MXGP | KTM, la culla del campioni [Parte 3]

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Federico Benedusi @federicob95
12 Novembre 2020 - 09:00
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Dal 2000 ad oggi KTM ha dominato la classe più piccola del motocross mondiale, lanciando fior di campioni. Ecco la terza ed ultima parte di una storia leggendaria


Anche Roczen segue le sirene americane e nel 2012 Herlings resta favorito d’obbligo per la conquista del mondiale MX2, affiancato da van Horebeek e da Jordi Tixier. Si sviluppa un duello fratricida tra l’olandese e Searle che va anche oltre la pista, dove la battaglia non segue sempre il filo della lealtà e della correttezza. Herlings si impone in nove occasioni e Searle in sei, l’olandese conquista il suo primo iride con un Gran Premio d’anticipo a Faenza.

Nel 2013 è netta doppietta KTM, con Herlings che vince tutti i Gran Premi corsi saltandone due a fine stagione, a titolo già vinto, per la frattura di una scapola. Tixier chiude al secondo posto senza vincere alcun Gran Premio, pagando 135 punti al compagno di squadra.

Il 2014 è una stagione a dir poco incredibile, pur sempre dominata dal marchio austriaco. Herlings domina in lungo e in largo fino al Gran Premio di Finlandia accumulando quasi 150 punti di vantaggio su Tixier ma si rompe il femore in una corsa di beneficienza. Salta tre gare e si ripresenta, ancora infortunato, all’ultimo appuntamento in Messico con Tixier che si è riportato a -23. Herlings, molto sofferente, raccoglie 18 punti nelle due manche ma non è sufficiente perché Tixier vince Gran Premio e titolo mondiale.

Il terzo titolo iridato sembra stregato per Herlings e il 2015 segue purtroppo lo stesso copione del 2014. Vince quattro dei primi nove Gran Premi e dopo la prima manche della Svezia ha 103 punti su Tim Gajser nonostante un infortunio ad una spalla. Ad Uddevalla, però, Herlings rimedia un taglio ad un dito e salta anche la Lettonia, rientra in Repubblica Ceca ma si sloga un’anca nella gara di qualifica decidendo di saltare il resto della stagione perché provato dai tanti infortuni. Il testimone potrebbe essere raccolto dall’altra KTM ufficiale, quella del rookie Pauls Jonass che si prende la leadership di campionato, ma alla fine è Gajser a conquistare l’iride nell’ultimo appuntamento di Glen Helen.

Nel 2016 è ancora monologo di Herlings e stavolta nemmeno un altro infortunio ad una spalla riesce a fermarlo. Vince 14 dei 15 Gran Premi disputati e solo Cooper Webb riesce a batterlo a Charlotte, dove Herlings riesce finalmente a fregiarsi del terzo titolo con un round d’anticipo, mentre Jonass conclude una stagione piuttosto dimenticabile al quinto posto. In occasione del Gran Premio del Belgio a Lommel debutta su una terza KTM ufficiale il giovanissimo spagnolo Jorge Prado, 15 anni, che al secondo tentativo ad Assen conquista subito una pole position e il secondo posto nella seconda manche.

Il 2017 è l’anno di Jonass, che dopo un inizio tentennante (soprattutto in Indonesia e Messico) si prende la tabella rossa nel Gran Premio del Trentino, giorno della prima vittoria di Prado, per non lasciarla più. Il lettone trova strenua resistenza nella Suzuki di Jeremy Seewer, che riesce a contendergli il titolo fino all’ultimo appuntamento in Francia.

KTM si ripresenta con la coppia Jonass-Prado anche nel 2018, con lo spagnolo più maturo dopo una stagione di apprendistato. Jonass inizia con tre doppiette mentre Prado procede più a rilento, ma dalla vittoria di Arco di Trento il pilota di Lugo dà vita ad una rimonta implacabile: Jonass resiste per qualche gara anche grazie alle doppiette in Russia e Gran Bretagna, ma in Repubblica Ceca la tabella rossa passa di mano. In Turchia Jonass si rompe i legamenti di un ginocchio ma cerca di tenere duro, tuttavia la doppietta di Prado ad Assen convince il re ad abdicare con un round d’anticipo saltando il conclusivo Gran Premio d’Italia.

Quella del 2019 è la stagione dei record di Prado, che vince 16 Gran Premi su 17 disputati e 31 manche su 34. A dare un po’ di pepe al campionato è l’operazione ad una clavicola che costa allo spagnolo la partecipazione al Gran Premio di Gran Bretagna; in conseguenza di questo doppio zero, Thomas Kjer Olsen ha modo di portare la tabella rossa per qualche gara ma non rappresenta mai una vera minaccia per Prado, che chiude i conti già in Svezia con due round e mezzo d’anticipo. Proprio a Uddevalla arriva la prima vittoria del nuovo compagno di squadra di Prado, il figlio d’arte Tom Vialle.

Ed è appunto Vialle a raccogliere il testimone nel 2020. Grazie ad una stagione praticamente perfetta, il francese ha ragione del velocissimo ma falloso Jago Geerts, su Yamaha. Vialle vince sette Gran Premi e viene incoronato campione nel secondo dei tre appuntamenti conclusivi di Arco di Trento. Il transalpino viene affiancato dal debuttante René Hofer, che si mette in mostra nelle prime gare ma già in Lettonia rimedia un infortunio che lo costringe ai box per il resto del campionato.

vialle

Il parterre di campioni lanciati da KTM in questo ventennio è assolutamente eccezionale e quello della MX2 è un ciclo vincente che sembra destinato a non terminare mai, visto anche l’impegno ormai mastodontico della Casa austriaca nel motocross. Con 17 titoli piloti, KTM è leader incontrastata nella classifica all-times della classe più piccola e nei prossimi anni l’intento sarà inevitabilmente quello di ampliare il vantaggio sulle altre Case. Il tutto grazie ad un team collaudato e apparentemente irraggiungibile per chiunque. Una vera culla dei campioni.

Immagini: MXBars, KTM

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