MXGP | Intervista ad Alfredo Bevilacqua di Honda Assomotor: bilancio del 2020 e programmi 2021

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Tempo di lettura: 7 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
17 Novembre 2020 - 11:00
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Intervista di rito con il team manager della squadra MX2 di Carpi per un bilancio di fine stagione


P300.it ha avuto ancora una volta il piacere di intervistare Alfredo Bevilacqua, team manager della squadra Honda Assomotor impegnata nella classe MX2 del mondiale motocross.

L’intervista con il grande capo della squadra di Carpi è ormai consuetudine di fine anno per il nostro sito e anche stavolta abbiamo tracciato un bilancio della stagione appena conclusa.

Il campionato 2020 ha visto il team Assomotor occupare la decima e l’11esima posizione nella classifica finale del mondiale piloti MX2, rispettivamente con Stéphen Rubini e Alvin Östlund. Un ottimo risultato, arrivato dopo un 2019 piuttosto complicato, che deve essere di buon auspicio per un 2021 ancora migliore.

Ecco cosa ci ha raccontato Bevilacqua a proposito di questa stagione e dei progetti futuri. Si ringrazia Federico Benedusi per la collaborazione.

Ciao Alfredo e grazie per l’intervista. Al netto del fattore Covid, che ha messo in difficoltà tutti, che bilancio si può trarre da questa stagione? C’era margine per fare qualcosa in più?
“Dal punto di vista organizzativo lo sforzo di Infront è stato notevole. Hanno tenuto duro in certe situazioni, come in quella del calendario, su cui anche io avrei scommesso poco. Loro invece ci hanno creduto e siamo riusciti a correre tutte le gare. Si sono inventati nuove formule e nuove situazioni per farci correre, alla fine abbiamo perso solo una gara rispetto al numero previsto. Il format della giornata singola mi è piaciuto molto: avendo separato europeo e mondiale hanno reso tutto più interessante per il pubblico che segue da casa, con un programma ridotto in poche ore, e più pratico per i team. Quest’ultimo fattore ci riguarda in particolar modo perché avendo piloti sia nell’europeo che nel mondiale ci hanno dato modo di lavorare più serenamente, concentrandoci su un programma per volta. Una scelta ottimale è stata anche quella delle tre gare in settimana perché abbiamo limitato i trasferimenti, anche se per lo staff e per i piloti è stato più faticoso; le gare del mercoledì sono state particolarmente ‘sentite’ soprattutto dai piloti che hanno affrontato un lockdown più pesante, come gli italiani.

In quanto ai risultati del team mi ritengo molto soddisfatto: l’obiettivo era quello di rientrare nei primi dieci, negli ultimi Gran Premi siamo cresciuti e ce l’abbiamo fatta, il team ha lavorato benissimo. L’unico problema ha riguardato la condizione fisica dei piloti, che hanno subito il periodo di lockdown. Se avessimo iniziato a lavorare duramente qualche settimana prima, saremmo potuti arrivare anche più avanti. Non c’è nulla da recriminare comunque, avere centrato l’obiettivo in una stagione così complicata è stato un trionfo per noi”.

L’anno scorso ci avevi parlato delle aspettative che avevi riguardo i tuoi piloti. Sono state rispettate?
“Östlund mi ha detto di avere corso la miglior stagione della sua carriera. Ha un gran potenziale ma purtroppo a livello caratteriale manca un po’ di aggressività in pista. È un ‘gentleman’ in un certo senso, poche volte rischia di andare oltre il limite e in generale cerca di non danneggiare mai il pilota che va ad attaccare, magari non azzardando un’entrata più ‘cattiva’. In alcune occasioni questo atteggiamento ci ha un po’ danneggiato, a volte non è riuscito ad attaccare un avversario pur essendo più veloce. A livello di allenamento è stato molto bravo, in Svezia non c’è stato lockdown e ai primi sentori di chiusura qui in Italia è tornato a casa e si è allenato là. Ha corso un’ottima stagione.

Rubini probabilmente non ha creduto abbastanza nel potenziale che ha. Venendo dall’europeo si è sentito in un certo senso il pilota più ‘giovane’ del mondiale e abbiamo dovuto fargli capire che il mondiale di quest’anno era praticamente la trasposizione dell’europeo di due anni fa, vista la presenza di piloti come Vialle, Boisramé e Renaux ad esempio. Quando ha preso più consapevolezza ha cominciato a guidare meglio ma è sempre rimasto piuttosto teso e questo ha portato a qualche caduta di troppo. Poi sia in Francia che in Belgio (dove risiede Rubini, ndr) è arrivato il blocco totale e quindi si è potuto allenare solo in bicicletta o a piedi, non è stato facile e questo gli ha tolto un po’ di scioltezza. Comunque lo abbiamo sempre sostenuto e anche il lavoro svolto con Yves Demaria ha dato risultati col passare delle gare”.

Il fatto che Assomotor sia stato il primo team Honda in classifica, davanti anche al team 114 Motorsports di Livia Lancelot, può cambiare qualcosa in ottica 2021 o sarà solo una soddisfazione personale?
“In generale penso che in pista si sia tutti contro tutti, che sia Honda o qualsiasi altra Casa non fa differenza. Ovviamente fa piacere essere i primi Honda in classifica, ma in ottica 2021 non cambierà nulla perché Honda ha ‘tagliato’ su tutti i team e lo ha fatto allo stesso modo per tutti. Di sicuro la gratificazione maggiore sta nel fatto che una piccola realtà come la nostra sia stata battuta solo da squadre ufficiali e da un team Kawasaki che non è ufficiale ma ha un budget talmente alto che può permettersi di comprare i motori da Pro Circuit negli Stati Uniti. Noi sviluppiamo sospensioni e motori con il solo aiuto dei nostri collaboratori.

Abbiamo dimostrato che anche con risorse limitate possiamo stare nei primi dieci, oltre ad ambire a qualche podio. Ad Arco di Trento siamo arrivati anche quinti ma siamo stati in lotta con Geerts, quindi siamo lì. Il podio è l’unica cosa veramente mancata, in alcune occasioni potevamo portarcelo a casa”.

Per quanto riguarda il 2021 in quale direzione state andando a livello di piloti?
“Per il 2021 confermiamo la presenza nel mondiale MX2 con due moto e nell’europeo 250cc con una moto. Nell’europeo correremo con Emil Weckman, arrivato a metà 2020 in sostituzione di Luca Diserens che si è infortunato, pilota finlandese giovane e di potenziale notevole. Nel mondiale avremo ancora Rubini al fianco di Gianluca Facchetti e quest’ultima scelta ci permetterà di correre anche nel campionato italiano, perché le aziende che ci supportano sono più soddisfatte nel vedere un pilota italiano in squadra. Con Facchetti dovremo lavorare molto su alcuni aspetti, specie sulla durata fisica e sull’atteggiamento nell’arco della gara, ma è un pilota talentuoso”.

Il calendario 2021 ti piace?
“Considerando la situazione attuale, assolutamente no. Se andasse in porto un programma così, a metà stagione fallirebbero molte squadre. Per molti team un format come quello di quest’anno, con le gare ravvicinate e con tutto in un giorno, sarebbe l’ideale anche per contenere i costi. La vera difficoltà non è stata tanto nel chiudere il 2020, quanto più nell’impostare il 2021: ora come ora, con quello che sta succedendo, ogni possibile nuovo sponsor è ‘bloccato’. Con un calendario così sarà molto difficile per noi a livello di budget, ma di sicuro quello attuale non è granché attendibile”.

In che modo si prepara un inverno come quello che ci attende? Probabilmente a settembre si pensava ad un programma diverso rispetto a quello che si può pianificare adesso…
“Innanzitutto una cosa positiva è che il mondiale 2021 inizierà in aprile, quindi avremo un po’ di respiro. Si parlava anche di iniziare a febbraio ma sarebbe stato un disastro, con un mondiale 2020 finito a novembre. Già dalle prossime settimane inizieremo i test sui motori nuovi e sulle sospensioni con Rubini, per cercare di anticipare i tempi, perché il pilota è ancora al 100% della condizione fisica. La paura più grande, ora, riguarda i lockdown in Italia: Facchetti si è appena operato al naso e i primi test con lui li avevamo in programma a dicembre, speriamo che si possa ancora girare, ora le cose stanno cambiando giorno per giorno.

Vogliamo iniziare a lavorare presto perché dobbiamo sfruttare il momento. La moto 2021, di base, è uguale alla 2020, quindi il materiale usato e le modifiche apportate sulla moto di quest’anno saranno trasferibili a quella dell’anno prossimo e questo è un grande vantaggio per noi. La base è notevole, avremo un motore più performante che è già stato testato sia al banco che in pista, con Andrea Bartolini. Sarà importante fare prove comparative con Rubini, innanzitutto”.

Ringraziamo Alfredo Bevilacqua per la disponibilità e auguriamo a tutto il team Assomotor un ottimo 2021.

Immagini: Davide Messora

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