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NASCAR | Championship 4 – Phoenix 2025 | Anteprima

Autore: Gabriele Dri
NascarLiveITA
Coautore: Francesco Gritti
Pubblicato il 30 Ottobre 2025 - 14:00
Tempo di lettura: 17 minuti
NASCAR | Championship 4 – Phoenix 2025 | Anteprima
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Chevrolet contro Toyota, Hendrick contro Gibbs: a Phoenix la lotta per il titolo della Cup Series vivrà di questo duello. Zilisch ed Heim, rispettivamente in Xfinity e Truck Series, per coronare un 2025 stellare ed evitare una tremenda beffa


Malgrado un’altra stagione ricca di polemiche e discussioni, la NASCAR è arrivata in volata a Phoenix senza colpo ferire, e soprattutto senza nemmeno una gara rinviata per pioggia, prima volta che succede dal 1994. Nove mesi volati via a 200 mi/h (o quasi), dal Bowman Gray Stadium a Phoenix ad alternare azione in pista a discussioni in tribunale e sui social. Il solito drama, stavolta su toni sempre più esasperati.

Al Phoenix Raceway, per l’ultima volta prima del ritorno dell’epilogo ad Homestead-Miami nel 2026, andranno in scena tre Championship 4 (più il finale della ARCA West Series), due che vivranno dello stesso tema fondamentale, ovvero il rischio della capitolazione finale del sistema playoff, ed una – quella della Cup Series – sul duello fra Hendrick Motorsports e Joe Gibbs Racing, entrambi giunti all’atto conclusivo con due piloti ciascuno. Larson contro Hamlin, Byron contro Briscoe, chi avrà la meglio non è chiaro anche perché i numeri mentono e le sensazioni forse ancora di più. E, senza Penske, il pronostico è più aperto.

Di seguito verranno presentati i quattro contendenti, rigorosamente in ordine di classifica generale dopo il reset conseguente alla fine del Round of 8.

Cup Series

Chase Briscoe (Toyota #19 – Joe Gibbs Racing)

Chase Briscoe è (finalmente) riuscito a mettersi in mostra in quella che, a tutti gli effetti, è la sua prima stagione in un vero e proprio top team. Il trentenne di Mitchell, Indiana, ha conquistato l’accesso al Championship 4 grazie a 3 vittorie, 15 top 5 e 19 top 10, risultati importanti per un pilota che è salito a bordo della Toyota #19 di Joe Gibbs Racing solo all’inizio di quest’anno.

La crescita di Chase ha impressionato tutti, sia gli addetti ai lavori, sia il pubblico. Nonostante a inizio anno sembrasse impossibile la sua candidatura a campione, la situazione è cambiata ai playoff, dove è sempre stato incisivo. Inoltre, il pilota di JGR sembra gradire particolarmente Phoenix, perciò, nonostante abbia raggiunto per la prima volta la “Finalissima”, il nativo dell’Indiana potrebbe davvero diventare il campione 2025 della NASCAR Cup Series. Quando si dà a Cesare quel che è di Cesare…

Denny Hamlin (Toyota #11 – Joe Gibbs Racing)

Denny Hamlin è come il vino, più invecchia e più migliora. Va detto, però, che nessuno è eterno. La bandiera della Toyota #11 di Joe Gibbs Racing, difatti, potrebbe avere solo un’ultima occasione per provare a portarsi a casa il titolo. Il quarantaquattrenne nato a Tampa, Florida, ha conquistato nel corso di questa stagione 6 vittorie, 14 top 5 e 17 top 10, risultati tutt’altro che negativi.

Hamlin può vincere il titolo? Sì. Sarà semplice? Assolutamente no. Denny, oltretutto, ha un rapporto abbastanza “particolare” con il Championship 4 e, in generale, con il titolo di NASCAR Cup Series. Il pilota cresciuto in Virginia, infatti, è quello con più vittorie a non essere mai diventato campione della classe regina delle stock car. Questa statistica, seppur non proprio invidiabile, potrebbe dargli una spinta in più a Phoenix.

William Byron (Chevrolet #24 – Hendrick Motorsports)

Sarà l’anno buono per William Byron? Forse sì, ma non è ancora detto. La prestazione straordinaria di Martinsville (pole, gara, giro più veloce, entrambe le stage vinte, primo pilota a riuscirci nella storia dei playoff) è sì un ottimo viatico in ottica di Phoenix, sì arriva dopo due incidenti in cui era incolpevole a Las Vegas (altra stage vinta) e Talladega (in testa all’overtime), però il resto dei playoff non era stato esaltante per la #24.

Le uniche prestazioni rilevanti da metà estate in poi sono quindi, oltre a Martinsville, la vittoria in Iowa ed il terzo posto in New Hampshire. Cosa hanno in comune tutte queste gare? Si sono ovviamente disputate su short track di un miglio o meno e dal banking basso. Esattamente come Phoenix. Queste basi, ritrovate da Hendrick Motorsports dopo qualche anno di ricerca, forse potrebbero portare frutto all’ultima occasione utile prima del passaggio del finale di stagione dall’Arizona alla Florida.

Ridendo e scherzando il tempo passa e Byron sta completando l’ottava stagione a tempo pieno in NASCAR Cup Series e William ha quasi 28 anni. Citando una vecchia vignetta di Autosprint del 1983, “se è maturo, che cada”: è giunta l’ora che Byron vinca un titolo per non rimanere a lungo un incompiuto, con tante vittorie di tappa e solo (se si può dire solo) due Daytona 500 in bacheca insieme al titolo della Xfinity Series nel 2017.

Inoltre il pilota della #24 deve dimostrare definitivamente di essere un pilota anche autunnale e non solo primaverile (nove delle 16 vittorie in carriera sono arrivate nelle prime otto tappe in calendario), mai aveva vinto così tardi in calendario alla corsa numero 35. Ora c’è la 36esima in arrivo e nelle ultime due occasioni si è sempre dovuto arrendere a Penske conquistando due terzi posti in campionato. Fondamentale per lui non perdersi ancora sul più bello.

Kyle Larson (Chevrolet #5 – Hendrick Motorsports)

Dopo il Teorema di Logano è in arrivo il Teorema di Larson? Già, perché se Joey è arrivato alla Championship 4 solo negli anni pari (e anche quest’anno è andata così), Kyle è approdato all’epilogo soltanto nelle annate dispari: 2021, 2023 ed ora 2025. In molti non ci avrebbero scommesso, ma grazie a degli ottimi Round of 12 ed 8 – pur senza successi – il pilota della #5 è tornato a lottare per il titolo.

Dopo un ottimo inizio di stagione in cui Larson ha conquistato tre gare (Miami, Bristol facendo quasi cappotto mancando solo il giro più veloce e Kansas, qui sì col 61/61) nel primo terzo esatto di campionato, la fase centrale del 2025 di Kyle è stata decisamente sottotono e tutto è nato indiscutibilmente dal secondo tentativo di Double Duty, sfortunato come il primo a livello meteo e sul piano delle prestazioni decisamente peggiore, forse per il mancato adattamento al nuovo sistema ibrido delle vetture IndyCar.

Nelle 12 gare estive Larson ha raccolto appena tre top5 ed una serie di ko clamorosi su uno dei possibili punti di forza, ovvero gli stradali. Serviva invertire la rotta e mancavano 12 gare alla fine della stagione: i due sesti posti in chiusura di regular season hanno stabilizzato la situazione, poi – dopo un Round of 16 di nuovo deficitario – il Kyle che tutti conoscono, nelle posizioni che contano ad ogni domenica. Forse manca ancora lo spunto vincente della primavera, ma Larson è capace di tornare quello che dominò la stagione 2021 conquistando il titolo proprio a Phoenix.

Le statistiche

Questi sono i dati che riassumono in breve il 2025 dei quattro piloti e anche qualche dato più comprensivo della loro carriera, incluso il loro palmares a Phoenix.

Anche se c’è un pilota che spicca sopra di tutti in termini di vittorie, si può individuare per ciascuno dei quattro una categoria in cui è migliore degli avversari: Danny Hamlin ha il doppio dei successi degli avversari (sei contro tre), Chase Briscoe ha più top5 e il miglior piazzamento medio in stagione, William Byron è il pilota con più giri in testa, Kyle Larson quello con più top10, nonché l’unico con un titolo all’attivo, portato a casa proprio a Phoenix nell’ultima gara prima dell’introduzione della Next Gen.

La coppia Joe Gibbs Racing potrebbe giocare soprattutto d’anticipo al sabato: in un weekend senza pioggia, dunque con qualifiche disputate al 100%, Briscoe ed Hamlin dovrebbero avere gioco facile per conquistare una posizione in griglia, e soprattutto uno stallo migliore in pit lane, in vista della domenica. Ben sette le pole position conquistate da Chase (9.9 il piazzamento medio al via), quattro quelle di Denny, tante quelle di Byron e Larson messe assieme.

Bisognerà anche valutare l’affidabilità delle vetture, fatto stranamente sulla bocca degli addetti ai lavori nella NASCAR moderna. Mentre in casa Hendrick fila tutto liscio, da Joe Gibbs, e anche in Toyota, i grattacapi sono molti. Ultimo ma non ultimo il doppio (triplo se si include Herbst) motore saltato a Martinsville a Briscoe ed Hamlin che ringraziano il fatto di essere già qualificati per Phoenix. The Coach ha parlato di un lotto di valvole difettose, ma sarà tutto così, oppure si cerca di rassicurare i piloti? Hamlin sicuramente suda freddo, perché nelle ultime settimane ha dovuto lottare con vari problemi a servosterzo e motorini di avviamento, Briscoe invece ha lottato più con le soste (non ultima la pistola rotta sempre a Martinsville).

Scendendo più nel tecnico e guardando le tappe di Phoenix, Richmond, Martinsville (x2), Bristol (x2), Iowa e New Hampshire e concedendo a tutti una gara bonus togliendo il peggior risultato ottenuto, questa è la graduatoria del piazzamento medio sugli short track:

  1. William Byron: 5.857 (vittorie in Iowa e a Martinsville/2, terzo in New Hampshire)
  2. Kyle Larson: 7.857 (vittoria a Bristol/1, terzo a Phoenix/1)
  3. Denny Hamlin: 11.714 (vittoria a Martinsville/1, secondo a Phoenix/1 e Bristol/1)
  4. Chase Briscoe: 11.714 (secondo in Iowa, quarto a Bristol/1)

Sulla carta, dunque, sembra nettamente favorito l’Hendrick Motorsports con Byron e pure Larson costantemente ai piani alti su questa tipologia di piste e che, sulle otto occasioni possibili, hanno portato a casa tre successi in Iowa, a Bristol e a Martinsville. Un po’ a corrente alternata Joe Gibbs Racing, vincitrice sì con Hamlin in primavera a Martinsville mentre Briscoe ha solo il secondo posto in mezzo ai campi di grano, tuttavia ai loro risultati bisognerebbe aggiungere anche i due successi di Bell sugli short track.

Si torna dunque nel campo dell’incertezza, prestazioni storiche oppure recenti, inerzia oppure capacità di rendere al momento perfetto? Anche le case di scommesse non si sbilanciano troppo, qualcuna osa sfidare la scaramanzia e mette Hamlin leggermente favorito, ma il rischio che si giochi tutto sul dettaglio, anche di affidabilità o di pit crew, è grande. Come detto a inizio playoff, non vincerà solo il pilota migliore, ma anche il team migliore.

In primavera a Phoenix a vincere fu Christopher Bell, primo degli eliminati dopo Martinsville che in Arizona ottenne il terzo successo di fila lanciandosi verso quella che sembrava essere la stagione della vera consacrazione per il pilota della #20 e che invece lo ha visto ancora una volta salutare il titolo ad un passo dal gran finale. Bell, dominatore della gara, precedette nella ripartenza finale dopo una strenua difesa il compagno di squadra Denny Hamlin, terzo Kyle Larson, sesto William Byron e Chase Briscoe ritirato in un improbabile ma non impossibile big one che eliminò in un sol colpo sette vetture.

Il regolamento

Come sempre, la gara di Phoenix verrà suddivisa in tre stage (rispettivamente da 60, 125 e 127 giri) con punti assegnati ai due traguardi intermedi, tuttavia ai quattro piloti in lizza per il titolo questo interessa relativamente poco se non per la strategia complessiva. Infatti, verrà eletto campione chi di questi sarà il meglio piazzato alla bandiera a scacchi, che sia o no il vincitore della gara.

Negli 11 casi precedenti con questo format chi ha conquistato il titolo ha sempre vinto anche la gara tranne nell’edizione del 2023 quando Ross Chastain si prese la corsa precedendo sul traguardo il campione Ryan Blaney, costringendo gli organizzatori a qualche imbarazzo sul fatto di dover ignorare chi fosse arrivato primo sul traguardo per concentrarsi sul trionfatore del campionato. Le stesse regole valgono anche per Xfinity e Truck Series, gare in cui non potranno partecipare piloti iscritti alle categorie superiori.

Gli altri piloti dunque saranno ancora in gara per il successo parziale e per conquistare punti (anche nelle stage) con l’obiettivo di migliorare la posizione in campionato. Per la lotta per il platonico quinto posto sono ancora in corsa due dei 12 piloti rimanenti che si erano qualificati per i playoff un paio di mesi fa. A partire in netto vantaggio è ancora una volta Christopher Bell che arriva in Arizona a +56 su Ryan Blaney con ancora 61 punti in palio e al massimo 60 recuperabili. Da tenere d’occhio, tuttavia, anche la prestazione di uno Shane van Gisbergen notevolmente migliorato sugli ovali e che, dopo otto gare a girare in tondo e solo il Roval da sfruttare, è comunque 12° davanti a Bowman, Cindric, A.Dillon e Berry. Per il neozelandese, inoltre, il titolo di rookie dell’anno era già stato conquistato all’approdo ai playoff in quanto unico debuttante in top16.

Invece, la lotta per un 17° posto difficile da digerire in quanto rappresentante del fatto di essere stato il migliore fra i non qualificati per i playoff vede anche qui il solito protagonista Chris Buescher con un buon vantaggio (29 punti) sull’unico pilota che potrebbe sorpassarlo, Ryan Preece. Per quanto riguarda il titolo, owner, come quasi sempre in Cup Series il percorso per team e quello per piloti era unificato (a parte qualche lieve differenza di punti) e quindi in finale ci sono la #19, la #11, la #24 e la #5

La NASCAR non se n’è ancora accorta, ma in base alla entry list di Phoenix si è già deciso il titolo costruttori prima ancora di scendere in pista, o quasi. Breve recap: per questo campionato si prende in considerazione solo il miglior piazzamento di ciascun manufacturer al traguardo, senza stage né giri veloci.

Si arriva a Phoenix con Chevrolet al comando con 1276 punti, Toyota a 1250, Ford fuori dai giochi a 1170. A Phoenix ci saranno 38 auto, 16 Chevrolet, 9 Toyota e 13 Ford. Nella peggiore delle situazioni, la migliore delle Chevy al traguardo si può piazzare dunque al 23° posto per 14 punti. In caso di vittoria Toyota, cioè 40 punti, si avrebbero dunque questi due costruttori alla pari a quota 1290 ed entrambi con 15 vittorie all’attivo. Si dovrebbero contare dunque i secondi posti e al momento Chevrolet ne ha 14 mentre Toyota 15, quindi sarebbero i giapponesi a trionfare. Come potete capire, uno scenario in cui le 16 Chevy si piazzino in fila dal 23° al 38° posto fa parte del metaverso più irreale, dunque possiamo già assegnare il campionato costruttori alla Chevrolet.

Xfinity Series

La fine di un’era: dopo 11 stagioni la categoria cadetta, alla bandiera a scacchi di Phoenix, la categoria cadetta non si chiamerà più NASCAR Xfinity Series. Per la serie senza nome ufficiale (purtroppo dal 2003 non c’è un titolo come “Cup” e “Truck”) dal 2026 inizierà l’epoca chiamata NASCAR O’Reilly Auto Parts Series. Soltanto quattro piloti c’erano alla prima gara con questa denominazione nel 2015 e ci saranno anche a Phoenix: Ryan Sieg, Jeremy Clements (gli unici due a disputarle tutte e 363), Joey Gase ed Aric Almirola. E quest’ultimo sarà sotto i riflettori in quanto in lotta per il titolo, quello riservato agli owner ma sarà comunque fra i favoriti.

Passiamo però alla contesa più importante, il titolo piloti: se in Cup Series si è parlato tanto di 2vs2, qui in Xfinity Series sarà tanto 3vs1, non come ai livelli del 2022 quando Ty Gibbs eluse la concorrenza, ma quasi.

Anche stavolta sono arrivati al gran finale tre piloti del JR Motorsports. Per la scuderia di Dale Earnhardt Jr. è stata una stagione letteralmente dominata con addirittura 17 vittorie (divise fra sei piloti) in 32 gare e il titolo sarebbe una ulteriore consacrazione del 2025. Tre i piloti giovani, anzi giovanissimi in ordine decrescente di 22, 20 e 19 anni, a scontrarsi contro il super veterano che in Arizona disputerà la sua gara numero 504 nella categoria.

Questi dovrebbero essere i temi della Championship 4 di Phoenix. E invece, inevitabilmente, il clou della serata sarà inevitabilmente uno, ovvero l’integrità del sistema dei playoff qualora Connor Zilisch, protagonista di una stagione da annali con 10 successi (di cui quattro consecutivi) e anche una striscia di 18 top5 consecutive, da Talladega a Talladega escluse, non dovesse vincere il titolo. O, eventualità possibile, nemmeno il titolo di rookie dell’anno. Integrità che, tra l’altro, potrebbe essere già stata polverizzata 24 ore prima nella gara della Truck Series.

Connor Zilisch contro tutti, o meglio tutti contro Connor Zilisch. Il giovane fenomeno di casa JR Motorsports – Trackhouse Racing – Red Bull avrà a Phoenix la prima e unica chance di diventare campione della NASCAR Xfinity Series, il prossimo anno infatti sarà già a tempo pieno in Cup Series, pronto a proseguire una carriera molto interessante se le premesse saranno confermate.

10 vittorie, come detto, per Connor Zilisch nell’arco del 2025, ma anche meno. Dopo un inizio con qualche colpo a vuoto (già davanti, ma con qualche errore a perdere quanto costruito) e sbloccatosi sull’amato stradale di Austin (anche qui, non perfetto), poi il pilota della #88 ha proseguito l’apprendistato fino a Talladega quando in un incidente all’ultimo giro, quando era al comando, si è procurato un non precisato infortunio alla schiena che gli ha fatto saltare una gara.

Da lì in poi è stata Zilisch-mania con la citata striscia di 18 top5 (record all-time per la Xfinity Series) culminata in chiusura di regular season con sette successi nell’arco di otto tappe. Ma anche qui non è filato tutto liscio, come l’incidente in victory lane al Watkins Glen, la frattura della clavicola, la gara iniziata a Daytona ma conclusa da Parker Kligerman al primo posto. I playoff sono stati gestiti al meglio, anche se a Martinsville si è riaperta la porta, dato che con l’incidente nelle libere non potrà avere il miglior stallo in pit lane a Phoenix.

Pronto ad approfittarne di questo ci sarà il campione in carica, nonché compagno di squadra, Justin Allgaier, il superveterano che più invecchia (39 anni) e più migliora. Per la #7 è stata una stagione iniziata al meglio, con due vittorie in sequenza fra Las Vegas e Miami e poi a metà campionato il cappotto di Nashville, ma da fine maggio Allgaier non ha più vinto ed il numero che forse risuona in testa è quello proprio post gara in Tennessee, quando a già metà stagione regolare in archivio aveva 189 punti di vantaggio su Zilisch che al momento dell’inizio dei playoff erano diventati 54 di ritardo. Phoenix è sicuramente una pista amica per Justin, ma contro uno Zilisch così bisognerà essere perfetti e una prestazione come quella del 2024 non potrà essere ripetuta.

Il terzo pilota del JR Motorsports arrivato, a sorpresa, alla Championship 4 è Carson Kvapil, rookie come Zilisch e che dunque può ancora vincere il titolo di debuttante dell’anno. Per il figlio d’arte sarebbe un sogno ovviamente vincere la coppa 22 anni dopo quella portata a casa da papà Travis nella Truck Series, ma la strada in salita. Beneficiare degli errori altrui con qualche buona prestazione (quarto a Bristol, secondo a Talladega) di sicuro non potrebbe bastare, anche perché gli altri risultati nei playoff sono tre 15esimi posti ed un 18°. Per Kvapil fondamentale restare ai piani alti per tutta la corsa per sfruttare il momento favorevole.

Il quarto di Phoenix è Jesse Love, capace di portare la #2 del Richard Childress Racing fino in fondo malgrado una stagione mediocre, parlando del team, e salvata come ormai sempre più spesso dai risultati sugli superspeedway. Sulle piste più tecniche sia lui che Austin Hill hanno faticato parecchio e già essere arrivati fin qui può essere considerato un successo, ma Jesse raramente molla e quindi anche lui sarà della partita per aprire (successo a Daytona, e poi basta) e chiudere la stagione festeggiando.

Non ci sarà solo il titolo piloti in palio, ma anche quello owner e qui lo scenario potrebbe essere ben diverso: la #88 di Zilisch e la #7 di Allgaier non sono state beffate a Martinsville e quindi a Phoenix se la dovranno vedere con le altre due vetture vincitrici nel Round of 8, la #19 del Joe Gibbs Racing, guidata nel gran finale dal già citato Aric Almirola, e dalla #21 di RCR con Austin Hill al volante. Per quanto riguarda Hill, autoeliminatosi con l’incidente – e squalifica – post Indy in seguito all’incidente proprio con Aric, il tema è lo stesso di Love, ma Almirola ha la velocità e le capacità di togliere almeno uno dei due titoli al JR Motorsports. Le quotazioni di due vetture a fare burnout dopo la bandiera a scacchi sono molto elevate.

Truck Series

Il Championship 4 della NASCAR Craftsman Truck Series vede sfidarsi 4 piloti molto diversi fra loro per stile di guida, carriera, risultati ottenuti nel corso della stagione ed esperienza (quest’ultima nonostante siano tutti giovani).

Alla sinistra, nell’immagine sottostante, si trova Ty Majeski, il vero e proprio uomo da battere di questo campionato, almeno in linea teorica. Il trentunenne di Seymour, Wisconsin, è, difatti, il campione in carica della serie. Nonostante ciò, il pilota più “stagionato” dei quattro, complice anche una stagione molto difficile di ThorSport Racing, squadra che gli sta affidando da 3 anni a questa parte il Ford #98, non ha varcato la soglia della victory lane nemmeno una volta quest’anno.

I piazzamenti positivi, però, quasi si sprecano. Nonostante l’assenza di vittorie, Majeski si è qualificato al Championship 4 grazie a un rendimento costante e a tanti piazzamenti in alta classifica (9 top 5 e 17 top 10), molti dei quali sono arrivati durante i playoff. Majeski, nonostante sia un outsider, potrebbe stupire tutti, e non sarebbe la prima volta.

Corey Heim, pilota del Toyota #11 di Tricon Garage, è, invece, il dominatore della NASCAR Craftsman Truck Series 2025. Il campione della Regular Season, però, deve affrontare il gigantesco scoglio del Championship 4 per vedere concretizzarsi il risultato di tutti i suoi sforzi.

La stagione del classe 2002 di Marietta, Georgia, è stata semplicemente dominante: 11 vittorie (Daytona, Las Vegas, Texas, Charlotte, Lime Rock, Watkins Glen, Richmond, Darlington, New Hampshire, Charlotte Roval e Martinsville #2), tra l’altro arrivate in tracciati molto diversi l’uno dall’altro, 18 top 5 e 20 top 10 in 24 appuntamenti bastano a far capire anche a chi non ha visto nemmeno un secondo di gara la velocità dimostrata quest’anno dal giovane allievo di TRD. Riuscirà Heim a superare lo scoglio del Championship 4? Solo il tempo ce lo dirà.

Tyler Ankrum, nonostante sia da molto tempo in Truck Series, ha raggiunto il Championship 4 per la prima volta nella sua carriera. Il ventiseienne di San Bernardino, California, ha dimostrato con i fatti di essere cresciuto molto e di aver fatto tesoro degli errori del passato. La stagione positiva del pilota dello Chevrolet #18 di McAnally-Hilgemann Racing, oltretutto, si può concludere con un riconoscimento estremamente importante, in grado di valorizzare ancora di più i risultati portati a casa dal californiano.

Nonostante abbia ottenuto una sola vittoria, a Rockingham, Ankrum è riuscito a mettere a segno una sfilza di risultati positivi, soprattutto a inizio stagione. Tyler, difatti, arriva al Championship 4 grazie anche a 8 top 5 e 15 top 10, piazzamenti magari non esaltanti, ma sicuramente estremamente validi. Nonostante non sia un amante di Phoenix, il pilota di McAnally potrebbe davvero mettere i bastoni fra le ruote ad Heim.

E infine passiamo a Kaden Honeycutt, in grado di arrivare in finale alla sua prima stagione completa in NASCAR. Nonostante non sia un rookie in senso stretto, il pilota del Toyota #52 di Halmar Friesen Racing (la cui stagione è iniziata sullo Chevrolet #45 di Niece Motorsports e che ha svolto una gara sullo #02 di Young’s Motorsports) ha stupito tutti mettendo a segno piazzamenti importanti nel momento opportuno.

Va detto, però, che il classe 2003 di Willow Park, Texas, non ha ancora vinto, né durante questa stagione, né in carriera. Si sa, a Phoenix trionfa quello che sa reggere meglio la pressione, quindi questa sua assenza (fino a questo momento) dalla victory lane potrebbe non essere così importante da toglierlo dalla contesa. Honeycutt ha raccolto, nel corso del 2025, 3 top 5 e 13 top 10, che potrebbero spronarlo a fare ancora meglio in quella che, ad oggi, è la gara più importante della sua carriera.

Il programma del weekend di Phoenix

Nel weekend di Phoenix saranno quattro le categorie in pista. Oltre a Cup, Xfinity e Truck Series ci sarà anche la ARCA West Series, anch’essa giunta all’epilogo stagionale. A Trevor Huddlestone, 29enne che corre per il team di famiglia, basterà sostanzialmente prendere il via per diventare il nuovo campione battendo la resistenza di Kyle Keller.

Per quanto riguarda le categorie principali, le prove libere (una sessione da 50′ per ogni serie) e le qualifiche saranno trasmesse soltanto dalle reti americane. Come tutta la seconda metà di stagione, NASCAR Cup, Xfinity e Truck Series si possono seguire in maniera ufficiale ed esclusiva su p300.it tramite la collaborazione con la piattaforma in pay-per-view Recast. Per guardare le gare, basta creare un account Recast anche dalla pagina di P300, comprare sufficienti crediti (300 per ciascuna gara in diretta, 200 per le differite) e poi accedere al feed della gara.

Notte fra giovedì 30 e venerdì 31 ottobre:

0:35 Prove libere Truck Series (-)

Venerdì 31 ottobre:

19:00 Prove libere ARCA West Series (-)
20:00 Qualifiche ARCA West Series (-)
20:35 Qualifiche Truck Series (FS2)
21:35 Prove libere Xfinity Series (CW App)
22:35 Prove libere Cup Series (TruTV)

Notte fra venerdì 31 ottobre e sabato 1° novembre:

0:30 Gara Truck Series (p300.it x RecastTV / FS1)

Sabato 1° novembre:

18:30 Gara ARCA West Series (FloRacing)
20:30 Qualifiche Xfinity Series (CW App)
22:00 Qualifiche Cup Series (TruTV)

Notte fra sabato 1° e domenica 2 novembre:

0:30 Gara Xfinity Series (p300.it x RecastTV / CW)

Domenica 2 novembre:

21:00 Gara Cup Series (p300.it x RecastTV / NBC)


Immagini: Media NASCAR

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