NASCAR | Anteprima Cup Series 2023

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Tempo di lettura: 20 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
4 Febbraio 2023 - 14:00
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Dopo lo straordinario debutto in NASCAR dello scorso anno, la Next Gen vivrà il primo esame di maturità. Chi sarà in grado di migliorare di più la vettura potrà attaccare il titolo conquistato da Joey Logano lo scorso novembre a Phoenix? Occhi puntati anche su Kyle Busch, Tyler Reddick e Kevin Harvick, giunto all’ultima stagione prima del ritiro


Tre mesi di pausa invernale volati via ed ora si torna ad accendere i motori. La stagione 2023 della NASCAR Cup Series prende il via questo weekend per il secondo anno di fila al LA Coliseum di Los Angeles per il Busch Clash, la tradizionale gara ad esibizione giunta alla sua 45esima edizione. Il titolo vinto da Joey Logano viene dunque rimesso in palio ed i pretendenti al trono sono moltissimi. Probabilmente, però, saranno meno dei 19+1 vincitori diversi di una gara nel 2022 in quanto i team, malgrado qualche modifica tecnica, avranno compreso meglio la vettura Next Gen e quindi le differenze potrebbero iniziare a vedersi.

I piloti ed i team

Il mercato invernale è stato prevalentemente estivo in questa sessione. La vicenda di Kyle Busch e del suo contratto in scadenza con il Joe Gibbs Racing hanno tenuto banco per primavera ed estate fino all’epilogo a sorpresa col passaggio al Richard Childress Racing. Il domino creatosi è stato involontariamente favorito dall’incidente di Kurt Busch a Pocono che ha portato il fratello di Kyle all’annuncio di un relativamente prematuro ritiro dall’attività (ad oggi non ha ancora l’ok dei medici per tornare) e alla cessione del sedile a Tyler Reddick con un anno di anticipo.

Per il resto il mercato non ha vissuto grossi scossoni e c’è stato solo qualche avvicendamento, dunque passiamo ad analizzare la lineup della NASCAR Cup Series 2023.

Ford

Partendo dalla squadra campione in carica, il Team Penske ha riconfermato il trio composto da Joey Logano, Ryan Blaney ed Austin Cindric. Questa formazione è destinata a durare a lungo dopo i due rinnovi pluriennali per i veterani ed il giovane che praticamente ha il posto garantito a vita.

La costanza di rendimento (con lievi alti e bassi inevitabili) e la fiducia reciproca nella squadra sono la base per i risultati di Penske che ha chiuso un’annata – usando un ossimoro – “sufficientemente perfetta” dato che ha conquistato tutti gli avvenimenti fondamentali della NASCAR Cup Series (in ordine cronologico Busch Clash, Daytona 500, All-Star Race e campionato), ma poi poco altro (Logano altre tre corse, gli altri zero) in una stagione molto equilibrata.

Difficile dire se Penske nel 2023 farà meglio o peggio, c’è da sperare nel ritorno alla vittoria di Blaney e nel fatto che Cindric non soffra il cosiddetto sophomore slump tipico degli sport americani, ovvero la piccola crisi del secondo anno se confrontata ad un buon anno da rookie.

Rimanendo in casa Ford, si passa al team che forse sarà il più osservato in tutto il 2023: lo Stewart-Haas Racing. In questa stagione si chiuderà la seconda era della scuderia, la prima era stata quella del fondatore, la seconda quella di Kevin Harvick che a fine anno si ritirerà. Il team viene da un paio di anni di difficoltà in cui la strada si è persa così come i risultati. E le difficoltà fuori dalla pista forse hanno avuto delle ripercussioni.

Un Harvick che era indeciso su quanto andare avanti con la Next Gen, un Almirola che aveva annunciato il ritiro poi ritrattato, un Custer in crisi con la Gen 6 e poi anche con la Gen 7, un Herbst in Xfinity che non è ancora materiale da Cup Series (anche se debutterà con la #15 a Daytona) hanno creato parecchi grattacapi a Tony Stewart e Gene Haas. In tutto questo l’unica luce è stata Chase Briscoe che infatti ha ricevuto un contratto pluriennale, quasi a vita.

Con Harvick ed Almirola confermati per il 2023 (ed Aric chissà se tornerà nel 2024), il mercato sembra essere la grossa preoccupazione per il futuro ancor prima di ritrovare la forma. Il primo atto è stato già deciso: nella seconda lotta fra Stewart ed Haas stavolta ha vinto Tony: Custer è stato retrocesso e Ryan Preece è stato promosso sulla #41 per una nuova chance a tempo pieno, la seconda dopo il triennio con il JTG-Daugherty che i suoi fan più accaniti – forse apposta – non vogliono ricordare per parlare soltanto della favola del pilota che non ha mai avuto la vera occasione nella vita.

Rimandato a settembre, anzi a febbraio, il RFK Racing. Dopo i test di un anno fa sembrava il principale team fra gli outsider, l’inizio di stagione di Keselowski e Buescher invece fu deludente. Brad è rimasto fuori dal giro per tutta la stagione, Chris invece è rinato troppo tardi e la vittoria di Bristol sicuramente ha dato morale a tutta la squadra. Ora c’è da capire se il team proseguirà la crescita oppure si assesterà rimanendo praticamente sulle prestazioni degli scorsi anni.

Confermati anche i piloti del Front Row Motorsports: Michael McDowell, reduce probabilmente dalla stagione migliore in carriera, è ormai il veterano che garantisce risultati e pochi incidenti, Todd Gilliland a sorpresa non è diventato un altro rookie mangiato dalla #38 in appena un anno dopo le esperienze di Tifft, Alfredo e Nemechek. Il problema per Todd è che praticamente il suo probabile sostituto, Zane Smith (campione con lo stesso FRM nei Truck), nel 2024 debutterà al suo fianco su una terza vettura per qualche gara a partire dalla Daytona 500.

Chiudendo il discorso Ford, detto che all’orizzonte non c’è un ritorno di Red Bull, per Harrison Burton al Wood Brothers Racing c’è bisogno di una crescita rapida ed efficace dopo una prima stagione leggermente sotto alla sufficienza dovuta anche ad una promozione in Cup Series affrettata dopo l’affaire DiBenedetto. La fiducia della squadra sembra esserci, la mancanza di uno junior team Ford di livello pure.

In coda, praticamente in tutti i sensi, il Rick Ware Racing, una delle due squadre che per il mercato non ha annunciato ancora nulla per il 2023. Cody Ware, il figlio del titolare, dovrebbe correre ancora una volta tutta la stagione sulla #51, una varietà di piloti si alternerà sulla #15 a partire, come detto, da Riley Herbst a Daytona. La novità per loro è il cambio di alleanza tecnica da SHR a RFK.

Chevrolet

Passando alla casa del farfallino, Hendrick Motorsports ha confermato il suo quartetto di livello assoluto anche se il 2022 di Larson, Elliott, Byron e Bowman è stato al di sotto delle aspettative. Kyle non ha ripetuto la stagione del titolo e non ci si è avvicinato nemmeno lontanamente, Chase ha vissuto un mese da leone e poi al momento decisivo, quello dei playoff, ha quasi disertato la top5, William si è spento proprio quando doveva esplodere, ovvero dopo la toccata subita da Logano a Darlington, infine Alex ha vissuto un’annata di transizione culminata troppo presto nella consueta vittoria di rapina. Il potenziale per ripetere il 2020-21 c’è, ma prima serve convincere.

Richard Childress Racing sarà la squadra più osservata di inizio stagione: sulla breccia di una nuova rinascita dopo anni di oblio, ora punta tutto sul veterano Kyle Busch per tornare ai vertici della categoria dopo 20 anni. Rowdy dovrà adattarsi ad un nuovo team e ad una nuova vettura. Il talento sicuramente c’è, quello che gli mancherà forse è il tempo per poter fare tutto questo visto che a maggio compirà 38 anni. A lui anche l’arduo compito di trascinare in questa avventura verso l’alto anche Austin Dillon.

Alla pari di RCR, se non davanti visti gli ultimi risultati, c’è sicuramente Trackhouse Racing con i confermati Ross Chastain e Daniel Suárez. Per il team c’è da consolidare e ripetere il boom del 2022 di cui l’ “Hail Melon” di Martinsville è stato solo l’apice che era stato preceduto da due secondi posti di Chastain in apertura del Round of 8 a cui Suárez non si era qualificato solamente per la rottura del servosterzo al Roval. Ross sarà la pedina calda del prossimo mercato, ma Justin Marks farà di tutto per tenersi entrambi i piloti.

A seguire in griglia ci dovrebbe essere il Petty GMS Motorsports, anzi Legacy Motor Club come si deve chiamare ora dopo l’ingresso in società ed in pista del rientrante Jimmie Johnson. Confermato Erik Jones sulla storica #43 dopo la vittoria di Darlington, sulla #42 è stato promosso uno dei giovani più interessanti provenienti dalla Xfinity Series, ovvero Noah Gragson, il cui desiderio probabilmente è quello di fare una buona stagione di debutto per trasformare nel 2024 il #42 in un #48.

A loro si affiancherà per qualche gara sulla #84 (un #48 ribaltato) Jimmie Johnson che dopo due stagioni in IndyCar ora torna in NASCAR. La domanda vera probabilmente è “perché?”. Perché Jimmie a 47 anni dopo tre stagioni deludenti in Cup Series, una difficile di debutto sugli stradali in IndyCar ed un’altra convincente solo sugli ovali vuole rimettersi in gioco in NASCAR nel 2023 quando l’ultima sua vittoria è datata 2017? Perché rovinare tutto così? E così il prossimo anno, molto probabilmente, ad entrare nella Hall of Fame ci andrà solo Chad Knaus e non pure Johnson insieme a lui.

Fari puntati nell’ombra sul Kaulig Racing. Confermatissimo Justin Haley che sottotraccia ha completato una stagione decisamente positiva ed in crescita, sulla #16 ci sarà nel 2023 soltanto un pilota, quell’AJ Allmendinger che dopo il 2018 non voleva più fare una stagione a tempo pieno in NASCAR e che poi invece è rinato in Xfinity Series proprio con il team di Matt Kaulig. AJ sarà la mina vagante nella regular season, ad ogni stradale potrebbe rubare posti ai playoff ai big.

In chiusura ci saranno molto probabilmente il JTG Daugherty con Ricky Stenhouse Jr. che rimane sulla #47, lo Spire Motorsports che affianca a Corey LaJoie un pilota a tempo pieno che sarà Ty Dillon che, dopo aver lasciato la #42 quasi certamente in seguito ad una separazione non tranquilla (con il fratello di Austin tutt’altro che rimpianto), sarebbe un altro a cui chiedere il perché di una tale decisione.

Destinata a meno di scossoni all’ultimo posto fra i 36 charter, la #78 del Live Fast Motosports alternerà una serie di piloti (soprattutto Josh Bilicki) nel far debuttare la Chevrolet Camaro dopo l’addio alla Ford.

Toyota

Ancora una volta il costruttore giapponese sarà quello con meno auto in griglia, appena sei. Le quattro del Joe Gibbs Racing stanno vivendo l’inizio della trasformazione con l’addio a Kyle Busch e la scontata promozione, seppur sofferta per le note vicende familiari, del campione della Xfinity Series Ty Gibbs. Il giovane sarà affiancato, almeno per il 2023, dai veterani Martin Truex Jr., Denny Hamlin e Christopher Bell che, come Briscoe allo SHR, sta diventando (o deve diventare in fretta) la locomotiva della squadra.

Al 23XI Racing tira aria nuova: dopo due stagioni di barricate contro la NASCAR, ora la dirigenza sembra più propositiva e la coppia Bubba Wallace – Tyler Reddick sembra una di quelle contro cui è difficile scommettere. Se Wallace si deve far perdonare il turbolento finale di 2022, Reddick punta ad imitare il 2019 quando, contro ogni pronostico, vinse il suo secondo titolo in Xfinity Series con il Richard Childress Racing dopo aver lasciato il JR Motorsports ancor prima di portare a casa il primo campionato.

Per qualche gara, almeno sulla carta, ci sarà una terza vettura che avrà il #67. Nelle intenzioni originali sarebbe dovuta essere affidata a Kurt Busch ma, come detto, il campione 2004 non può ancora tornare al volante e quindi a Daytona proverà a qualificarsi Travis Pastrana che ad un decennio di distanza torna in NASCAR per un’altra delle sue pazze avventure.

Team part time

Detto della terza vettura di Legacy MC con Johnson, di quella di 23XI Racing e quella di Front Row Motorsports con Zane Smith, nel 2023 ci saranno altre vetture che disputeranno alcune corse pur senza charter. Ad ampliare la propria flotta ci sarà il Kaulig Racing che schiererà sulla #13 quel Chandler Smith appena assunto per la Xfinity Series e già buttato nella mischia a Daytona.

Alla 500 miglia ci sarà, o proveranno ad esserci, la #62 del Beard Motorsport che dopo la promozione di Gragson ha deciso di puntare su Austin Hill per un programma ampliato rispetto ai soliti superspeedway e la #50 del The Money Racing Team che, sfumato il sogno Castroneves, vuole puntare su Conor Daly.

Ancora poco chiari, invece, i piani di Project91, lo spin off internazionale di Trackhouse Racing; il team di Justin Marks sarà presente quasi esclusivamente sugli stradali.

Per le altre vetture solo tanti punti di domanda: sul futuro di Team Hezeberg e MBM Motorsports non si sa molto e forse si teme il peggio, sull’esistenza di altri due team stranieri come 3F Racing (dalla Germania) e Team Stange (dal Brasile) al momento non ci sono prove tangibili ma solo dichiarazioni di buoni intenti.

NASCAR Cup Series piloti 2023

Il format, il calendario ed i regolamenti

Lo sviluppo del campionato non ha visto modifiche sostanziali rispetto alla stagione scorsa. La Cup Series, infatti, vivrà ancora di 36 gare valide per il titolo più “le gare zero” dei Duel (che assegnano 10 punti per la classifica ma nessun playoff point) di qualificazione per la Daytona 500. ed infine i consueti appuntamenti con Busch Clash e All-Star Race. Le uniche differenze saranno nell’ordinamento delle corse e per due location.

Dopo il Busch Clash di domani notte al LA Coliseum, dove ci sarà per la NASCAR un inedito podio con medaglie in omaggio alla storia olimpica passata e futuro dello stadio, ed una settimana di pausa per il Super Bowl, si volerà a Daytona dove il primo approccio al campionato vero saranno le qualifiche per la Daytona 500 senza alcuna sessione di libere; a seguire nella settimana i Duel che definiranno la griglia e poi la 500 miglia.

La tradizionale trasferta a Ovest metterà in fila il trittico Fontana – Las Vegas – Phoenix con la tappa californiana particolarmente sentita perché sarà l’ultima sullo storico ovale da 2 miglia prima della prevista ricostruzione in uno short track.

Il seguente poker sarà variegato: l’Atlanta in versione quasi superspeedway (che l’anno scorso ha quasi regalato la vittoria a LaJoie), lo stradale di Austin, uno short track come Richmond e poi, nella notte di Pasqua, il ritorno sullo sterrato di Bristol. A seguire un’altra notturna, stavolta a Martinsville di nuovo per 400 giri.

Il programma primaverile è quello consueto: Talladega, Dover, Kansas e Darlington saranno un crescendo di hype che porta al primo evento dell’anno, la All-Star Race che si disputerà sull’ovale di North Wilkesboro appena salvato dall’abbandono. Un throwback weekend subito dopo il throwback weekend di Darlington, un appuntamento con il passato nella speranza che diventi anche per il futuro. Charlotte e la sua 600 miglia chiuderanno il mese di maggio con la consapevolezza che metà della regular season è già passata.

Giugno sarà ancora variegato: l’ovale asimmetrico e piatto di Gateway, lo stradale di Sonoma e l’intermedio di Nashville saranno l’antipasto per il secondo – ed ultimo – evento del 2023.

Un evento un po’ controverso a dire il vero. La Cup Series saluta Road America dopo soli due anni e si sposta a Chicago, ma non sullo Speedway bensì su un nuovo circuito cittadino, il primo in assoluto nella storia della NASCAR. Non ci sarebbe nulla da obiettare su questa decisione storica che rende così definitivamente il calendario della Cup Series il più completo di tutto il motorsport, ma lasciare Road America per un tracciato dal layout abbastanza banale (malgrado tutto lo studio su iRacing) ha deluso moltissimi appassionati. I 100 giri fra i muretti potrebbero essere molto selettivi.

La seconda metà di stagione (Chicago sarà il giro di boa) sarà identica quella del 2022 a parte qualche inversione di tappa. Da tenere in considerazione soprattutto, per il sollievo dei tifosi, che la corsa di Indianapolis potrebbe essere l’ultima sullo stradale prima del ritorno sull’ovale e che quella in Texas nei playoff sarà da 400 miglia e non da 500. Gran finale con il consueto format al termine dei playoff a eliminazione a Phoenix il 5 novembre.

NASCAR Cup Series Calendario 2023

Numerose le piccole modifiche effettuate ai regolamenti tecnico e sportivo. Partendo da quello tecnico, la Next Gen sarà sostanzialmente quella vista nel 2022 con la sola differenza di un muso evoluto e sviluppato indipendentemente da Ford, Chevrolet e Toyota. Rivisto completamente, dopo gli incidenti del 2022 in cui Kurt Busch ed Alex Bowman hanno rimediato una commozione cerebrale, il retrotreno il cui sottotelaio è stato reso meno rigido per assorbire meglio gli urti.

Modifiche anche per l’aerodinamica, seppur non ancora ufficialmente approvate, per gli short track, il punto dolente nel primo anno della Next Gen. Dovrebbero esserci uno spoiler ridotto, un fondo diverso sviluppato in collaborazione con il Garage 56 che porterà la Chevrolet Camaro alla 24 ore di Le Mans e altri piccoli dettagli fra cui dei silenziatori agli scarichi per Los Angeles e Chicago.

A cavallo fra regolamento tecnico e sportivo la clamorosa novità del 2023: l’introduzione di un pacchetto da pioggia per alcuni ovali. Sarebbe meglio definirlo pacchetto da umido visto che la Goodyear ha sviluppato delle gomme intermedie che saranno utilizzabili solo sugli ovali con banking limitato e solo con una leggera pioggerellina o in condizioni di sereno ma con pista ancora non del tutto asciutta per diminuire il tempo di inattività per pioggia. In queste condizioni il tergicristallo dovrà essere obbligatoriamente dritto e non inclinato per eventuali ragioni aerodinamiche.

Passando al regolamento sportivo a far notizia, non a sorpresa, è il fatto che l’ “Hail Melon” di Chastain a Martinsville rimarrà un unicum nella storia, vietato – giustamente dato che a Ross andò tutto bene soprattutto in curva4 – per motivi di sicurezza e sanzionato con una penalità in secondo in caso di emulazione.

Un cambiamento richiesto dai tifosi riguarda invece le corse sugli stradali: in queste gare ci saranno come sempre le stage, ma non ci sarà una caution come sugli ovali bensì solo un traguardo volante con assegnazione di punti per non spezzare la gara in tronconi che rendevano questo tipo di corse strategicamente banali e piatte. Le stage comunque movimenteranno le tattiche, ma l’assenza del ricompattamento del gruppo sposterà di nuovo l’obiettivo principale sulla bandiera a scacchi.

Era atteso un cambiamento anche sul fattore ruote perse. Nell’inverno è stato modificato il dado di fissaggio, è stato concesso alle pit crew più libertà nella coreografia (meno di movimento), ma soprattutto penalità ridotte in caso di ruota vagante. In caso di pneumatico perso in pit lane dopo la sosta ci sarà una normale penalità (tail end in caso di caution, drive through sotto green). Se la gomma si staccasse invece in pista ci sarà una penalità di due giri per il pilota e la squalifica per crew chief e meccanici scenderà da quattro a due gare.

Modifiche minori ma influenti riguardano infine la Damaged Veichle Policy (che sale da 6 a 7 minuti per riparare le vetture dopo un incidente), le modalità di qualificazione ai playoff (cancellato il vincolo di essere nella top30 in classifica generale in caso di vittoria), il choose cone (presente in tutte le gare, anche superspeedway e stradali) e restart zone (allungate del 50% come test nelle prime gare).

Cosa aspettarsi dal 2023

Rivedere una stagione equilibrata come quella del 2022 sarà praticamente impossibile. 19 vincitori diversi in 36 gare di campionato (20 se includiamo anche la All-Star Race vinta da Blaney) sono qualcosa di quasi irripetibile e favorito dal debutto della vettura Next Gen. Ora però c’è una stagione di dati accumulati alle spalle e, malgrado qualche cambiamento tecnico a musi e retrotreno, i team hanno una base di partenza da cui lanciare il loro attacco al titolo.

Le grandi squadre sicuramente hanno più carte a loro favore per ristabilire le gerarchie viste negli anni scorsi mentre gli altri team lotteranno per restare sul palcoscenico più importante e quindi la battaglia sarà ancora intensa. Hendrick, Penske, Gibbs e Stewart-Haas sono indubbiamente ancora i punti di riferimento pronti ad occupare la maggioranza dei posti ai playoff.

Logano, cabala degli anni dispari a parte, dovrà faticare per riconfermarsi e uno dei primi avversari in squadra sarà proprio il compagno di squadra Blaney, desideroso di rivincita dopo un 2022 con tanti buoni risultati ma zero successi validi per il campionato in una categoria che privilegia proprio chi vince.

Hendrick riparte dalla coppia Elliott-Larson, il primo che ha vissuto di rendita sull’estate e poi nei playoff si è spento, il secondo che a parte qualche gara forse ha faticato più del previsto ad adattarsi alla Next Gen. Con loro anche i compagni di squadra Byron e Bowman dei quali probabilmente si deve capire quale sia il completo potenziale.

In casa JGR è iniziata l’era del rinnovamento e insieme ai veterani Hamlin (ancora alla caccia del primo titolo) e Truex ci saranno i giovani Bell e Gibbs che già l’anno scorso hanno fatto capire di andare forte. Le dinamiche interne in squadra saranno uno dei punti interessanti, fra un Truex che potrebbe essere il prossimo a salutare ed un Ty che si faticherà a tenere a bada in pista dopo quanto già visto in Xfinity Series.

Incognite invece su altri due team: SHR e RCR sembrano in bilico fra successi e delusioni. Harvick e, nell’ultima stagione, Briscoe hanno tenuto a galla la squadra di Tony Stewart e Gene Haas, ma ora – con Kevin prossimo al ritiro – Chase dovrà iniziare a caricarsi la scuderia sulle spalle in attesa di capire il futuro di Almirola e la resa in pista di Preece. Discorso simile in casa Chevrolet: salutata la locomotiva Reddick, Austin Dillon “si è fatto comprare da nonno Richard” Kyle Busch. Rowdy saprà vincere e adattarsi subito ad una nuova vettura ed una nuova squadra che sembra pronta a tornare ai vertici oppure si rimarrà in seconda fascia? La risposta è più difficile del previsto.

L’unica certezza sembra il non dover scommettere contro Reddick che ha risolto le beghe contrattuali ed ora al fianco di Wallace al 23XI Racing vuole riprendere dalle tre vittorie del 2022. La sfida in parallelo con Trackhouse è destinata a riprendere, anche perché per la squadra di Justin Marks e Pitbull ripetere una stagione clamorosa come la scorsa, con Chastain arrivato fino a Phoenix, sarà molto complicato.

Per tutti gli altri team sarà una dura lotta per accedere ai playoff. RFK Racing e Legacy MC ci proveranno a stupire con Buescher-Keselowski e Jones-Gragson, tuttavia i 16 posti, che a inizio anno sembrano così tanti, già in primavera potrebbero diventare pochi e dopo la All-Star Race si inizierà a mettere dei circoletti in rosso su alcune gare piuttosto che puntare alla qualificazione per punti. La mina vagante poi sarà Allmendinger che sulla carta potrebbe presentarsi ai playoff persino con cinque vittorie e 30 playoff point (caso estremo ovviamente, ma possibile).

La battaglia per il rookie dell’anno fra Gibbs e Gragson, seppur con Ty favorito visto il supporto del team, poi potrebbe dare quel quid di emozioni in più alla stagione 2023. La speranza è che entrambi si sappiano regolare dopo un’ultima stagione in Xfinity Series in cui sono stati protagonisti nel bene e nel male. Una Next Gen dalla sicurezza migliorata non deve essere assolutamente la giustificazione per fare gesti al di sopra delle righe, anche del regolamento.

Curiosità, infine, sicuramente per le vetture part time con tanti piloti interessanti provenienti da vari settori. I giovani Zane e Chandler Smith, un prospetto come Austin Hill, il veterano Jimmie Johnson, la sorpresa Travis Pastrana, le proposte di Project91 attireranno l’attenzione di coloro che non guardano solo alla prima posizione ma a tutto il gruppo e a tutta la NASCAR nel complesso.

Come seguire la NASCAR Cup Series in Italia

Anche quest’anno la NASCAR Cup Series sarà trasmessa in diretta su Mola. La registrazione gratuita è possibile sul sito mola.tv o tramite la app scaricabile dagli store. Ad alternarsi al commento ci saranno Andrea Di Giacomo, Giuseppe Esposito, Daniele La Spina, Matteo Senatore e – come new entry – il nostro Simone Longo.

Purtroppo, invece, la NASCAR ha chiuso durante l’inverno il servizio di streaming ufficiale NASCAR Trackpass e dunque non sarà possibile seguire in lingua originale la Cup Series ma, soprattutto, al momento non ci sarà una maniera legale per seguire Xfinity e Truck Series che prenderanno il via fra due settimane.

Il programma della NASCAR Cup Series al LA Coliseum

Domenica 5 febbraio:

0:00 Prove libere

2:30 Qualifiche

23:00 Batterie

Lunedì 6 febbraio:

0:10 Ripescaggi

2:00 Busch Clash (diretta su Mola con collegamento pre-gara a partire dall’1:30 a cura di Simone Longo e Andrea Di Giacomo, telecronaca con commento di Matteo Senatore e Daniele La Spina)


Immagini: Media NASCAR

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