MXGP | Intervista a Gautier Paulin: “Il Nazioni 2025 è stato positivo, ai giovani insegniamo il divertimento”

Autore: Federico Benedusi
federicob95
Pubblicato il 22 Novembre 2025 - 14:00
Tempo di lettura: 5 minuti
MXGP | Intervista a Gautier Paulin: “Il Nazioni 2025 è stato positivo, ai giovani insegniamo il divertimento”
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L’ex pilota e attuale commissario tecnico della FFM ha parlato a P300.it delle sue esperienze nel supercross e dei suoi progetti attuali, dal lavoro sui giovani allo sviluppo della Yamaha da rally

Gautier Paulin ha scritto la storia del motocross francese e anche ora che ha smesso di correre sta cercando di alzarne ulteriormente l’asticella. Pur non essendo mai riuscito a vincere un titolo mondiale ha conquistato 12 vittorie e 58 podi, correndo a livello factory per Kawasaki, Yamaha, Honda e Husqvarna, ma soprattutto è stato l’unico pilota presente in tutti i Motocross delle Nazioni del quinquennio d’oro 2014-2018, nel quale la Francia ha riscattato tante edizioni potenzialmente vincenti ma allo stesso tempo sfortunate.

Dal 2023 è commissario tecnico della FFM e dunque selezionatore delle squadre “Bleus” a livello senior e junior. Sotto la sua guida la Francia si è aggiudicata subito un altro Nazioni, quello casalingo di Ernée, e anche i ragazzi più giovani hanno raggiunto la gloria quest’anno nel mondiale in prova unica tenutosi a Romagné, con due ori individuali ad aprire la strada per quello a squadre.

Oltre al suo ruolo dirigenziale, “GP21” è impegnato con Yamaha nello sviluppo della Ténéré 700 Rally che gareggia nei rally raid oltre a curare il “Ténéré Spirit Experience”, progetto che consente a piloti giovani o amatori di gareggiare assieme ai più esperti nella disciplina tramite la Casa di Iwata. Nella sua prima esperienza da rallista Paulin ha concluso al terzo posto nel Carta Rally in Marocco, mentre è recentissima la vittoria di Kévin Gallas, pilota del TSE, nell’Addax Rally.

In occasione del sabato pomeriggio del Supercross di Parigi, P300.it ha raggiunto Paulin per parlare delle sue esperienze passate nel motocross indoor e di come si stanno sviluppando i suoi progetti attuali.

Siamo al Supercross di Parigi e durante la tua carriera hai avuto anche un’esperienza nel supercross americano: quali sono le tue memorie di questa esperienza?
“Sono dei bei ricordi: le piste sono sempre molto belle, la terra è sempre di qualità, non ci sono molti sassi o rocce. È sempre un’atmosfera diversa, essere lì davanti ad un pubblico molto vicino e sentire l’odore della benzina in America. È sempre qualcosa di bello, chiunque ci vada lo capisce: quando entri nello stadio si sente. Proprio un’atmosfera diversa, anche rispetto a qui. Sembra di andare al cinema, con l’adrenalina in più, quando sei lì è sempre qualcosa di molto intenso”.

Come tanti altri piloti di motocross in passato hai successivamente scelto la via dei rally: come sta andando questa esperienza? Hai programmi per il 2026?
“Sono con Yamaha a fare marketing, ma anche a fare sviluppo. Quando abbiamo lanciato la nuova Ténéré Rally in febbraio, in Marocco, dovevamo fare sviluppo per questa moto factory che è stata modificata da World Raid a rally.

Lo sviluppo sta andando molto bene, ho conosciuto Alessandro Botturi, che è una brava persona e un maestro del roadbook, quindi mi sono messo in gioco per imparare il roadbook. Guidare una moto è una cosa, leggere il roadbook e fare navigazione è un’altra cosa. Faccio ancora qualche gara per sviluppare la moto, per raccontare una storia, ma anche per sviluppare tutto il sistema ‘Ténéré Spirit Experience’, che è un programma dove si hanno delle moto da noleggiare e dove puoi andare e capire come si fa il roadbook, come una scuola. E lì ho cominciato anche a capire cosa si può migliorare, anche per avere io stesso la possibilità di imparare. Questo programma va dallo sviluppare al gareggiare, perché è quando gareggi che fai il migliore sviluppo.

Ho speso molto tempo in Marocco, che è bello perché ci sono molte persone con passione ed è un po’ diverso dall’atmosfera motocross. C’è uno scenario diverso: faccio sempre motocross, porto le moto da casa, vado in enduro, però passo anche bei momenti con gli amici. Mi piace cambiare e vado anche in rally, perché è molto divertente e nuovo per me, ma anche per sviluppare e per provare a portare questa Yamaha al livello il più alto”.

Correrai l’Africa Eco Race?
“Non è ancora sicuro, però ci sono molte probabilità che sarò alla partenza e che farò questa bella gara per arrivare a Dakar”.

Sei anche direttore tecnico della federazione francese, come sta andando questa esperienza?
“Molto bene, abbiamo fatto un bel lavoro quest’anno. Siamo arrivati terzi al Nazioni, è stata proprio una bella edizione, abbiamo avuto avversari molto difficili da battere. Abbiamo settato un livello alto tanti anni fa, creando questo gruppo di persone in Federazione, un team che aiutasse i piloti a essere al 100% come squadra. Poi c’è l’Italia, l’Australia… tanti hanno fatto questo lavoro e il livello è altissimo adesso, si può vedere da fuori. Questi ultimi sono stati i migliori Nazioni che abbiamo fatto a livello di organizzazione. E poi si fa quello che si può per provare a vincere ma c’è solo un vincitore, quest’anno sono stati gli australiani e noi abbiamo fatto terzi con una bella energia”.

Quindi questo bronzo al Nazioni ti ha soddisfatto? Viste anche le avversità che avete affrontato…
“Sì, sono molto soddisfatto di tutta la squadra, delle persone con cui lavoriamo. Siamo una squadra molto positiva, abbiamo la Federazione che sta spingendo e siamo organizzati ad un livello altamente professionale. Abbiamo fatto un bel lavoro, io sono andato all’Ironman tre mesi prima a organizzare tutto e abbiamo un grande gruppo di persone a lavorare affinché i piloti siano sempre al 100%”.

Quale può essere il vostro segreto? Perché siete andati molto bene anche a livello junior, con i ragazzi più giovani avete colto degli ottimi risultati quest’anno…
“Non ci sono particolari segreti. Abbiamo una linea di allenatori, un programma dove seguiamo i piloti da giovani e ormai da anni stiamo raggiungendo grandi risultati. Abbiamo affinato il nostro lavoro e sta cominciando ad andare bene. Poi sono sempre i piloti che fanno il risultato e noi siamo lì proprio per dare una buona formazione ai piloti. Abbiamo delle persone specifiche per 65cc, 85cc e 125cc fino all’europeo, poi MX2 e MXGP. Disponiamo di un’ottima struttura ma anche l’Italia, ad esempio, sta facendo un bel lavoro. A Romagné, al campionato del mondo, abbiamo visto come adesso tutte le Federazioni stiano spingendo molto,. È bello per lo sport che questi giovani siano spinti ad essere migliori già da un’età più giovane”.

Cosa ti aspetti dal 2026, dai tuoi ragazzi e in generale dal movimento francese?
“Ho aspettative positive. L’obiettivo numero uno è il divertimento e di infondere passione in questi giovani che si incontrano su una pista da cross, che si divertono. Hanno tempo fino all’età di 15 anni prima di pensare ad essere sempre al 100%. Prima si devono solo divertire, perché è per questo che andiamo su una moto. Spero di avere il numero più alto di piloti francesi, ma anche italiani. Il motocross è una famiglia e questi piloti devono andare a girare per divertirsi. Anche in Italia date la possibilità ai ragazzi di divertirsi in pista ed è bellissimo. Cosa vuoi di più per il motocross? È molto bello avere un grande numero di Federazioni così professionali, questo porta una grande spinta e aumenta la passione verso il nostro sport. Una grande organizzazione dà anche molta sicurezza e questo può solo essere positivo”.

Immagini: Gautier Paulin Instagram, Yamaha Media Center, ffmoto.org, RacerX

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