NASCAR | Austin Cindric trionfa alla Daytona 500 2022!

NASCAR
Tempo di lettura: 23 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
21 Febbraio 2022 - 15:00
Home  »  NASCARTop

Austin Cindric fa il miglior regalo possibile di compleanno a Roger Penske battendo nel duello finale il compagno di squadra Ryan Blaney, poi quarto dietro a Wallace e Briscoe. Per la Next Gen qualche incidente (tutti i piloti ok, includo Harrison Burton dopo un flip) e qualche problema di gioventù da risolvere


Il debutto della Next Gen a Daytona, primo vero banco di prova della stagione Nascar, è stato positivo. Le dinamiche di gara sono state avvincenti ed hanno replicato quelle della Gen6 degli ultimi anni, il finale di gara poi sarà uno che potrebbe passare alla storia. Dopo una prima stage problematica, fra ruote vaganti e big one, una seconda stage con altri problemi soprattutto al sistema di rifornimento, l’ultima parte di gara ha visto i piloti dare il massimo fra duelli 2-wide e incidenti forse evitabili.

L’overtime è stato un duello in casa Penske fra Austin Cindric e Ryan Blaney, quest’anno però i protagonisti alle dipendenze di Roger (che ha compiuto domenica 85 anni) non sono finiti a muro in curva3 come Logano e Keselowski l’anno scorso, ma hanno portato a casa il trofeo più importante. Fra i due a prevalere è stato il giovane rookie all’ottava gara in carriera in Cup Series. Decisiva la manovra difensiva che ha portato Blaney a muro facendogli perdere velocità.

Le qualificazioni

Kyle Larson in pole per la Daytona 500 2022!

Duel #1 2022: Brad Keselowski vince d’esperienza al debutto da team owner

Duel #2 2022: Logano sbaglia, Buescher vince! Notte da sogno per il RFK Racing

La gara

Dopo i Duel del giovedì, a disposizione dei piloti della Cup Series ci sono ancora due sessioni di libere per provare in assetto di gara, una venerdì ed una sabato. Entrambe le sessioni (incluse le FP4 ridotte di 20′ per un breve scroscio di pioggia) sono dominate come le gare di poche ore prima dalle Ford: le FP3 sono di McDowell, le FP4 invece di Harrison Burton.

Fra venerdì e domenica, quando c’è un nuovo giro di controlli tecnici, si compone la lista dei piloti che dovranno partire dal fondo. Logano è sicuro dato che deve utilizzare il muletto dopo l’incidente di giovedì e la vettura di scorta si comporta bene quando scende in pista, Villeneuve (che ha trovato uno sponsor dopo le qualifiche) deve cambiare sabato il motore per una valvola rotta ma partiva già ultimo.

Briscoe, invece, prima della gara fallisce i controlli tecnici due volte (così come successo a Suárez e Villeneuve prima delle qualifiche) e finisce in fondo perdendo anche un membro del team; ben peggio va ad Hemric che li fallisce tre volte e dunque oltre a tutto quanto citato per Chase dovrà anche scontare un drive through dopo la bandiera verde.

Il vero tema dei due giorni che precedono la Daytona 500 riguarda però il sequestro da parte dei commissari dei cerchioni utilizzati da Penske e RFK per sospette modifiche illegali. La Nascar ritiene che sono stati allargati i fori di montaggio, secondo qualcuno per velocizzare i tempi dei cambi gomme, Roger e Brad dicono che invece è stata una questione di sicurezza a cui la Nascar stessa non ha risposto dopo ripetute domande sulla stessa modifica proposta. Eventuali penalità saranno rese note in settimana.

A Daytona la giornata finalmente bella e non c’è rischio pioggia, non è una giornata primaverile ma comunque si toccano i 20 °C, dunque il clima perfetto per accogliere gli oltre 100’000 spettatori che affollano la pista della Florida in un clima da tutto esaurito che non si vedeva da diversi anni; decisamente l’esordio perfetto per la stagione già dopo il positivo Clash.

Alla bandiera verde il gioco di squadra in casa Hendrick funziona e Bowman all’interno lascia passare Larson che scende dall’esterno e gli si mette davanti, tuttavia in uscita di curva2 Keselowski sfrutta proprio il buco lasciato libero da Kyle, si mette all’esterno con Cindric e passa nettamente in testa; per lui sarà il primo di 67 giri in testa, più di tutti.

La corsia esterna guadagna fin da subito grazie a quattro Ford, l’interno invece precipita e la coppia Hendrick scivola fuori dalla top10. Ad essere staccati sono solo in due, Hemric che ha scontato il drive through e Villeneuve che ha problemi di pressione dell’acqua.

Pian piano la corsia interna si ripopola, infatti ci saltano su Harrison Burton e Kyle Busch ed è proprio Rowdy a passare al comando al giro 7; la rimonta furiosa dell’interno sembra dare una svolta alla prima fase di gara, visto che è stato un attacco coordinato delle Toyota (dietro di lui ci sono Bell, Truex e Kurt Busch). Keselowski e Cindric preferiscono non rischiare, mantengono il sangue freddo e non bloccano questa manovra.

Il duo di ex compagni di squadra mantiene il sangue freddo ed ha ragione, infatti la spinta delle Toyota dura ben poco e sulla lunga distanza, mentre Hemric viene doppiato, riesce a rimanere in scia al plotone e cerca l’aiuto del quasi compagno di squadra Gragson, le Ford tornano davanti. Il plotone a differenza dei Duel rimane compatto dall’inizio alla fine e quindi le strategie cambiano: sarà una Daytona 500 più simile a quelle degli anni recenti.

Il gruppo delle Toyota perde lentamente (e Kyle Busch è al primo team radio animato – eufemismo – dell’anno), all’inizio anche perché c’è un accenno di 3-wide in coda con Reddick che apre non volendo una nuova corsia. Il primo vero problema tecnico lo accusa Biffle, il quale pensa di avere un guaio al motore o al sistema di iniezione (alla fine sarà invece la pompa della benzina) e sente il propulsore sottopotenziato malgrado riesca a tenere la scia.

Attorno al giro 20, quando anche Villeneuve e quindi torna ad esserci un plotone da 40 di cui 38 a pieni giri, l’emorragia di Kyle Busch e della corsia interna finisce e le Toyota iniziano a rimontare di nuovo. La fila si ripopola proprio mentre Biffle entra ai box e poi nel garage prendendosi una penalità a causa della pit crew che sconterà più tardi.

Mancano 40 giri alla fine della prima stage e ciò vuol dire che si apre la finestra per la prima delicata sosta, ma tutti aspettano. Mentre Grala, McLeod e Ware sono i primi staccati dal gruppo, al giro 27 la rimonta si completa di nuovo e Kyle Busch torna al comando. Inizia così un bel duello fra Ford e Toyota in vetta alla corsa con tandem che spingono a momenti alternati o Keselowski o Rowdy.

I team radio che arrivano fanno un bilancio dei primi giri: Blaney dice che ha sottosterzo, Bell riporta invece che l’hood flap a forza di sbattere su e giù si è rotto. Ai -30 l’esterno si disunisce leggermente e ciò basta alle Toyota per prendere decisamente il largo al punto che Brad finisce quasi fuori dalla top10 visto che l’esterno si sta svuotando.

Al giro 37 arrivano le prime soste e sono soprattutto le Ford (tranne Keselowski che non riesce a trovare il varco essendo appunto esterno) ad andare ai box, al giro successivo è invece la volta di tutti gli altri; in questa occasione i protagonisti sono Villeneuve che finisce in testacoda in ingresso della pit lane e Ty Dillon che si prende una penalità per eccesso di velocità.

Poco più tardi arriva la prima caution: Kaz Grala in uscita dai box perde la posteriore destra (evidentemente montata male ed il pilota del team di Floyd Mayweather è la prima vittima del monodado) in curva2; alla chiamata delle bandiere gialle Briscoe rallenta all’improvviso e Blaney lo tampona involontariamente mandandolo in testacoda e rovinandogli leggermente il diffusore. Hemric sarebbe il lucky dog, ma il team Kaulig sbaglia clamorosamente facendolo pittare e quindi Daniel perde il beneficio acquisito.

Dopo qualche sosta aggiuntiva, fra cui quella improvvisa di Cassill alla green, e si riparte ai -20 nella prima stage con Kyle Busch ancora al comando, ma stavolta davanti a Logano, che ha completato così la rimonta dal fondo, Hamlin, Harrison Burton e Bell. Le due Toyota una dietro l’altra scattano bene ed il trenino JGR senza Truex rimane davanti. Intanto il calvario e la confusione di Hemric continuano: la penalità precedente consta di fermarsi ai box per un giro per restituire quello guadagnato “illegalmente”, ma Daniel invece sconta un drive through, quindi la #16 deve tornare di nuovo ai box per mettere in archivio la penalità originale.

L’esterno intanto si perde subito e l’interno prende forza, il gruppo in coda invece si sgrana anche per un grosso rischio che corrono Blaney, Larson e Wallace. Poco più tardi arriva un’altra caution: Haley perde una ruota ed è il secondo guaio preoccupante in 50 giri, tuttavia in questo caso la diagnosi è diversa, non ruota non avvitata (forse solo fissata male), bensì rottura del cerchione appunto causata dalle probabili vibrazioni.

Dopo qualche sosta strategica, con Blaney che non riesce a cambiare la posteriore destra perché il dado non si sfila, si riparte ai -9 nella prima stage con il JGR ancora in pieno controllo, tuttavia l’esterno recupera ed Harrison Burton manda in testa Byron che cala subito a coprire Kyle Busch. Lo shuffling non è finito e Truex spinge lo stesso Burton davanti ai -6. La lotta per i punti si fa intensa: Truex spinge forte e manda largo la #21 ma solo per cambiare corsia e mettersi insieme alle altre Toyota. Poi il primo grosso incidente.

Keselowski è all’esterno in curva2 e spinge Harrison Burton per farlo restare davanti, ma la sua spinta è eccessiva ed il rookie perde il controllo verso sinistra, ovvero verso il resto del gruppo. Nella carambola vengono coinvolti anche Byron, Kyle Busch, Bell, Hamlin, Chastain e Bowman che nel contatto in pratica fa fare un flip alla #21 a velocità non elevata. Per fortuna non ci sono feriti ma Ross, Harrison, William e Denny (primo DNF in carriera alla Daytona 500) la gara termina qui.

La prima stage si chiude sotto caution e la vince dunque Truex su Keselowski, la sorpresa Gilliland, Stenhouse, Logano, Austin Dillon, Kurt Busch, Jones, Larson ed un Elliott che non si è fatto mai vedere finora; il lucky dog è per Hemric che recupera uno dei due giri persi, stavolta senza errori.

Dopo il giro di soste in cui ci sono diverse strategie (solo pieno, due gomme come Cindric e pit completo per Larson e Keselowski) e riparazioni (i fratelli Busch mentre Bell va nel garage per una sospensione rotta) si riparte con Erik Jones al comando su Blaney, Buescher, Cindric ed Harvick (anche lui come Elliott nell’ombra) mentre Truex è finito in 15esima posizione.

La seconda stage non vedrà problemi alle ruote (se si esclude uno a Suárez nel finale che gli costerà un paio di giri dopo una penalità per eccesso di velocità), bensì il tema diventa quello della benzina, infatti pare che i team non riescano a rifornire le vetture quanto vogliano, sicuramente non del tutto. Alla green Cindric spinge il teammate Blaney davanti e Jones perde subito il comando.

Jones si sposta all’esterno e trova la collaborazione in casa Chevy di Stenhouse (che poi molla Erik il quale si arrabbia tantissimo) e Suárez, ma l’attacco viene respinto e così il timone passa a ben sette Ford. Dopo una prima stage in cui tutti dovevano prendere ancora le misure alla Next Gen, il gruppo si calma e nel giro di pochi giri si forma la fila indiana che sarà protagonista di una stage di tregua.

Si forma così una fila di 23 vetture (in coda Suárez ed Elliott dopo il fallimento della corsia Chevy), il primo degli altri a 4″ è a sorpresa Villeneuve, tornato a pieni giri dopo una wave around, e con lui ci sono Hemric, Austin Dillon (che ha un problema al motore, più tardi si fermerà cercando un reset della centralina) e LaJoie oltre ad altri piloti che non vogliono correre rischi in cerca di un risultato a sorpresa; gli unici doppiati dopo i 31 a pieni giri e prima di un ammaccato ed attardato Bowman sono Haley e Grala, tornati in gara dopo i loro problemi con le ruote.

Dopo aver cambiato la pompa della benzina torna in gara anche Biffle per “sorpassare” i ritirati del big one. Greg esce dal garage sapendo che dovrà scontare una penalità arretrata, però uscendo dai box supera il limite di velocità e quindi le infrazioni diventano due. Villeneuve, invece, all’improvviso da primo degli altri si stacca ed è in coda, forse di nuovo per il problema al motore di inizio gara.

Si arriva così velocemente a metà gara (Blaney in testa su Cindric, Buescher, Harvick, Keselowski, Gilliland, Custer, McDowell, Ty Dillon e Briscoe con 11 Ford nella top12 e le quattro Toyota superstiti fra il 18° e il 21° posto) e la corsa dopo due anni di pioggia e rinvii è ufficiale già alla domenica pomeriggio.

Il giro di soste, dopo un breve anticipo delle wave around in cui Cassill rischia di investire i meccanici di Cody Ware, inizia al giro 107 con le Ford (Briscoe lungo nello stallo e facendo retro ostacola Cindric), seguono al 108 le Chevy ed infine al 109 le Toyota con Elliott che si aggrega a loro perché troppo staccato dai compagni di marca; Chase però lascia spegnere la vettura (anche Larson avrà questo problema più tardi) e perde tempo prezioso.

La classifica dopo i pit è cambiata: ai -20 nella stage Keselowski è tornato al comando su Buescher, Blaney, Harvick, Gilliland, Custer, Suárez (momentaneamente), T.Dillon e McDowell con le Toyota staccate di quasi 5″ con Logano e Stenhouse, Gragson a 9″, Elliott a 13″, Briscoe a 16″. Custer è la prima vera vittima del rifornimento, infatti la vettura non prende benzina e dovrà tornare ai box per ben tre volte. Anche le Toyota hanno paura di non aver fatto al pieno, ma – nonostante questo – appena riprendono il gruppo di testa lanciano un attacco di slancio. Inizia così la lotta per il traguardo intermedio.

Il rimescolamento è molto brusco e incredibilmente non ci sono incidenti. Truex viene lasciato al vento, poi si torna 2-wide, ma nel complesso le Toyota vengono respinte e la coppia RFK rimane in testa. Le Toyota poi ai -10 lanciano un secondo attacco insieme a Logano ed avanzano rapidamente, Larson e Stenhouse devono coprire e la spinta è tale che Kyle raggiunge Keselowski.

Brad è costretto a chiudere su Larson alla sua destra ai -5, ma Kyle incrocia la traiettoria e passa all’interno con Stenhouse lasciando così Keselowski a collaborare con Logano; la #6 ritorna poco dopo in testa anche perché Larson viene fatto saltare dalla fila. Joey prova a fare un tandem con Brad, tuttavia il risultato non è quello sperato e così Truex rimane vicino a loro mentre in molti (Kyle Busch, Reddick, McDowell, Almirola e Kurt Busch) preferiscono non rischiare ed alzano il piede.

La stage si decide nell’ultimo giro e mezzo: il gruppo di testa raggiunge un gruppo di (futuri) doppiati composto da Briscoe, Villeneuve e Grala. Jacques e Kaz vengono saltati senza problemi, Chase invece blocca in maniera aggressiva Brad in curva3 per cercare la spinta del leader. Brad gli rimane in scia fin sul traguardo, poi cerca il sorpasso all’interno, ma mancandolo lascia Logano con Briscoe ed i due ritentano il tandem. Brad è al vento e perde, le altre due Ford allungano, ma la loro spinta si esaurisce in curva4 e così Truex li riprende e sorpassa Joey.

Truex dunque vince in volata (distacco 0.015″) anche la seconda stage su Logano, Wallace, Keselowski, Stenhouse, Cindric, Buescher, Harvick, Larson e Gilliland. 21 le auto a pieni giri di cui 13 nel gruppo di testa, poi altre 5, più staccati Elliott e Gragson che si sono aiutati ma prendono 45″ ed infine Briscoe che si salva lasciando il lucky dog ad Hemric che torna nella tornata dei leader.

Dopo il giro di soste in cui ci sono molte riparazioni alle vetture (i fratelli Busch, Elliott e Suárez), una penalità per McDowell e molti che, visti i problemi precedenti, rabboccano prima della ripartenza, Keselowski riprende il comando davanti a Cindric, Wallace, Harvick, Jones, Almirola, Blaney, Truex, Buescher e T.Dillon. La green viene sventolata 63 giri dalla fine.

L’interno scatta bene e Cindric spinge Keselowski davanti, ma la vera sorpresa è Harvick che per la prima volta si fa vedere in tutta la Daytona 500 e guida la corsia esterna; Logano (che ha rabboccato) tenta subito invece la rimonta andando 3-wide con Elliott. In fretta si forma però la fila indiana per quasi tutta la top10, in cui è entrato Gragson, ed Harvick perde terreno.

Riparte così la tregua armata in vista dell’ultimo giro di soste ed a 50 giri dalla fine si è formata una fila indiana di 22 vetture con Harvick sceso in 18esima posizione. La tregua però dura poco, infatti le Toyota rimaste dietro (Truex, Kurt e Kyle Busch) lanciano un attacco coordinato all’esterno sul quale salta su anche Logano. Il tempismo è perfetto, soltanto sfortunato.

In curva4, infatti, Reddick rompe la sospensione posteriore (sul momento il suo crew chief accusa Villeneuve che è nel gruppo seppur doppiato) e perde il controllo della vettura travolgendo al suo esterno sia Truex che Logano mentre Kyle Busch, già ammaccato dal big one, evita l’incidente. Martin riparte con un passaruota danneggiato mentre sia Tyler che Joey sono praticamente bloccati nell’erba con gomme forate e fondo piatto che tocca (uno dei problemi della Next Gen è la minora altezza dal suolo) e perdono un paio di giri fra attesa dei soccorsi e riparazioni.

Mancano poco più di 40 giri al traguardo e la finestra per l’ultima sosta è vicinissima, dunque tutti si tuffano ai box anche se il finale di gara in assenza di caution rischia di essere fuel mileage anche alla luce dei problemi registrati in precedenza. Mentre Elliott deve fermarsi in pit lane per non toccarsi con Jones, Cindric e Keselowski cambiano due gomme, Wallace e Blaney invece fanno solo il pieno.

Si riparte ai -41 dunque con Cindric, Wallace, Blaney, Jones e Keselowski nella top5. Il tandem Penske funziona ed Austin comanda su Ryan; Jones resiste con Bubba ben poco, poi Erik lo molla al suo destino e Wallace deve fare un blocco aggressivo e rischioso su Buescher per restare al comando della corsia esterna. Riuscendoci, per Wallace questo diventa probabilmente il momento decisivo della sua gara.

Bubba, infatti, ora alle sue spalle ha l’altra Toyota di Kyle Busch che malgrado il muso rattoppato riesce ancora a dare delle spinte poderose. Si apre così la fase più bella della gara in cui, malgrado i timori per la benzina, i tandem Ford e Toyota duellano alla pari per una ventina di giri; la fase è ancora più bella perché i tandem non sono sincronizzati e quindi quasi a giri alterni prima è al comando Cindric e poi Wallace.

Solo per un breve momento attorno ai -35 Wallace prova a scendere su Cindric, ma evidentemente non gradisce la sua spinta e allora torna da Kyle Busch. Ai -30 le Toyota hanno un attimo di cedimento e Wallace è al livello di Buescher che segue Blaney, ma poi si riorganizzano e di slancio Bubba e Kyle tornano al comando riuscendo addirittura a coprire Austin lasciando al vento all’esterno Stenhouse. Le Toyota, quindi, hanno vinto la battaglia con le Ford.

A dare una mano a Ricky è proprio Buescher e la spinta è tale da mandare Stenhouse al comando ai -22; il gruppo intanto si sta sfilacciando tra auto che non trovano il ritmo ed altre che, dopo la wave aroud alla caution precedente, devono fermarsi ai box. Le vetture sono sempre più ballerine e i rischi aumentano giro dopo giro. Tutti sono consapevoli che presto arriverà un inevitabile incidente.

Riparte il duello di tandem, solo che ora contro Wallace e Kyle Busch interni ci sono alla loro destra Stenhouse e Buescher. A vincere stavolta è quest’ultima coppia e l’esterno prevale, con Busch che chiede scusa a Bubba per una spinta mal riuscita che fa saltare la #23 dalla scia; si forma così la famigerata fila indiana lungo il muro e Stenhouse ha in mano il pallino del gioco.

Mancano 15 giri alla fine e nel gruppo di testa ci sono 13 vetture seguite a breve distanza da altre 7 per un totale di 20: saranno questi a giocarsi la Daytona 500. L’ordine vede Stenhouse davanti a Buescher, Larson, il sorprendente Gilliland, Harvick, Jones, Kyle Busch, Cindric, Blaney, Keselowski, Wallace, Gragson, Almirola, Elliott, Ragan, T.Dillon, Truex, Briscoe, McDowell ed Hemric; sono così saltate anche le alleanze e lanciare un attacco coordinato è più difficile.

Ai -12 il primo momento decisivo, infatti il plotone sta raggiungendo un gruppetto di cinque vetture da doppiare con Suárez che lo guida. Cindric e Blaney cercano di approfittarne per attaccare, però tutti coprono il loro tentativo. Poco più tardi è la volta di Larson che apre la seconda fila con Gilliland e Kyle Busch, poi si uniscono anche Wallace e Gragson, il gruppo quindi si rimescola.

Quando la situazione sembra di nuovo calma, di nuovo Cindric lancia l’attacco con Blaney, la manovra riesce e Buescher rimane al vento all’esterno e perde velocità. Sulla seconda corsia con lui ci sono anche Harvick e Larson; Kevin viene risucchiato dalla scia e la differenza di velocità è notevole, al punto che Harvick deve rallentare, Kyle non lo fa abbastanza (si scuserà in seguito dicendo che ha valutato male la distanza fra Buescher e Harvick credendo fosse maggiore) e tampona la #4. Nell’incidente vengono coinvolti anche Gilliland, Jones, Elliott e Gragson mentre Kyle Busch ne esce ancora indenne.

Viene esposta la bandiera rossa solo per lasciare abbastanza giri da disputare sotto green; quando si torna sotto caution in molti in coda vanno a rabboccare ed alla ripartenza dei -6 Stenhouse è ancora al comando su Cindric, Keselowski, Blaney, Wallace, Buescher, Almirola, Kyle Busch, Ty Dillon, Briscoe, McDowell, Hemric, Ragan, Elliott, Truex e LaJoie, ovvero i 16 a pieni giri.

Alla ripartenza riparte la lotta fra tandem, Stenhouse si prende Keselowski lasciando la coppia Penske all’interno. La situazione regge per tre curve, poi Brad in curva4 (forse vedendo Cindric e Blaney allungare) decidere di spingere senza pausa la #47; il risultato tuttavia è lo stesso di inizio gara, ovvero Keselowski manda in testacoda la vettura che ha davanti. Ricky finisce a muro per un incidente che coinvolge anche Buescher. E Stenhouse nelle interviste post gara è tutt’altro che felice della condotta di gara di Brad.

La pulizia della pista si dilunga e quindi si va all’overtime con Cindric al comando su Blaney, Wallace, Keselowski, Almirola, Kyle Busch, Briscoe, McDowell, Elliott, Ty Dillon, Ragan, Truex, LaJoie ed Hemric. La curiosità per la ripartenza è tanta, visto che Austin e Ryan sono per la prima volta separati e visto che alla ripartenza mancano soli due giri l’alleanza in Penske potrebbe anche essere finita per giocarsi autonomamente la vittoria.

Invece al muretto si decide di rischiare il solito gioco di squadra malgrado Wallace e Keselowski siano pronti dietro di loro a dare una spinta eccessiva per far saltare i piani. Alla green tuttavia il piano riesce: Cindric dall’esterno cala su Blaney che aspetta un centesimo di più per accelerare e quindi si riforma il tandem Penske con Cindric e Blaney (e poi Keselowski), mentre all’esterno rimane Wallace deve trovare un alleato in Almirola.

I piani per Bubba cambiano perché il vantaggio preso dall’interno nel primo mezzo giro è tale da permettere a Brad di saltare davanti a lui e quindi la sfida diventa Cindric-Blaney contro Keselowski-Wallace. Brad sembra averne, tuttavia il duo Penske è più veloce e mantiene sempre almeno una lunghezza di vantaggio.

Si arriva così senza problemi fino in curva4 con la bandiera a scacchi in mano al flagman ed è qui che arriva il libera tutti. Blaney esce dalla scia di Cindric andando all’esterno, la manovra è buona e quasi riesce, ma Austin blocca al limite stringendo Ryan sul muro. La #12 deve alzare il piede e così il suo sogno sfuma, ma inizia quello di Wallace che si trova una corsia libera davanti a sé, taglia il più possibile visto il ritorno di Cindric, ma il traguardo arriva troppo presto per lui.

A trionfare nella Daytona 500, con merito visti i 21 giri in testa e quasi tutta la corsa nelle prime posizioni, è dunque Austin Cindric che precede Wallace (seconda piazza d’onore in carriera) di 0.036″ e Briscoe di 0.091″, seguono Blaney, Almirola, Kyle Busch, McDowell, Ragan, Keselowski (side draft mancato su Blaney in curva4 e incidente con #34 e #15 sulla linea per chiudere la giornata), Elliott, Ty Dillon, Hemric, Truex, LaJoue e Cassill; Ware e Buescher chiudono a un giro, Suárez, Kurt Busch e Custer a -2, Logano, Villeneuve (miglior auto Open) ed Haley a -3, Bowman e A.Dillon a -4, Grala e McLeod a -5.

Appena all’ottava gara in carriera (non è record, Trevor Bayne vinse alla seconda nel 2011) Austin Cindric dunque trionfa nella gara più prestigiosa dell’anno regalando a Roger Penske la sua terza Daytona 500 dopo quelle di Newman nel 2008, quella di Logano nel 2015 (sette anni più tardi) e quella di ieri, ancora una volta dopo sette anni. Penske completa anche il set dei propri numeri, dato che Newman aveva il #12, Logano il #22 e Cindric ha sconfitto la maledizione del #2 che ha accompagnato Rusty Wallace, Kurt Busch e Brad Keselowski.

Cindric può così festeggiare la ritrovata serenità, dato che il titolo perso a Phoenix all’ultima curva da Hemric in Xfinity Series non lo ha fatto dormire per diverse notti. Ora, invece, potrà gustarsi (a meno di una clamorosa regular season con più di 17 vincitori diversi) un 2022 in cui non avrà pressioni perché i playoff sono a un passo senza nemmeno l’obbligo morale di vincere sugli stradali, ma crescendo pian piano senza fretta, accumulando esperienza di gara in gara.

Pilota poliedrico, figlio di Tim Cindric (presidente del Team Penske) e per questo sottovalutato a lungo, Austin incredibilmente ha iniziato la carriera in monoposto – malgrado sia alto più di 1.90 m – con Andretti, poi ha girato l’America fra stock car, RallyCross, endurance (da minorenne corse la 12h di Bathurst) e poi tanta Nascar, iniziando nei Truck nel team di Brad Keselowski e poi ovviamente passando in Penske dove ha vinto il titolo della Xfinity Series nel 2020. Il passaggio da pilota raccomandato e specialista degli stradali a talento da tenere d’occhio è stato rapidissimo, infatti Cindric ha soli 23 anni e chissà quanto vincerà ancora.

E, in fondo prima di continuare nei festeggiamenti, si potrebbe dire che Austin ha vinto girando a destra con quella manovra su Blaney, quindi tutto torna.

I risultati odierni

La classifica della 64esima Daytona 500

La classifica generale

Così in campionato dopo 1 delle 36 gare della Nascar Cup Series 2022

Le altre categorie

Xfinity Series: Daytona è di Austin Hill! Paura per Myatt Snider

Truck Series: Zane Smith vince la gara di apertura a Daytona!

I prossimi appuntamenti

La prossima settimana la Nascar tornerà a Fontana per la prima volta dal 2020, penultima gara prima della pandemia che poi ha mandato in lockdown prolungato la California. Sabato correrà la Xfinity Series e domenica la Cup Series. I Truck, invece, torneranno a Las Vegas il 4 marzo.


Immagine: media.nascar.com

Leggi anche

Tutte le ultime News di P300.it

È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.

LE ULTIME DI CATEGORIA

I Commenti sono chiusi.

COLLABORIAMO CON

P300.it SOSTIENE

MENU UTENTE

REGISTRATI

CONDIVIDI L'ARTICOLO