NASCAR | Addio a Ken Squier, leggenda del microfono

NASCAR
Tempo di lettura: 7 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
16 Novembre 2023 - 22:00
Home  »  NASCAR

Si è spento a 88 anni nella sua casa del Vermont Ken Squier, un gentleman al commento di 70 anni di gare


La brutta notizia era nell’aria da qualche giorno e si aspettava solo la conferma ufficiale. Ken Squier ci ha lasciato la scorsa notte all’età di 88 anni dopo una lunga malattia. L’annuncio è arrivato all’alba americana di oggi da parte di Dave Moody, commentatore radiofonico per Sirius XM NASCAR, referente della famiglia in quest’ultimo periodo:

“È finita. Ken ha guadagnato le sue ali ieri sera alle 20:20 circondato dalla sua incredibile famiglia che lo amava tanto. Sono addolorato per la perdita di un caro amico ed un mentore per tutta la vita, ma sono felice che tutto il suo dolore e le sue sofferenze sono finite. Ringrazio tutti per le preghiere ed i buoni desideri di quest’ultimo periodo.”

Kenley “Ken” Squier era nato a Waterbury, Vermont il 10 aprile 1935. Suo papà Lloyd, già allora mentre in Italia la radio era agli albori, era il proprietario e speaker della stazione WDEV. Cresciuto con la radio in famiglia, Ken debutta al microfono già all’età di 12 anni. Ma le passioni del giovane Ken sono due, oltre alla radio ci sono i motori e nel 1949 (sì, a soli 14 anni) commenta già le gare di stock car sugli ovali sterrati del Vermont.

Praticamente per oltre 20 anni Ken commenta gare ma anche costruisce e gestisce ovali nel New England e si fa notare per lo spirito di iniziativa. Nel 1970 insieme a Bill France Sr., proprietario della NASCAR, fonda MRN, Motor Racing Network, una radio dedicata esclusivamente alla NASCAR stessa e al mondo delle corse e quindi diventa la voce principale delle stock car a livello nazionale.

La radio è ancora la regina in questo periodo, ma la TV arriva presto. Nel 1971 la ABC decide di trasmettere nel suo “Wide World of Sports”, un contenitore pomeridiano del weekend, la Greenville 200 sull’ovale di Greenville-Pickens integralmente, flag to flag come si suol dire. È la prima volta per una gara NASCAR e ovviamente al commento viene chiamato anche Ken Squier.

Ma questa è solo una tappa di un lungo percorso che porta alla Daytona 500 del 1979. Durante tutto l’inverno Ken e Big Bill trattano con la CBS, rete a cui Squier è passato anche per commentare altri sport, per trasmettere la classicissima della Florida in diretta per la prima volta. Alla fine l’accordo va in porto e l’evento assume contorni mitologici, dalla Grande Tempesta della Costa Est che travolge il suo New England di neve e rischia di far saltare la corsa per la pioggia, fino all’iconico finale con incidente, rissa e vittoria di Richard Petty. Il pubblico chiuso forzatamente in casa si sintonizza sulla Daytona 500 ed il successo di pubblico innesca il fenomeno NASCAR che conosciamo ancora oggi.

Per i 20 anni successivi, fino al 1997, Ken Squier è una delle voci principali che commentano la Cup Series, con lui anche Bob Jenkins (scomparso due anni fa) per una varietà di emittenti, da CBS ad ESPN, da ABC a TNN, da TBS a NBC. È lui il commentatore principale della Daytona 500 per 19 edizioni consecutive dal 1979 al 1997 prima di passare il microfono al suo erede Mike Joy che è ancora in attività e il prossimo febbraio sarà la voce della FOX insieme al commento tecnico di Clint Bowyer e Kevin Harvick.

Un gentleman davanti e dietro le telecamere, ma forte e vigoroso al commento, Squier trasmetteva ai telespettatori tutta l’energia della corsa e dei suoi protagonisti con metafore mirabolanti e oniriche (i cosiddetti Squierisms), ma allo stesso tempo realistiche e materiche come quando parlava dei duri duelli che coinvolgevano personalità forti, auto di acciaio e carrozzerie di lamiera.

Dopo aver appeso il microfono nel 1997 come commentatore principale, Squier era rimasto nell’ambiente che tanto amava. L’occasione più importante nel 2015, quando la Southern 500 era tornata alla sua collocazione tradizionale in calendario del Labor Day e la NBC, insieme alla NASCAR, ideò il Throwback Weekend per onorare la storia dello sport. E nella seconda stage Rick Allen, Jeff Burton e Steve Letarte si fecero da parte per lasciare il commento a Ned Jarrett (che a 91 anni è ormai l’ultimo dei decani del microfono), suo figlio Dale e proprio Ken Squier che aprì la telecronaca a suo modo:

“Squier here. Pleased, honoured, humbled.” – “Vi parla Squier. Lieto, onorato, emozionato.”

L’esperienza fu ripetuta anche per le edizioni 2016 e 2017 della Southern 500 e in questa occasione Ken tirò fuori l’ultimo dei suoi Squierisms quando vedendo un giovane Erik Jones comportarsi molto bene in corsa disse in maniera molto naturale un “That Jones Boy” quasi fraterno, da nonno a nipote, come a dire “guardate questo giovane talento perché è uno che va forte”. E leggere oggi Erik Jones nel suo tweet in memoria di Squier chiudere il messaggio proprio firmandosi “That Jones Boy” è commovente ed è forse il ricordo più bello perché arrivato non da chi ha vissuto la sua era, e lo ha onorato giustamente con i ricordi, ma da chi lo ha “conosciuto” soltanto per un giorno.

Nel 2017 Squier aveva deciso di vendere gran parte delle sua attività, ovvero dirt track e stazioni radio. Ma il microfono era sempre il suo amore e quindi continuava a presentare una trasmissione di musica (altra sua passione, quasi infinita la sua collezione di vinili). Nel 2018 la meritata elezione nella Hall of Fame della NASCAR.

La NASCAR oggi lo ha ricordato con questo messaggio per mezzo del presidente Jim France: “Anche se non è mai stato dietro ad un volante di una stock car, Ken Squier ha contribuito alla crescita della NASCAR esattamente come ogni pilota. Ken era un magnifico narratore e la sua voce inconfondibile è la colonna sonora di molti momenti storici della NASCAR. Le sue cronache in TV e in radio hanno avvicinato i tifosi a questo sport e per questo era uno dei più amati dai fan. Ken non era uno sconosciuto per nessuno e mancherà a tutti.”

L’inizio della fine è arrivato, purtroppo, nel 2020 con il Covid. La positività, una polmonite quasi fatale, il recupero. Poi un piccolo infarto e un altro recupero, infine una caduta e la frattura del bacino. Sembrava di nuovo sulla strada del ritorno in pista, almeno metaforico, poi però, secondo il racconto di Dave Moody tre giorni fa, il lento spegnersi per le patologie connesse alla vecchiaia e a tutto il recente passato.

Proprio mentre nel weekend veniva onorato al New England Racing Museum con la presenza di voci come Mike Joy, Dick Berggren, Jack Arute e Alan Bestwick, l’annuncio dei suoi gravi problemi di salute da parte di Moody che motivava per questo la sua assenza dall’evento. L’ultimo desiderio per Ken quello di tornare a casa dall’ospedale, conscio che il tempo era compiuto. E infatti Squier ha trascorso a casa appena poche ore, ma lo ha fatto circondato dai suoi cari nel suo amato Vermont.

A inizio anno l’ultima intervista fatta per la piattaforma creata da Dale Earnhardt Jr. e a cura del giovane Andrew Kurland. È lunga due ore, rappresenta certamente uno sguardo alla magnifica storia della NASCAR ma anche in pratica il suo testamento morale per chi vuole fare il telecronista. Un’intervista tutta da guardare ed ascoltare.

Ci lascia un commentatore che ha segnato il passato ed il presente (Dale Earnhardt Jr. ha dichiarato che in vista del suo debutto al microfono si era scritto una pagina intera di Squierisms per proseguire la tradizione di Ken) del modo di trasmettere la NASCAR ai tifosi alla TV o alla radio. Era stato lui ad inventare la definizione “The Great American Race” per la Daytona 500, ma oggi possiamo dire che Ken Squier era ed è “The Great American Commentator”.


Immagine: Media NASCAR

Leggi anche

Tutte le ultime News di P300.it

È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.

LE ULTIME DI CATEGORIA
Lascia un commento

Devi essere collegato per pubblicare un commento.

COLLABORIAMO CON

P300.it SOSTIENE

MENU UTENTE

REGISTRATI

CONDIVIDI L'ARTICOLO
RICEVI LA NEWSLETTER
Iscriviti per rimanere sempre aggiornato
(puoi sempre iscriverti in seguito)