Nonostante il blocco imposto dal coronavirus, la Nascar è riuscita ugualmente a redigere la lista dei candidati per entrare nella Hall of Fame nel 2021. La lista è la prima della nuova era, dato che dopo 11 edizioni in cui sono entrate ogni volta cinque figure importanti, fra membri del board, piloti, crew chief, titolari di scuderie, meccanici e giornalisti, era necessaria una riduzione delle selezioni altrimenti nei prossimi anni una diminuzione della qualità degli eletti sarebbe stata notevole.
Nel prossimo gennaio dunque anziché cinque persone da una lista di 20 nomi entreranno nella Hall of Fame soltanto tre uomini di cui:
- due persone dalla lista della “Modern Era” composta da 10 figure che hanno segnato la storia dagli anni ’70 in poi;
- una persona dalla lista dei cinque “Pioneer” che hanno permesso di scrivere la storia ma anche la leggenda della Nascar nei suoi primi 20 anni di esistenza.
La lista della “Modern Era” include fra le nuove entrate tre piloti che hanno regalato infinite emozioni pur senza vincere alcun titolo in Cup Series e sono Jeff Burton, Dale Earnhardt Jr. e Carl Edwards. Malgrado i posti disponibili siano pochi sembra impossibile che il figlio di “The Intimidator” non venga eletto il prossimo gennaio. Le 15 persone, con le loro vittorie principali, scelte per la “Modern Era” sono:
- Neil Bonnett: 18 vittorie in Cup Series di cui due Coca-Cola 600 consecutive (1982-83);
- Jeff Burton: 21 vittorie in Cup Series di cui una Southern 500 e due Coca-Cola 600;
- Dale Earnhardt Jr.: 26 vittorie in Cup Series, 15 volte consecutive Most Popular Driver e due volte campione in Xfinity Series (1998-99);
- Carl Edwards: 28 vittorie in Cup Series e campione della Xfinity Series nel 2007;
- Harry Gant: 18 vittorie in Cup Series di cui due Southern 500, uno dei pochi piloti ad aver vinto quattro gare consecutive;
- Harry Hyde: 55 vittorie in Cup Series come crew chief, campione nel 1970 con Bobby Isaac;
- Larry Phillips: cinque volte campione della “Nascar Weekly Series”;
- Ricky Rudd: 23 vittorie in Cup Series inclusa una Brickyard 400;
- Kirk Shelmerdine: 46 vittorie in Cup Series come crew chief e quattro volte campione con Dale Earnhardt, in seguito anche pilota e team owner;
- Mike Stefanik: nove volte campione Nascar, sette nelle Modified e due nella Busch North Series.
La lista dei “Pioneer” è quella che rispetto agli anni scorsi ha subito più scossoni e farà ovviamente discutere nelle scelte effettuate sia ora che in futuro:
- Jake Elder: 43 vittorie in Cup Series come crew chief e tre volte campione;
- Red Farmer: quattro volte campione Nascar, tre nelle Late Model Sportsman (l’antenata della Xfinity Series) e una nelle Modified;
- Banjo Matthews: costruttore di vetture che hanno vinto oltre 250 gare in Cup Series e tre titoli;
- Hershel McGriff: campione della Nascar West Series nel 1986 e uno dei piloti più longevi della storia;
- Ralph Moody: comproprietario dell’Holman-Moody e con questo due volte campione in Cup Series.
Rispetto alla lista dell’anno scorso sono entrati o rientrati dagli anni precedenti sei nuovi nomi (Burton, Earnhardt Jr., Edwards, Shelmerdine, Elder, Matthews) e ovviamente ne sono usciti altrettanti (Sam Ard, Ray Fox, John Holman, Marvin Panch, Jim Paschal e Red Vogt). La maggior parte di essi sarebbe dovuta finire nella nuova lista “Pioneer” ma la sua limitazione a soli cinque uomini ha imposto delle scelte difficili.
Fa discutere ad esempio l’esclusione di John Holman, l’altra metà di Holman-Moody, a differenza del suo compagno di avventure Ralph Moody, un chiaro esempio di come in certe occasioni bisognerebbe fare uno strappo alla regola e includere nella Hall of Fame una coppia anziché un singolo. Discutibile anche l’esclusione dalla lista della “Modern Era” di Matt Kenseth solo perché nel 2018 tornò brevemente in macchina per sostituire Trevor Bayne mentre tre anni fa per Jeff Gordon non si fece questa precisazione ed entrò nella rosa dei candidati alla prima occasione utile dopo due anni dall’annuncio del (primo) ritiro.
Contestualmente sono stati annunciati anche i cinque candidati al Landmark Award, il premio assegnato a chi ha contribuito in maniera straordinaria alla storia della Nascar e sono:
- Janet Guthrie: la prima donna ad aver gareggiato su uno superspeedway;
- Alvin Hawkins: il primo flagman della Nascar e figura portante del Bowman Gray Stadium;
- Mike Helton: terzo presidente della storia della Nascar;
- Joseph Mattioli: fondatore del Pocono Raceway;
- Ralph Seagraves: dirigente della R.J. Tobacco Company e promotore della sponsorizzazione da parte della Winston in Cup Series.
Tradizionalmente la scelta delle persone che effettivamente entrano nella Hall of Fame si svolge a fine maggio nel weekend di Charlotte, ma al momento non è stato comunicato se tale votazione si svolgerà regolarmente oppure se verrà rinviata dato che di tempo fino alla cerimonia vera e propria (gennaio 2021) ce n’è.
Queste le 55 persone entrate finora nella Hall of Fame, cinque per ogni classe:
- 2010: Dale Earnhardt, Bill France, Bill France Jr., Junior Johnson e Richard Petty;
- 2011: Bobby Allison, Ned Jarrett, Bud Moore, David Pearson e Lee Petty;
- 2012: Richie Evans, Dale Inman, Darrell Waltrip, Glen Wood e Cale Yarborough;
- 2013: Buck Baker, Cotton Owens, Herb Thomas, Rusty Wallace e Leonard Wood;
- 2014: Tim Flock, Jack Ingram, Dale Jarrett, Maurice Petty e Fireball Roberts;
- 2015: Bill Elliott, Fred Lorenzen, Wendell Scott, Joe Weatherly e Rex White;
- 2016: Jerry Cook, Bobby Isaac, Terry Labonte, Bruton Smith e Curtis Turner;
- 2017: Richard Childress, Rick Hendrick, Mark Martin, Raymond Parks e Benny Parsons;
- 2018: Red Byron, Ray Evernham, Ron Hornaday Jr., Ken Squier e Robert Yates;
- 2019: Davey Allison, Jeff Gordon, Alan Kulwicki, Roger Penske e Jack Roush;
- 2020: Buddy Baker, Joe Gibbs, Bobby Labonte, Tony Stewart e Waddell Wilson.
Immagine: thearchitectsdiary.com
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