“Motorsport is dangerous”, ma su alcune cose si deve fare meglio

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di Daniele Botticelli @DBDeiman
3 Luglio 2023 - 15:35
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“Motorsport is dangerous” è una frase ben nota a tutti noi appassionati di questo sport, è innegabile. Ciò non toglie, però, che il rischio da sempre presente in questo sport si possa ridurre dove si può, cosa che in certi aspetti nel corso degli anni è accaduta ma non in altri, dove sembra che si lasci tutto al caso.

La tragedia della morte di Dilano van’t Hoff avvenuta lo scorso sabato a Spa-Francorchamps fa inevitabilmente riaprire gli occhi e il dibattito sul fatto della sicurezza nel motorsport, non soltanto su quanto siano sicure le vetture ma anche su altre dinamiche. Su tutte quelle dettate dalle condizioni meteo.

L’intera settimana di Spa-Francorchamps, teatro della 24h del GT World Challenge Europe, è stata condizionata dalla pioggia, soprattutto nella mattinata di sabato in cui è andata in scena la fatale Gara 2 della Formula Regional. La gara è iniziata con l’asfalto bagnato, ma negli ultimi minuti la pioggia è tornata copiosa sul tracciato delle Ardenne, rendendo più difficile la visibilità e complicando ulteriormente le condizioni della pista, soprattutto nei punti più pericolosi come la sequenza di curve dell’Eau Rouge / Raidillon.

Con la gara in regime di Safety Car, già questo sarebbe bastato per evitare una ripartenza lanciata in quelle condizioni, considerando anche il fatto che mancava poco tempo al termine della corsa. Invece la gara è ripresa normalmente con due giri da disputare, arrivando prima all’incidente di Tim Tramnitz e poi a quello che è costato la vita al povero Dilano.

L’incidente tra l’olandese ed Adam Fitzgerald si è verificato pochi istanti dopo l’urto del pilota tedesco che ha portato subito al regime di Safety Car e, nonostante le immagini poco chiare per via della nube d’acqua presente, si può facilmente comprendere come questo impatto si sia verificato per via del rallentamento che i piloti hanno effettuato per via della neutralizzazione imposta, con le vetture che sopraggiungevano dietro che non sono riuscite a rallentare in tempo. Di conseguenza, l’incidente fatale per van’t Hoff è avvenuto sia per la scarsa visibilità in pista che per il poco tempo trascorso dopo la neutralizzazione della gara. A conferma di ciò anche il fatto che dalla chiamata della Safety Car all’esposizione della bandiera rossa siano trascorsi diversi secondi.

Questa sequenza di eventi fa sollevare nuovi dubbi sullo stato di sicurezza del tracciato, soprattutto su quella sequenza di curve quando le condizioni meteo sono avverse. Ma a parte questo motivo, questionabile o meno, si è avuta l’ennesima prova della mancanza di un aspetto fondamentale non soltanto nel mondo delle corse, ma anche della vita di tutti i giorni: il buonsenso.

Ricordate Spa 2021 in Formula 1? Le condizioni meteo avute nel finale della Gara 2 di Formula Regional sono state le stesse avute in quell’occasione, dove però la gara di fatto non si disputò perché il tutto fu giudicato troppo pericoloso per i piloti in pista. Con uno scenario praticamente identico, perché sabato si è lasciato correre come se nulla fosse? Vero che con il senno del poi è facile parlare, ma il periodo di Safety Car avuto a metà gara è stato piuttosto lungo e c’era tutto il tempo per notare il peggioramento delle condizioni meteo e del tracciato e con la visibilità sempre più ridotta, soprattutto nelle retrovie.

Mancanza di buon senso appunto, di non rendersi conto del rischio effettivo a cui ogni pilota va incontro ogni volta che scende in pista, a qualsiasi livello, soprattutto in quello stato. E questa è una cosa che va oltre la sicurezza delle vetture e/o delle piste stesse. In questi casi tutti i piloti, di qualsiasi categoria, devono essere posti allo stesso livello, dato che sono loro a rischiare la vita ad ogni metro percorso in pista, in ogni condizione. Era così difficile capire che le condizioni della pista erano peggiorate dall’inizio della gara? Era così difficile far terminare la gara in regime di Safety Car, oppure sospenderla definitivamente?

Inoltre, dopo la gara della Formula Regional la successiva corsa del Lamborghini Super Trofeo è durata quattro giri, tutti trascorsi dietro la Safety Car prima della sospensione definitiva proprio per la troppa pioggia e le avverse condizioni del tracciato. Era tanto difficile fare lo stesso in Regional?

La fatalità nel motorsport esiste e, purtroppo, ci sarà sempre. Ma a volte basta veramente poco per far sì che tutto ciò venga evitato. Basta usare il cervello e del buonsenso, cose che oggi sembrano sempre più mancare.

Immagine: Formula Regional EU by Alpine

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