MRF Challenge | Qatar 2014: L’ultima volta delle monoposto a Losail

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Matteo Gaudieri
18 Novembre 2021 - 20:08
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La F1 debutterà in Qatar in questo fine settimana. L’ultima volta che lo Stato asiatico ha visto delle vetture a ruote scoperte risale al 2014 con la serie indiana MRF Challenge

La terzultima tappa del campionato mondiale di F1 vedrà le monoposto scendere in pista nel Circuito Internazionale di Losail, in quello che sarà un vero e proprio debutto in Qatar per la categoria principe del motorsport. L’impianto ha ospitato principalmente gare di moto a livello continentale e internazionale come la MotoGP, la SBK e l’Asian Talent Cup, vantando comunque gare automobilistiche di GP2 Asia, WTCC, Speedcar Series e Grand Prix Masters.

Se parlassimo principalmente di vetture a ruote scoperte, l’ultimo campionato ad aver macinato chilometri in Qatar è stato il MRF Challenge, serie propedeutica indiana organizzata dal Madras Motor Sports Club e sponsorizzata da MRF. Le categorie erano due: la Formula 2000 (vetture Dallara, telaio realizzato seguendo il regolamento F3, motore da 4 cilindri da 2000cc e da 210 CV prodotto da Renault, ndr) e la Formula 1600 (vetture prodotte artigianalmente con tubi cromati, motore 4 cilindri da 140 CV prodotto da Ford, ndr). Il calendario si sviluppava principalmente d’inverno, permettendo dunque ai piloti provenienti dal resto del globo di tenersi in allenamento in vista dell’inizio della stagione.

Tra il 17 e il 18 ottobre 2014, la MRF Challenge è scesa in pista in quel di Losail per la disputa di ben quattro gare. L’entry list della Formula 2000 non era molto nutrita, ma vantava nomi di tutto rispetto per l’epoca, come Toby Sowery (vincitore del campionato in quell’anno, ndr), Ryan Cullen (ex pilota GP3 di Marussia, ndr), Mathias Lauda e Nikita Mazepin, con quest’ultimo che, insieme a Sergio Perez, rappresenta una piccola porzione di griglia di F1 già esperta del tracciato asiatico.

La Gara 1 del round in Qatar si è svolta in modo lineare, senza nessun tipo di evento da sottolineare a parte qualche testacoda nelle retrovie. A vincere è stato Toby Sowery davanti a Cullen e Kyle Mitchell. Una caratteristica frequente delle serie invernali è la grande discrepanza di livello tra i piloti, non favorendo di certo la lotta in pista. In Gara 2 l’unico pilota in grado di smuovere la classifica è stato lo stesso Sowery, autore della rimonta che lo ha portato sino in terza posizione. A trionfare è stato Tarun Reddy, al suo primo e unico successo in stagione, davanti a Nikita Mazepin e al già citato inglese.

Toby Sowery premiato per la vittoria in Gara 1 (Foto: Facebook / MRF Racing)

Gara 3 è stata portata a casa da un altro indiano, ossia Raj Bharath Swaminathan, uscito vincitore nonostante qualche errore di troppo nella guida. Il rimontante Mitchell e Sowery hanno completato il podio, ma è il britannico a chiudere il weekend in bellezza con una strepitosa vittoria in Gara 4, precedendo Bharath Swaminathan e Cullen. Quattro podi su quattro per l’inglese che, come già anticipato, andrà poi a laurearsi campione della serie al termine del campionato, ossia a gennaio 2015.

Nonostante la vita breve avuta dalla serie, la MRF Challenge può aver vantato presenze abbastanza note alle scene europee e non solo, come Mick Schumacher, Felipe Drugovich, Tatiana Calderon, Rinus Veekay e Jamie Chadwick, quest’ultima vincitrice dell’edizione 2018-2019. Seppur poco popolare, la serie indiana riusciva a dare opportunità a tutti, aggirando il problema dei costi che ha sempre ostacolato le carriere dei giovani e che, purtroppo, si pone alla base del motorsport: per poter correre bastava pagare il sedile, dato che il resto veniva gestito dagli organizzatori; questo concetto prendeva il nome di “Arrive and Drive”, una formula simile alla W Series, anche se la F3 al femminile si pone come una vera e propria categoria a costo zero.

Immagine di copertina: Facebook / MRF Racing

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