyle torna al comando mentre Byron deve alzare il piede e crea un po’ di scompiglio nel gruppo.

A beneficiarne è Berry che emerge al secondo posto e persino punta Larson facendosi sentire con il muso, Wallace potrebbe anche fare di meglio perché con gomme fresche è salito al terzo posto davanti a Wallace e Blaney, ma sulla lunga distanza è l’assetto ad avere la meglio sulla questione gomme, gran parte delle auto che erano in difficoltà prima perdono terreno mentre gli ex leader tornano sotto.

Dopo lo spunto iniziale Berry non ne ha, anzi deve difendersi per ben 12 giri dagli attacchi di Elliott all’interno, attacchi che non avranno successo. Larson vince senza patemi alla fine, ma tanti all’inizio dato che ha dovuto rimontare addirittura dal 34° posto dopo la sosta solitaria, la seconda stage precedendo Berry, Elliott, Blaney, Wallace, un Hamlin che ringrazia l’audacia della strategia come Buescher, Gilliland, Keselowski ed un Haley sempre più convincente sulla #51 del Rick Ware Racing. Seguono Byron, Busch, Stenhouse, Hocevar, Suárez, Bowman, Bowman, Logano e Bell. Chastain si difende da Preece ed è il lucky dog dalla 19esima posizione, per altri che possono c’è la wave around.

Malgrado sia passato poco dal precedente giro di soste, l’abbondanza inaspettata di pneumatici ai box porta molti a fermarsi nuovamente in questa occasione. Lo fanno praticamente tutti e la gara cambia volto: Keselowski cambia solo due gomme ed esce davanti a Larson, Berry, Elliott, Suárez (due pure lui), Hamlin, Blaney, Byron ed Haley, tuttavia Buescher e Gilliland non si sono fermati (lo hanno fatto al giro 184), Todd al choose cone sceglie di accodarsi alla #17 e quindi alla green dei -132 la prima fila è tutta RFK.

Bandiera verde e Buescher dall’esterno agilmente rimane davanti a Keselowski che in curva1 perde il filo e quindi viene messo nel mezzo, Berry alla sua sinistra e Gilliland alla sua destra. Alle spalle di questo 3-wide però c’è già un arrembante Larson che cerca subito un varco fra la #6 e la #38, poi fra la #6 e il muro quando Brad viene sfilato dai due attaccanti. La frenata di Kyle permette a Suárez di attaccarlo all’interno di curva3.

E qui succede il patatrac: Keselowski scivola e riapre involontariamente il 3-wide, ma nemmeno Suárez è riuscito a prendere la corda e quindi la #99, la #5 e la #6 sono affiancate cercando di restare sulla parte riasfaltata anche se all’interno del messicano c’è una corsia libera che Wallace, malgrado sia affiancato da Elliott ed Hamlin, vede bene.

L’incidente si divide in due fasi, una prima in cui Larson viene quasi stretto a panino dalle due auto con Brad che cerca di tornare a sinistra e Daniel che invece sta ancora allargando, non si sa se entrambi all’oscuro della presenza dell’altro. Poi all’improvviso in curva4 sembra tutto risolto, se non che Wallace si è liberato di Elliott ed Hamlin e lungo la linea bianca sta occupando la corsia lasciata libera dalla #99. E qui Suárez a sorpresa si allarga nuovamente, dato che sembrava aver ripreso il controllo della vettura e dato che la #23 non sembrava un pericolo immediato tale da spostarsi a destra, ma invece – analizzando alla moviola – si scopre il motivo: la #99 è finita nuovamente loose sulla transizione fra nuovo e vecchio asfalto.

Larson viene dunque toccato sulla posteriore sinistra, sbanda e nel pendolo va verso destra (in ogni caso sarebbe finita male, avesse proseguito nel testacoda sarebbe stato centrato da Wallace e/o Blaney) e impatta contro Hamlin, con i due che si erano già toccati nella stage precedente, e stringe la #11 a muro anche se ad avere la peggio è proprio lui. Ed è ovviamente caution che regala il lucky dog ad un McDowell staccato dopo la foratura precedente.

Così la corsa perde uno dei due favoriti con Larson che, dopo aver evitato il DVP, si fermerà nel garage a riparare la sospensione; chiuderà 34° staccato di 36 giri. Anche Hamlin va ai box per le riparazioni necessarie ma sarà più fortunato, taglierà il traguardo al 24° posto a due giri persi man mano che la gara prosegue.

La nuova classifica alla ripartenza dei -123 vede ancora Buescher al comando su Berry (ed i due sono in prima fila con 30 giri esatti di differenza sulle gomme) seguiti da Gilliland, Keselowski, Suárez, Wallace, Elliott, Blaney, Busch, Byron, Bowman, Haley, Logano, Bell con Stenhouse 15° e primo del gruppo che ha deciso di pittare a quest’ultima caution; completano la top20 Hocevar, Chastain, Hamlin, McDowell e Preece, primo dei doppiati.

La coppia Ford rimane affiancata in curva1, poi Berry scivola leggermente allargando su Buescher, in curva3 il suo slide job sembra funzionare, ma lo chiude al pelo e in curva4 Chris è sul suo paraurti scomponendosi sul contatto; dietro di loro gruppo ancora 2- e 3-wide con Suárez e Gilliland alla pari. In curva1 Buescher restituisce il favore e allargandosi si riprende la prima posizione, Berry non la prende bene e in curva3 si fa sentire col muso, manovra che per poco non permette a Gilliland di attaccarli.

Non è finita qui, Berry ci riprova al giro successivo, ma devono stare attenti, infatti alle loro spalle si sta affacciando non più Gilliland bensì un arrembante Busch che però non chiude il sorpasso sulla #38. Ai -119 nuovo slide job di Berry in curva1 che funziona e stavolta la #4 passa al comando e lo terrà a lungo.

Mentre Busch rimbalza dietro alla coppia Keselowski-Byron e Suárez perde posizioni scivolando all’ottavo posto dietro ad Elliott, Blaney sembra invischiato nel traffico, alla ripartenza ha perso un paio di posizioni scivolando fuori dalla top10 dietro a Bowman e Wallace, però ora inizia metodicamente a rimontare, usando un po’ della pazienza che Larson in precedenza non è riuscito ad usare.

Dopo essersi difeso da Busch, Gilliland per qualche giro tiene a bada anche Byron, tuttavia la #24 è più veloce e passa ai -116 aprendo la porta anche a Keselowski ed un Elliott in forte rimonta. Ma Blaney, zitto zitto, è già lì e si accoda anche lui a Chase. LaJoie intanto finisce larghissimo in curva1 e bacia il muro in curva2.

La rimonta di Byron prosegue: in curva3 ai -113 si prende anche la seconda posizione da un Buescher che sta cedendo ed aveva accumulato già 2″ di ritardo da Berry. Nel frattempo un altro pilota sta emergendo dal plotone in cui sono rimasti invece Gilliland, Busch, Bowman e Wallace, si tratta di Logano che risale all’ottavo posto. E a provare a seguire la Mustang del Team Penske è un’altra Ford, quella di Haley che rientra in top10 dopo la penalità ricevuta in precedenza. Ben più indietro, ma non altrettanto spettacolare, il 3-wide quasi perenne fra Briscoe, Truex e Reddick (tutti doppiati) che dura a lungo.

Il più veloce in pista sembrava Byron, e invece è tornato ad esserlo prepotentemente Blaney ed arrivano in sequenza i sorpassi sulla coppia Hendrick. A 100 giri dalla fine Berry sta resistendo alla grande ed ha 2.5″ su Blaney, 2.7″ su Byron, 3.6″ su Elliott, 4.1″ su Buescher, 4.7″ su Keselowski, 5.6″ su Suárez, 6.1″ su Logano, 6.7″ su Haley e 7.3″ su Busch, seguono Bowman, Chastain, Gilliland, Stenhouse, Bell, Wallace, Hocevar e McDowell con Hamlin già nuovamente doppiato.

Segue così una fase di transizione, un long run in attesa che gli eventi prendano forma, che sia una caution o una sosta finale sotto bandiera verde. Blaney recupera qualche decimo e torna a 1.7″ di ritardo, poi però il distacco si annulla a 91 giri dalla fine quando Buescher, in quel momento quinto e che non aveva pittato all’ultima bandiera gialla, fora la anteriore destra e finisce a muro in curva1. Hamlin è il lucky dog mentre in tantissimi cercano una wave around che non frutterà nulla.

Si apre la pit lane e stavolta pittano tutti. La sorpresa però non manca: Blaney, Logano e Stenhouse cambiano solo due gomme e balzano al comando seguiti da Berry, Elliott, Byron, Suárez, Busch, Haley e Bowman. Per Ryan probabilmente questa mossa a posteriori non sarà nemmeno decisiva, per Logano cambierà poco, per Stenhouse invece sarà la svolta della sua corsa, anche se rischia di rovinare tutto quasi tamponando Blaney dopo il choose cone mentre Berry dietro di lui non frena in tempo e c’è un leggerissimo contatto.

La bandiera verde sventola a 84 giri dal traguardo e sarà l’ultima volta, infatti non ci saranno più incidenti. La prima fila tutta Penske scatta al meglio, meno Stenhouse dall’esterno della seconda e quindi chi guadagna tantissimo in questa fase, fra choose cone e stacco della frizione, è Byron che sale dal sesto al terzo posto. Blaney dopo un giro riesce a mettersi dietro Logano e ricomincia subito ad allungare. La sorpresa di questo giro però è che Stenhouse si rimette davanti a Byron e questo potrebbe costare dei rimpianti per la #24.

La #47 è in grandissima forma ed ai -82 attacca pure Logano, ma le telecamere sono sulla pancia del gruppo dove sì c’è un Keselowski che ha perso terreno, ma anche un Busch che è all’esterno di un 3-wide e si capisce che non sta andando per il meglio. Si crede solo ad un problema di assetto, mai si penserebbe invece alla rottura della cinghia della pompa del servosterzo. In curva1 Busch va larghissimo, quasi a muro. Rowdy sul momento pensa di avere una foratura ma nel box la sosta diventa un clamoroso ritiro che affonda la #8 nella griglia playoff.

Intanto Blaney ha accumulato 1″ di vantaggio nuovamente sulla coppia Stenhouse-Byron con Logano quarto, ma non riesce ad approfittare del duello per allungare, o forse non vuole forzare vista la strategia attuata con le gomme. La #24 passa la #47 solo ai -76 e Blaney sarebbe solo 1.1″ più avanti, quindi la speranza della rimonta ci sarebbe. Dietro ai due sta arrivando anche Elliott che ha scavalcato Logano.

Byron recupera subito nell’arco di quattro tornate due decimi e si porta a 0.9″ dalla vetta. Nei 72 giri successivi riuscirà a recuperare… due decimi, il distacco sul traguardo sarà infatti di 0.7″. Su una pista che al venerdì sembrava mangia gomme, ora invece l’assetto fa la differenza e chi ha la vettura in bolla può resistere anche con soli due pneumatici freschi e gli altri due che chiuderanno la corsa con uno stint di ben 137 giri.

A 64 giri dalla fine anche Elliott supera Stenhouse mentre il resto della top10 è tranquillo. Nessuno si sta accorgendo di chi piazzerà la migliore rimonta nel finale, infatti Bell è solo 12°, viene dall’incidente nelle libere, un inizio di corsa difficile, tre compagni di squadra affondati mentre lui, stint dopo stint, ha recuperato terreno e se la corsa fosse durata 50 giri in più avrebbe ottenuto un risultato ancora migliore.

Ai -50 Blaney ha 0.8″ su Byron, 2.9″ su Elliott che non recupera nemmeno lui, 4.4″ su Stenhouse, 5.5″ su Logano, 6.2″ su Berry, 8.2″ sul terzetto Suárez-Chastain-Bell e 9.3″ su Haley.

Da qui in poi il finale si sviluppa molto tranquillamente e da annotarsi ci sono solo i sorpassi in sequenza di Bell su Chastain, Suárez, Berry, Logano e Stenhouse, riprendendo e staccando tutti e recuperando nel frattempo anche dei secondi al leader che, seppur sta affrontando numerosi doppiaggi, non sbaglia una manovra e non concede mai una chance a Byron di portarsi sul suo paraurti.

Nel complesso la forza di Hendrick, anche se non porta ad una vittoria, si vede anche nel tardivo recupero di Bowman che ai -35 entra in top10 superando Haley e puntando poi Chastain che fa tutto da solo nel sorpasso, finendo loose in curva1 e aprendo la porta alla #48.

Ai -30 Elliott si sveglia e torna a solo 1″ da Blaney ed è incollato al compagno di squadra Byron, ma Chase non riesce a sospingerlo verso il leader, anzi cerca un sorpasso all’esterno che non arriverà mai e così la #9 rimbalza. Scivola leggermente anche Byron che ai -10 è tornato a oltre 1″ di ritardo. Stavolta non ci sono volate, la benzina c’è e non arriva una beffa dalle gomme.

Ryan Blaney vince dunque la sua prima gara in stagione precedendo Byron di 0.7″, a seguire Elliott (+2.1″) e Bell (+4.8″), ben più staccati Stenhouse (+11.5″), Logano (+12.2″), Berry (+12.8″), Bowman (+13.1″), Suárez (+15.6″) e Keselowski (+15.7″); a pieni giri anche Chastain (+17.3″), Gilliland (+17.4″), l’ottimo Haley (+22.5″) ed Hocevar (+23.9″). Truex 15° è il primo dei doppiati davanti a Gragson, Wallace, Buescher, Dillon e Burton, Reddick 22°, McDowell 23°, Hamlin come detto 24° a -2 davanti a Gibbs, Briscoe 28°, Cindric 30° a -3.

Con questo successo liberatorio Blaney entra anche nella storia della NASCAR, infatti fra 41 piloti che hanno ottenuto almeno un successo in Cup, Xfinity e Truck Series, è appena il decimo a completare il filotto su una stessa pista dato che aveva vinto in Iowa con i pick up nel 2012 (primo successo in carriera) e nella categoria cadetta nel 2015. Come lui nel libro delle statistiche, in ordine crescente, Logano, Bell, Kahne, Keselowski, Bobby Labonte, Edwards (una pista completamente conquistata a testa), Mark Martin (quattro), Harvick (sette) e Kyle Busch (addirittura 17).

I risultati odierni

La classifica della “Iowa Corn 350”

La classifica generale

Così in campionato a 9 gare dalla fine della regular season della NASCAR Cup Series 2024

Le altre categorie

Xfinity Series: Mayer artiglia il successo in una gara complicata in Iowa

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la NASCAR farà tappa a Loudon in New Hampshire. Sabato sera in pista la Xfinity Series, domenica (diretta su Mola dalle 20:30) la Cup Series. I Truck avranno ancora una settimana di riposo prima di tornare a Nashville.


Immagine: Media NASCAR

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