MXGP | Gajser pentacampione: l’highlander è ancora sul tetto del mondo

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Federico Benedusi @federicob95
14 Agosto 2022 - 22:13
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Non è il più veloce, non è il più aggressivo, ma alla fine ha sempre ragione: il motocross è uno sport di costanza e Gajser ne è uno dei migliori interpreti di sempre


Una mano aperta. Anzi, due. Tim Gajser si è laureato per la quinta volta campione del mondo di motocross, sventolando raggiante la sua manona destra davanti alle telecamere appena tagliato il traguardo della seconda manche della MXGP a Hyvinkää. A mostrare metaforicamente entrambe le mani sono invece le statistiche, i numeri: il pilota sloveno è esattamente il decimo a raggiungere questo importante traguardo, compiendo un altro passo nella leggenda di questo meraviglioso sport.

Un campionato che, di fatto, non ha mai avuto storia. Già lo scorso 24 aprile, in Lettonia, la doppietta di “Tiga” e il contemporaneo doppio disastro di Jorge Prado avevano lasciato in bocca quel sapore di mondiale già indirizzato verso lo schiacciasassi di Honda, totalmente privo di avversari capaci di contrastarlo soprattutto alla lunga (lunghissima) distanza di una stagione iridata di cui ormai si è abituati a non vedere la fine. Il tutto naturalmente senza tenere conto di possibili e spiacevoli colpi di scena, ai quali però Gajser non è molto avvezzo.

Così è andata. Chiaramente non si parla di Kegums ma c’è la sensazione che anche lo stesso pilota Honda si sia detto, ad un certo punto, “sì, ce l’ho fatta”. Se non ci credete, i risultati conseguiti prima e dopo il Gran Premio di Indonesia sono facilmente consultabili. E quella di Gajser è una tattica più che mai corretta, fa parte del suo essere ed è così che ha raggiunto i tanti e meritati successi che compongono il suo palmarès.

Gajser è l’highlander del motocross e questo è un tema che fa storcere il naso a chi, invece, dovrebbe semplicemente comprendere meglio le basi di questa specialità. Chi segue il motorsport è generalmente attratto dalla velocità pura, dall’aggressività, dalla spregiudicatezza, dalla spettacolarità: caratteristiche che nel motocross sono utili, ma tutt’altro che indispensabili.

Gajser non ha la velocità pura di Jeffrey Herlings, non ha l’aggressività di Romain Febvre, non ha la spregiudicatezza di Jorge Prado, non ha la spettacolarità di Jeremy Seewer. Eppure è sufficiente confrontare i palmarès dei fuoriclasse sopracitati con quello di Gajser per tirare semplici conclusioni. E pure Herlings rientra nel discorso, perché nonostante l’olandese sia generalmente considerato come il miglior pilota di motocross al mondo anche i numeri dei due in MXGP non mentono: due vittorie di Gran Premio in più per Herlings, ma due mondiali in più per Gajser.

Qual è, dunque, la dote del “nuovo” campione del mondo della MXGP? Quella più importante di questo sport: la continuità. Tra il 2017 e il 2018, dopo il primo titolo massimo vinto al debutto, Gajser ha subito forti scossoni a livello fisico: dall’incidente di Kegums che ha pregiudicato la sua prima annata da campione in carica a quello di Mantova, in una poco importante gara degli Internazionali d’Italia, che lo ha segnato anche dal punto di vista psicologico per tutto il 2018. Nelle quattro stagioni successive l’unico acciacco rimediato dallo sloveno è la frattura della clavicola patita a metà della scorsa annata e sopra la quale Gajser, meno di un mese dopo, ha vinto a Teutschenthal. Il tutto a fronte di un Herlings che dal 2010 ha portato a termine solo tre (!!!) campionati interi, arrivando addirittura a dover disertare completamente quello in corso, e di un Febvre che dopo il suo unico iride datato 2015 non ha avuto sorte molto migliore rispetto all’olandese. Anche in questo caso, i numeri sono facilmente consultabili.

Con i condizionali non si è mai fatta la storia, tantomeno quella del motocross. L’unica certezza è che nell’attuale “onda” di campionati da 18 e più Gran Premi (quindi dalle 36 manche valide per il punteggio in su, oltre alle poco spettacolari ma insidiosissime gare di qualifica del sabato) Gajser sia il pilota più costante, più pronto e fisicamente più forte e preparato del mondo. Le ultime annate devono rappresentare un’autentica Bibbia in questo senso, un Verbo da professare. Se i titoli mondiali di motocross venissero assegnati sulla base di fantomatiche teorie riguardanti il pilota più veloce, bisognerebbe riscrivere almeno metà di un albo d’oro quasi settantennale.

Abbiamo iniziato con le statistiche e concludiamo nello stesso modo: 171 Gran Premi disputati, 41 vittorie assolute, 80 di manche, 98 podi. A livello numerico è indiscutibilmente tra i cinque piloti di maggior successo nella storia del mondiale motocross. Cinque, come i titoli di un pilota la cui considerazione è ampiamente e incorrettamente travisata. L’highlander è di nuovo sul tetto del mondo.

Immagini: HRC Media Center, Kawasaki Media Center

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