Classica vittoria di rapina di Bowman che si prende la prima posizione dopo un contatto con Hamlin. Truex rischia la beffa, ma si qualifica per Phoenix insieme allo stesso Denny ed a Elliott
Cinque anni dopo un movimentato debutto come sostituto di Dale Earnhardt, Alex Bowman torna protagonista alla penultima gara stagionale. Nel 2016 a Phoenix si toccò con il leader Kenseth ad una delle ultime ripartenze aprendo la porta a Logano e Kyle Busch in uno dei finali di gara più appassionanti della storia recente verso il gran finale che avrebbe poi incoronato per la settima volta Jimmie Johnson.
In questa occasione, invece, non ha voluto fare la damigella d’onore di Denny Hamlin solo perché non più in corsa per il titolo. Il pilota del JGR ha avuto la peggio dopo il contatto ed ovviamente era arrabbiato malgrado il posto conquistato per la Championship 4 insieme a Larson, Elliott e Truex.
Anche a circa 100 giri dalla fine i quattro virtualmente qualificati erano questi, però la situazione era relativamente calma. Poi Martinsville è tornata Martinsville e una gara for the ages, così come si preannunciava fin dalla mattina, è diventata tale per davvero.
La gara
A Martinsville c’è il clima delle grandi occasioni la mattina della gara. Lo si capisce subito quando le code per raggiungere la pista sono interminabili e persino Kyle Busch deve scendere e mollare la macchina ad un miglio dalla pista lungo il ciglio della strada, correre lungo i binari della linea merci che corre parallela al rettilineo opposto per arrivare in tempo al circuito per gli impegni con sponsor e media. Racconti d’altri tempi che sono solo la fotografia del pubblico più numeroso su questo short track dal 2016. Una reazione d’orgoglio di tutta la Nascar dopo lo schiaffone mediatico di appena sette giorni fa ricevuto dalla F1 ad Austin.
La gara in Kansas sembrava ad un certo punto aver chiuso i giochi con Larson, Elliott, Hamlin e Blaney con un netto margine su tutti gli altri, e invece la toccata di Austin Dillon su Ryan ha riaperto tutto. Larson è l’unico totalmente al sicuro grazie ai due successi, poi si entra nel vivo.
Elliott parte da +34 e gli bastano 22 punti o un 15° posto per stare tranquillo, Hamlin da +32 e dunque a lui servono 25 punti o un 12° posto; il gruppo seguente è quello più atteso, con Kyle Busch ultimo virtualmente qualificato ma per appena un punto su Blaney, tre su Truex e sei su Keselowski. Ultimo e praticamente obbligato a vincere da -26, infine, Joey Logano per evitare la Caporetto del Team Penske.
Sotto un freddo sole di fine ottobre si svolgono i controlli tecnici e l’unico a sudare freddo è Hamlin che, avendoli falliti due volte, è costretto a rinunciare al terzo posto in griglia e partire dal fondo. Avrà bisogno di una discreta freddezza per non andare nel panico e rimontare le posizioni utili per la qualificazione.
In quella che dovrebbe essere l’ultima volta nella storia della Nascar per l’algoritmo (a Phoenix ci saranno le qualifiche così come – in teoria – nel 2022) Kyle Larson si prende una pole scontata con al fianco Elliott, Hamlin perde come detto la terza posizione e poi seguono Truex, Logano, Keselowski, Kyle Busch e Blaney con Harvick migliore degli altri.
La gara propone molti spunti oltre a quelli legati strettamente alla qualificazione. Larson, forse non il favorito netto per Phoenix, è a caccia di buone sensazioni su un altro short track nella prova generale, Blaney invece punta a consolidare i buoni risultati recenti alla Paperclip dopo un difficile inizio di carriera ed è dunque alla prova di maturità, tuttavia contro sei mostri sacri di Martinsville come Kyle Busch, Truex, Keselowski, Hamlin, Elliott e Logano (14 vittorie qui in Cup Series e 20 totali in Nascar se messi insieme) è dura lottare.
Dopo un leggero brivido per Truex (pare che il giubbotto refrigerante non sia stato collegato), si può partire e Larson dall’esterno rimane subito al comando anche perché Elliott alla sua sinistra arriva lungo e si tocca leggermente con lo stesso Truex facendo perdere velocità ad entrambi; più indietro Blaney esce dalla top7 a vantaggio di Kurt Busch. Il fratello Kyle invece deve difendersi, con successo, da Logano che fin da subito non sembra essere in palla. In coda, infine, Hamlin un passetto alla volta entra nella top30.
Mentre Gase entra ed esce dai box e dal garage con problemi elettrici alla pompa della benzina (quando il gruppo è a un quarto di gara lui si ritira ufficialmente con appena 10 giri completati), davanti tranquillizzano Elliott dicendogli che l’ammaccatura al muso non è rilevante, tuttavia Chase ci metterà una vita a rimettersi dietro Truex.
Al giro 15, mentre Hamlin paga un po’ di sottosterzo, Larson raggiunge primi doppiati e continua ad andare sul ritmo con la speranza di riprendere proprio Denny. La classifica pian piano si assesta e Blaney con l’attacco a Kurt manda la #1 all’esterno ad essere passata all’interno dal solito trenino di Martinsville. Ryan si è liberato di un avversario ma trova in Bell e Byron altri due ossi duri alle sue spalle. Soffre anche Denny, ripassato per qualche minuto da DiBenedetto ai margini della top25.
A metà strada verso la competition caution del giro 60 Larson è al comando su Truex (+1.3″ praticamente quasi tutti guadagnati al primo giro), Elliott (+1.8″), Keselowski (+4.3″), Kyle Busch (+5.4″), Logano (+6.2″), Blaney (+8.8″ con una vettura che gli scappa via in ingresso di curva e che poi non riesce a far girare), Byron (+9.0″), Bell (+9.3″) e Bowman (+9.8″) con Hamlin 25° a 17.3″ su un pista su cui si gira in 20-21″ e dunque deve darsi una svegliata se non vuole avere Larson alle calcagna.
Denny un sorpasso alla volta trova sempre più pista libera e dunque man mano che passano i giri incrementa il suo ritmo mentre Larson si trova doppiaggi sempre più impegnativi e quindi il suo passo gara peggiora avvantaggiando la #11. Blaney intanto inizia a cedere e Byron apre con forza la porta venendo poi pressato da Bell e Bowman.
Ai -20 finalmente Elliott scavalca Truex ed ora deve colmare un ritardo dal compagno di squadra in vetta di circa 1.4″. Chase rimonta subito e ai -10 lo raggiunge perché Larson fatica a doppiare prima DiBenedetto e McDowell, poi la coppia JTG composta da Preece e Stenhouse. È la chiusura di Ryan a Kyle che permette a Chase di colmare definitivamente il buco e passare al comando poi al giro 56 con Larson che ovviamente non ostacola il compagno di squadra.
Alla competition caution dunque Elliott è in testa su Larson (+0.3″), Truex (+0.6″), Keselowski (+3.0″), Kyle Busch (+5.2″), Logano (+6.5″), Byron (+6.8″), Bowman (+9.3″), Blaney (crollato a 11.9″) ed Austin Dillon (+12.4″); 22 i piloti a pieni giri (Stenhouse ultimo di questi con Preece lucky dog) con Hamlin 20°. Tutti vanno ai box per giocarsi il secondo dei nove set di gomme a disposizione e ancora una volta la pit crew di Larson si conferma la migliore rispedendo la #5 al comando mentre Hamlin è costretto ad una seconda rimonta a causa di una penalità per eccesso di velocità in uscita dalla pit lane.
Dopo le wave around sfruttate da Alfredo e Timmy Hill (avranno ragione nell’osare), si può ripartire ai -63 nella prima stage e Larson scatta meglio di Elliott rimanendo al comando con Keselowski che dietro di loro prova a scavalcare Truex. Dopo pochi giri arriva la ormai – purtroppo – canonica caution per Newman che è l’ultimo vagone del tamponamento a catena che parte da McDowell, passa da Suárez e termina con la #6; Hamlin li evita per un pelo e si salva così come Custer che torna a pieni giri.
Nuova bandiera verde ai -54 e come in precedenza Larson rimane primo con Keselowski a tentare inutilmente il sorpasso ad Elliott. Dopo altri guai (tire rub per Haley e DiBenedetto, una ruota mal fissata per Chastain con conseguente sosta fuori sequenza), anche Chase ha da temere, infatti sotto caution il voltaggio della batteria era sceso sotto il livello di guardia. Per fortuna è uno spavento passeggerom ai -45 ripete la manovra già vista in precedenza e la #9 è di nuovo al comando sulla #5 che cede intelligentemente la strada.
Dietro la coppia Hendrick sta arrivando anche Byron, il quale prima passa Keselowski che era stato respinto anche da Truex, poi si incolla a Martin. Scendendo in classifica regna sovrano il sottosterzo. A pagarlo sono soprattutto Hamlin (ancora 19°) e Blaney che dal nono posto inizia a fare da tappo agli altri. Il primo della fila è Austin Dillon che in uscita di curva4 involontariamente tampona la #12 rovinando un passaruota ed aggravando il rapporto fra i due piloti già messo in crisi in Kansas.
Al giro 100 dei 500 in programma, dunque ai -30 nella prima stage, Elliott è al comando con 0.5″ su Larson, 2.3″ su Truex, 2.5″ su Byron, 4.1″ su Keselowski, 4.8″ su Kyle Busch, 5.6″ su Logano, 7.1″ su A.Dillon, 9.2″ di Bowman, 9.4″ su Bell e 9.7″ su Blaney con Hamlin 17°. Denny così è di nuovo tornato fra i virtualmente qualificati insieme a Elliott e Truex.
Blaney è già andato in crisi, poco dopo anche Logano inizia il suo momento di difficoltà, anch’egli con una vettura ballerina in ingresso di curva e poi difficile da far ruotare al punto di corda lottando soprattutto con l’anteriore. Mentre anche Preece accusa un cedimento meccanico, i giri passano in fretta e da notare ci sono soprattutto la rimonta di Austin Dillon e il sorpasso faticoso di Hamlin su Stenhouse.
Elliott vince la prima stage senza grossi affanni, almeno dopo i primi 30 giri, davanti a Larson (+0.6″), Truex (+2.3″), Byron (+3.0″), Keselowski (+4.1″), Kyle Busch (+6.1″), A.Dillon (+6.3″), Bowman (+7.5″), Logano (+9.3″) e un buon Almirola (+9.5″); Bell è 11° su Blaney, Harvick ed Hamlin. La classifica aggiornata vede Elliott a +38 (necessari sette punti o un 30° posto), Hamlin a +26 (19 punti o 18° posto), Truex ultimo qualificato e solo per il tie-breaker su Kyle Busch, Keselowski a -5, Blaney a -6 e Logano a -29.
Il secondo giro di soste premia ancora Larson, il quale però nello scendere dal sollevatore legge male il contagiri e nei pochi metri che lo separano dall’uscita dai box infrange il limite di velocità; poco male, così Larson prova la vettura anche nel traffico, meno felici invece Blaney (decisa modifica di assetto) ed Austin Dillon che per due soste lente devono ripartire in coda pure loro. Alla bandiera verde Elliott sceglie l’interno e rimane davanti a Truex, Kyle Busch, Byron e Keselowski che come sempre lotta ma poi viene respinto.
Ci sono oltre 120 giri da disputare, dunque la strada è lunga e si cominciano a tracciare i primi bilanci: Keselowski inizia fin troppo prudente scommettendo sul long run e viene infilato da Bell (senza crew chief titolare causa squalifica), Harvick dopo una prima stage in chiaroscuro torna nella top10, Hamlin si trova meglio con meno sottosterzo, Blaney e Larson faticano a risalire le posizioni perse.
I giri passano e le posizioni si assestano sui reali valori in campo- Ad esempio proseguono le difficoltà di Logano, anzi peggiorano dato che la pista si gomma sempre di più ed ora fatica anche in accelerazione; il sorpasso da parte di Hamlin che lo esclude dalla top10 è un segnale preoccupante. Davanti invece anche Kyle Busch entra nella sua classica fase in cui litiga con la vettura in ogni fase della curva e viene passato prima da Byron, poi attaccato da Bell che però fallisce ed i due in pochi istanti vengono scavalcati invece da Bowman alla prima gara convincente da molte settimane.
Quando mancano 100 giri alla fine della stage Larson inizia a tornare il solito ed inizia così la sua rimonta passando Blaney e rientrando nella top15 mentre Ryan soffre degli stessi problemi di assetto di Logano. La delusione in questa fase sembra essere invece Byron, il quale sembrava in grado di attaccare Truex per la seconda posizione ed invece si spegne all’improvviso.
I giri successivi sono di transizione e vedono Keselowski reagire e tornare nella top5 con il controsorpasso a Kyle Busch che gli vale la top5 mentre i suoi compagni di squadra sono ufficialmente in crisi, Logano infatti viene scavalcato da Larson e Blaney è in fondo alla top20. Newman intanto prosegue la sua gara storta e, dopo un contatto LaJoie, va ai box per risolvere il tire rub prendendosi tuttavia anche una penalità.
A metà stage (giro 195) Elliott è primo con circa 1″ su Truex, 2″ su Byron, 3″ su Bowman, addirittura 7″ su Keselowski che non ha voluto forzare il sorpasso su Kyle Busch sempre più in difficoltà e a 8″ vedendo sempre più vicini Bell, Hamlin, Harvick e Almirola; Larson è 11° a 12.5″, Logano 15° a 16.5″ e Blaney 20° con il solo Briscoe a separarlo dal doppiaggio. Un paio di giri più tardi paradossalmente a salvarlo è proprio Austin Dillon che fora e si appoggia al muro perdendo un giro.
La pit lane si riapre ed i meccanici di Elliott si confermano ancora leggermente al di sotto delle attese dato che Truex esce davanti a tutti; l’unica penalità in questo caso è per un Reddick finora poco presente mentre Blaney è ancora sfortunato e finisce di nuovo in coda, stavolta per la rottura di una pistola pneumatica.
Green ai -57 nella seconda stage e Truex parte bene dall’interno, tuttavia non riesce a chiudere in uscita di curva2, così Elliott resiste al suo fianco e dopo un giro di lotta riesce a tornare al comando; completano la top5 Byron, Kyle Busch e Bowman mentre Keselowski ha perso un paio di posizioni. In coda, invece, Timmy Hill diventa il secondo ritirato per un problema al motore.
Dopo 200 giri a mancare l’occasione buona, Byron riesce finalmente a sorpassare Truex con una bella manovra all’esterno di curva3-4 ed è così secondo. Dietro di loro Bowman riesce a scavalcare un Kyle Busch ancora non al meglio, Larson rientra nella top10 lasciandosi nettamente alle spalle Blaney e Logano (17° e 18°) che devono usare la carrozzeria per cercare – inutilmente – di stare davanti a Jones.
All’improvviso si assiste poi alle difficoltà in casa JGR, infatti non solo Kyle Busch (ancora problemi in accelerazione) viene scavalcato prima dal compagno di squadra Bell ma anche da un pimpante Almirola, Truex si vede scavalcato anche da Bowman e quindi il Team Hendrick occupa le prime tre posizioni che non sono quattro probabilmente solo per la penalità di Larson, tuttavia Kyle paga sul long run e Kurt Busch lo scavalca. Pochi giri più tardi arriva l’ormai consueto calo di Byron e quindi la #48 si porta al secondo posto dietro al solo Chase. Il JGR comunque non scherza, dato che sono 4°-5°-6° e 8°. Penske invece col 9°, 14° e 18° fa capire molto di questo 2021.
Negli ultimi giri da notare ci sono solo il crollo di Reddick che finisce doppiato, Blaney che sulla distanza recupera e inizia a convincere, Bell che finisce loose in ingresso di curva e cede la posizione ad Hamlin ed il sorpasso di Keselowski leggermente più aggressivo su Kyle Busch. Elliott vince anche la seconda stage su Bowman (+0.6″), Byron (+1.0″), Truex (+1.4″), Hamlin (+1.7″), Almirola (+4.1″), Bell (+4.7″), Keselowski (+7.2″), Kyle (+7.8″) e Kurt Busch (+8.6″); Larson è 11°, Blaney 13°, Logano 18° e penultimo a pieni giri davanti al solo Briscoe.
La classifica aggiornata, dunque, vede ora Elliott matematicamente qualificato per Phoenix, Hamlin tranquillo a +30 e al quale basta ora un 26° posto. La lotta più intensa è quella che vede Truex ultimo virtualmente qualificato con un margine di cinque punti su Kyle Busch, nove su Keselowski, 13 su Blaney e 36 su Logano. Il problema per gli inseguitori è che per tutta la gara Martin è stato davanti a loro e quindi il distacco in diretta è addirittura di circa 10 punti per la #18 e 15 per la #2.
Ad aggravare la situazione di Kyle Busch ci pensa pochi secondi più tardi una penalità per eccesso di velocità in pit lane mentre la nuova classifica vede Elliott davanti a Bowman, Hamlin, Almirola, Byron e Truex. Si riparte con 231 giri da completare e la consapevolezza che serviranno degli imprevisti per riaprire i giochi per Phoenix.
Alla green Elliott scatta bene mentre un sempre più sorprendente Almirola addirittura prova a passare Bowman; Aric non completa la manovra all’esterno, Alex rimane secondo e la #10 riesce ad infilarsi dietro ad Hamlin dopo aver temuto di perdere molte più posizioni. Mentre Haley in coda ha il secondo tire rub della serata, talmente vistoso che sembra un motore esploso, Hamlin completa definitivamente la rimonta dato che dopo aver perso il terzo posto in griglia, col sorpasso sulla #48 ora è secondo. Bowman tuttavia non ci sta e con un leggero bump ripassa e ad approfittarne poco dopo è anche Byron che riforma la tripletta Hendrick.
Nel gruppo gli animi cominciano a scaldarsi: Logano ne esce ancora leggermente ammaccato, stavolta dopo un contatto con Stenhouse, Jones poi manda larghissimo Wallace che per poco non finisce a muro, Newman è protagonista di un’altra sosta imprevista ai box. A 200 giri dalla fine, quindi, Elliott ha 1.3″ su Bowman, 3.3″ su Byron, 4.5″ su Hamlin, 5.8″ su Almirola, 6.0″ su Truex, 6.8″ su Larson, 7.0″ su Bell, 8.2″ su Blaney, 9.0″ su Kurt Busch, Keselowski è andato in crisi ed è 11°, Logano 15°, Kyle Busch in lenta rimonta e 17°.
I giri successivi vedono un Larson che ha perso lo smalto dei primissimi giri e viene scavalcato momentaneamente da Bell mentre Bowman davanti non molla e rimane sempre a circa 1″ da Elliott, Truex ripassa Almirola dopo il momentaneo cedimento precedente e Chastain in coda, invece, pare per la seconda volta si liberi senza troppi problemi di Briscoe. Poi ai -191 la caution che riaccende le micce: McDowell per stare incollato a LaJoie, malgrado Corey sia un giro davanti, lo tocca in curva3, la #7 poi finisce addosso alla #52 di Bilicki che finisce in testacoda; Austin Dillon ritorna a pieni giri come Reddick in precedenza.
Tutti tornano ai box ed Elliott esce ancora davanti, stavolta però a seguirlo c’è Hamlin che sorpassa Bowman e Byron; sosta lunga per Kyle Busch con modifiche disperate all’ammortizzatore e penalità per Wallace. Alla green dei -181 si è ormai capito che la chiave per battere le vetture di Hendrick sia quella di limitare la loro formidabile accelerazione in accelerazione. Hamlin rovina però tutto sbagliando un cambio di marcia e, nella prima occasione in cui Hendrick non ha monopolizzato la prima fila, si fa ripassare da Bowman.
Poco dopo però arriva un’altra caution: Bilicki (sì, ancora lui) finisce loose e centra l’innocente Houff mandandolo a muro. Quin sotto caution si vendica subito spedendo in testacoda Josh; la manovra in questione in Nascar è ammessa, il problema è che lo fa proprio in corrispondenza dell’uscita dei box dove c’è un mezzo dei commissari pronto ad intervenire e questo fatto da inizio anno, dopo quanto successo a Daytona, è tenuto in seria considerazione dai commissari che applicano la sanzione più severa degli ultimi anni tenendo fermo Houff ai box per ben cinque giri.
Nessuno ovviamente ai box e dunque alla ripartenza dei -171 Elliott è ancora davanti, seppur non agilmente, a Bowman che deve resistere ad un Hamlin che stavolta è scattato bene; Truex e Byron completano la top5 mentre nella top10 si affacciano per la prima volta Buescher e Stenhouse. Mentre Elliott taglia il 250° giro in testa, Blaney si tocca con Harvick ed accusa un tire rub. A salvarlo ci pensa un’altra caution, con protagonista ancora una volta Newman ma anche Chastain (che perde il lucky dog) che finisce a muro a scoppio ritardato al termine del rettilineo. I due, infatti, avevano messo nel panino Custer e si sono girati sul muso della #41.
La pit lane si apre di nuovo e tutti si tuffano ai box per un altro cambio gomme. Tutti tranne un già disperato Logano che cerca la track position in una gara completamente sotto le aspettative per la #22. Alla green dei -155 Joey riesce a difendersi da Elliott, ancora una volta uscito dalla pit lane davanti a tutti, per un paio di giri, poi è costretto ad alzare bandiera bianca ed in sequenza viene passato anche da Bowman, Larson e Truex; Hamlin paga invece una sosta lenta in cui non si è accorto subito che poteva ripartire.
Come detto prima della stage finale, per ribaltare la questione qualificazione servirebbero degli imprevisti, ed è ai -150 che si entra nella fase clou. All’improvviso dal cofano della vettura di Truex a causa di un surriscaldamento, cronico da inizio gara ed ora acuito dalle caution in sequenza, si alza una colonna di fumo bianco segno che il radiatore è al limite. A salvarlo (e sarà solo la prima occasione) è Custer mandato in testacoda da Austin Dillon.
Solo qualcuno va in coda alla caution, DiBenedetto torna a pieni giri, Logano prosegue anche se ha perso la prima posizione e così alla green dei -138 Elliott rimane in testa senza difficoltà su Bowman, Truex (che non fuma più e così mantiene 10 punti su Kyle Busch e 15 su Keselowski), Larson e Byron. Ad un quarto di gara dalla fine (125 giri) Elliott ha 0.6″ su Bowman, 2.5″ su Truex, 2.7″ su Byron, 3.6″ su Hamlin, 3.9″ su Larson ancora incapace di resistere sul long run, 5.3″ su Keselowski, 5.4″ su Logano, 6″ su Kyle Busch ancora non felice e 6.4″ su Almirola con Blaney appena 22° e di nuovo in crisi.
La sequenza delle caution prosegue con Briscoe che manda in testacoda un Suárez in netta difficoltà fin dal primo giro e ai margini della top30. Stavolta a rimescolare le carte, mentre i big vanno ancora una volta ai box, ci pensano Austin Dillon, Reddick e Custer che non pittano. Elliott è ancora il migliore ed esce dai box davanti a Truex (che si è salvato una seconda volta perché stava per fermarsi sotto green per una ruota mal fissata), Hamlin, Byron e Logano mentre Larson riceve la seconda penalità di giornata. DiBenedetto si prende uno stop di un giro per sosta fuori dallo stallo e Alfredo torna a pieni giri.
Ed è alla ripartenza a 116 giri dalla fine che Elliott si autoesclude praticamente all’improvviso dalla lotta per la vittoria, infatti al choose cone decide di mettersi all’interno dietro a Reddick e Custer, lasciando la seconda fila all’esterno a Truex che davanti ha il solo Dillon. Chi ha la ripartenza peggiore è proprio Tyler che rallenta Elliott quel tanto che basta per rimetterlo nel gruppo. Truex, invece, dall’esterno in curva4 scavalca Austin ed è a sorpresa al comando seguito poco dopo da Hamlin.
Le sorprese non sono finite qua, infatti dopo un paio di giri quasi di slancio Hamlin scavalca anche il compagno di squadra passando in prima posizione. Elliott, invece, è incastrato dietro alla coppia Logano-Reddick ed è costretto ad usare il paraurti in maniera leggera prima per spingere Joey davanti a Tyler e poi a liberarsi della #22. A 100 giri dal traguardo Hamlin comanda su Truex (+0.5″), Elliott (+1.4″), Bowman (+2.8″), A.Dillon (+3.0″), Logano (+3.5″), Keselowski (+4.1″), Byron (+4.3″), Kyle Busch (+4.5″ sempre a lottare col sottosterzo) e Almirola (+4.8″); Blaney è 16°, Larson 21°. In generale i punti ed i divari sono dunque immutati.
Tutti iniziano a spingere sul serio, Chase sembra intenzionato a voler riprendere i primi due, ma la coppia JGR rimane sempre a 1.4″ e così Bowman ha sempre un punto di riferimento davanti a lui. Le alleanze cominciano a saltare anche fra compagni di squadra e Logano non è felice del sorpasso affrettato di Keselowski in quanto, secondo Joey, viaggiando insieme avrebbero raggiunto e scavalcato più facilmente Austin Dillon che è poco davanti a loro su gomme usurate.
Il sole sta calando e sembra che tutti i piloti soffrano tanto il sottosterzo, e il fatto che in pochi riescano a prendere bene il punto di corda apre la porta a tentativi e forzature di sorpasso. Ai -75 Hamlin ha 0.9″ su Truex, 1.8″ su Bowman che ha passato Elliott (+2.6″) che si è spento a causa di una modifica sbagliata all’assetto alla penultima sosta e non compensata del tutto all’ultima, 6.4″ su Keselowski staccato dai leader, 6.7″ su A.Dillon, 7.0″ su Logano che resiste bene davanti, 7.9″ su Almirola e Byron, 8.8″ su Bell, 10.2″ su un Kyle Busch in continua involuzione; Blaney è 15° proprio davanti a Larson che ormai non forza più di troppo.
Il ritmo si fa sempre più elevato, Larson passa Blaney, Wallace ai box con una ruota mal fissata, Bowman raggiunge e scavalca Truex proprio pochi istanti di un’altra caution e a cedere è la anteriore destra di Austin Dillon che era stato appena passato da Logano. Mancano 65 giri alla fine ed i big decidono di giocarsi ora l’ultimo set di gomme a loro disposizione. Hamlin esce dai box davanti a Bowman, Elliott, Truex e Keselowski; in coda in molti approfittano di questo per una wave around di massa. A questo punto Truex ha ancora nove punti di margine su Kyle Busch e 10 su Keselowski.
La bandiera verde sventola ai -57 ed Hamlin rimane agilmente davanti a Bowman ed Elliott, Truex lotta ed è quarto lasciando Keselowski e Byron a battagliare. Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a lottare e quindi Brad inizia ad attaccare passando la #19 poco più tardi. Ai -50 la classifica ancora corta vede nell’ordine Hamlin, Bowman, Elliott, Keselowski, Byron, Truex, Almirola, Kyle Busch, Logano e Kurt Busch, Blaney 13° e Larson 15°; la retrocessione di Martin gli lascia però ancora sette punti di vantaggio sulla coppia #2-#18.
Lo schermo inizia a dividersi per via delle situazioni presenti: Keselowski attacca Elliott che decide di bloccare con decisione (e ciò probabilmente avrà conseguenze poco dopo), ma il colpo di scena è che più indietro Truex ha un tire rub dopo il sorpasso con contatto subìto da Byron. Martin deve rallentare venendo attaccato e passato da Kyle Busch riducendo il margine sul taglio a soli sei punti. Non c’è il tempo di capire quanto sia a rischio Truex che Keselowski riattacca Elliott toccandolo e mandandolo in testacoda.
All’apparenza Truex viene graziato dalla caution per la terza volta, invece decide col team di rischiare. Una sosta per eliminare il tire rub gli costerebbe una decina di posizioni ad appena 40 giri dalla fine (visto che ai box ci vanno solo Elliott, Briscoe, Alfredo, DiBenedetto, Bell e Jones) e con esse anche la virtuale qualificazione a vantaggio di uno fra Busch e Brad. Si riparte quindi ai -40 con Hamlin al comando su Bowman, Keselowski, Byron, Truex, Kyle Busch, Almirola, Logano, Kurt Busch e Stenhouse.
Denny scatta bene e si mantiene davanti a Bowman (che parla di falsa partenza della #11) di quel poco che basta quando un giro dopo Stenhouse in curva4 finisce toccato forse da Buescher e viene centrato da Wallace, che perde così il lucky dog, e toccato leggermente anche da Elliott e Larson. Nuova green ai -34 con top5 invariata con l’unica differenza è che Truex ora è davanti a Byron.
Hamlin gestisce ancora al meglio la situazione e rimane primo, però stavolta Keselowski parte bene e riesce ad attaccare Bowman. Brad usa la vettura e riesce ad affiancarsi ad Alex. In questo preciso istante Truex commette un errore imperdonabile e rischia di mandare tutto all’aria. Martin, infatti, non avendo alcuna necessità di attaccare avendo ristabilito il margine, pur vedendo la #2 in crescita, decide di andare 3-wide con Keselowski e Bowman.
Alla fine l’esito è il peggiore per la #19: Keselowski passa Bowman che accusa un tire rub, Truex deve alzare il piede e prima viene passato da Byron ed in sequenza poi anche da Kyle Busch che ora gli è ad appena quattro punti in classifica. Un minuto più tardi un ulteriore disastro per Martin: pure Almirola lo attacca, Truex finisce largo, Kurt Busch si infila in curva2 e in uscita stringe la #19 a muro. La botta è bella forte, ma Truex è fortunato per la quarta volta dato che Preece provoca una caution ed è costretto al ritiro.
Truex a questo punto è obbligato a non fermarsi ai box dato che in classifica ora è virtualmente eliminato con Keselowski per appena un punto da Kyle Busch. Alla ripartenza dei -23 Hamlin precede Keselowski, Bowman, Byron, Kyle Busch, Logano, Almirola, Kurt Busch, Jones, Buescher e Truex, Blaney è 13°, Larson 16°, Elliott 22°.
Brad avrebbe un’occasione d’oro, ma parte male e così apre la porta a Bowman che in curva2 è secondo ed in curva3 con un bump&run su Hamlin addirittura al comando. Alex però poco più tardi sbaglia, finisce leggermente largo e la #11 si infila al suo interno tornando prima ai -20. Dietro di loro Kyle Busch scavalca Keselowski, tuttavia Truex, incredibilmente, nonostante la botta è ottavo col sorpasso a Logano ed è tornato alla pari con Rowdy seppur ancora virtualmente eliminato.
Lo schermo adesso è diviso in tre: si segue il duello fra Hamlin e Bowman per la prima posizione, quello fra Kyle Busch e Keselowski per il terzo posto (e Byron è vicino) ed una potenziale qualificazione a Phoenix ed infine l’inseguimento di Truex a Kurt Busch, sul quale probabilmente c’è anche il tifo del fratello, per un sorpasso – con possibile vendetta per quanto successo poco prima – a questo punto necessario quando mancano ormai 15 giri alla fine.
Le distanze fra le tre coppie sono minime ed è ovvio che qualcosa succederà, non si sa però il quale riquadro. Come in precedenza, avviene tutto in pochi secondi: ai -8 Truex passa Kurt Busch ed è virtualmente qualificato, ai -7 Bowman attacca Hamlin, ma finisce lungo e loose e manda la #11, non volontariamente, in testacoda e a muro. Denny ovviamente non è felice, però anche con i punti persi la qualificazione non è a rischio dato che ha ancora otto lunghezze di margine e più di così non può perdere.
Si va direttamente all’overtime per il duello a distanza fra Truex e Kyle Busch, separati da appena un punto mentre Keselowski è a -6. Il choose cone è decisivo perché Bowman va interno con Brad, Byron e Almirola, Kyle Busch invece va esterno e si trova dietro Truex che così ha guadagnato una fila. Gli ultimi due giri sono incredibilmente tranquilli al 90% dato che Bowman scatta bene, Keselowski non riesce ad usare il proprio paraurti, anzi deve lottare con Kyle Busch che ormai è scivolato a -3.
Bowman vince a sorpresa la quarta gara stagionale precedendo Kyle Busch e Keselowski con i due che si scontrano prima (disperato tentativo inutile di Brad per il secondo posto) e dopo il traguardo; Truex, Byron, Almirola, Kurt Busch, Jones, Buescher e Logano completano la top10, Blaney è 11° su uno spento Harvick, A.Dillon, Larson, DiBenedetto, Elliot e Bell, Hamlin 24°.
Sembra tutto finito e invece c’è spazio ancora per i fuochi d’artificio, infatti Hamlin è ancora arrabbiato (eufemismo) e anziché tornare in pit lane raggiunge Bowman a tutta velocità sul traguardo e gli impedisce per due volte di festeggiare, prima di essere calmato dai box per evitare contatti ed eventuali penalità.
Il confronto si sposta così davanti ai microfoni dove sia Hamlin (che definisce Bowman un terrible hack, ovvero un incredibile incapace, ma la traduzione è non precisa) che Kyle Busch (che dà del ritardato a Keselowski per l’incidente finale prima di scusarsi, ma la Nascar ha preso nota e potrebbero arrivare sanzioni in settimana visto il precedente della Deegan) hanno gli ultimi fuochi d’artificio di giornata.
La classifica alla fine parla chiaro: oltre a Larson ed Elliott (+32), c’è un’altra coppia che vola a Phoenix ed è quella JGR composta da Hamlin (+8) e Truex (+3). Kyle Busch ha lottato ma è fuori per poco e non si può parlare solo di sfortuna pur nella fortunata sequenza che ha visto protagonista la #19. Infine, è ufficiale la Caporetto del Team Penske con Keselowski (-8) Blaney (-20) e Logano (-42) che salutano il titolo.
Ora si vola in Arizona con un clima infuocato ed ancora con il rumore dei fischi (sonori quelli ad Hamlin, odiato dal pubblico malgrado giocasse in casa) è ancora nelle orecchie. Il pronostico è incertissimo e all’apparenza basterà poco per rompere di nuovo i delicati equilibri.
I risultati odierni
La classifica della “Xfinity 500”
La classifica generale
Così la griglia playoff al termine del “Round of 8”
Le altre categorie
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I prossimi appuntamenti
Il prossimo weekend sarà quello conclusivo, ed ovviamente decisivo, per la stagione 2021 della Nascar. Nella notte fra venerdì e sabato (h 1:00) ci sarà l’epilogo della Truck Series, fra sabato e domenica (h 1:30) quello della Xfinity ed infine domenica sera alle 21:00 sapremo chi sarà il campione della Cup Series.
Immagine: media.nascar.com
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