NASCAR | Anteprima playoff Cup Series 2023

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Tempo di lettura: 27 minuti
di Redazione P300.it @p300it
1 Settembre 2023 - 09:00
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Byron alla prova di maturità, Truex in grande rilancio, la sorpresa Buescher: pronostico aperto nei playoff 2023 oppure titolo in direzione #24?


Una regular season diventata di settimana in settimana sempre più appassionante è volata via ed ora per la NASCAR Cup Series è già tempo di playoff. 26 gare che possono essere suddivise in tre fasi distinte, la prima con l’Hendrick Motorsports e, nello specifico, William Byron a dominare, nella seconda un Martin Truex Jr. che ha sconfitto le voci che lo vedevano prossimo al ritiro con il rinnovo del contratto e con i successi ed infine l’ultima, quelle della gare da wild card, con l’inattesa ascesa delle Ford (in crisi fino a quel momento) e soprattutto di Chris Buescher che ha vinto su tre piste completamente diverse l’una dall’altra. Chi avrà la meglio, il giovane, il veterano o la sorpresa? E chi sarà il quarto big a fare – metaforicamente – compagnia a loro al gran finale di Phoenix?

I 16 piloti

La decima edizione dei playoff a eliminazione con 16 piloti qualificati vede la conferma rispetto alla scorsa stagione di appena 10 piloti e l’assenza di Chase Elliott, Chase Briscoe, Daniel Suárez, Austin Cindric, Alex Bowman ed Austin Dillon sostituiti nell’ordine da Martin Truex Jr., Chris Buescher, Brad Keselowski, Michael McDowell, Ricky Stenhouse Jr. e Bubba Wallace. Curioso come il fatto che il vincitore della regular season 2022 (Elliott) abbia mancato la qualificazione nel 2023 e come Truex non sia entrato nei 16 lo scorso anno e invece ora arrivi ai playoff da vincitore della regular season.

Un ricambio figlio anche della Next Gen che ha portato in victory lane ben 15 piloti diversi, un dato inferiore di una sola unità rispetto al numero a questo punto della stagione scorsa (anche se poi il totale del 2022 salì al record di 19) con nuovi piloti in grado di arrivare al successo con la nuova vettura ed altri incapaci di ripetersi. Dei 15 manca all’appello ovviamente Shane van Gisbergen, trionfatore a Chicago, in quanto non un pilota full time.

Da record, invece, il fatto di avere ben 10 team diversi rappresentati ai playoff. La squadra più presente è il Joe Gibbs Racing con Truex, Hamlin e Bell, a seguire a quota due Hendrick Motorsports (Byron e Larson a spiccare nel clamoroso flop), RFK Racing (Buescher e Keselowski), 23XI Racing (Reddick e Wallace) e Team Penske (Logano e Blaney), ad uno infine RCR, Trackhouse, Front Row Motorsports, JTG Daugherty e Stewart-Haas Racing.

Passando ai costruttori, la crisi Ford all’apparenza sembra inesistente dato che portano sei auto ai playoff contro le cinque a testa di Chevrolet e Toyota, tuttavia la casa dell’ovale blu somma appena sei successi contro i sette di Toyota e i addirittura 13 (12 validi per i playoff) della Chevrolet che è anche nettamente in vetta alla classifica costruttori.

Questo il dettaglio di come i 16 piloti hanno ottenuto i playoff point nella regular season della NASCAR Cup Series 2023. Sono rimasti in gioco 230 dei 244 playoff point assegnati in quanto sono andati “persi” i 5 punti della penalità comminata a William Byron per irregolarità tecnica a Richmond, i 5 della vittoria di Shane van Gisbergen a Chicago e 4 per le stage vinte rispettivamente da Chase Elliott (Talladega), Austin Cindric (Atlanta/1), Aric Almirola (Talladega) e Ryan Preece (Martinsville)

Di seguito verranno presentati uno per uno i piloti qualificati in ordine di classifica dopo il reset del punteggio. Le monografie sono a cura di Gabriele Dri, Francesco Gritti e Simone Longo.

William Byron (2036)

Verrebbe normale pensare che il primo per vittorie stagionali sia il favorito numero 1 al titolo. Non è proprio così. Se il pilota in questione avesse la dovuta esperienza ai playoff da correre come leader magari sarebbe così, ma il pilota così tanto esperto ancora non lo è. William Byron è bensì un giovane rampante, alla prima occasione veramente ad alti livelli in Cup Series. Autore di un inizio stagione a dir poco brillante con vittoria e sweep a Las Vegas e trionfo back to back a Phoenix (occhio quindi per novembre), si è ritrovato primo in classifica per innumerevoli settimane. Ad impedirgli la fuga solitaria è stata solamente la penalità rifilata al team Hendrick.

Se l’anno scorso aveva mancato il grande salto di livello dopo la gara a Darlington, considerata come spartiacque, quest’anno non ha commesso gli stessi errori, continuando a macinare successi di stage e risultati importanti. Facendo della costanza il suo punto di forza, il 25enne del Nord Carolina è primo in classifica per numero di stage vinte e bandiere a scacchi conquistate, essendo l’unico dell’intera griglia ad aver ottenuto 5 successi.

Byron inoltre si è caricato davvero la squadra sulle spalle fino ad ora. Tra infortuni e penalità varie che hanno martoriato la stagione di Chase Elliott e Alex Bowman, il 2023 rischiava di essere un anno da dimenticare per il team Hendrick. Per loro fortuna le speranze per il titolo sono ancora intatte e il merito può considerarsi per un bel 70% di William Byron.

– Simone Longo

NASCAR Cup Series anteprima playoff 2023 Byron

Martin Truex Jr. (2036)

Dopo l’esclusione a dir poco incredibile dai playoff 2022 (non per i risultati, più che altro per un sistema che ha bisogno di ricevere un bel po’ di modifiche), che lo ha visto terminare matematicamente diciassettesimo molto tempo prima di sapere il nome del campione, Martin Truex Jr. ha avuto la lucidità di ritentare, di far capire a tutti che ciò che è avvenuto l’anno scorso è stata solo sfortuna. Nonostante questo le attenzioni si sono rivolte soprattutto al leitmotiv degli ultimi anni. La frase “Non so se continuerò l’anno prossimo” è la classica di un veterano che, nonostante sia tutt’altro che stufo di portare al limite una vettura tutto l’anno girando tutti gli USA, è anche disposto a lasciare spazio alle giovani leve.

Si può definire idilliaca la stagione che ha avuto finora Martin Truex Jr. Il pilota, stabile sulla Toyota #19 di Joe Gibbs Racing dal 2019 (che che guiderà ancora almeno un altro anno), oltre al titolo di campione regular season, si è fatto vedere in forma soprattutto nelle gare più difficili e in condizioni più difficili. Ecco perché gli è stato affibbiato il soprannome “Mister Monday”. Quelle di Dover, Sonoma e New Hampshire sono solo 3 delle 34 vittorie (Clash 2023 escluso) del quarantatreenne originario di Mayetta, New Jersey.

La sua carriera lunga, condita anche dal titolo Cup 2017 e dalla doppietta in Xfinity Series nel 2004 e 2005 (allora ancora denominata Busch Series) terminerà a breve, ma Martin vuole ancora farci vedere grandi cose. Staremo a vedere cosa combinerà nelle prossime 10 settimane.

– Francesco Gritti

NASCAR Cup Series anteprima playoff 2023 Truex

Denny Hamlin (2025)

Definire Denny Hamlin con una parola è impossibile. Una carriera così ricca di picchi è rara da notare per un pilota che, nonostante tutta l’esperienza che porta in pista, non è mai riuscito ad accaparrarsi un singolo titolo. Un carattere particolarmente cinico e tanta brutale onestà lo hanno sempre reso un villain nel circus. La sfortuna (e una mossa pazza dell’uomo chiamato Melone) lo hanno relegato alla P5 al termine della scorsa stagione. Questa volta ci saranno i presupposti per agguantare, finalmente, il titolo?

In realtà è difficile a dirsi. Il proseguimento della carriera di Denny sulla Toyota #11 di Joe Gibbs Racing (su cui ha debuttato addirittura nel corso della stagione 2005) è in forte dubbio a causa del ritiro quasi totale dello sponsor che lo ha accompagnato finora. Questo fatto potrebbe essere la prima tessera del domino che vede proprio il classe 1980 originario di Tampa, Florida, a guidare per il suo team, 23XI Racing, magari comprando per sé il terzo charter. Le due vittorie stagionali a Kansas e Pocono sono solo le ultime delle 50 in carriera. Si sa, non tutti ottengono il riconoscimento che meritano, e Denny Hamlin, probabilmente, è uno di questi. Chissà se potrà rifarsi con una vittoria a Phoenix.

– Francesco Gritti

NASCAR Cup Series anteprima playoff 2023 Hamlin

Chris Buescher (2021)

E chi se l’aspettava? Nessuno a inizio stagione avrebbe scommesso un solo scellino nel vedere Buescher autore di un tre vittore e un back to back con 10 gare ancora da correre. Eppure il tanto esperto quanto amato pilota texano arriva ai playoff pronto ad eguagliare il suo miglior piazzamento finale di sempre e con tutte le carte in regola per superare il primo turno. Buescher è forte di un momentum personale e Ford prepotente che potrebbe sfruttare per ottenere piazzamenti e punti importanti. La vera chiave delle 26 gare passate, però, è stata una: il team.

RFK Racing ha dimostrato ancora una volta tutta la sua coesione e la sua indole orientata al lavoro. Opera summa della regular season l’ultimo giro a Daytona di una settimana fa, con la coppia Buescher – Keselowski che ingabbia il rivale e mette il turbo monopolizzando le prime due posizioni. E se, proprio come a Daytona, Buescher può sperare in tutto l’aiuto possibile dal suo compagno nonostante sia a capo del team, il futuro prossimo può davvero arrivare a raggiungere apici oltre le più rosee aspettative.

– Simone Longo

NASCAR Cup Series anteprima playoff 2023 Buescher

Kyle Busch (2019)

Le preoccupazioni dei fan di Kyle Busch riguardo al suo cambio casacca sono oramai completamente sparite. Anche se il soprannome “Candyman” non è più adatto, visto che la Toyota #18 sponsorizzata M&M’s nelle scorse 15 stagioni è solo un ricordo del passato, la legacy del grande campione ha retto, se non addirittura si è rafforzata, nel passaggio alla Chevrolet #8 di Richard Childress Racing, squadra che sta rapidamente tornando ad alti livelli dopo molte stagioni buie.

Kyle Busch non solo ha ottenuto 3 vittorie questa stagione, ad Auto Club (subito alla seconda gara stagionale), Talladega e Gateway (5 contando Las Vegas e Pocono in Truck Series), ma è riuscito nell’impresa di surclassare in ogni aspetto il suo compagno di squadra, Austin Dillon, impresa mai riuscita nei 15 anni passati in JGR (forse anche per il livello sempre al top del team di riferimento Toyota). Il 2022 opaco, concluso al tredicesimo posto, sembra oramai solo un ricordo del passato. KB è rinato grazie all’accordo che lo vedrà occupato con Childress, almeno a detta sua, ancora per molto tempo.

L’unica cosa certa è che il tempo per Rowdy di ottenere un terzo titolo in Cup Series (dopo le campagne 2015 e 2019, senza dimenticare il successo nel 2009 in Xfinity Series) non è molto. Il trentottenne nato a Las Vegas, Nevada dovrà inoltre impegnarsi se vorrà riempire ancora di più il ricchissimo bottino di vittorie, 63 in Cup, 102 in Xfinity e 64 in Truck.

– Francesco Gritti

NASCAR Cup Series anteprima playoff 2023 Kyle Busch

Kyle Larson (2017)

Se il 70% del merito dei successi del team Hendrick è dovuto a Byron, di chi è il restante 30%? Se lo becca l’altro portacolori: Kyle Larson. Uno dei driver più completi in assoluto, considerato da tanti tifosi come il più forte dell’intero schieramento, campione nel 2021 ma eliminato già nel round of 12 lo scorso anno, in questa stagione vuole tornare al vertice.

Il californiano sta riuscendo nell’impresa? A metà. Complice una vettura non sempre affidabile, per Larson le grandi rimonte paiono essere ormai una consuetudine. La numero #5 ha un problema: spesso arriva lassù a giocarsi tutto nel finale, ma poi sembra sempre mancare quel passettino decisivo per conquistare la vittoria. Il numero di trionfi (appena due a Richmond e Martinsville oltre alla All-Star Race a North Wilkesboro) rispetto alle top 5 conquistate in questa stagione è decisamente sproporzionato.

Dalla sua ha una caratteristica semplice: Larson è veloce. Non sbaglia quando conta, sa rimontare e nei playoff si è sempre saputo destreggiare con intelligenza. Inoltre, è difficile immaginare che si lasci superare tanto facilmente dal compagno di squadra Byron come primo pilota del team Hendrick. L’obiettivo è solo uno: conquistarsi il gran finale di Phoenix.

– Simone Longo

NASCAR Cup Series anteprima playoff 2023 Larson

Christopher Bell (2014)

Christopher Bell non è più il cucciolo della famiglia Joe Gibbs Racing. A dimostrarlo c’è la superlativa stagione 2022, conclusa al terzo posto, ma per il resto sembra che da Phoenix qualcosa si sia spento. La quarta stagione nella classe regina non si sta rivelando all’altezza delle aspettative, nonostante sia tutt’altro che negativa. Fatto sta che, oramai, c’è un giovane prodigio pronto a rubare la scena nel team in cui ha un futuro praticamente assicurato.

L’unica vittoria finora di Christopher Bell risale a Bristol Dirt, circuito decisamente atipico ma nelle corde del 3 volte vincitore del Chili Bowl. Per il resto sembra quasi che le performance del classe 1994 originario di Norman, Oklahoma, siano andate calando. Bisogna però ricordare la lucidità che ha sempre mostrato Bell nei playoff che, forse, sarà la sua arma vincente anche in questo 2023. I soli 5 successi in Cup del campione Truck Series 2017 sono destinati a diventare molti di più. L’importante è metterci tutto l’impegno affinché questi crescano di numero così tanto da rendere Christopher Bell uno dei piloti più riconoscibili del panorama NASCAR moderno.

– Francesco Gritti

NASCAR Cup Series anteprima playoff 2023 Bell

Ross Chastain (2011)

La stagione di Ross Chastain è difficile da interpretare, ma sicuramente ha uno spartiacque, prima del 14 maggio e dopo il 14 maggio. Fino a Darlington, infatti, il pilota del Trackhouse Racing stava viaggiando alla grande, ancora sull’onda dell’Hail Melon di Martinsville e del titolo di vicecampione conquistato a Phoenix. In primavera Chastain, pur senza vincere gare a differenza delle stage, non stava sbagliando un colpo o quasi al punto che fino a maggio era leader della classifica generale o al massimo secondo.

Poi però il fattaccio di Darlington e l’incidente con Kyle Larson che ha aggiunto un nuovo capitolo nelle faide iniziate dalla condotta aggressiva di Ross. Fin qui normale amministrazione, ma le parole di Rick Hendrick, quasi intimidatorie nei confronti di Chastain qualora non avesse cambiato condotta, hanno segnato profondamente – su sua stessa ammissione – Ross il quale, probabilmente, avrebbe fatto bene a rispondere a tono ad Hendrick visto quanto commesso da Elliott nei confronti di Hamlin appena due settimane più tardi a Charlotte.

Da allora Chastain, ma forse anche tutto il team, si è spento, come se si fosse spenta la fiamma che lo teneva vivo finora. L’unico momento da notare è la vittoria di Nashville che ha messo al sicuro i playoff che comunque apparivano già suoi, al punto che è precipitato al decimo posto in classifica generale perdendo parecchi playoff point. Urge una sveglia, magari non una nuova faida, per rivedere il Ross che aveva fatto impazzire (dipende da voi se nel bene o nel male) i tifosi nell’ultimo anno.

– Gabriele Dri

NASCAR Cup Series anteprima playoff 2023 Chastain

Brad Keselowski (2010)

Il rodaggio è terminato e il RFK Racing con Brad Keselowski in versione pilota-owner è una squadra che dopo aver zoppicato nella scorsa stagione ora viaggia come un treno. E il problema per gli altri team è che spesso, come successo a Daytona nello scorso weekend, viaggia in un tandem che funziona alla perfezione.

Una regolarità invidiabile e quasi d’altri tempo per il campione del 2012 che si è ritirato solo due volte (la Daytona 500 che gli è sfuggita ancora una volta ed Austin), poi filotto con pochi passaggi a vuoto e sempre più occasioni di tornare ad una vittoria che gli manca da due anni. In un paio di occasioni ha forse masticato amaro per quello che gli era sfuggito, ma il fatto che sia arrivato secondo ad Atlanta dietro all’ex teammate Logano e a Daytona sabato dietro all’attuale compagno di squadra Buescher forse ha reso tutto più lieto. Ben diverso il discorso di Richmond dove ha sbagliato lui ai box, ma probabilmente si sarebbe dovuto arrendere pure lì all’altra vettura RFK.

Probabilmente si dovrebbe intavolare un discorso sul fatto se il RFK Racing sia diventato a sorpresa nel 2023 il miglior team Ford in pista sorpassando Stewart-Haas Racing (già più comprensibile) e Penske (e qui la discussione si potrebbe fare più intensa), ma è innegabile il contributo dentro e fuori i circuiti che Brad ha dato. Occhio a lui, perché ha ancora fame e vuole vincere pure lui per sé, per Roush e anche per la sua famiglia che ha una lunga tradizione in NASCAR.

– Gabriele Dri

NASCAR Cup Series anteprima playoff 2023 Keselowski

Tyler Reddick (2009)

Esattamente come per Ross Chastain, anche la stagione di Tyler Reddick si può dividere in due anche se non è facile capire il motivo del calo nella seconda parte di regular season. Il pilota del 23XI Racing ha iniziato molto bene il 2023 dopo tutte le polemiche seguite al brusco addio dal Richard Childress Racing cui è seguito l’arrivo anticipato sulla #45 in seguito al passo di lato (e poi ritiro definitivo) di Kurt Busch.

Dopo un inizio difficile (ko a Daytona e Fontana) era iniziata la risalita in classifica culminata con la vittoria ad Austin, in periodo in cui Reddick sembrava inarrestabile sugli stradali e non solo, e il secondo posto sullo sterrato di Bristol. Poi da allora appena tre top5 ed una lenta discesa in classifica dal quinto posto raggiunto fino ad uscire dalla top10 perdendo dunque anche i punti bonus.

L’impressione è quasi come che Tyler e il suo team non siano in grado di raddrizzare gare nate storte o che subiscono qualche imprevisto (Richmond ne è un esempio) ed ora serve che il team sia pronto a sostenere Reddick lungo tutti i playoff, anche se bisognerà valutare anche il rendimento in toto del 23XI Racing di fronte ad un Round of 16 da affrontare con entrambe le vetture qualificate per la prima volta ai playoff.

– Gabriele Dri

NASCAR Cup Series anteprima playoff 2023 Reddick

Joey Logano (2008)

Ok, si sa che l’anno dispari di solito non è il migliore per Logano, ma a tutto c’è un limite nella storia recente. Le difficoltà in toto del Team Penske hanno afflitto anche il campione in carica che dopo la consueta vittoria primaverile (stavolta ad Atlanta sconfiggendo la maledizione della livrea non-Shell Pennzoil) non ha saputo trovare il tipico cambio di passo o la costanza di rendimento ai piani alti tipici delle scorse stagioni.

C’è stata sì una lieve ripresa estiva (secondo in New Hampshire, terzo a Gateway e Sonoma, quarto a Richmond, quinto a Daytona), ma il ritardo in classifica generale ormai era troppo grande per conquistare bonus e così Logano arriva ai playoff soltanto con otto playoff point, decisamente pochi per stare tranquilli.

Per Joey, dunque, in ballo c’è tanto anche in questa annata dato che da quando esistono i playoff a eliminazione, 2017 a parte quando nemmeno si qualificò, è sempre arrivato almeno al Round of 8. Quest’anno passare un turno sembra il massimo sulla carta, a meno di un colpo di coda di Logano che, è bene ricordare, negli ultimi 10 anni è il pilota in attività che ha vinto più gare nei playoff, ben 12.

– Gabriele Dri

NASCAR Cup Series anteprima playoff 2023 Logano

Ryan Blaney (2008)

Un grosso punto di domanda è quello che personalmente mi riservo di assegnare alla post season di Blaney. Ryan arriva qui avendo interrotto a Charlotte nella prestigiosa Coca-Cola 600 (regalando tra l’altro a Roger Penske la doppietta del Memorial Day insieme alla Indy 500 di Newgarden) la sua striscia negativa infinita di non vittorie, ma lo fa nell’anonimato più totale. Non si sa bene cosa aspettarsi da lui, membro di un un team Penske così poco costante e capo di una crew troppo spesso autrice di disastri.

Per il nativo dell’Ohio si tratterà di abilità nell’evitare la solita sfortuna, ma anche tanto impegno per risollevare una serie di risultati non brillantissimi ormai da troppo tempo. Il 7° posto finale del 2019 e del 2021 può considerarsi l’obiettivo primo da raggiungere e, successivamente, sperare di superare quel maledetto round of 8, finora rimasto sempre uno scoglio non valicato. Sarebbe anche, finalmente, l’abbattimento della soglia che aumenterebbe notevolmente le chance di Blaney come contendente al titolo finale, visto anche l’ottimo ruolo di scudiero nei confronti di Logano lo scorso novembre a Phoenix.

– Simone Longo

NASCAR Cup Series anteprima playoff 2023 Blaney

Michael McDowell (2007)

Forse la storia più emozionante del 2023 di NASCAR Cup Series è quella che riguarda la qualificazione ai playoff di Michael McDowell, completamente inaspettata e ancora difficile da credere a distanza di settimane. Anche il modo con cui il veterano è riuscito a entrare per la seconda volta in carriera nella fase di lotta titolo resta uno dei migliori della storia dello sport. Il ventitreesimo posto del 2022 rende chiaro a tutti il miracolo compiuto dalla #34.

Michael McDowell ha agguantato a Indianapolis la seconda vittoria in Cup Series. La sua avventura lunghissima, iniziata addirittura nel 2008, lo ha visto spesso ottenere risultati scarsi su mezzi ancora peggiori, ma nonostante tutto lui è sempre rimasto lì, speranzoso di poter mettere le mani su un’auto, quantomeno, capace di restare costantemente nel mezzo del gruppo. L’occasione è arrivata grazie alla crescita di Front Row Motorsports, squadra in cui milita dal 2018 (nel 2024 sarà ancora a bordo della #34) e alla gara perfetta svolta a Indianapolis.

Un gran lavoro di squadra premiato così. Stavolta, Michael, 38 anni, nato a Phoenix, Arizona, è in grado di lottare per davvero, e, soprattutto, vuole farlo. Il morale è al massimo, il mezzo magari non così tanto, ma comunque c’è la voglia di vincere, che è fondamentale a questi livelli.

– Francesco Gritti

NASCAR Cup Series anteprima playoff 2023 McDowell

Ricky Stenhouse Jr. (2005)

Stenhouse ha sbancato subito Daytona vincendo la 500 miglia, ma non si è seduto sugli allori. Il pilota del JTG Daugherty, numeri e sensazioni alla mano, ha infatti ha disputato quasi certamente la migliore stagione della sua ormai decennale carriera in Cup Series. Ma lo è stata anche per il suo team, infatti in base ai punti conquistati sul campo Ricky sarebbe arrivato a soli quattro punti da uno Suárez che, senza l’impresa della #47 a febbraio, sarebbe stato nei playoff.

Nelle ultime settimane è arrivato un fisiologico calo nelle prestazioni una volta che il primo successo in NASCAR in quasi sei anni gli ha garantito ufficialmente un posto ai playoff. Chiaramente la data in rosso sul calendario è quella di Talladega per replicare clamorosamente il 2017 (anche se Stenhouse vinse le altre due tappe sulle stesse piste) e completare uno storico set sugli superspeedway, ma per lui potrebbe arrivare troppo tardi dato che prima bisognerebbe superare il primo turno. Miracolo che avvenne già in quel 2017, quindi occhio a Ricky.

– Gabriele Dri

NASCAR Cup Series anteprima playoff 2023 Stenhouse

Kevin Harvick (2004)

10 gare ancora prima dei saluti. Ma anche 10 gare per ottenere un’ultima vittoria in carriera. Il 2023 di Kevin Harvick si avvia verso l’annunciata conclusione, tuttavia la richiesta dei suoi tifosi è che il tour di addio di “The Closer” non sia in tristezza. Harvick in questa stagione si è caricato sulle spalle tutto lo Stewart-Haas Racing, protagonista di una orribile stagione con gli altri tre piloti che hanno mancato – e non di poco – la qualificazione ai playoff rimanendo ovviamente a secco.

Il problema è che pure Kevin è a quota zero successi nel 2023 (secondo a Darlington) e la qualificazione è avvenuta solo grazie ai (numerosi) punti ottenuti, al punto che il biglietto è arrivato con una settimana di anticipo e con netto margine su Wallace, seppur tremando nel finale di fronte ai potenziali nuovi vincitori.

Da riscattare ci sono anche dei recenti playoff con l’amaro in bocca, l’eliminazione immediata del 2022 malgrado l’inerzia favorevole di due vittorie consecutive ad agosto, l’implosione del 2020 quando arrivò al Round of 8 in netto vantaggio e il 2018 quando fu uno dei Big 3 sconfitti da Logano. Di sicuro però non saranno questi ricordi a segnare l’ultima parte di carriera di un campione amato dal pubblico che continuerà ad essere presente in NASCAR dal prossimo febbraio in qualità di commentatore della FOX.

– Gabriele Dri

NASCAR Cup Series anteprima playoff 2023 Harvick

Bubba Wallace (2000)

Unico esordiente dei 16 che farà la sua apparizione, e tenterà la fortuna com’è giusto fare, Bubba Wallace si è qualificato per il rotto della cuffia, fortunato ma bravo a Daytona e nell’ultimo mese di gare, soprattutto al Watkins Glen dato che per sua stessa ammissione il pilota del 23XI non è un drago sugli stradali. Quest’anno a Bubba pare esserci molto meno del solito da rimproverare: pochi battibecchi, relativamente poche sbavature e soprattutto poche scenate escandescenti per il tipo di carattere che ha. E allora ecco che, come per magia ma non troppo, arrivano i primi playoff della carriera.

Un ulteriore banco di prova per il pilota afroamericano, già autore di due vittorie in carriera ma anche quest’anno mai in grado di tenere il passo del proprio compagno di team. 23XI diviene uno dei due team, tre includendo il solitario JTG, a portare il 100% dei propri piloti (e non vetture) alla postseason e ora farà di tutto per diventare la sola squadra a mantenerli. L’unico limite da porsi è quello che verrà posto dai grandi. Per il resto a Wallace è concesso sognare un piccolo miracolo, figlio di un grande lavoro ormai in atto da anni.

– Simone Longo

NASCAR Cup Series anteprima playoff 2023 Wallace

Cosa può succedere

I playoff 2023 della NASCAR Cup Series saranno quasi del tutto identici come calendario a quelli del 2022, anche per disposizione nell’arco di una giornata. Dunque facili pronostici ricalcando il 2022? Assolutamente no, i valori in campo sono completamente cambiati se si esclude il fatto che a questo punto della stagione anche l’anno scorso in vetta dopo il reset del punteggio c’era un pilota dell’Hendrick Motorsports.

Ben sei delle dieci gare dei playoff sono appuntamenti imperdibili a prescindere dalla fase finale della stagione. Nel Round of 16 si inizia con la classicissima e insidiosissima Southern 500 a Darlington mentre il primo taglio sarà nella notte di Bristol. Nel mezzo il Kansas con il solito cookie cutter con curva2 da tenere d’occhio per possibili sorprese.

Al Round of 8 probabilmente la Next Gen rinvigorirà (nei limiti) la gara in Texas che inoltre sarà accorciata a 400 miglia per l’unica variazione rispetto al 2022. A seguire le due vere wild card in successione a Talladega e al Roval di Charlotte con qualche sorpresa sopravvissuta al Round of 16 addirittura alla caccia del Round of 8.

In questa fase tutte le gare ovviamente diventano fondamentali: Las Vegas lo è solo perché apertura del Round of 8 e mette in palio il primo biglietto per il gran finale (Logano docet) seguita poi da un vero ovale da 1.5 miglia come Homestead e poi l’arena di Martinsville. In chiusura, infine, come ormai consuetudine non amata tutti, Phoenix.

Cruciale sarà la decisione della NASCAR in materia di regolamento tecnico: i test sul nuovo pacchetto da short track che dovevano essere effettuati in New Hampshire e poi invece sono stati disputati a Richmond pare non abbiano dato – ancora una volta – gli effetti sperati malgrado i cambi a splitter, spoiler e tutto il modificabile. Una decisione urge in vista di Bristol, Martinsville e soprattutto Phoenix per evitare gare piatte. Attenzione anche all’autunno: in caso di pioggia a Martinsville e Phoenix si potrebbero usare le gomme da umido.

Come ogni anno fare pronostici è impossibile anche se una coppia si staglia sugli altri dall’alto di 36 playoff point che garantiscono un buon cuscinetto (seppur non da record) da portarsi avanti per almeno un paio di round e che ovviamente può aumentare nel corso dei turni. Sarà inoltre da valutare la possibilità per cui, come nel clamoroso Round of 16 dell’anno scorso (Jones, Wallace e Buescher in successione), ci possano essere delle gare vinte da piloti non qualificati ai playoff a rubare punti e preziose chance di qualificazione.

Il regolamento sportivo è invariato, dunque i playoff point acquisiti finora verranno riaggiunti al punteggio di ogni pilota dopo il reset di ogni Round, anzi in ciascuna delle tre gare del Round potranno essere accumulati ulteriori punti bonus. Quindi, a titolo di esempio, in caso di qualificazione al Round of 12 Byron e Truex inizieranno il secondo blocco dei playoff con almeno 3036 punti all’attivo e al Round of 8 con almeno 4036. Poi a Phoenix, come da tradizione, i quattro piloti partiranno alla pari e per loro conterà solo il piazzamento alla bandiera a scacchi senza considerare le stage.

Da rilevare però come nello scorso inverno la NASCAR abbia appesantito il sistema delle penalità in caso di irregolarità tecniche ed i casi puniti quest’anno (specialmente in primavera) sono stati parecchi. Infatti, in caso di infrazioni di livello anche L1 (il più basso), oltre alle consuete penalità in punti, soldi e gare di squalifica per crew chief, saranno possibili penalità anche in playoff point e quindi fare il gambero sarà qualcosa da non sottovalutare per chi vorrà osare nelle zone grigie del regolamento. Tuttavia anche con questo sistema ci sono già delle polemiche come dimostra la recente penalità nella Truck Series a Majeski (75 punti di penalità a qualificazione già ottenuta un successo e quindi ininfluente se si escludono i 5 playoff point in meno).

I playoff più frammentati fra i team forse daranno più chance alle squadre stesse di concentrarsi sui piloti qualificati “sacrificando” gli altri. Penalizzate probabilmente e paradossalmente quindi le scuderie che hanno fatto en plein finora, ovvero RFK Racing e 23XI Racing mentre JTG Daugherty ovviamente ha il solo Stenhouse già in roster. Vedere JGR che fa 3/4, Penske 2/3, Hendrick addirittura 2/4 e SHR in maniera scioccante 1/4 potrebbe renderli ancora più efficaci e spietati nella caccia ai posti a Phoenix.

William Byron sicuramente è chiamato alla prova definitiva di maturità mancata l’anno scorso specialmente dopo Darlington nella regular season, gara dopo la quale non seppe reagire all’aggressività di Logano che poi zitto zitto arrivò al titolo contro altri avversari emersi lungo la strada. Cinque vittorie ovviamente sono un biglietto da visita interessante, ma bisogna anche notare come l’Hendrick Motorsports dell’estate non sia più quello dominante della primavera, con Bowman ed Elliott che si sa cosa non abbiano fatto ed un Larson a secco da Martinsville.

Un rinvigorito Truex, invece, va a caccia del secondo titolo in carriera da leader di un team in cui Bell non sembra in forma come l’anno scorso ed un Hamlin che pare sempre in grado di mettersi da solo i bastoni fra le ruote e che é alle prese con un triplo rinnovo di contratto (il suo con il JGR e quelli del 23XI con JGR e Toyota) che sta animando nuovamente il mercato 2024.

Ford appare invece in netta difficoltà, sostenuta nella tarda estate dalle vittorie di quelli che sembravano outsider ed ora invece sono team in primo piano come RFK reduce dalla clamorosa tripletta (su tre piste diverse come Richmond, Michigan e Daytona) con Buescher e McDowell ad Indianapolis. Penske e SHR hanno le capacità per stare davanti, quasi certamente non la lucidità mentale per resettare 26 gare nettamente al di sotto delle aspettative.

La classifica alle spalle di Byron e Truex appare molto corta con 13 piloti raccolti in 21 punti, con 11 di ritardo dalla coppia al comando e quattro di margine su un Bubba Wallace che parte dalla base di 2000 punti, senza slancio forse anche come inerzia data la grande profusione di energie mentali espressa nelle ultime corse e dimostrato dal piccolo crollo (comprensibile) appena sceso dalla vettura a Daytona. Ma nemmeno il suo compagno di squadra Reddick sembra al momento un candidato alla Championship 4.

Da rivalutare, infine, piloti come Kyle Busch, Kevin Harvick e Ross Chastain, ad oggi anch’essi non dati come favoriti al titolo malgrado un cartellino pesante visti gli ultimi risultati. Potrebbero essere loro le vere sorprese della post season con delle zampate piazzate al momento perfetto per ribaltare la griglia playoff e mettere qualche altro big all’angolo.

Da notare che anche in questa edizione i playoff per il titolo piloti siano diversi dall’owners championship. A scatenare tutto questo l’infortunio (e la squalifica per una corsa) di Chase Elliott che ha fatto saltare al campione 2020 ben sette gare. Questo, unito all’assenza di vittorie, ha costretto Chase alla DNQ, tuttavia i suoi sostituti (soprattutto Josh Berry ma anche Jordan Taylor ad Austin) hanno conquistato punti a sufficienza per superare la #23 di Bubba Wallace nella classifica per team e dunque la #9 è stata la 16esima e ultima qualificata per l’owners championship partendo da quota 2001 punti (l’unico bonus è la stage vinta da Elliott a Talladega) mentre il resto della classifica è immutato. Chase, dunque, ha ancora un obiettivo da raggiungere per regalare al suo team ulteriori bonus economici.

In palio, ovviamente, anche il titolo costruttori, l’unico che non fa playoff e invece somma il risultato della migliore auto (all’antica senza stage point) per ciascuna marca, tuttavia la Chevrolet pare in fuga su Ford e Toyota (nell’ordine sono a quota 960, 894 e 892 punti). Formalmente aperto (con 600 punti ancora in palio) il titolo di rookie dell’anno, tuttavia dopo la sospensione di Noah Gragson il premio andrà certamente a Ty Gibbs, il quale ha mancato i playoff per poche decine di punti.

Interessante fra i charter anche la battaglia per non finire agli ultimi tre posti con Rick Ware Racing e Live Fast Motorsports osservati speciali dagli altri team e dalla NASCAR stessa per una possibile franchigia che nell’inverno potrebbe essere riassegnata al miglior offerente. Playoff e mercato, l’autunno di fuoco sta per iniziare.

Il programma del weekend a Darlington

Sabato 2 settembre:

16:35 Prove Libere Xfinity Series

17:05 Qualifiche Xfinity Series

18:35 Prove Libere Cup Series

19:20 Qualifiche Cup Series

21:30 Gara Xfinity Series

Domenica 3 settembre:

24:00 Gara Cup Series (diretta su Mola con il commento di Daniele La Spina e Matteo Senatore)


Immagini: Media NASCAR

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