Una caution al momento giusto e la strategia perfetta regalano la doppietta al RCR
La cronaca di oggi si apre con una domanda da quiz: qual è la capitale del Texas? E’ Austin e quindi era giusto che a Fort Worth vincessero Austin Dillon in Cup ed Austin Cindric in Xfinity Series. Il motore di Austin Hill nei Truck ha deciso diversamente, ma comunque il pilota dell’Hattori Racing lascia il Texas ancora con la testa della classifica. Entrambe le vittorie degli Austin sono giunte a sorpresa, Cindric ha beneficiato della squalifica di Kyle Busch, Dillon invece della caution al momento giusto che ha eliminato i favoriti abbinata ad una strategia audace ma che ha sfruttato al massimo il pacchetto aerodinamico tanto odiato dalla maggior parte della Nascar.
La gara
Per una volta la Nascar non ha problemi con la pioggia, il cielo è sereno e splende un sole che però è cocente. 35 °C sul termometro, quasi 40 percepiti, oltre 60 nell’abitacolo e gli effetti di questo si vedono anche su come guidano i piloti. Nel pre-gara gli unici problemi ai controlli tecnici sono per Reed Sorenson e Chase Elliott, il recentissimo vincitore della All-Star Race, che sono costretti a partire dal fondo. Il tema della giornata, oltre al gran caldo, è la battaglia in fondo alla griglia playoff dopo il successo di Custer che ha lasciato il duo del Team Hendrick composto da Byron e Johnson a galla e la coppia del RCR A.Dillon-Reddick appena sotto la linea del taglio. E le successive 500 miglia segneranno proprio il ribaltamento di questa situazione.
Dalla pole scatta Almirola – che pesca ancora bene ed è il pilota più in forma e dunque favorito per la vittoria – ma la sua giornata inizia male, infatti scopre di essere senza freni o quasi. Per sua fortuna il pacchetto aerodinamico permette di fare un giro senza rallentare o quasi e il pedale sembra dare una risposta dopo due o tre pompate e quindi il problema sarà in occasione delle soste.
Aric riesce a rimanere in testa alla bandiera verde seguito da Blaney e dai fratelli Busch, con Kurt davanti a Kyle; il protagonista dei primi 20 giri fino alla competition caution è però Johnson che, partito 20°, alla bandiera gialla è già ottavo. Il gruppo si spacca subito, con Almirola che non si ferma insieme ad Harvick e Truex mentre tutti gli altri si dividono fra sosta con 2 o 4 gomme sostituite mentre Johnson – o meglio, i suoi meccanici – rovina quanto fatto prendendosi una penalità. Si riparte e Truex spinge Harvick in testa ma Almirola non molla. Alla fine della stage manca ancora tanto e tutti – chi prima come questi tre e chi dopo – devono ancora fermarsi ai box e la sosta sarà decisiva. Dietro intanto gli unici a sorpassare qualcuno sono Blaney che risale la top10 e come in precedenza Johnson che torna nella top15.
Poco prima del pit stop Harvick si trova Yeley da doppiare e Almirola ne approfitta per passare di slancio il compagno di squadra e tornare in testa mentre Kevin viene scavalcato anche da Truex. Il duo SHR va ai box ed iniziano i guai. Harvick sbaglia un cambio di marcia e perde un paio di secondi preziosi, Almirola – facendo lo stesso errore di Allgaier il giorno prima – esce dalla pit lane troppo in anticipo tornando sul banking già fra curva1 e 2 anziché all’uscita di quest’ultima. Il vantaggio acquisito è netto, la pericolosità della manovra pure, la penalità da regolamento inevitabile. In testa passa così Truex che decide di sfruttare tutto il pieno ma a causa di un fraintendimento con il box (che crede che Martin debba ancora schiacciare il pulsante della riserva ma in realtà lo ha già fatto) lascia la #19 a secco in uscita di curva2. Martin riesce a tornare ai box a velocità ridotta perdendo 3-5″ ma la gara è salva.
A portarsi in testa è così Kyle Busch, ma il suo sogno dura appena un giro, poi Blaney lo sorpassa di slancio ed è al comando. Ryan evita le caution per i problemi di Gaulding (motore) e Poole (foratura per un contatto con Reddick in fase di doppiaggio dopo qualche discussione animata) visto che questi riescono a tornare ai box in sicurezza, poi la sosta della #12 non è problematica e quindi per lui va tutto liscio: Blaney vince la prima stage davanti a Kyle Busch, Harvick, Reddick e Byron mentre Truex e Almirola sono riusciti a rimanere a pieni giri.
Il gruppo si divide ancora in pit lane: Blaney, Ky.Busch, Jones, Hamlin, Elliott, Logano, Bowyer e Bell non si fermano e quindi ripartono davanti a tutti; Newman e Suarez si prendono invece una penalità di un giro per sosta irregolare. Dopo una lotta prolungata Rowdy riesce a portarsi in testa, tuttavia poco dopo arriva un’altra caution ed è per una delle vetture più veloci in pista, quella di Johnson che finisce a muro in curva4. Truex, Bowman e Keselowski tornano in pit lane per rabboccare e così si riparte con ancora 89 giri da completare nella stage.
Bell bacia il muro subito in maniera simile a Johnson ma meno drammatica e così non arriva un’altra caution, davanti intanto Hamlin prima spinge il compagno di squadra Busch davanti e poi gli prende la prima posizione. Tuttavia Blaney è il più veloce e prima sorpassa la #18, poi la #11 e torna al comando e a seguirlo è a sorpresa Logano che nella prima stage era in difficoltà in coda alla top10. Il giro di soste dura una trentina di giri – con Truex e Keselowski che come previsto vanno lunghi – ma alla fine escluse le doppie soste di Bell e Buscher e Truex che deve andare in fuel saving per problemi al rifornimento, tutto scorre via senza problemi e Blaney vince anche la seconda stage davanti a Logano, Hamlin, Kurt Busch ed Harvick.
Stavolta tutti vanno ai box e Blaney riparte in prima posizione davanti a Keselowski (due gomme), Hamlin, Logano, Elliott ed Harvick, ma la bandiera verde è solo la miccia che fa esplodere la stage finale: Hamlin riesce a rompere le uova nel paniere Penske spingendo Brad in testa, Blaney finisce loose in curva4 e Logano è costretto ad alzare il piede creando un rallentamento che si trasforma in tamponamento a catena in cui Kurt Busch tocca Almirola il quale finisce contro Kyle Busch che a sua volta manda Truex a muro. La #18 si fa una discreta escursione sull’erba – ed è un miracolo che non ci si pianti con lo splitter – mentre la #19 rimane in mezzo alla pista e crea un big one che manda ko Custer, Stenhouse e il povero Preece ancora sfortunatissimo in questo 2020 e al terzo ultimo posto consecutivo (record assoluto di G.C.Spencer nel 1960, Dave Blaney nel 2009 e Max Papis nel 2010 eguagliato) mentre Buescher, Byron e Kenseth riportano solo qualche ammaccatura.
Dopo la bandiera rossa per pulire la pista – e dopo il tamponamento di Johnson a T.Dillon sotto caution – si riparte a 110 giri dalla fine con Keselowski ancora in testa, tuttavia le sue gomme dimostrano tutti i limiti la coppia Hamlin-Blaney gli è incollata fin da subito per poi passarlo poco più avanti. Contro la #12 però c’è poco da fare ed Hamlin resta al comando soltanto cinque giri, poi Blaney torna primo. Dietro di loro c’è ora Almirola che ha approfittato di una imprecisione di Logano per tuffarsi al suo interno e Joey alzando il piede per evitare l’incidente è finito dietro anche ad Elliott ed Harvick. La caution per il testacoda di Nemechek però ferma tutti e apre scenari interessanti.
Mancano infatti 90 giri al traguardo, circa 30 più di quanti duri il pieno ma in ogni caso in molti vanno ai box per rifornire o anche cambiare gomme. Non vanno in pit lane Blaney, Hamlin, Almirola, Elliott, DiBenedetto, Newman e Austin Dillon e così si riparte ai -85, ma la green dura poco infatti Ty Dillon perde il controllo e travolge Byron e per William la gara è finita. La coppia Hendrick è destinata a portare a casa pochissimi punti mentre quella RCR è ancora in corsa, Dillon è nelle prime posizioni mentre Reddick è appena tornato a pieni giri con un lucky dog.
La bandiera verde arriva ai -79 a classifica invariata e riparte il duello fra Blaney ed Hamlin ma stavolta Ryan riesce a mettersi dietro Denny subito. Inizia così l’ultimo long run della gara con la coppia in testa e a sorpresa Almirola che non solo non si accoda a loro ma subisce pure vari attacchi – tutti senza successo – di DiBenedetto mentre Logano chiude la top5 dopo il sorpasso ad Elliott. Con il passare dei giri Blaney e allunga e arriva alla sua ultima sosta, anticipata perché a tutte queste caution non si è fermato, ai -46 con quasi 3″ sul secondo.
A rovinare i suoi piani però due giri più tardi ci pensa lo stesso Hamlin che cambia solo due gomme al posto delle quattro di Ryan e così esce dai box con ampio margine. I problemi per Hamlin a gestire il nuovo equilibrio sono tanti e così i primi giri sono critici per lui nell’affrontare il sovrasterzo però alla fine riesce a mantenere circa 3″ sul rivale.
A 33 giri dalla fine in testa c’è Logano con circa mezzo secondo su Harvick e sembra in grado di gestire la situazione, ma entrambi hanno una vettura non perfetta, con la #22 più al limite ed infatti in curva4 c’è l’ennesimo scarto che porta Joey ad alzare il piede e Kevin a sorpassarlo di slancio. Pochi secondi più tardi il colpo di scena, un incidente incredibile che in altre categorie sarebbe da straccio della licenza: Quin Houff, pilota della #00 dello StarCom Racing, decide di andare ai box quando è in mezzo alla pista e girando a sinistra travolge Bell e DiBenedetto che sono al suo interno e non possono immaginare una mossa del genere. Matt perde così una probabile top5 e arriva la caution nel bel mezzo del giro di soste.
Colui che ne beneficia di più all’apparenza è Hamlin in quanto lucky dog, con Blaney che sarà invece costretto alla wave around e a una posizione alla ripartenza più sfavorevole, ma il giro di soste cambierà tutto: Logano e Harvick (con Joey che scavalca di nuovo Kevin) cambiano 4 gomme ma dal centro di comando del RCR arriva la decisione perfetta, solo rifornimento per Reddick, 2 pneumatici freschi per Austin Dillon e così i due sono in testa davanti a Kurt Busch – scelta analoga – e la coppia Logano-Harvick. Hamlin e Blaney invece che stavano pregustando la vittoria sono invece solo 15° e 16°.
Gli ultimi 23 giri di gara vanno alla perfezione per il duo RCR, infatti arrivano abbastanza caution (due) per evitare un long run che li metta in svantaggio sul lato prestazionale, anche se con questo pacchetto aero cambia poco visto che quella che conta è la posizione in pista rispetto alla velocità della vettura. Ad aiutarli poi ci pensano un aggiustamento alla pressione delle gomme di Logano che anziché migliorare le prestazioni della #22 la peggiorano, Harvick che non riesce a trovare lo spunto buono alle ripartenze ed un Kyle Busch che dopo aver fatto una discreta escursione sull’erba pare abbia una vettura persino migliore di quella intatta.
Infatti alla bandiera verde, con il sorpasso poi decisivo di Dillon su Reddick alla ripartenza, la coppia RCR scappa via favorita dal duello fra Logano e Ky.Busch che essendo affiancati a più riprese si rallentano a vicenda. Ad impedire la vittoria di Dillon o Reddick ci prova involontariamente due volte Hamlin, che prima ai -15 travolge Bowman e poi ai -5 perde la vettura già danneggiata.
L’ultima bandiera verde arriva a due giri dalla fine e Dillon non ha problemi andando a vincere davanti al compagno di squadra Reddick (prima doppietta RCR dal 2011), Logano, Ky.Busch, Harvick, Jones, Blaney, Ku.Busch, Keselowski e Almirola. Per il pilota della #3, neo papà da poche settimane, è il terzo successo in carriera dopo la CocaCola600 e la Daytona500 degli anni scorsi. Anche questa vittoria è stata ottenuta in circostanze non nitidissime, però tutti avrebbero potuto fare la sua stessa strategia all’ultima sosta ma non l’hanno fatto.
Il post-gara è ricco di dichiarazioni interessanti. Inizia proprio Austin Dillon con un “Not bad for a silver spoon” che si può tradurre con “Non male per un figlio di papà/un ragazzo viziato”, ovvero la replica alle frasi (poi riemerse nel 2016 in un nuovo scontro fra i due) con cui Harvick lasciò definitivamente il Richard Childress Racing, ovvero il team del nonno di Austin e Ty Dillon, nel 2013 dopo la famosa rissa di Martinsville. Prosegue poi Kyle Busch che a specifica domanda su come abbia salvato la vettura nel big one risponde dicendo solo “KFB”, che ovviamente sta per “[I’m] Kyle f*****g Busch [e basta questo per capire che io posso fare questo e altro]”, chiude infine la serata Brad Keselowski che nel suo solito slancio propositivo per migliorare la Nascar, commentando l’incidente di Houff, propone un sistema di promozioni e retrocessioni dalle categorie minori se un pilota si dimostra non all’altezza di gestire una vettura ed una serie come la Cup Series.
In campionato come detto c’è il secondo ribaltone consecutivo, dopo Custer anche Dillon balza fra i qualificati e ciò mette nei guai non solo Johnson, ora ultimo dei top16 con due punti sul compagno di squadra Byron, 14 su Reddick e 24 su Jones, ma anche piloti come Bowyer (14° a +36) e DiBenedetto (13° a +51) a cui a questo punto basta una gara storta per venire risucchiati in fondo alla lista.
Le altre categorie
Nella gara della Xfinity Series che ha aperto il weekend è arrivata la terza vittoria consecutiva per Austin Cindric che ha beneficiato della squalifica della vettura di Kyle Busch che aveva tagliato il traguardo per prima. Per Busch non era stata una gara semplice visto che anche sabato ha dovuto rincorrere di continuo. La #54 di Rowdy infatti non è stata schierata tante volte nel 2020 e quindi Busch deve partire dalla 28esima posizione mentre dalla pole per sorteggio c’è Annett.
Michael resta al comando per mezzo giro, poi Cindric partito terzo affianca lui e Jeb Burton e va in testa. La gara è molto calda, e non solo per le temperature che sono di 35 °C se non oltre. Dopo appena 5 giri in curva4 Gragson è attaccato ad Herbst e lo tocca leggermente ma questo è sufficiente per far finire Riley a muro e Noah deve subire la tirata d’orecchi (non la prima) dal suo titolare Dale Earnhardt Jr. che è in cabina di commento. Si riparte e Jeb Burton chiude la porta in curva3 a Chastain ed è bravo a rimediare all’errore fatto. La competition caution sarebbe al giro 20, ma poco prima Mills letteralmente travolge Snider in curva2 mettendo fine alla sua gara.
I leader non si fermano ai box e così alla ripartenza può riprendere la rimonta di Kyle Busch che era entrato poco prima nella top10. Davanti intanto Cindric non ha la vettura al meglio e viene sorpassato da Allgaier. Justin non ha problemi a gestire il finale della stage e la vince davanti a Brandon Jones, Ky.Busch, Cindric (passato da Rowdy all’ultima curva) e Briscoe. La prima sosta di gruppo manda prima Kyle Busch al comando e poi in coda al gruppo per quella che è la ormai tradizionale penalità per eccesso di velocità in pit lane e così Cindric ritorna in testa.
Si riparte ed il duello fra Cindric ed Allgaier si fa più ruvido, con Justin che nella prima stage ha tolto l’aria dallo spoiler ed Austin ha dovuto salvare l’auto di traverso ed ora invece con i due che si scambiano un po’ di vernice delle fiancate, ma Allgaier ritorna al comando. A circa metà stage arriva un’altra caution con Snider che perde il secondo paraurti e poi si ritira definitivamente. Si riparte ed in curva4 Briscoe tocca Chastain e lo spedisce a muro, Ross riesce a proseguire e viene salvato dalla caution che arriva poco dopo per l’incidente di Vanderwal. Gli ultimi 12 giri non vedono problemi per la #7 e Allgaier vince così la seconda stage davanti a Cindric, Jones, Gragson e Kyle Busch che non ha una vettura perfetta ed è finito loose rischiando grosso mentre rientrava nella top5.
La stage finale da 110 giri si apre con Alfredo, Chastain e Brown al comando perché si erano fermati ai box alla caution precedente, poi Allgaier e Kyle Busch a contendersi la vittoria visto che Cindric ha avuto una sosta lenta. Brown ovviamente non parte meglio e ciò non facilita il compito di Busch che comunque si mette dietro a Alfredo e Chastain, poi nella lotta fra questi due Rowdy ci prova ma finisce ancora loose e ad approfittarne è Allgaier che si porta secondo e poi pure in testa. Anche nel secondo tentativo Kyle finisce largo e facendo questo apre la porta a Cindric e Gragson che attaccano Alfredo; il 3-wide non va a buon fine visto che la #21 finisce sullo sporco e poi a muro in curva2.
Solo Annett va ai box e quindi ai -89 si riparte con le prime posizioni invariate; Allgaier prova a difendersi ma al giro 115 Kyle Busch completa la rimonta portandosi in testa. Dietro di loro c’è la lotta fra Gragson e Cindric che si risolve a favore di quest’ultimo, infatti Austin toglie l’aria dallo spoiler della #9 senza toccarla e Noah finisce prima a muro in curva2 e poi di nuovo in quella successiva. A sorpresa Rowdy effettua la sosta montando il penultimo set di gomme lasciando così strada libera ad Allgaier e Cindric che iniziano un altro duello.
Rispetto alle fasi iniziali di gara la #22 è nettamente migliorata ed Allgaier non scappa via, raggiunge al massimo 1″ di vantaggio che poi viene annullato quando Justin si trova nel traffico dei doppiati e poi ribaltato quando Allgaier fatica a passare Currey. Cindric così entra in pit lane ai -41 per l’ultima sosta al comando ma esce dai box mezza lunghezza dietro la #7, mezzo giro più tardi il divario è diventato di qualche secondo ed Austin si lamenta via radio dicendo che Allgaier ha tagliato la corsia di uscita dai box tornando subito sul banking e prendendo un vantaggio illecito. La Nascar ci mette un attimo a verificare ciò, ma la prova TV inchioda Allgaier e per lui arriva la penalità.
Cindric però non passa in testa visto che Kyle Busch – malgrado l’overcut – è stato più veloce di lui nella sosta senza stavolta commettere infrazioni ed è davanti a lui di circa 1″. Nel frattempo un gruppetto di piloti (H.Burton, Chastain ed un Briscoe in difficoltà) tentano la sorte andando lunghi alla cerca della caution – che Chase prova pure a causare lanciando la borraccia in pista ma viene pizzicato dalle telecamere – che non arriva, così ai -9 Kyle Busch passa in testa e grazie all’esperienza non solo frena la rimonta di Cindric ma aumenta il vantaggio fino a 3″. Tutto sembra fatto ma ai -5 Graf, non inquadrato dalle telecamere va a muro, e quindi si va all’overtime.
Negli ultimi due giri, escluso Jeb Burton che finisce loose, non succede nulla visto che Cindric non parte al meglio e quindi Kyle Busch vince quella che sembra essere la 98esima gara in Xfinity Series, la decima in Texas, davanti a Cindric, Briscoe, Allgaier (questi due fermatisi a cambiare gomme), H.Burton, Annett, J.Burton, Jones, Haley e Chastain. Poi come detto la squalifica della #54 per altezza da terra non conforme nella zona posteriore sinistra e quindi Cindric eredita il successo, il terzo consecutivo dopo i due in Kentucky. Austin balza così al secondo posto nella griglia playoff dietro a Briscoe mentre Brown – decimo a classifica aggiornata – approfitta del ko di Snider per scavare un solco importante in ottica ultimo posto per la post season.
Due ore più tardi nella gara della Truck Series ovviamente Kyle Busch parte ancora più carico e va a vincere la gara dei pick-up, la terza stagionale nelle cinque corse che aveva a disposizione per regolamento. Dalla pole scatta il vincitore del Kentucky Sheldon Creed e Kyle Busch – partito quarto – ci mette più del previsto a portarsi in testa, ben otto giri, infatti prima Enfinger (che finisce loose in curva4) e poi lo stesso Creed non si arrendono facilmente, infatti Sheldon cede solo per una foratura che gli fa perdere pure due giri.
Tutto sembra in discesa per Busch, ma trova un osso duro chiamato Zane Smith che prima gli rimane attaccato e poi lo sorpassa al giro 13, tuttavia Kyle ha esperienza da vendere e al momento giusto ai -5 piazza l’affondo decisivo e vince la prima stage senza incidenti davanti allo stesso Zane, a Aknrum, Rhodes (a oltre 3″) e Moffitt (+5″).
Il primo giro di soste manda Eckes in seconda posizione dietro al suo titolare; alla bandiera verde – mentre in coda il motore della Decker esplode in una nuvola di fumo ma senza caution – i due provano a mettere in fila il gruppo, ma Gilliland rimane in coda a loro. Il primo colpo di scena arriva dopo 60 giri e vede protagonista Johnny Sauter, visto che anche il suo motore finisce arrosto e provoca la prima caution della serata. Iniziano le varie strategie, con Enfinger e Hill che vanno ai box per gomme, ma il finale di stage sarà animato, infatti alla ripartenza Eckes scavalca Busch e poi poco dopo Anderson finisce in testacoda per un’altra caution. I due del KBM insieme a molti altri vanno ai box sacrificando i punti nelle stage e così a passare in testa è Moffitt che si contende il traguardo intermedio con Rhodes. L’incidente di Fogleman mandato a muro da Kraus chiude i giochi in anticipo: Moffitt vince la seconda stage davanti a Crafton, Ankrum, Rhodes e Zane Smith.
L’ultima stage inizia con il completamento delle soste ed Eckes di nuovo in prima posizione, Busch invece è in quarta e fatica a recuperare le posizioni, addirittura per qualche giro come a inizio gara viene scavalcato da Zane Smith, il quale però poi finisce da solo a muro. La gara si decide in sintesi all’ultima sosta: malgrado un bloccaggio incredibile in ingresso in pit lane ed un blackout mentale che lo fa quasi fermare allo stallo col #18 esposto (il numero che ha in Cup Series a differenza del #51 dei Truck e del #54 della Xfinity), l’undercut di Kyle Busch ad Eckes funziona e quando esce dai box ha già un margine di sicurezza che poi a pista libera amplia. L’ultima caution arriva a 15 giri dalla fine (Rhodes tocca Gilliland e Todd finisce duramente a muro) e così Eckes ha una seconda chance.
Christian se la gioca all’inizio ma poi Kyle rimette il muso davanti e per il giovane Eckes non c’è più la chance di ripassare Busch, in ogni caso rimangono i complimenti di tutti per aver reso la vita a Rowdy la vita molto più difficile di quanto si credesse prima del via.
Busch vince dunque al 59esima gara nella Truck Series davanti al compagno di squadra Eckes, a Crafton (che fra prima e seconda stage ha cambiato batteria), Friesen protagonista di un’altra corsa nell’ombra, Moffitt, Ankrum, Haley, Enfinger, Rhodes e Chastain. In campionato cambia poco, Hill è sempre in vetta alla classifica generale ma perde molto terreno a causa del ritiro (anche lui problemi al motore) mentre Enfinger è in vetta alla griglia playoff; in coda Crafton torna nei 10 virtualmente qualificati, invece Sauter paga caro il ritiro ed è addirittura l’ultimo dei big alla pari con Friesen a 22 punti dalla qualificazione.
I risultati odierni
La classifica della “O’Reilly Auto Parts 500”
La classifica generale
Così il campionato ad 8 gare dalla fine della regular season
I prossimi appuntamenti
La prossima settimana la Nascar si trasferisce in Kansas per un altro weekend allungato. Si inizia giovedì notte con la Cup Series impegnata in un’altra gara infrasettimanale, poi venerdì sarà la volta dei Truck (e anche della ARCA Series) e infine sabato di nuovo i Truck ed in chiusura la Xfinity Series.
Immagine: nascarmedia.com
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