Tutti alla caccia di Kyle Larson, già in fuga nella griglia playoff. Ma i suoi compagni di squadra ed un Ryan Blaney lanciato da due vittorie consecutive puntano tutto sul reset in vista di Phoenix
Come da tradizione sono servite 26 gare per selezionare i 16 piloti che nei playoff si contenderanno il titolo 2021 della Nascar Cup Series. Inutile negare che il favorito a succedere a Chase Elliott nell’albo d’oro sia un altro pilota dell’Hendrick Motorsports ed è Kyle Larson che appena un anno fa era a piedi dopo il famigerato caso live su Twitch ormai lontano un anno e mezzo e pressoché dimenticato. Ovviamente il pilota della #5 non ha il titolo già in tasca e nemmeno un biglietto automatico per Phoenix dove verrà assegnata la “Bill France Cup”. Agli altri 15 tocca da questo weekend l’arduo compito di fermare un Larson che sembra lanciato in questo 2021.
I 16 piloti
Rispetto all’edizione 2020 dei playoff si sono confermati appena 12 dei 16 piloti. Mancano all’appello Austin Dillon, primo degli eliminati per appena 30 punti dal compagno di squadra Reddick, Cole Custer, incapace di vincere e appena 28° in una annata disastrosa per lo Stewart-Haas Racing, Clint Bowyer, ritiratosi dall’attività ed ora telecronista per la FOX, ed infine Matt DiBenedetto, protagonista di un annata storta ed ora 18° in generale. Al loro posto si sono inseriti il citato Tyler Reddick, Christopher Bell, Michael McDowell ed ovviamente Kyle Larson che nel 2020 non completò la stagione in quanto licenziato in tronco dal Chip Ganassi Racing.
Per quanto riguarda i costruttori ed i team, la Chevrolet domina la scena meno di quanto sembri avendo portato ai playoff sì soltanto sei piloti, ma questi hanno conquistato 12 delle 26 gare; a queste si potrebbe anche aggiungere il successo del Kaulig Racing con Allmendinger ad Indianapolis, ma AJ non è iscritto alla Cup Series e dunque per questo e anche per non aver disputato tutte le gare non è stato ammesso ai playoff. Per il costruttore del farfallino sono presenti tutto l’Hendrick Motorsports (Larson, Elliott, Bowman e Byron), un pilota del Chip Ganassi Racing (Kurt Busch) ed uno del Richard Childress Racing (Reddick).
Anche la Ford ha portato sei piloti ai playoff, ovvero l’intero Team Penske (Blaney, Logano e Keselowski), due rappresentanti dello Stewart-Haas Racing (Almirola ed Harvick) ed uno del Front Row Motorsports (McDowell), tuttavia il loro totale arriva a “sole” sette vittorie. Chiude i ranghi la Toyota con i suoi quattro piloti provenienti tutti dal Joe Gibbs Racing (Truex, Kyle Busch, Hamlin e Bell) che hanno portato al costruttore giapponese sei successi.
Di seguito verranno presentati uno per uno i piloti qualificati in ordine di classifica dopo il reset del punteggio.
Kyle Larson (2052)
Il dominio di Kyle Larson nel 2021 non si rispecchia nei 52 playoff point conquistati finora (infatti Harvick l’anno scorso ne aveva ben 57, tutti inutili dopo Martinsville quando venne clamorosamente eliminato), bensì nel vantaggio sul secondo nella griglia playoff. Infatti, i 28 punti di margine sulla coppia composta da Blaney e Truex sono un record per il format dei playoff introdotto dalla Nascar nel 2017. Si può dunque dire che Larson abbia una gara jolly da giocarsi in ogni Round, ma la lezione del 2020 ci dice che questa carta è unica e in caso di due corse sbagliate chiunque può essere eliminato.
Che Larson avrebbe fatto cose straordinarie malgrado la ruggine di quasi una stagione intera lontano dalla Cup Series lo si è capito subito a Daytona, quando ha buttato con un lungo una possibile vittoria sul Road Course. Il successo poi è arrivato due weekend più tardi a Las Vegas. Poi la primavera è stata di assestamento ed infine è arrivata la sberla (ovviamente metaforica) di inizio giugno con tre vittorie consecutive (e 21 playoff point portati a casa sui 22 disponibili) e la quarta mancata solo per la foratura di Pocono all’ultima curva.
L’ultimo obiettivo per il team #5 era la conquista della regular season, visto che Hamlin ad inizio anno aveva accumulato un buon margine puntando tutto sulle top5. L’inseguimento è stato più lento del previsto, ma alla fine è stato decisivo l’incidente di Hamlin ad Indianapolis, dove ha perso almeno 20 punti con un margine a separare i duellanti dopo Daytona di 18 lunghezze. Lo swing di 10 playoff point a favore di Kyle lo ha lanciato in cima alla classifica. Ora a Larson non dovranno venire le vertigini e dimostrare – finalmente – di essere veramente il pilota da titolo che tutti si aspettavano da anni.
Ryan Blaney (2024)
Per la prima volta nell’ultimo decennio il pilota di punta all’arrivo dei playoff in casa Penske non si chiama Brad Keselowski, che lascerà la scuderia a fine anno, né Joey Logano. Anche in questo caso si potrebbe dire “finalmente” dato che da anni si aspettava da definitiva esplosione di Ryan Blaney. Al quarto anno sulla #12 infatti il figlio d’arte non aveva mai vinto più di una singola gara per stagione, non entrando proprio per questo nella lotta per titolo e venendo eliminato dai playoff quasi subito. Ora invece Blaney arriva a questo punto della stagione con addirittura tre successi all’attivo.
Il 2021 di Ryan sembrava il solito, infatti dopo il successo di Atlanta, fregando Larson nel finale, la stagione di Blaney sembrava tornata quella solita, poi invece da Pocono in poi è diventato il pilota più in forma di tutta la Cup Series, meglio ancora dello stesso Larson. Questa striscia positiva è stata coronata con due successi consecutivi, prima quello più inaspettato in Michigan e poi quello più pronosticabile di Daytona. Ora però per Blaney ci sono gli scogli più alti, ovvero gli short track dove si passerà per ogni Round; anche su questo terreno dovrà fare il salto di qualità visto in questa stagione.
Martin Truex Jr. (2024)
Pur essendo a parità di successi e di playoff point, le stagioni di Blaney e Martin Truex Jr. sono esattamente speculari, infatti il pilota del Joe Gibbs Racing è entrato in forma fin da subito con tre vittorie in poco più di due mesi. Molto significativo è il primo di questi, ovvero quello ottenuto a Phoenix battendo Logano all’ultima ripartenza, dunque in caso di qualificazione della #19 alla gara decisiva allora bisognerà tenere molto in considerazione anche Truex per il titolo.
Dopo Phoenix sono arrivate le vittorie di Martinsville e quella dominante di Darlington, due tappe che sono cruciali anche in questi playoff e dunque Martin ha dei punti saldi su cui puntare. Quella che appare incerta è l’inerzia con cui Truex arriva ai playoff, infatti nelle ultime 14 gare sono arrivate soltanto tre top5 (tre terzi posti), dunque è necessario un cambio di passo in tempi rapidi, altrimenti gli avversari diretti porteranno a casa tanti playoff point che al “Round of 8” potrebbero tornare utili nell’arena di Martinsville al momento dell’ultima selezione.
Kyle Busch (2022)
Il Kyle Busch degli ultimi anni si più dire che è diventato più closer del Closer per eccezione, ovvero Kevin Harvick. Infatti, pur non avendo più la quantità di successi degli anni scorsi, gli avversari si ritrovano Rowdy a gare alterne nella top5 in rimonta senza che nessuno se ne accorga; e quando questo avviene, per tutti gli altri è troppo tardi. Numerose sono le top5 di Kyle Busch, ottenute soprattutto dopo la prima vittoria stagionale in Kansas che ha dato il via al suo recupero in classifica arrivato fino alla quarta posizione nella griglia playoff.
Quella che però rimane nella mente di tutti è il simbolo di questo nuovo Kyle Busch, almeno in Cup Series, ovvero la seconda gara di Pocono. Rallentato da un problema, in questo caso la leva del cambio bloccata in quarta, Rowdy ha mutato lo svantaggio in un vantaggio andando a vincere una corsa fuel mileage. Quindi occhio a Kyle in questi playoff, perché mentre gli altri potrebbero andare in crisi di fronte alle difficoltà, Busch invece diventa più forte in questi casi. Inoltre ha già due titoli all’attivo, un terzo sarebbe storico.
Chase Elliott (2021)
La stagione del campione in carica Chase Elliott sicuramente non è stata all’altezza delle aspettative, infatti a lungo in primavera è stato l’ultimo dei quattro piloti dell’Hendrick Motorposrts nella griglia playoff dietro a Larson, Bowman e Byron. Inoltre, in una stagione con ben sette stradali in calendario ci si aspettava ben più di sue successi (Austin sotto la pioggia e Road America), tuttavia bisogna andare più in profondo per capire meglio il 2021 di Elliott.
Chase, infatti, è il pilota di punta che è stato più penalizzato nei controlli tecnici pre-gara (e a Nashville è stato squalificato dopo la corsa) dovendo spesso partire dal fondo della griglia. In tal modo ha perso molti punti e playoff point derivanti dalle prime stage. Inoltre, Chase è sempre stato un pilota che è entrato in forma nei playoff e nella regular season si è limitato a ottenere quanto possibile senza esagerare. 21 playoff point sono più che sufficienti per difendere con successo il titolo, anzi ne ha uno in più della campagna vincente del 2020, quindi occhio a Chase che può già superare il numero di campionati vinti da papà Bill.
Alex Bowman (2015)
Per Alex Bowman si può applicare lo stesso ragionamento di Truex, infatti il pilota della #48 ha vinto di rapina tre gare, a Richmond, quando beffò alla ripartenza Hamlin e Logano, poi a Dover, quando Larson dominò le prime due stage e poi venne fregato all’ultima sosta, ed infine a Pocono, quando era al posto giusto al momento giusto alla foratura dello stesso Larson all’ultima curva. Tre vittorie, 15 playoff point e poi cosa si può enfatizzare della stagione di Bowman?
Ben poco onestamente, infatti non ha vinto alcuna stage e delle prestazioni altalenanti lo hanno escluso addirittura dalla top10 in classifica generale che assegnava punti bonus. Occorre una sveglia rapida ed efficace per Alex ed il suo team, infatti con la tendenza delle ultime settimane, anche quando il Team Hendrick dominava sembrava essere spesso un passo indietro rispetto ai compagni di squadra si fa ben poca strada nei playoff. La zona rischio, magari non immediatamente ma per una mancata qualificazione al “Round of 8” invece sì, infatti è pochissimi punti dietro di lui.
Denny Hamlin (2015)
Analizzando la classifica generale, si direbbe che Denny Hamlin è stato finora il miglior pilota del 2021 alla pari di Kyle Larson, il tutto sulla scia di un 2020 in cui aveva ottenuto risultati di notevole livello, senza tuttavia – ancora una volta – arrivare al trofeo più ambito. Invece, per qualificarsi ai playoff Hamlin ha dovuto sudare, in quanto le ben 13 top5 in 26 gare fanno il paio con le zero vittorie. Sì, proprio zero.
La striscia negativa di Hamlin ha quasi fatto scomodare un punto nascosto del regolamento (il vincitore della regular season accede in ogni caso ai playoff), soprattutto con la rimonta – poi completata – di Kyle Larson nei suoi confronti, anche per colpa dell’incidente causato da Chase Briscoe ad Indianapolis che gli ha fatto perdere probabilmente la chance più ghiotta di un successo insieme a Richmond. Proprio a Richmond è terminata la fase straordinaria di Denny ed iniziata la regressione alla media.
La sconfitta nella regular season e l’assenza di vittorie lo fa iniziare i playoff con appena 15 playoff point grazie alle cinque stage vinte. Un altro dato preoccupante è che tre di queste sono arrivate nelle prime due gare stagionali e le altre due a Richmond, dunque Hamlin non ottiene punti sul campo da addirittura 17 gare. Non è sicuramente una crisi alla Bowman, ma Denny deve sicuramente prendere di nuovo confidenza con la victory lane, altrimenti dal “Round of 8” potrebbe iniziare l’affanno ad ogni reset del punteggio.
William Byron (2014)
In pochi lo hanno sottolineato, ma la stagione di William Byron è stata straordinaria. Malgrado la perdita di Chad Knaus come crew chief, passato a ruoli di vertice al Team Hendrick, il giovane della #24 ha rischiato di chiudere addirittura al terzo posto la regular season prima di venire coinvolto negli incidenti di Daytona sabato notte. Tuttavia, la vittoria di Homestead che ha dato il via alla più lunga striscia di top10 nella squadra dai tempi di Jeff Gordon oltre 20 anni fa ha fatto alzare le antenne a molti nell’ambiente, anche perché un progresso così evidente nelle sue prestazioni non era atteso nel breve termine, specialmente se si pensa al livello dei compagni di squadra.
Ora Byron avrà la prima grande chance di farsi notare nei playoff. Sarà dura lottare nella vasca degli squali, tuttavia il suo stile di guida pulito potrebbe tornargli utile in caso di guai che riguardino altri piloti, anche per il risvegliarsi di antiche rivalità. 14 playoff point forse non sono tanti per partire, ma con buoni e consistenti piazzamenti al traguardo si può anche andare lontano.
Joey Logano (2013)
Così come Byron, anche Logano a lungo ha puntato alla terza posizione nella regular season, invece dopo un agosto disastroso (tamponato da Keselowski al Glen, ko sul cordolo distrutto di Indy, incidente in Michigan e foratura a Daytona) è sceso fino all’ottavo posto perdendo una manciata di playoff point per la quale potrebbe avere rimpianti dopo Martinsville. Dunque Joey inizia i playoff con appena 13 punti bonus, da ultimo del secondo gruppo inseguitore e il primo dei piloti che tecnicamente deve inseguire se vuole ottenere un posto al “Round of 8” essendo il nono nella griglia playoff.
La stagione di Logano si può definire come tradizionale, infatti è arrivata la solita vittoria primaverile seguita da una buona fase fino all’inizio dell’estate e poi un calo nelle ultime gare prima dell’inizio dei playoff in cui di solito si presenta di nuovo in forma. Certo, nessuno si sarebbe aspettato che il successo sarebbe arrivato sullo sterrato di Bristol, terreno di cui non è esperto, però la forza di Joey sono gli short track dove potrà giocarsi le carte buone. L’ultima cosa da battere sarà la cabala, dato che negli anni dispari non è mai arrivato al gran finale.
Brad Keselowski (2008)
La stagione di Keselowski di sicuro non è stata positiva come Brad se la aspettava. Dopo un buon inizio culminato con la vittoria consueta a Talladega, infatti, il pilota della #2 si è andato progressivamente spegnendo. Questo di per sé non sarebbe un problema, infatti il compagno di squadra Logano, pur limitando meglio i danni fin quando non sono arrivati fattori esterni, ha fatto lo stesso. Tuttavia, l’estate di Brad è stata decisamente al di sotto dei suoi standard.
Esattamente come Truex, dopo l’ultimo successo Keselowski ha raccolto appena tre top5 (anch’egli sempre tre terzi posti) in 16 gare sviluppando anche un rapporto quasi d’odio per i numerosi circuiti stradali dove si è corso e dove incredibilmente Brad ha disputato delle prove disastrose. A questo punto sembra sorprendente dire che la stagione di Keselowski si potrebbe già decidere sul Roval di Charlotte. Una prestazione in linea con le precedenti, in mancanza di un altro successo a Talladega, potrebbe costargli l’eliminazione.
Kurt Busch (2008)
La consueta unica (per ora) vittoria stagionale di Kurt Busch è arrivata anche quest’anno. La pallina della roulette dei trofei del maggiore dei fratelli si è fermata su Atlanta al termine di un giro durato 11 anni nei quali ha ottenuto 12 successi in 12 piste diverse. La vittoria, nella quale ha battuto sul traguardo proprio il fratello Kyle, è giunta al culmine di due mesi di rilancio del Team Ganassi, un fatto che a fine maggio sembrava inimmaginabile.
Kurt Busch aveva lasciato infatti Charlotte col motore rotto (esattamente come quello del compagno di squadra Chastain) e in 19esima posizione in classifica. Da allora è arrivata una ripresa incredibile che l’ha portato prima a rientrare nella top16 (14°) e poi in appena sei gare alla victory lane che gli è valsa la qualificazione ancora una volta ai playoff. Un veterano come Kurt, sull’onda di questo rilancio, potrebbe regalare le ultime soddisfazioni a Chip Ganassi prima della chiusura del settore Nascar.
Christopher Bell (2005)
Mentre tutti guardavano allo sterrato di Bristol per una sua eventuale vittoria (anche per Larson e Briscoe si ragionava così), Christopher Bell ha preferito anticipare tutti prendendosi il successo sul Road Course di Daytona alla seconda gara stagionale superando Logano nei giri finali. Con la mente tranquilla, poi Bell ha proseguito la stagione al meglio fino alla primavera, mettendo da parte punti preziosi.
La prima parte dell’estate ha visto una naturale flessione, poi però Christopher ha reagito al meglio ottenendo due secondi posti a Road America (altro stradale) ed in New Hampshire. Purtroppo non ha vinto nessuna stage, dunque i cinque punti bonus di Daytona sono rimasti tali anche ora, dunque dovrà lottare fin da subito per non essere eliminato dopo il primo Round. Potrebbe farcela in caso di tre gare positive, ma non dovrà, né potrà, commettere errori.
Michael McDowell (2005)
La sorpresa di questi playoff per molti potrebbe essere Michael McDowell, tuttavia riducendo la stagione del pilota della #34 a solo questo si farebbe un torto. McDowell, infatti, ha disputato a 36 anni la stagione migliore della carriera e, dopo il trionfo alla Daytona 500 che vale una carriera, a lungo è stato nella top16 anche solo in base ai punti ottenuti, quindi in ogni caso virtualmente qualificato per i playoff.
Dopo la gara di debutto, Michael è arrivato ottavo sul Road Course, poi sesto a Homestead, terzo a Talladega e settimo ad Austin. Nell’estate è arrivato un fisiologico calo, senza tuttavia mai crollare, fino ad uscire per poco dalla top20 in classifica generale. La qualificazione per il “Round of 12” sembra impossibile, anche perché Talladega arriva dopo il primo taglio, però in ogni caso McDowell uscirà dai playoff a testa alta non senza lottare per ogni punto.
Aric Almirola (2005)
La vera sorpresa di questi playoff è infatti Aric Almirola, qualificatosi grazie alla vittoria in New Hampshire quando era 28° in classifica generale. E a fare ancora più impressione è che quella del pilota della #10 è l’unica vittoria di tutto lo Stewart-Haas Racing nel 2021. Il team di Tony e Gene è affondato soprattutto sugli speedway con il pacchetto ad alto carico aerodinamico di inizio stagione e questo ha avuto un “effetto palla di neve” sulla stagione dei quattro piloti.
I brutti risultati iniziali, infatti, hanno portato a brutte posizioni di partenza a causa dell’algoritmo, posizioni dalle quali i piloti hanno faticato a rimontare causando altre griglie di partenza in cui erano più vicini al fondo che alla vetta e così via. Il coniglio dal cilindro lo ha pescato Almirola, tuttavia il team è ancora in salita e fatica tanto. Per fortuna sua (e di Harvick) l’algoritmo ora li metterà ad ogni gara del primo Round nella top16, altrimenti la sua eliminazione immediata sarebbe stata matematica.
Tyler Reddick (2003)
Le vittorie di McDowell, Bell, Kurt Busch ed Almirola hanno fatto salire di gara in gara la pressione sul Richard Childress Racing, al punto che al gran finale di regular season a Daytona la lotta per l’ultimo posto disponibile era ristretta fra i compagni di squadra Tyler Reddick ed Austin Dillon ed un eventuale nuovo vincitore. Alla fine a prevalere, con merito, è stato il giovane bicampione della Xfinity Series grazie al successo di Blaney ed ai 30 punti di margine su Dillon che comunque era 13° in classifica generale, scavalcato per i playoff appunto da Kurt, Christopher, Aric e Michael.
Per Reddick la stagione era iniziata tutt’altro che positivamente (in pratica cinque ko ed il secondo posto di Miami nelle prime sei gare dopo le quali era 28° in graduatoria), poi però Tyler non si è perso d’animo ed ha infilato una incredibile striscia di 17 top20 consecutive che l’hanno rilanciato in campionato fino al duello punto a punto con Dillon. Nella caccia ad ogni punticino ha conquistato anche tre stage per altrettanti playoff point; magari non saranno abbastanza per passare il primo turno, tuttavia Reddick potrebbe essere la rivelazione di questo finale di stagione.
Kevin Harvick (2002)
Esattamente 12 mesi fa Kevin Harvick iniziava i playoff da favorito per il titolo (insieme ad Hamlin) guardando tutti dall’alto con addirittura 57 playoff point – record – incamerati nelle prime 26 gare. Ora il pilota dello Stewart-Haas Racing arriva ai playoff da ultimo nella griglia dopo il reset con appena due punti bonus frutto di zero vittorie, zero stage conquistate ed un nono posto in classifica generale ottenuto più che altro grazie alle appena quattro corse terminate fuori dalla top20.
Cosa potrà fare Harvick in questi playoff è un bell’enigma. La previsione, tuttavia, sembra più rosea del previsto: l’algoritmo, finché Kevin sarà in corsa per il titolo, lo metterà in griglia nelle prime file, poi nelle ultime dieci corse della stagione ci saranno solo tre appuntamenti con il famigerato pacchetto ad alto carico e pochi cavalli (Las Vegas, Texas e Kansas). Dunque il pilota della #4 potrà sfruttare talento ed esperienza sugli short track in una difficile rincorsa alle prime posizioni.
Cosa può succedere
Il calendario dei playoff 2021 è sostanzialmente invariato rispetto allo scorso anno, l’unico cambiamento è lo scambio nel “Round of 8” fra le tappe in Kansas ed in Texas, due “cookie cutter” esattamente da 1.5 miglia (in teoria almeno, in pratica l’ovale di Fort Worth dopo il rifacimento è leggermente più corto) che non cambiano in pratica l’andamento delle ultime 10 gare della stagione. Le gare che rappresenteranno, dunque, i momenti di selezione dei 16 piloti resteranno le cruciali e attesissime Bristol, Roval di Charlotte e Martinsville.
Almeno sei le tappe da cerchiare in rosso sul calendario nell’arco di due mesi e due giorni di playoff, dal banking asimmetrico di Darlington, dove ci sarà l’incognita della parziale riasfaltatura in curva2, fino al gran finale di Phoenix dove ci sarà l’epilogo per la seconda stagione consecutiva. Nel mezzo da guardare assolutamente ci saranno anche le citate Bristol, Charlotte e Martinsville oltre a Talladega dove i piloti rivedranno letteralmente la luce dopo quattro (cinque includendo quella appena disputata a Daytona) gare in notturna. Da non sottovalutare anche Richmond dove, in caso di assetto sbagliato al via, si può finire nei guai.
Rimanendo in tema, si potrà finire nei guai perché anche in questi playoff non ci saranno né prove libere, né qualifiche bensì soltanto la gara e la griglia di partenza sarà stilata in base all’algoritmo che peserà per il 50% il piazzamento nella gara precedente (diviso in 25% fra il risultato della vettura e 25% per quello del pilota, ma per i top team questi due valori coincidono), per il 35% il piazzamento in classifica generale e per il 15% il piazzamento nella classifica dei giri più veloci nella corsa precedente. Inoltre, i 16 (o 12-8 a seconda del Round) piloti ancora in corsa per il titolo saranno messi in griglia sempre davanti a tutti gli altri.
L’unica occasione in cui ci sarà un “normale” weekend di gara sarà il gran finale di Phoenix dove a disposizione dei piloti ci sarà a meno di variazioni dell’ultimo minuto una sessione di libere da 50′, le qualifiche e poi la gara. Tutto questo in attesa di capire quale sarà la normalità del 2022 quando debutterà la vettura Next Gen e sarà necessario un periodo di ambientamento che vada oltre ai test che si disputeranno in questi mesi.
Anche il regolamento sportivo non è invariato, dunque i playoff point acquisiti finora verranno riaggiunti al punteggio di ogni pilota dopo il reset di ogni Round, anzi in ciascuna delle tre gare del Round potranno essere accumulati ulteriori punti bonus. Quindi, a titolo di esempio, in caso di qualificazione al “Round of 12” Kyle Larson inizierà il secondo blocco dei playoff con almeno 3052 punti all’attivo e al “Round of 8” con almeno 4052. Poi a Phoenix, come da tradizione, i quattro piloti partiranno alla pari e per loro conterà solo il piazzamento alla bandiera a scacchi.
L’esempio è stato fatto con Kyle Larson perché ad oggi pare l’unico che, a meno di clamorosi colpi di scena, ha un piede già almeno al “Round of 8”. Più di questo non si può dire, infatti mentre tutti l’anno scorso davano Harvick matematicamente qualificato per Phoenix prima ancora dei playoff, poi Kevin finì ko in due gare su tre e dovette salutare il gran finale da primo degli eliminati.
Dietro a Larson la lotta si preannuncia molto intensa. I suoi compagni di squadra all’Hendrick Motorsports, soprattutto il campione in carica Elliott e Byron, venderanno cara la pelle in quello che potrebbe essere un trionfo per il team. A cercare di batterli ci saranno sicuramente Denny Hamlin, Kyle Busch e Martin Truex Jr. Tuttavia, per il primo urge una vittoria di peso, altrimenti la rincorsa a Phoenix potrebbe diventare affannosa in assenza di playoff point accumulati ed eventualmente recuperati su Larson. Kyle Busch metterà sul campo l’esperienza, mentre Truex deve tornare quello di inizio stagione e le prime due gare saranno cruciali per capire il suo stato di forma.
A sorpresa nel Team Penske il pilota candidato ad andare più avanti non è uno dei veterani Logano e Keselowski, bensì il giovane Blaney, addirittura il pilota più in forma di tutta la Cup Series. Tuttavia, se Joey potrà gestire ogni Round e piazzare un potenziale colpo da quarto intruso a Phoenix, per gli altri due i playoff avranno degli snodi fondamentali. Ryan dovrà superare lo scoglio Richmond, dove è sempre andato male, e per Brad invece il Roval, visti i disastri sugli stradali nel 2021. Poi per tutti e tre a Talladega ci sarà la chance di fare bottino grosso oppure di chiudere in un big one la stagione competitiva.
Per tutti gli altri la lotta sarà per accedere prima al “Round of 12” (e già per McDowell e Almirola questa sarebbe un’impresa) e soprattutto al “Round of 8” potrebbe diventare molto intensa. Ogni passo falso dei piloti davanti che al momento hanno circa 20 playoff point all’attivo potrebbe stravolgere la classifica generale e regalare qualche sorpresa da copertina. Sarà una battaglia ad inseguimento nel tentativo di scalzare sempre un pilota che sta più sopra in classifica. E chissà se questa battaglia sarà talmente frenetica da far cadere giù dalla torre alla fine il favorito Kyle Larson.
Il programma del weekend a Darlington
Sabato 4 settembre:
21:30 Gara Xfinity Series
Domenica 5 settembre:
19:30 Gara Truck Series
24:00 Gara Cup Series
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