MXGP | La Carica delle 101: il record di Everts e Herlings

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Tempo di lettura: 7 minuti
di Federico Benedusi @federicob95
3 Maggio 2023 - 18:05
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Caratteristiche peculiari e punti di forza dei due uomini da record del mondiale motocross: nessun confronto diretto, solo la consapevolezza di essere di fronte ad immense leggende

Domenica, in occasione del Gran Premio del Portogallo della MXGP ad Águeda, Jeffrey Herlings ha finalmente raggiunto lo storico e tanto atteso traguardo delle 101 vittorie nel mondiale motocross, eguagliando Stefan Everts dopo quasi 17 anni. Che prima o poi ci saremmo trovati a parlare di questo pareggio di conti era evidente: il pilota olandese si era portato a quota 99 già nell’evento che gli consegnò il titolo 2021 della classe regina e solo l’infortunio che lo ha costretto ai box per tutto il 2022 lo ha allontanato momentaneamente dal divenire il più vincente nella storia della ruota tassellata iridata.

Per dare anche un tocco di storia a queste pagine, scelta sempre azzeccata a parere di chi scrive, può essere interessante contestualizzare e raccontare i punti caratterizzanti delle cavalcate vincenti di queste due leggende del motocross. Attenzione, dunque: nonostante la presenza di sparuti confronti dal puro punto di vista numerico, in questa sede non c’è la benché minima intenzione di innalzare un pilota piuttosto che l’altro; si vuole semplicemente narrare come Everts e Herlings siano arrivati a questo fenomenale traguardo e quali siano le peculiarità delle rispettive 101 vittorie.

IL CAMPIONE PIÙ GIOVANE E… LONGEVO

Un fattore che ha caratterizzato l’intera carriera di Everts è senza dubbio la longevità. Il nativo di Bree, Belgio, si è laureato come il più giovane campione del mondo alla vincita del primo titolo e come il secondo più anziano al momento del decimo e ultimo alloro. In entrambi i casi sono poi arrivati altri piloti a migliorare questi primati, ma non c’è dubbio che Everts abbia segnato ben più di un’epoca nel mondiale motocross.

Everts ha conquistato il primo mondiale a 18 anni e otto mesi, l’ultimo quasi 15 anni esatti più tardi e la distanza che separa la sua prima vittoria dall’ultima è pressoché analoga. Il successo inaugurale del figlio (e ora padre) d’arte arrivò nel Gran Premio di Ungheria sulla pista di Kaposvár il 25 maggio 1991, mentre l’ultimo risale al weekend conclusivo della sua carriera iridata, quello del 17 settembre 2006 ad Ernée in Francia. 15 anni, tre mesi e 23 giorni: solo Antonio Cairoli, con 17 anni, due mesi e 19 giorni, è riuscito a fare meglio, mentre per quanto riguarda Herlings si parla di 13 anni e cinque giorni.

MISTER 875

Fino a quando il mondiale motocross si è disputato su tre categorie (1975-2013) si è utilizzato il termine “Mister 875” per identificare i piloti capaci di vincere in tutte le cilindrate, utilizzando banalmente la somma delle stesse: 125cc, 250cc e 500cc. Due soli piloti hanno raggiunto questo traguardo, con Everts affiancatosi ad Eric Geboers. La poliedricità di Everts non si limita, tuttavia, solo a questo.

Il belga è infatti riuscito a portare almeno una volta al successo ben cinque tipologie di moto: nell’ordine 125cc 2T, 250cc 2T, 500cc 2T, 450cc 4T e 250cc 4T. Un fatto decisamente non banale, che rivela come Everts sia stato anche uno dei piloti maggiormente capaci di adattarsi al cambiamento nel mondo del motocross in atto proprio negli anni di maggior splendore dell’ora 50enne del Limburgo. Dell’avveniristica Honda CR500 con cui annichilì la concorrenza del mondiale di categoria a Namur nel 1998 Everts ci ha già parlato nell’intervista di tre anni fa, ma tra le moto simbolo con cui il #72 è arrivato in cima alla montagna si ricorda anche la Yamaha YZ426F (che per praticità abbiamo sopra assimilato alla 450cc) protagonista dei campionati 2001 e 2002, un pezzo di storia che fu anello di congiunzione tra la 500cc 2T e la 450cc 4T che vediamo tuttora.

Cionondimeno, Everts si è distinto anche per la moltitudine di Case costruttrici con cui è stato capace di vincere: Suzuki, sia in 125cc che in 250cc, Kawasaki, Honda e Yamaha. L’unica “tacca” resta la sfortunatissima parentesi Husqvarna del 2000, anno di cui Stefan parla pressoché solo in relazione a ciò che è venuto dopo.

2003

Nessuno ricorda con piacere il triennio 2001-2003 marchiato Dorna, ma l’ultima stagione sotto l’egida del promoter spagnolo è stata quella in cui Everts ha marcato e poi aggiornato un formidabile record: vincere due e poi tre Gran Premi in un solo giorno è un’impresa destinata a rimanere unica nel suo genere, se non altro perché ora le categorie iridate sono solo due e con la doppia manche è impossibile correre in entrambe.

Nel 2003 Everts ha vinto la bellezza di 18 gare su 22 disputate ma non si deve scadere nel pensare che con una sola manche fosse tutto più facile: tra i tanti piloti che in quel triennio si cimentarono con costanza in più di una categoria solo Joël Smets, sempre nel 2003, riuscì ad essere efficace quasi al livello di Everts, non raggiungendo comunque mai la doppietta in una singola giornata.

L’ESPLOSIVITÀ DEL “PROIETTILE”

Sin dalla giovane età Herlings è stato soprannominato “The Bullet”, nomignolo non certo campato per aria. La rapidità con cui il pilota di Geldrop è arrivato al successo è propria di pochissimi piloti nella storia e se Everts ha segnato un’epoca per longevità, Herlings ha rivoluzionato il modo di guidare una moto da cross. Sembra tuttavia, e qui sta il problema per tutti coloro che lo hanno sfidato e lo sfidano tuttora in pista, che in poco più di un decennio non sia stato ancora trovato un metodo per copiarlo in maniera proficua.

A sconvolgere sono i numeri della bandiera KTM. 101 vittorie su 168 Gran Premi effettivamente corsi (in altri tre non ha disputato nessuna delle due manche) e su un totale di 135 podi, 190 manche conquistate su 331 disputate: Herlings ha vinto circa il 60% dei Gran Premi a cui ha preso parte, il 57% delle manche singole e il 75% dei suoi podi sono vittorie. Cimentandoci nell’unico raffronto di questo articolo, Everts ha marcato 101 vittorie su 166 podi in un totale di 226 Gran Premi e 172 manche su 422.

UN CAMPIONE SEGNATO

Gli infortuni sono stati parte integrante della carriera di Herlings. Dalla sua stagione di debutto sul palcoscenico iridato, il 2010, solo in tre occasioni l’olandese è riuscito a correre tutti i Gran Premi in calendario in una singola annata e due di questi tre casi risalgono a più di un decennio fa. Nonostante ormai non ci siano più possibilità di rivedere un vero Herlings al 100% come quello che dominava in MX2 o quello del 2018, è impressionante come tuttora il #84 sia capace di prestazioni sovrumane, con progressioni formidabili negli ultimi minuti di una singola manche: pur dovendo centellinare le energie per cercare di non subire più gravi infortuni ottimizzando allo stesso tempo un calendario di gare che ormai punta all’infinito, Herlings sfodera ancora performance a dir poco memorabili come la gara-2 vinta ad Arco di Trento qualche settimana fa.

Dove sarebbe potuto arrivare Herlings senza tutti questi infortuni? Molto difficile dirlo, naturalmente, ma a prescindere da quello che sarà il suo palmarès a fine carriera resterà sempre l’impressione che avrebbe potuto vincere molto di più e questo è spesso oggetto di critiche da parte di campioni del passato interpellati sulla questione.

MX2 KING

Tra le cifre più impressionanti di Herlings c’è sicuramente il numero di vittorie in MX2, ben 61. Un numero che gli è costato tanto soprattutto a livello fisico, complice anche una precisa scelta di KTM che in anni di dominio totale non ha spinto per mettere il fenomeno olandese contro quel Cairoli che sulla moto di Mattighofen stava spadroneggiando in classe regina. Jorge Prado, secondo pilota più vincente di sempre in cadetteria, si è fermato per confronto a quota 31 successi. Le molteplici dimostrazioni di forza del periodo 2012-2015 si sono alternate ad incidenti pesantissimi, che gli sono costati anche un paio di mondiali altrimenti prossimi alla conquista, ma la dominanza di Herlings in sella alla KTM SX-F 250 rimarrà per sempre una pietra miliare del mondiale.

WHAT’S NEXT?

Che la carriera di Herlings non abbia ancora troppi anni davanti è risaputo e lo stesso pilota ci ha tenuto a sottolinearlo in diverse occasioni. Il contratto firmato con KTM a gennaio sarà verosimilmente l’ultimo e l’unica via che possa renderlo pilota anche nel 2026 è quella degli Stati Uniti, in quel National AMA per il quale ha già espresso più di qualche desiderio. Ciò che è certo è che Herlings ritoccherà ulteriormente il record di vittorie assolute nel mondiale motocross fino ad arrivare, questa volta forse per davvero, ad una cifra non replicabile.

Immagini: KTM Media Center, Yamaha Media Center

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