MXGP | Giuseppe Luongo, presidente di Infront Moto Racing: “Con dialogo e rispetto si può risolvere ogni problema”

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di Federico Benedusi @federicob95
6 Giugno 2022 - 23:27
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Il presidente di Infront spiega la sua visione dei fatti dopo quanto accaduto nel sabato di Ernée: le proteste dei piloti sulla sicurezza del tracciato sono infondate e con un dialogo costruttivo si può dare voce a tutti


Dopo avere ascoltato le voci di Jeremy Seewer e dell’amministratore delegato di Infront, David Luongo, riguardo i fatti del Gran Premio di Francia del mondiale motocross, con il boicottaggio della gara di qualifica della MXGP da parte della quasi totalità dei piloti ufficiali, anche il presidente dell’azienda promotrice del campionato, Giuseppe Luongo, è intervenuto sulla questione.

Luongo è stato intervistato dal sito MX Large e le sue parole, nell’interesse della serie iridata, sono state riportate anche sul sito ufficiale. Lo storico volto del campionato, già capo di Youthstream fino all’acquisizione da parte di Infront Moto Racing nel febbraio 2020, ha difeso l’operato dell’organizzazione in un momento molto complicato e caotico.

Il presidente di Infront inizia dunque così: “Mi piacerebbe parlare di ciò che è successo. Come professionisti e promoter del mondiale motocross dobbiamo fare il possibile per essere neutrali, senza lasciarci trasportare dalle emozioni, basando le nostre opinioni sui fatti e tenendo presente che il nostro obiettivo principale è quello di dare il massimo per la serie mondiale e quella europea. Per fare questo, dobbiamo tenere in considerazione gli interessi di tutte le principali parti in causa che permettono alla MXGP di essere al top del nostro sport e di continuare a crescere.

Dobbiamo bilanciare gli interessi di tutti i protagonisti: costruttori, team, piloti, sponsor, organizzatori locali, aziende, media, FIM, Infront, tutti gli impiegati, chi lavora in pista, i volontari e soprattutto i fans, che sono i più importanti. Loro ci permettono di vivere di motocross, senza di loro non ci sarebbe il mercato delle moto da fuoristrada, non ci sarebbero gare, non ci sarebbero stipendi per piloti, team e promoter e non ci sarebbero sogni da rincorrere. Considerato tutto questo, possiamo parlare di quanto accaduto a Ernée”.

Nonostante il meteo inclemente, nessuno si è dato per vinto: “Ha piovuto per tutta la settimana prima del Gran Premio, l’organizzatore locale e Infront hanno lavorato molto duramente per avere un tracciato in condizioni perfette al sabato mattina. E le condizioni della pista, sabato mattina, erano perfette. Nel pomeriggio ha iniziato a piovere molto forte e la pista si è infangata, ma il suo stato era comunque buono. L’europeo 125cc e la gara di qualifica della MX2 si sono svolte al meglio”.

E si arriva all’episodio che tutti, ormai, conosciamo bene: “Prima della partenza della MXGP alcuni piloti si sono lamentati e hanno detto che non avrebbero corso perché la pista non era ben preparata ed era pericolosa. Curiosamente i piloti che si sono maggiormente battuti sono stati i primi sette, più un altro paio, delle prove ufficiali: seguendo il regolamento, se non si disputa la gara di qualifica lo schieramento delle gare di domenica segue il risultato delle prove ufficiali. Strano, vero? Mettendomi nei panni dei piloti, potendo evitare di correre una gara di 25 minuti nel fango con il rischio di vanificare un buon risultato nelle prove ufficiali capisco questa scelta, ma se le decisioni riguardanti il mondiale fossero sempre basate su iniziative personali e sull’ego, questo sarebbe morto già da molto tempo. Per questo esistono entità come la FIM in grado di valutare ogni situazione e di prendere decisioni a beneficio della continuità e della crescita del campionato. Fino a questo punto, i fatti dicono che abbiamo agito nella giusta direzione”.

Luongo si fa poi piccato: “Eravamo in Francia e nessun pilota francese ha disertato la gara di qualifica. Mi piacerebbe quindi sapere se queste decisioni sarebbero state le stesse se tutto ciò fosse accaduto in Svizzera o in Spagna: questi piloti si sarebbero rifiutati di correre davanti al proprio pubblico?”. Il riferimento ai principali promotori del boicottaggio è sottile fino ad un certo punto, ma non è finita qui: “Metto poi in luce alcune questioni: in primo luogo la pista non era pericolosa, perché ragazzini di 14-15 anni hanno corso in sella a moto 125cc 2T senza alcun problema; gli organizzatori, lo staff di Infront e quello della FIM hanno lavorato più di 14 ore al giorno per mettere il tracciato nelle migliori condizioni possibili e questo si è visto sia al sabato mattina che alla domenica; infine, sulla griglia di partenza alcuni piloti hanno utilizzato un linguaggio scurrile, insultando gli ufficiali di gara e provando ad obbligare a non correre altri piloti che invece si erano detti desiderosi di farlo”.

Se i piloti hanno parlato di mancanza di rispetto da parte degli organizzatori, Luongo rigira la questione: “Potete immaginare la frustrazione di tutto lo staff e di tutti i volontari, che hanno lavorato sotto la pioggia e in mezzo al fango, e delle oltre 10.000 persone che hanno atteso per 3-4 ore la gara della MXGP, quando hanno visto i piloti rifiutarsi di correre. Questa è stata una mancanza di rispetto nei confronti di chi ha lavorato e di chi ha pagato il biglietto. Nella vita, chi esige rispetto deve prima mostrarlo agli altri. Per noi i piloti sono le star, coloro che fanno sognare le persone, ma nell’ambito lavorativo rappresentano solo una parte del tutto e devono rappresentare le altre parti se vogliono ricevere rispetto a loro volta. Sono ancora più deluso perché questi piloti, per spiegare le loro ragioni, hanno riferito ai media di mancanze di rispetto e di ascolto da parte di FIM e Infront. Vorrei sapere quando mai hanno chiesto una riunione con FIM e Infront senza essere accolti. Quando mai un pilota che ha richiesto informazioni ad un ufficiale di gara è stato respinto senza essere ascoltato o senza poter discutere un argomento?”.

La mancanza di dialogo, o comunque di chiarezza tra chi scende in pista e chi organizza il campionato, è sicuramente uno dei principali problemi dell’attuale mondiale motocross: “Perché tutti lo sappiano, tempo fa al venerdì pomeriggio e al sabato dopo le gare di qualifica si tenevano delle riunioni tra i top riders di MXGP e MX2 e i delegati di FIM e dell’allora Youthstream per parlare dei tracciati su cui si correva. Dopo pochi mesi queste riunioni divennero sempre più scevre di piloti e noi ci riducemmo ad attendere ogni volta, per 30 minuti, che qualcuno ci chiedesse qualcosa; alla fine nessuno si presentava mai, quindi abbiamo deciso di interrompere questa iniziativa. Crediamo fermamente nell’importanza del dialogo e crediamo che l’input dei piloti sia più che valido, quindi siamo disponibili a riproporre i meeting dei piloti se questo dovesse essere il loro desiderio. Naturalmente apprezzeremmo se poi questi meeting fossero ogni volta frequentati.

Francamente se il problema dei piloti è il poter parlare con noi questo non sarà mai un vero problema, perché noi siamo sempre felici di parlare con i piloti e incoraggiamo sempre il dialogo. Li ascoltiamo e quando propongono buone idee siamo contenti di andare nella loro direzione, mentre quando le idee non sono buone per il campionato lo facciamo presente e spieghiamo il perché. Ad essere inaccettabili sono il luogo, il modo e i toni utilizzati in questa situazione: se il problema è il tracciato non se ne può discutere in griglia di partenza davanti ai giornalisti e ai fans, anche perché le argomentazioni riguardanti la pericolosità della pista erano semplicemente infondate e le altre gare che si sono disputate lo hanno dimostrato. Amiamo i nostri piloti perché sono il cuore di questo campionato, non vogliamo che si facciano male e nel corso degli anni abbiamo lavorato per rendere i nostri eventi sempre più sicuri. Siamo partner nello stesso gioco, non dobbiamo agire gli uni contro gli altri ma lavorare insieme per trovare nuove soluzioni”.

Le gare di qualifica del sabato sono un altro punto focale della questione: ai piloti non piacciono, i fans invece sembrano gradirle. Luongo risponde così: “Non è stato il problema principale di chi non ha corso sabato, ma parlando delle gare di qualifica anche la F1 ha ripreso questa nostra idea perché avevano bisogno di rendere il sabato più attraente, che è esattamente ciò di cui hanno bisogno gli organizzatori locali. Attrarre spettatori anche al sabato è importantissimo e a Ernée ne abbiamo avuto la dimostrazione, con tantissimi appassionati che si sono goduti un intero weekend di gare in pista”.

Come già detto anche da David, figlio di Giuseppe, la soluzione è nel dialogo costruttivo: “Risolvere questo problema è nell’interesse di tutti. Sicuramente avremo una discussione aperta con i piloti che non si sentono ascoltati e come sempre troveremo una soluzione, esprimendo anche la nostra visione delle cose. La vera questione, su cui dobbiamo riporre il 100% delle nostre forze, è oltrepassare questo momento difficile e trovare un modo di continuare a crescere e a rendere grande il motocross. Il dialogo e il rispetto sono importanti e con questi si può risolvere ogni problema. Il dilemma sta nel come gestire l’incertezza dei prossimi anni e questo potremo farlo solo lavorando tutti insieme”.

Immagini: mxgp.com, Husqvarna Media Center, Henry Jacobi Instagram, Kawasaki Media Center

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