Gara ancora movimentata e combattuta, Chastain domina la fase centrale, poi salgono in cattedra Kyle Busch e Truex. L’incidente di Jones manda tutti ai box e all’overtime dove la strategia Hendrick premia Bowman che batte in volata Larson
La Next Gen, malgrado i problemi di gioventù legati sempre alle gomme e di adattamento da parte dei piloti, convince anche alla prima prova su un cookie cutter, quello di Las Vegas. Lo spettacolo non manca e ridona fiducia anche su questo tipo di piste dopo un paio di stagioni con il famigerato pacchetto con pochi cavalli e tanta downforce. Ora i cavalli non saranno tantissimi e la downforce sarà lo stesso tanta, ma generata dal fondo e non dallo spoiler, però le vetture sono difficili da guidare e non viaggiano più come sulle rotaie. E – soprattutto – i piloti sono di nuovo felici.
In queste condizioni vengono fuori proprio i piloti ed i loro talenti. Fino a 50 giri dalla fine il pronostico era incerto, finché si è orientato verso un duello in casa Joe Gibbs Racing (dopo quello Penske a Daytona ed Hendrick a Fontana) fra Kyle Busch e Martin Truex Jr. Rowdy sembrava avere la gara di casa in pugno dopo un weekend dei suoi, poi però una caution a pochi giri dalla fine con conseguente overtime ha rimesso Hendrick in corsa. Il team campione in carica ha visto Bowman e Larson battagliare alla pari per un giro e tre quarti, poi Bowman ha tagliato il traguardo per primo.
Prove libere e qualifiche
Il sabato di Las Vegas è fresco e molto ventoso e questo preoccupa molto i piloti, tuttavia la fase preparatoria per fortuna sarà meno convulsa di quella di Fontana. Il format viene leggermente cambiato per dare più tempo in pista ai piloti: le qualifiche rimangono sì su due gruppi in base all’algoritmo, ma la sessione immediatamente precedente invece di essere di 15′ per ciascun gruppo una dietro l’altra diventa una comunitaria da 35′.
Il problema però è che per Kyle Busch le libere durano una manciata di minuti, poi fora e finisce a muro. La macchina è irrecuperabile e quindi deve ricorrere al muletto. Il problema in casa Joe Gibbs Racing è proprio il muletto: la penuria di componenti è ancora tale che l’intero team per quattro piloti ha portato una sola auto di scorta e questa non è nemmeno pensata per essere schierata in pista, bensì solo per essere all’occorrenza cannibalizzata dei pezzi di ricambio. Il team #18 ci mette otto ore per renderla presentabile alla bandiera verde, ma il risultato è a posteriori notevole.
Dopo le libere in cui il favorito Larson è il più veloce su Bell e Blaney, si va in qualifica. Fra primo e secondo round non c’è un singolo testacoda, solo Kurt Busch rischia grosso anche perché il vento ha portato una nuvola che ha lasciato cadere qualche goccia di pioggia.
Dal Gruppo A avanzano Bell, Reddick, Elliott, Austin Dillon e Stenhouse, dal Gruppo B invece Larson, Briscoe, Cindric, Hamlin e Logano che elimina Blaney per soli 0.016″. Nella lotta per la pole Larson sembra aver gioco facile, e invece Bell tira fuori il giro della vita e conquista la prima pole in carriera davanti a Kyle, Cindric (primo rookie nella storia in testa alla generale per due gare), Briscoe ed Elliott.
La gara
Per fortuna la domenica a Las Vegas è più calda (circa 15 °C) e meno ventosa, dunque non c’è rischio pioggia. Gli unici aggiornamenti per la griglia di partenza sono le retrocessioni in coda anche di Reddick (aggiustamento alla cremagliera dello sterzo dopo qualche problema al sabato), Hemric (sostituzione sistema raffreddamento della trasmissione) e Custer (problema al motore).
La Goodyear invece continua ad avere “paura” e quindi come a Fontana, malgrado i piloti abbiano avuto più tempo a disposizione nelle libere, impone una competition caution al giro 30 per controllare l’usura degli pneumatici; invariato stavolta il numero di set a disposizione, nove di cui uno è quello utilizzato nelle qualifiche ma che può essere impiegato (se necessario) quando si vuole nella corsa e non obbligatoriamente al via.
Due ovviamente i temi della settimana. Il primo è la guerra in Ucraina, con qualche team che ha messo degli adesivi di sostegno per il paese invaso dalla Russia, Richard Childress (già vicepresidente NRA) che vuole mandare un milione di munizione di sostegno alla resistenza ed Hendrick che invierà soldi per ogni giro in testa (alla fine saranno 302’000$). L’altro tema è il duello in casa Hendrick dopo il contatto fra Larson ed Elliott; Rick ha riunito la truppa e dopo aver parlato con tutti giura che la situazione è risolta.
Prima del via c’è tempo anche per un fatto che sembra una barzelletta: Reddick per un problema di montaggio del sedile (a quanto pare) a Fontana aveva accusato il fatto che la gamba sinistra si fosse “addormentata” in corsa. Dopo qualche aggiustamento, nelle libere Tyler riporta che in effetti la gamba sinistra fosse a posto. Il problema è che ad addormentarsi stavolta è stata la destra. Da notare, infine, come anche Almirola riporti lo stesso guaio in corsa, ma lui ipotizza che la causa sia la vibrazione dei pedali che da quest’anno non sono fissati “in alto”, bensì sul pianale.
Alla bandiera verde Bell sceglie l’interno e rimane al comando senza troppi problemi, anche perché dietro ben pochi si adattano alla pista, infatti in molti finiscono loose soprattutto in curva1-2 e la causa sembra il fatto che i bump presenti facciano variare il flusso d’aria che scorre sotto la vettura ed il risultato è una sorta di porpoising in stile Nascar ma ben più rischioso.
Il primo a finire largo è Larson che si stacca subito e dietro di lui si forma il gruppone, con Elliott che rischia subito di finire nel sandwich fra Cindric e Logano che nella scia lo tocca sul paraurti. Nonostante questo Chase scavalca Cindric e pure Briscoe portandosi al terzo posto, poi però Cindric per stargli davanti anche lui perde la linea e quasi lo travolge.
Mentre la top10 si rimescola continuamente, dietro da seguire ci sono le rimonte di quelli partite dal fondo: mentre Kyle Busch procede con calma ma sembra soddisfatto della vettura, Reddick è scatenato fin da subito, tuttavia crede che qualcosa non vada perché raggiunge il limitatore troppo presto. Dopo 15 giri, quindi, Bell precede di 2″ Logano, Larson, Hamlin, Blaney, Bowman, Briscoe, Cindric, Byron e Chastain.
Questa classifica però dura ben poco, infatti Logano esaurisce il suo short run (loose) mentre Hamlin prosegue nella sua rimonta insieme a Blaney, Larson ha giri buoni ed altri meno e vede arrivargli vicino pure Bowman. Alla competition caution del giro 30 Bell ha sempre 2″ di margine, ma stavolta su Blaney, ed Hamlin praticamente alla pari, Bowman a 3.4″, Larson a 5.2″, Truex a 6.1″, Logano a 7.9″, Byron a 8.3″ con Briscoe e Chastain, Elliott e Cindric fuori dalla top10, Reddick 17° proprio davanti a Kyle Busch.
Il primo giro di soste rimescola ancora la classifica: Blaney, forse alla prima sosta buona del 2022, passa al comando davanti ad Hamlin malgrado un contatto fra #12 ed uno dei meccanici di Denny, Bell, Bowman e Chastain, Reddick e Kyle Busch invece perdono di nuovo posizioni, uno perché finito lungo nello stallo, l’altro perché ha problemi alla leva del cambio (risolto) con cui non riesce a scalare marcia; Hemric invece sta a lungo ai box per problemi all’avantreno che dureranno a lungo. Di Suárez invece la prima penalità per infrazione della pit crew. La sorpresa, infine, è la doppia sosta di Larson per una ruota mal fissata.
Si riparte ai -45 nella prima stage, Hamlin non scatta al meglio e così Bowman lo attacca riuscendo a sorpassarlo per un pelo; seguono Truex e Bell che però poi scivola largo e viene attaccato da Byron. Subito dopo arriva la prima “vera” caution di serata ed è per un semplice testacoda di Custer in curva2 mentre cercava di capire il limite della vettura. Cole riesce a ripartire da solo senza forature e quindi la caution è breve ed in pochi ne approfittano per una sosta.
Nuova green ai -38 e nuova caution: in curva1 Austin Dillon finisce loose e tocca Haley mandando in testacoda, dietro di loro Kyle Busch per evitarli a sua volta finisce in testacoda rischiando di rovinare il diffusore nella transizione fra banking ed apron. In sintesi, la giornata di Kyle Busch rischia di essere una quelle da team radio animati. Davanti intanto alla moviola Bowman è dato al comando su Blaney.
Mentre ancora pochi piloti vanno ai box, fra cui un Hemric più col cofano alzato che altro, e Custer recupera subito il giro perso, arriva una nuova bandiera verde ai -33. La corsia interna di Bowman è più organizzata e quindi la #48 rimane al comando, dietro lui c’è Blaney, Truex si fa vedere attaccando mentre Logano finisce loose nel mezzo di un 3-wide. La classifica non resta uguale per più di due giri di fila, ad esempio Hamlin al giro prima riesce a tenersi dietro Martin e a quello successivo è già al comando perché Bowman finisce loose e Blaney deve alzare il piede per non toccarlo.
Hamlin allunga subito su Blaney e ad approfittare del momento di mancamento di Bowman è anche Truex che ha scavalcato Byron; seguono un Chastain in forma che duella con Bell ed Elliott che è contento della modifica d’assetto dopo un primo stint in cui non sentiva la vettura. Infine da notare c’è il fatto che dopo la doppia sosta Larson è già nella top10.
La prima stage tormentata prosegue poco più tardi: Reddick finisce da solo in testacoda in curva4 andando nel prato, ma per fortuna lo spoiler ridottissimo della Next Gen non prende l’erba e quindi Tyler può riprendere senza danni apparenti. La pit lane si riapre e quasi tutti si tuffano a cambiare gomme di nuovo dato che sono passati quasi 30 giri, malgrado molti di questi siano stati disputati dietro la pace car.
La nuova classifica vede Kurt Busch davanti a LaJoie e Custer perché questi tre non si sono fermati ai box, seguono Almirola (due gomme) e poi Blaney che ha avuto ancora la sosta migliore del gruppo. Le storie dai box arrivano ancora e sono info importanti: Truex si prende una penalità (interferenza della pit crew), Hamlin crede di avere problemi al servosterzo, Hemric continua con i guai meccanici, Harrison Burton ha una sosta lenta, McDowell – infine – deve pittare due volte.
Si riparte per uno sprint di 11 giri e la curiosità sulla resistenza delle gomme è tanta: la risposta arriva in breve tempo. Custer all’esterno crolla subito, LaJoie pure, Byron salta in due mosse Almirola e Kurt Busch (loose pure lui) e a sorpresa è al comando; a seguirlo in poco tempo sono i compagni di squadra Bowman ed Elliott. La classifica deve assestarsi ancora, ma il sorpasso più importante arriva ai -2: Bowman riprende Byron e lo scavalca andando al comando.
Bowman vince dunque la prima stage davanti a Byron, un ottimo Chastain, Hamlin (che compensa bene i problemi), Elliott (ancora non al meglio), Larson (ottima rimonta in questo stint con le gomme rodate della qualifica), Blaney, Briscoe, Kyle Busch (che si esalta sempre nelle difficoltà) e Bell. Con Logano fuori dalla top10, Larson rimane l’unico ad aver marcato punti in ogni stage dall’inizio della stagione. Le zero o due gomme non hanno funzionato: Almirola è 18°, Kurt Busch 28°, LaJoie 29°, Custer 31°.
Nel break c’è tempo anche per una piccola lite: Kyle Busch non ha apprezzato la guida di Briscoe dopo la ripartenza (dal replay tuttavia non si nota nulla di eccessivo) e dopo il traguardo intermedio, tagliato molto vicini, cerca la vendetta dando un messaggio via paraurti. Briscoe via radio ci ride su e dice: “È arrabbiato solo perché ha avuto un incidente in precedenza.”
Altro break, altre soste e la lezione precedente non viene imparata: McDowell non si ferma, Keselowski cambia due gomme ed i due ripartono davanti ad Hamlin, Elliott, Bowman, Chastain, Byron, Kyle Busch, Briscoe e Blaney. Le tante caution (ed i pochi iscritti) fanno sì che a forza di lucky dog e pochi incidenti veri tutti i 37 piloti siano a pieni giri.
Alla bandiera verde Elliott spinge McDowell fino in curva1, poi però l’esterno di Keselowski ha la meglio mentre Chastain prova andare 3-wide nel mezzo lottando con coraggio con Chase ed Hamlin. Brad resiste davanti giusto un paio di giri, poi Hamlin risolve a suo favore il 3-wide e salta la #6 senza difficoltà, nemmeno allo sterzo. Ma la caution interrompe tutto: McDowell sta precipitando all’esterno, Briscoe se lo trova davanti, finisce loose e bacia il muro. Nel rimbalzo Chase colpisce l’incolpevole Suárez che sbatte contro le barriere ed è il primo e sconsolato ritiro della giornata.
Dopo le poche soste (McDowell, Briscoe con lo sterzo storto, Almirola, A.Dillon e LaJoie) e le polemiche via radio di Chastain contro Elliott in cui lo accusa di aiutare poco i proprio compagni in casa Chevy, si riparte con 68 giri da disputare nella seconda stage. Chastain spinge bene Hamlin che rimane primo, Ross riesce ad approfittare e sia lui che Byron riescono a passare Bowman; Larson invece deve alzare il piede nel mezzo di un 3-wide, non lo fa invece Jones che arriva di slancio e la formazione diventa un 4-wide in cui Erik regala spettacolo.
Ma la gara non prevede tregue, infatti arriva l’ennesima caution del 2022 provocata da Keselowski: evidentemente le due gomme non reggono più e Brad finisce in testacoda in curva4 e viene centrato dall’incolpevole Blaney, anch’egli costretto al ritiro mentre la #6 prosegue seppur staccata di due giri.
Si riapre la pit lane, ma le strategie sono ancora diversificate: Kyle Busch ed Austin Dillon non si fermano, poi Briscoe ed Almirola fanno solo il pieno e precedono Hamlin, Chastain e Byron; McDowell invece si prende una penalità. La green sventola ai -56 e Rowdy mantiene la prima posizione davanti ad Almirola mentre Chastain e Logano provano a recuperare con i 3-wide. Ross è davvero in forma ed è lui che emerge dal gruppo insieme ad un incredibile Larson che spunta a sorpresa.
Grazie anche al fatto che Kyle Busch finisce loose, Chastain passa al comando della corsa seguito da Larson che prova ad attaccarlo, ma perde la vettura in ingresso di curva3 e per salvarla perde tre posizioni a vantaggio di Hamlin, Kyle Busch e Bowman. La prima fase tranquilla dopo diversi giri permette l’analisi della situazione: chi si è fermato ai box può andare fino in fondo alla stage, la “non sosta” di Busch invece stupisce tutti ed il motivo è chiaro poco più tardi, dato che il crew chief gli dice che sono addirittura nove giri a corto con la benzina. E Kyle ride amaramente.
Ai -40 Chastain precede di mezzo secondo Hamlin, di 1.5″ Bowman e Larson, a 3″ ci sono Bell, Truex, Byron e Kyle Busch che sta resistendo alla grande vista la differenza di pneumatici; chiudono la top10 Elliott ed Harvick che precedono Jones, Kurt Busch, Logano ed un Wallace che si sta riprendendo dopo un’altra prima stage orribile e più vicina al 30° posto che al 20°.
Larson, dopo l’errore precedente, si sta riprendendo pur non avendo l’auto migliore come si poteva invece pronosticare; col sorpasso a Bowman è di nuovo terzo. Dietro di loro, invece, va in scena una bella battaglia fra altri compagni di squadra, in questo caso però sono Truex e Bell. Al giro di boa, chiuso in 1h44′, arriva però un’altra caution che salva Kyle Busch.
La gara storta, se non disastrosa, delle Ford raggiunge l’apice ora: Briscoe finisce in testacoda in curva3, poco più indietro Cindric probabilmente alza il piede vedendo il fatto e viene tamponato da Almirola coinvolgendo anche lo sfortunato (terza gara in cui finisce in un incidente non causato da lui) Harrison Burton che si deve appoggiare al muro.
La pit lane si riapre (ed i set di gomme cominciano già a scarseggiare) e a sorpresa Larson passa al comando sfruttando il fatto che Hamlin arriva lungo e si ferma sul tubo della pistola pneumatica; la gara buona di Jones viene rallentata dal primo di una serie di problemi meccanici (si inizia con una valvola ko di una gomma) che lo costringerà a soste prolungate per le caution successive. Bowman, invece, si prende una penalità per interferenza così come Truex in precedenza, Biffle, infine, è costretto al ritiro per la rottura della pompa della benzina esattamente come successo a Daytona. Anche Briscoe alza bandiera bianca mentre Keselowski con una wave around recupera uno dei due giri persi.
Si riparte ai -26 e Larson scatta bene restando al comando seguito da Chastain, tuttavia un combattivo Bell attacca Ross, per un attimo ci riesce ma poi finisce loose in curva2 e in testacoda; per evitare l’incidente in coda finisce in testacoda anche Burton. Bell riesce a ripartire, ma le due gomme incrociate forate creano un rimbalzo involontariamente comico; Cindric è il lucky dog e torna pieni giri mentre per Jones ora ci sono problemi ai freni.
La paura di restare senza gomme nel finale è tale che nessuno va ai box e dunque si riprende ai -18 con Larson e Chastain interni mentre Elliott è esterno. La coppia Hendrick, mentre Hemric in coda bacia il muro per proseguire la sua giornata complicata, rimane al comando precedendo Chastain, Kyle Busch, Byron e Truex.
La vettura di Elliott non è ancora al meglio e quindi in poco tempo Chastain torna al secondo posto, anche Kyle Busch prova ad approfittarne ma non riesce a completare il sorpasso e allora Byron tenta il sorpasso su Rowdy; in coda alla top10 Logano ha un tentativo di rilancio, ma lo short run è ancora il suo unico punto forte così come per Wallace che si affaccia ai piani alti ma per poco tempo.
La rimonta della #1 porta Chastain al posto #1 ai -5 grazie al fatto che Larson ancora una volta finisce loose in curva2 e Ross ne approfitta per passarlo all’interno venendo seguito da Elliott; dietro di loro Kyle Busch bacia il muro ma prosegue. Chastain, quindi, vince la seconda stage su Elliott, Larson, Byron, Kyle Busch, Truex, Logano, Harvick (anche lui nell’ombra), Hamlin e Wallace; segue Reddick che precede Jones.
Stavolta tutti vanno ai box e Chastain mantiene la prima posizione, sfruttando anche uno stallo molto buono, su Kyle Busch, Larson, Elliott e Truex. La green sventola ai -93 con due giri di ritardo perché Custer si è fermato in pista con fumo blu che esce dagli scarichi, segno che il viaggio verso il garage è definitivo per la rottura del motore dopo i problemi registrati prima della corsa.
Alla bandiera verde Ross non scatta al meglio, anche perché Chase spinge bene Kyle Busch, ma dopo un paio di giri di duello alla pari Chastain resta al comando seguito dalla #18, la #9, la #5 e la #22 di Logano all’ultimo spunto veloce della corsa, infatti presto verrà passato da Byron, Truex e Bowman mentre Harvick lo seguirà nella discesa in classifica; Hamlin torna nella top10 dopo la sosta lenta. Più indietro il duello fra Stenhouse e Buescher è molto duro (con Ricky che si lamenta di Chris) e l’unico risultato è che Kurt Busch passa entrambi.
La situazione torna tranquilla ed i giri sotto green diventano tanti dopo che l’unico long run della corsa praticamente è stato quello dal via alla competition caution. Ai -80 Chastain precede di 0.5″ Kyle Busch, Elliott e Larson di 3″, Truex e Byron di 3.7″, Bowman di 4.2″, Logano ed Hamlin di 5.5″, Reddick di 6.4″; fuori dalla top10 Harvick, Austin Dillon, Wallace, Kurt Busch e Jones.
La fuga a due diventa reale perché Chase non ha il ritmo e Larson manca il sorpasso vendendo passato a sua volta all’esterno da Truex e così il margine della coppia diventa addirittura di 4″; il più forte del momento è proprio Martin (poi si scoprirà il perché) che precede il quartetto Hendrick che perderà in fretta il vagoncino col #9.
Gli occhi di tutti sono su Truex, ma in 10 giri (dai -80 ai -70) la #19 non guadagna nulla, quindi l’attenzione passa sulla #18 dato che Kyle Busch riporta una vibrazione che sta peggiorando sempre più. Per sua fortuna la finestra per l’ultimo pieno si sta avvicinando così come il primo vero giro di doppiaggi che gli permettono di tenere vicino Chastain. Dietro di loro, invece, Byron bacia il muro.
Il primo ai box ai -55, mentre Truex stavolta sì ha ridotto il distacco ed è a 0.9″ da Kyle Busch e 2.1″ da Ross, è Austin Dillon, il quale viene seguito dopo un attimo di esitazione praticamente da tutti i leader. Ai -50 è la volta di Kyle Busch, a quello successivo di Chastain e Truex, poi anche di Hamlin. E qui arriva la caution.
Mentre Stenhouse, Ty Dillon ed Hemric sono gli unici a non essersi ancora fermati lasciando solo altre cinque auto (Kyle Busch, un prudentissimo Chastain in ingresso box, Truex, Bowman, poi nella classifica c’è Hemric che era staccatissimo ed infine Larson mentre Byron sarà lucky dog e tutti gli altri wave around) a pieni giri, Hamlin esce dai box e nel passaggio dalla seconda alla terza sbaglia clamorosamente la cambiata.
Il problema di Hamlin è che va a memoria: dopo quasi 20 anni col cambio ad H il passaggio dalla seconda alla terza prevede un movimenti in giù, col nuovo cambio sequenziale per salire di marcia bisogna andare invece in su. In sintesi, Hamlin passa accelerando sull’apron dalla seconda alla prima e, dopo il mezzo testacoda, della trasmissione rimangono solo ingranaggi rotti. Per Denny arriva un ritiro che in classifica generale a fine gara lo mette addirittura al 30° posto.
Dopo il completamente del giro di soste al comando dunque c’è Kyle Busch davanti a Chastain, Truex, Bowman, Stenhouse, T.Dillon, Hemric, Byron e poi Reddick ed Harvick a completare la top10. L’altro colpo di scena è che Larson si è preso una penalità per eccesso di velocità e riparte soltanto 24°.
La bandiera verde sventola ai -41 ed in corsia interna Truex riesce a spingere Rowdy davanti però si deve accodare a Chastain e Bowman; Hemric bacia ancora una volta il muro. Martin però è il più in forma: il sole sta scendendo e le temperature si stanno abbassando, il ritmo di Ross non è più veloce come in precedenza e invece emerge ancora di più la #19.
Dopo il sorpasso di Truex su Bowman, ai -35 nasce una mini fuga a tre con Bowman e Byron a completare la top5. Martin passa all’interno ai -33 e quando è secondo deve recuperare 1.2″ a Busch. Mentre Larson fatica a rimontare ed è ancora fuori dalla top10, davanti Truex non recupera subito ed ai -25 non solo ha ancora 1.0″ di ritardo, ma Chastain gli è ancora incollato.
Il ricongiungimento arriva ai -20 e Kyle Busch per i successivi 15 giri avrà praticamente sempre Truex al massimo a due decimi di ritardo, Chastain invece sulla lunga distanza cede lasciando la vittoria alla coppia Joe Gubbs Racing. Il duello è intenso, anche se Martin in pratica tenta solo un attacco ai -12 quando, dopo giri di traiettorie diverse con la #19 all’interno dopo che Busch ha coperto l’esterno, Truex trova il sorpasso in curva3 ma Kyle trova l’incrocio e ritorna al comando.
Dai -7, quando i doppiaggi aumentano, Busch inizia a riguadagnare metri e decimi preziosi, al punto che ai -4 il margine è di “ben” 0.548″, poi scende di nuovo a 0.357″ ai -3, ma comunque il margine sembra di relativa sicurezza per uno come Kyle. Poi però arriva la caution che riapre la gara.
Mentre ormai Chastain è a 3.7″ e vede Bowman sempre più vicino, Byron è nel limbo a 7.9″, Reddick è sesto a 14.0″ con Larson, Jones è ottavo ed in scia a Kyle quando finisce violentemente a muro in curva4. La #43 poi, senza più direzionalità, finisce nell’erba dell’infield e dopo un lungo tratto vira di nuovo pericolosamente verso la pista venendo evitata per un pelo da Wallace (14° in quel momento) che finisce contro il muro interno sfiorando la pace car che stava uscendo dai box.
La pit lane si riapre anche se non è chiaro quanti piloti abbiano un set di gomme fresche, l’unica conferma che arriva al volo dai box è che Elliott (tristemente 15°) ne ha uno e se lo gioca. Anche la coppia JGR con Chastain ne monta uno, ma la sorpresa è che il resto del team Hendrick opta per le due gomme e quindi Larson passa al comando davanti a Bowman, Byron, Kyle Busch, Chastain e Truex.
Al choose cone che precede l’overtime Larson, Byron e Truex scelgono l’esterno, Bowman, Kyle Busch e Chastain invece l’interno e alla bandiera verde la tensione è massima, anche perché nel corso della corsa le due gomme non hanno fornito molta velocità, però uno come Larson potrebbe resister per due giri al comando.
A sorpresa l’overtime è molto tranquillo e breve da riassumere: le prime tre file sono praticamente 2-wide nelle stesse posizioni per un giro e mezzo e la gara si decide in curva4. Alla bandiera bianca Bowman aveva il muso davanti a Larson e quindi probabilmente Kyle è conscio che per vincere dall’esterno deve dare qualcosa di più, però finisce loose, deve alzare il piede e quindi la #48 ha vita facile.
Alex Bowman vince quindi un’altra gara di rapina (anche se nella prima stage aveva dimostrato di esserci prima di una flessione e di una penalità) e precede Larson e Chastain che emerge nell’ultimo giro. Kyle Busch è quarto e beffato ed il team radio è tutt’altro che pubblicabile; completano la top10 Byron, Almirola (unico fra i primi 10 per tutte e tre le gare stagionali), Reddick, Truex, Elliott e Bell.
La Next Gen, passa anche l’esame Las Vegas, una pista che negli ultimi anni ha sofferto il pacchetto aerodinamico a meno che la gara fosse stata disputata sotto un sole cocente. I problemi ci sono ancora, ma i piloti si stanno adattando e cercando il limite. Tre piloti diversi in victory lane nelle prime tre gare non sono una novità, tuttavia nella top10 regna tanto equilibrio e qualche big deve già inseguire Larson che ha scavalcato (insieme a Truex e Logano) Cindric in vetta alla classifica generale. Ora tocca a Phoenix, primo short track stagionale ed altro banco di prova.
I risultati odierni
La classifica della “Pennzoil 400”
La classifica generale
Così in campionato dopo 3 delle 36 gare della Nascar Cup Series 2022
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I prossimi appuntamenti
La trasferta sulla costa Ovest della Nascar si chiude il prossimo weekend a Phoenix, prova cruciale in vista del gran finale di novembre. Sabato sera ci sarà la gara della Xfinity Series e domenica quella della Cup Series. La Truck Series tornerà invece il 19 marzo ad Atlanta.
Immagine: media.nascar.com
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