Austin Hill il più vincente, Cole Custer il più costante, Justin Allgaier il cacciatore di stage. Pronostico per il titolo della Xfinity Series ristretto a questi tre o a Phoenix ci sarà una sorpresa?
26 gare di regular season e l’equilibrio iniziale è ancora lì come a febbraio. La NASCAR Xfinity Series arriva ai playoff con un pronostico ancora aperto seppur privo, al momento e sulla carta, di un paio di big che rispetto a inizio campionato hanno deluso lungo il percorso. Justin Allgaier ha dominato le stage, ma Austin Hill e Shane van Gisbergen (ovviamente sfruttando gli stradali) hanno ottenuto più vittorie e Cole Custer ha vinto la stagione regolare. Tutto ancora da decidere, anche alla luce delle gare che si succederanno nei playoff con punti di forza e debolezza per ciascuno dei qualificati.
I 12 piloti
Come sempre in apertura di analisi dei playoff della Xfinity Series è d’obbligo ricordare quale era il numero della stagione in corso, ovvero quante vetture dei top team si erano presentate a Daytona in confronto ai 12 posti previsti per i playoff. Il numero magico del 2024 era 13, ma hanno mancato la qualificazione ben due piloti. La sorpresa, relativa, è stata quella di Parker Kligerman con la #48 del Big Machine Racing. A lungo anche Ryan Sieg ci ha provato, ha sfiorato per due millesimi la vittoria in Texas, ma alla fine ha dovuto alzare bandiera bianca. I due piloti che, dunque, hanno deluso le aspettative sono stati Brandon Jones del JR Motorsports (14° in classifica generale a ben 139 punti dalla qualificazione) e Josh Williams del Kaulig Racing (17° a -259).
Esclusa la lotta per gli ultimi posti dei playoff che si è risolta soprattutto nelle ultime settimane, la regular season della Xfinity Series è stata molto equilibrata. Tolte le sei vittorie andate a piloti non iscritti al campionato (due Nemechek, due Bell, una Larson ed Elliott) e le tre ai piloti part time del Joe Gibbs Racing (due Ryan Truex e una Almirola), di successi per i piloti a tempo pieno ne sono rimasti ben pochi, al punto che a fatica si è raggiunta quota tre per il leader.
Un po’ a sorpresa, ma visto gli inizi un po’ meno, a lungo appunto grazie alla terza vittoria nel 2024 il leader della griglia è stato quel Shane van Gisbergen che era al debutto nella categoria. Portland, Sonoma e Chicago è stata una tripletta fondamentale per il neozelandese che, comprensibilmente, ha faticato all’inizio sugli ovali trovando nel corso dei giri, pista per pista, più fiducia nel mezzo. Da notare, comunque, che SVG sarebbe stato 12° in classifica generale al momento del taglio.
Grazie alla seconda vittoria ad Atlanta, terza complessiva, poi Austin Hill è tornato alla guida della griglia playoff mantenuta fino al momento del taglio anche se in classifica generale si è piazzato solo al quarto posto perdendo dunque playoff point rispetto ad Allgaier e Custer che, pur con un successo in meno, sono stati più efficienti lungo tutto il campionato.
Di seguito verranno presentati uno per uno i piloti qualificati in ordine di classifica dopo il reset del punteggio. Le monografie sono a cura di Gabriele Dri e Francesco Gritti.
Justin Allgaier (2034)
Un Allgaier in versione cacciatore di stage quello del 2024: 14 playoff point conquistati solo grazie ai traguardi intermedi è un dato più che doppio rispetto al secondo di questa classifica (Chandler Smith a quota sei mentre Custer ne ha presi tre) ed è di per sé quasi storico. Tuttavia il veterano del JR Motorsports, ancora alla caccia del primo titolo in Xfinity Series, partirà nei playoff solo da +6 sullo stesso Custer.
Due sole infatti le vittorie per Allgaier a Darlington e in Michigan, in altre tre occasioni in cui aveva vinto la prime due stage poi non era arrivato il successo. Nel complesso però Cole era stato più costante e a cinque gare dai playoff la #00 era al comando della regular season. Justin ha approfittato di una fine estate sfortunata per Custer per il sorpasso, tuttavia a Bristol si è ribaltato tutto, la #00 ha vinto, #7 è finita ko e quindi Allgaier ha perso in un sol colpo 15 playoff point che, tuttavia, difficilmente faranno la differenza nel Round of 8. Justin deve solo fare il suo dovere per tornare a Phoenix e, stavolta, provare sul serio a vincere il campionato.
– Gabriele Dri
Cole Custer (2028)
Caro Cole, cosa ti spinge a rincorrere un secondo titolo? Insomma, hai fatto capire a tutti i tuoi detrattori che si sono sbagliati dominando una stagione di Xfinity Series dopo anni infelici in Cup. Quest’anno hai ottenuto un sedile nella classe regina per il 2025 e il primo posto al termine della regular season. Cosa hai ancora da dimostrare? La sua risposta l’altro giorno durante il Media Day a questa domanda mi ha lasciato incredulo: “Voglio entrare nella storia”. Con queste parole è possibile tranquillamente comprendere la grandezza di un pilota e la sua voglia di mettersi in gioco nonostante le tante porte in faccia prese.
Già, perché la stagione di Cole Custer, nato 26 anni fa a Ladera Ranch, California, è stata un crescendo nonostante il suo team, Stewart-Haas Racing, abbia avuto una fase di dissesto, complice anche il cambio gerarchico e strutturale. Il pilota della Ford #00 si è portato a casa le vittorie a Pocono e Bristol, oltre che 11 top 5 e 18 top 10. Insomma, risultati che fanno paura solo a guardarli. Se c’è una cosa che gli è mancata, però, è stata la capacità di brillare, di essere davanti a tutti. Già, perché il campione in carica si è portato a casa solo 3 stage, molti meno di Allgaier, che sembra essere, al momento, il principale indiziato alla vittoria del titolo 2024. Cole, però, sembra tutt’altro che disperato. Nelle prossime gare vedremo assieme se la sua scorza coriacea riuscirà a restare intatta anche in un trittico complesso come quello Kansas-Talladega-Roval.
– Francesco Gritti
Austin Hill (2025)
I segnali di calo erano presenti, ma tutti li hanno sottovalutati. Tutti in casa Richard Childress Racing erano presi dall’estromettere il capro espiatorio Sheldon Creed dopo i fatti di Martinsville prendendo in squadra il giovane Jesse Love credendo di far contento Austin Hill. Le prime due gare stagionali sembravano dar ragione al pilota della #21, tuttavia i guai erano già nati visto che Love al debutto si era preso due pole e tre stage su quattro dimostrando di insidiare fin da subito il pilota prediletto. Però Hill ha saputo giocare d’esperienza e a Daytona ed Atlanta ha vinto lui. Poi Austin ha vinto per l’ennesima volta ad Atlanta anche in estate per la terza vittoria stagionale pareggiando Shane van Gisbergen e chiudendo la regular season in testa alla griglia playoff.
Ma sulle piste che non sono superspeedway come è andata? Non benissimo, anzi: sei top5 e 12 top10 sono un bilancio appena sufficiente per un pilota che pensa di essere fra i migliori della categoria e vuole sempre farlo notare, fuori e dentro la pista. Dopo le cinque top5 per aprire la stagione, poi sono emersi gli altri team e gli altri piloti, seppur in maniera non netta. Questo tiene aperte le speranze di titolo di Hill che, tuttavia, deve recuperare terreno sugli short track per candidarsi al ruolo di campione.
– Gabriele Dri
Chandler Smith (2024)
Chandler Smith, il figliol prodigo di TRD, è tornato a fare la voce grossa. Il ventiduenne nato a Talking Rock, Georgia, ha saputo districarsi in positivo quest’anno dopo il cambio casacca. Già, perché il pilota della Toyota #81 di Joe Gibbs Racing ha saputo crescere molto con una squadra dall’esperienza trentennale nonostante non sia il suo anno di esordio, in cui comunque è riuscito a conquistare il successo e, quindi i playoff.
Chandler quest’anno è stato tra i migliori, se non il migliore, sugli short track, ma in realtà è stato veloce su tutti i tipi di tracciato. Lo dimostrano le vittorie a Phoenix e Richmond, le 11 top 5 e le 16 top 10 in appena 26 gare. La costanza è l’arma di un pilota che sta crescendo e che, a breve, sarà pronto per il salto di classe. “Se ci sono spiragli per andare al Championship 4 ci buttiamo” è un motto che, per un ragazzo come lui, giovane ma con la testa sulle spalle, può essere adatto in ottica campionato.
– Francesco Gritti
Shane van Gisbergen (2017)
Ci aspettavamo la presenza di Shane van Gisbergen ai playoff? Beh, si. Pensavamo potesse avere questa crescita a tutto tondo? Non esattamente. Insomma, SVG, è un maestro della poliedricità, uno che scende in pista, comprende e, alla fine di tutto, applica un po’ alla volta quello che ha imparato nelle sessioni precedenti. Forse quello fatto quest’anno è il salto più grande di una carriera illustre, che lo ha visto trionfare 3 volte nel Supercars e, addirittura, nella Blancpain GT Series Endurance (l’attuale GT World Challenge per intenderci).
Nonostante ciò, Shane, nato a Auckland, Nuova Zelanda, ha deciso di lanciarsi in un’altra esperienza nuova nonostante abbia oramai 35 primavere alle spalle. L’esito è stato sicuramente positivo. Il kiwi, pilota della Chevrolet #97 di Kaulig Racing, si è portato a casa la vittoria a Portland, Sonoma e Chicago, oltre che 6 top 5 (di cui una in un ovale) e 8 top 10. Magari i numeri “crudi” dicono poco, ma se si conosce il contesto si capisce che ci si trova davanti ad un’impresa quasi epocale. Il suo obiettivo, ossia arrivare ad avere un sedile in Cup Series a tempo pieno per l’anno prossimo (nel 2024 ha corso 8 gare, ottenendo una top 5) è stato ottenuto. Resta da capire se ci siano le potenzialità per vincere il titolo. Tra i 12 partecipanti, si può dire senza problemi che SVG sia il joker in grado di cambiare le carte in tavola. E di joker simili raramente se ne sono visti in passato.
– Francesco Gritti
Jesse Love (2013)
A volte i rookie meraviglia, i cosiddetti predestinati, li riconosci anche in base alla propria crescita, alla capacità di adattarsi a un mezzo e a un team diversi, alla possibilità di sfruttare fin da subito gli insegnamenti dei mentori e di imparare da ogni esperienza e da ciò che offre l’ambiente circostante. Jesse Love. Il diciannovenne di Menlo Park, California, ha dimostrato durante le scorse 26 gare di essere uno dei piloti più brillanti della sua generazione e tra i più veloci della griglia nonostante questa sia la sua prima apparizione a tempo pieno in un campionato NASCAR.
Il pilota della Chevrolet #2 di Richard Childress Racing, l’anno scorso dominatore della ARCA Menards Series, ha saputo portarsi a casa 6 top 5, 13 top 10 e, ovviamente, quello che per lui è stato il premio più grande, la vittoria a Talladega. Jesse è un ragazzo calmo, che sa cosa vuole ottenere e, contemporaneamente, riesce a raggiungere i suoi obiettivi un passo alla volta. La fretta è una cattiva consigliera, ma, nonostante ciò, è stato già in grado di dimostrare al grande pubblico e non solo che il suo metodo è quello giusto, data la crescita lenta ma costante nel corso della stagione. Sarà già da titolo? Difficile a dirsi. Di sicuro ci proverà con tutte le sue forze e, grazie all’aiuto di un coach del calibro di Kyle Busch, potrà anche stupire tutti con la vittoria di un titolo che, ad oggi, non è per nulla improbabile.
– Francesco Gritti
Sam Mayer (2011)
O tutto, o nulla. Così si può riassumere la stagione di Sam Mayer: in 26 gare il pilota del JR Motorsports ha ottenuto due vittorie, sette top5, 11 top10, dieci piazzamenti fuori dalla top25 e sette ritiri, tutti per incidente. Spesso non è stata colpa sua e finire in guai altrui non è mai bello per chi, ad uno sguardo distratto, guarda solo i freddi numeri. L’inizio avrebbe messo ko chiunque, tre DNF nelle prime tre gare e 24° posto in classifica generale. Poi, invece, Mayer si è risollevato e già all’ottava gara in Texas aveva ribaltato la stagione con la vittoria in volata (0.002″) su Ryan Sieg.
Poi il campionato si è specchiato: una vittoria pure in Iowa e poi per chiudere la regular season altri tre ritiri per incidente, fatto che lo avrebbe messo al 13° posto in classifica generale. Sam ovviamente non vale questo numero, al punto che Gene Haas lo ha scelto per il suo team per il 2025. Serve ora costanza di rendimento per passare il primo turno. Poi Mayer lo sa bene che basta solo una vittoria per ribaltare nuovamente la stagione. Outsider di lusso dietro al solo Creed.
– Gabriele Dri
Riley Herbst (2010)
Un mese fa Riley Herbst sembrava in cima al mondo, ora le dinamiche del mercato lo hanno messo in una brutta posizione. La straordinaria vittoria di Indianapolis era stata solo una conferma di una buona, ma non ottima, stagione per il pilota di Las Vegas. Battere tutti gli altri big in un finale appassionante per la seconda vittoria in carriera aveva quasi messo Herbst al livello del compagno di squadra Custer per risultati ottenuti nella griglia playoff.
Riley, tuttavia, non è riuscito ad approfittare della situazione a lui favorevole e così ora si trova a iniziare i playoff con più dubbi che certezze. I posti in Haas, sia in Cup che in Xfinity Series, sono andati via mentre lui sembrava aver scommesso tutto (insieme ai suoi sponsor) sul terzo charter da acquistare da parte del 23XI Racing. E invece ora la questione charter è nel limbo e lo stesso Herbst in conferenza stampa si è detto poco sicuro e fiducioso sul 2025. Mentre tocca aspettare e sperare, al pilota della #98 serve anche ottenere piazzamenti di livello assoluto e passare il turno per mettersi in mostra prima che tutte le porte si chiudano.
– Gabriele Dri
Sheldon Creed (2007)
Sheldon Creed quest’anno si è distinto dagli avversari per un record poco piacevole, quello del numero si secondi posti senza vittoria. Già, perché nei suoi 3 anni nella classe di mezzo, il ventiseienne di Alpine, California, è riuscito ad arrivare alle spalle del solo leader per ben 13 volte, molte delle quali (6 per la precisione) proprio quest’anno. Il passaggio a Toyota e a Joe Gibbs Racing, team per il quale guida la vettura #18, non sembra aver rotto questa maledizione.
Nonostante ciò, il suo 2024 è tutt’altro che da buttare. Insomma, ha ottenuto 13 top 5 e 17 top 10, risultati che farebbero impallidire moltissimi avversari. Gli è solo mancato lo spunto vincente. Si sa, i team di Cup Series vogliono investire in piloti in grado di imporsi sul resto dello schieramento, cosa che per il momento Sheldon non è ancora riuscito a fare e, almeno per il prossimo anno, il campione Truck Series resterà ancorato alla classe di mezzo, in cui correrà con Haas. Nei playoff, però, potrebbe arrivare quella vittoria in grado di cambiare le sorti della sua carriera e, da lì, non ce ne sarà più per nessuno.
– Francesco Gritti
AJ Allmendinger (2006)
Allo sbando. Solo così si può riassumere il recente passato di AJ Allmendinger. Dice di non voler più correre a tempo pieno in Cup Series e poi torna in Cup Series. Poi lo scorso anno fa l’indeciso (pare a questo punto anche per problemi di sponsor) e quando annuncia di tornare in Xfinity dice che voleva restare in Cup. Ora, dopo un anno di nuovo a tempo pieno in Xfinity, tornerà in Cup nel 2025 per la terza volta. E in tutta questa indecisione, fatta di tante dichiarazioni, ovviamente a pagare sono i risultati decisamente in picchiata.
Non che il suo team sia messo meglio come rotta da seguire, tutt’altro che dritta e fatta più di fumo che di arrosto. Le vittorie sono arrivate da un pilota in prestito, ovvero van Gisbergen, che anziché lottare alla pari con Allmendinger, l’altro fenomeno degli stradali della categoria, l’ha oscurato prepotentemente. Una stage vinta in tutto l’anno (ad Atlanta, quindi nemmeno su un road course) e cinque top5 sono un bottino insufficiente per il livello di AJ. Il Roval deciderà la sua stagione in pratica.
– Gabriele Dri
Sammy Smith (2001)
Guardando il 2024 della Xfinity Series viene quasi da chiedersi chi sia Sammy Smith. Una stagione nell’ombra, senza picchi (cinque top5) né abissi (due ritiri), poi tanti risultati nell’ombra ed una classifica che a lungo ha rispecchiato questa situazione. È stato lui in bilico per tutta la regular season a cavallo fra 12° e 13° posto della griglia playoff a scambiarsi la posizione con Ryan Sieg per essere l’ultimo qualificato. Alla fine alla distanza il pilota-owner ha ceduto e quindi il giovane pilota del JR Motorsports si è preso il biglietto giusto.
Sammy, tuttavia, ha bisogno di una scossa e di un salto di qualità urgente per far capire di poter restare in un team che il prossimo anno avrà una nuova ondata di giovani come Connor Zilisch e, a quanto pare, Carson Kvapil. Il rischio di essere travolti è tanto e i benefici della vittoria a Phoenix sono ormai lontani un anno e mezzo. Senza risultati non si va da nessuna parte e il pilota della #8 ne ha bisogno già da questi playoff anche solo per passare il primo turno.
– Gabriele Dri
Parker Kligerman (1998)
Essere oggettivi riguardo a Parker Kligerman è quasi impossibile. Si parla di un pilota dalla storia così particolare che meriterebbe un libro (un articolo sarebbe riduttivo) solo per essere narrata interamente. Difatti, dopo ben 10 anni senza un tetto sulla testa, l’oggi trentaquattrenne di Westport, Connecticut, è stato preso all’inizio dell’anno scorso da Big Machine Racing, piccola squadra di cui ha saputo portare alto il nome per ben due stagioni. Il percorso dei due insieme giungerà al termine a Phoenix, che segnerà l’ultima gara da pilota a tempo pieno dell’affettuosamente chiamato “pilota-giornalista”.
La stagione di Parker, almeno a livello numerico, non è impressionante. Difatti, a suo nome ci sono solo 4 top 5 e 12 top 10. Quello che stupisce è la costanza di risultati, che ha permesso al pilota della Chevrolet #48 di battere la concorrenza di Ryan Sieg ed aggiudicarsi l’ultimo posto nella lista dei candidati al titolo. Anche se probabilmente lo vedremo fuori al Round of 8, Parker ha dato molto alla Xfinity Series. Gli auguriamo il meglio per il proseguimento della sua carriera professionale dopo l’annuncio delle scorse settimane.
– Francesco Gritti
Cosa può succedere
Sette gare per decidere il campione 2024 della NASCAR Xfinity Series e quest’anno si chiuderà con le stesse sette corse della Cup Series, dunque ci saranno i tagli dopo il Roval e Martinsville prima del gran finale di Phoenix nella notte italiana fra 9 e 10 novembre.
Il Round of 12 sarà uno dei più variegati con un cookie cutter come quello del Kansas (occhio a curva1 che ha sempre regalato colpi di scena in Xfinity Series), Talladega ed i suoi big one ed infine il Roval di Charlotte che favorirà gli specialisti. In Alabama Hill e Love dovrebbero, anzi dovranno, fare la voce grossa per mettere al sicuro playoff point che torneranno utili in un Round of 8 che potrebbe vederli invece più in bilico.
Il Roval, con il layout leggermente modificato, dovrebbe essere invece un duello tutto in casa Kaulig fra Shane van Gisbergen ed AJ Allmendinger. AJ arrivava in questa stagione con favori del pronostico decisamente più alti, tuttavia su ognuno degli stradali (tranne al Glen) il neozelandese lo ha battuto nettamente, non si può dire in maniera quasi imbarazzante tuttavia il divario è stato molto notevole. E quindi Allmendinger dovrà far forza sui quattro successi a Charlotte per cercare una qualificazione al Round of 8 che altrimenti potrebbe non arrivare con facilità. Lo stesso discorso, però, vale anche per SVG che soprattutto in Kansas potrebbe vedere il tesoretto accumulato finora svanire nell’arco di una sola corsa.
Il Round of 8 dovrebbe essere il vero terreno di battaglia, a meno di possibili sorprese uscenti da Talladega, dopo la selezione degli outsider. Capire chi potrebbero essere i quattro candidati a sfidarsi per il titolo a Phoenix è ancora prematuro anche se Allgaier e Custer paiono un passo avanti agli altri. Due ovali da 1.5 miglia nel penultimo turno potrebbero rimettere in corsa gli altri piloti del JR Motorsports mentre Martinsville dovrebbe vedere la risalita di quelli del Joe Gibbs Racing.
Austin Hill e Chandler Smith sulla carta potrebbero completare il quartetto in Arizona, ma basarsi solo sui punti di partenza è decisamente poco lungimirante e non tiene conto di inerzia e reali valori in campo. Il pilota del RCR non ha vinto quest’anno su piste che non siano superspeedway, quello del JGR ha vinto sì a Phoenix in primavera, ma gli short track nei playoff potrebbero arrivare troppo tardi per lui.
E quindi chissà che quest’anno non sia l’occasione buona per due outsider: Jesse Love da rookie si è ben comportato, ha vinto a Talladega, non ha mai veramente sfigurato e si è tenuto sempre nella zona buona per ottenere risultati di rilievo. Le occasioni per stupire ci sono anche se, qualora lo facesse, si teme che il clima in squadra si surriscaldi in fretta. Austin Hill si è liberato di un compagno scomodo come Sheldon Creed e la paura probabilmente in cuor suo è quello di aver accolto in squadra un pilota ancora più forte di Creed.
E chissà che l’altro outsider non sia proprio Sheldon Creed. Corsi e ricorsi storici ci riportano al 2021 quando un pilota appena arrivato sulla #18 del Joe Gibbs Racing, dopo numerosi secondi posti e ancor più numerosi piazzamenti in top5, conquistò il titolo a Phoenix grazie alla prima vittoria in carriera. Allora successe a Daniel Hemric e questa eventualità potrebbe capitare di nuovo nel 2024. Da notare, inoltre, il fatto che Creed sia più forte di Hemric, ha già vinto in NASCAR, è stato campione della Truck Series nel 2020 quindi sa come si vince e come si conquista il titolo con il formato dei playoff.
Per Shane van Gisbergen, come detto, andare oltre il Round of 8 sembra quasi impossibile, ma anche vincere il titolo di rookie dell’anno sembra molto difficile. La sfida si gioca, ovviamente con Jesse Love che ha tutte le sette gare a disposizione per piazzarsi in top10. Per l’assegnazione del premio non ci sono giudizi, conta solo il piazzamento e il punteggio al termine della stagione.
Ben diverso il discorso, invece, per l’owners’ championship, infatti la classifica è stata rivoluzionata dai piloti part time. La #20 del Joe Gibbs Racing arriva ai playoff al comando della graduatoria con 2033 punti dopo addirittura sette successi di tappa (tre però quelli validi dato che non si possono contare quelli di Nemechek e Bell), uno in più della #7 del JR Motorsports, nove della #21 del Richard Childress Racing e dieci della #81 del Joe Gibbs Racing e della #00 dello Stewart-Haas Racing. Qualificate anche le altre auto presenti nel titolo piloti tranne la #8 del JR Motorsports con Sammy Smith escluso, appunto, dalla #20. Questa auto sarà guidata per tutti i playoff da Aric Almirola che, dunque, proverà a scombinare le carte sfalsando i conti ad ogni taglio.
Il programma del weekend in Kansas
Venerdì 27 settembre:
19:10 Prove Libere ARCA Series (-)
20:10 Qualifiche ARCA Series (-)
21:30 Prove Libere Truck Series (-)
22:00 Qualifiche Truck Series (-)
23:30 Gara ARCA Series (FS1)
Sabato 28 settembre:
2:30 Gara Truck Series (FS1)
17:05 Prove Libere Xfinity Series (NBC Sports App)
17:35 Qualifiche Xfinity Series (NBC Sports App)
19:05 Prove Libere Cup Series (NBC Sports App)
19:45 Qualifiche Cup Series (NBC Sports App)
22:00 Gara Xfinity Series (CW)
Domenica 29 settembre:
21:00 Gara Cup Series (Mola con commento di Matteo Senatore e Gualtiero Lasala; USA)
Immagini: Media NASCAR
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