Sarà davvero “Heim Time” oppure Zane Smith riuscirà a difendere il titolo? Si aprono all’IRP dei playoff molto incerti per la NASCAR Truck Series
Puntuale come in ogni notte di mezza estate non arriva Shakespeare ma l’inizio dei playoff della NASCAR Truck Series. Dopo un calendario a singhiozzo, inesorabile e travolgente è arrivato il taglio in una delle categorie più combattute che alla fine ha selezionato i 10 piloti che si contenderanno il titolo nei prossimi mesi.
Ruolo di favorito (unico?) lo ricopre un po’ a sorpresa Corey Heim, il pupillo di casa Toyota che ha dovuto cambiare squadra passando al Tricon Garage (ex DGR-Crosley) per rimanere sotto l’ala protettrice dei giapponesi. Due successi e vittoria nella regular season gli valgono la leadership provvisoria con margine sugli avversari più vicini. A Phoenix scopriremo se, come da soprannome, sarà davvero stato “Heim Time”.
I 10 piloti
La solita selezione inesorabile in vista dei playoff della NASCAR Truck Series ha lasciato fuori dai giochi una decina di piloti, ma di questi in pochi veramente si sarebbero meritati il posto, altri hanno deluso (chi più, chi meno), altri avranno una giusta seconda chance il prossimo anno. Alla fine, al momento del taglio, l’ultimo posto si è deciso fra Matt Crafton e Stewart Friesen, ma la gara no del canadese a Richmond ha tolto un po’ di pathos negli ultimi giri a vantaggio del tre volte campione.
Leggermente più avvincente è stata la lotta per la vittoria della regular season, con lo spunto finale di Zane Smith arrivato ad una gara e mezza dal riprendere il leader Corey Heim, capoclassifica malgrado una gara saltata per malattia a Gateway. Alla fine la stagione (relativamente) no del campione in carica ha mandato i 15 – decisivi per ora – playoff point in casa Tricon Garage.
Dei 10 piloti che si erano qualificati nel 2022 sette (Zane Smith, Hocevar, Eckes, Enfinger, Majeski, Rhodes e Crafton) si sono ripetuti anche in questo campionato. Dei tre assenti, due (Chandler Smith e John Hunter Nemechek) sono passati in Xfinity Series mentre Stewart Friesen, come detto, è stato il primo degli esclusi.
Incredibile la situazione dei team qualificati: se il ThorSport Racing si prende il 30% dei posti con Majeski, Rhodes e Crafton, gli altri sette biglietti sono andati a sette team diversi, nell’ordine di classifica Tricon Garage, Front Row Motorsports, McAnally-Hilgemann Racing, GMS Racing, Rev Racing e Rackley War.
Sbilanciata anche la situazione fra i costruttori: le uniche Ford sono quelle del ThorSport Racing, reduce nello scorso inverno da un cambio di costruttore dovuto all’ingaggio di Hailie Deegan (l’unica del team a non qualificarsi e non di poco), Chevrolet piazza ben sei auto mentre l’onore di Toyota, orfana del Kyle Busch Motorsports (senza piloti ai playoff) dopo il trasferimento di Rowdy al RCR, sarà tutto sulle spalle del leader Corey Heim.
Delle 16 gare disputate nella regular season 12 hanno dato vittorie valide, le restanti quattro sono andate a Kyle Busch (Las Vegas e Pocono, e il 2/5 di Rowdy è inferiore alla sua media), Joey Logano (Bristol Dirt) e Kyle Larson (North Wilkesboro), dunque tutti piloti della Cup Series e nessun part timer.
Di seguito verranno presentati uno per uno i piloti qualificati in ordine di classifica dopo il reset del punteggio. Le monografie sono a cura di Gabriele Dri, Francesco Gritti e Simone Longo.
Corey Heim (2030)
Da rookie dell’anno (da part timer) a campione della regular season al primo anno completo. La parabola ascendente di Corey Heim, già ben avviata, non sembra ancora destinata a stabilizzarsi. Il ventunenne di Marietta, Georgia, è uno dei membri più promettenti del programma per giovani piloti di Toyota. Anche se si può definire deludente la stagione di Tricon Garage, squadra di riferimento nella classe minore per il marchio giapponese, non si può certo definire negativa quella del brand in sé, che vede il suo pupillo svettare dalla P1 al reset dei punti.
Ma come è possibile tutto ciò? Due vittorie, a Martinsville (gara iniziata sull’umido) e Mid- Ohio, 7 top 5 e 13 top 10 in 15 gare (per motivi di salute ha saltato Gateway) dimostrano già la capacità di essere costante e, soprattutto, abile ad adattarsi in ogni situazione del ragazzo numero 11. Nelle 3 prove svolte in Xfinity Series quest’anno ha già ottenuto una top 10, che dimostra tutto il talento del protetto di Aichi. Le potenzialità per vincere il titolo ci sono tutte: Corey deve solo continuare a concretizzare come ha fatto finora e sperare in un po’ di buona sorte.
– Francesco Gritti
Zane Smith (2022)
Si può parlare di stagione deludente per un pilota che ha vinto due gare e inizia i playoff al secondo posto? Sì se il suo nome è Zane Smith, ovvero il campione in carica e destinato il prossimo anno ad una sensibile promozione nei ranghi della NASCAR. Lui stesso durante il media day ha ammesso che questa quasi certamente sarà l’unica chance per bissare il 2022, anche se non ha confessato dove andrà nel 2024. Eppure la sua stagione era iniziata al meglio con i due successi di Daytona ed Austin che avevano replicato esattamente l’abbrivio poi trionfale dello scorso anno.
Poi invece, dopo alcune prestazioni sì di rilievo ma mai convincenti del tutto, è arrivata una estate disastrosa con quattro “zeri” di fila (come migliore risultato il 20° posto di Gateway in occasione dell’assenza di Heim) con cui ha salutato in pratica la vittoria della regular season. L’ultima chance in extremis i 20 punti nelle prime due stage a Pocono, poi però è finito in un incidente ed i giochi si sono chiusi. L’esperienza sarà fondamentale per ribaltare un’inerzia che sembra ben lontana dalla #38 del Front Row Motorsports.
– Gabriele Dri
Carson Hocevar (2021)
Terzo in classifica generale, con tre gare vinte e tre ritiri in stagione, alla sua terza apparizione ai playoff della Truck Series. Carson Hocevar è il terzo membro del trio che pare su un gradino superiore rispetto a tutti gli altri piloti.
Dopo un inizio di stagione traballante (0 top 5 in 8 gare esclusa la prima vittoria della carriera in Texas), Hocevar ha cominciato a martellare con costanza nel quartetto di gare primaverili da Darlington fino a Madison, con quattro top 5 consecutive, culminate nella seconda vittoria stagionale a Nashville. Tre gare dopo ha chiuso la regular season in bellezza con una vittoria su una delle piste in cui si trova meglio: Richmond.
Con un tale cofanetto di punti, le possibilità di venire eliminato prima del tempo risultano minime per il membro del Niece Motorsports. Il giovane ventenne del Michigan ha spesso parlato della facilità con cui lui e la sua squadra sono riusciti ad arrivare a questo punto, specialmente in paragone alla fatica fatta nelle ultime due annate. Carson ha diverse chance per giocarsi il titolo e per lui vincere ad un’età così giovane un campionato così prestigioso potrebbe davvero significare l’inizio di una scalata significativa.
– Simone Longo
Christian Eckes (2019)
La stagione di Christian Eckes non poteva andare meglio di così, o quasi. Forse perché schiacciato da un ambiente gigantesco come ThorSport, o forse a causa di diversi elementi di gara ancora da affinare, il ventiduenne (compirà 23 anni a Novembre) originario di Middletown, New York, è finalmente esploso. Il passaggio a Chevrolet e a McAnally-Hilgemann Racing, team molto più piccolo (ma non per questo non competitivo) in cui è leader assoluto, sembra aver permesso al campione ARCA 2019, con già due partecipazioni ai playoff in cui non è riuscito a lasciare davvero il segno, di ottenere la condizione necessaria per poter lottare davvero per il titolo.
Stagione estremamente positiva la sua. Il truck #19 è passato per ben due volte in victory lane, ad Atlanta e Darlington, e ha concluso 4 volte in top 5 e 8 in top 10. Certo, tanti sono stati i ritiri, altrettante le performance sottotono, ma per Christian i buoni risultati sono abbastanza. Le chiamate per il salto di categoria potrebbero esaurirsi presto e il ragazzo originario dello stato di New York deve farsi trovare pronto ora, in uno degli ultimi momenti possibili per dare uno scossone alla sua carriera.
– Francesco Gritti
Grant Enfinger (2017)
Grant Enfinger è sicuramente uno dei più esperti nella lista dei playoff drivers, già vincitore della regular season (seppur senza vittorie) nel 2019 e con un record di vittorie pari a 4 in una sola stagione nel 2020. Il volo sulle ali dell’entusiasmo si è pian piano spento: Enfinger non ha più trovato la via per il gran finale a 4 proprio da quello splendido 2020 che lo vide come protagonista principale.
A risollevare il momentum del pilota dell’Alabama ci pensa il calendario a partire da Indianapolis: prossimo appuntamento della serie e pista su cui il 38enne vinse lo scorso anno con una splendida rimonta. È una buona base anche la somma di punti playoff, accumulati grazie alle due vittorie (una in Kansas dove si tornerà nei playoff), le sei top 5 e le nove top 10 nel corso delle 16 gare della regular season.
Secondo Grant le sue possibilità di arrivare a Phoenix sono ”identiche a quelle di chiunque altro” e non c’è gara delle rimanenti che non si possa vincere. La presenza di quest’anno in Cup Series a Sonoma per sostituire Noah Gragson sulla #42 ha dimostrato che Enfinger può ancora dire la sua e che, sui circuiti stradali, è forse uno dei migliori piloti della Truck Series. Il suo team, GMS Racing, è tutto per lui, pronto a fornire il supporto necessario in quella che potrebbe essere una delle ultime grandi cavalcate della carriera.
– Simone Longo
Ty Majeski (2014)
Ty Majeski è velocità. Solo pura velocità. Lo si nota dal numero ampio di pole position raggiunte negli ultimi due anni, quelli trascorsi a tempo pieno nella classe minore. Il ventottenne (settimana prossima festeggerà i 29) originario di Seymour, Wisconsin, ha già dato prova a tutti delle sue abilità in innumerevoli occasioni nei campionati minori, ma le mancanze di budget gli hanno spesso messo i bastoni tra le ruote.
Accolto dalla factory ThorSport, l’ingegnere ha cominciato a lavorare dentro e fuori della pista per permettere la massima competitività per sé e per i suoi compagni. Il passaggio del team da Toyota a Ford, difatti, non ha influito in modo eccessivo sulle performance, che, bene o male, si sono rivelate essere in linea con quelle delle scorse stagioni.
Il passaggio al truck #98 dal #66 della scorsa stagione non sembra aver portato al 5 volte campione ARCA Midwest tanta fortuna. 7 top 5 (tra cui 3 secondi posti a Bristol, North Wilkesboro e Richmond) e 11 top 10 sono sintomo di assoluta competitività. La qualificazione anticipata ai playoff per vittoria sarebbe stata la ciliegina sulla torta per Ty, che, per ora, si è dovuto accontentare del ruolo di eterno secondo. L’anno scorso i playoff gli hanno regalato la possibilità di giocarsela al Championship 4, ma quest’anno l’arrivo di nuovi giovani protagonisti sembra rendergli la scalata verso il titolo decisamente più complicata.
– Francesco Gritti
Ben Rhodes (2013)
Stagione positiva? Sì, ma fino a un certo punto. Questo è il 2023 di Ben Rhodes che lo ha visto ottenere buoni risultati, anche se tutti, probabilmente pilota incluso, si aspettavano qualcosa di più. 26 anni all’anagrafe per l’originario di Louisville, Kentucky, che sembrano molti di più a causa di una carriera che si è stabilizzata da tanto tempo in Truck Series, in cui si è laureato campione nel 2021. Dal 2016 a oggi, anno in cui si è accasato in ThorSport, Ben ha raggiunto i playoff ben 7 volte, mostrando una crescita costante che sembra aver raggiunto il picco nelle due passate stagioni.
Per il momento è solo uno il successo guadagnato dal Ford #99 durante il 2023. La prova a Charlotte, difatti, è stata l’unica che ha visto il vicecampione uscente in victory lane. La costanza c’è, ma non la velocità. Sono 4 le top 5 e 10 le top 10, con diversi piazzamenti lontano dalle posizioni che contano a fare da fanalino di coda.
C’è da dire che, spesso, il mezzo non si è rivelato all’altezza delle aspettative in fatto a setup e i problemi di comunicazione interni alla squadra (culminati con il cambio di crew chief avvenuto a Gateway) non gli hanno assicurato le stesse possibilità di brillare avute negli anni appena trascorsi, ma, nonostante ciò, non è ancora finita. Nei playoff Ben è sempre esploso, e anche questa volta potrebbe andare così. Si può solo dare tempo al tempo e vedere, a debita distanza, come si evolverà la situazione interna alla crew #99 nei prossimi mesi.
– Francesco Gritti
Nick Sanchez (2005)
La rivelazione dell’anno, indubbiamente: Nick Sanchez è arrivato nella NASCAR Truck Series da campione in carica della ARCA Series e con un paio di gare in Xfinity alle spalle, ma ha subito dimostrato di poter stare insieme ai grandi della categoria. D’altronde quattro pole in 16 gare, la prima al debutto assoluto a Daytona, non si conquistano per caso.
A inizio stagione potevano esserci dei dubbi, non su Nick bensì sul suo team. In fondo il Rev Racing era pure lui al debutto nella categoria dopo tanta gavetta e l’alleanza tecnica con il Kyle Busch Motorsports era di livello, tuttavia il team di Rowdy stava vivendo il passaggio da Toyota a Chevrolet e quindi le incognite erano tante.
E invece Sanchez, dopo due ko iniziali, non ha quasi mai sbagliato. L’occasione mancata all’ultimo giro in Texas dopo aver dominato forse rimane ancora fra i suoi pensieri, ma Nick è sempre stato nella top10 o poco fuori raccogliendo punti pesanti ad ogni occasione. Gli manca ancora il classico centesimo per fare una lira data la mancanza in prossimità del traguardo, ma il rookie dell’anno (premio già matematicamente suo) può sfruttare queste sette gare per accumulare ulteriore esperienza in vista del 2024 che lo vedrà sulla stessa vettura.
– Gabriele Dri
Matt DiBenedetto (2002)
Matt DiBenedetto, vecchia conoscenza della Cup Series e ora presenza fissa della Truck. Il grande punto di domanda per Matt ad inizio stagione era il team di cui avrebbe fatto parte: Rackley W.A.R. Il team con base a Centervile nel Tennessee ha iniziato la sua esperienza in Truck Series nel 2021 con quattro piloti differenti in una singola stagione. Poi, nel 2022, si è accasato definitivamente DiBenedetto e sono arrivati i primi risultati discreti con anche la prima vittoria a Talladega.
Pur non avendo avuto più acuti simili, quest’anno il team è migliorato sotto l’aspetto della costanza e Matt è riuscito ad ottenere un filotto di risultati utili consecutivi con ben 6 top 10 nelle ultime 7 gare, somma che gli ha permesso di agguantare solo a Richmond l’ultimo spot playoff rimasto.
Il pilota delle controversie fuori dalla pista (ormai un lontano ricordo) si è dichiarato orgoglioso ma non soddisfatto. Sa che la sua squadra può dare ancora di più rispetto a quanto già fatto e dichiara di credere addirittura di poter arrivare al gran finale di Phoenix. Obiettivo che, per un team nato da soli tre anni, sarebbe stellare. Nonostante l’impresa appaia improbabile visto che persino ad Indianapolis (prossima gara in calendario) DiBenedetto si trova molto male, sognare, per Matt e Rackley Roofing, non costa nulla.
– Simone Longo
Matt Crafton (2002)
Passano gli anni, i piloti, gli avversari e le gare e inesorabilmente troviamo Matt Crafton ai playoff della Truck Series. È l’ottavo anno che anche in questa categoria c’è il format con la post season e il pilota della #88 del ThorSport Racing non ha mai mancato l’occasione. Certo, ogni anno che passa la qualificazione si fa sempre più difficile e in questa stagione Crafton ha tremato quasi fino all’ultimo, ma poi il biglietto è stato staccato regalando al suo team la terza vettura su dieci fra quelle presenti.
Dopo una stagione altalenante, con anche qualche buon risultato perso per strada anche per circostanze sfortunate, tutto sembrava perso ad appena una gara e mezza dal taglio. Dopo la seconda stage di Pocono Stewart Friesen sembrava lanciatissimo l’ultimo biglietto e invece il canadese è finito ko, Crafton ha messo giù il piazzamento buono ed una buonissima gara a Richmond prendendo punti in ogni occasione qualificandosi ai playoff.
533 gare nella Truck Series sicuramente fanno carriera ed esperienza, anche di fronte ai giovani piloti che non stima tanto perché li ritiene incapaci di sorpassare usando metodo, intelligenza e pulizia di guida, tuttavia per andare oltre al primo round servirà anche altro. Forse Milwaukee (l’unico ad averci corso prima dell’addio alla pista nel 2009) sarà la sua chance buona per entrare nel Round of 8.
– Gabriele Dri
Cosa può succedere
L’edizione un calendario molto simile a quello dell’edizione 2022 con il solo cambio della gara centrale del Round of 8 e sarà un evento speciale. Infatti, dopo l’anticipo di Richmond alle settimane scorse, ad entrare nei playoff è il Milwaukee Mile che mancava in NASCAR addirittura dal 2009 dopo i test con la ARCA Series del 2021 e 2022. Come detto 14 anni fa in pista c’era solo Matt Crafton (che qui ha disputato nove gare con una sola top5), tuttavia in queste recenti occasioni era presente Sanchez arrivato quinto l’anno scorso.
L’inizio dei playoff sarà molto cruciale perché due piste molto old style, l’Indianapolis Raceway Park prima e Milwaukee dopo, e potrebbe ribaltare la classifica stabilita finora. Da non sottovalutare inoltre il cookie cutter in Kansas che in curva2 ha sempre regalato brividi.
Dopo il taglio di due piloti inizierà uno dei round più variegati in tutta la NASCAR: la classicissima night race di Bristol, il superspeedway più grande di Talladega e infine l’ovale perfetto di Homestead. Non ci sarà mese migliore per vedere chi sono i migliori piloti in tutta la Truck Series. In chiusura in notturna venerdì 3 novembre l’ormai classico epilogo di Phoenix.
Il vantaggio, l’inerzia e la costanza di risultati di Heim potrebbe garantirgli un tranquillo primo round, per tutti gli altri già un passo falso potrebbe costare caro così come un vincitore dalla zona bassa potrebbe spostare la linea rossa molto più in alto.
Due piloti invece a caccia di un sedile nelle categorie superiori (a meno di contratti già firmati) potranno contendere il titolo a Corey ed ovviamente si parla di Zane Smith e Carson Hocevar, con il primo a caccia di un bis ed il secondo invece della consacrazione della maturità conseguita quest’anno (tre successi) dopo qualche gara dalla condotta non proprio ammirabile.
Da non sottovalutare inoltre Christian Eckes che pure lui ha sorpreso dopo il cambio di team avvenuto nell’inverno. Le due vittorie ad Atlanta e Darlington gli possono dare chance buone soprattutto nelle due corse che chiudono i round di qualificazione per Phoenix, quindi anche in caso di passo falso in precedenza può recuperare terreno.
Majeski certamente proverà a sfruttare l’abilità sugli short track per conquistare il titolo, visto il calendario ha ottime chance dato che può sfruttare Indianapolis, Milwaukee con le sue curve piatte, Bristol e lo stesso gran finale di Phoenix: quattro su sette è una buona media per avere fiducia nelle proprie chance.
Un passo più indietro appaiono Enfinger e Rhodes che sì hanno vinto in stagione regolare, ma in poche occasioni hanno dimostrato di essere materiale da titolo in questo campionato, in altre occasioni negli anni passati certamente sì. In coda alla fila DiBenedetto e Crafton che dovranno mantenere alte le energie dopo lo sprint di fine regular season in cui ovviamente hanno dato tanto.
Da tenere d’occhio anche l’owners championship: Kyle Busch con i suoi due successi ha dato abbastanza punti alla #51 (la vittoria non dava la qualificazione automatica in quanto pilota della Cup Series) insieme alle prestazioni di Byron, Wood e Mills e così la vettura del Kyle Busch Motorsports si è qualificata ai danni della #88 del ThorSport Racing. Ancora da decidere chi guiderà la Chevrolet durante questi playoff, l’unica certezza è che Rowdy non potrà dare il suo contributo.
Il programma del weekend all’Indianapolis Raceway Park
Venerdì 11 agosto:
19:30 Prove libere ARCA Series (-)
20:30 Qualifiche ARCA Series (-)
21:30 Prove libere Truck Series (FS1)
22:05 Qualifiche Truck Series (FS1)
24:00 Gara ARCA Series (FS1)
3:00 Gara Truck Series (FS1)
Il resto del weekend NASCAR proseguirà sabato e durerà fino a domenica con Xfinity e Cup Series ma sullo stradale dell’Indianapolis Motor Speedway dove ci sarà anche la IndyCar con le relative categorie cadette.
Immagini: Media NASCAR
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