Dal 2000 ad oggi KTM ha dominato la classe più piccola del motocross mondiale, lanciando fior di campioni. Ecco la seconda parte di una storia leggendaria
Il quartetto del 2005 viene confermato per il 2006 e ancora una volta è Rattray a raccogliere i risultati più importanti, aprendo il campionato con altre tre vittorie e una buona leadership di classifica. Dal Gran Premio di Germania però parte la riscossa di Christophe Pourcel, sorpresa della stagione, e di un Antonio Cairoli fino a quel punto molto sfortunato. Dal Gran Premio di Bulgaria, sesto round vinto da de Reuver su Philippaerts, la stagione si rovescia: sia l’olandese che Rattray entrano in un vortice negativo di risultati, con il sudafricano condizionato da una forma fisica non ottimale mentre de Reuver accusa la squadra di scarso supporto. Sale in cattedra Philippaerts, che vince quattro dei successivi cinque Gran Premi ma deve recuperare un cospicuo svantaggio nel mondiale. Il campionato se lo giocano dunque Pourcel e Cairoli, con il transalpino che la spunta sul tracciato di casa ad Ernée, mentre Philippaerts conclude terzo davanti a Rattray, de Reuver e Nunn nell’ordine.
Le polemiche del 2006 portano de Reuver a lasciare KTM per Yamaha, con la quale sale in MX1, mentre Philippaerts viene promosso in classe regina proprio sulla moto austriaca. Nel 2007 l’impegno in MX2 si riduce a due sole moto, tuttavia gestite al 100% dalla Casa e non più da Champ Racing, che resta come team satellite. Rattray viene affiancato dal giovane britannico Tommy Searle. Non c’è però storia: Cairoli domina il campionato in lungo e in largo, Rattray conquista sette podi senza vittorie e rimedia anche un infortunio in Repubblica Ceca, mentre Searle riesce a terminare la stagione al secondo posto approfittando anche dello stop di Pourcel. Il britannico vince anche il suo primo Gran Premio a Donington, nel giorno in cui Cairoli debutta da wildcard in MX1 con vittoria.
Il quinto assalto alla corona cadetta è quello buono per Rattray, che nel 2008 vince una sfida tutta KTM con Searle dopo che Cairoli viene costretto a fermarsi per l’infortunio in Sudafrica. Un mondiale lottato sul filo dei punti con Rattray vincitore in quattro occasioni contro le cinque di Searle, che tuttavia paga un inizio di stagione meno pimpante rispetto al sudafricano. Nonostante la doppietta del britannico nell’appuntamento decisivo di Faenza, Rattray conquista il suo primo (e unico) iride per 23 punti. Si mette in evidenza anche la terza guida di Mattighofen, Rui Gonçalves, sul podio in Belgio e quinto in campionato.
Il 2009 è un anno di rivoluzione totale. Sia Rattray che Searle prendono la via degli USA e KTM deve affidarsi a Shaun Simpson e Jake Nicholls oltre a Gonçalves. L’inizio di tutti e tre è però al rallentatore, con Gonçalves che fa suoi i Gran Premi di Portogallo e Spagna ma deve guardare comunque da lontano la coppia francese composta da Marvin Musquin e Gautier Paulin. In occasione del settimo round, in Gran Bretagna, arriva il colpo di scena: Musquin, leader del campionato, firma con il team KTM ufficiale lasciando in braghe di tela la sua squadra, il team NGS Honda. Musquin domina a Mallory Park e anche in Francia, ma con la piccola squadra francese nasce un contenzioso legale perché il capoclassifica del mondiale non avrebbe rispettato gli accordi contrattuali. La questione arriva al suo culmine attorno al Gran Premio di Svezia, con Musquin condannato a rescindere l’accordo con KTM e a risalire sulla Honda; Musquin non corre a Uddevalla e il contenzioso viene risolto definitivamente pochi giorni dopo, con la rescissione contrattuale tra il francese e NGS. Tornato sulla KTM da Lommel, Musquin conquista tre degli ultimi quattro Gran Premi e vince il titolo davanti a Gonçalves.
Nel 2010, il posto di Gonçalves viene preso da un pilota destinato a riscrivere i libri di storia del motocross: l’anno prima ha concluso al secondo posto nel campionato europeo 250cc, viene dall’Olanda e si chiama Jeffrey Herlings. L’inesperto e irruento Herlings vince il suo primo Gran Premio al terzo tentativo, nell’adorata Valkenswaard, ma nel resto della stagione si distingue per molte cadute e una certa incostanza. Il mondiale si gioca dunque tra Musquin, divenuto ormai la stella del team, e Ken Roczen su Suzuki. La netta superiorità della moto austriaca gioca a favore di Musquin, che vince otto Gran Premi e fa suo il titolo a Lierop con un round d’anticipo. Herlings conclude l’anno con il primo dei suoi tanti infortuni, ad una spalla precisamente, sulla pista di Loket.
Il 2011 segna la trasvolata oceanica anche per Musquin e dunque KTM decide di puntare, oltre a Herlings, sullo stesso Roczen. La stagione è indimenticabile, il tedesco e l’olandese regalano duelli mozzafiato ed è solo la perenne incostanza del secondo a concludere anticipatamente i giochi a favore di un Roczen ormai maturo nonostante gli appena 17 anni d’età. Ken vince otto Gran Premi contro i cinque di Herlings e solo l’ex-KTM Searle, rientrato da poco in Europa, riesce a fermare in un paio di occasioni l’armata arancione. Molto più sfortunata la presenza del terzo pilota Jeremy van Horebeek, che salta gran parte della stagione per un infortunio.
Continua…
Immagini: Memotocross, 2000s Motocross Instagram
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