NASCAR | Cup Series: bis per Blaney a Pocono!

di Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 16 Luglio 2024 - 09:30
Tempo di lettura: 20 minuti
NASCAR | Cup Series: bis per Blaney a Pocono!

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Seconda vittoria stagionale e seconda in carriera a Pocono per Ryan Blaney che approfitta di uno speeding di Larson e gestisce un finale ricco di caution


Corsi e ricorsi storici: Ryan Blaney vince la seconda gara in carriera a Pocono sul luogo del primo trionfo del 2017 e per la #12 è il 12° successo in carriera. Inoltre è il bis stagionale che lo mette definitivamente al sicuro in vista dei playoff. È stata una gara dai più volti, un inizio tranquillo, una seconda stage strategica in cui il controllo sembrava passato al solito Denny Hamlin, un finale ricco di caution e ancora di strategie in cui Larson sembrava aver fatto il colpaccio ma uno speeding ha consegnato il primo posto, difeso fin sul traguardo, a Ryan Blaney che chiude così un weekend quasi perfetto per il Team Penske.

La gara

La NASCAR arriva a Pocono sperando di avere almeno un weekend senza pioggia. Quella della Pennsylvania probabilmente è la pista sbagliata per sperare questo visto il passato e scenari autunnali anche ad agosto. E invece, tranne una breve parentesi al venerdì con i Truck, sarà un weekend senza problemi malgrado qualche minaccia sporadica ed un temporale a circa 4h dalla bandiera verde che causerà “solo” grandi problemi organizzativi nell’afflusso dei tifosi in quello che doveva essere un sold out.

Sabato è il primo giorno in pista per la Cup Series con prove libere e qualifiche. Nel Gruppo A della sessione non ufficiale il weekend viene omologato dopo soli 12′ per Kyle Busch che riporta problemi allo sterzo (verrà sostituito un cuscinetto senza penalità). In chiusura invece il colpo di scena con Kyle Larson che in curva2 un po’ taglia troppo sull’apron, un po’ tocca il fondo sull’asfalto e perde il controllo sui bump della Tunnel Turn senza però riportare danni.

Nel Gruppo B pronti via e Reddick finisce in testacoda in uscita di curva1. Visto che era nel primo giro lanciato la NASCAR decide di non penalizzarlo e con un nuovo set di pneumatici Tyler ottiene il miglior tempo davanti alla coppia Byron-Truex, tuttavia ad impressionare è il passo gara di Hamlin che è sì solo 24°, ma il suo ritmo è stato praticamente uguale per tutti e 21 i giri disputati.

In qualifica, detto di JJ Yeley sulla #44 del NY Racing Team che non prende il via per problemi all’iniezione e delle difficoltà di LaJoie (toccata al muro), Wallace e Gilliland (sbandate) in fase di lancio, scorre via tutto tranquillo. Dal Gruppo A avanzano Bowman, Byron, Hamlin, Blaney e Logano con Alex che bumpa all’ultimo il compagno di squadra Larson, dal Gruppo B invece Gibbs, Reddick, Berry, Truex e la sorpresa Zane Smith con Elliott primo degli eliminati.

Dal cervellotico secondo round ad uscire con la pole position è Ty Gibbs (seconda in carriera) davanti a Byron, Truex, Hamlin, Berry, Bowman, Reddick, Blaney, Smith e Logano.

Dopo aver asciugato la pista dopo il temporale, mandato in fondo al gruppo LaJoie per la riparazione della sospensione e poi anche Kyle Busch per un problema ad un tubo dell’olio quando la vettura era già in griglia per l’ennesimo problema della sua stagione, la corsa può avere inizio.

Prima della bandiera verde un piccolo mistero: quando i piloti passano per la pit lane per la consueta prova del limite di velocità, praticamente tutte le auto tranne quattro commettono speeding nella sezione numero sette. Sembra quasi un errore del sistema di cronometraggio, molti crew chief lo notano e lo fanno notare ai propri piloti. Sembra davvero solo un glitch e invece…

Bandiera verde e Gibbs dall’esterno rimane al comando dopo un giro in cui Byron ha provato a resistere al suo fianco. Hamlin invece perde qualcosa ed è quarto dietro ad un Truex che inizia col piede giusto affondando l’attacco su Denny in curva1 e poi prova a prendersi la seconda posizione dalla #24; Reddick completa la top5 davanti a Bowman, Blaney, Berry, Logano e Larson che deve difendersi da Bell.

La prima stage è corta, appena 30 giri, dunque è solo fatta sulla carta di uno sprint verso il traguardo intermedio, tuttavia a Pocono le strategie possono far saltare tutto in ogni momento. Di solito è anche un momento di gestione, ma Gibbs evidentemente non ha ascoltato le istruzioni e allunga fin dai primi giri. Dai box gli dicono di gestire, ma Ty va.

Ci sono pochi assestamenti in top10, a risalire è solo Larson che, dopo aver lasciato Logano a lottare con Bell, supera anche Berry e passa all’ottavo posto. Chi invece perde quanto di poco guadagnato è Busch che precipita nuovamente in fondo dopo un salvataggio in curva3.

Dopo 10 giri, con Gibbs che ha già 3″ di vantaggio, arriva anche il sorpasso di Blaney su Bowman (sottosterzo per la #48). Quando al 13° giro Ty ha 4.1″ su Byron, 4.4″ su Truex, 5.1″ su Hamlin, 6″ su Reddick, 7.8″ su Bowman, 9.4″ su Larson, gli altri tutti ad almeno 12″, arriva la prima caution. In curva1 Gragson, fresco di annuncio di passaggio nel 2025 al Front Row Motorsports e in quel momento 24°, sbaglia la cambiata, finisce in testacoda e sbatte a muro. La sua corsa finisce subito qua.

Si è praticamente a metà prima stage e si apre l’enciclopedia delle strategie, infatti fermandosi ora, con solo un altro pieno, si può andare precisi alla fine della seconda stage, ovvero al giro 95. E quindi il gruppo si spacca subito con Bell, Logano, Keselowski, Buescher, Hocevar, Suárez, Chastain, Dillon e molti altri che vanno ai box. Di questi è Joey ad uscire davanti a tutti e alla ripartenza è 15° dietro alla top8 già citata e a Berry, Elliott, Smith, Cindric, Allmendinger e Wallace.

Bandiera verde ai -13 e Gibbs sbaglia subito curva1 finendo largo e così Truex si prende la prima posizione. Anche Berry finisce largo, tuttavia Josh è convinto di avere forato e così va ai box. Approfittando di quanto successo alla ripartenza, Truex mette subito 0.6″ di margine su Hamlin che precede Reddick, Byron e Blaney mentre Gibbs è sceso al sesto posto.

Mentre Martin procede regolare, c’è un po’ di lotta in coda alla top10: Larson cerca il recupero ma è scivolato dietro a Zane Smith e prova il doppio attacco a lui e a Bowman, tuttavia Alex reagisce e nel 3-wide verso curva3 manda senza volere largo il compagno di squadra mentre si tiene dietro la #71.

Il finale di stage vede pochi eventi, i freni di Austin Dillon già in crisi (preoccupante) e le soste strategiche di Wallace, Blaney, Gibbs, Smith, Larson, Cindric e Chastain.

Truex vince così la prima stage (appena la terza personale del 2024) precedendo Hamlin (+1.4″), Reddick (+5.0″), Byron (+6.3″), Elliott (+6.8″), Bowman (+7.9″), Logano (+10.3″), Keselowski (+10.5″), Bell (+11.1″) e Jones (+11.5″); seguono Buescher, McDowell (anch’egli non convinto dei freni), Briscoe, Hocevar, Suárez e via via tutti gli altri; nessun lucky dog.

Al break si completa in pratica il primo giro di soste ed è Logano a prendere il comando della gara davanti a Keselowski, Bell, Jones e Buescher con Elliott (malgrado un contatto con Reddick in corsia box) che esce davanti a tutti ma è appena 24°. Dopo i rabbocchi e controlli meccanici per Preece e Dillon si riparte per una seconda stage da 60 giri netti.

Pronti via e Logano ripete quanto visto a Nashville, sì ma non il fuel mileage bensì andare largo alla ripartenza. Keselowski passa in prima posizione mentre Joey precipita al decimo posto. Fra chi ha pittato recentemente il migliore è nettamente Elliott che in un amen rientra in top15 con Hamlin e Byron che lo seguono a distanza mentre Larson, Blaney, Reddick e Truex rimangono invischiati nel traffico. Gilliland bacia il muro in curva3 e rovina un po’ la convergenza.

Inizia così una stage molto strategica e tirata che come sempre qui a Pocono fra prendere forma alla corsa. In appena cinque giri dalla bandiera verde Elliott è in top10 e prosegue inesorabilmente nella sua rimonta passando in sequenza nei giri seguenti Stenhouse, Logano, McDowell, Briscoe ed Hocevar. In vetta, invece, Keselowski mette giù un bel ritmo e stacca il trio Jones-Bell-Buescher.

Ai -45 nella stage, dunque ad un passo dall’apertura della finestra per andare in fondo, Keselowski ha addirittura 5.6″ su Jones, 6.7″ su Bell, 7.1″ su Buescher e 9.9″ su Elliott che, come detto, ha completato la prima parte della sua clamorosa rimonta. Seguono Hocevar a 11.2″, Briscoe a 12.5″, Hamlin a 13.8″, McDowell a 13.9″ e Logano a 15.0″; Blaney pian piano è avanzato ed è 12° dietro a Gibbs, Byron 15°, Truex 16°, Larson solo 20°, Reddick 22°, Bowman 25°.

Quando l’attesa è solo per capire chi sarà il primo a pittare, ecco che arriva una caution a risolvere molti grattacapi a parecchi crew chief. In curva3 Chastain perde il controllo e tocca il muro, proseguendo poi la corsa fino a curva1 con una sospensione danneggiata. Dai team radio sul momento non si capisce quale sia la causa e quale l’effetto, addirittura potrebbe essere stato un problema allo sterzo, ma alla fine Chastain ammetterà semplicemente di aver perso il controllo della vettura. E il suo ritiro riapre la corsa per i playoff in quanto Ross scivola al 16° posto della classifica.

Si pensa ad una sosta generale, e invece in tre (Gibbs, Cindric e Berry) tirano dritto pur dovendosi sicuramente fermare di nuovo puntando nell’immediato, invece, solo alla track position. Dietro altre strategie diversificate con Hamlin che cambia solo due gomme come Truex, Byron, Blaney e Smith, piloti che quindi escono dai box davanti ad Elliott che invece fa un pit stop completo. Larson recupera anche lui cambiando due pneumatici e precede Keselowski (4), Bowman (2) e Bell (4); penalità per Burton (safety), Gilliland (speeding) ed Hocevar (interferenza).

Bandiera verde ai -37 e Gibbs ancora una volta non riparte al meglio al punto che Berry si infila e, con l’aiuto di Hamlin, si porta al comando dopo che pochi giri prima aveva fatto una sosta fuori sequenza per una possibile foratura. Al giro successivo Denny supera anche Ty e quindi si mette in posizione di attesa sapendo che la #4 si dovrà fermare ai box.

Nel frattempo, dietro a Berry ed Hamlin, Gibbs tiene a bada Byron ma stanno emergendo di nuovo sia Elliott, sia Blaney che supera un Truex che si lamenta molto (eufemismo) della velocità massima della sua Toyota. Resiste anche Cindric, nono dietro a Keselowski.

Alla fine la resistenza di Berry cade ai -28: gli basta un piccolo errore in curva2 per permettere a Denny di farglisi sotto e passarlo tutto interno in curva3. Hamlin allunga proprio mentre Elliott, dopo aver scavalcato il compagno di squadra, supera anche Gibbs ai -25 dopo un bel duello ed è a 3.2″ dalla vetta. Chase forzerà il ritmo per un paio di giri per capire se possa riprendere la #11, poi però deve alzare bandiera bianca.

Arrivano nei giri successivi le previste soste: ai -23 un Cindric uscito da poco dalla top10, Gibbs ai -20, Berry ai -18 proprio mentre Elliott lo aveva appena superato; nel giro dei pit stop Ty supera Josh. Da notare come, in caso di gara tutta green, questi tre piloti potrebbero andare alla bandiera a scacchi con solo un altro pieno. Più dietro, invece, Byron è andato in difficoltà e viene superato in un paio di tornate da Truex, Keselowski e Buescher.

Al giro di boa del giro 80 su 160 (dunque ai -15 nella seconda stage) Hamlin dimostra ancora il ritmo insostenibile per tutti ed ha 4.8″ su Elliott (che deve fare anche un pochino di fuel saving), 6.8″ su Blaney, 8.3″ su Truex, 8.7″ su Keselowski, 9.5″ su Buescher, 12.3″ su Byron, 12.7″ su Jones, 14.0″ su Larson e 14.8″ su Bowman.

Nel gruppo c’è un po’ di movimento: Hocevar in uscita di curva1 quasi si gira sul muso di Gilliland (che non la prende bene) mentre Zane Smith va ai box fuori sequenza. Nel finale pochi piloti anticipano la sosta, Buescher ai -5 (sosta veloce per lui, forse fin troppo), Blaney e Truex ai -3 (pieno fino all’orlo per loro), alcuni dei pochissimi piloti che avrebbero potuto andare ai box senza venire doppiati da uno scatenato Hamlin fin oltre le previsioni.

Hamlin vince dunque, incredibilmente per la prima volta in carriera dopo 25 occasioni mancate, la seconda stage a Pocono precedendo un gruppo che ha preso distacchi misurabili col calendario: Elliott chiude a 5.7″, Keselowski a 9.4″, Byron addirittura a 19.1″, Jones a 20.0″, Larson a 21.2″, Bowman a 21.6″, Bell a 21.8″, Logano a 22.6″ e Reddick a 23.3″; seguono LaJoie, Preece (ben +34.3″), Briscoe, Allmendinger e Stenhouse. Wallace è 18° a 38″, Nemechek dietro di lui a 42″, un Kyle Busch in crisi di freni (2/2 per il RCR) e sottosterzo addirittura 54″ (poi alzando il piede a caution già esposta diventano tecnicamente 1’02”) dopo essere stato passato di puro passo da Cody Ware. Decisamente imbarazzante. Zane Smith è il lucky dog mentre rimangono fra i doppiati Hemric (problema alla sospensione che emergerà più tardi) e Yeley.

Al break le soste stavolta rispettano il pronostico e Buescher eredita la prima posizione davanti a Berry, Blaney, Gibbs, Truex e Cindric. Dietro invece altro rimescolamento: Reddick ora è settimo e precede Keselowski, Gilliland (due gomme), Larson, Jones, Logano, Elliott, Bowman, Byron ed Hamlin che ha avuto una sosta lenta, ma secondo i meccanici è solo perché gli hanno fatto il pieno fino all’orlo a differenza dei rivali diretti. O almeno così dal muretto provano a rassicurare Denny che deve però anche pensare ad una toccatina con la #48 in pit lane e, dopo la ripartenza, anche ad un pedale del freno dalla corsa lunga. Speeding per LaJoie mentre Larson teme per una ruota mal fissata. Doppia sosta per Busch ed Hocevar.

Bandiera verde a 60 giri alla fine, dunque tutti devono fermarsi almeno un’altra volta, chi prima e chi dopo. La corsia esterna scatta bene e quindi Buescher rimane al comando ma davanti a Blaney e Truex; Larson e Keselowski completano la top5. Dietro si è invece aperto un ventaglio e il 3-wide diventa 4-wide e per un attimo verso curva1 anche 5-wide. Tutti ne escono indenni.

Buescher approfitta del sorpasso che Blaney deve fare su Berry per guadagnare subito 1.6″ di vantaggio, un margine che nei giri seguenti, con piccole oscillazioni occasionali al ribasso, rimarrà praticamente costante. Il più propositivo nel cercare una rimonta è Reddick che va 3-wide con Elliott e Logano, tuttavia alla fine Tyler guadagna solo la nona posizione ai danni di Joey.

Che sia il momento dell’RFK Racing lo dimostra Keselowski quando ai -56 supera Larson per il quarto posto ed è lui il leader della strategia sulla carta migliore. Mentre Berry perde terreno, prosegue il duello fra Elliott e Reddick e stavolta Tyler completa l’opera. Pochi passaggi più tardi la #45 supererà anche Gibbs per il sesto posto. Hamlin fatica invece di più e ritorna in top10 solo ai -53.

Berry esce definitivamente dalla contesa ai -50 quando va ai box, non si capisce se per un detrito sulla griglia o altro. Sulla carta avrebbe potuto andare avanti ancora per quasi 10 giri, mentre ora con questo pit stop non è nemmeno nella finestra per l’ultimo pieno. Il lungo nello stallo che lo costringe ad una retromarcia è solo la ciliegina su una torta che evidentemente non è riuscita pienamente al crew chief Rodney Childers (forse il pezzo più pregiato del mercato in uscita da Stewart-Haas Racing) che in settimana ha annunciato il passaggio nel 2025 al muretto di Corey LaJoie.

Mentre la top10 si stabilizza (c’è solo il sorpasso di Elliott su Gibbs), in coda da notare un rischio per Nemechek in curva3 dopo un piccolo contatto con Suárez e JHN alzando il piede viene passato in stile Zonta da altre due vetture.

Ed esattamente come nella seconda stage in occasione della caution di Chastain, in prossimità dell’apertura della finestra per l’ultimo pieno ai -46 (Buescher al comando con 1.7″ su Blaney, 3.1″ su Truex, 4.4″ su Keselowski, 5.8″ su Larson, 7.5″ su Reddick, 9.0″ su Elliott che ha paura per un detrito preso con la anteriore sinistra, 10.3″ su Gibbs, 10.5″ su Logano e 11.6″ su Hamlin) arriva un caution. Gilliland fora la anteriore destra come conseguenza di un cedimento di un freno e l’Hail Melon in curva1 è la soluzione più intelligente per ridurre la velocità. Berry è il lucky dog.

In arrivo c’è una sosta intrigante, infatti la corsia box viene aperta ai -43, dunque una distanza non sufficiente per andare con sicurezza fino in fondo, men che meno in caso di overtime. In ogni caso sarà la sosta decisiva perché la track position persa qui rischia di non essere più recuperata. Larson, Blaney, Elliott, Hamlin, Bowman, Logano e Byron decidono di cambiare tutti due gomme e balzano davanti a Truex (sosta completa), seguono poi Bell (anche lui due gomme), Keselowski, Wallace e Buescher che precipita al 12° posto.

Ma non è finita qui. Vi ricordate la sezione sette della pit lane? Sì, il tratto di corsia box in cui sembrava esserci un glitch nel cronometraggio. In realtà era tutto regolare, ma ora in questa sezione vengono pizzicati per eccesso di velocità il nuovo leader Larson, Elliott, Gibbs e Suárez. Grave errore per tutti e quattro che dunque vengono retrocessi in fondo al gruppo.

La bandiera verde sventola ai -40, ma si entra ora in una fase parecchio caotica in cui l’unica costante è Blaney al comando.

Ryan scatta bene, ma l’incidente arriva a centro gruppo nel consueto ventaglio che si apre. Verso l’interno si spostano Busch seguito da LaJoie. Kyle blocca Corey, poi Busch torna progressivamente verso la traiettoria ideale. E qui onestamente c’è una manovra, ovviamente negata malgrado l’evidenza dal diretto interessato, censurabile che meriterebbe una sanzione disciplinare perché LaJoie manda in testacoda (volontariamente o no, ai posteri l’ardua sentenza) chi se non Kyle Busch che perdendo il controllo diventa una palla da bowling che travolge i birilli che sono in curva1.

A pagare le conseguenze di una manovra difficilmente comprensibile della #7 sono oltre allo stesso Busch (che cerca di rimanere zen nelle interviste, ma poi si lascia sfuggire un “kamikaze”) Stenhouse, Burton, Preece e in maniera minore Allmendinger e Cindric. Hemric è il lucky dog. Yeley si era ritirato un paio di giri prima della caution con la pompa della benzina rotta mentre Ware va a lungo nel garage perché un detrito del big one gli ha bucato il radiatore.

La classifica assestata dopo la breve fase di green vede dunque Blaney al comando su Hamlin, Bowman, Byron, Logano, Truex, Bell, Keselowski, Buescher e Wallace mentre incredibilmente tutti e quattro i penalizzati per speeding hanno evitato l’incidente. Nota di merito per Hocevar che ha evitato in slalom ogni guaio.

Green ai -34, caution ai -34: in uscita di curva1 Nemechek (forse spaventato da Elliott appena al suo interno) allarga in uscita e stringe l’innocente Zane Smith nel panino fra la #42 e McDowell che non può andare più a destra perché è già contro il muretto. Ennesimo incidente del 2024 per JHN che poi finisce come Smith, che invece aveva iniziato per una volta il weekend col piede giusto, contro il muretto interno. Ritiro per entrambi. Nessun lucky dog perché tutti sono o a pieni giri o ritirati.

La classifica è leggermente cambiata nei pochi metri di bandiera verde ed ora Blaney precede Bowman, Hamlin, Logano, Byron, Bell, Truex, Buescher, Keselowski e Briscoe. Anche questo piccolo dettaglio influirà sul finale di corsa in cui praticamente nessuno teme più di rimanere a secco.

Ripartenza ai -29 e stavolta si riesce a fare un giro completo. Non di più, perché Gibbs (scattato 22°) ha accusato subito alla bandiera verde un problema meccanico ed ha rallentato vistosamente. La sua corsa finisce d’inerzia poco dopo curva2 dopo che dai tubi di scarico è uscito copiosamente un mix di acqua e olio, l’ennesimo esempio dopo la valvola di Bell a Gateway, la fumata bianca al secondo giro di Hamlin a Sonoma ed i tre (sì, tre) propulsori con problemi in Xfinity Series a Chicago che il dipartimento motori in casa Joe Gibbs Racing ha passato un ultimo mese con gravi lacune nel settore qualità e affidabilità.

Dopo la pulizia della pista si riparte ai -23 con una top10 leggermente modificata: Blaney, Bowman, Hamlin, Logano, Byron, Truex, Bell, Keselowski, Reddick e Wallace mentre Buescher è 11°, Elliott risalito al 14° posto mentre Larson è solo 19°. Appena 24 le auto a pieni giri, poi un ammaccato McDowell a un giro dopo le riparazioni, infine Ware che fa dentro e fuori dal garage per superare tutti gli altri ritirati.

Bandiera verde e Blaney non ha problemi a rimanere al comando. Il momento decisivo per la sua corsa arriva però nel successivo giro quando Bowman dall’interno resiste ad Hamlin e rimane al secondo posto. Ryan però non scappa via e Alex per un paio di giri sembra addirittura poter sognare il bis dopo Chicago.

Dietro ai tre si scava il buco con Byron che rimane quarto, Logano scavalca Truex e viene raggiunto da Reddick. Martin torna quello della seconda stage con una vettura non al meglio e perderà terreno. Elliott invece rientra in top10 ai danni di un Bell quasi invisibile in questa gara. Chase si ferma in rimonta proprio contro Truex, il sorpasso sembra quasi completato dopo un giro affiancato alla #19, ma non verrà mai completato, nemmeno con un tuffo in curva1 a cui Martin reagisce incrociando la traiettoria difendendosi anche da un Wallace arrivato di rincorsa.

Ai -19 Bowman è di nuovo sul paraurti di Blaney, tuttavia rimbalza subito e perde l’occasione buona. Dai -15 in poi il pilota del Team Penske allunga in progressione e ai -8, quando Hemric va ai box con la posteriore destra traballante, ha 2″ su un Bowman raggiunto da Hamlin e che lo scavalcherà al giro seguente approfittando di un incrocio migliore fra curva2 e 3.

Blaney al primo passaggio cede ben 0.25″ ad Hamlin e così ai -6 il divario fra i due è di 2.1″. Denny sembra scatenato come nella stage precedente e la corsa pare riaperta all’improvviso. E invece Blaney reagisce e non solo limita le perdite, ma mantiene la distanza invariata: 2.2″ ai -5, 2.3″ ai -4 e ai -3, 2.2″ ai -2. Da qui è solo gestione e speranza che non arrivino altre caution.

Ryan Blaney conquista Pocono nuovamente a sette anni dalla prima volta e per il pilota della #12 è la 12esima vittoria in carriera in Cup Series. Per il pilota del Team Penske (weekend quasi perfetto per Roger che conquista anche l’Iowa con McLaughlin e Power mentre a Interlagos nel WEC chiude secondo e terzo) è anche la seconda vittoria stagionale che conferma la rinascita estiva delle Ford al quinto successo nelle ultime nove gare.

Blaney sul traguardo precede un Hamlin che la prende con filosofia (“Non si perde mai, solo finiscono i giri a disposizione”, +1.3″), Bowman (+4.0″), Byron (+6.1″), Logano (+6.5″), Reddick (+6.8″), Keselowski (+7.6″), Truex (+8.5″), Elliott (+9.1″) e Wallace (+12.0″); fuori dalla top10 Buescher, Bell, Larson (spento dopo la penalità), Jones, Briscoe, Suárez, Hocevar, Cindric, LaJoie, Berry, Allmendinger, Haley e Dillon. McDowell 24° a due giri, gli altri 13 tutti ritirati.

Ed ora si va ad Indianapolis per il grande ritorno della Brickyard 400. Mancano cinque gare ai playoff e ci sono ancora quattro posti disponibili. L’ultimo appuntamento prima del break per Parigi 2024 potrebbe far tirare un sospiro di sollievo ai piloti che hanno un solo successo all’attivo. Sogna di nuovo anche Wallace che deve a distanza più ravvicinata Ross Chastain per l’ultimo posto utile.

I risultati odierni

La classifica della “The Great American Getaway 400 presented by VISITPA”

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Così in campionato a 5 gare dalla fine della regular season della NASCAR Cup Series 2024

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I prossimi appuntamenti

La NASCAR nel prossimo weekend, ultimo primo di una pausa olimpica di due settimane, fa tappa a Indianapolis. Ma se la Truck Series venerdì notte rimarrà sullo short track dell’Indianapolis Raceway Park, Xfinity (sabato) e Cup Series (domenica) fanno ritorno per la prima volta dal 2020 sullo storico ovale dell’Indianapolis Motor Speedway in occasione, anche, del 30° anniversario della Brickyard 400. Diretta come sempre per la categoria regina su Mola dalle 20:30.


Immagine: Media NASCAR

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