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NASCAR | Cup Series: Bell vince sull’umido in New Hampshire in un altro pazzo finale!

di Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 25 Giugno 2024 - 13:00
Tempo di lettura: 27 minuti
NASCAR | Cup Series: Bell vince sull’umido in New Hampshire in un altro pazzo finale!

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Bell è in controllo della corsa, ma la pioggia in arrivo scombina tutto e sembra consegnare la vittoria a Reddick. A sorpresa si riesce a riprendere e Christopher recupera facendo cappotto


Un weekend da Christopher Bell. Si sapeva che il giovane pilota del Joe Gibbs Racing sarebbe stato il favorito a Loudon, ma in New Hampshire si è superato. Dopo il successo del sabato in Xfinity Series (quarta vittoria in quattro partecipazioni), seppur non dominando e approfittando del movimentato finale per beffare Cole Custer, anche alla domenica in Cup Series è stato il migliore nel convulso finale, con gli ultimi 80 giri disputati con le gomme wet dopo un temporale che sembrava fosse stato decisivo a vantaggio di Tyler Reddick. Il modo migliore per far passare l’imbarazzo del venerdì in cui si era lasciato sfuggire in conferenza stampa il fatto che Chase Briscoe sarà il sostituto di Truex nel 2025.

La gara

La gara che segna il giro di boa di tutta la stagione (gara 18 di 36) si apre sotto i peggiori auspici meteorologici dato che le previsioni vedono molta pioggia per tutti e tre i giorni in programma.

A rischiarare il venerdì ci pensa a sorpresa Christopher Bell. Il pilota del Joe Gibbs Racing, grande favorito del weekend in New Hampshire, è uno dei prescelti per essere in conferenza stampa e, in seguito all’annuncio del ritiro di Martin Truex Jr. di qualche giorno fa, gli viene rivolta una domanda sulla futura leadership nel team. E Christopher risponde senza pensarci “…perché quando Chase salirà in macchina…”

Chase chi? Già da qualche giorno l’indiscrezione era ormai pubblica: il sostituto di Truex sarà Chase Briscoe, tuttavia la conferma ufficiale manca ancora. Resosi conto immediatamente della gaffe, Bell cerca di rimediare modificando la frase, tuttavia ormai il danno è fatto e le battute si sprecano. Per sua fortuna non ci sono conseguenze disciplinari all’interno della squadra e l’annuncio ufficiale arriverà oggi, martedì 25 giugno.

Le auto della NASCAR Cup Series scendono in pista per la prima volta sabato all’ora di pranzo, o almeno dovrebbero farlo. Infatti, dopo la corsa delle Modified (anticipata per prevenire guai), prima delle prove libere inizia a piovere. La NASCAR arriva abbastanza in fretta ad una decisione: cancellare le qualifiche e cercare di salvare 30′ di sessione di libere con tutti in pista.

Parlando delle qualifiche, si interrompe così una incredibile striscia di 39 weekend consecutivi con le prove ufficiali disputate regolarmente (la più lunga del terzo millennio in Cup Series), dunque in base all’algoritmo a partire dalla pole sarà Elliott davanti a Blaney, Byron, Bell, Bowman, Logano, Truex, Chastain, Keselowski e Berry.

Poi smette di piovere tranne per qualche goccia. La sessione, prima che la pioggia torni, durerà appena 4’28” e dunque tutto è vano nonché non analizzabile. Hocevar ottiene il miglior tempo su McDowell, Keselowski, Byron e Zane Smith con Bell che era appena sceso in pista all’esposizione della bandiera rossa e quindi è l’unico dei 36 iscritti senza tempo.

Domenica sembrava il giorno peggiore dal punto di vista delle previsioni, e invece c’è ottimismo viste le gomme wet (o meglio, da umido) disponibili in ben quattro set uniti agli otto da asciutto, il tutto malgrado i forti temporali annunciati, l’allerta tornado più forte degli ultimi sei anni nel New England e un lunedì abbastanza piovoso. E, man mano che passa la mattinata della domenica, si apre anche una possibile finestra favorita anche dall’anticipo di circa 30′ della bandiera verde.

301 giri in programma, ma ne basterebbero 151 per dichiarare la corsa ufficiale, nessuno retrocesso in fondo, dunque subito la corsa può avere inizio. Alla bandiera verde di una prima stage da 70 giri (senza pieno necessario) Elliott scatta a fionda e dall’esterno va subito in fuga accumulando ben 2.1″ di vantaggio in appena cinque passaggi. Dietro al pilota Hendrick (team che non vince qui da oltre un decennio), Bell si prende il secondo posto favorito anche da un Blaney in difficoltà nei primi giri al punto che in breve tempo viene aggirato da Chastain e Logano.

Dopo i primi giri Bell rimane a circa 2″ di ritardo dal leader e dal box sembrano ottimisti sulla sua corsa, infatti gli dicono che Elliott sta già diventando più loose e il vantaggio su Chastain è pure quello di 2″, poi Ross viene superato anche da Logano. Ben peggiore è la situazione di Suárez (sotto gli occhi telecamere dopo essere diventato ufficialmente in settimana anche cittadino americano) che, pur scattato in buona posizione, praticamente precipita in fondo al gruppo in crisi di assetto.

Bell però non recupera terreno, anzi col passare dei giri Elliott guadagna ancora qualche decimo di vantaggio mentre Blaney perde altre posizioni, stavolta a vantaggio di Berry visto che il controsorpasso su Chastain non è riuscito e pure Bowman è poco distante. Josh è in grande forma e la sua manovra sulla #1 permette a Blaney di recuperare una delle posizioni perse.

Zitti zitti, intanto, anche gli altri piloti del Joe Gibbs Racing avanzano. Gibbs non tanto (gara anonima per lui), ma Hamlin arriva ad un passo dalla top10 mentre Truex è ancora più veloce e raggiunge la coppia Chastain-Bowman; al 20° giro Martin supera Alex puntando Ross, in contemporanea Hamlin sale al decimo posto ai danni di Byron. Il testimone passa poco dopo di nuovo a Truex che supera Chastain ed ora è a 11″ dalla vetta.

Elliott intanto raggiunge la cosa del gruppo dopo 25 giri ed è qui che Bell inizia il recupero su leader. A metà stage Chase ha “solo” 1.5″ su Bell, 3.9″ su Logano, 4.2″ su Berry, 5.5″ su Blaney, soprattutto 6.9″ su un Truex scatenato, 11.7″ su Chastain, 12.4″ su Hamlin, 12.9″ su Bowman e 14.1″ su Reddick.

Eravamo così al giro 35, al giro 42 Bell è già al comando infilandosi in curva3 con Elliott che non oppone resistenza. Tutti però hanno paura di Truex arrivato a meno di 5″ dal primo posto, tuttavia la sua fase migliore è finita e sbatterà metaforicamente contro Blaney che non riuscirà a superare. Finisce anche la fase buona di Berry e il campione in carica riuscirà a mettere Josh fra di sé e la #19. Truex cerca anche il sorpasso sulla #4, ma anche queste manovre non riusciranno e Martin ai -20 alzerà virtuale bandiera bianca.

Bell intanto sta affrontando al meglio i doppiaggi e non rischia mai, Elliott è staccato e quindi Chase deve più guardarsi dalla coppia Penske in arrivo. In difficoltà anche il suo compagno di squadra Byron, poco fuori dalla top10, che scoda vistosamente per tenersi dietro Larson. In questa dicotomia fra Hendrick e JGR, ora emerge nuovamente Hamlin che prende e stacca in pochissimo tempo Chastain.

In coda la lotta per non essere doppiati sta diventando più intensa e il contatto principale è quello fra Briscoe e Cindric, con i due in disaccordo sulla versione dei fatti e la convergenza della #2 che salta. Ai -5 Logano raggiunge Elliott e inizia a puntarlo, anche se il sorpasso sembra improbabile. Più dietro Gibbs lotta con Reddick per l’ultimo punto mentre Byron perde la posizione da Larson e Wallace con il duello fra questi due che prosegue.

Bell vince in agilità la prima stage con 1.8″ su Logano che ha superato Elliott (+1.9″) all’ultimo giro, seguono Blaney (+2.1″), Berry (+2.7″), Truex (+3.4″), Hamlin (+8.4″), Chastain (+11.1″), Reddick (+12.01″) e Bowman (+12.05″) che battono in volata 3-wide Gibbs (+12.09″); oltre la decima posizione Larson, Wallace, Gilliland, Byron, Keselowski, Haley, Buescher, Hocevar e McDowell, Briscoe 27° è a pieni giri, Cindric invece è il lucky dog che lascia fra i doppiati Austin Dillon, Nemechek, Suárez, Zane Smith, un Kyle Busch in crisi profondamente nera, Hemric, Grala e Ty Dillon oggi sulla #16 di Kaulig.

Break e primo giro di soste. Gli unici a tentare qualcosa di diverso sono i due del Front Row Motorsports che cambiano solo due gomme salendo con Gilliland al nono posto e McDowell al decimo, tuttavia la #34 si prende una penalità e quindi i meccanici vanificano tutto. Bell rimane al comando su Logano, Truex (che ora quindi fa paura ma ha grossi problemi radio), Berry, Elliott, Blaney, Hamlin, Chastain, Gilliland e Reddick; Grala tenta una wave around che non andrà a buon fine mentre Cindric commette uno speeding che non cambia la sua situazione.

Si riparte con 108 giri da disputare in una seconda stage in cui molti pensano però al valicare il giro di boa di metà corsa. Bell scatta al meglio e allunga subito, ma lo show è quello di Berry che, dall’esterno, prima si libera in un 3-wide di Truex ed Elliott, poi supera di slancio anche Logano e si porta al secondo posto. Ne approfitta anche Martin che scavalca la #22; anche Hamlin avanza e supera Blaney ed Elliott, Bowman, Gibbs e Wallace completano la top10. Gilliland con due gomme fresche si assesta al 15° posto. In coda Stenhouse rischia di tamponare Gragson e Preece.

Bell senza alcun problema inizia ad allungare e il secondo di margine diventano in fretta 2″, ma è tutto il Joe Gibbs Racing (tranne Ty Gibbs) che vola: Hamlin è incollato ad un Logano che ha perso la scia di Truex e dal muretto incoraggiano Denny ad essere più deciso in frenata in curva1 per superare la #22. Dal lato opposto invece la situazione di Suárez è persino peggiorata e lotta con Ty Dillon per non essere ultimo.

Il momento decisivo della stage sembra essere quello dei -91 quando Truex supera Berry e si porta al secondo posto a 2.6″ da Bell con grande curiosità di tutti per vedere se può recuperare terreno. E Martin prosegue sulla scia dell’entusiasmo: quando il leader approccia i primi doppiaggi ai -75 (quindi al giro 110), Truex è già a 1.1″.

Metà stage è ancora lontana (sarebbe al giro 127-128 lordo, 131 al netto dell’ultima caution) per un cambio gomme e quindi si cerca ancora di capire se un riaggancio sia possibile. Al giro 115 Bell ha reagito ed ha 1.7″ su Truex, 3.8″ su Berry, 5.1″ su Logano, 5.8″ su Hamlin, 6.3″ su Blaney, 8.7″ su Elliott, 10.5″ su Gibbs, 11.9″ su Bowman e 12.6″ su Wallace che precede Larson, Reddick, Chastain e Gilliland che ha passato un Byron in netta difficoltà.

E invece iniziano presto le soste. Il primo al giro 118 è un Cindric che ha riparato i danni ed è tornato a lottare con Briscoe, poi al giro 122 Reddick, dunque Wallace e Larson, il primo dei leader al giro 124 (dunque ai -61, in leggero anticipo sul giro di boa) è Truex che si trascina dietro molti degli inseguitori. Bell copra al giro successivo appena dopo aver doppiato Busch per la seconda volta. Jones perde ulteriore terreno arrivando lungo nello stallo.

Chi tira dritto a sorpresa è Todd Gilliland che passa al comando. Più dietro Bell è ancora leader virtuale della corsa, ma nell’out lap arriva lungo in curva1 e blocca la anteriore sinistra. Questo condizionerà quasi certamente il resto della sua stage, anche perché Truex ora gli è a solo mezzo secondo. Todd gira ancora con ottimi tempi, mentre Keselowski si ferma al giro 132, poi pian piano deve cedere terreno.

La stage svolta al giro 137 quando Truex scavalca un Bell che in questa fase sembra non averne contro il compagno di squadra che lo aggira in curva3 già in frenata.

Poi però una caution al giro 141 che fa la gioia di Gilliland (che era stato appena chiamato ai box), ma anche di Gragson, Briscoe, Stenhouse e McDowell che non si erano ancora fermati mentre Suárez lo aveva appena fatto e le sue speranze di recuperare terreno svaniscono. Per la cronaca Hemric è finito in testacoda in curva2 senza danni.

Mentre Jones si prende il lucky dog, il vero colpo di scena è il motore in fumo di Bowman che deve tornare ai box e ritirarsi con un ultimo posto in tasca.

Vista la situazione delle soste è chiaro che il gruppo si spaccherà. Non si fermano Hamlin, Logano e LaJoie, poi seguono gli altri che solo rabboccano o cambiano due gomme come Truex, Bell, Elliott, Blaney, Gilliland (quattro gomme), Larson e Gibbs; Rodney Childers opta per la sosta completa per Berry (che scende al 16° posto) e se ne pentirà. Penalità per Hocevar che si ferma fuori dallo stallo, wave around per Keselowski, Preece, Cindric e Burton.

Green ai -37 nella seconda stage ma soprattutto a pochissimi minuti di distanza dal dichiarare la corsa ufficiale. I tre che hanno tirato dritto rimangono al comando mentre dietro di loro Truex e Bell sono affiancati, poi attaccano in coppia LaJoie. Davanti a loro Logano ci aveva provato su Hamlin dovendosi però riaccodare.

Al giro 153 (dunque a gara omologata) un’altra caution e la corsa di Busch precipita nella sintesi perfetta della legge di Murphy: quando qualcosa può andare storto, andrà storto. Kyle tocca Gragson (dalla dinamica sembra quasi che la Ford stringa leggermente proprio quando la Chevy invece si allarghi) in curva1 ed entrambi finiscono in testacoda la #10 sfiora il muro, la #8 lo tocca e Busch si ritrova col volante storto. Almeno per il team il lucky dog va ad Austin Dillon.

Ci sono alcune soste nella seconda metà del gruppo fra cui quelle di Byron e Reddick in difficoltà, poi Stenhouse, Keselowski, Hocevar e le precedenti wave around. Si riparte ai -26 con Hamlin ancora primo su Logano, Truex, Bell, Blaney, Gilliland, LaJoie, Elliott, Larson ed un Berry già risalito.

Hamlin resta al comando dall’esterno, tuttavia dalla stessa corsia viene seguito da Truex mentre Bell all’interno rimane invischiato nel traffico di Logano e Blaney in una fase di gara monopolizzata da JGR e Penske. Christopher riesce a scavalcare Ryan poco più tardi.

Dietro di loro c’è battaglia e in un 3-wide, che vede coinvolto anche Gilliland, Berry stringe a muro LaJoie che rimbalza e quasi decolla. Poi un altro 3-wide più pulito con Byron, Reddick e Gibbs, ma William non passa, anche perché davanti si ritrova LaJoie che bacia nuovamente il muro, rimbalza verso il centro della pista e la #24 deve rallentare.

Davanti Hamlin sta gestendo il vantaggio guadagnato alla ripartenza e, malgrado i 19 giri di svantaggio sulle gomme, non deve sudare nei confronti della #19. Denny vince la seconda stage di strategia su Truex (+0.7″), Logano (+3.0″), Bell (+3.6″, anche qui differenza di pneumatici non sfruttata), Blaney (+5.1″), Gilliland (+6.3″), Larson (+6.8″), Berry (+7.7″), Elliott (+9.5″) e Chastain (+12.0″); Gibbs è 13° dietro a Buescher ed un Haley che zitto zitto anche oggi è lì, Reddick 14°, Gragson malgrado l’incidente 15°, LaJoie 16°, Wallace 17°, Byron 18°, Busch (29°) lucky dog che lascia fra i doppiati solo Grala, Ty Dillon e poi a -2 Nemechek, Hemric, Suárez e Zane Smith.

Ed ora, con la gara ufficiale, si torna a guardare al radar che è preoccupante perché la pioggia è data in arrivo e pure forte a 30-60′ di distanza e per moltissimi, appena questa arriverà, la corsa sarà chiusa in anticipo. Ulteriore variabile quella dei fulmini che potrebbero anticipare il fronte temporalesco ma in maniera più imprevedibile per i crew chief.

E sono proprio i crew chief a scatenarsi in questo momento: Reddick e McDowell non si fermano, seguono poi Larson, Gilliland, Gragson, Cindric e Burton su due gomme, poi Hamlin, Bell, Blaney, Elliott, Chastain e tutti gli altri con una sosta completa. E Truex? Sosta disastrosa per lui con problemi alla posteriore destra e Martin precipita dal primo al 26° posto.

Dopo una lunga caution si riparte con 108 giri (tecnicamente, in realtà sulla carta molti di meno) alla fine e il nervosismo è evidente fin da subito. Pronti via e Logano sbaglia la frenata in curva1 centrando Elliott. Per i due ci sono danni evidenti ad una ruota ciascuno, ma riescono a ripartire, Chase (con il box che sbagliando crede che a spingere la #22 sia stato Chastain) a pieni giri, Logano staccato di un paio di tornate. Grala è il lucky dog. E davanti Reddick e McDowell, ancora primo e secondo, sorridono visto che la pioggia non rallenta.

Nuovo restart ai -102 con Larson, Gilliland, Cindric, Gragson, Hamlin, Burton, Bell e Blaney ad inseguire la coppia al comando. Kyle riesce a liberarsi quasi subito di McDowell aggirandolo e quasi attacca il leader, ma dopo un paio di giri arriva un’altra caution con LaJoie che finisce in testacoda in curva2 danneggiando il muso contro il muro interno. Ty Dillon è il lucky dog.

Reddick, che ora precede Larson, McDowell, Hamlin, Gilliland, Cindric, Burton, Blaney, Gragson ed un Bell invischiato nel traffico, inizia a sfregarsi le mani perché dietro la pace car Haley inizia a notare che ha iniziato a piovigginare.

Ma non basta e quindi si riparte con 96 giri alla fine. McDowell scatta meglio di Larson e torna al suo fianco, tuttavia Kyle reagisce e al passaggio successivo sul traguardo c’è un 3-wide con i tre racchiusi in 0.094″. McDowell deve alzare il piede e rimangono in due. Reddick vs Larson, si capisce che è un momento decisivo, la #5 attacca in curva3 e per poco non completa il sorpasso al giro 207, ma la #45 dall’esterno arriva d’inerzia e sul traguardo è davanti di appena un centesimo rimanendo poi al comando perché Larson perde l’attimo, Hamlin si inserisce nella lotta, passa di forza la #5 in curva4 e Kyle rimbalza pesantemente.

E arriva un’altra caution che sembra chiudere tutto: Keselowski tocca Truex in un 3-wide molto ampio e che invece si restringe (Martin non la prende per nulla bene) nella pancia del gruppo, lo manda in testacoda e contro il muro; LaJoie è il lucky dog.

Reddick è ancora al comando però ora è seguito da Hamlin, Blaney, McDowell, Larson, Gilliland, Haley, Bell, Gragson e Cindric. Durante la caution c’è un interessante battibecco fra Larson ed il proprio spotter. Dall’alto dicono a Kyle, probabilmente nel momento sbagliato, che affronta sempre Hamlin in maniera troppo morbida e dal volante il campione 2021 risponde con un seccato “stai zitto” (ed è un eufemismo).

Non piove ancora a sufficienza e quindi si riparte ai -87. Hamlin sembra avere la grande chance, ma scatta male e quindi è Blaney a cercare di seguire Reddick prima del contrattacco di Denny. Tuttavia subito arriva un’altra caution con Busch che finisce in testacoda in curva2 dopo essere stato toccato nel mucchio da Preece (da notare anche Grala che tocca le barriere) e come LaJoie va verso il muro interno.

Stavolta però le gocce di pioggia aumentano sul rettilineo opposto e arriva l’inevitabile. Dopo 5′ dietro la pace car, con 220 giri completati in pratica, arriva la bandiera rossa che sembra essere la fine della corsa visto il radar. La classifica vede Reddick al comando su Blaney, Hamlin, Gilliland, Haley, McDowell, Larson, Cindric, Bell e Gragson.

Le auto però a differenza degli anni scorsi non si accodano dietro la pace car in pit lane ad un passo dalla linea del traguardo per completare appunto il 220° giro, bensì si fermano tutti nel proprio stallo. Già, perché ai box ci sono le gomme da umido (non da pioggia, impossibile correre con precipitazioni consistenti su un ovale) pronte sul muretto e quindi la NASCAR dice a tutti di andare nel proprio posto, pronti eventualmente per un cambio gomme e ripartire.

E la situazione dall’esterno sembra questa. Dopo un breve scroscio, infatti, la pioggia ha smesso di cadere, c’è Blaney che sta facendo l’intervista in TV senza ombrello e la domanda che si fanno tutti è una sola: perché non si riprende?

La situazione è paradossale. C’è la pista umida, ci sono ben quattro set di gomme da umido eppure si sta fermi ai box. Come se si aspettasse il temporale più intenso apposta. Come se si cercasse la scusa per finirla qui e non disturbare nemmeno la IndyCar che di lì a 90′ circa prenderà il via a Laguna Seca mentre in un weekend particolarmente sfortunato anche la Trans Am a Mid-Ohio (vittoria di Paul Menard) e l’IMSA al Watkins Glen (vittoria Penske) hanno visto altri diluvi biblici.

La situazione da questo lato dello schermo (grande e piccolo) diventa sempre più tragica, mai però come il settore comunicazione della NASCAR. Il PR Mike Forde comunica sì, ma su Twitter. E in questa forma, forse non professionale al massimo: “Per la chiarezza di tutti, cavolo, quando si parla di ovali queste auto non hanno né tergicristalli né paraschizzi. La NASCAR è stata coerente nel non correre sugli ovali per ragioni di sicurezza quando piove o la pista potrebbe alzare dello spray.”

Ovviamente tutti gli rispondono con la più scontata delle domande: “E allora portare le gomme da umido non ha alcun senso?” Al che Forde risponde: “Ottima domanda. Le gomme da umido aiutano la NASCAR ad asciugare la pista più velocemente. Non c’è più bisogno di asciugare completamente l’asfalto per riprendere la corsa. Niente asciuga una pista più velocemente che 30+ auto da corsa. Le gomme da umido aiutano questo scenario.”

Quindi le gomme da umido servono solo su una pista che si sta asciugando e non su una potenzialmente che si sta bagnando. In ogni caso non si capisce la lunga attesa di 15-20′ in cui qualcosa si poteva fare nella tregua concessa dal cielo. Si capisce la rigidità della NASCAR nell’approcciare questo tema ancora agli albori, tuttavia l’immagine mostrata al pubblico non è delle migliori, specialmente come detto per mancanza di chiarezza.

A cavare le polemiche ci pensano i fulmini che dopo circa 35′ di bandiera rossa iniziano a cadere nel raggio che innesca il lightning hold che verrà rinnovato più volte. Dopo un’altra decina di minuti arriva anche il temporalone con molta acqua che cade in pista e si accumula in pit lane. La NASCAR tuttavia ancora aspetta, forse ha visto un varco fra due fronti che eviterebbero la pista passando a nord e a sud di Loudon. Sarà clamorosamente la scelta vincente.

Dopo 90′ di bandiera rossa infatti smette di piovere e subito vengono mandati in pista i jet dryer. Il radar ogni minuto che passa migliora e i team cominciano a preparare le gomme da umido. E così il desiderio di Reddick, che sembrava quasi realizzato, si infrange contro 2h14’49” di resistenza della NASCAR, di polemiche brucianti via social, di indecisione sul da farsi, su tifosi che malgrado addirittura un’allerta tornado sono rimasti in zona, su mille altre discussioni possibili sempre nell’ottica di rendere tutto lo spettacolo migliore e più comprensibile in futuro.

Torna a sventolare la bandiera gialla dunque a circa 1h50′ dal tramonto di Loudon, abbastanza sulla carta per disputare l’ultima ottantina di giri anche sulle gomme wet che obbligatoriamente sono state montate sulle vetture. Si riapre anche la pit lane, ma ci vanno solo gli incidentati Logano, Preece e Busch, poi si procede dietro la pace car valutando la pista e la situazione a livello di sicurezza e aderenza. Ma la gara pazza prosegue: sotto caution Kyle Busch, evidentemente con una vettura ancora danneggiata, perde il controllo e finisce a muro. Per lui la corsa, al terzo incidente, finisce qua proseguendo un giugno orribile per la #8. LaJoie finisce invece in testacoda ma prosegue.

La bandiera verde sventola a 73 giri dalla fine e inizia una nuova corsa, completamente inedita per tutti tranne forse per Bell (Bowman si è già ritirato e probabilmente è già a casa alla ripresa della corsa) che il giorno precedente ha fatto 10 giri in queste condizioni, probabilmente più asciutte, in Xfinity Series.

Reddick dalla corsia esterna mantiene il comando davanti a Blaney, seguono appunto Bell, un Larson che era parecchio abbacchiato durante la bandiera rossa, convintissimo di aver chiuso settimo dopo essere stato a pochi centimetri dalla prima posizione, e Gilliland. La classifica si rimescola, le Chevy di Hendrick che non sono la #5 spariscono ma anche le Toyota del JGR che non sono la #20. Risalgono invece le Ford.

A pista libera, mentre i piloti provano ogni traiettoria immaginabile, sfruttando anche tutto l’apron, si sparpagliano per la pista. Reddick, che a quanto pare ha potuto rifornire dopo la bandiera rossa contribuendo alla confusione regolamentare, guadagna 1.5″ su Bell, poi però arriva un’altra caution con Chastain, in quel momento sesto, che viene tamponato da Haley in curva4 e finisce in testacoda. Nemechek col secondo lucky dog di fila torna a pieni giri.

E qui la confusione aumenta ulteriormente: sul momento si capisce che si debba rimanere sulle gomme wet e quindi Keselowski, Grala, LaJoie e Chastain vanno ai box per montare un nuovo set di pneumatici intagliati. Poi però la rettifica della NASCAR: è vietato in ogni caso il cambio gomme. E onestamente non si capisce una rigidità del genere, in pit lane ci sono altri tre set di pneumatici wet e meno di 70 giri da disputare, la paura invece vince ai piani alti e offusca i ragionamenti che sembrerebbero logici in ogni altra categoria del motorsport.

Green ai -60 con Reddick davanti a Bell, Larson, Blaney, Gilliland, Haley, Berry, Hamlin, Elliott e McDowell. E Christopher approfitta dell’interno per tornare subito al comando visto che la #45 finisce addirittura in terza corsia. L’apron infatti, malgrado una traiettoria più stretta, è ancora umido mentre la pista è nella situazione limite, troppo asciutta per le wet e troppo bagnata per le slick e quindi il rischio blister sulle gomme intagliate è grande, al punto che in molti dopo pochi giri si lamentano degli pneumatici implorando una sosta ma senza tracce di cedimenti evidenti o degrado del battistrada.

Dietro alla coppia di testa e ad un Blaney che sorpassa nuovamente Larson prima di un nuovo controsorpasso, c’è molto dinamismo con McDowell, Buescher e Gilliland a scambiarsi le posizioni fra attacchi riusciti o mancati. Intanto si gira su tempi buoni, circa 34-35″ contro i 30-31″ di pista asciutta. In coda Cindric spedisce largo Stenhouse.

Bell sembra averne di più e mette 2.8″ fra di sé e Reddick che sta cedendo, al punto che ai -52 Blaney approfitta di un bump&run di Larson sulla #45 sull’apron per passare entrambi ed ora Ryan è a 3.3″ dalla vetta. Tyler scivola in fondo alla top5 mentre la #12 cerca di forzare il ritmo, riuscendoci. Quando Blaney è arrivato a 1.5″ da Bell, ecco che ai -46 che arriva un’altra caution con LaJoie che finisce nuovamente in testacoda sull’apron. Suárez è il lucky dog, ma recupera solo uno dei due giri persi.

Si inizia a vedere la traiettoria asciutta ed i piloti continuano a pregare in ginocchio un cambio gomme, ma la NASCAR è inflessibile. Green ai -39 con Bell davanti a Blaney, Larson, Buescher, Reddick, Berry, Gilliland, Briscoe, Haley e McDowell.

Larson scatta meglio di Blaney, tuttavia si deve riaccodare nuovamente alla #12 prima di una nuova caution: Gragson perde la vettura nettamente su un apron ancora bagnato e travolge un Wallace furioso al rientro in pit lane (Hamlin la scampa per un pelo), Austin Dillon (ritiro anche per lui poco più tardi) e Cindric. Altro lucky dog per LaJoie.

La NASCAR si arrende e concede il cambio gomme sempre rimanendo sulle wet, ma con le posizioni congelate per evitare guai in una pit lane ancora bagnata. Bell innesca un po’ di panico parlando di problemi elettrici ma prosegue.

Green ai -27 con Bell dunque che rimane al comando su Blaney, Larson, Reddick e Berry. La top3, con Ryan e Kyle che si sfiorano, rimane invariata mentre Tyler ricomincia la discesa già vista in precedenza e saluta definitivamente la vittoria; risalgono invece McDowell ed Haley.

Le traiettorie si fanno sempre più convenzionali e Bell mette 1″ fra di sé e Blaney con Larson raggiunto da McDowell con il sorpasso che arriva poco più tardi. Grala bacia il muro ma non è lui a provocare l’ennesima caution ai -17, bensì un Hocevar in crisi di gomme, che non riesce a tenere dritta la #77 e che finisce in testacoda. Suárez torna a pieni giri.

Viene vietato nuovamente il cambio gomme, tuttavia i problemi ora sembrano ben altri. Il cielo è ancora coperto, è data pioggia in arrivo a circa 30-45′, più o meno all’ora del tramonto, e quindi l’oscurità sta avanzando sempre di più. Avanza ancora spedita la confusione della NASCAR dato che si cambia idea e viene riammesso il cambio gomme rimanendo però ancora sulle wet.

Al choose cone Bell sceglie l’esterno con Bell e così McDowell va con Larson all’interno. Green ai -9 e caution ai -9: McDowell sbaglia ancora clamorosamente in un finale di gara con il successo a portata di mano, sbaglia la frenata in curva1 e travolge Blaney ponendo praticamente fine alla corsa di entrambi con Ryan che ha parole di fuoco per Michael. Paga pegno anche Haley che non riesce ad evitare la #34 e danneggia lo splitter. Gragson è il lucky dog.

Sprint di quattro giri con una classifica ancora cambiata, Bell sì al comando ma davanti a Larson, Berry, Briscoe ed Haley. I primi tre scelgono tutti l’esterno, dunque Briscoe avanza in prima fila. E così, a 48 ore di distanza dalla conferenza stampa ormai passata alla storia, si trovano affiancati (e molto vicini, quasi al contatto) i due quasi certi futuri compagni di squadra.

Bell allunga deciso sulla coppia Berry-Briscoe, poi seguono Larson e Buescher. La #20 sembra nuovamente in fuga per la vittoria, tuttavia Josh si scatena, si libera del compagno di squadra e si lancia all’inseguimento del leader al punto che a due giri e mezzo dalla fine la corsa non sembra chiusa. A riaprirla di tutto ci pensa Keselowski che finisce in testacoda, la NASCAR aspetta un attimo a chiamare la caution, ma poi è costretta a farlo. E quindi è overtime in una corsa che sembrava dover finire in anticipo con la bandiera rossa. Per la cronaca, nella 14esima e ultima caution di serata il lucky dog è Zane Smith.

Si va ai giri decisivi con sempre meno luce con Bell al comando su Berry, Briscoe, Larson, Buescher, Reddick, Burton, Stenhouse, Truex e Gilliland. Al choose cone Bell e Berry vanno esterni, Briscoe ancora interno con Buescher. Bandiera verde e Bell scatta molto bene prendendosi subito il margine decisivo, favorito ulteriormente dalla lotta in casa SHR che dura fino sul traguardo con la #14 che ha la meglio sulla #4 di appena 0.005″.

Bell completa dunque il cappotto in New Hampshire, sua pista preferita a livello di numeri, battendo in una corsa agonica Briscoe, Berry, Larson, Buescher, Reddick, Stenhouse, Nemechek (da -2 alla top10), Truex e Chastain, seguono Preece, Gilliland, Jones, Burton, McDowell, Gibbs, Hocevar, Elliott (sparito con la pioggia), Cindric ed un Ty Dillon che era stato anche in top15. Hamlin 24°, Blaney 25°, Byron 26°, Haley 29° con una vettura che andava dritta dopo l’incidente, Logano 32° a -3.

Si chiude così, in una luce spettrale, con la pioggia che torna a cadere nemmeno 30′ dopo la bandiera a scacchi una corsa sulla carta qualche giorno fa nemmeno doveva disputarsi. E invece un po’ di fortuna e un po’ di audacia nel pensare le gomme wet ha prodotto un finale ricco di tensione che verrà sicuramente rivalutato in futuro.

NASCAR Cup Series Bell New Hampshire Loudon 2024

La NASCAR dovrà smussare parecchi spigoli nella gestione delle gomme intagliate, dovrà vincere la paura e lasciare che siano piloti e team a gestire autonomamente queste fasi di gara, concedendo libertà strategica e facendo emergere così il connubio migliore in condizioni anomale, anche se lo scalino della situazione da Schrödinger (pista troppo bagnata per le slick e troppo asciutta per le wet) ci sarà sempre nella transizione. La speranza, ovviamente, è che alla prossima occasione tutti siano pronti, più per la mentalità che per le capacità.

Aggiornamento: dopo la corsa il senior vice president of competition della NASCAR Elton Sawyer in una intervista ha dichiarato: “Penso che quando abbiamo iniziato tutto questa iniziativa sulle gomme da bagnato, la nostra intenzione principale era quella di iniziare le corse in orario. Questo ci è tornato molto utile sabato per la gara della Xfinity Series, ma anche per tornare in regime di bandiera verde il più velocemente possibile in caso di ritardi come successo oggi.

[…] Ci sono ancora delle cose che dobbiamo imparare in tutto questo. Onestamente non vorremmo mai infilarci nel discorso gomme. Vorremmo lasciarlo ai team, ma continuiamo a procedere per piccoli passi ed imparare. Prima o poi ci arriveremo, vogliamo solo farlo nel modo più sicuro possibile. […]”

I risultati odierni

La classifica della “USA Today 301”

La classifica generale

Così in campionato a 8 gare dalla fine della regular season della NASCAR Cup Series 2024

Le altre categorie

Xfinity Series: Christopher Bell trionfa a Loudon in un finale pazzo

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la NASCAR farà tappa al Nashville Superspeedway. Venerdì notte tornerà in pista la Truck Series, sabato sarà la volta della Xfinity e, infine, domenica alle 21:30 (diretta su Mola) la Cup Series.


Immagine: Media NASCAR

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