NASCAR | Chip Ganassi vende il team al Trackhouse Racing

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Tempo di lettura: 6 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
30 Giugno 2021 - 23:40
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Ganassi lascia relativamente a sorpresa la Cup Series dopo 20 anni. Trackhouse compra tutti i suoi asset e raddoppia la presenza in gruppo


Quando 24 ore fa il Trackhouse Racing aveva annunciato una conferenza stampa per un importante annuncio nessuno poteva immaginare che questo sarebbe stato di questa portata. Probabilmente nessuno aveva capito di cosa si sarebbe parlato nemmeno quando sul palco della Hall of Fame oltre a Justin Marks si è presentato anche Chip Ganassi. Anche l’idea di una collaborazione fra i due era esclusa, data l’alleanza tecnica fra Trackhouse e Richard Childress. Invece si trattava di qualcosa di enormemente più grande.

Prima di analizzare l’annuncio odierno bisogna tornare indietro agli scorsi mesi: il debutto della vettura Next Gen, che promette costi ridotti sul lungo termine per i team, ha attratto molti nuovi proprietari in Nascar e specialmente verso la Cup Series. Due di questi hanno già debuttato a tempo pieno nella categoria regina quest’anno e sono il Trackhouse Racing, che ha a capo l’ex pilota Justin Marks ed il cantante Pitbull, ed il 23XI Racing, con Denny Hamlin e la leggenda Michael Jordan nel ruolo di proprietari.

Entrambi i team nelle scorse settimane hanno espresso il desiderio, ed anche formulato i piani, per espandersi fin dal 2022. Il problema per entrambi però era il possesso di uno dei 36 ambitissimi charter, ovvero una delle franchigie che dà il diritto-dovere di prendere il via in tutte le gare del campionato. E dato che la domanda si è innalzata molto negli ultimi mesi, anche il prezzo dei charter si è alzato fino a raggiungere, secondo fondi affidabili, la quota di 10 milioni di dollari l’uno.

A scompigliare le carte appena 10 giorni fa ci avevano pensato GMS Racing e Kaulig Racing. Il primo team, attivo ad alti livelli (39 vittorie e due titoli) nella Truck Series, ha espresso il desiderio di sbarcare, dopo la fugace apparizione in Xfinity, in Cup Series nel 2022 part-time o full-time. Ma quello che ha cambiato il volto del mercato 2021/22, che vede più attenzione – finora – più sui team che sui piloti, è stato Matt Kaulig.

Si sapeva che il Kaulig Racing nel 2022 sarebbe stato a tempo pieno in Cup Series dopo la progressiva fase di apprendistato del 2019-20. Quello che ha preso alla sprovvista tutti è stato l’annuncio a Nashville di aver acquistato non uno, bensì due dei tre charter dallo Spire Motorsports, uno quello attualmente usato per la vettura #77 e l’altro quello prestato per il 2021 proprio al Trackhouse Racing. E proprio questo team sembrava quello messo all’angolo da un annuncio del genere, infatti ben due charter erano usciti dal mercato e di altri in giro ne erano rimasti pochi ad un prezzo sempre più elevato.

Quello che nessuno sapeva era che da due mesi Justin Marks stava invece trattando l’affare dell’anno nel più totale segreto con Chip Ganassi. Quest’ultimo lo ha ammesso oggi in conferenza stampa, di vendere il team non aveva alcuna intenzione, però Marks si è presentato a Pittsburgh con “una offerta che non poteva rifiutare” (parole dello stesso Ganassi). La trattativa è andata avanti per settimane ed è stata chiusa nelle scorse ore, proprio prima della conferenza stampa.

Dunque Chip Ganassi vende il team, asset e i due charter della vettura #1 e della #42 inclusi, al Trackhouse Racing, il quale dunque nel 2022 potrà schierare con tutta tranquillità (anche economica, dato che i team con charter ricevono più soldi dalla ripartizione dei premi) due auto, la #99 per il confermato Daniel Suárez – protagonista di un’ottima stagione che lo vede ad oggi al 18° posto in campionato con una top5 e tre top10 in 19 gare – e l’altra per un pilota ancora da scegliere; lo stesso Marks ha confermato che gli attuali piloti del team Ganassi, ovvero Kurt Busch e Ross Chastain, sono in cima alla lista dei pretendenti, ma non sono gli unici.

Ragionando a posteriori questa notizia però non deve cogliere tutti di sorpresa: Chip Ganassi negli ultimi anni ha dovuto affrontare molte difficoltà. Nell’ordine ha dovuto salutare lo storico sponsor Target, poi è rimasto vittima (insieme alla stessa Nascar) della truffa DC Solar (la cui sentenza contro Jeff Carpoff è attesa a settimane) basato sul più classico degli schemi Ponzi, fatto che aveva provocato la chiusura del team in Xfinity Series nell’inverno 2018/19 e che aveva lasciato momentaneamente a piedi proprio Chastain, infine lo scorso anno il caso Larson che gli aveva fatto perdere prima lo stesso Kyle, licenziato, e poi anche sponsor come Credit One.

Tre brutti colpi dunque quelli subiti da Chip in meno di cinque stagioni. Ganassi poi, arrivato a 63 anni, ha fatto capire che ad una certa età si può chiudere anche un capitolo della storia (anche se Roger Penske e Joe Gibbs non mollano malgrado siano ultraottantenni). All’attivo per il Chip Ganassi Racing in Nascar in questi 20 anni ci sono – appena – 14 vittorie in Cup Series, 20 in Xfinity e nessun titolo. Chip ha confermato che l’impegno in IndyCar, IMSA ed Extreme E proseguirà senza contraccolpi.

Si chiude così la storia complicata del Chip Ganassi Racing in Nascar. Iniziata ufficialmente nel 2001 con l’acquisizione da Felix Sabates del SABCO Racing, l’altro momento cruciale della scuderia arrivò nel 2008 quando Chip Ganassi e Theresa Earnhardt annunciarono la fusione del CGR e del Dale Earnhardt Inc., un team ormai privo di ogni legame col passato vista la scomparsa prematura di Dale Sr. ed il divorzio polemico con la matrigna da parte di Dale Jr. in direzione Hendrick. Un team che negli anni d’oro, ovvero fra 1999 e 2004, aveva come vicepresidente Ty Norris il quale ora invece è presidente proprio del Trackhouse Racing.

Il ciclo non si chiude solo in questo modo: 13 agosto 2016, a Mid-Ohio è in programma la gara della Xfinity Series. Piove a dirotto e serve una certa esperienza con l’acqua e le curve a destra. Il pilota della vettura #42 del Chip Ganassi Racing ce l’ha e quel giorno domina la corsa. Ad esultare in victory lane per il suo unico successo in Nascar è Justin Marks.

Nascar Xfinity Justin Marks Mid-Ohio 2016

E chissà che numero (e anche che pilota) sceglierà il Trackhouse Racing da affiancare alla #99 di Daniel Suárez, magari potrebbe essere proprio il #42. Di incognite ce ne sono ancora molte, ad esempio che ne sarà dell’alleanza con il Richard Childress Racing nel 2022, o quanti degli asset comprati da Ganassi torneranno utili con la Next Gen oppure quanto verrà ritardato il progetto di trasferire il team a Nashville (dove ci sono molti degli investitori del team di Marks e Pitbull) visto che l’anno prossimo invece la scuderia avrà sede nell’ex sede Ganassi.

Ci sarà tempo per sapere tutti i dettagli, l’unica cosa certa è che ora ad essere “on the clock”, come si dice nei draft degli sport USA, è il 23XI Racing. Se vorranno davvero espandersi già nel 2022, l’investimento ingente dovrà essere il loro.

Il video completo della conferenza stampa:


Immagine: Twitter (Trackhouse Racing) e media.nascar.com

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