Il Trackhouse Racing domina ad Austin, prima con uno sfortunato Suárez e poi con Chastain che guida per l’ultima stage fino alla battaglia finale con Allmendinger e Bowman. Decisiva un’incredibile bocciata alla penultima curva che manda fuori sia AJ che Alex poi secondo
La prima vittoria nella storia del Trackhouse Racing era nell’aria, infatti il team di Justin Marks e Pitbull si era presentato ad Austin come la squadra con più top5 all’attivo nel 2022. Capire se ad ottenerla sarebbe stata Ross Chastain o Daniel Suárez era difficile, improbabile prevedere che questa sarebbe arrivata ad Austin, incredibile il fatto come entrambi, il messicano all’inizio prima di una serie di guai mentre il coltivatore di angurie della Florida nel finali, siano stati ancora grandi protagonisti.
Chastain ha vinto con ampio merito usando la giusta aggressività su Allmendinger (grosso duello fra i due per tutto il weekend) che ha privato di un successo anche Bowman che è stato in testa per qualche decina di metri sempre al momento giusto. Ovviamente le polemiche non sono mancate, su questo e altri temi, la NASCAR dovrà risolvere alcuni problemi derivanti dalla prima gara su uno stradale della Next Gen, ma la vettura anche qui è stata approvata.
Prove libere e qualifiche
Il sabato ad Austin è soleggiato e tutti sono curiosi di vedere la Next Gen, una vettura pensata anche per gli stradali e non solo per gli ovali, all’opera anche nelle curve a destra. Partendo dal fondo, con un piccolo spoiler, l’auto passa il test di resistenza alla grande: Blaney dopo 9′ delle libere nel Gruppo A finisce in testacoda in curva10 e si appoggia alle barriere in gomma, meno di due ore dopo è in pole position.
Nelle libere ci sono guai anche per Kyle Busch (testacoda), Harrison Burton (idem) e Joey Hand che fora la anteriore destra e la carcassa distrugge il passaruota; il veterano dell’endurance così è costretto a saltare le qualifiche insieme ad Andy Lally la cui vettura ha fallito i controlli tecnici tre volte. Al termine della sessione il più veloce è Kyle Busch (2’12.455″) davanti a Suárez, Bowman, Burton e Reddick.
Dopo pochi minuti di pausa si va subito in qualifica: il primo round vede una bandiera rossa (Cody Ware nella ghiaia per lo sterzo che non funziona regolarmente), poi dopo i 20′ a disposizione avanzano alla fase finale Custer, Cindric, Haley, Hamlin (che aveva sbagliato il primo tentativo) e Blaney. Eliminati a sorpresa Larson ed Elliott, curiosamente con lo stesso tempo al millesimo dopo che Kyle fa solo un giro e Chase che deve seguire la #5 dopo una crisi nera nelle libere. Il secondo gruppo conferma la sorpresa Suárez che è il migliore su Reddick, Bell, Logano e Bowman; Chastain eliminato per soli 0.024″.
I 10′ per la pole premiano alla fine Ryan Blaney che gira in 2’12.343″ beffando per soli 0.026″ Daniel Suárez che perde un decimo all’ultima curva e rimane col miglior tempo di giornata nel primo round (2’11.787″); completano la top10 Custer, Reddick, Bowman, Logano, Bell, Hamlin, Haley e Cindric che era finito in testacoda al primo tentativo.
La gara
Ad Austin quest’anno niente diluvio, anzi c’è la prima giornata estiva con temperature prossime ai 30 °C. Sono ancora in giro le vibrazioni del terremoto scatenato dalla penalità comminata a Keselowski e al suo team ma anche le polemiche sui track limits nel finale della gara della Xfinity Series.
E la causa di questo indirettamente è la Next Gen: nel 2021, infatti, all’interno delle esse c’erano dei dissuasori che impedivano appunto il taglio eccessivo delle curve stesse, tuttavia la vettura attuale è molto più bassa di quella precedente e quindi si è preferito toglierli per evitare problemi potenzialmente rischiosi. Purtroppo sarà un inconveniente che lascerà molte polemiche e che dovrà essere risolto in vista del 2023.
Dopo aver mandato in fondo Hezemans, il pilota olandese campione della NASCAR Whelen Euro Series al debutto in Cup Series, Hand, Allmendinger (problemi allo sterzo), McDowell, Jones, Said e Bilicki per modifiche in parco chiuso e prima del drive through da scontare da Lally per i tre controlli tecnici falliti, la gara può partire.
Blaney mantiene al comando in una pulita prima curva e precede Suárez, malgrado il messicano provi ad allungare la staccata dall’esterno, Reddick, Custer e Logano. Nella prima metà di giro sembra che Tyler sia in grado di passare la #99 e invece al tornante in curva11 è Suárez che passa all’attacco e Daniel passa al comando; dietro di loro Logano finisce largo sulla terra ma rimane quinto.
Nasce così una fuga a tre perché Custer si stacca subito, dietro di lui Hamlin supera Logano alla prima curva del secondo giro ed Elliott, pur rimanendo dietro a Larson, quasi fa la fiancata al compagno di squadra; la prima penalità del giorno per track limits è per Hezemans e poco dopo ne arriverà una anche per Said.
I primi tre viaggiano leggermente separati e Suárez mette qualche metro di vantaggio (il gap rimarrà sempre fra 0.8″ e 1.2″ circa) su Blaney; la rimonta di Hamlin invece finisce subito, infatti a causa del sovrasterzo viene sorpassato di nuovo da Logano e poi subito dopo da Cindric che nei giri successivi dimostrerà di essere il più veloce nel settore finale; Briscoe esce dalla top10 dopo un lungo alla staccata più impegnativa.
I giri passano e si notano sempre di più le rimonte: Logano e Cindric raggiungono Custer mentre sia Bowman che Larson, malgrado leggeri problemi di surriscaldamento che accusa quasi tutto l’Hendrick Motorsports, recuperano terreno con il primo che punta Hamlin ed il secondo che si fa vedere su Kyle Busch.
A metà stage Suárez ha 1.3″ su Blaney, 3.5″ su Reddick, 5.4″ su Cindric che ha passato Logano (+6.0″), 6.4″ su Bowman, 6.9″ su Custer, 9.6″ su Chastain che pure lui sta recuperando, 10.4″ su Haley e 10.5″ su Hamlin; Larson, Bell, Kyle Busch ed Elliott completano la top15 mentre la rimonta dal fondo di Allmendinger sembra essersi esaurita al 21° posto.
Mentre proseguono le battaglie, ad esempio fra un Briscoe che ha difficoltà in scalata ed Elliott, iniziano le polemiche, infatti Hamlin, che è stato scavalcato dalla #5, dice via radio che Larson sta tagliando le esse e non viene punito; ci sarà da discutere fino a fine gara su questo.
Nel frattempo continua la rimonta sorprendente di Bowman che scavalca anche Logano ed entra nella top5. Ai -7 nella prima stage da 15 giri Blaney stampa il giro più veloce (2’14.708″) e guadagna ben quattro decimi a Suárez, ma Daniel reagisce e tiene a distanza la #12.
Il finale di stage si sta avvicinando e dunque si inizia a parlare di strategie, infatti si deve capire chi pitterà puntando a ripartire davanti dopo il break e invece chi aspetterà per fermarsi per prendere i punti del traguardo intermedio perdendo però tutta la track position.
In questa fase non mancano i colpi di scena: Kyle Busch finisce in testacoda alla staccata in fondo al rettilineo più lungo dopo essere stato toccato da Elliott (che si assume la colpa dopo aver bloccato in frenata); Rowdy perde un sacco di tempo perché rimane per un attimo fermo in mezzo alla pista e prima di ripartire preferisce fare retromarcia e spostarsi nella via di fuga per non essere travolto.
Ma la sorpresa più grande è il sorpasso di uno scatenato Bowman su Cindric ai -3 dopo che entrambi poco prima avevano raggiunto e superato Reddick. Mentre succede questo in molti in coda devono già pittare e sono Hamlin, Bell, Harvick, Wallace, Allmendinger, Kurt Busch, Buescher, Truex, Byron e molti altri; Austin Dillon e Gilliland si prendono una penalità rispettivamente per ruota fuori controllo e interferenza.
Ai -2 però si capisce molto del possibile andamento della gara, perché bisogna vedere chi si fermerà e chi tagliando il traguardo chiuderà virtualmente la pit lane. Suárez e Blaney non si fermano e quindi puntano al bottino immediato, Cindric, Reddick, Custer e Chastain invece pittano e quindi la #99 e la #12 si contendono la vittoria nella stage. Ryan spinge forte così come un Bowman in recupero, ma Daniel gestisce la pressione al meglio.
Suárez vince dunque la prima stage (la seconda in carriera e l’altra occasione fu sempre su uno stradale al Watkins Glen nel 2017) davanti a Blaney (+1.9″), Bowman (+3.2″), Logano (+10.0″), Larson (+10.3″), Haley (+16.2″), Elliott (+16.7″), Briscoe (+35.2″), Burton (+36.5″) e Cindric (+41.5″) che è leader virtuale; oltre ai primi nove non si sono fermate ai box altre tre vetture e sono Stenhouse (12°), Keselowski (15°) e Bilicki (16°). Tutte e 39 le vetture sono ancora a pieni giri malgrado Ware abbia problemi al servosterzo.
Al break si completa il giro di soste (nessuno infatti punta a finire il pieno andando fuori sequenza) e così Cindric passa al comando mentre Suárez scivola così in 20esima posizione; purtroppo sarà la decisione sbagliata che cambierà la sua gara. Durante la caution McDowell riporta via radio che secondo lui sulla vettura si è rotto qualcosa di meccanico.
Alla bandiera verde dei -13 tutti passano indenni tranne proprio Suárez che, pur essendo tutto largo all’esterno, nel 3-, 4- o 5-wide che si crea al rampino della prima curva viene toccato, finisce in testacoda e fora la posteriore sinistra; Daniel dunque deve farsi un giro intero su tre ruote stando attento a non rovinare il diffusore. Per sua fortuna non verrà doppiato e la vettura non sembra troppo danneggiata come dimostrano i tempi sul giro successivi.
Pochi secondi più tardi arriva un altro colpo di scena: Larson va in testacoda nelle esse e anche lui deve ripartire dal fondo. Nel frattempo in vetta al gruppo Chastain si è tuffato all’interno della prima curva ed è passato al secondo posto dietro a Cindric. Ross tuttavia non si ferma qua e mezzo giro più tardi e attacca Cindric sul rettilineo più lungo, Austin si difende in frenata dall’esterno ed alla curva successiva torna davanti, tuttavia i due hanno permesso a Reddick di rifarsi sotto e tornare secondo.
Non inquadrato al giro successivo c’è un altro contatto: Keselowski perde il controllo in frenata e travolge l’incolpevole Lally che, con la sospensione ko, è costretto al ritiro. Ai -10 la classifica vede dunque Cindric al comando davanti a Chastain, Reddick, Hamlin, Allmendinger, Custer, Byron, Bell, Truex e Kyle Busch (che con il “It’s fucking junk” via radio omologa la sua gara). Chi ha pittato al break fatica a rimontare nel traffico: Logano è 16°, ma presto verrà scavalcato da Elliott, Bowman invece perde efficacia con i freni e soffre più del previsto; McDowell, infine, si aggiunge alla lista dei penalizzati.
Questa fase di gara segna l’ingresso definitivo di Allmendinger nella lista dei favoriti dato che con il sorpasso su Hamlin si porta al quarto posto; in vetta Cindric sembra poter allungare, ma il GPV di Chastain (2’13.989″) non gli permette di staccare Ross che rimane fra 1″ e 1.5″. In coda, invece, penalità sempre per i track limits per Ware ed Hezemans (la seconda). Questo dato comincia a far storcere il naso a molti, infatti tutti i penalizzati erano praticamente in fondo al gruppo: possibile che nessuno dei leader abbia al contrario commesso nemmeno un errore nei primi 20 giri?
Il finale della stage vede alcune prestazioni crescere ed altre calare. Reddick ad esempio viene raggiunto e passato da Allmendinger per il terzo posto, Kyle Busch invece crolla e viene sorpassato da Buescher anche se poi Chris rovina tutto finendo lungo in staccata. AJ va veloce e spinge Chastain ad alzare il ritmo; ai -5 Cindric ha 0.6″ sulla #1 e 3.5″ sulla #16 con gli altri ad oltre 5″ a partire da Reddick, Hamlin, Custer, Byron, Bell, Truex e Jones; Stenhouse invece perde terreno per un problema ad un cilindro.
Il recupero di Chastain è travolgente (nel senso buono del termine), infatti appena raggiunge Cindric tenta subito il sorpasso in curva11, ma la #2 resiste in accelerazione, poi si entra nel discorso strategico. Ai -3 pittano Bell, Truex, Jones, Harvick, Elliott, Buescher, Bowman, Hand, Briscoe, Haley, Larson, Gilliland, McDowell e LaJoie che si prende una penalità per eccesso di velocità.
Ai -2 Chastain attacca di nuovo al tornante e Cindric si difende ancora in accelerazione, ma Ross tira fuori il coniglio dal cilindro nel terzo settore che fino a quel momento era stato a vantaggio di Austin, infatti Chastain scavalca Cindric a due curve dall’ingresso dai box dove entrano entrambi per il loro pit stop insieme ad Allmendinger, Reddick, Custer e Byron che anche lui commette un’infrazione per eccesso di velocità.
Gli ultimi due giri sono di controllo per tutti e a vincere dunque la seconda stage è Hamlin davanti a Kyle Busch (+8.7″), Logano (+9.0″), Blaney (+9.7″), Almirola (+15.8″), Austin Dillon (+17.2″), Burton (+18.8″), Chastain (+21.2″ e leader virtuale), Cindric (+21.5″) e Wallace (+22.2″). Con solo Lally nel garage e ritirato tutte le altre 38 auto sono a pieni giri e dunque anche in questo caso non ci sono lucky dog.
Al break ovviamente si apre la pit lane anche per gli altri, ma non Logano e Blaney che (esattamente come previsto e successo in altre gare) tirano dritto puntando a fermarsi nel corso della stage finale per dividere la parte finale di gara in due stint più equilibrati. Per loro però devono andare bene due cose: rimanere davanti alla ripartenza (ed il basso degrado delle gomme potrebbe aiutarli) e la mancanza di caution nel breve termine. Entrambe le cose non si verificheranno.
Si riparte ai -36 con Logano davanti a Blaney, Cindric, Chastain, Allmendinger, Reddick, Custer, Bell, Jones, Truex, Bowman ed Elliott con Larson 15°, Kyle Busch 21°, Hamlin 22°, Suárez 29° ed in coda per penalità e problemi Byron, Stenhouse, Ty Dillon, LaJoie, Ware e Kurt Busch in giornata nera per l’assetto.
La gara di Logano e Blaney salta subito: Joey perde il controllo in frenata fra bump ed un po’ di filler che si solleva ed il salvataggio è degno di un rodeo, Blaney blocca le gomme ed arriva lungo e quindi per Chastain il compito di passare in testa è molto semplice.
Per Penske la gara diventa drammatica visto che Cindric al giro successivo, nel tentativo di stare dietro a Chastain ed Allmendinger che gli sono finiti davanti, va in testacoda in curva10 venendo sfiorato da Bell. Nel frattempo anche Hand era finito in testacoda al rampino dopo un contatto subito da Almirola.
A fermare tutti però ci pensa una (fantomatica) caution per detriti; la nuova classifica vede Chastain al comando su Allmendinger, Reddick, Blaney, Bell, Briscoe, Custer, Truex, Elliott e Bowman, Larson è 12°, Kyle Busch 15°, Hamlin 17° davanti a Logano, Suárez 23°. La caution, inoltre, arriva troppo presto per Joey e Ryan in quanto non si è aperta la finestra per l’ultima sosta e la pace car ricompatta il gruppo annullando i distacchi.
Nonostante questo Logano, Cindric (gomma spiattellata), Stenhouse (ancora problemi al motore), Grala, Said, Hand e Ware vanno ai box e si riparte con la top10 invariata ai -32. Chastain si difende da possibili divebomb e rimane al comando, ma Ross inizia a curare Allmendinger che è più veloce (come il giorno precedente in Xfinity) in accelerazione, dunque Chastain maliziosamente ad ogni ripartenza allargherà sempre di più in curva1 per costringere AJ ad alzare il piede e non finire nell’erba.
A seguire la coppia di testa a sorpresa ora c’è Bell, infatti Reddick è entrato in una fase di calo che lo vede staccarsi e venire attaccato da Briscoe ed i due si toccano nelle esse. Il sogno di Christopher dura però appena mezzo giro, poi accusa problemi allo sterzo (simili a quelli di Allmendinger del sabato) e rallenta vistosamente; ad ereditare così la top5 è Elliott che sorpassa Blaney dopo essersi tuffato al tornante.
Mentre Bell va ai box per risolvere il problema (che in un primo momento sembra quasi terminale), anche il suo compagno di squadra Hamlin inizia ad avere problemi allo sterzo che, secondo lui, si blocca a tratti e all’improvviso, ma riuscirà a proseguire. Ai -30 Chastain ha 0.7″ su Allmendinger, 3.6″ su Briscoe, 4.6″ su Reddick (anche lui forse con problemi di sterzo), 5.2″ su Elliott, 5.9″ su Blaney, 7.1″ su Custer e Truex, 7.5″ su Bowman, 8.7″ su Kyle Busch e Larson.
Mentre in testa a 24 ore di distanza torna il duello fra Chastain ed Allmendinger, Reddick continua la fase di calo venendo scavalcato da Elliott il quale dunque diventa pericoloso per la vittoria. In coda invece la giornata già difficile di LaJoie diventa tragica: prima in curva11 arriva lungo e fa la fiancata a Gilliland, poi fora la anteriore destra, va ai box e nella sosta commette un’infrazione per eccesso di velocità e nello scontare la penalità commette un altro speeding.
I colpi di scena però sono solo all’inizio: dopo un’ulteriore sosta ai box di Bell (e quindi si pensa che il problema sia davvero grave), Jones si ferma in pista senza potenza e quindi la caution è obbligatoria; Bell si risolleva e col lucky dog (il primo in assoluto della gara) torna a pieni giri.
Mancano 27 giri alla fine e una sosta in questo momento metterebbe tutti al limite con la benzina per arrivare in fondo, ma un eventuale overtime metterebbe tutti in crisi; inoltre non si può fare come sugli ovali in cui si può rabboccare eventualmente ad un giro dalla ripartenza per essere al sicuro, infatti la green sventola sempre al giro successivo alle soste e con 36 auto e pieni giri si perderebbero troppe posizioni.
Tutti ovviamente vanno ai box e, mente Cindric ed Austin Dillon fanno solo il pieno, Elliott ha una sosta lenta e Chase (11°) si lamenterà via radio col team, Chastain rimane al comando su Briscoe, Reddick, Bowman, Allmendinger (che si trova Blaney da evitare in uscita dallo stallo), Kyle Busch, Cindric, Larson, Truex ed Hamlin. Sosta lenta anche per Haley e Kurt Busch (lungo nello stallo) mentre Keselowski, già in coda, si prende una penalità.
Mentre ad Allmendinger dicono che è due giri a corto con la benzina e Suárez riporta di essere senza servosterzo, si riparte ai -25 e Chastain come prima chiude subito da eventuali tuffi alla prima curva in cui AJ ci prova lo stesso. Il più veloce nelle esse è però Briscoe che, con un sorpasso in curva11, sia si difende da Reddick che supera Chastain passando al comando; in coda invece Logano viene tamponato (e Joey si arrabbia notevolmente con qualcuno, anche perché è saltata la convergenza) e finisce in testacoda.
La leadership di Briscoe dura mezzo giro, poi fra staccata in fondo al rettilineo più lungo e complex finale si riporta davanti alla #14, ma Chase reagisce e ripassa alla prima curva. Un nuovo duello fra Chastain, Briscoe e Reddick come a Phoenix si interrompe ben presto per un’altra caution: Wallace mentre procede a rilento perde la anteriore sinistra e in settimana dunque ci saranno penalità pesanti per il team. Hand, invece, si prende una penalità sempre per taglio delle esse.
Questa caution sembra essere abbastanza per salvare tutti con la benzina ma i timori sono ancora alti. In pochi vanno ai box (Suárez, Hand, Ware, Keselowski, Hezemans, Logano e Bell) per rischiare tutto o riparare la vettura, dunque dopo il lucky dog dato a Jones, si riparte ai -22 con Briscoe al comando su Chastain, Reddick, Allmendinger (che ha crampi alle gambe), Bowman, Kyle Busch, Cindric, Truex, Elliott e Larson.
Nuova green e Briscoe scatta bene così come Allmendinger che dall’esterno supera Reddick e si difende da Busch e che poi, finendo loose nelle esse, si trova dietro ovviamente il suo nemico del momento, ovvero Bowman. In curva11 Chastain scavalca di nuovo Briscoe e torna al comando; Chase in uscita di curva va largo sull’erba, ma malgrado il traverso riesce a resistere ad Allmendinger che tenta poi il sorpasso nel complex.
Ai -20 Chastain è primo con 0.7″ su Briscoe (al giro successivo suo GPV in 2’13.177″), 1.2″ su Allmendinger, 4.1″ su Kyle Busch, 4.6″ su Bowman e Reddick che è in crisi, 5.4″ su Elliott che ha scavalcato Cindric (+5.8″) che ha gomme più usurate, 6.1″ su Hamlin, 6.9″ su Larson; seguono Larson, Blaney (che accusa Kyle di tagliare le esse e si torna sempre lì), Harvick, Byron e Custer. Dopo la fase di difficoltà con i freni, però, Bowman torna in forma e inizia a recuperare scavalcando anche Kyle Busch.
Alex deve rimontare 5.4″ al gruppo di testa e si pensa che possa avvicinarsi a questo, ma non sarà così. Dietro di lui anche Elliott supera Reddick e poi punta Kyle Busch mentre Cindric resiste ad Hamlin. Dopo che Ty Dillon finisce in testacoda dopo essere stato colpito da Keselowski e Said si prende la seconda penalità, all’apparenza a sbagliare qualcosa in un duello è anche Hamlin, perché non inquadrato si trova all’improvviso dietro a Truex, Larson e Blaney. Guardando però i tempi però si nota il contrario: sono i tre che hanno dato una accelerata improvvisa al loro ritmo.
Davanti il terzetto al comando si ricompatta e ci si aspetta un nuovo sorpasso di Briscoe su Chastain, e invece in curva11 è Allmendinger (a cui dicono che è ancora un giro a corto) a scavalcare Chase. Ai -15 quindi Chastain ha 1.7″ su Allmendinger, 2.1″ su Briscoe, 8.2″ su Bowman, 10.3″ su Elliott, 11.3″ su Kyle Busch, 12.6″ su Reddick, 13.6″ su Cindric, 15.4″ su Blaney e 16.6″ su Larson.
Poi però un’altra caution: Stenhouse rompe la trasmissione e non riesce in tempo a trovare un varco nelle barriere, quindi si ferma in pista. Il periodo di transizione fra il rallentamento della #47 e la chiamata della caution ha permesso a Bell, Custer, Truex ed Harvick di fare una sosta ai box che riapre loro la contesa per la vittoria.
I leader ovviamente non pittano ma lo fanno piloti come Larson, Hamlin (sosta lunga per lui), Byron, Logano, Austin Dillon, Kurt Busch, Gilliland e Keselowski i quali puntano su gomme fresche e la sicurezza del pieno (o meno) di benzina. Si riparte ai -12 (Logano torna ai box con altri problemi) e la gara entra nella sua fase più tesa.
Chastain scatta bene e rimane davanti, dietro di lui Reddick, Briscoe ed Allmendinger sono molto vicini e nelle esse il contatto è inevitabile, Tyler tocca leggermente Briscoe che è costretto a tagliare una curva e, pur frenando, rientra in pista al settimo posto. Il caos aumenta dato che in curva11 Hand manda in testacoda Cindric e Grala perde il controllo per evitare la #2. Poi arriva una caution per fluidi (LaJoie rompe il motore) che frena tutti di nuovo.
La classifica vede ora Chastain davanti ad Allmendinger, Reddick, Elliott, Bowman, Kyle Busch, Briscoe, Blaney, Custer e McDowell, ma i colpi di scena non sono finiti qua, infatti Briscoe prima si prende una penalità per il taglio delle esse, poi la stessa viene revocata perché la NASCAR dice che è stato costretto a tagliare, infine la #14 va ai box (con lui Ty Dillon, Burton, Bilicki, Grala e Cindric) perché nella via di fuga ha spiattellato le gomme.
Nuova ripartenza ai -9 e Chastain si difende ancora, poi allarga ancora di più in uscita e tiene a bada un Allmendinger sempre più alterato per questo; seguono Reddick, Elliott e Bowman. Altri colpi di scena dietro di loro, infatti prima Custer (era ottavo e il migliore con gomme relativamente più fresche ma viene toccato da Truex), poi Hamlin ed infine Almirola vengono mandati in testacoda. Denny pure fora ed è costretto a tornare a rilento ai box così come Hand.
AJ, malgrado ondeggi nelle esse e allo stesso tempo dica che Ross sta tagliando le curve, è incollato a Chastain e pure Reddick è con loro, inoltre non bisogna sottovalutare Elliott e Bowman. Mentre Grala va in testacoda, la situazione in vetta rimane stabile con metri guadagnati e persi di curva in curva. Reddick col passare dei giri si stacca e quindi la battaglia torna ad essere un duello. Ai -6 Bowman scavalca Elliott ed è quarto, poi la sorte gli regala un’altra chance.
Hezemans si ferma con un problema tecnico nel primo settore e dunque arriva un’altra caution ai -5. Solo Hamlin ed Almirola si fermano ai box e quindi si riparte con Chastain ancora al comando su Allmendinger, Reddick, Bowman, Elliott, Kyle Busch, Blaney, Truex, Bell e Jones nella top10.
La green sventola ai -3 ma dura appena una curva: in vetta Chastain fa ancora lo stesso giochetto con Allmendinger, ma in questa occasione allarga talmente tanto che Reddick dall’interno frega entrambi andando in testa. Dietro di loro c’è il classico fallo di confusione con Logano, Kurt Busch e Larson che finiscono nella ghiaia. La notizia più incredibile però è che la NASCAR indaga sulla ripartenza e poi la dichiara valida senza penalità pur essendoci chiaramente Haley 3-wide già sul traguardo a fianco di Logano.
La pulizia della pista dalla ghiaia che Logano ha portato sull’asfalto è veloce, ma si va lo stesso all’overtime con Reddick al comando su Chastain, Allmendinger (che avrà dunque di nuovo l’interno), Bowman, Blaney, Elliott, Kyle Busch, Bell, Truex ed Austin Dillon.
Alla green dei -2 la ripartenza è pulita ed i leader vanno 3-wide, ma la classifica rimane invariata. Poi Chastain la risolve subito in maniera inaspettata e forse anche sospetta dato che il sorpasso su Reddick alle esse è al limite del taglio (se non oltre), ma la NASCAR non prende provvedimenti.
Chastain scappa subito, anche perché sa cosa sta per avvenire, infatti Allmendinger in fondo al rettilineo più lungo sorpassa Reddick e si mette in caccia del leader; Tyler è ancora in difficoltà e nel complex viene sorpassato sia da Bowman che da Bell.
Ross inizia l’ultimo giro con 0.931″ su Allmendinger e 1.453″ su Bowman, gli altri sembrano definitivamente staccati. Si vede subito che Chastain è prudente ed AJ sente l’odore della preda davanti a lui, tuttavia per la prima metà di giro la #1 mantiene il vantaggio, poi nelle frenate più importanti si nota che Allmendinger è più veloce.
Il ricongiungimento arriva in fondo al rettilineo più lungo in curva12 ma l’attacco arriva in curva13 all’interno, tuttavia lo spazio non c’è e la #1 è ancora davanti. Questa mossa è propedeutica per l’attacco in curva15, a sinistra e molto lenta. AJ si infila all’interno e con un po’ di paraurti manda largo Chastain passando al comando.
In tutto questo Bowman è stato sempre uno spettatore interessato e molto vicino, e la vera magia la compie lui passando all’interno delle curve17-18 all’interno sia Chastain (con una toccatina leggera) che Allmendinger (che a sua volta ha ricevuto una toccatina da Ross). Sembra fatta per Alex, e invece c’è ancora curva19.
Bowman approccia la curva con la traiettoria ideale ed ha all’interno dietro di una lunghezza Allmendinger e Chastain. Ross decide di restituire la toccata subita in precedenza da AJ e probabilmente nemmeno si accorge che la bocciata è perfetta: manda di traverso la #16 in frenata, AJ salva la vettura ma va verso destra e prende Alex che sta approcciando normalmente (un po’ come Kyle Busch nella Truck Series contro Friesen e lo stesso Bowman) la curva. La #48 finisce larga nella via di fuga, la #16 in testacoda nella ghiaia e quindi per Chastain non ci sono più rivali.
I festeggiamenti al muretto sono enormi con il proprietario Justin Marks (Pitbull invece è assente) il più scatenato fin da subito perché Ross Chastain ed il Trackhouse Racing hanno vinto la prima gara in carriera e meritando (31 giri in testa su 69) ampiamente il risultato e completando il percorso di grande crescita dimostrato in questo inizio di stagione; dispiace però che dalla festa sia assente Suárez, 24° al traguardo dopo la foratura e la rottura del servosterzo perché con la pole sfiorata ed i 15 giri in testa e la stage vinta avrebbe meritato la vittoria anche lui.
Dietro a Chastain chiudono Bowman, Bell (che sembrava spacciato dopo i problemi tecnici), Elliott, Reddick, Blaney, Truex, Cindric, Jones (idem come Bell) ed Austin Dillon; Keselowski a sorpresa dopo tanti guai è 14°, Hamlin 18°, Custer 23°, Kyle Busch 28° dopo un testacoda all’ultimo giro, Larson 29°, Briscoe 30°, Logano 31°, Allmendinger 33° dopo che non è riuscito a liberarsi dalla ghiaia.
Mentre Chastain prima riporta in macchina ai box il fratello Chad che ha fatto lo spotter e poi come sempre festeggia sul traguardo rompendo la solita anguria della piantagione di famiglia, ai box Allmendinger ed il suo team masticano amaro e rilascia una dichiarazione del tipo “Se Ross è soddisfatto di vincere così, contento lui”. Forse AJ dovrebbe ricordarsi di come il giorno prima il Kaulig Racing, con Cassill in quell’occasione, avesse tolto a Chastain un ottimo risultato proprio con una tamponata, per non citare il modo con cui AJ si prese la vittoria a Bristol l’anno scorso contro Cindric. In sintesi, una enorme mancanza di obiettività da parte loro.
La Next Gen colpisce (letteralmente o no) anche sugli stradali, anche se qualche problema (vedi sterzo ed il problema dei tagli) è da risolvere così come la gestione delle caution da parte della NASCAR. I pro rimangono invece la solidità della vettura dopo gli incidenti e l’equilibrio in gruppo che ha permesso a sei piloti diversi di vincere le prime sei gare, e la new wave under30 continua a vincere. Un’ondata rinfrescante come una fetta d’anguria.
I risultati odierni
La classifica del “EchoPark Texas Grand Prix”
La classifica generale
Così in campionato dopo 6 delle 36 gare della Nascar Cup Series 2022
Le altre categorie
Xfinity Series: Allmendinger conquista Austin in un finale senza rivali
Truck Series: cappotto di Zane Smith ad Austin!
I prossimi appuntamenti
Il prossimo weekend la NASCAR tornerà su un ovale andando a Richmond. Turno di riposo per la Truck Series (tornerà a Martinsville il 7 aprile), in pista invece Xfinity (sabato) e Cup Series (domenica).
Immagine: media.nascar.com
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