MXGP / Supercross | I campioni del mondo in carica al di là dell’Atlantico: i predecessori di Prado

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di Federico Benedusi @federicob95
3 Dicembre 2023 - 15:34
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Quanti iridati di motocross regnanti si sono cimentati nel Supercross AMA prima dello spagnolo? Ripercorriamo una lunga storia

Motocross e supercross. Due facce di una stessa, meravigliosa medaglia. Da una parte le gare nelle immense arene naturali di tutto il mondo, dall’altra le emozionanti esibizioni negli stadi lanciate negli Stati Uniti e poi allargatesi con più o meno successo all’intero globo.

Senza stare a disquisire per l’ennesima volta delle tante differenze tra queste due specialità che vanno a costituire il motocross inteso come sport in generale, la decisione del campione MXGP Jorge Prado di prendere parte ai primi tre round del campionato indoor AMA 2024 ha inevitabilmente riaperto i libri di storia. Qui, dunque, andremo a ripescare gli iridati motocross in carica che hanno scelto di cimentarsi, per qualche gara spot o come nuova sfida della propria carriera, al di là dell’Atlantico e in particolare nella serie di supercross più importante e storica.

Nel complesso, Prado sarà il 13° campione del mondo a gareggiare nel Supercross AMA nel corso del proprio regno. La Gas Gas del galiziano porterà la tabella #111, storicamente riservata proprio a questa categoria di piloti.

ROGER DE COSTER, 1974 e 1977

La lista va in ordine cronologico ma cominciare da Roger de Coster sarebbe obbligatorio in ogni circostanza. L’attuale capo del motorsport del Gruppo KTM negli Stati Uniti, nonché commissario tecnico del Team USA, ha portato la tabella #1 del mondiale 500cc oltre l’oceano per ben due volte e la prima risale addirittura alla prima vera stagione del Supercross AMA, quella del 1974.

Vinto il suo terzo iride nel 1973, nell’appuntamento finale di Sint Anthonis in Olanda ai danni di Willy Bauer, “The Man” conquista il successo nel primo storico evento della serie AMA il 10 marzo 1974 a Daytona nella classe 500cc. Nel “Superbowl of Motocross” al Coliseum di Los Angeles, terzo e conclusivo round del campionato a giugno, viene invece battuto nella classe 250cc dal cecoslovacco Jaroslav Falta, che più tardi in quell’anno avrebbe perduto il mondiale di categoria nell’indecoroso Gran Premio finale di Wohlen in Svizzera.

Con altri due mondiali 500cc nel palmarès, de Coster torna negli Stati Uniti nel 1977 per una singola gara, di nuovo al Coliseum di Los Angeles, terminando al 14° posto.

JEAN-MICHEL BAYLE, 1989 e 1990

Definire “JMB” come un eroe dei due mondi è riduttivo, perché se è stato un pilota vincente sia in Europa che negli States lo è stato allo stesso tempo anche in contesti molto distanti come pista e fuoristrada. In ben due annate consecutive Bayle ha preso parte al Supercross a stelle e strisce come campione del mondo in carica, della 125cc nel 1989 e della 250cc nel 1990, anno quest’ultimo del suo approdo definitivo nei campionati americani.

Scelta decisamente inusuale oggi, tant’è che la fermezza con cui Prado ha deciso di debuttare direttamente sulla 450cc ha suscitato quasi scalpore, tornando a 34 anni fa l’iridato 125cc Bayle si lancia nella nuova sfida in sella alla Honda CR250. Dopo lo sfortunato debutto di Anaheim #1, il francese si avvicina da subito al ritmo dei migliori interpreti e nel quinto round a Miami risulta battuto solamente da un Ricky Johnson partito con cinque vittorie su sei prima di incappare nell’incidente di Daytona che, di fatto, ha rappresentato la svolta finale in negativo della sua carriera. Il primo approccio di Bayle con il Supercross AMA si conclude dopo sei gare e un bilancio di 79 punti.

Vinto con margine il mondiale 250cc nel 1989, Bayle attraversa definitivamente l’Atlantico nel 1990. Nella sua prima stagione intera nel Supercross, al termine di un’epica sfida a tre, “JMB” cede a Jeff Stanton per appena sette punti nonostante due appuntamenti disertati per infortunio, mettendo a referto cinque vittorie e 12 podi su 16 main event.

I primi tempi negli Stati Uniti sono molto difficili per Bayle, vittima di un clima molto ostile che sfocia addirittura in minacce e bravate molto pesanti nei suoi confronti, ma questo non gli impedisce di conseguire un magico “triplete” nel 1991 con il titolo indoor 250cc e quelli outdoor 250cc e 500cc. Ora, che si guardi ad est o ad ovest dell’oceano, Bayle è ricordato come un’autentica leggenda del motorsport a due ruote.

1992, TRAMPAS PARKER e STEFAN EVERTS

Le prime gare dell’AMA Supercross 250cc 1992 sono impreziosite dalla presenza di ben due campioni del mondo in carica di motocross, Stefan Everts (125cc) e l’italo-americano Trampas Parker (250cc). Per quest’ultimo si tratta naturalmente di un ritorno a casa, avendo iniziato la propria carriera in patria con tanto di podio (un terzo posto) nel primo evento Supercross AMA in assoluto della classe 125cc a San Diego nel 1985: in quattro gare firma come miglior risultato un 13° posto nella serata inaugurale ad Orlando.

Diverso il discorso di Everts, che come raccontato nell’intervista esclusiva di qualche anno fa ha nell’America un sogno mai realizzato. Il futuro dieci volte campione del mondo disputa quattro main event nonostante una preparazione fisica non particolarmente focalizzata sulla disciplina, concludendo nono al debutto a Houston dopo avere lottato per il podio e replicando il piazzamento ad Anaheim la settimana successiva. Vincendo il mondiale 250cc del 1992 il belga avrebbe avuto con tutta probabilità la chance di ripercorrere la strada di Bayle (foto sotto), ma un infortunio a stagione in corso lo tolse dai giochi e da quel momento gli Stati Uniti persero progressivamente posizioni nella lista delle priorità.

GREG ALBERTYN, 1995

A porsi tra Everts e gli States è anche un pilota che invece ha avuto modo, per diversi anni, di confrontarsi con i grandi d’America. Con tre mondiali consecutivi in tasca (uno in 125cc e due in 250cc, questi ultimi proprio ai danni del #72), per il 1995 Greg Albertyn può mettere infatti la sua firma su un contrattone Suzuki per gareggiare nei campionati AMA, prendendosi anche una rivincita su Honda che l’anno prima si era tirata indietro proprio all’ultimo secondo. A capo del team Suzuki USA c’è il “solito” de Coster e il meccanico di Albertyn (portato dal mondiale) è Ian Harrison, ora team manager di KTM Factory Racing negli Stati Uniti.

L’impatto con il Supercross è piuttosto duro per il sudafricano, che si infortuna subito e impiega diverse gare prima di arrivare ad un buon livello. La stagione di debutto di “Albee”, il 1995 da campione del mondo 250cc in carica, si conclude con un sesto posto a San José e un quarto a Las Vegas per la 12esima posizione in classifica generale.

L’esperienza americana di Albertyn è segnata in negativo soprattutto da Suzuki, moto che in quegli anni non rappresenta di sicuro il massimo della competitività (come ebbe modo di sperimentare anche Jeremy McGrath nel 1997), ma il successivo titolo National 250cc del 1999 è senza dubbio un’altra gemma nella preziosa corona del primo iridato africano di motocross.

SÉBASTIEN TORTELLI, 1997 e 1999

L’esempio di Bayle, ma anche di Mickaël Pichon, costituisce un’autentica illuminazione per i piloti francesi. Ad appena 18 anni, nel 1996, Sébastien Tortelli vince il mondiale 125cc con un vantaggio a tripla cifra sul primo inseguitore e il desiderio di dimostrare la propria forza anche nel Supercross si fa subito vivo. In vista del passaggio alla categoria superiore, il pilota di Agen partecipa al secondo evento del campionato 1997 a Los Angeles terminando settimo e gettando le basi per l’avventura futura.

Il 1997 termina con un terribile infortunio alla schiena in Venezuela ma per il 1998 Tortelli decide di affinare la sua preparazione correndo nel Supercross. Il 10 gennaio l’allora pilota Kawasaki inizia un’annata da leggenda imponendosi (senza nemmeno rendersene conto) nella palude del Coliseum di Los Angeles e le discrete prestazioni successive lo convincono: dal 1999 correrà a tempo pieno nelle serie AMA.

E lo fa da campione del mondo, dopo il memorabile Gran Premio di Grecia a Megalopolis che gli consegna il mondiale 250cc a scapito di Everts. Per approdare negli States Tortelli firma con Honda ma alla fine, tanto nel 1999 (11° in campionato) quanto in tutte le stagioni seguenti fino al 2005, l’amore tra il transalpino e il Supercross non sboccia mai al 100% complice anche diversi incidenti e problemi fisici. Quella di Los Angeles 1998 resta l’unica vittoria del due volte campione del mondo nell’indoor AMA.

ALESSIO CHIODI, 1999

Nella stagione del terzo e ultimo iride consecutivo della 125cc, “Chicco” Chiodi lancia la sfida agli americani partecipando ai primi due round della West Coast ad Anaheim e San Diego. Il bresciano si allena con McGrath e quando svolge la prima track walk nell’allora Edison International Field si spaventa da quanto sono alte le whoops, ma quando scende in pista riesce a passare anche sopra la scarsa esperienza nella specialità terminando quinto al debutto e quarto sette giorni più tardi.

Per il 2000, ancora da campione del mondo della ottavo di litro, l’accordo con Husqvarna e il team di Eraldo Ferracci è già firmato ma un grave infortunio al Motorshow di Bologna a dicembre compromette definitivamente il sogno americano e anche il prosieguo della carriera di Chiodi, che a tutti gli effetti non sarà più quello di prima.

GRANT LANGSTON, 2001

Dopo avere colto nel segno in appena due stagioni iridate outdoor, anche Grant Langston viene richiamato dalle sirene americane come principale rappresentante di KTM, che sta iniziando ad avere ambizioni importanti nelle serie AMA. Il sudafricano, campione in carica della 125cc, nel 2001 è protagonista della West Coast terminando al quarto posto con una vittoria a Irving e tre podi in totale.

La carriera oltreoceano di Langston prosegue con una grande serie di successi. È tuttora uno dei pochi piloti ad avere conquistato entrambe le Coste della classe cadetta del Supercross AMA ma a coronamento della sua esperienza c’è soprattutto il rocambolesco titolo National 450cc del 2007, ultimo di quattro titoli americani vinti in otto stagioni.

MICKAËL PICHON, 2003

Già titolato nel Supercross 125cc East Coast nel 1995 e nel 1996, l’esperienza americana di Pichon si era esaurita nel 1999 con un burrascoso addio al team ufficiale Honda e il conseguente ritorno nel circuito iridato. Nel biennio 2001-2002 il pilota di Le Mans è incontrastato Re del mondiale 250cc con 21 vittorie su 26 gare e il cammino verso una MXGP 2003 che si preannuncia strepitosa, con Everts e Joël Smets a caccia del suo titolo, passa anche da una puntata nel Supercross AMA 250cc ad Anaheim.

Di ritorno nell’indoor ad alto livello dopo quattro anni, Pichon non sfigura e si qualifica per il main event già nella sua batteria (che ai tempi promuoveva quattro piloti e non nove). La sua one-off in finale termina però dopo nemmeno un giro, con caduta e ritiro.

Da notare come in quella stagione anche il vice in carica di Pichon, Joshua Coppins, dia l’assalto all’America ma con un risultato ancora più sfortunato: dopo la mancata qualificazione ad Anaheim #1, il neozelandese riporta un infortunio alla schiena e ad un piede a Phoenix venendo costretto a disertare gran parte della stagione iridata.

CHRISTOPHE POURCEL, 2007

L’esordio americano di Christophe Pourcel nel 2007 è a dir poco fiammante. Il campione del mondo MX2 trova una sella per alcune gare presso il team ufficiale Kawasaki di Mitch Payton e impiega appena due round della Lites West Coast per avere ragione di Ryan Villopoto a Phoenix.

L’infortunio di sette giorni dopo ad Anaheim è solo il primo atto di un anno che invece sarà da dimenticare, con uno scatenato Antonio Cairoli a riprendersi lo scettro della classe cadetta mondiale e un altro incidente che chiude il 2007 del talentuosissimo francese in anticipo, in Irlanda del Nord. Pourcel torna negli Stati Uniti a tempo pieno nel 2008, vincendo due titoli Supercross AMA 250cc East nelle due annate successive, ma in generale con fortune alterne.

KEN ROCZEN, 2012

Dopo Marvin Musquin, che tuttavia non corre l’AMA Supercross da campione del mondo in carica, anche Ken Roczen viene trasferito da KTM in America dopo avere centrato l’iride MX2 2011. Il tedesco ha debuttato nelle serie americane proprio nell’anno dell’unico titolo mondiale outdoor, ma è nel 2012 che abbraccia definitivamente la sfida oltreoceano terminando al secondo posto nella classe Lites East alle spalle del confermato campione Justin Barcia, con una vittoria a Houston e cinque podi. Nella sua unica apparizione in 450cc, a Seattle, il futuro tre volte campione americano coglie un’altra seconda posizione.

TOM VIALLE, 2023

E veniamo all’esempio più recente, quello di Tom Vialle. Dopo il secondo iride MX2 vinto all’ultimo respiro in Turchia, il figlio d’arte transalpino valica l’Atlantico con grandi speranze ma la prima esperienza americana indoor (classe 250cc) non è troppo fortunata. Sfiora il podio già al debutto a Houston, con una scivolata a tempo quasi scaduto che da terzo lo relega settimo, e nelle gare a lui potenzialmente più favorevoli, quelle di Daytona e Atlanta, resta coinvolto in cadute al primo giro. Conclude all’ottavo posto in classifica generale, con un quarto posto nella Triple Crown di Arlington come best rank.

Il futuro di Prado sembra già tracciato. Quella del 2024 dovrebbe essere a tutti gli effetti la sua ultima annata in MXGP, con un titolo da difendere dall’assalto di una platea di grandi avversari per attraversare l’oceano da imbattuto. Le tre gare a cui prenderà parte nel Supercross 450cc a gennaio diranno già tanto sulle sue potenzialità negli stadi, ma anche se non dovesse lottare per podi e vittorie (e nessuno lo pretende) si tratterebbe solo dell’inizio di un progetto a medio-lungo termine.

Immagini: Gas Gas Media Center, cyclenews.com, MXLarge, RacerX, Supercross Facebook, LeBigUSA, 90s Motocross Facebook, VitalMX, KTM Media Center

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