NASCAR | A Phoenix prima vittoria in carriera per Chase Briscoe!

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Tempo di lettura: 23 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
14 Marzo 2022 - 13:15
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Blaney domina la prima parte, Elliott poi sembra in controllo, ma alla fine a giocarsi il primo successo sono Briscoe, Reddick e Chastain. Una gara tranquilla si anima nel finale, ma Briscoe gestisce la tensione dell’ultima ripartenza e corona una carriera “from zero to hero”


La Next Gen non delude ancora. La corsa non sarà stata la migliore dell’anno, ma la vittoria di Chase Briscoe regala sorrisi e scalda il cuore a tutti. È la vittoria di chi ha creduto in un sogno partendo da zero e scalando tutti i gradini della gavetta. È stato un finale Next Gen anche per quanto riguarda i piloti, dato che gli sconfitti sono Chastain e Reddick, i quali non potranno essere il 200° vincitore diverso nella storia della Cup Series dato che questo traguardo storico se l’è preso proprio Briscoe che, al pari di un Blaney che è mancato ancora nel momento decisivo, ha dominato la corsa senza lasciarsi intimidire nemmeno da Elliott.

Prove libere e qualifiche

La settimana della Cup Series, a differenza delle altre due categorie dove scoppia il caso lug nut in seguito alla squalifica di Zane Smith a Las Vegas con i team che accusano il fornitore dei bulloni di produrre materiale in larga maggioranza non conforme al regolamento, è relativamente tranquilla e quindi a sorpresa a regnare sono le statistiche.

Il primo dato è che con il successo di Bowman a Las Vegas i successi di fila degli under30, includendo anche il finale del 2021, è salito a quota nove, il dato più alto nella storia della Cup Series.

Un altro record storico che rischia di cadere, anzi di essere eguagliato, è quello delle top10 consecutive da parte di un pilota sulla stessa pista, detenuto alla pari (a quota 18) dalle leggende Richard Petty e Dale Earnhardt, entrambi curiosamente a North Wilkesboro; a Phoenix Kevin Harvick può raggiungerli su una pista dove ha vinto ben nove volte. In sospeso, infine, ci sono ancora il 200° pilota a vincere una gara in Cup Series ed il 600° successo nella storia di Penske.

Il sabato sotto il sole di Phoenix è relativamente tranquillo. Il solo Stenhouse accusa un problema (misfire al motore con conseguente sostituzione del propulsore) mentre Logano grattugia leggermente lo spigolo posteriore destro della #22 in curva4 nel round decisivo della pole; Briscoe invece ha cambiato al volo dopo le libere un disco freno incrinato. La pole position è di Ryan Blaney il quale precede Hamlin, Byron, Bell, Almirola, Briscoe, Larson, Cindric, Bowman e Logano che appunto è più impegnato a salvare la vettura che tenere giù il piede.

La gara

Se il sabato sera era stato lieto per Kyle Larson (volo verso la California e vittoria nelle World of Outlaws), la domenica mattina non è altrettanto lieta dato che è improbabile che il team gli comunichi in diretta la partenza dal fondo per un problema alla pompa del servosterzo. Con Larson partono dal fondo anche il citato Stenhouse ed Harrison Burton (problemi all’iniezione).

Anche i controlli tecnici vanno relativamente: ben nove vetture (Reddick, Smithley, Kyle Busch, Bell, Gilliland, Custer, Ty Dillon, Jones e Cassill) perdono un membro del team e la scelta dello stallo in pit lane perché passano i controlli solo al terzo tentativo, ma non ci sono ulteriori penalità.

Ciò che fa arrabbiare tutti nel pre-gara però è l’atteggiamento di Nascar e Goodyear che, ancora una volta, impongono una competition caution (stavolta al giro 25) non si capisce per quale motivo dato che stavolta i team hanno avuto ben 20′ di disposizione ciascuno nelle libere e pure senza interruzione.

Qualcuno inizia ad accusare più la Nascar e la Fox stessa che il fornitore della gomme perché la competition caution sembra più una scusa per inserire rispettivamente una “appassionante ripartenza” ed un blocco pubblicitario garantito. Ed il pubblico comincia ad essere insofferente. In ogni caso, i team hanno a disposizione nove set di gomme, otto sticker ed uno ereditato dal sabato ed ampiamente rodato.

Alla bandiera verde Blaney rimane in testa sulla coppia Hamlin-Byron; Kyle Busch, invece, è il primo pilota a testare il comportamento della vettura Next Gen sulla dogleg, infatti in molti avevano timori sulla transizione fra banking ed apron visto che l’auto è notevolmente più bassa di quelle degli anni scorsi e la paura di danneggiare il fondo o il diffusore c’era.

Un altro tema interessante per quanto riguarda il lato tecnico riguarda il cambio: dopo un paio di anni di rapporti fissi stabiliti dalla Nascar e che praticamente rendevano uno svantaggio il downshift dalla quarta alla terza nelle curve (altra decisione controversa), con il nuovo cambio sequenziale la possibilità torna e i piloti si sbizzarriscono sulle scelte; chi si espone di più è proprio Blaney il quale dice sabato che la scalata sarà un’arma da sfruttare soprattutto con il long run ed il degrado delle gomme che, però, si rivelerà basso.

Dopo la lotta iniziale Hamlin si posiziona al secondo posto e Bell ne approfitta per scavalcare Byron, ma questo sarà vero solo per pochi giri; Briscoe, ancora una volta nelle prime posizioni, completa la top5 davanti a Kyle Busch, che col taglio della dogleg ha guadagnato terreno, Cindric, Bowman, Logano e Reddick.

Gli occhi sono anche sul fondo del gruppo dove Larson deve recuperare terreno. Kyle sembra prendersela con calma dato che avrà anche la competition caution a suo favore, quindi la #5 guadagna posizioni senza strafare. In verità nessuno vuole esagerare in questa prima fase, quindi tutti si limitano a riportare il comportamento della vettura (Hamlin loose in entrata ma sottosterzo alla corda, pure Blaney loose) in attesa della prima sosta.

Da riportare, quindi, ci sono solo i movimenti più netti: Cindric precipita fuori dalla top10 e non ci rientrerà più, Kyle Busch, Logano ed Harvick recuperano e Kevin – dopo un piccolo contatto con il compagno di squadra Almirola – entra nel primi 10 per la gioia degli statistici, Bell cala dopo aver sfruttato troppo la posteriore destra dato che ha un po’ di sovrasterzo.

Alla competition caution del giro 25 Blaney ha 1.9″ su Hamlin, 2.2″ su Byron, 4.0″ su Briscoe, 6.8″ su Kyle Busch, 7.2″ su Logano, 7.7″ su Reddick, 8.0″ su Bowman, 9.1″ su Harvick e 9.4″ su Elliott; Bell è 11°, Cindric 17°, Truex solo 19° davanti a Larson, Ware è il lucky dog.

Il primo giro di soste vede già delle sorprese: Kyle Busch lascia spegnere la vettura e perde numerose posizioni, Blaney tira la volata in pit lane ad Hamlin ed entrambi superano i limiti di velocità (Ryan per 0.1 mi/h perde dunque il primo posto), la stessa sorte capita anche a Stenhouse e McDowell. Logano, che cambia solo due gomme, eredita dunque la prima posizione davanti a Briscoe, Reddick, Byron, Bowman ed Elliott mentre Larson entra nella top15.

Alla ripartenza mancano solo 29 giri nella prima stage e Joey dall’interno resiste al comando per un giro e mezzo, poi Briscoe mantenendo l’esterno sfrutta la velocità migliore ed in curva4 si prende la prima posizione; segue Reddick, ma arrivano Byron e soprattutto Byron ed Elliott che poco dopo approfittano del mancato sorpasso di Tyler sulla #22 per scavalcarlo. Al giro 36 Larson entra nella top10 e diventa un contendente per la vittoria.

La sorpresa generale è il fatto che Logano, malgrado le due gomme cambiate, resiste a lungo in seconda posizione ed il suo non è un tappo su Byron anche perché davanti a Joey non c’è la fuga di Briscoe. Fuori dalla top10 Kyle Busch cerca la rimonta, ma Austin Dillon finisce loose in curva2, alza il piede e Rowdy non riesce ad evitarlo; per la #18 c’è la convergenza che salta leggermente e non riuscirà più a risalire.

Quando la stage sembra destinata ad una chiusura normale, ai -14 arriva la prima “vera” caution: LaJoie, non si capisce per quale motivo, finisce a muro in curva4 e l’impatto è tale da distruggere la ruota che praticamente si smonta. Il battistrada rotola verso il muro interno, il dado si ferma in pista, il cerchione invece viene centrato da Ware che, incredibilmente, non riporta grossi danni al muso. Corey è il primo ritirato della gara.

Qualcuno (Chastain, Almirola, Suárez, Blaney, Kyle Busch, Jones, Custer, Burton, Haley, McDowell, Cassill e Ware) va ai box ed Hamlin – dopo una incomprensione via radio – si pente di non essersi unito a loro. Rimangono quindi in pista in 21 ed alla green dei -8 Briscoe (esterno al choose cone) precede Byron che proprio alla caution era affiancato a Logano.

Alla bandiera verde Byron sfrutta la dogleg e passa al comando mentre Briscoe viene sorpreso dalla aggressività altrui e si perde in un 4-wide in cui è tenuto all’esterno, ma riesce a salvare un terzo posto dietro ad Elliott anche perché dietro di lui il gruppo è addirittura 5-wide. Chase (quello del SHR) ha una buona vettura e al giro dopo sorpassa Chase (quello di Hendrick) tornando secondo; in questa scuderia la buona notizia però è che Larson sta proseguendo la rimonta.

Byron vince quindi la prima stage davanti a Briscoe, Elliott, Reddick, Bowman, Bell, Larson, Harvick, Logano ed Austin Dillon; Truex – invisibile per tutta la gara, almeno fino ad un certo momento – è 11° davanti a Kurt Busch, Blaney e Cindric.

Al break la pit lane si affolla di nuovo, anche di piloti che si erano appena fermati alla caution precedente; rimangono fuori soltanto in quattro e sono Blaney, Kyle Busch, Custer ed Harrison Burton, dunque Elliott (che precede tutti in uscita dai box in una giornata molto positiva per la sua pit crew, ma non per tutta la corsa) alla green di una lunga seconda stage (125 giri sulla carta) è quinto. Bell, invece, perde molto terreno per un errore del meccanico che deve cambiare la posteriore destra in un weekend che segna il debutto di nuove pit crew in casa JGR.

Si riparte con ben 116 giri da completare nella stage e con tutte e 35 le auto in gara a pieni giri. Blaney sceglie la corsia interna e rimane al comando davanti a Kyle Busch; dietro di loro Briscoe tenta di mettersi al terzo posto, ma Elliott, Reddick e Byron reagiscono. Alla fine Elliott è terzo davanti e Briscoe, Byron e Reddick, Harvick, Larson, Custer e Logano completano la top10.

Blaney, malgrado abbia gomme più usurate, non solo resiste bene ma allunga approfittando di un Kyle Busch leggermente in difficoltà e che viene attaccato da Elliott e superato ai -105. Da notare anche il proseguimento della rimonta di Harvick, che si porta dietro Larson, e che si aggancia al trenino che ha davanti non riuscendo però a superare altre vetture perché Byron e Briscoe sono affiancati davanti a lui.

Ai -100 Blaney dunque ha ben 2.3″ su Elliott, 3.6″ su Byron, 3.7″ su Kyle Busch, 3.8″ su Harvick (che alla fine è riuscito a passare entrambi), 4.3″ su Reddick, 4.8″ su Logano, 5.1″ su Logano, 5.3″ su Larson e 6.0″ su Bowman. Kyle Busch soffre di sovrasterzo, ha bruciato – esattamente come Bell nella prima stage – la posteriore destra e poco più tardi viene scavalcato anche da Kevin che nel recupero punta anche Byron che vede del fumo nell’abitacolo, ma sarà un problema passeggero.

La stage a questo punto si tranquillizza e succedono pochi fatti, forse dal punto di vista delle emozioni è la gara meno entusiasmante della Next Gen ed una delle componenti forse è lo scarso degrado delle gomme. Elliott, pur avendo una vettura veloce, recupera a fatica su Blaney che inizia a pagare il sottosterzo in curva2, gli guadagna ad esempio mezzo secondo in due giri ma poi per le 10 tornate successive il gap torna ad essere stabile.

La lunghezza della stage è tale che tutti dovranno fermarsi ai box per il pieno, ma vista la dinamica della corsa sembra inevitabile che sarà sotto green. Ai -70 Blaney precede di 0.3″ Elliott, che è arrivato su di lui, 1.5″ su Byron, 2.1″ su Harvick, 2.4″ su Reddick in recupero, 4.0″ su Larson che non rimonta più, 6.4″ su Kyle Busch, 6.7″ su Briscoe, 7.0″ su Bowman e 7.8″ su Chastain mentre Logano a causa del sovrasterzo è 11°; Hamlin è solo 15° dietro a Truex e davanti a Bell che non ha recuperato dal guaio in pit lane.

Proprio mentre Blaney sta iniziando i doppiaggi difficili e Burton ha in mente una sosta dopo aver baciato il muro, arriva la caution ed è (ancora una volta) per un testacoda di Bell in curva2, Christopher riparte da solo con la posteriore destra forata; un Keselowski in crisi (27°) è il lucky dog. La sosta di gruppo premia ancora Elliott che passa al comando su Blaney, Byron, Harvick e Larson, male invece Hamlin a cui non riescono a fare tutto il pieno.

Si riparte ai -60 con Elliott che sceglie l’esterno e resiste all’attacco di Blaney, Byron è terzo davanti ad un incredibile Chastain che in queste fasi non si tira mai indietro. Nella lotta ci sono anche Harvick e Larson, Ross è costretto ad alzare il piede e torna indietro. Anche Logano deve fare questo in un 3-wide con Bowman e Kyle Busch, ma avrà ragione dei due poco più tardi.

Nasce così una fuga a due con Elliott e Blaney davanti ad Harvick, Byron, Larson, Reddick, Chastain e Briscoe; Ryan sembra avere la vettura più veloce di tutti, almeno sullo short run, e dopo essere finito loose in curva2 ai -51 torna al comando ed allunga subito. C’è curiosità soprattutto per Harvick, terzo e nella posizione migliore sotto green in tutto il 2022, ma Kevin non riuscirà ad agganciare i due.

La situazione torna placida subito e nella top10 ci sono pochi movimenti e dunque si guarda anche alla pancia e alla coda del gruppo: Truex è sempre 11°, Bowman è uscito dalla top10, Suárez entra nella top15 con il sorpasso su un Hamlin prudente, Gilliland è ottimo 20° e miglior rookie della giornata, Keselowski in poco tempo torna doppiato.

Al giro di boa di metà gara Blaney ha 1.000″ (dopo un massimo di 1.5″) esatto su Elliott, 1.9″ su Harvick, 3.7″ su Byron, 4.3″ su Larson, 5.3″ su Reddick, 6.3″ su Chastain, 7.9″ su Briscoe, 9.5″ su Austin Dillon e 9.9″ su Logano. Nei giri successivi succede poco: Kyle Busch sorpassa Truex (che ha del chattering) ed è 11°, Larson si avvicina a Byron, Almirola (che poi bacerà il muro) si incolla a Bowman, Hamlin viene superato anche da Buescher.

Sul long run Elliott ne ha di più e, come in precedenza, recupera terreno a gradoni; poco più dietro Chastain, malgrado un po’ di vibrazioni ai freni, recupera su Reddick. Chase si avvicina, Blaney soffre ancora in curva2 e deve rischiare nei doppiaggi (soprattutto con Bell) per mantenere del margine e riesce nell’impedirgli un attacco.

Blaney vince dunque la seconda stage con Elliott staccato di 0.2″; seguono un Harvick molto loose sul long run (+3.6″) e che si difende da Byron (+3.7″), Larson (+4.0″), Reddick (+5.1″), Chastain (+5.3″), Briscoe (+8.6″), Austin Dillon (+9.4″) e Logano (+11.2″); Kyle Busch è 11° ma a quasi 15″, seguono Almirola, Bowman e Truex, Suárez è 15° ma a 20″, Hamlin 18° e pare rimanga a secco entrando ai box poco dopo, 21 le auto a pieni giri con Ty Dillon lucky dog.

Al break c’è un altro giro di soste e gli occhi sono sui primi due. Blaney è disposto a sacrificare lo short run per il long run a patto però che le fastidiose vibrazioni al volante spariscano, ma tornano i problemi della pit crew e Ryan esce solo quarto dietro ad Elliott, Harvick e Reddick; Chase si salva per un pelo da una penalità visto che si trascina dietro la tanica della benzina, ma questa cadendo non esce dallo stallo.

Con Chase esterno ed Harvick interno si riparte con 118 giri da disputare. Via radio si sentono voci addirittura di 6-wide ma anche davanti non si scherza visto che Elliott e Reddick (non Harvick finito quinto dopo aver fatto pattinare le gomme) per un giro sono alla pari, poi Chase rimane al comando su un Tyler che teme di avere forato.

Quando la classifica si assesta Elliott precede Reddick, Blaney, Harvick, Briscoe, Larson, A.Dillon, Byron, Chastain e Suárez che per un attimo entra nella top10, ma prima non riesce a passare il compagno di squadra e poi viene passato da Bowman e Truex. È proprio Ross il protagonista di questi giri dato che inizia una interessante rimonta.

A 100 giri dalla fine la classifica non è cambiata molto ma la dinamica della corsa sì: Elliott sembra in controllo ora che è primo, tuttavia il suo vantaggio su Reddick (nessun problema alle gambe dopo una leggera modifica ai pedali) è solo di mezzo secondo e sembra più approfittare del fatto che Blaney, terzo a 1.1″ non sembra quello della stage precedente. Harvick e Larson completano la top5, ma solo Kevin è attaccato al trenino di testa, Kyle è già a 3″ e vede dietro di sé Briscoe e Chastain avvicinarsi.

Quando la gara sembra avviarsi verso un’altra fase di transizione, ecco un’altra caution ravvivare la corsa: Truex, che stava perdendo posizioni e aveva ancora problemi di chattering, accusa un problema meccanico (forse una foratura) e finisce a muro in curva2 dopo essere partito per la tangente.

Tutti ovviamente vanno ai box dato che siamo appena entrati nella finestra per l’ultimo pieno. Mentre la pit crew lancia ancora Elliott davanti a Briscoe, Chastain, Harvick ed Austin Dillon, ci sono problemi e soste lente per Blaney e Reddick che finiscono rispettivamente nono e 12°, ancora peggio va a Suárez che per stare dietro a Logano (decimo dietro a Byron, Larson, Bowman ed il citato Blaney) si prende una penalità per eccesso di velocità.

La green sventola ai -83 ed Elliott sceglie ancora l’esterno, ma stavolta la tattica non va a buon fine, infatti Briscoe taglia deciso la dogleg e torna al comando. Dietro ai Chase c’è un 3-wide con protagonisti Chastain, Harvick e Byron, Ross deve alzare il piede, William viene rimbalzato e quindi ai -80 Briscoe è in testa su Elliott, Harvick, Chastain, Logano, Byron, A.Dillon, Larson, Bowman e Blaney che non ha indovinato la ripartenza ed esce definitivamente dalla lotta per la vittoria.

Protagonista in questa fase è Logano che sfrutta il suo consueto short run e, dopo aver approfittato del momento di difficoltà di Byron, scavalca pure Chastain ed è quarto; poi Joey tornerà indietro ma comunque la sua gara sarà positiva. Blaney inizia il suo recupero con i sorpassi su Bowman (a fatica) e Larson (decisamente più semplice).

Pochi istanti più tardi si capisce il motivo di tale manovra ed è un colpo di scena: sulla #5 si è rotta la molla di una valvola ed il motore va ha un cilindro funzionante in meno; dopo un breve passaggio fra pit lane e garage, Larson è costretto al ritiro.

Mentre succede questo in pista cambia il volto della gara: inizia il calo di Logano con il controsorpasso di Chastain, davanti Elliott non è più in controllo della situazione, infatti Briscoe guadagna e ai -70 arriva ad avere 1″ su di lui. Rimonta anche Reddick che passa Austin Dillon (loose) e poi si avvicina a Byron. Poca fortuna anche per Ty Dillon che bacia il muro mentre Wallace va ai box fuori sequenza.

Ai -50 Elliott innesca il suo long run ed è a soli 0.3″ da Briscoe, Harvick invece è definitivamente staccato ed ha 2.0″ di ritardo con Chastain a 2.4″, Blaney completa la top5 ma è a 4.0″ e non recupera, completano la top10 Logano (+7.2″), Reddick (+8.9″), Byron (+9.8″), A.Dillon (+10.7″) e Bowman (+11.1″), la migliore Toyota è sempre 11esima e stavolta è quella di Kurt Busch.

Inizia così il “Chase and Chase show”: Briscoe sfrutta al meglio i doppiaggi e reagendo tiene sempre Elliott a distanza, la #9 non riuscirà a fare un singolo attacco alla #14. Iniziano anche i doppiaggi di peso (come Cindric ed Allmendinger che aveva preso la wave around) e le soste di chi ha problemi tecnici o di strategia (McDowell e Bell).

Siamo ormai a metà stint, ma nessuno osa andare ai box per cambiare gomme; si profila dunque lo stress più lungo sulle gomme di tutta la corsa. Nel mare dei doppiaggi Harvick e Chastain sembrano potersi riavvicinare ai due Chase, con Briscoe che cerca sempre l’esterno mentre Elliott si fa vedere all’interno.

Ai -30 Briscoe ha ancora mezzo secondo su Elliott, Harvick è a 1.5″, Chastain a 1.8″, Blaney staccatissimo a 5.3″, Logano a 8.8″, Reddick a 9.7″, Austin Dillon a 13.1″, Bowman a 13.9″ e Byron a 14.4″ che precede di un pelo Almirola; gli altri a pieni giri sono Kurt e Kyle Busch, Custer, Jones, Hamlin, Buescher, Suárez, Gilliland e Ty Dillon.

Ad annullare un interessantissimo finale sotto green è Jones che finisce in testacoda in curva2 e si appoggia al muro riuscendo a ripartire autonomamente. Tutte e le 19 vetture rimaste a pieni giri vanno ovviamente ai box per la sosta decisiva: la sorpresa più grande è che la pit crew la #9, perfetta per tutto il giorno, sbaglia e quindi Briscoe precede Harvick, Chastain, Blaney, Reddick ed Elliott; Kyle Busch si prende una penalità mentre in molti tentano la carta della wave around.

Si riparte ai -20 con Briscoe che sceglie l’interno ma viene sorpreso da Chastain che taglia ancora di più. Nasce un 3-wide con Ross, Chase ed Harvick, ma Briscoe – malgrado sia nel mezzo – dimostra di avere ancora un auto molto veloce e con tanto grip e quindi scappa via in curva2.

Chastain è scatenato e, dopo essersi piazzato al secondo posto, tenta anche l’attacco a Briscoe ma non va a buon fine; terzo ora non è più Harvick bensì Reddick, dunque nelle prime tra posizioni a soli 18 giri dalla fine ci sono tre piloti che non hanno mai vinto una corsa in Cup Series: la caccia al 200° vincitore diverso nella top class è entrata nel vivo.

Harvick e Blaney completano la top5, ma sono distanti e fuori dalla lotta. In vetta Briscoe approfitta della battaglia che si innesca fra Chastain e Reddick per allungare; ad uscirne vincitore ai -15 è Tyler. La #14 mantiene 5-6 decimi di margine sulla #8 per tutti i giri successivi e le traiettorie sono le stesse di prima, solo con Reddick al posto di Elliott. Chastain, invece, cede leggermente ed Harvick si riavvicina.

Briscoe sembra avere la situazione in pugno, ma ai -8 arriva un’altra caution: a finire a sorpresa in testacoda sempre in curva2 è Elliott, in quel momento settimo dietro ad Austin Dillon e davanti a Logano, Kurt Busch ed Hamlin.

Il momento è cruciale, infatti il degrado delle gomme è minimo, dunque fermarsi ai box e metterne di fresche perdendo posizioni è un bel rischio che si prendono solo Buescher, Suárez, Elliott, Kyle Busch, Ty Dillon, Gilliland ed Haley.

Alla ripartenza ci sono soli tre giri da disputare e Briscoe precede Reddick, Chastain, Harvick, Blaney, A.Dillon, Logano, Kurt Busch, Hamlin, Almirola, Bowman, Byron, Custer e poi coloro che hanno pittato con Suárez davanti ad Haley, Buescher, Kyle Busch, Ty Dillon, Gilliland ed Allmendinger.

Al choose cone Briscoe ovviamente sceglie l’interno con Chastain, Blaney, Kurt Busch ed Hamlin, all’esterno vanno invece Reddick, Harvick, Austin Dillon, Logano ed Almirola. Alla green stavolta Briscoe non si fa sorprendere da Chastain e rimane davanti, Reddick all’esterno finisce leggermente loose e Ross lo affianca passandolo poi in curva3.

Briscoe tuttavia è scappato via e non verrà più ripreso, anche perché negli ultimi metri Reddick cerca il contro sorpasso; tecnicamente la gara finisce sotto caution perché in coda alla top10 c’è un piccolo contatto fra Kyle Busch e Suárez che fa perdere leggermente controllo e coordinate al messicano e Daniel spedisce a muro Austin Dillon (seguiranno le scuse del pilota della #99).

Il 200° vincitore diverso nella storia della Cup Series è dunque Chase Briscoe (decima vittoria di fila di un under20) che precede Chastain (seconda top3 di fila), Reddick, Blaney (nona volta che guida 100+ giri e non vince), Kurt Busch, Harvick (18esima top10 di fila a Phoenix e dunque record di Petty ed Earnhardt eguagliato), Kyle Busch, Logano, Suárez (prima doppia top10 per Trackhouse) e Buescher; fuori dalla top10 Elliott, Almirola, Hamlin, Bowman, Ty Dillon, Custer, Haley, Byron, Gilliland, Allmendinger e Austin Dillon che non completa il giro finale.

La vittoria di Briscoe è una di quelle che mettono d’accordo tutti i tifosi. Chase ha iniziato la carriera praticamente da zero, è sì il figlio di un non eccezionale pilota di sprint car dell’Indiana, ma ha iniziato la gavetta dal fondo, trasferendosi giovane a Charlotte per inseguire il sogno di diventare un pilota, dormendo sul divano di Ross Wece (responsabile media delle World of Outlaws) esattamente come Bell, poi è stato notato da Brad Keselowski che lo ha preso nel suo team nei Truck (a proposito, top4 tutta targata BKR).

Poi Chase è diventato il pupillo di Tony Stewart ed è entrato nel suo team e nell’orbita Ford. Questo inizio di 2022 è anche la rivincita del disastroso team #60 di Roush nel 2018 in Xfinity Series: i tre piloti che si alternarono quell’anno su una vettura che accusò tanti problemi meccanici e finì in tanti incidenti, spesso da incolpevole, si alternarono Austin Cindric, Chase Briscoe e Ty Majeski. Il primo ha vinto la Daytona 500, il secondo a Phoenix, il terzo ha iniziato l’anno in forma nei Truck e, proprio in contemporanea a Briscoe, ha conquistato la sua quinta Rattler 250 nelle Super Late Model.

Non sarà stata la più esaltante delle corse, ma la trasferta sulla costa Ovest si chiude lo stesso col sorriso. La Next Gen regala spettacolo e soprattutto equilibrio: i primi 20 della classifica sono racchiusi in appena 51 punti quando l’anno scorso erano più del doppio. Ci sono stati già quattro vincitori diversi e Briscoe era pronosticato per un posto al limite della top16, ora invece può sognare in grande. Si torna ad Est, ma non c’è tregua: la rinnovata Atlanta sarà un’altra sfida per tutti.

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Immagine: media.nascar.com

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