Il quarto posto di gara-1 è sufficiente per il pilota francese, che interrompe anche il digiuno di Kawasaki; la pioggia caduta durante la MX2 cancella gara-2
Romain Febvre ha definitivamente chiuso il cerchio, conquistando il titolo mondiale della MXGP a dieci anni di distanza dal primo alloro raggiunto addirittura al debutto nella classe regina del mondiale motocross. Decisivo il quarto posto nella prima manche del Gran Premio di Australia a Hidden Valley, peraltro l’unica disputata dalle 450cc poiché il diluvio che ha caratterizzato gara-2 della MX2 ha portato alla cancellazione dell’ultimissima sfida del 2025. Il successo del 33enne di Épinal ha concluso anche il lunghissimo digiuno di Kawasaki nella top class, che perdurava dal 1998 quando ad imporsi fu un altro francese, Sébastien Tortelli.
Il raggiungimento del titolo per Febvre, dopo il secondo posto nella gara di qualifica di ieri, era pura formalità in quanto bastava appena un 16° posto in gara-1. Il nuovo campione non ha corso rischi accontentandosi della quarta posizione e liberando un urlo di gioia dopo la bandiera a scacchi. Un mondiale ben diverso rispetto a quello di due lustri fa, artigliato con costanza e soprattutto facendo leva sulla grande esperienza maturata anche in momenti molto complicati: la sfida Kawasaki accettata nel 2020 è stata ufficialmente vinta e in questo senso ha rappresentato un deciso cambio di marcia anche l’arrivo del team IceOne Racing alla gestione tecnica, concretizzatosi nel 2022 dopo il thriller di Mantova 2021.
Lucas Coenen non ha potuto fare altro che prodursi in un assolo vincente in gara-1, dato che la corsa iridata si era ormai conclusa con il tragico weekend di Shanghai. Partito al comando come al sabato, il pilota KTM ha terminato la sua annata da rookie con il sesto successo assoluto: sono mancate un paio di giornate importanti e l’esperienza d’altro canto propria di Febvre, ma nel 2025 il 18enne di Uccle si è nettamente candidato come prossimo nome dominante del mondiale motocross e dall’anno prossimo, nei suoi confronti, tutti i top riders dovranno fare un altro tipo di calcoli.

Il podio di Darwin è stato completato da Jeffrey Herlings e Tim Gajser, due piloti che avrebbero senza dubbio recitato un ruolo più importante se non fossero stati falcidiati dagli infortuni. Entrambi hanno concluso con una nota positiva le rispettive storie iridate con KTM e Honda e dopo il Nazioni si potrà pensare ad un futuro dai colori differenti: rosso “giapponese” nel primo caso, blu nel secondo.
Quinta posizione per Rubén Fernández, capace di difendere il quarto posto nella graduatoria generale, davanti a Calvin Vlaanderen e ad un ottimo Mattia Guadagnini, anche lui all’ultimo capitolo della sua attuale occupazione e abile nel trovare uno dei fine settimana più positivi dell’anno proprio sul filo di lana. La mancanza di un Guadagnini così, a Crawfordsville, potrebbe farsi sentire per i colori azzurri.
11° posto per Andrea Bonacorsi, che al netto di un finale di stagione non entusiasmante ha raccolto risultati davvero formidabili nella sua prima stagione a tempo pieno in MXGP. Alle spalle del bergamasco, saldamente nella top ten del campionato, si è piazzata la seconda Ducati di un Jeremy Seewer lentamente e inesorabilmente scomparso dai radar dopo i due podi conseguiti nella prima parte dell’anno. Un incidente nel corso del primo giro ha invece messo fuori gioco Maxime Renaux.
La classifica finale vede Febvre campione con 956 punti seguito da Coenen a 917. Ben più distante Glenn Coldenhoff, ottavo oggi e dunque salito a 678 nel conteggio definitivo al termine di una delle sue stagioni migliori. Quarto Fernández con 620 punti, poi Herlings con 608: “The Bullet” ha raggiunto la top 5 pur avendo disertato esattamente un quarto delle gare in programma e avendone corse diverse altre ben al di sotto delle sue possibilità, un risultato che la dice lunga su quanto sia tuttora immenso il valore del pilota olandese.
Classifica:
Campionato piloti:

Immagini: Kawasaki Media Center, KTM Media Center
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