Cindric e Allmendinger partono alla pari nei playoff della Xfinity Series, insidiati nelle prestazioni da Allgaier. Caccia al quarto qualificato, almeno all’apparenza; farà la differenza il minor numero di errori
26 gare non sono servite a separare in classifica Austin Cindric e AJ Allmendinger. Per vie diverse entrambi sono arrivati a quota 44 playoff point e dunque i playoff della Nascar Xfinity Series vedono i due piloti affiancati a guardare tutti dall’alto. La sfida fra di essi si preannuncia molto accesa e dunque non è escluso che ad approfittarne a Phoenix sia qualcun altro. I nomi sono i soliti ormai, Justin Allgaier e Noah Gragson guidano il JR Motorsports mentre in casa Joe Gibbs urge una vittoria di un pilota che non si chiami Kyle Busch o Ty Gibbs. La lotta per qualificarsi per il gran finale sarà un ottimo preludio per l’assegnazione del titolo.
I 12 piloti
L’addio di Chase Briscoe, e delle sue nove vittorie nel 2020, alla Xfinity Series all’apparenza avrebbe dovuto lasciare campo aperto ad Austin Cindric. E invece il pilota del Team Penske ha conquistato una stage e una vittoria in meno dello scorso anno chiudendo dunque “in rosso” di sei playoff point. Suo avversario prima e rivale poi è stato AJ Allmendinger, sicuramente nella rosa dei favoriti per il titolo a inizio anno, che con quattro vittorie ed il successo in regular season ha raggiunto la stessa quota.
Una curiosità statistica balza all’occhio: nel 2020 Briscoe e Cindric iniziarono i playoff con lo stesso numero di playoff point (50), nel 2021 Allmendinger e Cindric iniziano i playoff con lo stesso numero di playoff point (44). Principale causa di questo deficit è stato Ty Gibbs, fuori da questi playoff perché non ha disputato tutte le gare, vincitore di ben tre corse in appena 14 tentativi. A seguire, con due vittorie ciascuno, la coppia del JR Motorsports composta da Justin Allgaier e Noah Gragson, il veterano ed il giovane che possono insidiare il duo citato in precedenza, dunque questo 2+2 potrebbe essere quello da analizzare di nuovo prima di Phoenix.
A seguire in classifica una serie di piloti delusi che hanno raccolto meno di quanto ci si aspettava; Justin Haley, Daniel Hemric ed Harrison Burton sono tutti con più o meno lo stesso numero di punti e dunque saranno chiamati alle stesse imprese per avanzare oltre al “Round of 8”. In coda chi dovrà rincorrere: Jeb Burton ha dalla sua una vittoria che gli regala un piccolo margine su Myatt Snider, Brandon Jones, Riley Herbst e Jeremy Clements, la sorpresa di questi playoff che ha meritato la qualificazione anche se Michael Annett, ai box per una frattura da stress alla gamba destra, ha sicuramente dei rimpianti.
Parlando invece di team e costruttori, Chevrolet domina la scena con ben sette piloti in rappresentanza di Kaulig Racing (al completo con Allmendinger, Haley e Jeb Burton), JR Motorsports (Allgaier e Gragson), Richard Childress Racing (Snider) e Clements col suo team; Toyota insegue con i suoi tre rappresentanti del Joe Gibbs Racing (Hemric, Harrison Burton e Jones), chiude la Ford con Cindric (Team Penske) ed Herbst (Stewart-Haas Racing), tuttavia difficilmente quest’ultimo sarà d’aiuto al compagno di marca e questo potrebbe essere un problema per Cindric nella caccia al titolo.
Di seguito verranno presentati uno per uno i piloti qualificati in ordine di classifica dopo il reset del punteggio.
Austin Cindric (2044)
I playoff del campione in carica Austin Cindric iniziano con una marea di rimpianti, infatti i già tanti 44 playoff point sarebbero potuti essere molti di più. Partiamo dal capitolo road course, dove Cindric insieme al rivale Allmendinger domina: nelle ben sei occasioni proposte dalla Nascar, Cindric ha vinto infatti solo una volta nella amata seconda casa di Indianapolis, per il resto tante occasioni perse, spesso non per colpa sua come a Daytona (incidente con AJ), Mid-Ohio (caution quando era in testa) e Road America (tamponato).
La fine dell’estate poi è stata devastante per il pilota della #22 del Team Penske: lasciata Indianapolis al comando della classifica con 82 punti di vantaggio su Allmendinger, a cinque gare dalla fine della regular season Cindric sembrava avere il primo obiettivo (ed i conseguenti 15 playoff point) in tasca. E invece fra Michigan e Daytona è stato tamponato due volte di fila da Myatt Snider e quindi il tesoretto è stato bruciato di fronte alle prestazioni di AJ. Le ultime tre gare hanno visto una battaglia fra i due punto a punto fino a Bristol.
Quattro giri alla fine, Cindric è in testa alla gara ed è a un passo dal vincere la regular season, quando Justin Allgaier commette un errore (di più su questo più avanti) e tampona Mayer. Il vantaggio si annulla e all’overtime Allmendinger, prima dell’incidente quarto, si trova in prima fila con la chance dell’anno. La battaglia negli ultimi due giri è molto dura, la #22 diventa un punching bag ed AJ si prende vittoria e regular season.
Quanti playoff point ha perso Cindric per colpe non sue? Le stime fatte rapidamente dicono che siano almeno 15 fra Mid-Ohio e Bristol, poi ci sono altre occasioni buttate, dunque Austin potrebbe essere molto più avanti in classifica. Se la #22 dovesse arrivare a Phoenix tutti questi saranno discorsi inutili, in quanto al gran finale si parte alla pari, però le prime gare dei playoff faranno capire se nella mente di Cindric questi episodi saranno cose del passato oppure un tormento, anche perché dopo Bristol la sfida con Allmendinger sarà molto dura.
Cindric è il favorito per il titolo? I risultati dicono di sì, l’analisi dice di no, infatti la #22 per tutta la stagione ha avuto un piccolo-grande neo: la velocità sugli short run. Infatti Cindric ha sofferto sempre nei primi giri dopo una caution, perdendo posizioni che poi difficilmente si recuperano fino in fondo. L’assetto di base è buono, e le numerose vittorie nelle prime stage dopo la pole derivata dall’algoritmo lo dimostrano, però il finale di Phoenix, specialmente in caso di incidente altrui a poco dalla fine, potrebbe costargli in maniera beffarda – all’apparenza – il bis in Xfinity Series prima del passaggio alla top class.
AJ Allmendinger (2044)
AJ si merita ben di più di quanto successo in questo 2021. Allmendinger è un veterano dal talento straordinario e che a quasi 40 anni ha trovato una nuova giovinezza grazie al Kaulig Racing. Tuttavia, analizzando quanto successo in queste prime 26 gare, non si può non dire che AJ è stato molto aiutato dalla fortuna nell’arrivare a quota 44 playoff point, lo stesso esatto numero di Cindric anche se il pilota del Team Penske parte da leader per le cinque vittorie ottenute della #22 contro le quattro della #16.
La vittoria di Atlanta nel 2020, la prima su un ovale in carriera, ha definitivamente sbloccato Allmendinger e lo si è visto subito a Las Vegas quando ha conquistato una bella vittoria, probabilmente l’unica davvero meritata dall’inizio alla fine e dove si era riscattato dopo l’incidente con Cindric a Daytona e del quale ne approfittò Ty Gibbs. Poi è arrivata l’estate, dove AJ – con merito – ha sfruttato ogni chance che gli si è presentata davanti.
A Mid-Ohio Cindric era in pieno controllo quando Jeb Burton, compagno di squadra di Allmendinger, è finito nella ghiaia; alla ripartenza Cindric a sua volta è finito nella ghiaia dopo un 3-wide con AJ e Gibbs in curva1 e la #16 si è involata verso la seconda vittoria stagionale. In Michigan, poi, era quarto e staccatissimo dopo l’ultimo giro di soste quando Jeb Burton (sempre lui) è rimasto a secco e dopo la caution AJ ha sfruttato le ripartenze per prendersi un nuovo successo.
Infine, il gran finale di Bristol quando la lotta punto a punto con Cindric sembrava inizialmente pendere dal lato della #16, poi invece Austin è emerso e, incapace di staccare AJ di cinque posti in quanto Allmendinger era quarto dietro a Mayer e Allgaier, si stava andando a prendere una vittoria risolutiva e decisiva. Poi invece è arrivato l’incidente in casa JR Motorsports, l’overtime e la battaglia corpo a corpo, forse esagerata ma corretta con AJ vincitore su tutti i fronti.
Quattro vittorie dunque per Allmendinger in Xfinity Series ed in tre di queste AJ ha sfruttato le chance che gli si sono presentate con un pizzico di fortuna a suo favore. Come detto in apertura, però, Allmendinger per portarsi a casa il titolo non ha bisogno di questo, ha tutti i mezzi per farcela “da solo” a Phoenix dove Cindric sarà un avversario ostico (vincitore lì nelle ultime due gare). Vedremo però se sarà una vittoria dominante oppure se seguirà il leitmotiv della regular season.
Justin Allgaier (2020)
L’attesa è tanta per Justin Allgaier ed i suoi tifosi: riuscirà il pilota del JR Motorsports all’11° tentativo a vincere il titolo della Xfinity Series? Le possibilità, come ogni anno dato che mai ha finito peggio di settimo in campionato, ci sono tuttavia la stagione di Allgaier è stata a due facce. Come sempre c’è la costanza di rendimento così come le vittorie (due, rispettivamente ad Atlanta a Darlington), tuttavia in questo 2021 si è visto anche un Allgaier diverso che dovrà sparire durante i playoff.
Infatti, molto a sorpresa, Justin è stato parecchio fallace nel corso della regular season ed ovviamente ripetere errori del genere nelle prossime sette gare potrebbe essergli fatale. Sia chiaro, non sono errori gravi che lo hanno portato al ritiro (solo due e lontani mesi dato che sono Daytona alla prima gara e Miami alla terza), però sbagli che possono costare caro in una lotta punto a punto per il titolo o ancora prima nella qualificazione a Phoenix. Il secondo round potrebbe farlo soffrire, soprattutto se gli inseguitori dovessero piazzare delle vittorie decisive.
Noah Gragson (2017)
Fino ad agosto la stagione di Noah Gragson era stata deficitaria come quella di Harrison Burton (di cui si parlerà più avanti), anche se per il giovane pilota del JR Motorsports le chance di vittoria o erano state buttate vie in maniera clamorosa, ad esempio a Miami tamponando in maniera sfortunata un doppiato quando però poteva benissimo alzare di più il piede, o per i numerosi problemi meccanici che lo hanno lasciato a piedi specialmente sugli stradali su cui si sa difendere.
Poi è arrivata la doppietta fra Darlington e Richmond e così Gragson ha risollevato morale e classifica grazie a 10 playoff point che gli hanno permesso di entrare nella virtuale top4 in vista di Phoenix. Ora deve solo proseguire su questa tendenza e tutto verrà facile, anche perché ha la tranquillità di un contratto rinnovato per il 2022. Magari l’equilibrio fra aggressività ed esuberanza è ancora da calibrare per bene, però Noah è sulla buona strada.
Justin Haley (2015)
Da Justin Haley ci si aspettava sicuramente di più di una sola vittoria, specialmente dato che in molti erano curiosi di vedere il suo atteso salto di qualità anche sulle piste che non siano Daytona o Talladega. E invece l’unica vittoria stagionale, la quarta in carriera, è arrivata in estate a Daytona e questa segue i successi ottenuti a… Talladega, Daytona e Talladega. Dunque, Haley rinviato a settembre e all’ultima occasione buona per far vedere che è un talento pronto per la Cup Series.
Questi saranno infatti gli ultimi mesi per Haley a tempo pieno in Xfinity Series, poi verrà promosso dallo stesso Kaulig Racing che inizierà a tempo pieno la sua avventura nella categoria regina. Sette gare per convincere anche gli scettici, anzi sei perché Haley a Talladega nel “Round of 8” sarà favorito e quello potrebbe essere come nel 2020 il biglietto per Phoenix, dove non fu mai in lotta per il trionfo. Ora è necessario migliorare su tutti gli altri campi.
Daniel Hemric (2014)
Se negli anni scorsi sembrava solo sfortuna, adesso il complesso di Daniel Hemric assume risvolti preoccupanti. Il pilota del Joe Gibbs Racing, infatti, non ha ancora vinto una singola gara in Nascar e la collezione dei secondi posti aumenta. Fino all’anno scorso era tutto declassificato quasi sempre a semplice sfortuna come detto, dato che c’era sempre qualcuno più veloce di lui. Ora invece sembra esserci davvero un blocco che manda a monte quanto fatto di buono fino a quel momento e le sette stage vinte lo dimostrano.
Nelle ultime gare gli errori clamorosi in momenti decisivi quando era in testa o comunque nella top5 sono stati clamorosi: penalità, corsie sbagliate alla ripartenza o più semplicemente un sorpasso subito che si trasforma in improvviso crollo nelle prestazioni, completamente immotivato. Nessuno sa cosa potrebbe accadere in caso di primo successo, la speranza è che sia il primo di una lunga serie. Il talento c’è, la vettura pure, ora serve mettere in fila una gara intera; solo così potrà arrivare la qualificazione per Phoenix.
Jeb Burton (2009)
Non avrà brillato nel complesso, soprattutto con i più quotati compagni di squadra, tuttavia Jeb Burton ha saputo sfruttare sempre le occasioni quando gli si sono presentate davanti. La vittoria di Talladega nella gara accorciata dalla pioggia è l’esempio lampante, poi però c’è poco altro da sottolineare nella sua stagione. Infatti, in più di qualche occasione era nettamente il pilota meno veloce del Kaulig Racing e, in un gruppo molto compatto, ciò voleva dire perdere una manciata di posizioni corrispondenti ad altrettanti punti in classifica.
L’estate non gli è stata favorevole: l’uscita di pista a Mid-Ohio, l’assenza di benzina in Michigan, i piccoli-grandi incidenti come a Bristol lo hanno penalizzato tanto ed ora trovare il punto fisso e positivo da cui ripartire è duro da trovare. A volte i suoi guai sono coincisi con le vittorie in rimonta di Allmendinger, ora magari Jeb Burton spera che succeda anche il contrario e che sia di nuovo lui quello a finire davanti, altrimenti in caso di gara storta il pilota della #10, insieme a Jones, rischia di essere un eliminato a sorpresa.
Harrison Burton (2008)
Probabilmente Harrison Burton è stato, insieme a Justin Haley, la delusione di questo 2021. Chiamato ad una stagione ad alti livelli dopo il straordinario campionato da rookie con ben quattro successi, il figlio e nipote d’arte è stato sorpassato nella categorie vittoria e playoff point conquistati anche dal cugino Jeb. Il pilota della #20 del Joe Gibbs Racing, inoltre, sembra aver sofferto la presenza ingombrante del debuttante Ty Gibbs che in appena 14 ha conquistato ben tre successi.
La consistenza di risultati per il giovane Burton è presente e in proiezione i dati di top5 e top10 sono anche migliori del 2020, tuttavia è sempre mancato l’acuto nel finale, specialmente in estate quando era addirittura secondo in classifica generale e dunque la vittoria sembrava vicina. Poi invece col passare delle gare Harrison si è spento scivolando al quinto posto. Un rendimento del genere potrebbe essere sufficiente per passare il “Round of 12”, poi in quello successivo potrebbero esserci delle piste amiche a lui e dunque il sogno di un colpaccio è ancora vivo.
Myatt Snider (2005)
A posteriori la vittoria di Miami è stata la salvezza della stagione di Myatt Snider, altrimenti il suo 2021 sarebbe stato ben più complicato, almeno fino all’infortunio di Michael Annett che ha praticamente chiuso i giochi per la qualificazione ai playoff. Infatti, dopo un buon inizio il giovane di casa RCR si è spento ad inizio estate finendo in qualche incidente di troppo. Forse nel team è arrivato qualche momento di relax di troppo e poi riprendere l’inerzia, anche dovendo sconfiggere l’algoritmo che punisce le prestazioni negative, è stata dura.
Alla fine la ripresa è arrivata con delle prestazioni fra settimo e decimo posto, spesso approfittando dei guai altrui nel finale in gara in cui invece Snider non ha commesso errori. I cinque punti di bonus accumulati contro i rivali diretti sembrano essere pochi, dunque per Myatt servirà un ulteriore step in avanti per passare il primo turno e poi giocarsi la riconferma in un team eventualmente allargato, visto l’annuncio nei giorni scorsi dell’arrivo al RCR di Sheldon Creed.
Brandon Jones (2003)
“Doctor Jekyll e Mr.Hyde”, questo il riassunto (suo malgrado) della stagione di Brandon Jones, il quale è stato incapace, anche non per colpa sua, di sfruttare l’onda lunga della prima ottima stagione in carriera in cui aveva conquistato ben tre successi. Ben 13 le top10 nelle prime 26 gare con addirittura nove top5, quindi all’apparenza in questo 2021 gli è mancato solo il successo. Poi però il resto del campionato della #19 è stato un disastro, con addirittura 10 piazzamenti oltre il 30° posto, dati mai visti per un top team.
Raramente è stato lui il colpevole degli incidenti in cui è rimato coinvolto, poi si sono aggiunti anche dei problemi meccanici e dunque Brandon si è dovuto accontentare di un nono posto in classifica generale in rimonta e di appena una stage vinta. Per i playoff urge mettere in fila tre gare positive per recuperare il terreno perduto. Arrivare a Phoenix per lui sarà dura, però i problemi a monte con la sorte sono ben più importanti.
Riley Herbst (2001)
Prendere il posto di un talento come Chase Briscoe, specialmente con la nomea di pilota pagante quale è quella di Riley Herbst, non sarebbe stata semplice per nessuno, però per il pilota di Las Vegas il compito è stato ancora più arduo. Il cambio di team e di vettura è stato un ostacolo in più, però a non aiutarlo ci ha pensato anche il suo crew chief che gli ha proposto la selezione dei migliori assetti usati da Briscoe (ed evidentemente vincenti, ma solo per un certo tipo di pilota) nel 2020.
Herbst è così andato in crisi nera, toccando il fondo nel controverso incidente di Pocono; a 10 gare dai playoff Riley era 15° in campionato e molto distante dalla qualificazione ai playoff. Poi, invece, è stato in grado di reagire e alla fine della regular season si può dire che abbia meritato il posto nella top12 anche senza l’infortunio di Annett (frattura da stress alla gamba) che gli ha facilitato il compito. Ora Herbst deve proseguire con l’inerzia positiva delle due top5 consecutive per sorpassare altri piloti e qualificarsi al “Round of 8”
Jeremy Clements (2000)
Non sarà stata straordinaria come la stagione 2017, quando vinse a Road America e conquistò i playoff per la prima e finora unica volta in carriera, però Jeremy Clements in questo 2021 ha ancora una volta stupito tutti accedendo alla top12 in una stagione in cui sembravano esserci 12 top team che fin dal via parevano avere un posto ai playoff già assicurato. E invece Clements per tutto l’anno ha lottato alla pari con vetture più titolate e guidate da Jones, Herbst, Snider e Annett.
Durante l’estate non è arrivato nemmeno quel calo tradizionale che hanno i piccoli team indipendenti e dunque Jeremy ha lottato a lungo addirittura per una top10 in classifica generale e i relativi playoff point di bonus, venendo beffato a Bristol dal recupero di Jones ed Herbst scivolando dal nono all’11° posto. La partenza da zero di certo non l’aiuta, però l’obiettivo di Clements è sicuramente quello di non fare incidenti e approfittare degli altrui per sognare in grande fino al Roval.
Cosa può succedere
Sette gare per decidere il campione della Xfinity Series 2021 e saranno le ormai tradizionali tappe con l’unico scambio – relativamente poco significativo – fra Texas e Kansas nel “Round of 8”. Probabilmente dei playoff l’unica tappa meno rilevante è quella di apertura a Las Vegas, soprattutto perché disputata in notturna e non sotto il sole cocente del Nevada che riduce in modo significativo il grip della pista. Poi però si fa sul serio.
A Talladega in Kaulig Racing si presenterà in forze così come successo a Daytona per dominare ed eventualmente la lotta interna fra Allmendinger, Haley e Jeb Burton (che ha già avuto delle piccole frizioni in questa stagione ed in generale sugli superspeedway) potrebbe aprire la porta ad altri piloti. Poi in chiusura di primo round il temutissimo Roval di Charlotte, e qui occhio di nuovo a Cindric ed Allmendinger, con magari di nuovo la variabile pioggia a rompere le uova nel paniere.
Dopo la prima selezione, e da tenere d’occhio sarà soprattutto capire chi sarà “il nono” dato che le eliminazioni di Clements, Snider ed Herbst sono facilmente pronosticabili, tre gare dai nervi tesi, molto più che in Cup Series. Infatti, le corse in Texas e Kansas della categoria cadetta hanno sempre regalato sorprese notevoli ed incidenti anche fra i big in lotta per il titolo che poi nelle due tappe successive, se non nell’ultima, sono costretti a recuperare.
Martinsville sarà la consueta arena in cui otto, o meno in qualificazioni in anticipo, si contenderanno i posti per Phoenix. A meno di clamorosi ribaltoni, a Cindric ed Allmendinger basterà controllare la situazione per andare in Arizona ancora una volta alla pari. A meno di due ko su tre gare, l’unico scenario problematico per questi due è un improbabile caso in cui ci siano tre vincitori diversi fra Texas, Kansas e Martinsville ed Austin contendere ad AJ sul campo l’ultimo biglietto.
A Phoenix si spera di trovare un quarto pilota capace di lottare alla pari con Cindric, Allmendinger e Allgaier (anch’egli probabile qualificato) fino alla bandiera a scacchi. Innegabile però che ad oggi quest’ultimo abbia un 10% nel pronostico contro il 30% – assolutamente alla pari – degli altri tre. Al momento l’unico in grado di alzare questa percentuale sembra essere Noah Gragson e chissà che la sorpresa non la piazzi il pilota del JR Motorsports.
Il programma del weekend a Las Vegas
Sabato 25/9 (notte fra venerdì e sabato):
3:00 Gara Truck Series
Domenica 26/9 (notte fra sabato e domenica):
1:30 Gara Xfinity Series
Lunedì 27/9: (notte fra domenica e lunedì)
1:00 Gara Cup Series
Immagini: media.nascar.com; twitter.com/NASCAR_Xfinity; twitter.com/Justin_Haley_; twitter.com/JebBurtonRacing; twitter.com/BrandonJonesRac; twitter.com/JClements51
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