Tutto è pronto per l’ultima grande battaglia a Mantova, ecco com’è andata quando tre (o più) piloti sono arrivati al “title decider”
Nell’insolito scenario di un mercoledì di novembre, il mondiale motocross darà “fuoco alle polveri” per l’ultima volta nel 2021. Il circuito di Mantova assegnerà il titolo della classe MXGP al termine di una stagione strepitosa con tre piloti a darsi battaglia per il trono più ambito delle ruote tassellate, quello di campione del mondo della categoria regina.
Il titolo della MXGP (ex 250cc e MX1) non si decideva all’ultimo Gran Premio dal 2008 e quindi fa specie pensare che dopo 12 stagioni decise prima (e spesso anche molto prima) della conclusione del campionato, questa volta saranno ben tre piloti a giocarsela. Romain Febvre partirà con tre punti di margine su Jeffrey Herlings e 15 su Tim Gajser.
Questa non è la sede per riassumere statistiche sui tre fuoriclasse ancora in gioco perché se ne riparlerà a campionato concluso, ora è più interessante andare a ricercare le altre occasioni, nella lunghissima storia del mondiale motocross, in cui almeno tre piloti sono arrivati all’ultimo Gran Premio con chance di vincere il campionato.
Quella di mercoledì sarà la 23esima occasione in cui un campionato del mondo di motocross, contando tutte e tre le classi, verrà deciso all’ultimo appuntamento tra tre (o più) contendenti. La prima volta accadde nel 1968 nella classe 500cc, mentre l’ultimo caso è piuttosto recente e risale alla MX2 del 2015.
Facendo un rapporto tra punti da assegnare e distacco tra il primo e l’ultimo contendente, la MXGP 2021 risulta come il quarto campionato più serrato di sempre nella casistica che stiamo affrontando in questa sede. Riassumiamo brevemente cosa è successo nelle tre occasioni in cui si è arrivati all’ultimo round con una classifica ancora più chiusa.
1970, classe 500cc. Siamo ancora agli albori del mondiale. Il campionato si decide sulla pista lussemburghese di Ettelbruck tra tre rappresentanti della Svezia dei giganti, tutti in sella alle Husqvarna. In testa alla classifica c’è Arne Kring, che tuttavia dopo avere vinto quattro dei primi nove Gran Premi si è infortunato alla schiena in una gara internazionale successiva al round in Germania Est; la lotta vera è dunque tra Aake Jonsson, staccato di tre punti da Kring, e Bengt Aaberg (campione in carica) ad un’ulteriore lunghezza di distacco. Il sistema di attribuzione dei punteggi è molto differente rispetto a quello attuale: la classifica di un Gran Premio è infatti basata sulla somma dei tempi delle due manche e per l’assegnazione del titolo si considerano solo i sette migliori risultati. Nonostante ciò che si evince dalla classifica assoluta, dunque, Aaberg ha un piccolo margine su Jonsson perché in caso di vittoria dovrebbe scartare tre punti contro gli otto dell’avversario con un massimo di 15 da assegnare. In Lussemburgo Aaberg si aggiudica la vittoria mentre Jonsson non conclude una delle due manche e pertanto non marca punti, quindi Aaberg vince il suo secondo titolo.
1980, classe 125cc. Con il nuovo decennio sembrerebbe aprirsi anche una nuova era per la cilindrata più piccola. Il mondiale viene dominato dal 19enne Marc Velkeneers, che tuttavia si frattura una gamba in Germania lasciando così spazio ad un altro giovanissimo, il 17enne Eric Geboers, e soprattutto a Michele Rinaldi sull’artigianale e italianissima TGM, che arriva all’ultimo appuntamento in Spagna da leader del campionato e con la concreta possibilità di diventare il primo italiano a vincere un mondiale di motocross. Rinaldi si presenta a Mongay con quattro punti di vantaggio su Geboers ma in corsa per la corona c’è anche il campione in carica, più esperto e già vincente, il 28enne Harry Everts, lontano otto lunghezze. Everts, infortunatosi a sua volta prima del quinto round in Jugoslavia, è riuscito a recuperare punti sin dal suo rientro alle gare ed è il sicuro favorito almeno per il successo nel Gran Premio decisivo. Nella prima manche Everts conquista la vittoria davanti a Rinaldi, riducendo il gap a cinque lunghezze, e in gara-2 si impone nuovamente rovesciando la classifica a fronte del sesto posto del pilota italiano. Everts conquista il terzo dei suoi quattro mondiali mentre Rinaldi riuscirà comunque a diventare il primo italiano iridato, anche se dovrà aspettare altri quattro anni.
1986, classe 500cc. A livello matematico, ma anche di storia, è il mondiale più combattuto di sempre. Si corre ancora in Lussemburgo ma a differenza di 16 anni prima la pista è quella di Folkendange. I tre pretendenti sono autentiche leggende di questo sport: Dave Thorpe, campione in carica, precede di tre punti il già citato Geboers e di quattro André Malherbe, già tre volte iridato nella massima cilindrata. A dare ulteriore pepe c’è il fatto che tutti e tre siano in sella ad una Honda e, nondimeno, un quarto contendente come Georges Jobé, chiamato tuttavia alla disperata impresa di recuperare 20 punti su tre avversari. La domenica di Geboers è nera come il suo occhio destro, colpito violentemente da un sasso sollevato da un avversario durante le qualifiche, dunque restano Thorpe e Malherbe che in gara-1 offrono un duello mozzafiato per oltre 40 minuti. Il britannico trionfa e mette una mano sul titolo ma uno scroscio di pioggia prima di gara-2 porta ad un atto finale insidiosissimo, in mezzo al fango. Malherbe conduce gran parte della manche ma nelle ultime battute subisce la rimonta di Jobé, mentre Thorpe col terzo posto si conferma campione per cinque punti.
Nei 22 precedenti finali a tre o più piloti, solo in quattro occasioni il capoclassifica alla vigilia dell’ultimo round non ha poi conquistato il titolo: per due volte si è imposto il primo inseguitore, nelle altre due si è verificato il ribaltone totale. Per quanto riguarda i “coast to coast” abbiamo già visto Aaberg ed Everts (e qui fischieranno le orecchie a Gajser…), mentre i campioni partiti dal secondo posto sono Paul Friedrichs, che a Wohlen (Svizzera) nel 1968 rovesciò John Banks per vincere il titolo 500cc, e Heinz Kinigadner che nello storico atto finale di Goldbach (Germania) 1985 soffiò il campionato 250cc a Jacky Vimond. Altra nota statistica: nell’unico finale tra i tre visti sopra in cui il leader di campionato ha poi vinto il titolo, Thorpe si è fregiato della corona vincendo un solo Gran Premio nell’arco della stagione… esattamente come Febvre è salito sul gradino più alto del podio in una sola occasione quest’anno.
Tutto è pronto quindi per il Gran Premio decisivo della MXGP 2021. Febvre, Herlings e Gajser si sono generalmente equivalsi per tutta la stagione, con periodi di forza a cui hanno fatto seguito altri momenti più difficili dovuti, soprattutto nel caso dell’olandese e dello sloveno, anche ad infortuni. Una sfida che dal pilota si espande fino alla tecnica, con la contrapposizione tra tre colossi come Kawasaki, KTM e Honda. Chi la spunterà?
Immagini: Husqvarna Media Site, MXGPHistory, Kawasaki Media Site
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